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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Nel principio Iddio creò i cieli e la terra." (Genesi 1:1)

L'ORIGINE DEL COSMO

La rivelazione di Dio è trattata nella Bibbia già dal primo versetto: "Nel principio Iddio creò i cieli e la terra?. L'Autore della Scrittura, lo Spirito Santo, ispira lo scrittore sacro a gettare immediatamente le basi essenziali della teologia. Difatti, chiunque si accinge a leggere il Libro Sacro scoprirà senza alcun velo d'ombra che Dio è il creatore del cosmo. Tutte le cose visibili e quelle invisibili parlano di Dio: "I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani? (Salmo 19:1). La verità dichiarata nel primo versetto della Bibbia è triplice. Primo, Dio è l'Eterno, non creato, ma creatore di ogni cosa: "Avanti che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, ab eterno in eterno, tu sei Dio? (Salmo 90:2). Secondo, Dio è l'Onnipotente, cioè, Egli può ogni cosa, può creare dal nulla. Terzo, Dio è il Creatore, i cieli e la terra sono opera di Dio, dell'Unico Dio che ha dato origine all'immenso Universo. Caro lettore, questo versetto è la risposta efficace che calma quell'assilante domanda, che ogni uomo, del passato prima e del presente dopo, si è posto: "Chi ha fatto i cieli e la terra??. Dio è l'Autore dei cieli e della terra. Quando guarderai il cielo azzurro o stellato potrai considerare che tutto è opera di Dio.

 

"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". (Marco 13:31)

TUTTO PASSA, TUTTO CAMBIA (II)

Osservando le foto del passato ci si accorge di come tutto passa e di quanto l'uomo cambi: la sua pelle, i suoi capelli, i suoi ricordi. Qual è la posizione davanti a Dio di ciascuno di noi? Abbiamo capito ed accettato che "Ogni carne è come l'erba e tutta la sua grazia come il fiore del campo. L'erba si secca, il fiore appassisce quando il soffio dell'Eterno vi passa sopra...ma la parola di Dio sussiste in Eterno" (Isaia 40:6-8). Anche quest'anno è finito e domani inizieremo ad usare un nuovo calendario, ma cosa cambierà nella tua vita? Non fare propositi che difficilmente porterai a termine, ma proponiti l'unica cosa non gravosa che porta, però, tanta pace e gioia, ingredienti indispensabili che non possono mancare per trascorrere un buon 2017: accetta Gesù nella tua vita e concedi a Lui l'onore di guidarti per i prossimi 365 giorni. Se lo hai già fatto conservati fedele alla Sua Parola e sii un buon testimone della Sua opera di salvezza. Iddio ci benedica!

 

"Per tutto vi è il suo tempo, v'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo...". (Ecclesiaste 3:1)

TUTTO PASSA, TUTTO CAMBIA (I)

Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. Per ogni periodo della vita c'è uno scopo. ".... Un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per svellere ciò che è piantato? (Ecclesiaste 3:2). Nascendo stringiamo i pugni cercando di afferrare e si muore aprendo le mani, lasciando ogni cosa. "Uscito ignudo dal seno di sua madre, quel possessore se ne va com'era venuto; e di tutta la sua fatica non si può prendere nulla da portare con sé in mano" (Ecclesiaste 5:15). Si è bambini, si cresce, ci si innamora, ci si fidanza, ci si sposa, si diventa genitori, poi nonni, si invecchia e ci si rende conto che tutto passa. La vita è fatta di tanti attimi preziosi che scorrono via e non tornano più e di essi non restano che ricordi. Le foto ci ricordano i momenti andati della nostra esistenza. Segnano il tempo di eventi passati. Che cosa rimane dunque all'uomo, sia ricco o povero, celebre o anonimo, forte o debole, se non il dono della speranza della vita eterna? (Continua)

 

"...che nessuno sia fornicatore o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Poiché...anche quando più tardi volle eredare la benedizione fu respinto...sebbene la richiedesse con lacrime." (Ebrei 12:16,17)

LA PRIMOGENITURA (II)

