"Anch'io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!»" (Ester 4:16)
PAURA
Il re di Persia aveva firmato un documento stabilendo lo sterminio di tutto il popolo giudeo. Quando lo schiavo Mardocheo lo lesse, esortò Ester, da poco incoronata regina, a chiedere grazia per il suo popolo. Recarsi dal re, non invitata, poteva costarle la vita, eppure, per amore del popolo di Dio, corse il rischio. In passato ed ancora oggi, una gran quantità di cristiani sono morti per amore di Gesù e della loro fede. E' terribile, ma possiamo essere confortati dal fatto che morire per amore di Gesù è il più alto onore che vi possa essere. Molti di noi forse non dovremo affrontare una prova come quella di Ester, ma possiamo prendere coraggio da quest'esempio, sapendo che vi sono cose peggiori della morte, mentre morire per il servizio a Dio è davvero il più alto onore che una persona può sperimentare, sapendo che Gesù stesso ci ha esortato dicendo che non dobbiamo avere paura di quelli che possono uccidere il corpo, ma di ciò che può tenere l'anima nelle tenebre e nella morte eterna.
"Samuele disse: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale piú che il grasso dei montoni" (1° Samuele 15:22)
SERVIRE VERAMENTE IL SIGNORE
Per resistere alle tempeste un albero deve avere radici proporzionate allo sviluppo dei rami. Un veliero deve avere una chiglia calcolata in funzione della superficie delle vele. È così anche per il credente. Ogni volta che egli non coltiva la comunione personale e intima con Dio, ogni volta che l'opera interiore non cammina di pari passo con l'opera al di fuori, egli corre verso il naufragio spirituale. La comunione con Dio deve sempre mantenere un posto più elevato del servizio per Dio, non deve essere mai trascurata. Se Dio non riceve l'omaggio intero del nostro cuore, ciò che compiremo per Lui con le nostre mani e con la nostra intelligenza, non avrà alcun valore. Se il movente nascosto della nostra attività non è l'amore per il Signore, non andremo lontano. Tutto ciò che avremo edificato senza quel fondamento solido finirà col crollare. Ciò che il Signore si aspetta da noi, non dimentichiamolo mai, non sono delle opere spettacolari, o religiose, ma l'omaggio di una simile obbedienza.
"ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesú Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno" (2° Pietro 3:18)
CRESCERE NELLA CONOSCENZA
Se conosci l'amore di Gesù, come i cervi anelano ai rivi d'acqua, desidererai vivere più profondamente nel Suo amore. Se non desideri conoscerLo meglio, allora non Lo ami, poiché l'amore grida sempre: "Più vicino a Te Signore, più vicino a Te Signore". L'assenza da Cristo è grande tristezza; ma la presenza di Gesù è il cielo. Non accontentarti di vivere senza una maggiore vicinanza a Gesù. Cerca di conoscere di più della Sua natura divina, della Sua vita umana, della Sua opera compiuta, della Sua morte, della Sua risurrezione, della Sua attuale intercessione gloriosa, e della Sua prossima venuta regale. Stringiti saldamente alla Sua croce, e medita sul mistero delle Sue sofferenze. L'aumento del nostro amore per Gesù e una più perfetta comprensione del Suo amore per noi, sono una delle migliori prove della crescita nella grazia. La conoscenza di Cristo non è e non deve essere qualcosa di formale, bensì un esperienza personale. Chiedi a Lui di farsi sempre di più conoscere nella tua vita.
"ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesú Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno" (2° Pietro 3:18)
CRESCERE NELLA GRAZIA
"Crescete nella grazia", in tutta la grazia. Crescere in quella grazia fondamentale: la fede. La nostra fede aumenti in pienezza, costanza, semplicità. Cresciamo anche nell'amore, chiediamo che il nostro amore possa diventare più intenso, più concreto, fino ad influenzare ogni pensiero e azione. Allo stesso modo cresciamo nell'umiltà, cerchiamo di non innalzarci e di essere più consapevoli della nostra inutilità. E mentre cresciamo nell'umiltà, avviciniamoci di più a Dio in preghiera, e nella comunione con Gesù. Possa il Signore renderci in grado di "crescere nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". Chi non cresce nella conoscenza di Gesù, rifiuta di essere benedetto, mentre avanzare nella conoscenza di Lui significa ricevere maggiore gioia. Chi non brama di conoscere di più Cristo, non conosce ancora niente di Lui. Infatti chiunque ha sperimentato la Sua grazia, ne desidererà ancora, poiché sebbene essa soddisfi, è una soddisfazione tale che si brama di ricevere ancora.
