"Dopo che fu battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: "Se avete giudicato ch'io sia fedele alSignore, entrate in casa mia, e alloggiatevi". E ci costrinse ad accettare." (Atti 16:15)
PREGA E LAVORA (I)
Questo motto antico racchiude un insegnamento molto importante che ogni credente dovrebbe ritenere. Sono due azioni che devono far parte della nostra vita e non devono mai essere dissociate, per.ché l'una ha bisogno dell'altra e viceversa. Alla preghiera deve seguire il lavoro e il lavoro non deve mai cominciare se non lo si sottopone prima all'attenzione di Dio in preghiera. Tante volte siamo disposti a servirci di una sola di queste azioni: preghiamo per la salvezza delle persone, ma non afferriamo le occasioni che il Signore ci mette davanti per parlare di Gesù e testimoniarLo con la vita pratica. Ci occupiamo di mettere in pratica l'amore di Dio, la Sua pace, la Sua Parola, tutto ciò che Dio ci dà da fare, senza preoccuparci di chiedere che Dio sia pre.sente e benedica il servizio. In Atti 16 da 11 a 15 si parla di una donna che ha messo in pratica questo motto sin dal primo momento in cui ha conosciuto Dio, questa donna è Lidia. Originaria della città di Tiatiri, Lidia era una commerciante in Filippi; di lei la Bibbia dice che temeva Dio e al sabato si recava presso il fiume per pregarLo, insieme alle altre donne. (Continua)
"Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano". (Luca 24:15,16)
UN CUORE INSENSIBILE
In questo racconto si parla di due discepoli che hanno visto il loro Maestro Gesù, morto sulla croce e sono terribilmente afflitti, per.ché non hanno più speranza. Non avevano ancora capito che Gesù sarebbe risuscitato! E quando il Gesù resuscitato si avvicina e comincia a camminare con loro, non lo riconoscono, perché non credono che Gesù potesse essere ancora vivo! Manca in loro la fede nelle promesse che Gesù aveva fatto: "Dopo tre giorni risorgerò!" Anche noi a volte siamo come quei discepoli: Gesù è vicino a noi, cammina con noi e non Lo riconosciamo. Lo trattiamo come un estraneo. A volte apriamo la Bibbia, leggiamo, ma il nostro cuore è insensibile, la nostra fede è così piccola. Noi conosciamo la Sua voce, abbiamo sentito la Sua presenza, perché ci ha salvati, eppure anche se molto vicino diciamo: "O se sapessi dove trovarlo!". Dovremmo riconoscere Gesù perché abbiamo la Sua Parola che ci parla e Lo rivela al cuore , eppure non Lo scorgiamo. Se in questo momento il tuo cuore non riesce a sentirLo, sappi che è l'incredulità l'impedimento, come per i discepoli. Accostati al Signore con semplicità e umiltà credendo, ed Egli opererà!
"Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge,essendo divenuto maledizione per noi." (Galati 3:13)
UN PADRE CHE HA PIETÀ
Cristo ci ha riscattato dalla maledizione cui eravamo destinati, "essendo divenuto maledizione per noi" (Gal.3:13) liberandoci dalla morte eterna. Dio, Nostro Padre, ha avuto pietà di noi e ci ha fatto dono della vita eterna avendo pagato per noi, sacrificando Cristo Gesù sulla croce. Il vero amore è molto raro, quello di Dio è unico : il sacrificio di se stesso per adottarci come figli. La pietà ha due significati basilari: angoscia e amore filiale, che si esprime con un sentimento di compassione suscitato dai dolori o dalle infelicità altrui. Dio è stato pronto a sacrificare il Suo Figlio, per portarci dalla morte alla vita donandoci gioia e pace. Tutto questo avviene quando realizziamo la nostra maledizione, ma poi accettiamo Gesù come nostro personale Salvatore. Non rifiutare di ascoltare e seguire Gesù, il Signore. Coloro che rispondono alla Sua chiamata, che vengono a rifugiarsi sotto la Sua protezione e che Lo seguono, vedranno compiere le promesse di Dio con una vita esuberante piena di gioia e di soddisfazioni.
"Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze;poiché distruggiamo i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio e facciamo prigione ogni pensiero traendone all'ubbidienza di Cristo." (2 Corinzi 10: 4,5)
UNA GUERRA INVISIBILE DAGLI EFFETTI DEVASTANTI (II)
La prima battaglia che il credente deve affrontare è nella propria mente, è lì che si elaborano cattivi pensieri e ragionamenti disonorevoli. Il credente deve riconoscerli prima che prendano il sopravvento e lo facciano agire di conseguenza. Bisogna catturarli e renderli prigionieri. Quando non sono buoni né onorevoli, non sono giusti né veri, non sono puri né amabili, non c'è buona fama in quei pensieri, né virtù e, soprattutto, non c'è lode (Fil. 4:8), bisogna riconoscerli e verificarli e discernerli alla luce della parola di Dio e dello Spirito Santo. Ogni tuo e mio pensiero deve essere di obbedienza a Dio, solo allora avremo la forza e la vittoria contro i nemici spirituali. Queste sono le condizioni per vincere la guerra spirituale.
"Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze;poiché distruggiamo i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio e facciamo prigione ogni pensiero traendone all'ubbidienza di Cristo." (2 Corinzi 10: 4,5)
UNA GUERRA INVISIBILE DAGLI EFFETTI DEVASTANTI (I)
Il credente, fin dall'inizio della sua vita cristiana, deve affrontare diverse battaglie, non fisiche ma spirituali. La sua è una vera e propria guerra e i suoi nemici sono "le forze della malvagità", che cercano d'insinuarsi nella sua vita tentandolo e confondendolo, per portarlo a commettere peccati contro Dio, se stesso e il prossimo. Il cristiano è un soldato sempre in guerra, ma comunque ben equipaggiato! Efesini 6 da 10 a 18, descrive la sua armatura, e Dio invita ad indossarla per prendere la forza della Sua potenza, poter combattere e vincere. L'elmo della salvezza (1 Timoteo 6:12), la corazza della giustizia (Romani 10:4; e 6:13,14), la cintura della verità (Salmo 51:6 e 15:1,2), i calzari della prontezza (Isaia 52:7), lo scudo della fede (I Giovanni 5:4) e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio ( Ebrei 4:12). Sono armi potenti e distruggono le " fortezze" costruite dal nostro nemico. (Continua)
"L'uomo nato di donna, vive pochi giorni, e sazio d'affanni." (Giobbe 14:1) "Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà". (Giovanni 11:25)
MORTE E SOFFERENZA
Ogni giorno, al telegiornale o da qualcun altro, sappiamo di perso.ne che muoiono. Bambini, giovani e vecchi di ogni età muoiono a causa di malattie, disgrazie, malvagità e tanti cari rimangono a soffrire. La morte di un figlio è un dolore inconsolabile e forse se è a causa di qualcuno lo è ancora di più. Certamente anche tu che stai leggendo hai perso una persona cara, forse il tempo non ha ancora cancellato il tuo dolore, ma la cosa sicura è che fino a quando saremo sulla terra la morte porterà via da noi coloro che amiamo. Tutti dobbiamo morire! Pensare a questo mette angoscia, la morte è la condanna di tutti gli uomini. E così fra tanti affanni e dolori, tante persone perdono la speranza. Ma Dio, nel Suo grande amore per gli uomini, ha fatto morire Suo Figlio di una morte atroce, affinché chiunque crede ottiene la VITA ETERNA e una vita terrena vissuta nella pace, nella speranza e pure nella sofferenza, ma avendo Dio sempre accanto.
"Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento". (Proverbi 3:5)
CONFIDARE NEL SIGNORE
Troppo spesso ci appoggiamo su quelle che sono le nostre esperienze di vita. Guardiamo tutto dal nostro punto di vista e ogni cosa assume un aspetto e un interesse differente perché la nostra ottica non è l'ottica di Dio. E questo non riguarda soltanto le cose religiose, ma anche i nostri atteggiamenti di ogni giorno. Dovremmo imparare a non fare affidamento esclusivamente sulla nostra intelligenza e sulla nostra esperienza, ma dovremmo imparare a prendere in considerazione anche il giudizio e l'esperienza degli altri. Attenzione, ciò non vuol dire subire passivamente tutto quello che ci viene proposto, ma verificare le opinioni degli altri alla luce di un attento esame di coscienza, senza ipocrisie o false auto-giustificazioni. Il mettersi in discussione è sempre un aspetto positivo dell'agire umano perché evidenzia limiti e potenzialità di ogni uomo mettendo al bando gli atteggiamenti negativi. Ma non basta fermarsi qui! C'è qualcuno al di sopra di me e di te, che nelle nostre dispute fa da giusto Giudice e ci consiglia per il meglio. Apriamo completamente il nostro cuore alla Sua presenza, svuotandolo completamente da ipocrisie, ansie e reticenze. Affidiamo a Dio la nostra vita ed Egli ci darà il consiglio giusto in ogni occasione.
