"Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati come una nuvola; torna a me, per.ché io ti ho riscattato." (Isaia 44:22)
I NOSTRI PECCATI SONO COME UNA NUVOLA
Possiamo immaginare i nostri peccati come una nuvola. Proprio come le nuvole che hanno forme e sfumature diverse, così sono le nostre trasgressioni. Le nuvole ci nascondono la luce del sole, così i nostri peccati oscurano la luce del volto del nostro Signore e ci fanno sedere all'ombra della morte. Ebbene Dio ci dice: "Io ha fatto sparire...!". Dio stesso appare sulla scena e nella Sua grande bontà, anziché manifestare il volto della Sua ira contro di noi, ci mostra la Sua grazia. Egli rimuove il male, subito e per sempre, non allontanando la nuvola, ma facendola sparire. Chi ha ottenuto giustizia, non deve più temere le conseguenze del peccato: l'avvenimento terribile e allo stesso tempo glorioso della croce ha cancellato per l'eternità il peccato che avevamo commesso ed anche quelli che avremmo commesso da ora in poi. Dio dice anche: "Torna a me...". Perché i peccatori perdonati dovrebbero vivere lontano dal loro Dio? Avendo chiesto perdono ed essendo stati perdonati di tutti i nostri peccati, non lasciamo che alcun timore ci trattenga dallo stabilire la comunione con il nostro Padre celeste!
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?" (Marco 4:40)
GESÙ CI ACCOMPAGNA NELLE DIFFICOLTÀ
Gesù ha insegnato ai discepoli come credere, come portare frutto, come testimoniare di Lui. Spesse volte, però, essi stessi sono presi da paure e timori e allora si rivolgono al loro Maestro. Gesù non li manda mai via, ma chiarisce le loro perplessità, acquieta le loro paure. Nella nostra vita arrivano dei momenti in cui dobbiamo attraversare delle difficoltà e, forse, pensiamo di essere soli, ma non è così. Gesù ci accompagna dovunque andiamo e in qualsiasi momento che attraversiamo. Appena il vento comincia a soffiare ed il mare ad agitarsi, i discepoli ricorrono alla preghiera chiamando Gesù: "Maestro non t'importa che noi periamo?". Ma che pre.ghiera è questa? Sembra più un rimprovero che una richiesta di aiuto. E noi? Quante volte rimproveriamo Gesù di non far nulla per i nostri problemi, invece Egli vuole solo che impariamo ad avere fede e ci dice: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". In un attimo Gesù si sveglia, parla al vento e sgrida il mare e tutto torna tranquillo. Se ci troviamo in difficoltà, preghiamo e Gesù interverrà, ma prima è necessario che impariamo ad avere fiducia! "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?" (Marco 4:40).
"Non temere perché io sono con te; non ti smarrire perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro,io ti sostengo con la destra della mia giustizia." (Isaia 41:10)
COME UN PASSERO SPERDUTO (II)
Il continuo cinguettio della passera giungeva a me come la voce di una madre che dice: "Dì al mio figliuolo che non si smarrisca. Assicuralo che gli verrà l'aiuto del cielo." Guardando quei giovani mano nella mano, sentivo confortarmi con amore: "Non preoccuparti, perché IO non li abbandonerò". Quel giovane era mio genero e come tale sentivo per lui lo stesso affetto che avevo per la ragazza che gli stava accanto, mia figlia. Oggi posso affermare che il Signore ha davvero operato, lo ha aiutato e guidato, dandogli forza, infondendogli coraggio. Era un passero sperduto, ma Egli gli ha dato il vigore di un'aquila (Isaia 40:31). Quel giovane è oggi un bravo medico, sposo e padre felice, perché il Signore non ci lascia e non ci abbandona.