"Pperché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato" (Romani 1:21)
QUALI PUNTI DI RIFERIMENTO?
Impossibile non porsi la domanda quando l'attualità ci rivela le cose brutte che vi sono nel mondo in cui viviamo: Come si spiega tanta disonestà, immoralità e violenza? La Bibbia ci dice la causa del male, il male è nel cuore dell'uomo. Gli uomini si sono fatti beffe di Dio, il loro Creatore. Hanno perso i loro riferimenti morali, derivati dal Vangelo. Oggi l'uomo ha posto se stesso al centro di tutto. Vuole affrancarsi dalla morale cristiana e cerca di appagare tutte le sue concupiscenze. Ciò che ieri era illecito oggi è tollerato, e domani sarà legalizzato. Questo processo lassista è evidente in numerosi casi. Nella Bibbia Dio ci rivela il suo pensiero sugli argomenti più concreti della nostra vita quotidiana. Egli desidera per ogni sua creatura una vita felice, cioè in armonia con ciò che Lui approva. Se la Parola di Dio trasforma i nostri pensieri, ispira le nostre azioni, saremo realmente "il sale della terra", cioè d'esempio in questo mondo e in mezzo a una civiltà in decadenza.
"Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la piú grande di esse è l'amore" (1° Corinzi 13:13)
LA FEDE, LA SPERANZA E L'AMORE
Queste tre virtù ci collegano a Dio. Se ne togliete una, l'equilibrio della via cristiana è compromesso. La fede, citata per prima, è la condizione indispensabile alle altre due: "Senza fede è impossibile piacere a Dio". La fede consiste nel credere semplicemente tutto quello che Dio dice nella Bibbia. Gli credo quando mi assicura che sono salvato per la fede in Cristo Gesù, ed anche quando mi promette che posso contare su di Lui ogni giorno. La speranza s'appoggia sulla fedeltà di Dio alle sue promesse: "Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri tra tutti gli uomini". L'amore ha la propria sorgente in Dio stesso. "Noi amiamo perché Egli ci amati per primo". L'amore impregna tutta la vera vita cristiana. "Se non avessi amore, non sarei nulla". In questo i cristiani dovrebbero essere imitatori di Dio ed agire avendo sempre l'amore come movente: amore per Dio, amore per i nostri simili. Amore per Gesù, Colui che si è dato sulla croce al posto nostro.
"predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza" (2° Timoteo 4:2)
IL CREDENTE DAVANTI AI PROBLEMI ATTUALI
I problemi attuali sono gravi e molteplici; chi potrebbe negarlo? Ma il più grave si chiama peccato. Pretendere che il genio umano, peraltro incontestabile, abolisca un giorno le conseguenze del peccato quando tollera e coltiva il peccato stesso, è un'aberrazione! Il credente è chiamato a fare del bene a tutti, a comportarsi in modo irreprensibile, ma il messaggio di cui è portatore non ha lo scopo di regolare i problemi della società: esso illumina gli uomini per la loro salvezza eterna. Fare dell'evangelo un mezzo fra gli altri per dare sollievo all'umanità, è come mandare i pompieri a riparare i mobili di una casa in fiamme invece di salvare le persone! Non coltiviamo l'illusione che il mondo possa cambiare in bene migliorando l'uomo. Il mondo non ha voluto saperne di Gesù come Salvatore, il giudizio è pronunciato e il Giudice è alla porta. Non permettiamo che le cose d'un momento ci nascondano la grande domanda: Dove passeremo io e voi l'eternità? Questo Salvatore è il vostro Salvatore?
"Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Matteo 7:13-14)
LA VIA CHE SEMBRA DIRITTA
Perché mai la porta della salvezza dovrebbe essere stretta? Il peccato rende impossibile all'uomo percorrere la via verso Dio. Ecco la missione e l'opera di Gesù, Egli si è caricato del peccato, lo ha espiato e ha "inaugurato" la via per mezzo di Lui per giungere a conoscerfe Dio. Molti però credendo troppo ardua la via indicata da Gesù, perché comporta una resa completa ed incondizionata alla Sua volontà fino al rinnegamento di se stessi, decidono così di rifiutare. Inevitabilmente li aspetta il baratro del giudizio. Appare larga la via che allontana da Dio, piena di passioni ingannatrici, essa promette all'uomo ogni sorta di concessione. Non facciamoci ingannare da illusioni; Gesù disse: "Io sono la via, la verità, e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". Accettando Lui nella nostra vita come Signore e Salvatore, camminando insieme a Lui, riusciremo a percorrere interamente il cammino della salvezza, anche quando apparirà tortuoso e le forze sembrano venir meno.
"Dov'eri tu quando io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza" (Giobbe 38:4)
MOTIVI PER LODARE
Come possiamo non essere stupefatti e sopraffatti dalla maestà di Dio? Eppure spesso ce ne dimentichiamo e, come Giobbe, abbiamo bisogno di riascoltare i dettagli delle meraviglie del potere creativo di Dio. La sofferenza di Giobbe lo portò a dubitare di Dio, così il nostro Padre celeste gli rinnovò quanto stava dimenticando, e ricorda queste cosa anche a noi, nei Suoi modi inconfondibili. E' Lui che ha stabilito le fondamenta della terra, i limiti degli oceani, provvede il sole del mattino, controlla la vita e la morte, manda la pioggia e la grandine, infonde la conoscenza nel cuore, stabilisce la nascita degli animali. Ogni giorno questa terra eleva a gran voce un canto di riconoscenza al suo Creatore. E noi? Usiamo un pò di tempo oggi, e da oggi in poi, per echeggiare questa melodia insieme al creato, ed elevare la nostra lode al nostro potente Creatore e Dio. Non dimentichiamo mai la grandiosa maestà del nostro Dio! Non dimentichiamo il Suo infinito amore nel donarci Cristo Gesù.
"«Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno..." (Luca 22:31-32)
SIAMO VAGLIATI
Cristo fu il testimone fedele di Dio in questo mondo, perché manifestò quaggiù i caratteri divini: amore, grazia, bontà, giustizia, santità, luce. Possiamo citare numerosi esempi dalla Bibbia, come Giobbe, Giosuè, Pietro e tanti altri, hanno subito prove atte ad allontanarli dal Signore, a volte in modo violento e persecutorio, spesso attraverso astuzie ed inganni. Non crediamo a ciò che vuole distoglierci dalla verità biblica che attesta che Dio è amore, possiamo pertanto stare fermi nella fede in Lui. Per ottenere vittoria contro ogni prova, Dio ha messo a nostra disposizione la "completa armatura di Dio, affinché possiamo stare saldi contro le insidie del diavolo" (Efesini 6:11-18). Non temiamo dunque, se Dio permette delle prove e delle difficoltà, possiamo porre certezza che tutto "coopera al bene di quelli che lo amano", i risultati di ogni prova sono sempre alla Sua gloria e per la benedizione dei Suoi figli. Gesù Cristo è la roccia sulla quale i nostri piedi sono fermi e saldi.
Altro...
"E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre" (Giovanni 1:14)
L' UNIGENITO FIGLIO
Possiamo affermare che Cristo è l'unigenito del Padre, e il primogenito dai morti. Egli ha fatto per noi ciò che nessuno all'infuori di un Dio poteva fare. Egli ha vinto la nostra caparbia volontà, ha sciolto un cuore che era duro come diamante. Egli ha mutato il dolore in danza, la desolazione in gioia; Egli ha fatto rallegrare il nostro cuore di una gioia indicibile e piena di gloria. Ed Egli è pieno di grazia, se non lo fosse stato, io e te non saremmo mai potuti essere salvati. Nessun peccatore ha mai avuto un Salvatore migliore; né chi geme ha mai avuto un consolatore più grande di quello che Cristo è stato per chiunque ha creduto in Lui. Non vogliamo altri oltre a Lui. Nella vita Egli è la nostra vita, e nella morte Egli sarà la nostra vittoria; nella povertà Cristo è la nostra ricchezza; nella malattia Egli prepara il giaciglio; Gesù è fonte di grazia e d'amore, solo verità e non falsità. La sua grazia arricchisce chi va a Lui. "Anima mia benedici con tutta la tua forza Gesù.