Esaù aveva talmente sottovalutato il suo diritto di primogenitura, che aveva considerato quasi una farsa la sua vendita. Così quando si presentò ad Isacco, questi dovette ammettere con dispiacere di aver già dato la benedizione al fratello Giacobbe, pensando fosse proprio Esaù, ed ora non c'era più spazio per una seconda benedizione. Sappiamo che Esaù si disperò molto per questo, pianse e supplicò il padre di concedere anche a lui parte di questo privilegio, ma ormai non era possibile. Nella Bibbia Esaù è simbolo del disprezzo della grazia divina. Per molti essa è qualcosa di secondario, il diritto di essere chiamati figli di Dio non viene considerato un privilegio, anzi lo si scambia facilmente per qualcosa che può momentaneamente darci soddisfazione. Come Esaù, che privilegiò un piatto di lenticchie ad un prezioso diritto, così sono coloro che rimandano, per godere dei piaceri del mondo, la preziosa decisione di piegarsi alla volontà di Dio e accettare Gesù come unico e personale Salvatore. Quando ti accorgerai di aver sbaglia.to potrebbe essere già tardi, e nemmeno le lacrime, segno esteriore di pentimento, potranno ristabilire la tua originaria posizione.

 

"Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura." (Genesi 25:34)

LA PRIMOGENITURA (I)

Esaù e Giacobbe due gemelli diversi nell'aspetto e nel carattere. Esaù era il maggiore e come tale ad egli spettava il diritto della primogenitura. Questo, infatti, era un privilegio considerato di proprietà esclusiva del primogenito di una famiglia. Egli ereditava, di solito, la posizione, la situazione e le prerogative del padre, diventava capo della famiglia e della tribù. Ereditava anche una doppia porzione dei beni paterni. Tale diritto poteva, però, perdersi per cattiva condotta o poteva essere ceduto. Ed Esaù lo cedette a Giacobbe. Preso dalla fame, da un istinto naturale di nutrimento disprezzò in un attimo questo particolare e vantaggioso diritto. Isacco, padre dei ragazzi, trasmi.se questo diritto attraverso una benedizione, ossia l'invocazione del favore divino. Nel giorno stabilito Giacobbe seppe approfittare del momento. Egli dava grande rilievo a tale diritto. Quando si presentò dal padre per ricevere la benedizione, dovette, però, camuffarsi da Esaù, perché Isacco, ormai vecchio e non vedente era all'oscuro di tutto. Ricevette quanto desiderava. Fu benedetto in tutto il suo agire e in ogni cosa posseduta. Poco dopo anche Esaù si presentò dal padre per ricevere la stessa benedizione. (Continua)

 

"Or la speranza non rende confusi, perché l'amor diDio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato." (Romani 5:5)

L'AFFLIZIONE (II)

L'esperienza maturata nell'afflizione cambia molte vite. Ci si rende conto della nostra fragilità e delle nostre priorità, ci rende meno egoisti e più sensibili. Evoca domande che non ci saremmo mai posti e affretta risposte che avremmo ritardato. Un'esperienza del nostro cuore. L'esperienza produce speranza. Una speranza speciale, quella della vita eterna. Quando durante l'afflizione il tuo essere si avvicina al Signore scopre la meraviglia delle promesse divine e fra tutte quelle della salvezza eterna. I timori su quello che avverrà dopo la nostra dipartita si tramutano in speranza, speranza di ereditare il regno di Dio. La speranza, però, non deve essere fine a se stessa, ma concreta. Non deve rendere confusi o dubbio.si come la parola tenderebbe a far pensare, ma deve rassicurare il nostro cuore che l'amore di Dio vive in noi. Nulla potrebbe intacca.re ciò e a confermarlo è stato chiamato lo Spirito Santo. Non lo vediamo, ma Egli ci parla al cuore, ci apre gli occhi su una diversa realtà, ci fa incontrare persone atte a fortificarci e guidarci. Non aspettiamo oltre, ma accettiamo tutto questo attraverso la fede in Gesù. Egli ha dato la sua vita per te!

 

"... Ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza." (Romani 5:3,4)

L'AFFLIZIONE (I)

Gloriarsi nelle afflizioni è alquanto difficile. L'afflizione mette a dura prova sia l'afflitto che quanti gli stanno intorno. Tuttavia essa può risultare molto benefica. Tantissima gente si è avvicinata al Signore attraverso un'afflizione e tantissimi altri hanno scoperto il meraviglioso amore di Gesù nella prova. L?afflizione rende deboli, vulnerabili, bisognosi di aiuto e quando nessun altro può fare qualcosa per te, ti ricordi di quel Gesù di cui ti hanno parlato, in grado di capirti, di consolarti e di aiutarti. Il Signore è sempre pronto ad andare incontro a quanti lo invocano. Egli è lì che aspetta un tuo cenno, aspetta che il tuo cuore si apra a Lui. C'è scritto che per ogni uomo che si con.verte, in cielo si fa gran festa. Gesù è morto anche per te, perché vuole che tu non perisca, ma abbia vita eterna. Come leggiamo nel versetto di oggi l'afflizione per prima cosa produce pazienza: si impara ad aspettare. La pazienza è una gran bella virtù, ma posseduta da pochi. Il nostro cuore si stanca presto di aspettare qualsiasi cosa, ma nell'afflizione non c'è altro rimedio e allora la pazienza si produce naturalmente. Dalla pazienza nasce l'esperienza. (Continua).

