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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"I miei testimoni siete voi, dice l'Eterno, voi, e il mio servo che io ho scelto, affinché voi lo sappiate, mi crediate, e riconosciate che son io..." (Isaia 43:10)

TESTIMONI DELL'ETERNO

Lo sai che potresti essere un testimone del Signore? Oggi Dio te lo ricorda affinché tu sappia e creda! Devi sapere anche che Lui ti vuole chiamare, ma solo tu puoi scegliere se rispondere o meno al Suo invito. Non sei convinto, vero? Un testimone di cosa? Di quello che vorrebbe fare in te, diventare il Signore della tua vita, credendo al sacrificio del Suo unigenito Figlio, amandoLo e lodandoLo. Testimone oculare del Suo amore, delle Sue benedizioni e promesse. Nel capitolo 43 del profeta Isaia, il Signore ti rassicura così: "Quando passerai per le acque Io sarò con te, quando attraverserai i fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai arso, e la fiamma non ti consumerà. Poiché Io sono l'Eterno, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore... Perché tu sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io t'amo..."Non sono versi meravigliosi? Non solo noi dobbiamo amare il Signore, ma Egli ci dice che per primo ci ha amati e continua ad amarci. Allora, non vuoi essere Suo testimone?

 

"Guardate che nessuno renda ad alcuno male permale, anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti." (1 Tessalonicesi 5:15)

IL BENE COMUNE

In fisica, scienza che studia i fenomeni della natura, si enuncia un principio che può essere cosi sintetizzato: "Ad ogni azione corri.sponde una reazione di uguale intensità, ma di senso contrario". Le leggi della natura sono perfette altrimenti il mondo non si potrebbe basare su di esse e ci sarebbe sicuramente il caos. Il caos è il disordine totale, dove ogni cosa segue un cammino autonomo e confuso e non in armonia con gli altri. La stessa cosa accade alla nostra vita, quando vogliamo fare di testa nostra anche sapendo di agire contro le regole stabilite. Se ad un incrocio ognuno passasse indipendentemente dal colore del semaforo, si creerebbe un ingorgo. Il Signore, invece, è un Dio d'ordine e secondo questo Suo ordine dobbiamo muoverci. Perché? Egli siede in alto e dall'alto vede ogni cosa come nessuno. Ecco l'invito del Signore di non rendere male per male, ma di fare il bene. Non significa essere inferiori se si risponde con una carezza ad uno schiaffo. Chi ci starà di fronte non ci prenderà per pazzi, ma forse sarà portato ad esaminare la sua vita e a porgli riparo. Seguiamo i consigli di Dio e lasciamoci guidare da Lui.

 

"Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti,non temete!». Ecco il vostro Dio!" (Isaia 35:4)

AGIRE E FAR REAGIRE (II)

Agire nei momenti di stanchezza ci permette di capire meglio coloro che vivono le stesse nostre situazioni e invitarli a reagire. Quando il cuore riprende la sua forza, e la tempesta cessa di agita.re il mare, possiamo senz'altro impegnarci per gli altri. Il compito del credente è di ricordare a quanti sono nell?afflizione che il Signore non dimentica i Suoi, non permette che le avversità lo sovrastino. Bisogna incitare i cuori, rinfrancare gli spiriti e mostrare tutto l'amore del Signore. "Sii forte, non temere!", queste parole non devono essere dette senza nessuna convinzione, ma credendo sinceramente che Dio è la nostra forza, il nostro aiuto. Egli ci ha posto in mezzo agli altri affinché potessimo incoraggiarci a vicenda, fortificarci insieme attraverso la preghiera, sostenerci nelle afflizioni. Il nostro Dio è sempre presente! Non dubitiamone mai! Il cuore non si smarrisca e il timore non ci assalga, ma rivolgiamo il nostro sguardo e il nostro cuore al Creatore. Agiamo per primi all'invito di Gesù e prodighiamoci per i nostri fratelli afflitti e scoraggiati. Preghiamo ed il Signore opererà! Crediamo senza tentennare.