"Gioisco seguendo le tue testimonianze, come se possedessi tutte le ricchezze" (Salmo 119:14)
IL TESORO PER ECCELLENZA
Qual è il tesoro più grande del mondo? Alcuni potrebbero dire che è tutto l'oro accumulato, oppure tutte le ricchezze della terra, o i beni trovati nei palazzi dei re. Ma la risposta invece è: possedere la grazia di Dio e la Parola di Dio. Se in qualche modo rubassero tutte le cose splendide che noi chiamiamo tesori, vi sarebbe certamente una perdita incalcolabile, ma supponete che in qualche modo il mondo fosse privato della Bibbia e di ogni traccia della sua influenza, che l'uomo vivesse senza Dio, la sua benedizione, quanto povero e misero sarebbe questo pianeta! La Bibbia è il nostro più grande tesoro, l'amore di Dio nella nostra vita la ricchezza maggiore, prezioso più di tutto l'oro del mondo. Stiamo dando il rispetto vero e pratico a cotante ricchezze, o solo a parole? Stiamo ubbidendo alle sue indicazioni di vita? Seguiamo i suoi consigli di riporre la fede in Cristo come nostro Signore e Salvatore personale? Se vuoi essere ricco, appropriati per fede della grazia di Gesù.
"E Pietro a loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesú Cristo, per il perdono dei vostri peccati..." (Atti 2:38)
IL RAVVEDIMENTO
Nelle predicazioni di Giovanni Battista la prima parola è "ravvedetevi". Nelle predicazioni di Gesù e degli Apostoli, nelle missioni dei 12 e dei 70, lo stesso: "ravvedetevi". Nel libro degli Atti Pietro spiega come inizia la salvezza delle persone: "Ravvedetevi e poi ciascuno di voi sia battezzato". La chiesa storica ha invertito l'ordine di Dio, insegnando pressappoco così: prima battezzatevi (da neonati) e poi, quando sarete grandi, forse capirete quello che avete fatto da bambini. Ma la Scrittura non dice cosi! Prima viene il ravvedimento e poi il battesimo! La scrittura continua così: "per il perdono dei peccati". Dal testo originale si evince la traduzione letterale, che recita così: "a motivo della remissione dei peccati". Questo ci fa comprendere che il battesimo non perdona i peccati. È all'atto del ravvedimento e della contemporanea salvezza che siamo perdonati dai nostri peccati. Per questo, poi, ci battezziamo da adulti: perché siamo stati perdonati nel giorno del ravvedimento.
"Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. 3 Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire" (Matteo 22:2,3)
LA PARABOLA DELLE NOZZE
Pochi giorni prima della sua crocifissione, Gesù ha raccontò di un re, il quale fece le nozze di suo figlio. Questo presenta in modo ammirevole la grazia di Dio che invita tutti a condividere la sua gioia. Tutto è già pronto, non c'è nulla da portare; occorree solo rispondere al Suo invito. Essi rifiutarono accampando delle scuse. Questa reazione mostra ciò che noi siamo: reticenza quando Dio ci invita a Se. Un invito disinteressato ci pare incredibile, eppure, Dio c'invita. Non rifiutiamo adducendo pretesti. La sala delle nozze del cielo sarà riempita di tutti quelli che avranno accettato l'invito di Dio, qualunque sia il loro grado di colpevolezza agli occhi degli uomini, ma tutti i salvati per la grazia di Dio. Per partecipare a quel pranzo, bisognava aver rivestito l'abito da nozze dato dal re stesso a tutti gli invitati, quindi la sola condizione posta da Dio per accoglierci nel suo regno è che abbiamo messo da parte la nostra propria giustizia, per rivestire quella di Gesù Cristo.