Iscriviti alla Newsletter

riceverai sulla tua email
la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla." (Giovanni 15:5)

LA VITE E I TRALCI

In questi versetti il Signore usa un paragone molto familiare a noi tutti: la vite e i tralci. Soprattutto in Palestina, questa coltura, aiutata dal suolo e dal clima, era molto diffusa. Di tutte le piante coltiva.te, la vite è quella che esige maggior cura. La vite e i tralci sono unite l'una all'altra. L'una non ha senso senza l?altro. E proprio così sono i credenti con il Signore: uniti inseparabilmente. La vite è la base, i tralci sono lo strumento per portare frutto. I tralci sono indispensabili affinché il grappolo cresca, maturi e venga raccolto per essere utilizzato. Noi, in quanto discepoli di Gesù, in quanto tralci dobbiamo preoccuparci di portare buon frutto affinché altri e noi stessi possiamo goderne. Se i tralci non sono ben collegati alla vite seccheranno, non riusciranno a ricevere da questa il nutrimento che li sostenterà. E lo stesso vale per noi. Se ci allontaniamo dal nostro Creatore, colui che ci dona tutto in abbondanza, non riusciremo a mantenerci saldi. Lontani dal Signore non si ha pace vera, amore puro e sicura consolazione. Lontano da Lui potremo solo ricevere apparenza di tutto ciò, ma non vera sostanza. Ammettiamo di aver bisogno di Lui e tutto sarà più facile. Il primo passo spetta solo a te!

 

"Santificatevi, dunque e siate santi, poiché io son santo." (Levitico 11:44)

LA SANTIFICAZIONE

Santificarsi significa purificarsi, separarsi da ogni contaminazione, da ogni male. La santificazione è l'opera dello Spirito Santo in noi, che ci purifica, ci separa dal male e ci rende conformi a Cristo. Così come non possiamo meritare la salvezza, la giustificazione dei peccati, così non possiamo neppure santificarci con sforzi umani. E' Dio che purifica i nostri cuori in risposta alla nostra fede. E' Dio che ci santifica mediante lo Spirito Santo,che si serve soprattutto della Parola di verità, che ha ispirata, e della preghiera che pure ci ispira. Il Padre ha santificato il Suo Figlio, e noi dobbiamo santificare Cristo nei nostri cuori. Essere santificati vuol dire, altresì, non vivere più sotto il dominio della carne, ma sotto la disciplina dello Spirito Santo, che farà morire in noi ogni motivo di peccato. Come ciò avviene è un mistero, Paolo stesso, nell'epistola ai Colossesi, parla di questo, del gran mistero della presenza di Dio in noi, che ci rende perfetti in Cristo. Chiediamo a Dio di essere santificati e preghiamolo affinché ci separi dal peccato che Egli categoricamente condanna.

 

"Non dire: «Come ha fatto a me così farò a lui»; renderò a costui secondo l'opera sua". (Proverbi 24:29)

LA VENDETTA

Il libro dei Proverbi, che contiene il versetto d'oggi, è un libro ricco di saggezza che dispensa consigli anche per i semplici comportamenti dell'uomo. La frase riportata oggi, non è lontana dal nostro agire. Sarà capitato a chiunque di pensare queste stesse parole, anche soltanto per un attimo. La delusione, l'amarezza, la rabbia ci hanno spinto a sussurrare frasi del genere. Quest?atteggiamento è stato presente in ogni epoca, tanto da essere riportato perfino nel Libro dei Libri. Che dire, dunque? E' sbagliato? Probabilmente lo sappia.mo già! Il difficile è passare dalla teoria alla pratica. Se siamo ripieni dell'amore di Cristo non sarà impossibile. Basta ricordarci di quanto Gesù ha sofferto senza reagire, per non cedere al senti.mento di vendetta, lasciar spazio all'amore, alla tolleranza quando finanche la logica ti impone di rendere il mal torto. Quando subiamo delle ingiustizie ricordiamoci che il Signore è Giusto Giudice, non spetta a noi la condanna. Egli pesa il cuore di ciascun uomo e legge nel profondo di esso. La nostra causa Gli sta dinanzi. Coltiviamo l'amore, sradichiamo le radici dell'odio e del rancore; e se non ci riusciamo da soli chiediamo aiuto a Dio che è sempre pronto a modellare il cuore dell'uomo.

