"Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te" (Salmo 119:11)
UN CUORE CHE ASCOLTA
"Dona al tuo servo un cuore intelligente" (1 Re 3:9). E' questa la preghiera che indirizzava a Dio un giovane che sentiva tutta la sua debolezza davanti alla grandezza del compito che aveva. Si trattava del Re Salomone, agli inizi del suo regno. Quando la Parola divina penetra in un cuore, la vita intera ne è influenzata, poiché è il cuore che regola ogni nostra attività e che determina tutto il nostro modo di essere. Ma chiediamoci: che cos'è che occupa il nostro cuore? Dalla risposta che daremo a questa domanda dipenderà la nostra intera esistenza. Un cuore può essere sede di ciò che Dio non gradisce, ed esso sarà un cuore arido e freddo; un tale cuore è allora troppo occupato dai propri interessi o ambizioni per avere il tempo di ascoltare la voce di Dio. Se non abbiamo "un cuore che ascolta", i rumori di questo mondo soffocheranno il suono della Sua voce; essa raggiungerà forse le nostre orecchie, ma non andrà oltre. Vegliamo dunque, affinché sia veramente il nostro cuore ad ascoltare.
"Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione" (Ebrei 3:15)
GLI ERRORI NON SONO AMMESSI!
Quante volte ci è stato detto: non si ammettono errori! Fra tutte le decisioni possibili che ognuno di noi è chiamato a prendere, ve ne è una che non ammette errore: la nostra salvezza eterna. Ognuno di noi deve prenderla, un giorno o l'altro, ed è la più importante di tutta la nostra vita! Non mettersi in regola con Dio su questa terra, avrà delle conseguenze eterne per tutti coloro che avranno trascurato di farlo. Poiché "è stabilito che gli uomini muoiano una volta, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27) e non vi saranno nell'aldilà delle "sedute di recupero". E' sulla terra che la sorte dell'anima viene fissata per l'eternità. Esiste, quindi, solamente un'alternativa: o si è salvati o si è perduti; “colui che ha il Figliuolo Gesù Cristo ha la vita, colui che non ha il Figliuolo non ha la vita” (1 Giovanni 5:12), ma l'ira di Dio rimane sopra di lui (Giovanni 3:36). Una scelta! Fatela ora; non rimandarla a domani. Caro lettore, afferra dunque oggi la salvezza che Cristro ti offre in dono.
"Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesú" (Atti 13:23)
DIRE SI O NO A DIO
Alla croce, Dio mostra l'intensità della sua ira contro il peccato dell'uomo, abbandonando Colui che se lo era caricato per espiarlo. Discerniamo, in quest'atto, l'enormità del male che ci caratterizzava e il costo infinito del perdono divino. A causa del fatto che Cristo ha dato la sua vita per noi, Dio ci dà la vita eterna. E' un dono che tutti coloro che credono accettano con gratitudine. Ma ognuno ha la possibilità di dire sì o no a Dio. Chi rifiuta volontariamente la salvezza che Dio gli offre, non sarà salvato. E' scritto: "In nessun altro è la salvezza", solo in Gesù (Atti 4:12). Si è portati a credere che sia impossibile che gli uomini respingano una tale salvezza gratuita; eppure, quanti sono quelli che se ne disinteressano. Gesù solo, per mezzo del Suo sacrificio, può riconciliare con Dio tutti coloro che credono in Lui. Non riconoscersi colpevoli, rifiutare la salvezza che Dio offre, è, inesorabilmente, esporsi all'infelicità eterna ed assumersene tutta la responsabilità.
"Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6)
GIUSTIFICATI PER FEDE
Credere a ciò che una persona dice sottintende il fatto che è considerata affidabile. Dimostrare fiducia in qualcuno è il più grande onore che gli si possa rendere. Inversamente, ritenerlo un mentitore è la più grave ingiuria. Quando qualcuno crede fermamente alla Parola di Dio, significa che considera Dio veritiero e giusto. Chi crede in Dio gli lascia libertà di agire nella sua vita come Lui desidera. Chi invece non crede in Lui, asserisce di non fidarsi e lo rinnega. Quando Dio constata che l'uomo riconosce la Sua veracità e confida in Lui, lo onora e a sua volta e lo giustifica". Il credente non è un ingenuo che crede a chiunque e qualunque cosa. Egli crede a Dio; "Se accettiamo la testimonianza degli uomini, maggiore è la testimonianza di Dio" (1 Giovanni 5:9). Ora, le testimonianze degli uomini le riceviamo ogni giorno. Rifiutare la testimonianza di Dio è dunque ancora più grave. "Chi non crede a Dio l'ha fatto bugiardo" (1 Giovanni 5:10) e dovrà rispondere un giorno per una tale offesa.
"Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?" (Matteo 16:26)
GESTIRE BENE LA PROPRIA VITA
Gesù sa che abbiamo bisogno del necessario per poter andare avanti nella vita, ma Egli sottolinea un importante verità: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte". Nel vangelo di Luca si racconta di un personaggio che arricchiva materialmente, mentre la sua vita spirituale andava impoverendo. Egli credeva di poter vivere e prosperare nel suo piccolo mondo incentrato sulla sua propria persona. Parlava come se egli avesse il controllo di ogni cosa, che regolasse la pioggia e le stagioni. Si comprende facilmente che questo ricco finisca per trovarsi tanto impegnato negli affari importanti e in banalità insignificanti, che dimentica Dio e il suo avvenire eterno. Oggi, l'uomo è immerso nella frenesia di una vita che ricerca solo ciò che è materiale, ma la Bibbia ci ricorda che la vita di un uomo non dipende dai suoi beni ne dalla posizione che egli ricopre nella società. Per conoscere la pace nel proprio cuore, bisogna che Gesù vi abbia preso posto.
"Il cuore è ingannevole piú di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?" (Geremia 17:9)
CIO' CHE DEVE CAMBIARE
Contrariamente a ciò che molti pensano, i principali problemi dell'umanità, non sono politici, economici, sociali, ecc..., ma sono problemi morali. Immaginiamo un mondo senza egoismo e senza menzogna, in cui ciascuno metta in pratica gli insegnamenti di Cristo; ogni tipo di conflitto sarebbe risolto e vi sarebbe la felicità nelle famiglie, la pace tra le nazioni, non più l'ingiustizia, e molto altro. Pertanto, ciò che deve cambiare in primo luogo, non sono le condizioni di vita dell'uomo, è l'uomo stesso. Non solamente chi ci sta attorno, ma il cambiamento radicale di del nostro cuore. Ora, cari lettori, è impossibile riformare fondamentalmente la propria natura. L'uomo è sostanzialmente un peccatore, incapace sia di migliorarsi che di essere migliorato. Dio non ripara ciò che l'uomo ha guastato, ma gli offre una nuova natura: una vita che è quella di Gesù Cristo e di cui possiamo appropriarci. Come può avvenire tutto questo? Per mezzo della fede in Lui, il Salvatore morto sulla croce.
"Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno" (Filippesi 1:21)
LO SCOPO DELLA VITA
Qual è lo scopo della nostra vita? Stiamo servendo la buona causa? Ricercare le ricchezze, gli onori, il potere, è egoistico, e non serve certamente per la buona causa. Perseguire l'amicizia, la solidarietà, l'integrazione in una cerchia qualunque, è certo più generoso, ma corrisponde di fatto a un ulteriore forma di egoismo. Dedicarsi alla famiglia, alla buona moralità, ai diritti dell'uomo, alla difesa dell'ambiente, è certo qualcosa di molto più nobile, ma la domanda è sempre la stessa: qual è la vera ragione della vita? Essa la si trova solo in Colui che è al di sopra di tutte le cose, cioè Crsito Gesù, Egli è il bene assoluto. Vivere per Gesù è la cosa più appagante, infatti, Egli è simultaneamente il modello della più alta moralità, il più grande liberatore degli uomini, è Colui che porta la pace e la gioia nel cuore di chi lo accoglie. AffidiamoGli dunque la direzione della nostra vita, mettiamo nelle sue mani il nostro futuro, ogni problema che ci affligge, e la vita avrà uno scopo.
"Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?" (Romani 10:16)
UBBIDISCI ALL'EVANGELO
L'apostolo Paolo, parlando agli Ateniesi, esprimeva, a loro parere, una dura verità: "Dio... ordina ora agli uomini che tutti, in ogni luogo, si pentano, perché ha stabilito un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia” (Atti 17:30-31). Poiché Dio ordina, coloro che non l'ascoltano sono dei disubbidienti. Sono quelli di cui Pietro dice che "non ubbidiscono all'Evangelo di Dio" (oppure "che non credono, 1 Pietro 4:17). Allo stesso modo, l'apostolo Giovanni dice: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra di lui" (Giovanni 3:36). Il rifiuto di credere in Gesù è, dunque, un atto di disubbidienza, è il peccato supremo, poiché se l'uomo rifiuta il Salvatore che Dio gli ha dato, non vi è salvezza possibile per lui. Ad esso lo attende la giusta condanna. "Quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono all'Evangelo?" (1 Pietro 4:17). Sarà: "l'ira di Dio che viene sugli uomini ribelli" (Efesini 5:6).
"hi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò" (1° Giovanni 2:6)
L'UOMO PERFETTO
Gesù Cristo è più che Il Salvatore, Egli è anche il modello da imitare. La Sua vita perfetta e senza peccato sulla terra attira la nostra attenzione. Non aveva che un solo scopo: fare la volontà di Dio. Non la faceva a malincuore, nonostante la difficoltà della Sua missione. Egli poteva dire: "Sono disceso dal cielo per fare non La mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato... Io faccio del continuo le cose che Gli piacciono" (Giovanni 6:38; 8:29). Anche nelle Sue sofferenze, Gesù rimane un modello per noi. La notte in cui Egli fu tradito pregava il Suo Dio in questi termini: "Padre, se Tu vuoi, allontana da Me questo calice! Però, non la Mia volontà, ma la Tua sia fatta" (Luca 22:42). Cristo è così l'esempio per eccellenza nella Sua ubbidienza al Padre. Seguiamo dunque le tracce di Gesù affinché possa essere riconosciuto in ciascuno di coloro che Gli appartengono. La nostra vita è fragile, infedele, imperfetta, ma arrendendola a Cristo, sarà da Lui modellata all'immagine Sua.
"Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6)
DI' SOLTANTO UNA PAROLA
Il vangelo di Matteo ci narra del colloquio tra Geù e un ufficiale romano. Quest'uomo aveva certamente delle grandi qualità, sapeva farsi ubbidire. Egli dice: “Se comando ad un soldato di andare, egli va; di venire, egli viene; di fare questo, lo fa”. Nonostante ciò egli rimaneva umile e diceva a Gesù: "Non sono degno che Tu entri sotto al mio tetto". Il Signore non lo esaudirà per le sue qualità ne per i suoi meriti, in quanto nessuno può contare sull'aiuto di Dio per ciò che è o che fa. Gesù rispose a quell' ufficiale perchè trovò in lui la fede che Gli è gradita, e fu quando egli dichiarò: "Dì solamente una parola ed il mio servo sarà guarito'', che Gesù, rispondendo alla sua fede, lo esaudì. per qull'uomo una parola di Gesù bastava per dargli la certezza della liberazione. Essa è Parola che libera. "Chi crede in me vivrà" (Giovanni 11:25). Non sono le nostre qualità e i nostri meriti che ci varranno il favore di Dio, ma solamente la fede nell'opera della salvezza compiuta da Gesù.
Altro...
"Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Luca 9:23)
PRENDERE LA PROPRIA CROCE
Cosa significa per noi l'espressione "prendere la propria croce"? Non è, come a volte si pensa, accettare stoicamente le sofferenze, richiamandosi a tutte le risorse della propria volontà. No! Gesù si serve di questa immagine forte per farci comprendere una verità assai diversa e molto importante: "prendere la propria croce" è rinnegare il nostro "io" egocentrico e lontano da Dio. Quell' "io" che può essere religioso, difendere una morale, fare ogni tipo di opere lodevoli. In che modo vincere il proprio orgoglio? Identificandoci con Cristo, nella Sua morte sulla croce, perché, d'ora innanzi, viviamo in modo nuovo, non per noi, ma per Lui. Per fede realizzare poco a poco questa verità liberatrice nelle circostanze quotidiane. Per ognuna di esse si presenta la scelta, ascolteremo l' "io" o ci lasceremo guidare dal Signore? Possiamo rispondere ogni volta: "Signore Gesù, Tu che sei la mia vera vita, concedimi di prendere la mia croce e di seguirTi con gioia". Allora si potrà vedere in noi Gesù.
"Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro" (Isaia 45:22)
CONOSCERE L'ARCHITETTO
L'universo creato da Dio ci rivela la sapienza e la potenza del Creatore. "I cieli raccontano la gloria di Dio". Secoli dopo, l'apostolo Paolo scriveva nell'episoloa ai Romani che la potenza eterna e la divinità di Dio "si vedono chiaramente... per mezzo delle opere Sue" (Romani 1:20). Eppure, questa natura piena di meraviglie non può darci un'immagine completa di Dio. Per conoscere Dio, bisogna leggere La Sua Parola, La Bibbia, la quale ci rivela ciò che Lui è e quello che ha fatto. Essa ci mostra chiaramente il suo amore, infatti è scritto: "Io vi ho amati" (Malachia 1:2). E se chiediamo come il popolo di un tempo: "In che ci hai Tu amati?", Egli ci risponderà: "Ho dato il Mio Figlio per salvarvi da un giudizio eterno". Cari lettori, conoscete Dio? Non solo il Creatore onnipotente, ma Iddio Salvatore, che ha amato tanto gli uomini da dare il Suo unico Figlio? Gesù ha preso i nostri peccati e se ne è caricato affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).
"Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesú, ascoltava la sua parola" (Luca 10:39)
TACERE ED ASCOLTARE
La Bibbia, Parola di Dio, si rivolge a tutti con autorità per invitare a pentirsi ed a credere in Gesù il Salvatore. Ma l'uomo ha le proprie idee, la sua filosofia di vita, il suo parere su tutto, che si affretta a dare invece di far silenzio davanti a Dio. Spesso i suoi discorsi costituiscono una fuga: non bisogna lasciare a Dio il tempo di parlare. C'è tale punto su cui il Signore lo vuole istruire, ma ecco: la sua opinione è già fatta; non è pronto a sottomettersi; trova più semplice non ascoltare. Tante volte abbiamo agito da sordi davanti al Signore, si preferisce non acoltare ciò che Egli ha da dirci. Ma quest'oggi Egli desidera aprire i nostri orecchi spirituali per farci udire il Suo messaggio d'amore, parlarci del suo dono per la nostra vita: Cristo Gesù; la sua voce che consola i nostri cuori e dona pace profonda lenne nostre vite. Se impariamo ad ascoltare la nostra vita sara arricchita, in quanto "l'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore".
"Dalla pianta del piede fino alla testa non c'è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio" (Isaia 1:6)
UNA DIAGNOSI INFALLIBILE
Nel Vangelo è evidente che Gesù guariva molti malati, ma ogni volta che lo faceva, Egli operava anche la guarigione dell'anima, perdonando i peccati di chi si accostava a Lui. Il nostro grande Medico, dalla diagnosi infallibile, ci mostra qual è il vero problema dell'uomo, la causa di tutti i suoi mali: una malattia morale, mortale che si chiama peccato. La nostra tendenza è di arrestarci alle sue manifestazioni secondarie esteriori e visibili: miseria, apprensione, ineguaglianze sociali, angoscia, disordini di ogni natura, dimenticando il vero problema al quale l'Evangelo porta il rimedio divino. Molte persone desidererebbero essere guarite dalle loro malattie, senza provare affatto il bisogno di essere in relazione con Dio e di rimettere in seguito l'intera loro vita tra le mani del Salvatore affinché la diriga. La guarigione di una malattia, il sollievo dato ad una sofferenza, non sono mai state, per il Signore, benedizioni elargite all'uomo solamente per questa vita. Egli vuole salvare.