"Il Signore è superiore a tutte le nazioni e la sua gloria è al di sopra dei cieli." (Salmo 113:4)
L'ALTISSIMO
Il gruppo di salmi che vanno dal 113 al 118 costituivano l'inno (Hellel) che gli Ebrei cantavano nelle feste di Pasqua (cfr. Matteo 26:30). Qui viene celebrato Dio al di sopra di tutti e come molti passi della Bibbia ci ricordano, uno dei nomi di Dio è l'Altissimo. Nessuna nazione della terra può pensare di innalzarsi fino a Dio. Una qualsiasi causa improvvisa quale un'inondazione, un meteorite o altro potrebbe spazzarla via in un attimo. La Bibbia ci parla di ciò; di catastrofi naturali in grado di devastare intere nazioni e le paure che si risvegliano negli uomini ogni qualvolta siamo di fronte a questi pericoli non sono infondate. "Chi è simile al Signore, al nostro Dio, che siede sul trono in alto, e si abbassa a guardare nei cieli e sulla terra?" (Salmo 113:6). Un Dio così grande è capace di occuparsi del misero nella polvere....( leggi i versetti 7 e 8) e la cosa più bella è che questo Dio trascendente e infinitamente potente non manca di interessarsi alle miserie degli uomini. Dio si occupa di ogni singolo uomo, per soccorrerlo e risollevarlo. Egli è potente da esaudire ogni desiderio, anche quelli più intimi e donare la felicità!
"Perché ti abbatti anima mia? Perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è lamia salvezza e il mio Dio." (Salmi 43:5)
SPERA IN DIO
Quante volte il nostro animo si è abbattuto? Quante volte il nostro morale era a terra, che niente e nessuno potevano risollevarlo? Tante. Ci sono dei momenti in cui lo scoraggiamento imperversa e il malessere sale impietoso, in cui tutto è buio, e i raggi del sole sembrano non penetrare in nessun modo. Eppure, in quei momenti, c'è Qualcuno che veglia su di te, che ti osserva, che scruta il tuo animo e ti comprende. Conosce i sentimenti del tuo cuore e interpreta alla perfezione i tuoi pensieri e per questo ti invita a rivolgerti a Lui. Devi sempre sapere che in qualsiasi momento Dio è pronto ad accoglierti e farti Suo. La tua fonte di salvezza deve essere solo il Signore. L'unico aiuto, nei momenti più tristi della tua vita, può derivare soltanto da Dio. Egli è la tua salvezza, la tua speranza! Non confidarti negli uomini, ma spera solo nel tuo Dio. I momenti di tempesta passeranno, il sole tornerà a splendere più forte di prima, il Signore sarà con te, pronto a sostener.ti e godere con te della gioia ritrovata. Loda il Signore, celebra il suo Santo nome e spera soltanto in Lui!
"E quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio." (Giovanni 14:13)
SAPERE A CHI CHIEDERE
Quando preghi e fai delle richieste che possono essere ascoltate soltanto dall'Alto, a chi ti rivolgi? Sei sicuro di sapere bene a chi rivolgerti? Nell'Evangelo di Giovanni, Gesù dice più volte, e in diversi capitoli che richieste fatte in preghiera andrebbero conclu.se nel nome di Gesù. E questo per una ragione che il Maestro stesso spiega. Egli, attraverso il Suo sacrificio, riconcilia l'uomo con Dio, affinché avessimo pace con Lui. Egli ha dato la Sua vita affinché il mio e il tuo peccato fossero espiati. Nessun altro ha fatto questo per noi. Ecco perché qualsiasi nostra richiesta deve essere fatta nel nome di Gesù. Nel Suo nome abbiamo vita eterna, nel Suo nome possiamo ottenere salvezza, guarigione, conforto, amore. E' il nome più potente al mondo! Nel Suo nome si sono combattute guerre "sante", sono avvenute persecuzioni, torture, omicidi. Il nome del Signore è stato strumentalizzato dagli uomini a loro piacimento, ma oggi Gesù stesso ci invita ad usarlo per l'uni.co scopo per il quale è stato dato affinché le nostre preghiere siano esaudite!
