"In verità io vi dico: «Se non mutate e non diventate come piccoli fanciulli, non entrerete punto nel Regno dei Cieli»". (Matteo 18:3)
L'OCCHIO DI DIO
Una mattina accompagnai mia figlia a scuola e dopo averla salutata rimasi fermo sulla scalinata a guardarla mentre raggiungeva le sue amiche. L'osservavo con amore e tenerezza. Lei, per me, era la più bella. Guardandomi intorno mi resi conto che lì c?erano tanti altri genitori che guardavano i propri figli nello stesso modo in cui io guardavo la mia. Il mio era un giudizio amorevole di padre felice. A volte guardiamo e valutiamo egoisticamente. Gesù, invece venne sulla terra ripieno d'amore per tutti. Venne per gli onesti e per i disonesti, per i credenti e per gli increduli, per i sani e per gli ammalati, per tutti, indistintamente, anche per coloro che lo inchiodarono sulla croce! Possano i nostri sguardi assomigliare a quello di Gesù, perché in ogni persona, sia essa adulta o meno, batte un cuore spaurito e bisognoso d'affetto. L'occhio di Dio non è l'occhio dell'uomo e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri!
"Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unico Figlio, affinché chiunque creda in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.? (Giovanni 3:16)
PACE CON GESÙ
Quando ero adolescente, mi parlarono di Gesù in modo diverso. Mi dissero che Egli era Dio venuto sulla Terra per morire al posto dei peccatori e chiunque avesse creduto sarebbe stato salvato. Fino ad allora conoscevo Gesù come quel bambino che nasceva a Natale e moriva e resuscitava a Pasqua e che durante tutto l?anno se ne stava tranquillamente in croce. Era una statua fra le tante! Capii che era la verità, Gesù non era morto perché delle persone lo avevano accusato, ma perché Egli aveva voluto farlo, era il piano di Dio per la salvezza dell'umanità. Adesso dovevo solo accettare il dono di Dio o rifiutarlo. Ero giovane e la mia famiglia non avrebbe accettato tale decisione, ebbi paura della loro reazione, così rimandai. Sera dopo sera chiedevo al Signore di non farmi morire senza che lo avessi accettato nella mia vita quale Signore e Salvatore. Passarono 10 anni, mi ero sposata ed avevo 2 figli, ma mi mancava il Signore, così una sera dissi al Signore che non ce la facevo più a vivere senza di Lui e Lo invitai a venire nella mia vita, ed Egli venne. Quanta pace, il mio travaglio era finito! Caro amico che leggi, sei nato di nuovo oppure sei ancora in travaglio? Non aver paura, Dio ti aiuterà!
"Senza di me non potete far nulla." (Giovanni 15:5)
SENZA GESÙ
Non è difficile rendersi conto, anche se apparentemente non sembra così, che gli uomini hanno poco in cui credere: sono preoccupati, sfiduciati ed hanno paura gli uni degli altri. L'uomo è stanco di udire promesse che non risolvono i suoi problemi a livello persona.le, familiare, sociale, politico, religioso. L'uomo vive una vita triste, piena di ansie, alla ricerca continua di un qualcosa che nemmeno lui conosce e non riesce a trovare per riempire il vuoto che sente dentro . C'è chi pensa di riempirlo con la ricchezza, la mondanità, il piacere del sesso, della droga, del gioco, aumentando il suo sapere. La scelta dell'una o dell'altra cosa può provvisoriamente distogliere il pensiero dalla vera necessità dell'animo, ma alla fine questa irrompe comunque. Sono troppi quelli che passano su questa terra senza sapere quale treno prendere, o che si trovano sul treno della vita senza conoscerne la destinazione. Per questo Gesù disse: "Senza di me non potete far nulla". Gesù è l'unico in grado di riempire i tuoi vuoti. AccettaLo nella tua vita ed Egli ti trasformerà rendendoti una persona felice ed appagata in cerca solo del suo amore!
"Ma se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori". (Giacomo 2:9)
RIGUARDI PERSONALI
Gli uomini hanno caratteristiche diverse, ma sono uguali davanti al Signore. Egli è morto per tutti gli uomini, senza fare differenze. E' morto per il giusto e per il peccatore; per il malato e per il sano, per il povero e per il ricco, per l?istruito e per l?analfabeta. Anche noi dovremmo considerare tutti gli uomini allo stesso modo, ricordando che siamo tutti creature di Dio. E invece, spesso, ci lasciamo ingannare da un abbigliamento, da un atteggiamento, da un automobile, da un linguaggio, dalla cultura di provenienza, dal colore della pelle, dalla nazionalità. Non è il giusto comportamento: Gesù ha donato se stesso per la salvezza di ogni essere umano e non ha fatto parzialità. Non farti promotore di quello che Gesù stesso ha condannato. Non riguardare alla qualità del povero e non portare onore alla qualità del grande, ma rendi giusto giudizio al tuo prossimo (Levitico 19:15) perché avere riguardi personali è un peccato!