 

"Fortificate le mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti!" (Isaia 35:3)

AGIRE E FAR REAGIRE (I)

Tante volte la stanchezza ci assale, vuoi per lo sforzo fisico e mentale che il lavoro ci procura, vuoi per le preoccupazioni e le ansietà che custodiamo nel cuore. Certo, essa è capace di infiacchirci, di indebolir.ci, di renderci completamente inattivi. E ancor di più può la stanchezza spirituale, causata da: delusioni, scoraggiamenti, prove, determinare una pesante limitazione al nostro agire. Quest'oggi il Signore ci invita a fortificarci, a mettere da parte ogni cattivo pensiero e continuare lungo il sentiero che conduce al Cielo. Egli stesso sarà con noi lungo il cammino, ci condurrà per mano, solo se glielo permettiamo. Non fermiamoci! Dissetiamoci alla fonte della vitalità, recuperiamo energia attingendo alla sorgente di vita eterna. Tu puoi ogni cosa! Tu non sei solo: hai Gesù al tuo fianco, che ti incoraggia, come un amico incita l'atleta a non mollare a pochi metri dal traguardo. La stanchezza può essere tanta, ma il premio ne farà dimenticare l'afflizione. Tu sei davvero importante,l? elemento essenziale anche per la "squadra" di cui fai parte. Fortificati in Gesù e non aver timore di terminare la tua gara. (Continua)

 

"... Agisci e rendi a ciascuno secondo le sue vie, tu,che conosci il cuore di ognuno; poiché tu solo cono.sci il cuore di tutti i figliuoli degli uomini; e fa' si che essi ti temano tutto il tempo che essi vivranno nel paese che tu desti ai padri nostri." (1 Re 8:39,40)

CONOSCER L' UOMO

Quante volte abbiamo sentito dire e, probabilmente, lo abbiamo detto tantissime volte anche noi: "Nessuno mi capisce, nessuno apprezza quello che faccio, nessuno mi considera e non c?è nessuno che mi voglia veramente bene". Quante volte abbiamo sentito frasi come queste o comunque molto simili a queste! Oh quanto ci siamo sbagliati! E' una grossa bugia! Potrebbe anche accadere che, qui, sulla terra, non ci sia nessuno che realmente riesca a capire le nostre motivazioni e il nostro agire, ma di sicuro c'è Uno che ci comprende appieno, che si prende cura di noi: è Gesù. Egli è venuto sulla terra, facendosi uomo come noi, affrontando gli stes.si nostri problemi e soffrendo, sicuramente, molto più di noi. E tutto ciò per poter comprendere meglio la nostra natura ed esserci più vicini nelle difficoltà. Solo aprendo il cuore a Lui, Egli si farà conoscere da noi e dimorerà con noi, donandoci una pace e una gioia che il mondo non è in grado di offrire!

 

"Allo stesso modo le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia, non di trecce o di oro, odi perle o di vesti lussuose, ma di opere buone." (1 Timoteo 2:9,10)

MISS

Sempre più spesso siamo bombardati da concorsi di bellezza a carattere locale, nazionale, internazionale, universale. I criteri attraverso i quali viene eletta una miss, sono più o meno gli stessi e comunque ruotano quasi esclusivamente sull?aspetto estetico delle partecipanti. Per questo motivo quelle ragazze si limitano nel cibo per non appesantire la propria figura, si sottopongono a lunghe sedute di parrucchieri e truccatori nell'intento di migliorarsi sempre di più, trascorrono ore e ore in palestra per tonificare il fisi.co, e via discorrendo. E alla fine la giuria premierà una di loro. C'è una miss, però, che non viene valutata attraverso questi canoni, ma attraverso un metro di misura leggermente differente: la sua fede. Dio valuta il comportamento cristiano al di là di qualsiasi qualità fisica, caratteriale od estetica. Il Signore vuole che ognuno di noi, uomini e donne, ci confrontiamo con un'unica ed infallibile giuria: quella celeste e che ci prodighiamo solo per essere accettati nel Regno di Dio. Curiamo la nostra fede più di qualsiasi altra cosa e Dio ci premierà con una corona di vita eterna

 

"Diceva pure a colui che lo aveva invitato: ? ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi,ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti". (Luca 14:12-14)

PERCHÈ INVITARE?

Alcuni danno solo se in seguito possono ricevere indietro quello che hanno dato: un favore o un lavoro che sarà retribuito. E' chiaro che questo è un atteggiamento egoistico che non corri.sponde ai canoni divini. Dio vuole che noi diamo per amore a chi non può restituirci il favore. La massima espressione di questa forma di egoismo è espressa dall'usuraio che in sostanza vuole indietro non solo il denaro prestato, ma una forte percentuale di interesse; quanto più è nel bisogno il richiedente, tanto più è esagerata la richiesta dell'usuraio. Dio condannava l'usura nel popolo d'Israele e incoraggiava il prestito senza interesse per aiutare il prossimo, usando, certamente, avvedutezza. Meditiamo sul nostro agire: è sempre disinteressato oppure anche noi ci aspettiamo in cambio qualcosa? Se così fosse, preghiamo Dio, affinché impariamo a donare senza aspettare. Dio ama i dona.tori generosi!