 

"Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore." (Giovanni 15:9)

L'AMORE DI DIO PER NOI (II)

Gesù stesso ha detto che ci ha donato la vita eterna e nessuno può strapparci dalla Sua mano e dalla mano del Padre, perché siamo Suoi, gli apparteniamo. Lui ci ha strappato dalla mano del diavolo e ci ha ridato la vita. Questa affermazione è estremamente rassicurante per noi. Il Signore continua, dicendoci che qualsiasi cosa succeda, qualunque situazione dobbiamo affrontare, abbiamo la sicurezza che Dio ci starà accanto (Isaia 43:2,3). E ancora affer.ma al verso 4: "Perché tu sei prezioso agli occhi miei, sei stimato ed io t'amo". La gente è sempre alla ricerca di qualcosa che dia un senso alla propria vita, qui noi l'abbiamo indicato chiaramente! Mostriamoci onorati di portare il nome datoci da Dio: figli. Siamo stati creati per essere amati da Lui. Lo scopo della nostra vita deve essere quello di rendere testimonianza della nostra appartenenza a Lui, mettendo in pratica l'amore di cui ci ha rivestiti!

 

"Ma ora così parla il Signore: ...Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu sei mio!". (Isaia 43:1)

L'AMORE DI DIO PER NOI (I)

Che bello sapere che apparteniamo a Dio, che siamo suoi! Dare il nome a qualcuno significa rivendicarne la proprietà: esatta.mente come hanno fatto con noi i nostri genitori alla nascita oppure come facciamo noi quando diventiamo i "padroni" di un gattino o di un cagnolino. Diamo un nome a qualcosa o a qualcuno, perché è nostro. Persino i fidanzati cercano un nomignolo per chiamarsi. E' un modo per affermare che essi si appartengono. Pensa che Dio, il Creatore dell'universo, ha fatto questo con noi! Gesù ha detto: "Le mie pecore ascoltano la mia voce... io dò loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre..." (Giovanni 10:27-29). (Continua)

 

"Quando Daniele seppe che il decreto era firmato andò a casa sua, e tenendo le finestre aperte della sua camera, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima." (Daniele 6:10)

RICONOSCERE APERTAMENTE DIO (II)

I leoni che dovevano sbranare Daniele si comportarono come agnellini, sembravano ignorarlo e così trascorse la notte: il suo Dio si era preso cura di lui. Il re, nel suo letto, ebbe una notte agitatissima. Era preoccupato per le sorti di Daniele, suo caro e fedele servitore. Come fu mattino andò alla fossa dei leoni e vide Daniele sano e salvo e si rallegrò. Diede allora ordine di far uscire Daniele e rinchiudervi i servitori infedeli. Appena questi entrarono nella fossa i leoni si avventarono su di loro e li sbranarono. Il re promulgò un altro decreto: tutti dovevano onorare e pregare il Dio di Daniele, il solo vero Dio. Anche il re lo aveva capito. E noi? Siamo buoni testimoni di Dio? Gli altri possono dire di noi le stesse cose che il re disse a Daniele? In un mondo di confusione nel quale viviamo, dove tante persone proclamano apertamente le loro cattiverie e la loro immoralità, noi che amiamo il Signore, abbiamo la stessa forza di proclamare apertamente il nostro amore verso Gesù, verso Colui che ha donato la sua preziosa vita affinché noi potessimo avere pace, gioia e serenità in Lui? Riconosciamo apertamente il nostro caro amico!

 

"Quando Daniele seppe che il decreto era firmato andò a casa sua, e tenendo le finestre aperte della sua camera, tre volte al giorno si metteva in ginocchio,pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima." (Daniele 6:10)

RICONOSCERE APERTAMENTE DIO (I)

Daniele era irreprensibile e integro in ogni cosa, forse non come noi. Daniele era al servizio del re come ministro e suscitava l'invidia degli altri servitori perché egli riusciva in qualunque cosa ottenendo così l'approvazione del re stesso. Questi servitori escogitarono un piano per ingannare il re ed eliminare Daniele. Questi presero ad adulare il loro sovrano e lo convinsero a firmare un decreto in cui chiunque non adorasse altri che lui fosse messo a morte. Quando Daniele seppe del decreto continuò, come al solito, tre volte al dì, a pregare tenendo le finestre aperte. Non si nascose, ma avendo completa fiducia nel suo Dio, continuò nelle sue pre.ghiere. Egli era non solo uomo onesto ed irreprensibile, ma anche un buon testimone del Signore, egli aveva portato testimonianza della sua fede in Dio al re. Gli altri ministri mossi dall'invidia riferiro.no di Daniele e lo costrinsero ad applicare il decreto. Questi stima.va Daniele e cercò di risparmiarlo, ma un decreto di re non poteva essere annullato ed allora egli stesso disse: "Il tuo Dio che tu servi con perseveranza, sarà Lui a liberarti." E così fu. Daniele fu con.dotto nella famosa fossa dei leoni per essere sbranato... (Continua)

 

"... Il Signore sa trarre i pii dalla tentazione e riserbare gli ingiusti ad essere puniti nel giorno del giudizio..." (II Pietro 2:9)

UNA GITA IN MONTAGNA (II)