"Padre degli orfani e difensore delle vedove è Iddio nella dimora della sua santità." (Salmo 68:5)
COME UN PASSERO SPERDUTO (I)
Il funerale si era da poco concluso e tutti facevano ritorno alle proprie dimore. Accanto a me camminava un giovane, mano nella mano con una ragazza, la sua fidanzata. Negli occhi del giovane si leggevano la tristezza, il dolore e il peso per quella spiacevole circostanza. Aveva perso il padre quando non era che un ragazzino ed era rimasto solo con sua madre, una credente operosa, ripiena di fede in Cristo e conosciuta per la sua bontà. Ma adesso il Signore l'ave.va chiamata con sé. Il giovane, rimasto solo, sembrava un passero sperduto. Era maggio e la primavera ci inebriava con il profumo dei suoi fiori. Ad un tratto si sentì un forte cinguettio. Era mamma passera che assisteva il suo piccolo nel primo volo. Ciò che avvertivo nel cuore era come un messaggio da parte di Dio, come se Egli dicesse: "Io, come la passera che vedi, proteggerò quell'orfano!". (Continua)
"Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che eran meco." (Atti 20:34)
IL LAVORO
Leggere del lavoro delle proprie mani nella Bibbia può risultare strano quando ci si aspetta di leggere solo cose che riguardano gli aspetti religiosi. Invece, e non c'è da meravigliarsi, si parla anche di cose di tutti i giorni come il lavoro. In questo versetto, lo Spirito Santo, evidenzia come il proprio lavoro sia indispensabile per sovvenire ai bisogni quotidiani e aiutare coloro che sono in maggior difficoltà. Esso rappresenta una necessità e bisogna considerarlo come uno strumento della nostra sopravvivenza. Non si può, quindi, vivere solo per il lavoro, trascurando tutti gli altri aspetti della vita: la fami.glia, l'amicizia, la chiesa. E' sbagliato privilegiare il lavoro a scapito della nostra vita spirituale, non partecipando alla comunione con la chiesa. Seppure gli impegni di lavoro ce lo impedissero, non dovremmo mai trascurare la preghiera, unico e indispensabile momento per aver comunione con Dio! Il nostro lavoro deve anche contribuire a sostenere la chiesa e la sua opera, ma non permettiamo che le offerte servano solo ad acquietare la nostra coscienza. Aggiungiamo al nostro dare anche un utile servizio. Il Signore ci aiuti ad essere dei buoni servi.tori.
"Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho;ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, ilNazareno, cammina!»" (Atti 3:6)
QUELLO CHE HO (II)
Pietro è esempio di grande fede. Uomo irruente e impulsivo che di fronte alla paura della morte non esita a rinnegare il suo Maestro. Il suo gesto gli causò tanto rimorso che non poté far altro che pentirsi e riconsacrare il suo cuore in maniera definitiva. Fu un atto sincero che lo portò a conquistare tante anime a Dio. Forse è ciò che servirebbe anche a noi! Un sincero ripensamento delle nostre posizioni e un'onesta pre.ghiera di perdono al Signore. La perseveranza nel conoscere le Scritture, la preghiera con fede, la disponibilità all'opera divina sono ottime premesse per ricevere quello che Pietro aveva. Abbiamo poco da dare, perché abbiamo ricercato e ricevuto poco. Dio vuole donarci molte cose, purché siamo disposti a riceverle ed usarle con fede e amore. Umiliamoci alla presenza del Signore, chiediamoGli di fortificare il nostro cuore, di modellare la nostra vita, di abbandonarci alla Sua volontà e riceveremo tanto da donare e condividere con gli altri. Lo zoppo non aveva ricevuto solo guarigione fisica, ma aveva ricevuto Gesù nel cuore. Egli all'istante andò con Pietro e Giovanni nel Tempio per lodare Dio. Preghiamo che Dio ci faccia traboccare dei Suoi beni e donarli con amore al prossimo!
"Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho;ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, ilNazareno, cammina!»" (Atti 3:6)
QUELLO CHE HO (I)
Le parole pronunciate da Pietro per guarire uno zoppo che cerca.va l?elemosina sono probabilmente molto note ai più. Il povero zoppo si era rassegnato al suo stato di invalido e, non potendo lavorare, non gli restava altro che mendicare. Con quello che riusciva a racimolare sopravviveva nella rassegnazione, finché Pietro non pronunciò quelle parole. Pietro non era ricco, anch'egli viveva sobriamente, ma era ripieno di fede in Dio. Egli sapeva che a chi crede tutto è possibile e questa certezza lo accompagnava sempre, così trasferì allo zoppo ciò che possedeva: la guarigione nel nome di Gesù. Se dovessimo trasferire oggi qualcosa a qualcuno, cosa gli daremmo? Probabilmente, con molta più facilità, dei beni materiali, considerando il benessere che ci circonda, del cibo, dei vestiti, del denaro. Faremmo l'esatto opposto di quello che fece Pietro. Perché? Perché abbiamo carenza di fede, non abbiamo la stessa forza e le stesse certezze di Pietro. Eppure Pietro era un uomo come noi, con i suoi difetti e i suoi pregi, sappiamo la sua storia: il suo rinnegamento e il conseguente ravvedimento. (Continua)
"... Affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà." (Romani 12:2)
L'ESPERIENZA
L'esperienza dell'uomo è un bene molto prezioso. E' grazie all'esperienza che si riescono a risolvere determinati problemi o a dispensare i giusti consigli. Un uomo o una donna di esperienza sarà sicuramente di grande utilità nella vita pratica di tutti i giorni. Il nostro Signore vuole che noi impariamo a conoscerLo per esperienza. Egli non vuole la tua conoscenza di Lui attraverso il racconto di qualcuno. Certamente, udire del Signore è il primo passo per iniziare ad avere un contatto con Lui, ma non è sufficiente. Non bisogna fermarsi a questo stato. Ascoltare le Sue parabole, i Suoi insegnamenti, la testimonianza personale di qualcuno non basta. Dio vuole che tu Lo conosca personalmente, che parli con Lui, come ad un amico, che Gli apri sinceramente e totalmente il tuo cuore. Non vuole una conoscenza per sentito dire, ma una conoscenza che si è maturata con l'esperienza. Le benedizioni, le prove, le gioie sono elementi di esperienza. Accostati con fiducia al Signore, senza paura. Egli ti sta già aspettando. E' alla porta del tuo cuore, aspetta solo che tu lo faccia entrare! ApriGli e non te ne pentirai!