"Paese del quale l'Eterno, il tuo Dio, ha cura, e sul quale stanno del continuo gli occhi dell'Eterno, del tuoDio, dal principio dell'anno fino alla fine." (Deuteronomio 11:12)
MONTI E VALLI (III)
I monti e le valli sono sicuramente meno attraenti della pianura, ma quale consolazione sapere che Dio approva le nostre scelte e ci conduce lungo il sentiero di vita eterna. Questo versetto è molto confortante: gli occhi del Signore sono sempre su di noi, ha cura continuamente della nostra vita. Quanto è bello sapere che le benedizioni del Signore sono costantemente sul Suo popolo, tutto l'anno, dall'inizio alla fine. Allora cosa importa se ci sono i monti e le valli, se il Signore è con noi? La vita, d'altronde, è fatta di monti e di valli. Tutti hanno più o meno dei problemi, ma la differenza vera è rappresentata da Gesù. Puoi accettarLo o meno nella tua vita, nelle tue gioie e nei tuoi dolori, è una tua scelta. Ti assicuro, però, che camminare con Gesù da tutto un altro sapore alla vita. Il Suo sguardo continuo sopra i Suoi figli dona un senso di sicurezza e di pace, che nessun altra cosa può donare. Scegliere Gesù è una scelta impegnativa, ma sapere che Egli si prenderà cura personalmente di ciascuno di noi, che poserà il Suo sguardo sulla nostra persona per soccorrerci in ogni momento, è una grande ricompensa e sarà ancora maggiore il premio finale, quando saremo adorni della corona della vita eterna!
"?Ma il paese di cui andate a prendere possesso è paese di monti e di valli, che beve l'acqua della pioggia che vien dal cielo". (Deuteronomio 11:11)
MONTI E VALLI (II)
Il popolo d'Israele più volte si era mostrato insofferente durante il suo lungo esodo e aveva rimpianto i beni e l'agiatezza che aveva lascia.to, ma non aveva rimpianto affatto la libertà di cui godeva. Si tende spesso a sottovalutare il beneficio di cui godiamo da uomini liberi e a rimpiangere cose che momentaneamente ci vengono tolte. Il paese che avevano davanti era un paese di monti e valli e quindi attraversato da salite, ma anche discese. Come è faticosa la salita, ma quanto è gradevole la discesa che ne consegue. A differenza del paese d'Egitto, la nostra vecchia natura, il nostro nuovo cammi.no è inondato dalla pioggia che viene dal cielo, dalla pioggia delle benedizioni divine. E' caratterizzato da momenti difficili, ma anche da gioie e piacevoli successi. Il Signore non ci ha promesso sempre il sole. Nubi, vento, nebbia e pioggia possono alternarsi ad esso. Così è della nostra vita. A noi non resta che scegliere: l'Egitto o il paese di Canaan fatto di monti e valli. La differenza è rappresentata da Gesù: camminare con o senza di Lui rappresenta la vera scelta di ogni uomo. La decisione è personalissima e nessuno può decidere per te. Sei libero di farlo soltanto tu. (Continua)
"Poiché il paese del quale stai per entrare in possesso non è come il paese d'Egitto donde siete usciti, e nel quale gettavi la tua semenza e poi lo annaffiavi coi piedi come si fa di un orto". (Deuteronomio 11:10)
MONTI E VALLI (I)
Queste parole furono rivolte al popolo d'Israele quando era in pro.cinto di ereditare la terra promessa, dopo il lungo viaggio nel deserto e l'attesa della realizzazione della promessa divina. Il popolo era uscito vittoriosamente dall'Egitto, paese ricco e prospero, ma anche causa di grandi dolori e di sacrificante schiavitù. Israele raggiungeva i territori promessigli da popolo libero e con un grande condottiero: Dio stesso. Il Signore, però, è chiaro in ogni Sua cosa, non inganna e come tale avverte il popolo che il paese nel quale sta per entrare è completamente differente dall'Egitto, non è pianeggiante e non è neanche attraversato da abbondanti acque come quelle del Nilo. Non sarà semplice coltivare e raccoglierne i frutti come in un orto. Dio è chiaro ancora oggi con noi: quando ci ha promesso vita eterna semplicemente credendo nel nome di Gesù, non ci ha prospettato una vita esente da difficoltà e sofferenze, ma al contrario ci ha avvertito che il diavolo si impegnerà per tentare maggiormente coloro che non gli appartengono. Davanti non abbiamo una distesa pianeggiante dove ogni cosa si coltiva senza fatica. (Continua)
"Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente." (II Corinzi 9:6)
SEMINARE PER RACCOGLIERE
Dio ci fa comprendere, attraverso espressioni della Sua Parola, delle verità fondamentali per la nostra vita. Ora, non è necessario essere cristiani per comprendere determinate verità. La Parola di Dio è indirizzata a tutti gli uomini. Ci sono delle argomentazioni che valgono per tutti e per ogni situazione. Troppo spesso consideriamo la nostra vita come se fosse eterna, ci comportiamo come se non dovessimo lasciare mai le cose che ci circondano affannando.ci oltremisura, lottando contro l'ineluttabile realtà che un giorno dovremo lasciarle. Troppe volte diventiamo egoisti, e non conce.diamo agli altri la possibilità di usufruire dei beni che Dio ha dato a ciascuno di noi. Ci comportiamo con avarizia nei confronti di chi ci sta attorno. Il consiglio che oggi ci dispensa il Signore è quello di seminare abbondantemente, ricordando che Dio stesso è "l'agricoltore", Colui che sa che non tutti i semi andranno a maturazione e porteranno frutto. Non aspettiamoci ricompensa per tutto quello che facciamo, ma facciamolo con tutto il cuore. Fa? del bene e non ti scoraggiare perché qualcun altro lo ha già fatto per te.
?Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone novelle!" (Romani 10:15)
PIEDI BENEDETTI
Gli apostoli avevano imparato ad annunziare la Buona Novella e lo avevano imparato osservando Gesù stesso! Avevano osservato con quanto amore, ma anche autorità, il Signore parlava del messaggio della salvezza. Quando Gesù li lasciò per ritornare nel Suo Regno, toccò loro annunciare il medesimo messaggio. Aspettarono, come era stato loro comandato, di ricevere prima il battesimo nello Spirito Santo e poi di predicare l'Evangelo in tutto il mondo. Gli attuali discepoli di Gesù siamo noi, sì, tu ed io, siamo stati incaricati di essere portatori di buone novelle! E' un grande onore poter servire il Signore, ma ricorda che è anche una grande responsabilità. In quanto collaboratori di Gesù, dobbiamo svolgere al meglio il nostro compito, nessuno può tirarsi indietro e se lo facciamo Egli userà qualcun altro al nostro posto, ma di questo te ne sarà chiesto conto. E' facile pensare ai missionari lontani che annunciano l'Evangelo: si prega per loro, si mandano offerte e ci si sente bene. Non è così! Dio vuole che, in qualsiasi posto ti trovi, devi attivarti per Lui. Se non sei chiamato ad andare in posti lontani, vuol dire che il tuo servizio devi compierlo dove sei. Preghiamo affinché Dio ci doni dei piedi benedetti!
"Poi mi disse: «Daniele, uomo molto amato, cerca di capire le parole che ti rivolgo, e alzati nel luogo dove stai; perché ora io sono mandato a te»". (Daniele 10:11)
L'UOMO AMATO DA DIO
Il libro di Daniele non è semplice da leggere: è pieno di visioni e sogni strani. Tuttavia, anche ad un lettore poco informato di escatologia, è evidente un fatto: Daniele era un uomo molto amato da Dio. Ma ora pensiamo a noi, uomini e donne del nostro tempo: siamo amati da Dio? Cosa risponderesti a questa domanda? Rifletti un istante e poi, se è il caso, appropriati del titolo che fu di Daniele, ?uomo molto amato?. Se tu non fossi stato molto amato, saresti stato riscattato con il sangue prezioso di Gesù Cristo? Quando Dio colpì il Suo unico Figlio al posto tuo, non significò forse che fosti molto amato? Se non ti avesse amato, perché avrebbe fatto di te un Suo figlio ed erede del cielo? Questi fatti non dimostrano un amore traboccante, che nessun uomo potrebbe dimostrare? Ora, se esiste un amore grande come quello di Dio, perché non dovremmo vivere sotto la Sua influenza? Non avviciniamoci a Dio come se fossimo degli estranei, come se Lui non volesse ascoltarci. Ricordiamoci che siamo Suoi figli e che ci ha molto amati. "Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose conLui?" (Romani 8:32).
Altro...