"Ecco, questa fu l'iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane, e nell'ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero." (Ezechiele 16:49)
L'OZIO
Un famoso detto dice che l'ozio è il padre di tutti i vizi, ed è vero. Più si ha tempo a disposizione e più ci si impigrisce. Sodoma fu distrutta, perché era orgogliosa, indolente ed oziosa. Il suo benessere le aveva chiuso gli occhi circa le necessità altrui, la sua agiatezza aveva chiuso le porte alla sensibilità e tutto questo l'aveva portata ad essere indolente. La noia dell'avere tutto la spin.se a ricercare "nuove emozioni", trascinandola ai più bassi livelli della moralità, tanto da suscitare l'ira dell'Eterno. Come impieghi il tuo tempo libero? Nella noia di non saper che fare? O ti attivi in ogni momento per essere dispensatore di amore, di gioia e di pace, ascoltando i problemi altrui e sopperendo alle necessità degli afflitti? Non servono grandi sforzi o grandi viaggi, ma la predisposizione sincera del tuo cuore in modo che in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento i tuoi occhi siano ben aperti a vedere i bisogni altrui. Un cuore sensibile è sempre all'opera. Basta una parola od anche una carezza per riportare un po' di luce in un cuore buio. Non facciamoci trascinare dall'ozio, dal benessere, dall'orgoglio, ma pieghiamo il nostro cuore, affinché rimanga ben saldo all'Iddio d'amore.
"Guariscimi, o Eterno, e sarò guarito; salvami e sarò salvo, perché tu sei la mia lode". (Geremia 17:14)
LA GUARIGIONE DELL'ANIMA
La salvezza dell'anima è un gran miracolo che Gesù ha operato e può operare in ognuno di noi per mezzo del suo sacrificio! Dario era un ragazzo di 18 anni, quando nella sera del 6 gennaio ricevette la guarigione dell'anima. Istantaneamente liberato dal comune vizio del fumo, e da altre schiavitù diaboliche, decise di servire il Signore, a distanza di circa 15 anni serve il Signore, anche se ha dovuto affrontare delle tempesta nella Sua vita, Dio è stato e sarà un aiuto pronto in ogni difficoltà. Se il nostro futuro è minacciato da qualche terribile male, gridiamo al Signore, come Davide diciamo: "Benedici anima mia l'Eterno e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità" (Salmo 103:2,3). Voglia il Signore aumentare la nostra fede e il nostro discernimento per esporre alla luce l'anima nostra, affinché in essa dimorino la gioia e la purezza che vengo.no da Cristo. Solo allora saremo come alberi verdeggianti e fruttiferi, come il sole che sorge, come la casa sulla roccia contro cui nulla possono le acque e i venti, perché la roccia è Cristo Gesù, Colui che salva, guarisce, ristora e guida i nostri passi. Come Dario e tanti altri fai una decisione, Dio ti libererà in un istante.
"Benedetto l'uomo che confida nell'Eterno e la cui fiducia è l'Eterno! Egli è come un albero piantato presso delle acque, che distende le sue radici presso il fiume; non s'accorge quando vien la caldura e il suo fogliame rimane verde; nell'anno della siccità non è in affanno e non cessa di portar frutto". (Geremia 17:7,8)
AVER FEDE
La fede è paragonabile alle radici di un albero: la terra è Gesù Cristo e noi vi resteremo attaccati finché vivremo. L'albero che ha radici profonde riceve tutto ciò che gli è necessario, dà frutto ed è sempre verdeggiante; i venti più forti non potranno sradicarlo. Forse si piegherà, si spezzerà qualche ramoscello, ma nulla lo staccherà dalla terra, unica sua fonte di vita. Molti alberi hanno bisogno di cure e per questo ci sono dei giardinieri specializzati. Gesù ha sempre chiamato degli uomini e li ha stabiliti, perché por.tino aiuto, ristoro, sollievo a quelle anime malate: un compito che va svolto con amore e dolcezza. Bisogna imparare a riconoscere l'albero e sue esigenze. E' importante perciò pregare: "Signore circondaci di benignità e in ogni istante donaci il sale della sapienza, l'intelletto e la guida dello Spirito Santo!".
"Perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello SpiritoSanto". (Romani 14:17)
IL REGNO DI DIO
Nel Padre nostro, la preghiera insegnata da Gesù, si trova l'espressione: "Venga il tuo regno!" (Matteo 6:10). Questa invocazione ci sale spontaneamente dal cuore quando sentiamo parlare di guerra e di violenza. Desideriamo che Gesù venga con il suo regno per portare sulla terra la Sua pace, la Sua giustizia e la Sua prosperità. Ma questo avverrà solo dopo che l'umanità intera si sarà ribellata contro Dio. Allora questa preghiera serve solo ad evocare degli avvenimenti futuri? No, essa ha una portata anche presente. Chi si sottomette a Cristo, lo accetta come Signore della sua vita entra già fin da ora nel Regno di Dio. Ne vive fin da ora le Sue benedizioni. Perché Gesù mette dentro di noi la Sua giustizia, la Sua pace, il Suo amore per mezzo dello Spirito Santo, mette il suo regno. Entrare nel Regno di Dio, però, significa rinunciare alla propria autosufficienza, significa dire a Gesù: "Tu sei il Re della mia vita, vieni e regna in me!".