 

"Se l'Eterno non edifica, invano si affaticano gli edificatori; se l'Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie." (Salmo 127:1)

NOI E DIO

Il massimo del nostro impegno per riuscire bene in un progetto, in un lavoro, nella difesa della nostra famiglia, dei nostri cari, di noi stessi, non è sufficiente se il Signore non benedice dall'Alto, se Egli non approva con il Suo benestare! Tutto sarà vano e fasullo senza l'aiuto del Signore che ci dà la capacità, la forza, i mezzi per compiere il nostro operato. Non di rado si incontrano persone che credono solo in loro stessi, nelle loro proprie forze, nella loro propria intelligenza, ma non riflettono sul fatto che è Dio che ha messo a loro disposizione tutto quanto necessario per operare. Pensiamo ai contadini, per quanto si affatichino non potranno sapere se il raccolto sarà buono o meno, non hanno facoltà di intervenire sulle condizioni meteorologiche. Se il raccolto sarà abbondante è perché Dio ha loro provveduto pioggia al tempo giusto e sole nella giusta stagione. Il loro lavoro è stato una parte del tutto. Dio è il conduttore, noi siamo solo i suoi amici operai!

 

"Amici e compagni stanno lontani dalla mia piaga... Inte spero, o Signore; tu risponderai, o Signore, Dio mio!" (Salmi 38:11,15)

L'ANTI-EROE

Questo salmo è profetico: é stato scritto tanti anni prima di Gesù e tuttavia parla di Lui: quando Lo rifiutano, quando Lo allontana.no, quando Lo accusano e poi, quando Lo crocifiggono. Da un punto di vista umano, Gesù è stato un anti-eroe dei nostri tempi. Perché? Perché gli eroi moderni non sono aditi a sofferenze, ma sono uomini e donne di successo. Se Gesù, per mezzo della Sua potenza divina, avesse liberato le Sue mani ed i Suoi piedi dai chiodi, fosse sceso giù dalla croce, e per andarsene, avesse attraversato la folla stupefatta, sarebbe stato considerato un eroe di fama universale. Noi, però, non potremmo essere salvati! E' molto più facile per l'uomo comprendere chi fa le proprie vendette, chi si libera dalla sofferenza con le proprie mani; mentre non si riesce a capire l'amore che accetta l'ingiustizia, che soffre e tace, sperando che il Signore risponda alle sue preghiere e faccia giustizia. Se Gesù avesse fatto violenza ai suoi aggressori, non sarebbe stato altro che un atto di violenza in più sulla terra! Gesù, invece, ha risposto alla bugia con la forza della verità, all'insulto con la forza del silenzio, al crimine con la forza del perdono e all'odio con la forza dell'amore!

 

"Affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna." (Tito 3:7)

LA GRAZIA (II)

Essendo la grazia di Dio un dono, non occorre fare nulla per riceverlo se non accettarlo umilmente e per fede. Gli effetti della grazia sono tanti, meravigliosi e completi. Innanzitutto essa arreca il pieno perdo.no dei nostri peccati, il nostro cuore viene rinsaldato da una consolazione eterna e una buona speranza. La felicità della grazia ci accompagnerà tutti i giorni della nostra vita perché Iddio circonda il giusto come di uno scudo (Salmo 23:6). I benefici della grazia durano per sempre se si rimane fedeli al Signore e sono tanto numerosi che il credente non potrebbe desiderare nulla di più. Chi vede delle anime salvate può dire di aver visto la grazia di Dio. I nuovi convertiti, infatti,vengono esortati a perseverare nella grazia. Rifiutare, quindi, un tal dono significherebbe respingere Iddio stesso. Ci si potrebbe, in effetti, privare della grazia di Dio, riceverla invano, esserne perfino scaduti; ma possiamo anche crescere nella grazia, esserne riempiti a tal punto che Iddio possa dirci: "La mia grazia ti basta". Accogliamo, dunque, con umiltà e gratitudine, la grazia del Signore, affinché possiamo ottenere giustificazione ed ereditare la vita eterna.

 

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