"Egli corromperà con lusinghe quelli che tradiscono il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà." (Daniele 11:32)
LE LUSINGHE
Le lusinghe rappresentano inganni di belle parole e di promesse, è un adulare per ottenere qualcosa in cambio. Il diavolo utilizza molto bene quest'arma. Egli vuole convincerci che siamo bravi, buoni, capaci, ingegnosi, meritevoli e quant'altro fa leva sul nostro proprio io, sul nostro orgoglio personale. La prospettiva della lusinga attrae molti cuori e seduce in maniera molto semplice. Nessuno è escluso dal suo fascino e persino i credenti, a volte, cedono. Un successo, un apprezzamento, tendono a farci avere un concetto di noi stessi più alto del dovuto. In concordanza con quanto riportato nella Parola di Dio, ognuno dovreb.be aver un concetto sobrio di sé, altrimenti alla lusinga non di rado succede l'orgoglio e l'arroganza. Quando gli occhi vengono aperti, ci si accorge che in realtà tutto era un inganno e che le promesse erano vane. Che gran delusione! Tuttavia è bene stare sempre in guardia e mantenere alta la sorveglianza. La fede ci farà agire con fermezza, chiedendo in ogni cosa l'aiuto divino. Non cedere alla lusinga; godi pure dei tuoi successi, ma fallo nel rispetto della Parola di Dio, non cedendo ad essi il posto che spetta esclusivamente al tuo Signore.
"Che ha da fare la paglia con il frumento?". (Geremia 23:28)
L'AIA DI DIO (II)
Il Signore paragona i malvagi alla pula portata via dal vento e la loro fine non è dissimile da quella propria della pula. Tuttavia, dopo la prima separazione fra la paglia, il grano e la pula ne seguiva un'altra: la cernita. Il grano, infatti, sembrava apparentemente pulito, ma a molti chicchi era rimasta attaccata la pula. Con un apposito attrezzo, l'uomo riusciva a far salire in superficie i chicchi ricoperti di pula che venivano presi e strofinati tra le mani, lasciandoli puliti. Questo chiaro esempio di vita quotidiana può essere paragonato all'uomo. A volte siamo convinti di essere puliti, di camminare lungo una strada sicura perché già percorsa da altri, siamo certi di conoscere Gesù e non ci accorgiamo che ci ricopriamo di una vana religiosità. Pieghiamoci davanti al Signore ed esaminiamoci in profondità. Lasciamogli spazio nella nostra vita così che, al tempo della messe potremo gridare con gioia: "Grazie Signore che ci hai fatti degni di entrare e di far parte del tuo granaio!".
"Egli ha il suo ventilabro in mano, netterà interamente la sua aia, raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile". (Matteo 3:12)
L'AIA DI DIO (I)
Diversi anni fa, la trebbiatura avveniva attraverso il semplice impiego del lavoro dell'uomo. Non c'erano macchinari o attrezzature particolari per facilitare questo compito. Le abitudini, poi, variavano da paese a paese. Ricordo di un modo alquanto inconsueto di separare la pula dal grano. Venivano ammucchiate le spighe in un grande spiazzo e disposte in forma quadrata. Al centro si poneva un uomo che con le redini in una mano e la frusta nell'altra guidava i muli dando inizio alla battitura. La frusta serviva per mantenere il tempo e non per picchiare i muli. Dopo ore di lavoro l'uomo si muniva di una larga pala di legno e gettava in aria tutto l'insieme, lasciando che il vento compisse la sua opera. Il grano, essendo più pesante, ricadeva su se stesso, la paglia formava un mucchietto poco distante e la pula, la parte più leggera, si depositava ancora oltre. La pula formava il mucchio più grande ed era, normalmente, destinata al fuoco.
"Si rallegreranno tutti quelli che in te confidano; manderanno grida di gioia per sempre. Tu li proteggerai, e quelli che amano il tuo nome si rallegreranno in te". (Salmi 5:11)
LA GIOIA
La parola gioia indica gaudio, allegrezza, contentezza. Essere nella gioia vuol dire mostrarsi lieti. Sicuramente avremo provato tale sentimento tante volte nella vita. Gioia per noi stessi o per gli altri, ma comunque gioia. Loredana doveva sottoporsi ad un'operazione all'occhio destro, era l?unica soluzione per risolvere il suo grave problema. Durante una riunione di culto pregò Dio affinché la guarisse. Egli esaudì questa richiesta, considerate che momento di gioia, quale esultanza recò una notizia così importante. La gioia si manifesta in tanti modi: con grandi sorrisi, con sincere parole, con grida, con lacrime. Qualsiasi manifestazione consona al nostro carattere va bene, purché esprimiamo la nostra gioia al cospetto di Dio. Quando preghi provi gioia? Quando vai in chiesa provi gioia? Se la gioia è in te, allora sei vicino al Signore, ma se fai tutto questo per convinzione mentale, come un dovere da assolvere, per paura del castigo divino, allora devi rivedere la tua posizione davanti a Dio. Anche nell'ubbidienza deve esserci gioia, è manifestazione d'assenso: sappiamo di compiere la cosa giusta. Operiamo ogni cosa con gioia e rallegriamoci nel nome del Signore!