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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Celebrino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi in favore degli uomini!" (Salmo 107:8)

CELEBRARE L'ETERNO PER LA SUA BENIGNITA'

Se ci lamentassimo di meno, e ringraziassimo di più, saremmo più felici, e Dio riceverebbe maggiore gloria. Lodiamo Dio ogni giorno per le sue benedizioni, quelle che spesso non consideriamo tali, ma che sono senza prezzo e della cui importanza ci rendiamo conto quando ne siamo privati. Benediciamo Dio per ciò che siamo e per ciò che Egli ogni giorno ci provvede. LodiamoLo perché non siamo rigettati tra quelli che sono senza speranza, o confinati tra i colpevoli; ringraziamoLo per la libertà, per il Suo conforto; ringraziamoLo per tutto ciò che riceviamo dalla Sua benevola mano, poiché meritiamo poco, eppure ci viene dato con grande abbondanza. Ma il più grande ringraziamento sia per l'amore con il quale ci ha redenti. Siamo stati condotti alla croce di Cristo, le catene della colpa sono stati infrante; non siamo più schiavi, ma figli dell'Iddio vivente, e possiamo già vedere il tempo in cui saremo presentati davanti al Suo trono senza macchia né piega né alcuna altra imperfezione.

 

"E io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano" (Giovanni 10:28)

GESU' DA' LA VITA ETERNA

È contrario a ogni promessa della preziosa Parola di Dio che tu possa essere abbandonato o lasciato morire. Se così fosse, dove sarebbe la veracità di Colui che ha detto: "Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, io non ti dimenticherò". Quale sarebbe il valore di quella promessa: "Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso, dice il Signore, che ha pietà di te". Dove sarebbe la verità delle parole di Cristo: "Io dò loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre" . Bandisci l'incredulità che disonora Dio. Ricordati che è peccato dubitare della Sua Parola perchè Egli ti ha promesso che non perirai mai. Lascia che la vita eterna in te si esprima con fiduciosa allegrezza.

 

"Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli" (Salmo 55:22)

L'AIUTO CONVENEVOLE

Il nostro Salvatore ci invita ripetutamente ad abbandonare tutte le nostre preoccupazioni ansiose. Questo è uno di quei precetti che non si può trascurare, dobbiamo fidarci di Dio e non di noi stessi. Spesso ci sforziamo di portare sulle nostre spalle il pesante carico, come se Egli non potesse o non volesse portarlo per noi. Ma più ancora, la sollecitudine ansiosa spesso porta a commettere dei peccati in quanto mettiamo da parte Dio come nostro aiuto e sostegno e facciamo affidamento sulla capacità umana. L'ansietà ci fa dubitare dell'amore di Dio, allora proviamo sfiducia, cosicché le nostre preghiere vengono impedite, la nostra vita resta una vita d'egoismo. Così la mancanza di fiducia in Dio ci conduce lontani da Lui. Ma se mediante una semplice fede nelle Sue promesse gettiamo ogni nostro peso su di Lui, e non ci "angustiamo di nulla" perché Egli ha cura di noi, essa fede ci terrà stretti a Lui, e ci renderà saldi contro le tentazioni. Scopriremo la vittoria nel confidare in Lui.

 

"Poi gli Israeliti partirono dal monte Or, andarono verso il mar Rosso per fare il giro del paese di Edom; durante il viaggio il popolo si perse d'animo." (Numeri 21:4)

LO SCORAGGIAMENTO

Vi è forse qualcuno che non si sia mai scoraggiato? Si può essere stanchi del cammino, si può essere abbattuti. La causa di ciò sta soprattutto nella mancanza di fede, ciò avviene quando perdiamo di vista "Colui che è invisibile". Facciamo presto a venir meno nell'animo, e dire: Che fare? "Se ti perdi d'animo nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca . Allora potremo giudicare il peccato di aver mancato di fede e di fiducia, di esserci lasciati abbattere dalle circostanze o dall'opposizione. Abbandonandoci" nelle braccia eterne del Signore e riceveremo la grazia di una fede fortificata. Colui che è passato per tali esperienze può allora "rinfrancare le mani e le ginocchia vacillanti", come faceva L'apostolo Paolo quando prigioniero, stanco e affaticato dal cammino, si avvicinava a Roma e ai fratelli che aveva tanto desiderato vedere: "I fratelli... ci vennero incontro... e Paolo, quando li ebbe veduti rese grazie a Dio e prese animo". Confida in Cristo e sarai rinnovato nell'animo tuo.

 

"Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con *Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono..." (Matteo 2:10,11)

CHI STAI SEGUENDO?

L’adorazione dei magi verso il nostro Signore e Salvatore Gesù fu un momento unico, irripetibile, eppure se leggiamo qualche passo prima tutta la gente di Gerusalemme, non reagì proprio nello stesso modo, ma si limitò ad indicare ai magi il luogo della sua nascita: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? La risposta fu molto superficiale in quanto dissero: “In Betlemme di Giudea, poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele” (Matteo 2:2/6). Questa incredibile indifferenza da parte di tutta la gente di Gerusalemme, deve farci riflettere: difatti noi spesso ci comportiamo come questo popolo; conosciamo alla perfezione dove e come incontrare nostro Signore, grazie alla Bibbia, abbiamo tutte le indicazioni per raggiungere nostro Signore adorarLo e conoscerLo personalmente ma, rimaniamo fermi, sterili, nella nostra religione.