"Ai figli d'Israele la gloria del Signore appariva come un fuoco divorante sulla cima del monte." (Esodo 24:17)
IL FUOCO
Il fuoco è indispensabile nella vita dell'uomo. Non si conoscono popoli che non adoperassero il fuoco. Si ignora, invece, chi abbia insegnato il suo uso agli uomini. Il fuoco serve ai diversi mestieri e alle varie attività dell'agire umano. Esso riveste importanza anche nella Bibbia. Gli olocausti offerti all'Eterno dovevano essere intera.mente consumati sul fuoco. Colui che offriva un sacrificio accendeva egli stesso il fuoco e il fuoco dell'altare non doveva spegnersi mai. Il fuoco simboleggia spesso la presenza liberatrice di Dio, che illumina, purifica e consuma. Leggendo il versetto d' oggi ci accorgiamo che Dio si manifestava al suo popolo attraverso il fuoco. Quando i discepoli furono battezzati di Spirito Santo, la potenza di Dio si manifestò su di loro attraverso delle lingue di fuoco che si posarono sul capo di ciascuno. Anche noi dobbiamo ricercare ardentemente quel fuoco divorante, che infiamma i nostri cuori dell'amore del Signore, che produce una passione per le anime da salvare, che consuma tutto ciò che ci allontana dalla presenza del nostro Dio. Preghiamo affinché il fuoco dello Spirito divampi in tutto il nostro essere e ci purifichi da ogni malvagità.
"... Ma il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte." (Salmi 1:2)
LAVORO E MEDITAZIONE
Ti sei mai chiesto perché Gesù fino a trent?anni ha fatto il falegname? Probabilmente per due semplici motivi: 1) il lavoro manuale ti rende utile nella società in cui vivi; 2) ti lascia il tempo di meditare: infatti, mentre le mani sono occupate, magari a fare qualcosa di meccanico, il cervello è libero di vagare. Nella Bibbia c'è scritto che dobbiamo meditare giorno e notte, ma non sto dicendo che fisicamente dobbiamo stare svegli anche di notte per leggere la Parola di Dio o smettere le nostre attività quoti.diane per dedicarci ogni minuto alla meditazione e alla preghiera, ma sto semplicemente dicendo che dobbiamo impegnarci nel non trascurare la lettura e la preghiera, anche mentalmente. Dovremmo fare le nostre scelte, lavorative e non, in modo da lasciar spazio alla meditazione. Il lavoro non dovrebbe assorbirci completamente, così come qualsiasi altro impegno, ma dovremmo onorare prima il Signore e la Sua Parola, poi tutto il resto. Iddio voglia donarci la saggezza nelle scelte della nostra vita!
Altro...
"Quando diranno: <
PACE E SICUREZZA
Il versetto che leggiamo oggi sembra essere molto attuale. Da tempo sentiamo ripetere che molti sono impegnati per assicurare pace e sicurezza nel mondo. Si tenta di porre fine ora ad una guerra, ora ad un'altra, di arginare ora questo, ora quell'altro episodio di violenza, ma conosciamo fin troppo bene i risultati ottenuti. Il fatto è che i potenti del nostro tempo sono convinti che con le loro azioni riusciranno, se non in tutto, almeno in parte a porre fine a tali episodi. Apprendiamo, però, dal versetto odierno, che la pace e la sicurezza sono prerogative esclusive di Dio. Più gli uomini crederanno di essere vicini alla meta, più un'improvvisa rovina li colpirà. Si tratta del cosiddetto "giorno del Signore", giorno in cui inizieranno i giudizi dell'umanità. Sarà improvviso e nessuno potrà scampare. I credenti, che sono al sicuro nel Signore, possono stare tranquilli, il giudizio divino non li intaccherà, ma per quelli che avranno rifiuta.to di credere, che avranno riposto la loro fiducia altrove, il giudizio li colpirà. Sei ancora in tempo per ripensare alle tue posizioni. Pensaci, siamo ancora sotto il tempo della grazia, domani potreb.be essere già tardi!
"Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri." (Matteo 10:29-31)
AFFIDIAMOCI AL SIGNORE
I versetti di oggi ci invitano ad avere piena fiducia in Colui che ha perdonato i nostri peccati, ci ha lavato con il Suo prezioso sangue e ci ha dato il privilegio di essere Suoi figliuoli. Non temiamo circa il nostro futuro; non abbiamo paura di quello che l'uomo potrà farci. Dio liberò i tre giovani ebrei che erano stati condannati alla fornace di fuoco ardente per aver rifiutato di adorare altri dei. L'unico, verso cui volevano mostrare adorazione, era soltanto Dio, l'Eterno. Non ebbero paura di essere gettati in quella fornace, perché speravano nel loro Liberatore, l?Iddio non li avrebbe lasciati. Egli, infatti, non permise che il fuoco facesse loro del male, anzi scese con loro nella fornace per testimoniare della Potenza di Dio e della loro sincera fede. Allo stesso modo noi, possiamo avere la certezza della liberazione e del Suo intervento. Certo, incontreremo delle difficoltà, ma possiamo essere certi dell'aiuto di Colui che è il nostro Maestro e Signore. Egli ci aprirà una nuova via e ci incoraggerà sempre e comunque. Non preoccupiamoci delle avversità, rimaniamo saldi e fiduciosi nel Signore ed Egli ci sosterrà, ci consolerà, ci conforterà e ci porterà avanti! Non dubitiamone mai!
"Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze,perché Egli è stato tentato come noi in ogni cosa,senza commettere peccato." (Ebrei 4:15)
SENZA CRISTO NON POSSIAMO FARE NULLA
"Una vita come quella di Gesù?", dirai tu, "Come quella dei grandi uomini di Dio? E' impossibile da vivere!" Anche tu hai una mano potente, quella di Dio, che viene in tuo aiuto. Il sommo sacerdote che simpatizza con le nostre debolezze è proprio Gesù, perché è stato tentato come noi in ogni cosa, senza peccare! Lui sa quanto sia difficile resistere alla tentazione, e ci ha dato un "amico" che sta vicino a noi, lo Spirito Santo. "Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza..." (Romani 8:26). Quando siamo fortemente tentati, lo Spirito Santo opera nella nostra coscienza donandoci la forza per resistere e allontanarci da ciò che è male. Lo Spirito Santo ci parla attraverso la Parola di Dio: ci ammonisce per allontanarci dal peccato. Resistere farà si che il diavolo si allontani da noi. Devi ricordarti sempre che Cristo è presente nella tua vita. Non ti ha forse detto: "Senza di me non potete fare nulla?". L'apostolo Paolo aveva imparato bene la lezione e scrive: "Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica" (Filippesi 4:13).
"Confidati nell'Eterno e fa il bene; abita il paese e coltiva la fedeltà." (Salmi 37:3)
UN CUORE CONTESTATORE
Finché ci saranno bimbi abbandonati, il mio cuore sarà triste. Finché milioni di persone moriranno di fame, la mia bocca sarà sempre amara. Finché ci saranno vecchi abbandonati, la mia speranza sarà traballante. Finché il male avanzerà, mi sentirò colpevole. Finché la gente sarà nelle tenebre, sentirò in me una voce che dice: "Dove hai tenuto la tua lampada accesa?" Finché ci saranno anime affamate mi chiederò: "Dove ho tenuto il pane della vita?" Se la società cade a pezzi è perché la mia è una religiosità apparente. Cosa aspetto a muovermi? Cosa aspetto ad agire per fare il bene e procacciare la pace? Cosa aspetto ad annunciare parole di vita eterna? Signore abbi pietà di me, perché non faccio il bene che posso fare. Aiutami a non fermarmi alle parole. Fà di me un'opera vivente affinché sia degno di chiamarti Padre! "Perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'os.servano saranno giustificati" (Romani 2:13).