"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo" (Galati 5:22)
IL FRUTTO DELLO SPIRITO
Prima che Gesù ascendesse al Cielo promise ai Suoi discepoli che non li avrebbe lasciato soli, ma avrebbe loro mandato il Consolatore, lo Spirito Santo. Egli agisce nei nostri cuori, ci guida e ci consola ed è sempre con noi. Non basta ricevere lo Spirito Santo per camminare in modo da essere graditi a Dio: è necessario che in noi sia visibile il Frutto dello Spirito. Come possiamo leggere nel versetto odierno il Frutto dello Spirito ha nove manifestazioni. Innanzitutto l'amore. Esso è il più grande sentimento presente nel cuore dell'uomo che fa agire in modo saggio e benevolo. In secondo luogo la gioia. Amare con cuore pieno di gioia permette di operare senza fatica, significa adoperarsi per gli altri e per se stessi in modo spontaneo, con spirito allegro trasmettendo agli altri questo nostro sentimento e contagiando chiunque ci contatti. Un cuore ripieno della gioia del Signore non può trattenersi, ma deve necessariamente condividere con il prossimo la sua allegrezza e la manifestazione di ogni parte del Frutto dello Spirito Santo.
"Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza" (1° Tessalonicesi 4:13)
LA MORTE E LA VITA
Il pensiero della morte apre uno spiraglio alla tristezza e al turbamento, un senso di ansietà e di paura assale il cuore, ma la voce dell'anima è pronta a ricordarci le promesse di Dio. Naturalmente è umano chiedersi come sarà il passaggio da questo mondo all'altro. Ricordiamo che Gesù stesso, prima della morte della croce, fu assalito dalla paura. Chiese ai discepoli di pregare per Lui, ma questi furono vinti dal sonno, dovette quindi rivolgersi al Padre Celeste, Colui che non dorme e non sonnecchia. Gesù pregò molto, chiese, se possibile, di allontanare da Lui quel momento, ma la risposta che ricevette fu chiara, doveva dare la Sua vita per me e per te. Rimettendosi alla volontà del Padre accettò la morte della croce. Durante i momenti che lo separavano dal calvario, Dio gli donò calma e pace al cuore preparandolo alle tragiche ore successive. Per fede crediamo che questo soccorso sarà anche per noi e che tutte le nostre paure svaniranno al dolce suono della Sua voce.
"Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo" (1° Tessalonicesi 5:9)
OTTENERE SALVEZZA
La salvezza, la vita eterna, sono concetti di cui spessissimo abbiamo sentito parlare. Sappiamo fin dai tempi della fanciullezza che Gesù Cristo è morto per noi sulla croce, che ha sacrificato la Sua vita per donarcene una eterna. Per permetterci di entrare a far parte del Suo Regno. Il versetto di oggi evidenzia che l'ira di Dio è contrapposta alla salvezza eterna. Infatti, chi non è salvato è semplicemente perché non ha voluto accettare il sacrificio divino, non ha desiderato essere chiamato figlio di Dio. Per costui non può che esserci l'ira divina. Gesù ha donato a tutti la Sua vita, affinché imparassimo ad aver fede e passassimo dalla morte alla vita. Il vestito del credente dovrebbe essere rappresentato dalle tre virtù cristiane: fede, speranza e amore. La fede che permette di credere in Gesù, la speranza di ereditare i beni celesti, l'amore da mostrare e dispensare senza nulla trattenere. Il Signore, però, continua ancora oggi a chiamare al ravvedimento e non è ancora troppo tardi per arrendersi alla maestà di Dio.
"Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico" (Esodo 33:11)
UN VERO AMICO
In alcuni momenti della vita abbiamo bisogno di sfogarci, di parlare e aprirci con qualcuno, ma guardandoci intorno vediamo che non ci si può fidare fino in fondo di nessuno. Il timore di essere derisi, di non essere capiti e il tutto rimane dentro di noi. Questo può causare dei sentimenti di ansia, di disagio e incomprensione. Aumenta la voglia di rinchiudersi in se stessi. E' proprio in quei momenti che possiamo cercare Gesù, l'Unico che ci ascolta senza giudicarci. Possiamo esporGli in semplicità i nostri problemi. Egli ci ascolta con amore e sostiene il peso delle nostre preoccupazioni, dei nostri problemi, dei nostri affanni, dei nostri malesseri. Andiamo a Colui che con amore ci dice: "Venite ... anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana" (Isaia 1:18) Anche tu, caro amico, che ti senti provato, vai a Gesù ed Egli opererà nella tua vita.
"È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa" (Ebrei 12:11)
GIUSTIZIA E PACE
La giustizia e la pace sono due sostantivi che ricorrono spesso in tutta la Bibbia, essi qualificano degli atteggiamenti che il cristiano dovrebbe tenere, sono il frutto della correzione divina, come ci ricorda il versetto di oggi, ma sono anche identificativi di Dio. Egli è un Dio di giustizia e di pace. La Sua giustizia, lo sappiamo, non corrisponde alla nostra. Egli, però, com'è scritto, non lascerà impunito il colpevole. Questo vuol evidenziare che la misericordia divina non influisce sulla Sua giustizia. Essere misericordioso, pietoso verso i peccatori non vuol dire esentarli dalla punizione. La Sua misericordia si è mostrata mandando Gesù a morire al mio e al tuo posto, appagando così le richieste della giustizia; continua concedendo a tutti gratuitamente la salvezza attraverso la fede. Ancora oggi siamo nel tempo della grazia e non è tardi per accettare questa verità nel cuore. Non rimandare, accogli oggi Gesù nel tuo cuore e sarai salvato!
"Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano ... Lot scelse per sé tutta la pianura del Giordano e partì andando verso oriente" (Genesi 13:10, 11)
LA SCELTA DI LOT
Lot era il nipote di Abramo, figlio di un suo fratello. Egli era rimasto orfano e perciò Abramo lo prese con sé. Partirono insieme dal loro paese natìo per essere condotti dove il Signore li aveva destinati. Durante il viaggio, però, tra i pastori di Lot e quelli di Abramo nacque una disputa e considerando che la cosa poteva degenerare Abramo suggerì a Lot che era giunto il momento di dividersi. Abramo lasciò a Lot per primo la scelta. Egli aveva davanti a se diversi territori. Lot, analizzò la situazione, scelse quello che secondo lui era il posto migliore: la pianura del Giordano. Essa si presentava pianeggiante e ben irrigata, c'erano Sodoma e Gomorra, due grandi città in cui probabilmente si viveva bene, attraverso tutte le comodità che esse potevano offrire. Lot si era lasciato ingannare dai suoi occhi. Purtroppo la scelta di Lot risultò sbagliata e gli causò enormi guai e dispiaceri. Ogni scelta che facciamo assicuriamoci che trovi la volontà di Dio e realizzeremo la Sua benedizione.
"Hanno affilato la loro lingua come spada e hanno scagliato come frecce parole amare" (Salmo 64:3)
UN PICCOLO MEMBRO: LA LINGUA
In questo salmo si parla della "lingua che ferisce" e delle "parole come frecce". Il salmista è molto efficace nel descrivere i danni che può provocare un piccolo membro del nostro corpo: la lingua. La lingua può far molto male, può offendere ed essere aggressiva più della violenza fisica. Purtroppo, sappiamo bene che la nostra lingua, talvolta, ha agito allo stesso modo descritto sopra. Una critica di troppo, un commento superfluo, un momento di rabbia e la lingua si scatena. Non siamo precipitosi nel parlare, ma valutiamo attentamente il nostro dire, poiché: "Con le molte parole vengono i ragionamenti insensati" (Ecclesiaste 5:3), ma diciamo insieme al salmista: "Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l'uscio delle mie labbra" (Salmo 141:3). Preghiamo il Signore affinché la nostra lingua proferisca bene, consolazioni, incoraggiamenti e allontani da noi l'offesa, la calunnia, la critica, la disputa e i mormorii!
"Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto; tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato" (Salmo 51:17)
UN CUORE CONTRITO
Il termine sacrificio viene mentalmente associato a sofferenza, privazione. Biblicamente, il sacrificio descriveva l'immolazione di animali. Dovevano essere animali senza difetto. I sacrifici servivano per l'espiazione dei peccati: il sangue veniva sparso intorno all'altare. L'animale si bruciava interamente. Il sacrificio esprimeva la consacrazione totale della vittima, immagine di Cristo interamente offerto a Dio, e del credente pronto egli stesso a seguirLo in quest'atto di assoluto abbandono. Nel tempo, essi erano diventati semplicemente un rituale, senza più nessuna efficacia, tanto che Dio stesso pone loro fine. L'ultimo sacrificio è stato compiuto da Gesù sulla croce; ed è stato perfetto per la salvezza di chiunque ha fede nel Suo nome! I sacrifici che oggi il Signore ci chiede hanno tutt'altra natura: l'ubbidienza, la pietà e la conoscenza di Dio, un cuore rotto, umile, contrito: "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale" (Romani 12:1).
"La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero" (Salmo 119:105)
UNA LUCE LUNGO IL CAMMINO
La lampada e la luce hanno in comune una cosa: illuminano, e in questo versetto sono usate in maniera distinta, ma complementare. La lampada illumina il passo e quindi reca sicurezza attimo per attimo, ma la luce va oltre: illumina il sentiero! Non si può camminare senza sapere dove ci conduce il sentiero. Forse i tuoi passi sembrano sicuri, ma hai lampada che ti mostra ostacoli nei quali tu possa inciampare, forse la tua via sembra sicura, ma dove ti sta conducendo? Non camminare al buio, ma impara a dirigere i tuoi passi verso un sentiero sicuro: Gesù è la luce. Soltanto con Lui avrai davvero sicurezza e pace sul tuo sentiero: "I giovani si affaticano e si stancano, i più forti vacilla e cadono, ma quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano al volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano" (Isaia 40:30, 31). Ascoltiamo la Parola del Signore, lasciamoci guidare da Essa e cammineremo lungo un sentiero sicuro che ci condurrà verso la vita eterna!
"Tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo" (Isaia 43:4)
PREZIOSI PER IL SIGNORE
A volte ti senti inutile, sei inattivo, convinto che tutti possano fare qualcosa e tu no! Sappi che questo non è il pensiero di Dio nei tuoi confronti. Egli ti ama e ti apprezza per quello che sei, pregi e difetti compresi. Dio sa tutto della tua vita, della tua fede, della tua forza, dei tuoi pensieri. Il Signore prima di ogni altra cosa pesa il tuo cuore e l'amore che hai per Lui. Qualcuno ti scarterà o magari ti dirà che non sei adatto per qualche attività o compito; sarà dura da accettare, ma tu resta fedele e confida in Colui che ti chiama: Gesù. Nella Chiesa di Cristo, nel Suo popolo, c'è posto anche per te. L'opera Sua è immensa. Egli si userà di te: parlerai con il sale della sapienza, sarai come un ruscello d'acqua che disseta o come una scintilla d'amore per infiammare i cuori! Ti senti ancora inutile? Rimani fermo in Cristo! Dio ti userà per la Sua gloria e la tua gioia sarà traboccante di pace e di serenità. Disponi la tua vita affinché il Signore la usi secondo la Sua volontà.
Altro...
"Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!" (Salmo 32:1)
L'ESPIAZIONE
Espiare significa in primo luogo coprire, successivamente a tale termine venne associato il significato di togliere, cancellare. Un peccato espiato è un peccato cancellato, sottratto alla vista di Dio, coperto, eliminato. L'espiazione si opera per mezzo della dell'opera compiuta da Cristo Gesù alla croce del Calvario, vittima innocente che riconciliava il Dio Santo e l'uomo peccatore. La morte del Cristo è un'espiazione, perché essa copre il peccato degli uomini ed offre a Dio la possibilità di perdonare, poiché così viene soddisfatta la Sua giustizia. L'opera di Cristo alla croce è compiuta al posto dell'opera impossibile di espiazione degli uomini peccatori; in loro favore. "Il Figliolo dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti", afferma Gesù parlando di Sé stesso. Dio perdona tutti quelli che credono nel valore espiatorio del sangue versato sul Calvario (Romani 3:23-26). Crediamo con fede anche noi. Accostiamoci al gran sacrificio e il Signore non mancherà di perdonarci!
