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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"... Perché dall'abbondanza del cuore parla la sua bocca." (Luca 6:45)

L'ABBONDANZA DEL CUORE

Questa veritiera frase deve invitarci a riflettere. Di che cosa parla la tua bocca? Parla dei fatti altrui, delle tue avversità, dei mali del mondo, della cattiveria del tuo cuore umano? Probabilmente la tua bocca parlerà un po' di tutto questo, ma parla anche e soprattutto della gioia della salvezza, dell'amore del nostro Dio, della necessità del ravvedimento? Non posso rispondere a questa domanda; solo tu puoi saperlo e ti invito in quest'oggi ad analizzare le parole della tua bocca. Gli argomenti che ogni giorno passano sulle nostre labbra sono tanti, dal lavoro, alla famiglia, alla scuola, alla cronaca e simili, ma il nostro dire dovrebbe essenzialmente essere teso a parlare del Signore, del Suo amore, della Sua pace. In fondo la tua bocca potrà parlare di questo solo se tali sentimenti abbondano nel tuo cuore. Cosa custodisce il tuo cuore? Quali parole privilegia? Verso quale strada indirizzi il tuo dire? Facciamo attenzione a quanto conserviamo nel cuore: odi, rancori, risentimenti non ti faranno parlare di pace e di amore. Così come pettegolezzi e curiosità altrui ti terranno lontano dall'affetto e dalla comunione fraterna. Inondiamo il nostro cuore d'amore e la nostra bocca sarà benedetta!

 

"Se accettiamo la testimonianza degli uomini, maggiore è la testimonianza di Dio; e la testimonianza di Dio è quella che Egli ha resa circa il suo Figliuolo." (1 Giovanni 5:9)

UNA NOTIZIA (II)

La stessa notizia, la tragica morte di un uomo in un incidente ferrovia.rio, dopo poco, ci viene raccontata da un vicino di casa .Gli credere.mo? Sicuramente godrà di maggiore stima ai nostri occhi e potremmo anche credergli, ma poi ci viene alla mente che qualche volta anche costui non è stato sincero, raccontandoci cose non proprio veritiere e allora rimaniamo con il dubbio. Anche questa volta i nostri sentimenti, e i pregiudizi personali, su chi ci ha annunciato la notizia non ci hanno permesso di credere. Supponiamo, ora che giunga il nostro migliore amico e ci racconti la stessa notizia esattamente come ce l'aveva ripor.tata il primo uomo. Gli crediamo? Certamente, si! E' il nostro migliore amico: di lui ci possiamo fidare, non ci ha mai ingannati! Allo stesso modo dobbiamo credere alla Bibbia, alla Parola di Dio, alla Verità. Non permettiamo ai nostri instabili sentimenti o opinioni di impedire la rivelazione di Dio, ma crediamo in Colui che non mente, in cui non si è trovata colpa alcuna. Solo riguardando a Gesù, abbiamo la certezza di essere nella Verità, di non essere imbrogliati. Gesù è la verità, non dubitiamo!

 

"In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli." (Salmi 119:89)

UNA NOTIZIA (I)

Molte persone sono dubbiose e piene di perplessità, influenzate, spesso, dalle opinioni degli altri e dai propri sentimenti. Questi sono tutti elementi che tolgono spazio alla certezza della fede. Questa condizione non ci fa comprendere ciò che Dio stesso vuole dire a noi. Molti si domandano come possono essere sicuri di avere fede. Pur esaminandosi e riflettendo, non riescono ad uscire dai loro dubbi. Cosa fare? Innanzitutto cambiare atteggiamento interiore. Sforzarsi di capire, auto-analizzarsi, tormentarsi per sapere se c'è o meno la fede non ci aiuterà. Bisogna affidarsi semplicemente a Dio. Quando Egli parla dobbiamo credere con certezza che quel che dice è vero. Illustriamolo con un esempio. Una sera un uomo viene a trovarci a casa e ci racconta una tragica notizia di uomo morto in un incidente ferroviario. Quest'uomo, però, non gode di buona reputazione, ha fama di imbroglione, bugiardo e poco onesto. Che facciamo? Gli crediamo? Certamente no, almeno non subito, vogliamo verificare la notizia. Perché? Perché abbiamo pensato all'uomo che ce l'ha comunicata. (Continua)

 

"I miei testimoni siete voi, dice l'Eterno, voi, e il mio servo che io ho scelto, affinché voi lo sappiate, mi crediate, e riconosciate che son io..." (Isaia 43:10)