 

"Mentre erano là, si compì per lei il tempo per il parto;ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo." (Luca 2:6-7)

NON C'ERA POSTO PER GESÙ

Ci vuole poco per far dormire un bambino! Basta un piccolo angolo caldo; gli uomini hanno negato a Gesù anche questo: non c'era posto per Lui. Lui che è il Creatore dell'universo, entrando nei limiti dello spazio e del tempo, si è fatto "solo di poco inferiore a Dio", accettando di prendere la forma umana, pur restando Dio. Eppure ha dovuto dormire in una mangiatoia e per morire gli hanno dato una croce! Questo è stato il terribile supplizio inflitto all'unico uomo giusto su tutta la terra! Hai compreso per chi Gesù ha dovuto morire? Per me e per te! Carissimo/a, Dio non ti chiede altro che un posto nel tuo cuore: riconoscere che sei perduto, accettare Gesù come Salvatore, affidarGli la guida della tua vita. Fallo oggi, se non l'hai ancora fatto! Non farlo solo per oggi, però! Non ricordarti di Lui solo in questo dì! Gli altri giorni non respingerLo dicendo: "Non c'è posto!" per poi ripensare a Lui il prossimo anno di questi tempi!

 

"E l'Eterno Dio comandò l'uomo dicendo: «Mangia pure di ogni albero del giardino»." (Genesi 2:16)

GIUSTE SCELTE

Un genitore, per quanto si impegni nel tracciare una sana strada lungo il cammino dei propri figli, non può in nessun modo influire sulle scelte che questi in futuro adotteranno. Saranno loro a decidere cosa fare della propria vita. Lo stesso fa il Signore con noi. Egli ci ha tracciato un sentiero sicuro da percorrere, ma non ci obbliga a sceglierlo. Ci sono molte strade che deviano da quel sentiero ma ognuno liberamente sceglie quale percorrere. I nostri primi antenati, Adamo ed Eva, vivevano circondati da tanti alberi buoni, ed era stato loro vietato di mangiare i frutti di uno sol.tanto d'essi. Essi però, non rispettarono questo divieto e subirono le conseguenze della loro scelta che ognuno di noi conosce, per.ché esse si sono riversate su di noi, loro discendenza. La scelta di Adamo ed Eva fu una libera e sgradevole scelta, le cui conseguenze compresero solo troppo tardi. Per te, per me, non è troppo tardi, possiamo ancora godere di tutti i benefici celesti. Vai a Gesù oggi stesso; con una sincera preghiera aprigli il tuo cuore ed Egli ti darà la salvezza, la speranza della vita eterna e le risposte che stai cercando!

 

"Beati quelli che hanno in te la loro forza, che hanno il cuore alle vie del santuario! Quando attraversano la valle arida e deserta essi la trasformano in luogo di fonti; e la pioggia d'autunno la copre di benedizioni.Essi vanno di forza in forza e infine compariscono davanti a Dio in Sion." (Salmo 84:5-7)

DOVE RISIEDE LA TUA FORZA ? (II)

Dio fa centuplicare la nostra forza e la usa per il bene. Solo un cuore che si dà completamente a Lui e si impegna a seguire le Sue Vie, diventa un cuore ricco di benedizioni, dove benedizioni non c'erano, e porta acqua viva dove c'era solo aridità. Tante volte abbiamo un concetto così alto di noi stessi che pensiamo di poter fare del bene con le nostre forze e con il nostro amore, non ci accorgiamo, invece, che tutto questo è vanagloria ed egoismo. La nostra forza può diventare vera forza e il nostro amore vero amore, se lasciamo che sia Dio ad usarli. Solo allora vedremo valli deserte trasformarsi in distese verdeggianti e fruttifere? Solo allora le difficoltà diverranno piccole e sormontabili, di fronte alla meravigliosa potenza del nostro Dio e Signore. Lascia che sia Dio la tua forza e guidi il tuo cuore lungo il sentiero che conduce alla vita eterna!

 

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