"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in Lui abbia vita eterna." (Giovanni 3:14,15)
IL SERPENTE DI RAME (III)
I profumi di intercessione che venivano offerti al serpente di rame non avevano alcuna validità, e nonostante questo, il popolo, sordo agli insegnamenti delle Scritture, continuava con questa pratica, fino a quando il re Ezechia, attento al volere divino, lo frantumò. Non aveva alcun potere di intercessione, non poteva portare liberazione, era un simbolo, uno stimolo alla fede: guardare a lui ed ottenere guarigione. Per sgombrare il campo da ogni dubbio ed evitare che qualcun' altro lo prendesse ad esempio, Gesù stesso si paragonò al serpente di rame. Egli spiegò il significato spirituale della sua prossima crocifissione, paragonandosi a quel medesimo serpente innalzato da Mosè. Infatti, tutti quelli condannati alla morte dal veleno mortale del male, sono salvati guardando a Gesù per fede: soltanto a Lui! Al serpente di rame, come a tutti gli altri simboli, siano essi umani o meno, non vanno offerti profumi, doni particolari, richieste di inter.cessione. Sono soltanto simboli per ricordarci di ottemperare alla volontà divina! Gesù è l'unico al quale possiamo richiedere ogni cosa e più di tutto la salvezza dell'anima. Come? Credendo semplicemente in Lui e nelle Sue parole!
"Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d?Astarte, e fece a pezzi il serpente di rame che Mosè aveva fatto; perché i figliuoli d'Israele gli aveva.no fino a quel tempo offerto profumi". (II Re 18:4)
IL SERPENTE DI RAME (II)
Successivamente, gli israeliti, fecero del serpente di rame un idolo che il re Ezechia frantumò. Quello che era stato un simbolo di liberazione dal peccato divenne oggetto d'idolatria. Quello che doveva semplicemente rappresentare un esempio di pentimento fu sostituito a Dio stesso. Ai giorni nostri ci vengono mostrati tanti esempi di fede, uomini e donne dediti alla volontà divina. Essi, però, sono esempi, da prendere come modello, da imitare, ma non possono sostituirsi a Dio. Al serpente di rame venivano offerti profumi. Il profumo, veniva usato, prima della venuta di Cristo, in occasione del cerimoniale dell'espiazione, poiché il profumo rappresentava l'intercessione del sommo sacerdote in favore del popolo. Dopo la morte di Gesù, unico grande sacrificio compiuto una volta e per sempre, tutto il cerimoniale levitico ha perso il suo valore: non c'è più bisogno di immolare nessuna vittima per espiare i peccati, Gesù ha dato se stesso come vittima da immolare. Chiunque, da allora in poi, invo.ca il nome del Signore conosce il dono della salvezza. Gesù è il profumo che offriamo a Dio: Egli è l'unico intermediario tra Dio e gli uomini. Tu a chi offri il tuo profumo? (Continua)
"Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un'antenna; e avveniva che, quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame scampava." (Numeri 21:9)
IL SERPENTE DI RAME (I)
Gli israeliti, a causa della loro ribellione, dopo che erano stati liberati dal dominio egiziano, vagarono nel deserto per quarant'anni prima di raggiungere la Terra Promessa. La loro continua disubbidienza era causa di grande dispiacere per Dio. Egli cercò più volte di richiamarli all'ordine, ma dopo un breve ravvedimento, essi cominciavano di nuovo a peccare. Nel capitolo 21 del libro dei Numeri ci viene spiegato che per punirli dei loro continui mormorii, Dio mandò nel campo degli israeliti dei serpenti velenosi detti "ardenti", a causa dell'arsura provocata in chi ne era morso. La mortalità del popolo fu spaventosa. Allora essi supplicarono Mosè che intercedesse a loro favore presso il Signore. Mosè, guida di un popolo ribelle e indisciplinato, pregò il Signore affinché fosse concessa loro una possibilità di riscatto. Dio lo esaudì, ma per provare la sincerità del loro pentimento, ricevette l'ordine di costruire un serpente di rame simile a quello che distruggeva il popolo, di metterlo sopra un'antenna, in modo da essere visto da ogni parte del campo. Così, per fede, ognuno che guardava ad esso, poteva essere guarito. (Continua)
"Ed egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa; egli che è il principio, il primogenito dai morti, onde in ogni cosa abbia il primato." (Colossesi 1:18)
IL PRIMOGENITO DAI MORTI
Gesù Cristo è stato il primo a risorgere dalla morte con un corpo spirituale e immortale: "Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono." (I Corinti 15:20). La resurrezione di Cristo ha fatto discutere e lo fa tuttora. Molti scrittori e teologi, scrivendo o discutendo, hanno immerso, così, nel caos tutte le generazioni: uomini d'ogni età e ceto sociale. Le Sacre Scritture affermano: "Se Cristo non è resuscitato, vana è la nostra fede!" (I Corinti 15:14). Il fatto che Gesù Cristo è il primogenito dai morti implica la resurrezione di tutti quelli per i quali Egli morì. Infatti, è scritto che "il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:23). Questo significa che Gesù Cristo è senza peccato, ha vinto perciò la morte aprendo per noi la via del dono di Dio: la vita eterna. Noi non siamo come quelli che non hanno speranza!