TESTIMONI DELL'ETERNO

Lo sai che potresti essere un testimone del Signore? Oggi Dio te lo ricorda affinché tu sappia e creda! Devi sapere anche che Lui ti vuole chiamare, ma solo tu puoi scegliere se rispondere o meno al Suo invito. Non sei convinto, vero? Un testimone di cosa? Di quello che vorrebbe fare in te, diventare il Signore della tua vita, credendo al sacrificio del Suo unigenito Figlio, amandoLo e lodandoLo. Testimone oculare del Suo amore, delle Sue benedizioni e promesse. Nel capitolo 43 del profeta Isaia, il Signore ti rassicura così: "Quando passerai per le acque Io sarò con te, quando attraverserai i fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai arso, e la fiamma non ti consumerà. Poiché Io sono l'Eterno, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore... Perché tu sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io t'amo..."Non sono versi meravigliosi? Non solo noi dobbiamo amare il Signore, ma Egli ci dice che per primo ci ha amati e continua ad amarci. Allora, non vuoi essere Suo testimone?

 

"Guardate che nessuno renda ad alcuno male permale, anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti." (1 Tessalonicesi 5:15)

IL BENE COMUNE

In fisica, scienza che studia i fenomeni della natura, si enuncia un principio che può essere cosi sintetizzato: "Ad ogni azione corri.sponde una reazione di uguale intensità, ma di senso contrario". Le leggi della natura sono perfette altrimenti il mondo non si potrebbe basare su di esse e ci sarebbe sicuramente il caos. Il caos è il disordine totale, dove ogni cosa segue un cammino autonomo e confuso e non in armonia con gli altri. La stessa cosa accade alla nostra vita, quando vogliamo fare di testa nostra anche sapendo di agire contro le regole stabilite. Se ad un incrocio ognuno passasse indipendentemente dal colore del semaforo, si creerebbe un ingorgo. Il Signore, invece, è un Dio d'ordine e secondo questo Suo ordine dobbiamo muoverci. Perché? Egli siede in alto e dall'alto vede ogni cosa come nessuno. Ecco l'invito del Signore di non rendere male per male, ma di fare il bene. Non significa essere inferiori se si risponde con una carezza ad uno schiaffo. Chi ci starà di fronte non ci prenderà per pazzi, ma forse sarà portato ad esaminare la sua vita e a porgli riparo. Seguiamo i consigli di Dio e lasciamoci guidare da Lui.

 

"Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti,non temete!». Ecco il vostro Dio!" (Isaia 35:4)

AGIRE E FAR REAGIRE (II)

Agire nei momenti di stanchezza ci permette di capire meglio coloro che vivono le stesse nostre situazioni e invitarli a reagire. Quando il cuore riprende la sua forza, e la tempesta cessa di agita.re il mare, possiamo senz'altro impegnarci per gli altri. Il compito del credente è di ricordare a quanti sono nell?afflizione che il Signore non dimentica i Suoi, non permette che le avversità lo sovrastino. Bisogna incitare i cuori, rinfrancare gli spiriti e mostrare tutto l'amore del Signore. "Sii forte, non temere!", queste parole non devono essere dette senza nessuna convinzione, ma credendo sinceramente che Dio è la nostra forza, il nostro aiuto. Egli ci ha posto in mezzo agli altri affinché potessimo incoraggiarci a vicenda, fortificarci insieme attraverso la preghiera, sostenerci nelle afflizioni. Il nostro Dio è sempre presente! Non dubitiamone mai! Il cuore non si smarrisca e il timore non ci assalga, ma rivolgiamo il nostro sguardo e il nostro cuore al Creatore. Agiamo per primi all'invito di Gesù e prodighiamoci per i nostri fratelli afflitti e scoraggiati. Preghiamo ed il Signore opererà! Crediamo senza tentennare.

 

"Fortificate le mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti!" (Isaia 35:3)

AGIRE E FAR REAGIRE (I)