"Io le pascerò in buoni pascoli e i loro ovili saranno sugli alti monti d'Israele... Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò riposare, dice Dio, ilSignore..." (Ezechiele 34:14-16)
IL BUON PASTORE
Il mestiere del pastore sembra facile, ma come ogni mestiere ha segreti e difficoltà. Egli deve saper radunare le sue pecore, condurle tutt?insieme al pascolo dove c'è dell'erba buona; deve anche far attraversare indenni alle sue pecore dei luoghi pericolosi, cercare quelle che si sono perse e la sera ricondurle tutte all'ovile. La notte deve riposare, ma ad occhi aperti, perché un lupo potrebbe penetrare nell'ovile e uccidere delle pecore. Gesù fa tutte queste cose con noi, perché ci ama uno ad uno. Sovente non siamo delle pecore docili, ma Dio rimane sempre fedele e ci cerca là dove ci siamo perduti. Nessuno ha un amore più grande del Suo! "Nessuno ha un amore più grande di quello di dar la Sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando" (Giovanni 15:13). Conosciamo la voce di Gesù, perché solo Lui ci ha parlato e ci parla con amore: "Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco ilPadre, e do la mia vita per le mie pecore.". Solo Lui ci ha detto la verità perché egli stesso è la verità: "Io sono la via, la verità, la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".Sei disposto a farti guidare dove vuole il tuo pastore?
"Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi e io vi darò riposo... imparate da me perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre". (Matteo 11:28,29)
IERI E OGGI
Erano tanti i disagi del passato, ma ugualmente ringraziavamo il Signore. Oggi viviamo in mezzo alle comodità, eppure non faccia.mo che lamentarci. Per coloro che sperano nel Signore e si affida.no alla sua misericordia, ciò che conta è vivere il presente qualunque esso sia, purché vissuto in comunione con Lui. San Paolo dice:" Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo" (Filippesi 4:11). Abbiamo tutto e di più: frigoriferi sempre pieni, vestiti in abbondanza, elettrodomestici che ci migliorano la vita, automobili... ma ciò che sentiamo, e con una certa frequenza, non sono altro che lamentele! Sono così pochi coloro che dicono:- "Grazie Signore per l'abbondanza che ci concedi!"- Preghiamo il Signore affinché ci dia un cuore puro e semplice per amarLo e ubbidirLo. Preghiamo affinché l'umanità volga lo sguardo verso di Lui e Lo ringrazi per la Sua pazienza, la Sua misericordia, per le meraviglie del Creato, attraverso cui si manifesta la Sua Provvidenza.
"Dopo che fu battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: "Se avete giudicato ch'io sia fedele alSignore, entrate in casa mia, e alloggiatevi". E ci costrinse ad accettare." (Atti 16:15)
PREGA E LAVORA (II)
Molto probabilmente Lidia non era Ebrea ed era cresciuta in un ambiente in cui si adoravano molti dei; ci colpisce la sua fede sin.cera ed il desiderio di conoscere di più il Signore. Il suo desiderio era così grande che, quando due stranieri si fermano a parlare di Gesù (Paolo e Sila), si convertì, insieme a tutta la sua famiglia. Furono battezzati lo stesso giorno, in ubbidienza al comandamento divino. Cambiò vita e divenne uno strumento utile nelle mani di Dio. Insistette nell'ospitare quegli stranieri mandati da Dio stesso. Possiamo racchiudere tutto quello che è successo nel cuore di Lidia in questo modo: temeva Dio e pregava, Dio le parlò e lei agì. In Romani 12 da 11 a 13 è scritto quanto allo zelo: "Non siate pigri, siate ferventi nello spirito, servite il Signore, siate allegri nella speranza, siate pazienti nell'afflizione, siate perseveranti nella preghiera, provvedete alle necessità dei santi (intesi come coloro che hanno accettato e mettono in pratica la Parola di Dio) esercitate l'ospitalità". Ricordiamoci sempre dell'esempio di Lidia e di questo antico motto tuttora attualissimo.