"Vi metterete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e ve le metterete sulla fronte in mezzo agli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai in viaggio, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte delle tue città". (Deuteronomio 11:18-21)
IL GIUSTO POSTO DELLA PAROLA
Attraverso questi versetti Dio invita il Suo popolo ad essere attento all'osservanza della Sua parola affinché possa godere di grandi benedizioni ed ereditare la terra promessa. Purtroppo, però, nel corso del tempo, il popolo, molte volte si è mostrato disubbidiente sostituendo la Parola di Dio con altro, seguendo ben volentieri le parole degli uomini. Ancora oggi Dio desidera che la Sua parola sia osservata, ubbidita, scritta nei cuori ed amata. Essa è la Parola vivente che in tutti i tempi ha rivoluzionato il cuore dell'uomo che si è rivolto ad essa, ha dato nuovo senso ai principii e ai valori umani, ha trasformato ambienti ed ha dato forza e speranza. Quanti anche oggi, sostituiscono la parola di Dio con altri libri. Quanti la trascura.no! Quanti ancora la predicano a modo proprio! Quanti la interpretano a propria perdizione! Tu quale valore hai dato alla Parola di Dio? Spero tu le abbia dato il giusto valore e il giusto posto nella tua vita. Essa è preziosa ed ha attraversato i secoli per giungere fino a te. Leggila, meditala e scoprirai Gesù!
"Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che pro.cede dal Padre, egli testimonierà di me". (Giovanni 15:26)
IL CONSOLATORE
Lo Spirito Santo viene chiamato, in più parti della Bibbia, il Consolatore. Egli ha il compito di sostituire Gesù. Come il Maestro, Egli parla ai cuori, guida sul giusto sentiero; porta conforto, consolazione, amore, ma bisogna imparare ad ascoltarlo. Egli non ci lascia mai da soli, siamo noi piuttosto, molte volte, che smettiamo di ricercarlo o ascoltarlo. Possiamo paragonare la sua presenza all'erogazione dell'energia elettrica. Essa è ormai presente in tutte le nostre case, ma ne godiamo l'effettiva utilità nel momento in cui premendo un pulsante accendiamo una luce o diamo vita ad un elettrodomestico. Quando ci sentiamo stanchi, giù di morale, dubbiosi, iniziamo a pensare che il Consolatore ci abbia abbandonato, ma non è così. E' come la corrente elettrica: quando stacchiamo la spina, non permettiamo all'energia di passare e rendiamo vana la sua presenza, ma essa c'è. A volte, "stacchiamo la spina" e ci sentiamo afflitti. Ristabiliamo la comunione con Lui, impariamo a dare ascolto alla voce del nostro caro amico, il Consolatore, e sicuramente godremo della sua presenza e della sua consolazione!
"Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi assai più di loro?" (Matteo 6:26)
FIDUCIA IN DIO
Troppo spesso domandiamo al Signore aiuto per i nostri bisogni materiali e non ci rendiamo conto che Lui stesso non ci fa mancare niente. Egli sa quali sono le nostre esigenze e le nostre necessità e, come provvede agli uccelli del cielo, così provvederà al nostro sostentamento. E' giusto chiedere al Signore. Gesù stesso, nel modello di preghiera che ci ha voluto lasciare, ci ha insegnato come rivolgerci al Padre Celeste per chiederGli aiuto. Però, ci ha fatto anche comprendere, che nel momento in cui siamo in maggiore comunione con Lui, non sono solo le richieste quelle che gli dobbiamo presentare, ma anche il ringraziamento per quello che ci ha dato e per quello che ci darà nel nome di Gesù. Questa è l'attitudine con la quale dobbiamo rivolgerci al nostro Dio. Aiutaci, o Dio, ad avere fiducia in te! Aiutaci, o Dio, a non dubitare mai del tuo intervento nella nostra vita. Aiutaci, o Dio, a credere con tutte le nostre forze che tu non ci abbandonerai mai, che sarai sempre vicino a noi in ogni momento della nostra vita.
"Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti." (Matteo 7:12)
FARE E NON PRETENDERE
Molto spesso puntiamo il dito contro gli altri accusandoli di non fare il loro dovere e ancor più spesso si sente dire "Non c'è, davvero, più amore!" Se ognuno di noi facesse del versetto di oggi la propria regola di vita, cambierebbero tante cose. Dato che non possiamo cambiare gli altri, iniziamo a cambiare noi stessi, impegniamoci per migliorarci. Quello che pretendiamo ricevere dagli altri, è esattamente quello che noi dovremmo fare agli altri. Quello che non vogliamo ricevere dagli altri è ciò che noi stes.si per primi dobbiamo evitare di fare. In poche parole, sappiamo benissimo ciò che è giusto e ciò che non lo è; è ben chiara dentro di noi la voce che ci guida, Dio l' ha posta in ciascuno di noi, ma ognuno decide o meno di ascoltarla. Non aspettiamo che siano gli altri ad iniziare, ma attiviamoci per primi. L'insegnamento di Gesù è chiaro, Egli per primo l' ha messo in atto senza aspettarlo dal prossimo. Impariamo da Lui e saremo nel giusto!
"...Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto quello che io voglio, e menato a buon fine ciò per cui l'ho mandata." (Isaia 55:11)
SEMINA DI FERRAGOSTO (II)
Erano le due di notte quando si finì di preparare il materiale: opuscoli inseriti in sacchetti di plastica trasparente che si gonfiavano e poi si legavano in modo da restare a galla; cartelloni di un metro per un metro e mezzo con su scritto versi biblici. Era la mattina del 15 agosto, e dopo una preghiera, si passò all'azione. Gli opuscoli furono gettati in mare e, muniti di un amplificato.re si percorsero molti chilometri di costa. Le spiagge erano affollate e l'ora era adatta. Le persone non entravano in acqua per prendere gli opuscoli, ma aspettavano che le onde li portassero a riva. Migliaia di persone avevano letto la parola di Dio e ascoltato cantici cristiani. Che fine abbiano fatto gli opuscoli non è dato saperlo. Sono stati letti? Conservati? Strappati? Qualcuno ha schernito? Qualcuno ha pianto? Qualcuno è stato toccato? Una cosa è certa: la parola di Dio non torna a vuoto! Noi, però, siamo chiamati a fare il nostro dovere. Rendiamoci disponibili e preghiamo il Signore affinché si usi di noi perché "la messe è grande, ma pochi sono gli operai" (Matteo 9:37).
"Beati voi che seminate in riva alle acque." (Isaia 32:20)
SEMINA DI FERRAGOSTO (I)
Nel cuore di molti credenti, vi è il desiderio ardente di annunciare la Parola di Dio a chiunque si incontri, ma spesso, questo desiderio rimane tale perché le persone non sono disponibili ad ascoltare e altre volte a noi manca la franchezza per farlo. Qualcosa del genere accadde al protagonista della nostra storia. Era sceso in spiaggia insieme alla sua famiglia e più la spiaggia si affollava, più cresceva il desiderio di portare a qualcuno il messaggio della salvezza. I visi che il suo sguardo incrociava erano distratti, stanchi, annoiati, ed allora la malinconia avvolse il suo cuore. Bisognava fare qualcosa, sentiva il desiderio di agire in qualche maniera. Poco dopo una brillante idea prese il posto della malinconia: effettuare una grande evangelizzazione in mare. L'idea sembrò un po? folle e bizzarra: una barca, dei cartelloni, dei sacchetti di plastica, degli opuscoli, sembravano parole e null'altro. Si passò, però pre.sto, dalle parole ai fatti. Coinvolgendo un po' di persone dopo alcuni giorni si riuscì a trovare la disponibilità per una barca e immediatamente iniziarono i preparativi per il vero programma. (Continua)
Altro...
"...Vegliate, dunque, ... perché nell'ora che non pensa.te il Figlio dell'uomo verrà." (Matteo 24: 42,44)
L'ALZATA DI MANO
Michele tornò da scuola un po' sconsolato. Il padre gli chiese il motivo ed egli rispose che il professore aveva interrogato diversi suoi compagni, ma lui, che era preparato ed aveva pure alzato la mano per farlo comprendere al professore, non era stato chiamato. Il padre lo rassicurò dicendogli che il suo insegnante si era reso conto della sua preparazione e perciò aveva preferito testare altri suoi compagni; gli raccomandò anche di essere sempre preparato per eventuali future interrogazioni. Anche noi credenti dobbiamo essere buoni alunni e tenerci sempre pronti. Non basta imparare a memoria i compiti che il maestro, Cristo Gesù, ci assegna, leggere la Bibbia ogni tanto e poi appisolarci. Nel giorno e nell'ora in cui Gesù ritornerà, ci troverà preparati? Voglia il Signore farci vivere il presente in Lui, in modo da saper affrontare qualsivoglia circostanza. Allora la luce di Cristo penetrerà i nostri cuori e sentiremo la Sua Santa mano stesa verso noi con misericordia.
"Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo." (Efesini 4:32)
PERDONO
Perdono è una parola semplice che comporta tantissime implicazioni. Perdonare può sembrare facile, ma non lo è; se lo fosse stato, Gesù, durante il Suo ministerio sulla terra, non avrebbe insistito tanto sull'argomento. Sappiamo, invece, che durante tutta la Sua vita terrena, Egli non ha fatto altro che insegnarci, con il Suo esempio, l'attuazione di questo sentimento. Perdonare significa non ricordarsi più di qualcosa che ci è stata fatta, cancellare completamente dalla mente un torto ricevuto, come se non fosse mai accaduto. Perdonare significa andare verso chi ci ha offeso e riconciliarsi con lui. Perdonare è regalare il proprio amore a qualcu.no, anche contro la logica degli uomini, sapendo che l'amore di Dio è superiore a qualsiasi ragionamento umano. Dio ci ha perdonato dagli errori commessi nei Suoi confronti. Dobbiamo perdonare chi ha sbagliato, chi ci ha offesi, chi ci ha fatto un torto. Dobbiamo far scomparire il rancore dal cuore: dobbiamo perdonare senza riserve! L'amore che dovremmo avere gli uni per gli altri ci dovrebbe portare a comprendere che non sempre la nostra giustizia coincide con la vera Giustizia.
"Quando le fondamenta sono rovinate, cosa può fare il giusto?" (Salmi 11:3)
OBIETTIVI SANI
Molte persone sono radicate nelle proprie tradizioni di famiglia, non per convinzione, ma per convenzione. Quante volte abbiamo sentito dire: "Così sono nato e così morirò!" In realtà non ci si chiede nemmeno se ciò sia realmente giusto e non si sa neanche esattamente perché si crede in quel modo, quale sia la sua origine. Avere una casa con delle fondamenta sbagliate è un gran problema! Il rischio che si corre abitando in quella casa è enorme. E non voler agire per porre rimedio alla situazione è ancor più grave! Bisogna verificare le fondamenta della nostra fede. Sono esatte? Sappiamo bene su cosa poggiano? L'unica cosa da fare è rivolger.si a Dio e alla Sua Parola. Il Signore non vuole che tu accetti una fede che ti è stata insegnata senza conoscere personalmente Lui; è come se qualcuno volesse farti mangiare soltanto odorando il profumo del cibo, ma non toccandolo. Ben presto morirai di fame. Non basta sapere di Dio, bisogna che tu lo conosca, che provi le tue credenze alla luce della Scrittura, solo così otterrai vita eterna e potrai nutrirti del sano cibo che fa crescere nella fede!
"Non li temete, poiché l'Eterno, il vostro Dio, è quegli che combatte per voi." (Deuteronomio 3:22)
NON LI TEMETE
Il versetto di oggi ci ricorda le parole di incoraggiamento che Mosè rivolse a Giosuè e a tutto il popolo in merito ai nemici che essi dovevano affrontare. E' naturale che fossero assaliti da dubbi e timori, Mosè stava per lasciarli ed essi stavano per impossessarsi di un territorio non loro, ma che era stato loro promesso da Dio, la cosiddetta Terra Promessa. Si chiedevano cosa sarebbe successo dopo. Lo stesso Giosuè si chiedeva se fosse stato all'altezza della situazione, diventare il nuovo condottiero del popolo d'Israele era impresa ardua. Egli si sentiva inadeguato ed insufficiente di fronte al difficile compito che lo attendeva. Mosè, con le sue parole, li incoraggia e li richiama alla realtà, non alla realtà umana, ma a quella divina; non alla misera e poca forza dell'uomo, ma alla gloria divina. Potremmo anche noi risparmiare tante frustrazioni, ansie, paure, inibizioni, turbamenti alla nostra vita spirituale se solo imparassimo questa semplice, ma rivoluzionaria lezione: "Non li temete poiché l'Eterno ... combatte per voi!" Che potremmo desiderare di più e quale sicurezza potremmo maggiormente ambire se non la protezione dell'Eterno?