"Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli" (Salmo 55:22)
L'AIUTO CONVENEVOLE
Il nostro Salvatore ci invita ripetutamente ad abbandonare tutte le nostre preoccupazioni ansiose. Questo è uno di quei precetti che non si può trascurare, dobbiamo fidarci di Dio e non di noi stessi. Spesso ci sforziamo di portare sulle nostre spalle il pesante carico, come se Egli non potesse o non volesse portarlo per noi. Ma più ancora, la sollecitudine ansiosa spesso porta a commettere dei peccati in quanto mettiamo da parte Dio come nostro aiuto e sostegno e facciamo affidamento sulla capacità umana. L'ansietà ci fa dubitare dell'amore di Dio, allora proviamo sfiducia, cosicché le nostre preghiere vengono impedite, la nostra vita resta una vita d'egoismo. Così la mancanza di fiducia in Dio ci conduce lontani da Lui. Ma se mediante una semplice fede nelle Sue promesse gettiamo ogni nostro peso su di Lui, e non ci "angustiamo di nulla" perché Egli ha cura di noi, essa fede ci terrà stretti a Lui, e ci renderà saldi contro le tentazioni. Scopriremo la vittoria nel confidare in Lui.
"Poi gli Israeliti partirono dal monte Or, andarono verso il mar Rosso per fare il giro del paese di Edom; durante il viaggio il popolo si perse d'animo." (Numeri 21:4)
LO SCORAGGIAMENTO
Vi è forse qualcuno che non si sia mai scoraggiato? Si può essere stanchi del cammino, si può essere abbattuti. La causa di ciò sta soprattutto nella mancanza di fede, ciò avviene quando perdiamo di vista "Colui che è invisibile". Facciamo presto a venir meno nell'animo, e dire: Che fare? "Se ti perdi d'animo nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca . Allora potremo giudicare il peccato di aver mancato di fede e di fiducia, di esserci lasciati abbattere dalle circostanze o dall'opposizione. Abbandonandoci" nelle braccia eterne del Signore e riceveremo la grazia di una fede fortificata. Colui che è passato per tali esperienze può allora "rinfrancare le mani e le ginocchia vacillanti", come faceva L'apostolo Paolo quando prigioniero, stanco e affaticato dal cammino, si avvicinava a Roma e ai fratelli che aveva tanto desiderato vedere: "I fratelli... ci vennero incontro... e Paolo, quando li ebbe veduti rese grazie a Dio e prese animo". Confida in Cristo e sarai rinnovato nell'animo tuo.
"Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con *Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono..." (Matteo 2:10,11)
CHI STAI SEGUENDO?
L’adorazione dei magi verso il nostro Signore e Salvatore Gesù fu un momento unico, irripetibile, eppure se leggiamo qualche passo prima tutta la gente di Gerusalemme, non reagì proprio nello stesso modo, ma si limitò ad indicare ai magi il luogo della sua nascita: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? La risposta fu molto superficiale in quanto dissero: “In Betlemme di Giudea, poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele” (Matteo 2:2/6). Questa incredibile indifferenza da parte di tutta la gente di Gerusalemme, deve farci riflettere: difatti noi spesso ci comportiamo come questo popolo; conosciamo alla perfezione dove e come incontrare nostro Signore, grazie alla Bibbia, abbiamo tutte le indicazioni per raggiungere nostro Signore adorarLo e conoscerLo personalmente ma, rimaniamo fermi, sterili, nella nostra religione.
"«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita piú del nutrimento, e il corpo piú del vestito?" (Matteo 6:25)
NON SIATE ANSIOSI
L'Iddio che ha fatto i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, è il nostro Padre celeste avendoci adottati come suoi figliuoli in Cristo Gesù. Egli ci ama di un amore grande, Egli si cura di noi, Egli vuole farci del bene, Egli è vicino a noi. Ecco perché non dobbiamo diventare ansiosi circa le cose di cui necessitiamo, perché Egli è con noi per sovvenire ad ogni nostra necessità. InvochiamoLo piuttosto, come dice Il Vangelo, in ogni nostro bisogno, facciamolo con fede senza stare affatto in dubbio, e vedremo che nel nostro cuore Dio farà regnare la sua grande pace. "A colui che è fermo nei suoi sentimenti, Tu conservi la pace, la pace perché in Te confida" (Isaia 26:3). Prendiamo in parola Gesù quando ha detto "cercate prima il regno e la giustizia di Dio, tutte le altre cose vi saranno sopraggiunte". Quando non sappiamo proprio cosa fare, confidiamo in Dio e invochiamoLo, Egli proteggerà e guiderà con la sua pace, provvederà ad ogni nostro bisogno in Cristo Gesù.