"Senza di me non potete fare nulla." (Giovanni 15:5)
SENZA GESU'
Non è difficile rendersi conto, anche se apparentemente non sembra così, che gli uomini hanno poco in cui credere: sono preoccupati, sfiduciati ed hanno paura gli uni degli altri. L'uomo è stanco di udire promesse che non risolvono i suoi problemi a tutti i livelli: personale, familiare, sociale, politico, religioso. L'uomo vive una vita triste, piena di ansie, alla ricerca continua di un qualcosa che nemmeno lui conosce e non riesce a trovare per riempire il vuoto che sente dentro. C'è chi pensa di riempirlo con la ricchezza, il piacere del sesso, della droga, del gioco, aumentando il suo sapere. La scelta dell'una o l'altra cosa può provvisoriamente distogliere il pensiero dalla vera necessità dell'animo, ma alla fine questa irrompe comunque. Sono troppi quelli che passano su questa terra senza preoccuparsi di conoscere personalmente Dio. Per questo Gesù disse: "Senza di me non potete fare nulla". Accetta Gesù nella tua vita ed Egli ti trasformerà rendendoti una persona veramente felice!
"Poi mi disse: "Daniele, uomo molto amato"" (Daniele 10:11)
L'UOMO AMATO DA DIO
Il libro di Daniele non è semplice da leggere: è pieno di visioni e sogni strani. Tuttavia, anche ad un lettore poco informato è evidente un fatto: Daniele era un uomo molto amato da Dio. Ma ora pensiamo a noi, uomini e donne del nostro tempo: siamo amati da Dio? Cosa risponderesti a questa domanda? Rifletti un istante e poi, se è il caso, appropriati del titolo che fu di Daniele, l'uomo molto amato. Se tu non fossi stato molto amato, saresti stato riscattato con il sangue prezioso di Gesù Cristo? Quando Dio colpì il suo unico Figlio al posto tuo, non significò forse che fosti molto amato? Se non ti avesse amato, perché avrebbe fatto di te un Suo figlio ed erede del cielo? Ora, se esiste un amore grande come quello di Dio, perché non dovremmo vivere sotto la Sua influenza? Non avviciniamoci a Dio come se fossimo degli estranei, come se Lui non volesse ascoltarci. Ricordiamoci che siamo Suoi figli e che ci ha molto amati: "Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con Lui?" (Romani 8:32).
"Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo" (Matteo 1:1)
LA GENEALOGIA
Nei Vangeli di Matteo e Luca ci viene indicata la genealogia di Gesù Cristo, ma essa non è l'unica presente nella Bibbia. Cerchiamo di spiegare a cosa servono e perché compaiono nella Bibbia. La loro lettura viene spesso trascurata perché comprensiva di lunghe liste di nomi che risultano anche difficili da leggere e da ricordare. Esiste però un motivo perché essa appare nel Libro dei libri. I registri genealogici erano tenuti in gran conto presso gli Ebrei ed, in genere, presso i popoli antichi. La loro presenza ha uno scopo spirituale molto importante: mirano a dimostrare la fedeltà di Dio nel favorire l'accrescimento della razza, secondo il suo comandamento, nel mantenere la sua promessa ad Abraamo e alla sua progenie; nel suscitare sacerdoti per ministrare nel suo santuario, ed infine, nel mandare, quando il termine fu giunto e tutto fu preparato, il Suo Figliolo nel mondo. Quindi, per quanto riguarda la Bibbia, la conservazione di queste liste doveva servire ad autenticare la discendenza del Cristo Gesù.