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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono." (Romani 10:4)

LA GIUSTIFICAZIONE (II)

La fede produce le opere, una volta che si ama Gesù non si può fare a meno di agire di conseguenza. In pratica con la giustificazione è come se si facesse un innesto su di un albero selvatico perché porti frutto; è per questo scopo che gli viene data una nuova natura, perché non avrebbe potuto portare frutti soddisfacenti. Molte persone sincere confondono la giustificazione con la santificazione. Esse dicono: "Come posso considerarmi giustificato se nella mia vita spirituale constato tante imperfezioni e anche tante cadute?" In realtà la giustificazione ci viene accordata appena crediamo, al momento della nostra nuova nascita. E' come se in quel momento iniziasse una nuova vita, come fossimo neonati in Cristo. Vi saranno ogni giorno progressi da compiere, vittorie da riportare. Come avviene per uno scolaro, imparerà la lezione attraverso gli errori commessi. Il credente si sforza di percorrere sempre più il cammino nella luce, grazie alla potenza e alla pienezza dello Spirito Santo. Vuoi essere giustificato anche tu? Allora ti basterà semplicemente credere! Ti è sufficiente fare questo atto e nuovi cieli si apriranno davanti a te. Fallo e non te ne pentirai.

 

"Il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione." (Romani 4:25)

LA GIUSTIFICAZIONE (I)

La giustificazione è l'atto mediante il quale Cristo rende il peccato.re ravveduto, giusto ed accetto dinanzi a Dio, mediante il perdono dei peccati che Egli ha portato sulla croce. La giustificazione è gratuita, vale a dire totalmente immeritata. Essa è tuttavia valida ed efficace poiché Dio passa un colpo di spugna sui nostri peccati. I nostri peccati sono stati cancellati da Gesù Cristo, che ha subito per noi l'intera condanna. Gesù ci giustifica mediante il Suo sangue, la Sua grazia è ricevuta per fede. È un atto sovrano di Dio che, in Cristo, ci ha chiamati, giustificati e glorificati. Il peccatore accusato dalla legge, da Satana e dalla sua coscienza, viene non solo liberato dal castigo del Giudice Supremo ma è dichiarato giusto, e i suoi peccati sono resi più bianchi della neve. Non v'è per lui più nessuna condanna, poiché Dio lo vede in Cristo, rivestito della giustizia perfetta del Suo Divino Figliuolo. Il ladrone sulla croce si pente e immediatamente viene giustificato. Il suo passato non conta più, ora che ha accettato Cristo come personale Salvatore.

 

"In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." (Giovanni 5:24)

LA DIPARTITA (II)

Secondo quanto insegna la Parola di Dio mediante il racconto del ricco Epulone e del povero Lazzaro (Luca16:19-31), l'impenitente, entra in un luogo di tormenti nel pieno possesso delle sue facoltà e della memoria, separato dal luogo della felicità e reso interamente responsabile dagli avvertimenti della Scrittura. Per il credente la morte spirituale non esiste più, ha ricevuto la vita eterna passando dalla morte alla vita poiché già nel momento della sua dipartita gode la consolazione e il riposo. E' il "paradiso" che Gesù promise al brigante sulla croce il giorno stesso della sua morte. Sappiamo quindi che conserveremo la conoscenza piena, ma rinnovati nello Spirito, rivestiremo un corpo incorruttibile, saremo alla gloriosa pre.senza del Signore. Cosa succede nel momento in cui l'ultimo alito abbandona il nostro corpo non possiamo saperlo, ma di sicuro anche in quel particolare momento il Signore non ci lascerà e non ci abbandonerà. La morte è un punto obbligato della nostra vita, nessuno può evitarla, ma possiamo evitare di arrivarci impreparati. Ascolta e credi alle Parole di Cristo, saranno come un lascia passare per la vita Eterna.

 

"Così la giustizia conduce alla vita, ma chi va dietro al male si avvia verso la morte." (Proverbi 11:19)

LA DIPARTITA (I)