Tante volte la stanchezza ci assale, vuoi per lo sforzo fisico e mentale che il lavoro ci procura, vuoi per le preoccupazioni e le ansietà che custodiamo nel cuore. Certo, essa è capace di infiacchirci, di indebolir.ci, di renderci completamente inattivi. E ancor di più può la stanchezza spirituale, causata da: delusioni, scoraggiamenti, prove, determinare una pesante limitazione al nostro agire. Quest'oggi il Signore ci invita a fortificarci, a mettere da parte ogni cattivo pensiero e continuare lungo il sentiero che conduce al Cielo. Egli stesso sarà con noi lungo il cammino, ci condurrà per mano, solo se glielo permettiamo. Non fermiamoci! Dissetiamoci alla fonte della vitalità, recuperiamo energia attingendo alla sorgente di vita eterna. Tu puoi ogni cosa! Tu non sei solo: hai Gesù al tuo fianco, che ti incoraggia, come un amico incita l'atleta a non mollare a pochi metri dal traguardo. La stanchezza può essere tanta, ma il premio ne farà dimenticare l'afflizione. Tu sei davvero importante,l? elemento essenziale anche per la "squadra" di cui fai parte. Fortificati in Gesù e non aver timore di terminare la tua gara. (Continua)

 

"... Agisci e rendi a ciascuno secondo le sue vie, tu,che conosci il cuore di ognuno; poiché tu solo cono.sci il cuore di tutti i figliuoli degli uomini; e fa' si che essi ti temano tutto il tempo che essi vivranno nel paese che tu desti ai padri nostri." (1 Re 8:39,40)

CONOSCER L' UOMO

Quante volte abbiamo sentito dire e, probabilmente, lo abbiamo detto tantissime volte anche noi: "Nessuno mi capisce, nessuno apprezza quello che faccio, nessuno mi considera e non c?è nessuno che mi voglia veramente bene". Quante volte abbiamo sentito frasi come queste o comunque molto simili a queste! Oh quanto ci siamo sbagliati! E' una grossa bugia! Potrebbe anche accadere che, qui, sulla terra, non ci sia nessuno che realmente riesca a capire le nostre motivazioni e il nostro agire, ma di sicuro c'è Uno che ci comprende appieno, che si prende cura di noi: è Gesù. Egli è venuto sulla terra, facendosi uomo come noi, affrontando gli stes.si nostri problemi e soffrendo, sicuramente, molto più di noi. E tutto ciò per poter comprendere meglio la nostra natura ed esserci più vicini nelle difficoltà. Solo aprendo il cuore a Lui, Egli si farà conoscere da noi e dimorerà con noi, donandoci una pace e una gioia che il mondo non è in grado di offrire!

 

"Allo stesso modo le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia, non di trecce o di oro, odi perle o di vesti lussuose, ma di opere buone." (1 Timoteo 2:9,10)

MISS

Sempre più spesso siamo bombardati da concorsi di bellezza a carattere locale, nazionale, internazionale, universale. I criteri attraverso i quali viene eletta una miss, sono più o meno gli stessi e comunque ruotano quasi esclusivamente sull?aspetto estetico delle partecipanti. Per questo motivo quelle ragazze si limitano nel cibo per non appesantire la propria figura, si sottopongono a lunghe sedute di parrucchieri e truccatori nell'intento di migliorarsi sempre di più, trascorrono ore e ore in palestra per tonificare il fisi.co, e via discorrendo. E alla fine la giuria premierà una di loro. C'è una miss, però, che non viene valutata attraverso questi canoni, ma attraverso un metro di misura leggermente differente: la sua fede. Dio valuta il comportamento cristiano al di là di qualsiasi qualità fisica, caratteriale od estetica. Il Signore vuole che ognuno di noi, uomini e donne, ci confrontiamo con un'unica ed infallibile giuria: quella celeste e che ci prodighiamo solo per essere accettati nel Regno di Dio. Curiamo la nostra fede più di qualsiasi altra cosa e Dio ci premierà con una corona di vita eterna

 

"Diceva pure a colui che lo aveva invitato: ? ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi,ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti". (Luca 14:12-14)

PERCHÈ INVITARE?

Alcuni danno solo se in seguito possono ricevere indietro quello che hanno dato: un favore o un lavoro che sarà retribuito. E' chiaro che questo è un atteggiamento egoistico che non corri.sponde ai canoni divini. Dio vuole che noi diamo per amore a chi non può restituirci il favore. La massima espressione di questa forma di egoismo è espressa dall'usuraio che in sostanza vuole indietro non solo il denaro prestato, ma una forte percentuale di interesse; quanto più è nel bisogno il richiedente, tanto più è esagerata la richiesta dell'usuraio. Dio condannava l'usura nel popolo d'Israele e incoraggiava il prestito senza interesse per aiutare il prossimo, usando, certamente, avvedutezza. Meditiamo sul nostro agire: è sempre disinteressato oppure anche noi ci aspettiamo in cambio qualcosa? Se così fosse, preghiamo Dio, affinché impariamo a donare senza aspettare. Dio ama i dona.tori generosi!

 

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