"Sia benedetto in eterno il suo nome glorioso e tutta la terra sia piena della tua gloria! Amen! Amen!" (Salmo 72:19)
IL SIGNORE GESÙ
Questo splendido salmo del re Salomone è un inno al nostro Signore e Creatore. Gesù ha saputo prendere l'ultimo posto sulla terra, ha accettato tutte le umiliazioni e i supplizi che l'uomo ha voluto infliggergli nella sua malvagità. Ha saputo bere fino in fondo la coppa amara del mio e del tuo peccato. Non si è tirato indietro di fronte al supremo sacrificio della croce. Un giorno, però, tutti dovranno piegare le ginocchia davanti alla sua maestà. Tutti dovranno riconoscere la sua divinità. La Sua giustizia, la Sua pace e la Sua gloria riempiranno la terra e allora guai per coloro che l'avranno rinnegato! Tutti quelli che oggi accettano la Sua signoria, che accettano di vivere secondo i Suoi principi, i Suoi comandamenti, i Suoi insegnamenti, che l'accettano come Salvatore e Signore, regneranno con Lui! Se appartieni al numero di quanti accettano di abbassarsi per amore del Suo Nome, sarai anche tu tra coloro che un giorno vivranno in eterno con Gesù e godranno di tutta la Sua Gloria!
"Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo." (Filippesi 4:11)
GIUSTI ATTEGGIAMENTI
La gratitudine e la riconoscenza rallegra te, rallegra Dio e rallegra quanti ti stanno vicino. L'ingratitudine e l?irriconoscenza, rattrista te, rattrista Dio e rattrista anche coloro che ti stanno vicino. Spesso ci lamentiamo di come vanno le cose intorno a noi. Espressioni come: "Non ce la faccio più!" oppure "Non c'è amore", "Non c'è rispetto", "Ognuno pensa solo a se stesso", sono ricorrenti sulle nostre labbra. Siamo sempre più spesso scontenti di noi e degli altri e sembra che Dio ci abbia lasciato nel caos più totale. In realtà, siamo noi a non avere un giusto atteggiamento nei Suoi confronti e verso gli altri. Ti sarà sicuramente capitato di offrire una caramella ad un bambino, la sua reazione sarà stata sicuramente di gioia: questo ha rallegrato te e anche Dio. Ti è capitato, invece di regalare qualcosa di più prezioso di una caramella ad un adulto e aver notato non proprio soddisfazione e gratitudine? Forse si aspettava qualcos'altro! Quest'atteggiamento sicuramente non ti ha rallegrato. Pensa a Dio e ai nostri comporta.menti! Impegniamoci ad adottare giusti atteggiamenti ed Egli si rallegrerà di noi!
"... Affinché di un solo animo e d'una stessa bocca glorifichiate Iddio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo." (Romani 15:6)
DI UN SOLO ANIMO
Gesù si è sempre prodigato affinché l'amore e l'unione fraterna fossero presenti in ogni luogo. Anche dopo la Sua resurrezione invita gli apostoli ad impegnarsi per l'amore e la comunione fraterna. E ancora oggi Gesù ci invita a fare lo stesso. Egli ci vuole uniti, di un solo animo, come se tutti noi formassimo un unico corpo, ed in realtà è così. Cristo dice che la Sua chiesa è paragonabile al corpo; le varie membra rappresentano i credenti ed ognuno è chiamato a fare qualcosa. Il capo del corpo, cioè della chiesa è Lui stesso. Il sentimento che dovrebbe manifestarsi tra i credenti deve essere quello di non nutrire nessun spirito di parte, ma adoperarsi insieme per portare il messaggio della salvezza alle genti. Non dovrebbero esistere contese o divisioni, ma solo amore e unione. La nostra bocca dovrebbe essere unita per glorificare il Signore. Quando preghiamo facciamolo consapevoli di appartenere ad un unico corpo e quindi ricordiamoci delle afflizioni e dei problemi delle altre membra. La forza della chiesa è anche nella sua unità, un unico senti.mento di preghiera produce molti frutti e benedice molti cuori. Impegniamoci in questo e glorifichiamo il nostro Dio!
Altro...
"Quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente»". (Genesi 17:1)
DIO È TUTTO PER NOI
Abramo era totalmente incapace di cambiare la sua vita. Tutte le circostanze erano contro di lui; era al limite delle forze; ma, arriva.to a questo punto, ebbe un incontro con Dio che gli si rivelò come l'Onnipotente, letteralmente Colui che basta per ogni cosa. Che rivelazione! Che grande possibilità! Per molti di noi, Dio non è ancora realmente l'Onnipotente. Quanti cristiani sospirano, desiderano ardentemente che il Signore stesso sia tutto per loro, abbia tutto il posto e conquisti il loro cuore! Quante vite sincere e leali, ma malaticce ed impotenti desiderano qualcosa di più! Tuttavia non è di qualcosa che abbiamo bisogno, ma di Qualcuno: Dio! Confessiamogli i nostri bisogni, il nostro stato, apriamogli il nostro cuore intero. Camminiamo con Lui, mal.grado tutto e tutti! Egli ci chiama a questo. La vita ed il cammino con Lui sono possibili; quando abbiamo finito di occuparci del nostro IO, delle nostre opere, dei nostri interessi, non c'è che una via: mettiamo una D davanti al nostro IO e Dio si occuperà personalmente di noi, provvedendo ai nostri bisogni spirituali e materiali!
"Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore." (Ebrei 4:12)
COME LEGGERE LA BIBBIA
E' fuor di dubbio l'importanza di leggere la Parola di Dio. Essa può essere paragonata all'ultima lettera lasciataci da una persona molto cara. Sicuramente la custodiremo gelosamente e avremo voglia di leggerla più volte. La Bibbia è la lettera che il nostro caro Creatore ci ha lasciato. Non abbiamo noi il desiderio di leggerla? Assodato questo, vorrei dirti che quando ti accingi a leggere la Bibbia, soprattutto la prima volta, lo devi fare libero da pregiudizi o avendo in mente idee ricevute da altri o imparate da piccoli. Il Signore ha dotato ciascuno di noi di un'intelligenza, perciò usala per capire quanto Dio vuole personalmente insegnarti. E' anche importante che chiedi al Signore, dal profondo del cuore, che per mezzo del Suo Spirito ti apra la mente per capire ciò che Egli vuole dirti. E' consigliabile iniziare a leggere dai Vangeli per poi capire meglio l'Antico Testamento. Leggi con calma, senza fretta, scolpendo nel cuore o anche sottolineando i passi che ti colpiscono, che parlano al tuo cuore. A poco a poco sentirai una grande pace scendere dentro di te. Ti accorgerai che quelle parole ti daranno certezza e sicurezza. Inoltre cerca di essere costante, dedicando anche poco tempo al giorno, ma leggila. Ti sarà di grande benedizione.
"...Poiché voi tutti siete figliuoli di luce e figliuoli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre..." (1 Tessalonicesi 5:5)
FIGLI DELLA LUCE
Il contrasto fra due situazioni opposte è rappresentato dal contra.sto tra il giorno e la notte. Spesso quando si vuole evidenziare la differenza esistente tra due cose, due persone, due fatti si usa dire: "Sono diversi come il giorno e la notte!". Il Signore anche, usa questa similitudine e associa la luce ai suoi figli. La luce porta calore, allegria, chiarezza. Le tenebre, al contrario, danno l'idea di freddezza, oscurità, tristezza. Una stanza totalmente illuminata trasmette emozioni opposte a quelle trasmesse da una stanza buia. Il buio viene anche spesso associato al malaffare. I comportamenti che devono restare nascosti agli occhi dei più vengono commessi di notte, con la complicità dell'oscurità. Ma le cose lecite, pulite, onorevoli vengono compiute di giorno. Allo stesso modo, Dio, vuole che si com.portino i suoi figli. Essi devono essere portatori di calore, di amore, di speranza, di conforto, di verità. Devono illuminare i passi di quanti li circondano, indicare loro il giusto sentiero che conduce alla vita eterna. Non si accende la luce per poi camminare bendati. La luce che Dio vuole che noi siamo deve risplendere per illuminare. Che uso fai della tua luce? Il Signore ci aiuti ad essere vera luce!
"Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo così a Dio un culto accettevole, con riverenza e timore!" (Ebrei 12:28)
RICONOSCENZA, RIVERENZA E TIMORE (III)
Siamo così arrivati a parlare del timore. Spesso il termine timore viene confuso con paura, ma tra i due esistono delle differenze. La paura rappresenta uno spavento per un peri.colo presente o futuro. Il timore rappresenta una soggezione, un accostarsi a qualcosa o a qualcuno timidamente. Il timore che dobbiamo provare nei confronti del nostro Signore non deve essere costituito da spavento o da terrore. Dovremmo, invece, avere sempre presente il castigo merita.to dal nostro peccato, e l'aborrimento di Dio del peccato stesso, e quindi vivere in un continuo e devoto timore. Questo timore non deve essere, però, quello di uno schiavo nei confronti del proprio padrone, ma piuttosto quello di un figlio verso il padre. Il nostro Padre Celeste è amorevole e pieno di compassioni. Ci dona tutto in abbondanza e ci soccorre quando siamo in difficoltà. In qualità di figli, dobbiamo mostrargli gratitudine, riverenza e timore. Egli, oltre a chiamarci Suoi figli, ci ha chiamati Suoi amici per farci comprendere maggiormente la benevolenza adottata nei nostri riguardi. Non ti sembra sufficiente per appropriarti delle tre attitudini che ti rendono gradito ai Suoi occhi?