Il titolo dato alla meditazione di oggi è un termine usato per evitare la parola morte, che incute sempre un certo timore. Ma qualsiasi termine utilizziamo sappiamo bene che nessuno di noi può evitare questo evento. I sentimenti al riguardo sono contrastanti e ognuno ha una propria idea, ma per molti resta un tragico mistero. Cerchiamo di capire le indicazioni che ci dà la Parola di Dio. Nel significato abituale morte vuol dire cessazione della vita. Essa non rientra.va nel piano originario di Dio, il quale aveva creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, rendendolo "un'anima vivente". La morte è la conseguenza del peccato dei nostri progenitori che disobbedirono agli ordini divini. Il termine morte, etimologicamente, vuol dire "separazione", di conseguenza, chiunque vive separato da Dio è spiritual.mente morto. Il peccatore che non si ravvede è morto, colui che non si riconcilia con Dio è morto ai suoi occhi. Per l'empio è cosa terribile cadere nelle mani del Dio vivente, ed essere sottoposto al Suo giudizio, che inizia in questa vita. Se hai posto mente alla lettura: chi va dietro al male si avvia verso la morte, il processo inizia ora. Affidati alla giustizia di Dio ora che ti viene concessa la possibilità, Egli ti condurrà alla vita. (Continua)

 

"... La pietà è utile a ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura." (1° Timoteo 4:8)

LA PIETÀ

La pietà come sentimento contemplato nella Bibbia è una venerazione fatta di rispetto, di affetto e sincera adorazione a Dio. Nel gridare: "Io amo la pietà e non i sacrifici, e la conoscenza di Dio anziché gli olocausti" (Osea 6:6), il Signore reclama uno slancio del cuore, un dono dell'essere intero, invece di una religione formalista che esegue meccanicamente le prescrizioni ordinate dalla Legge. Paolo, che ama questo termine, scrive a Timoteo: ?... esercitati... alla pietà, la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la pro.messa della vita presente e di quella a venire". L'incarnazione e la glorificazione del Cristo sono il gran mistero della pietà. La sana dottrina è secondo pietà. Il segno distintivo dell'apostasia consiste "nell'avere le forme della pietà avendo rinnegata la potenza". Dobbiamo, dunque, rendere a Dio un culto accettevole con riverenza e timore. La pietà si esercita anche nella famiglia e soprattutto verso il prossimo: essa diviene la pietà filiare, particolarmente gradita a Dio. La pietà esercitata nei confronti della nostra famiglia, dei nostri genitori è estremamente gradita a Dio. Poiché se qualcuno non si prende cura dei suoi e principalmente di quelli della sua famiglia, ha rinnegato la fede ed è maggiore di un infedele (1° Timoteo 5:4,8). Esercitiamoci anche noi alla pietà!

 

"Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati,ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre". (Matteo 11:28-29)

E TU, TI SENTI SOLO?

Credo che a tutti, almeno una volta nella vita, sia capitato di sentir.si soli. E' un bisogno dell'uomo avere degli amici, delle persone intorno di cui fidarsi. Anche Dio sapeva e conosceva bene questo bisogno, infatti dopo aver fatto l'uomo gli ha dato anche una compagna (Genesi 2:18). Spesso, però, ci si sente soli pur avendo accanto tante persone. Forse c'è il desiderio di avere accanto una persona "speciale" che ci accetti così come siamo, senza volerci cambiare, modellare a suo piacimento! Ebbene questa persona esiste: è Dio, si, proprio Colui che ci ha creato e ci accetta con i nostri moltissimi difetti. Ci ama e ci aiuta senza richiederci sacrifici o sforzi, perché conosce la nostra natura umana e sa che siamo deboli e frali. A noi chiede solo il cuore, ossia che andiamo a Lui in semplicità, raccontandoGli le cose così come le pensiamo, desidera che Gli esprimiamo i nostri desideri semplicemente. Non abbiamo bisogno di ricercare chissà quali paroloni per poterGli parlare. Caro amico, se non l' hai ancora fatto, apriGli il tuo cuore, ed anche tu con me, potrai affermare che Gesù è l'unico in grado di capirci sempre.

 

"Al Signore appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!" (Salmi 3:8)

LA CERTEZZA DELLA SALVEZZA (III)

Caro lettore in quale delle due case si stava più al sicuro? Nella prima casa, dove l'ansia e il turbamento assalivano i cuori di quei cari, o nella seconda, dove al contrario regnavano la pace e la tranquillità? Ebbene, la salvezza regnava in egual modo in entrambe le case. La differenza era il sentimento con il quale vivevano questa esperienza. Sicuramente la seconda famiglia godeva maggiormente della gioia e della serenità che il Signore dona incondizionatamente ai Suoi figliuoli. Gesù ha sparso una volta e per sempre il Suo Sangue affinché potessimo godere della salvezza eterna. Ci ha lasciato la Sua Parola perché imparassimo a conoscere la Sua volontà e a metterla in pratica. Il nostro compito è seguire le Sue indicazioni, essere Suoi imitatori ed accettare per fede la vita eterna che ci viene offerta. Non sono dunque i nostri sentimenti a darci la sicurezza di essere salvati, ma è quello che Dio stesso dice. Se volete essere sicuri della vostra benedizione, non ascoltate l'instabile testimonianza dei vostri sentimenti interiori, ma ascoltate la testimonianza dell'infallibile Parola di Dio: "In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna" (Giovanni 6:47).