"Gesú gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina»" (Giovanni 5:8)
IL PARALITICO
Come molti altri, l'uomo infermo aspettava che una meraviglia si compisse nella sua vita, e un segno gli fosse dato. Aspettava impaziente e speranzoso, non sapeva che lì c'era Uno che poteva guarirlo in un momento. Molti sono nella stessa condizione: aspettano una particolare emozione, un'impressione speciale, un segno; aspettano invano e vegliano per nulla. E' triste pensare che migliaia di persone stanno aspettando di ricevere qualcosa dall'uso di pratiche religiose, voti, e decisioni, e hanno così aspettato un lunghissimo tempo, del tutto invano. Egli potrebbe guarirli immediatamente, ma loro preferiscono aspettare altro e non confidare in Gesù; Egli è la via sicura ad ogni benedizione, ed Egli è degno della più solida fiducia; ma l'incredulità spesso ha la meglio. Possa, il Signore, volgere il Suo sguardo alle moltitudini di persone che sono in questa condizione questo giorno; e chiamarli mediante quella dolce voce d'amore, ad alzarsi dal letto della disperazione e camminare con fede.
"Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato..." (Apocalisse 5:6)
L'AGNELLO CHE FU IMMOLATO
Perchè il nostro Signore esaltato dovrebbe apparire in gloria con le Sue ferite? Le ferite di Gesù sono Sue glorie, Suoi gioielli, Suoi sacri ornamenti. Quale impareggiabile Cristo vediamo in Colui che fu inchiodato alla croce; tutta la Sua bellezza, il Suo amore. Le ferite di Gesù sono molto più onorevoli ai nostri occhi che tutto lo splendore e lo sfarzo dei re. La corona di spine è più che un diadema imperiale; essi sono i trofei del Suo amore e della Sua vittoria. Egli ha redento la grande moltitudine che nessun uomo può contare, e quelle cicatrici sono un ricordo della battaglia. Se Cristo ci ha amato al punto di conservare il ricordo delle Sue sofferenze per il Suo popolo, quanto preziose dovrebbero essere per noi quelle ferite? "Guarda come da ogni Sua ferita sgorga un balsamo prezioso che sana le piaghe del peccato e cura i suoi mortali mali. Quelle ferite sono bocche che proclamano la Sua grazia. Gli emblemi del Suo amore. I sigilli della beatitudine che avremo nel cielo con Lui.
"sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesú..." (Galati 2:16)
GIUSTIFICATI PER FEDE
Per il cuore dell'uomo è una nozione estranea quella della giustificazione per mezzo della fede. Egli non vuole ammettere l'inutilità delle cose che può offrire a Dio. Spesso pensiamo che basta liberarci dell'una o dell'altra abitudine, pregare un po' di più, per ricevere Dio nella nostra vita. Quando poi viene presentata la realtà, cioè l'inutilità di fare alcunché per avvicinarsi a Dio, l'uomo risponde: "Non serve dunque a niente camminare nell'onestà?". Senza dubbio ciò ha il suo valore, ma non sarà questo a metterci in regola davanti a Dio. Molti dicono di accettare la giustificazione per mezzo della fede, ma tutta la loro condotta, i loro pensieri lo contraddicono. In fondo al loro cuore c'è sempre l'errata convinzione che se migliorano la loro vita, Dio manifesterà il suo favore verso di loro. Niente di più contrario a ciò che la Parola di Dio ci insegna. Dio offre a tutti quanti noi la salvezza per mezzo della fede nell'opera già compiuta da Gesù alla croce per ciascuno di noi.
"Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi" (Giacomo 1:22)
CRISTIANI NON PRATICANTI
Molti si definiscono "cristiano non praticanti", in quanto non vogliono adeguarsi a tradizioni e cerimonie di cui non se ne capisce il senso e di cui a volte si denuncia l'ipocrisia. Essi si sentono soddisfatti di essere cristiani, anche senza "praticare". Il cristianesimo, se è autentico, deve essere vissuto dovunque e sempre, e tradursi in un comportamento coerente nella propria famiglia o nel proprio luogo di lavoro. Il vero cristianesimo non è una mera accettazione di regole morali o di insegnamenti, ma una vita completamente nuova vissuta costantemente con il nostro Signore Gesù Cristo. L'esistenza del cristiano è grandemente influenzata dalla sua relazione con Cristo. Per chi conosce il Signore Gesù come suo Salvatore e suo Signore, la sua fede gli dà una motivazione per tutta la vita, gli dà il desiderio di rispondere al suo amore, di vivere per lui e di assomigliargli. È solo dopo avergli confessato i peccati ed aver creduto e ricevuto il perdono di Dio che si è veri cristiani.
"Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesú, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati»" (Matteo 1:21)
DIO SALVA IL SUO POPOLO
Cosa intende la Bibbia per salvezza? E' il dono di Dio per l'uomo perduto nei peccati. Egli lo salva dalla terribile condanna che i suoi peccati hanno attirato su di se; ma il Suo trionfo è ben più completo di questo. Egli salva il Suo popolo "dai loro peccati" Dove Cristo compie un'opera di salvezza. Nessun uomo è davvero cristiano se il peccato regna nel suo corpo mortale. Se la tua vita è impura il tuo cuore non è cambiato, allora tu non sei salvato. Se il Salvatore non ti ha santificato, rinnovato, dato un santo odio verso il peccato e un amore per la salvezza, Egli non ha operato alcuna salvezza in te. Quella grazia che non rinnova e migliora l'uomo è una inutile contraffazione. È scritto: "Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore" e: "Si diparta dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo". Se non siamo salvati dal peccato, come spereremo di essere annoverati tra il Suo popolo? Signore, salvami ora da ogni peccato, e rendimi in grado di onorare il mio Salvatore.
"Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere" (Apocalisse 22:12)
CRISTO COME SERVO O COME PADRONE?
Ogni parola che procede dalla bocca del Maestro è preziosa. Non facciamo distinzione fra le Sue promesse e i Suoi precetti, ma ogni sillaba ci è più preziosa dei diamanti, ogni Suo comandamento vale di più di molto oro finissimo. I Suoi insegnamenti pratici o dottrinali che siano, che servono ad istruirci o ad incoraggiarci, rallegrano il nostro cuore allo stesso modo. Ogni discorso di Gesù è Parola di Dio per il nostro cuore. Sia che si tratti di un ammaestramento, di un avvertimento, di un rimprovero, di un invito o di una consolazione, ogni Sua Parola è dolce al nostro palato. Noi non abbiamo imparato a conoscere Cristo in modo da raccogliere e selezionare le Sue Parole secondo i nostri gusti. Molti vogliono udire cose piacevoli, quando poi La parola di Dio dichiara ciò che noi dobbiamo fare per Cristo, costoro esclamano: "Questo non è predicare il Vangelo, è un messaggio legalista che mette pesi sulle nostre spalle". Vogliono Cristo solo come servo e non come Signore della loro vita.
Altro...
"Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di *Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre" (Apocalisse 3:7)
COLUI CHE APRE E NESSUNO CHIUDE
Nessuno possiede le chiavi della vita eterna al di fuori di Gesù, ed Egli mette davanti a ogni essere umano una porta aperta, che nessun uomo ne alcun'atra cosa può chiudere. Quale gioia sarà scoprire che la fede in Lui è la chiave dorata che apre le porte eterne! L'aver accolto in dono la sua grazia ci darà l'etrerno privilegio di stare con Lui. Hai afferrato per fede questa chiave? O stai facendo affidamento su qualche grimaldello ingannevole, che alla fine verrà meno e ti deluderà? Ascolta questa parabola raccontata da Gesù e ricordala: Il grande Re ha preparato un banchetto, ed ha proclamato a tutto il mondo che nessuno entrerà tranne coloro che portano con sé l'abito delle nozze il quale viene offerto in dono da Cristo Gesù a tutti coloro che glie ne fanno richiesta per fede. Nessuno può illudersi di avere in se meriti tali da fargli ereditare la vita eterna, ma solo chi avrà creduto nell'opera salvifica di Gesù e avrà fatte proprie le chiavi per entrare che possederà tale certezza.
"Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero»" (Matteo 11:29-30)
LUCE NELLA DISTRETTA
Gesù ci invita a prendere il suo giogo, ma cos'è il giogo di Gesù? È quella sottomissione completa e continua al Padre sotto cui Egli viveva. Sempre umile e mansueto, Egli riconosceva la mano del Padre in tutto quello che incontrava. Con questa visuale dovremmo affrontare la vita per essere mantenuti tranquilli in tutte le nostre circostanze. La pace del Signore era perfetta, nonostante le prove disseminate lungo il suo cammino. Egli desidera che noi possediamo lo stesso riposo dello spirito e che realizziamo che «il suo giogo è dolce e il suo carico è leggero». Impariamo dunque a vivere le nostre prove quotidiane con sottomissione, solo così saranno addolcite. Ricordiamo sempre che non siamo chiamati a sopportare da soli le pene della vita, Gesù stesso si offre volontario per aiutarci e dividere con noi il peso. Gesù Cristo, simile a noi in tutte le cose, a parte il peccato, avendo sopportato tutte le sofferenze che possiamo incontrare, è sempre in grado di simpatizzare con noi.
"Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere»" (Daniele 3:17-18)
L'INSIDIA DEL COMPROMESSO
Tre giovani Giudei sono stati deportati a Babilonia. Là, il re Nabucodonosor vuole inculcare in loro la cultura idolatra e gli usi del posto. Per l'inaugurazione d'una statua grandissima, ordina che, udendo squillare vari generi di strumenti musicali, tutti si prostrino e adorino la statua. I tre Giudei, fedeli a Dio, rifiutano. Subito sono denunciati e portati dal re. Costui intima loro di ubbidire, minacciandoli di gettarli in una fornace in caso di rifiuto. Con calma, dignità e determinazione, essi rispondono che preferiscono morire piuttosto che adorare un idolo. Incollerito, il re mette in atto la sua minaccia, ma il Signore interviene con potenza e li libera. Alcuni possono pensare che bisogna fare delle concessioni, che sarebbe sbagliato mettere a rischio la carriera e la propria tranquillità ma chi è fedele al Signore Gesù dovrebbe essere disposto anche a perdere tutto piuttosto che disonorare il proprio Maestro e Signore. Ricordiamo che Egli, per amor nostro, morì sulla croce.
"Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me" (Apocalisse 3:20)
GESU' NELLA TUA CASA
Quanto preziose le parole di Gesù: "Oggi debbo fermarmi a casa tua"! Che posto gli diamo nella nostra vita? È sempre il benvenuto a casa nostra, o lo incontriamo soltanto la domenica fuori dalla nostra casa? C'è forse a casa nostra una situazione tale che preferiremmo incontrarlo fuori? È l'ospite che riceviamo a casa nostra solo quando abbiamo bisogno d'aiuto o di consiglio, ma che dimentichiamo quando tutto va bene? Oppure, come è suo desiderio, Gesù è il benvenuto in ogni momento della notra vita, sia esso positivo o negativo. Ci sono forse ancora nella nostra vita delle stanze di cui teniamo nascoste le chiavi, perché Gesù non vi entri? Perché non veda i pensieri segreti, la nostra invidia, l'amarezza, o insoddisfazione? O la chiave della biblioteca dove ci sono libri che sarebbe meglio che non trovasse? Sì, se ammiamo Gesù come nostro Salvatore, allora Gli apriremo con gioia tutto il nostro cuore, e lo lasceremo entrare in qualsiasi momento nel più recondito angolo della nostra vita.