 

"«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita piú del nutrimento, e il corpo piú del vestito?" (Matteo 6:25)

NON SIATE ANSIOSI

L'Iddio che ha fatto i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, è il nostro Padre celeste avendoci adottati come suoi figliuoli in Cristo Gesù. Egli ci ama di un amore grande, Egli si cura di noi, Egli vuole farci del bene, Egli è vicino a noi. Ecco perché non dobbiamo diventare ansiosi circa le cose di cui necessitiamo, perché Egli è con noi per sovvenire ad ogni nostra necessità. InvochiamoLo piuttosto, come dice Il Vangelo, in ogni nostro bisogno, facciamolo con fede senza stare affatto in dubbio, e vedremo che nel nostro cuore Dio farà regnare la sua grande pace. "A colui che è fermo nei suoi sentimenti, Tu conservi la pace, la pace perché in Te confida" (Isaia 26:3). Prendiamo in parola Gesù quando ha detto "cercate prima il regno e la giustizia di Dio, tutte le altre cose vi saranno sopraggiunte". Quando non sappiamo proprio cosa fare, confidiamo in Dio e invochiamoLo, Egli proteggerà e guiderà con la sua pace, provvederà ad ogni nostro bisogno in Cristo Gesù.

 

"Gesú gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina»" (Giovanni 5:8)

IL PARALITICO

Come molti altri, l'uomo infermo aspettava che una meraviglia si compisse nella sua vita, e un segno gli fosse dato. Aspettava impaziente e speranzoso, non sapeva che lì c'era Uno che poteva guarirlo in un momento. Molti sono nella stessa condizione: aspettano una particolare emozione, un'impressione speciale, un segno; aspettano invano e vegliano per nulla. E' triste pensare che migliaia di persone stanno aspettando di ricevere qualcosa dall'uso di pratiche religiose, voti, e decisioni, e hanno così aspettato un lunghissimo tempo, del tutto invano. Egli potrebbe guarirli immediatamente, ma loro preferiscono aspettare altro e non confidare in Gesù; Egli è la via sicura ad ogni benedizione, ed Egli è degno della più solida fiducia; ma l'incredulità spesso ha la meglio. Possa, il Signore, volgere il Suo sguardo alle moltitudini di persone che sono in questa condizione questo giorno; e chiamarli mediante quella dolce voce d'amore, ad alzarsi dal letto della disperazione e camminare con fede.

 

"Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato..." (Apocalisse 5:6)

L'AGNELLO CHE FU IMMOLATO

Perchè il nostro Signore esaltato dovrebbe apparire in gloria con le Sue ferite? Le ferite di Gesù sono Sue glorie, Suoi gioielli, Suoi sacri ornamenti. Quale impareggiabile Cristo vediamo in Colui che fu inchiodato alla croce; tutta la Sua bellezza, il Suo amore. Le ferite di Gesù sono molto più onorevoli ai nostri occhi che tutto lo splendore e lo sfarzo dei re. La corona di spine è più che un diadema imperiale; essi sono i trofei del Suo amore e della Sua vittoria. Egli ha redento la grande moltitudine che nessun uomo può contare, e quelle cicatrici sono un ricordo della battaglia. Se Cristo ci ha amato al punto di conservare il ricordo delle Sue sofferenze per il Suo popolo, quanto preziose dovrebbero essere per noi quelle ferite? "Guarda come da ogni Sua ferita sgorga un balsamo prezioso che sana le piaghe del peccato e cura i suoi mortali mali. Quelle ferite sono bocche che proclamano la Sua grazia. Gli emblemi del Suo amore. I sigilli della beatitudine che avremo nel cielo con Lui.

 

"sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesú..." (Galati 2:16)

GIUSTIFICATI PER FEDE

Per il cuore dell'uomo è una nozione estranea quella della giustificazione per mezzo della fede. Egli non vuole ammettere l'inutilità delle cose che può offrire a Dio. Spesso pensiamo che basta liberarci dell'una o dell'altra abitudine, pregare un po' di più, per ricevere Dio nella nostra vita. Quando poi viene presentata la realtà, cioè l'inutilità di fare alcunché per avvicinarsi a Dio, l'uomo risponde: "Non serve dunque a niente camminare nell'onestà?". Senza dubbio ciò ha il suo valore, ma non sarà questo a metterci in regola davanti a Dio. Molti dicono di accettare la giustificazione per mezzo della fede, ma tutta la loro condotta, i loro pensieri lo contraddicono. In fondo al loro cuore c'è sempre l'errata convinzione che se migliorano la loro vita, Dio manifesterà il suo favore verso di loro. Niente di più contrario a ciò che la Parola di Dio ci insegna. Dio offre a tutti quanti noi la salvezza per mezzo della fede nell'opera già compiuta da Gesù alla croce per ciascuno di noi.

 

"Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi" (Giacomo 1:22)

CRISTIANI NON PRATICANTI

Molti si definiscono "cristiano non praticanti", in quanto non vogliono adeguarsi a tradizioni e cerimonie di cui non se ne capisce il senso e di cui a volte si denuncia l'ipocrisia. Essi si sentono soddisfatti di essere cristiani, anche senza "praticare". Il cristianesimo, se è autentico, deve essere vissuto dovunque e sempre, e tradursi in un comportamento coerente nella propria famiglia o nel proprio luogo di lavoro. Il vero cristianesimo non è una mera accettazione di regole morali o di insegnamenti, ma una vita completamente nuova vissuta costantemente con il nostro Signore Gesù Cristo. L'esistenza del cristiano è grandemente influenzata dalla sua relazione con Cristo. Per chi conosce il Signore Gesù come suo Salvatore e suo Signore, la sua fede gli dà una motivazione per tutta la vita, gli dà il desiderio di rispondere al suo amore, di vivere per lui e di assomigliargli. È solo dopo avergli confessato i peccati ed aver creduto e ricevuto il perdono di Dio che si è veri cristiani.

 

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