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"Dopo che fu battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: "Se avete giudicato ch'io sia fedele alSignore, entrate in casa mia, e alloggiatevi". E ci costrinse ad accettare." (Atti 16:15)
PREGA E LAVORA (I)
Questo motto antico racchiude un insegnamento molto importante che ogni credente dovrebbe ritenere. Sono due azioni che devono far parte della nostra vita e non devono mai essere dissociate, per.ché l'una ha bisogno dell'altra e viceversa. Alla preghiera deve seguire il lavoro e il lavoro non deve mai cominciare se non lo si sottopone prima all'attenzione di Dio in preghiera. Tante volte siamo disposti a servirci di una sola di queste azioni: preghiamo per la salvezza delle persone, ma non afferriamo le occasioni che il Signore ci mette davanti per parlare di Gesù e testimoniarLo con la vita pratica. Ci occupiamo di mettere in pratica l'amore di Dio, la Sua pace, la Sua Parola, tutto ciò che Dio ci dà da fare, senza preoccuparci di chiedere che Dio sia pre.sente e benedica il servizio. In Atti 16 da 11 a 15 si parla di una donna che ha messo in pratica questo motto sin dal primo momento in cui ha conosciuto Dio, questa donna è Lidia. Originaria della città di Tiatiri, Lidia era una commerciante in Filippi; di lei la Bibbia dice che temeva Dio e al sabato si recava presso il fiume per pregarLo, insieme alle altre donne. (Continua)
"Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano". (Luca 24:15,16)
UN CUORE INSENSIBILE
In questo racconto si parla di due discepoli che hanno visto il loro Maestro Gesù, morto sulla croce e sono terribilmente afflitti, per.ché non hanno più speranza. Non avevano ancora capito che Gesù sarebbe risuscitato! E quando il Gesù resuscitato si avvicina e comincia a camminare con loro, non lo riconoscono, perché non credono che Gesù potesse essere ancora vivo! Manca in loro la fede nelle promesse che Gesù aveva fatto: "Dopo tre giorni risorgerò!" Anche noi a volte siamo come quei discepoli: Gesù è vicino a noi, cammina con noi e non Lo riconosciamo. Lo trattiamo come un estraneo. A volte apriamo la Bibbia, leggiamo, ma il nostro cuore è insensibile, la nostra fede è così piccola. Noi conosciamo la Sua voce, abbiamo sentito la Sua presenza, perché ci ha salvati, eppure anche se molto vicino diciamo: "O se sapessi dove trovarlo!". Dovremmo riconoscere Gesù perché abbiamo la Sua Parola che ci parla e Lo rivela al cuore , eppure non Lo scorgiamo. Se in questo momento il tuo cuore non riesce a sentirLo, sappi che è l'incredulità l'impedimento, come per i discepoli. Accostati al Signore con semplicità e umiltà credendo, ed Egli opererà!
"Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge,essendo divenuto maledizione per noi." (Galati 3:13)
UN PADRE CHE HA PIETÀ
Cristo ci ha riscattato dalla maledizione cui eravamo destinati, "essendo divenuto maledizione per noi" (Gal.3:13) liberandoci dalla morte eterna. Dio, Nostro Padre, ha avuto pietà di noi e ci ha fatto dono della vita eterna avendo pagato per noi, sacrificando Cristo Gesù sulla croce. Il vero amore è molto raro, quello di Dio è unico : il sacrificio di se stesso per adottarci come figli. La pietà ha due significati basilari: angoscia e amore filiale, che si esprime con un sentimento di compassione suscitato dai dolori o dalle infelicità altrui. Dio è stato pronto a sacrificare il Suo Figlio, per portarci dalla morte alla vita donandoci gioia e pace. Tutto questo avviene quando realizziamo la nostra maledizione, ma poi accettiamo Gesù come nostro personale Salvatore. Non rifiutare di ascoltare e seguire Gesù, il Signore. Coloro che rispondono alla Sua chiamata, che vengono a rifugiarsi sotto la Sua protezione e che Lo seguono, vedranno compiere le promesse di Dio con una vita esuberante piena di gioia e di soddisfazioni.
"Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze;poiché distruggiamo i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio e facciamo prigione ogni pensiero traendone all'ubbidienza di Cristo." (2 Corinzi 10: 4,5)
UNA GUERRA INVISIBILE DAGLI EFFETTI DEVASTANTI (II)
La prima battaglia che il credente deve affrontare è nella propria mente, è lì che si elaborano cattivi pensieri e ragionamenti disonorevoli. Il credente deve riconoscerli prima che prendano il sopravvento e lo facciano agire di conseguenza. Bisogna catturarli e renderli prigionieri. Quando non sono buoni né onorevoli, non sono giusti né veri, non sono puri né amabili, non c'è buona fama in quei pensieri, né virtù e, soprattutto, non c'è lode (Fil. 4:8), bisogna riconoscerli e verificarli e discernerli alla luce della parola di Dio e dello Spirito Santo. Ogni tuo e mio pensiero deve essere di obbedienza a Dio, solo allora avremo la forza e la vittoria contro i nemici spirituali. Queste sono le condizioni per vincere la guerra spirituale.