La gita di montagna può essere paragonata a diversi aspetti della vita cristiana. Qualcuno un giorno ti parla dell'amore e della grazia di Dio, t' invita in chiesa e tu accetti. Presto diventi un credente zelante, ben avviato sulla strada verso il Cielo, ma capita, a volte, che a metà del percorso si presentino nella tua vita afflizioni ed ansie che ti fanno desiderare di tornare indietro. Sei scoraggiato, ma ecco che un fratello vedendo il tuo stato cerca di scuoterti e ti incita a confidare nel Signore. Allora tu preghi ma senti che, come il cavo della gita, qualcosa sfugge o ti distrae con un invito allettante. Devi cercare con tutte le tue forze di non voltarti indietro, congiungi le mani nella preghiera, invoca il Signore ed Egli ti risponderà! Ci sono tante cose accattivanti in questo mondo, ed è difficile resistere a tutte le tentazioni! Se vuoi arrivare in Cielo, pensa sempre a mantenere forte la fede in Gesù col tuo cuore. Forse ti costerà, ma non dimenticare che sarà beato chi persevererà fino alla fine. Non sai quando la tua vita potrebbe terminare!

 

"Nessuna tentazione vi ha colti che non sia stata umana; or Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze?" (I Corinzi 10:13)

UNA GITA IN MONTAGNA (I)

Un giorno quattro amici decisero di fare una gita in montagna e salire fino ad un punto in cui era possibile ammirare i camosci. Due dei quattro ragazzi erano soliti portar loro del sale per tenerseli buoni, ma il percorso era ripido perciò in alcuni tratti era necessario usare un cavo d'acciaio posto lì da alcuni cacciatori. I primi erano esperti di scalate, ma non si poteva dire lo stesso degli altri due i quali accettavano ben volentieri i loro consigli pur di raggiungere la meta desiderata. La scalata fu lunga, ma alla fine la paura e la stanchezza scomparvero di fronte al grande spettacolo: i camosci che dominavano la cima. Nel corso della scalata si erano ammirati splendidi esemplari di flora alpina; uno dei ragazzi esperti aveva spronato i due principianti a raccogliere qualche fiore come ricordo della gita, ma il consiglio fu respinto con una certa fermezza. Fu una rinunzia triste, ma in quei momenti era più importante non distrarsi, tenersi saldamente al cavo e rimanere sordi all'allettante invito. Certe volte il cavo sembrava sfuggire di mano e tener.lo con una sola mentre l'altra raccoglieva i fiori poteva significare precipitare e non vedere mai più i camosci! (Continua)

 

"Allora Mosè scelse tre città di là dal Giordano, verso oriente,perché servissero di rifugio all'omicida che avesse ucciso il suo prossimo involontariamente,senza averlo odiato in precedenza, e perché egli potes.se fuggire in una di quelle città e rimanere in vita." (Deuteronomio 4:41,42)

UN RIFUGIO

In Israele Dio aveva stabilito delle città di rifugio per dare scampo a colui che accidentalmente avesse ucciso qualcuno. La legge di Mosè condannava a morte l'omicida, ma la stessa legge offriva una via di fuga a chi si fosse reso responsabile di omicidio in modo involontario. La giustizia di Dio è perfetta. La Sua misericordia verso il peccatore è grande. Disubbidendo alla legge di Dio l'uomo si è reso colpevole. Egli, non solo è oggetto del giusto giudizio divi.no, ma è rincorso anche dai rimorsi e dal terrore della morte. Ma Dio, nella Sua bontà, ha provveduto un mezzo di salvezza per il colpevole: Cristo Gesù, che ha dato la Sua vita affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna, passando da un giusto giudizio alla salvezza gratuita. Allo stesso modo, coloro che cercano asilo in Cristo possono esclamare come il salmista: "Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle distrette." Tutti siamo colpevoli (Romani 3:23-24), il Signore ci invita a rifugiarci in Lui, a ricercare in Lui l'unico mezzo di salvezza. Approfittiamo di questo invito unico e irripetibile! Gesù è pronto ad accoglierti presso di Lui!

 

cerca

per data

« Aprile 2025 »
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        

CERCA

per parole chiavi

Copyright © 2002 - 2023 Parole di Vita. Tutti i diritti sono riservati.

Parole di Vita ® è un marchio registrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico UIBM di proprietà

dell’Associazione Parole di Vita ODV - Codice Fiscale 04772210656 - senza scopo di lucro,

iscritta nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore n.94152

iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione n.23848
D-U-N-S Number 43-476-5776 ® Dun & Bradstreet (D&B)

Ciao, clicca sul servizio desiderato per chattare su WhatsApp o inviaci un'email a info@paroledivita.org

Avvia una Chat con noi su WhatsApp
Close and go back to page