 

"Io vi ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome delFigliuol di Dio." (1° Giovanni 5:13)

LA CERTEZZA DELLA SALVEZZA (II)

"Abbiamo fatto quello che ci è stato comandato. Il sangue dell'agnello di un anno, senza difetto né macchia, l'abbiamo spruzzato sull'architrave e sugli stipiti della porta; ma con tutto ciò non siamo sicuri di scampare al giudizio dell'Eterno". Lasciamo ora questi poveri israeliti, e rechiamoci a casa dei vicini. L'atmosfera è completamente tranquilla ed emana pace. Stanno mangiando l'agnello arrostito ed aspettano l'ordine di Dio di lascia.re la terra d'Egitto. Chiediamo loro: "Avete dimenticato che questa è la notte del giudizio?"; "Lo sappiamo, ma il nostro primogenito è salvo perché il sangue è stato spruzzato sulla nostra porta nel modo prescritto da Dio". Si continua a chiedere loro come spiega.no il comportamento ansioso dei vicini. Risponde con fermezza il primo figlio: "Noi abbiamo la Parola del Signore. Egli ha detto che quando vedrà il sangue passerà oltre, senza colpirci, e noi ci crediamo perché abbiamo ricevuto la Sua Parola nei nostri cuori!". Sappiamo tutti benissimo come finisce la storia del popolo d'Israele: tutti i loro primogeniti furono risparmiati, e in più furono liberati dalla schiavitù degli egiziani attraversando miracolosamente il Mar Rosso...(continua)

 

"Quella notte io passerò per il paese d'Egitto, e percuoterò ogni primogenito nel paese d'Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dei d'Egitto. Io sono l'Eterno.? (Esodo 12:12)

LA CERTEZZA DELLA SALVEZZA (I)

Oggi, voglio riportarvi una storia letta tempo fa, che permette di spiegare meglio cosa il Signore ci dice riguardo alla certezza della salvezza. Facciamo una visita immaginaria a due famiglie che ai tempi di Mosè aspettavano che passasse la notte in cui l?angelo dell'Eterno avrebbe percosso i primogeniti umani e animali, all'ennesimo rifiuto del faraone, di far uscire il popolo d'Israele dai confini egiziani. Nella prima famiglia tutti tremano di paura. Chiediamo loro: "Perché tanta paura?", ?Perché", risponde il figlio maggiore, "l'angelo della morte percuoterà tutto il paese ed io non so come me la caverò in quel terribile momento. Quando l'angelo distruttore sarà passato davanti alla nostra casa, e la notte spaventosa del giudizio sarà finita, solo allora saprò di certo se sarò salvo. Fino a quel momento non possiamo sentirci sicuri. Nella casa vicina si dicono tranquilli di essere salvati, ma noi crediamo che sia soltanto una grande presunzione. Tutto quello che possiamo fare, in questa lunga e terribile notte, è sperare, sperare che tutto vada bene!" Allora noi replichiamo: "Ma l'Iddio d'Israele non ha provveduto un mezzo di salvezza per il suo popolo?" "Si, e noi l'abbiamo fatto". (Continua)

 

"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace,pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine,autocontrollo". (Galati 5:22)

IL FRUTTO DELLO SPIRITO (II)

La pace è un altro aspetto del frutto dello Spirito. Un animo pacifi.co tende alla calma, allontana da sé dispute e contese e permette all'amore di operare. Il Signore ci esorta più volte ad essere opera.tori di pace. La pazienza è inevitabile nell'opera di Dio. Essa pro.duce sana esperienza, permettendo una crescita spirituale basata sull'attesa paziente delle indicazioni divine, distogliendo il nostro essere dall'agire con impulsività e sulla scia della fretta. La benevolenza si manifesta con la predisposizione dell'animo nostro verso gli altri. Esser benevoli vuol dire essere affettuosi, amichevoli, indulgenti. Strettamente legata alla benevolenza è la bontà, cioè una disposizione abituale a far del bene, a mostrarsi cortesi e disponibili. La fedeltà dovrebbe essere propria del cristiano. Rimanere fedeli a Dio è una priorità insostituibile. Fedeltà in ogni tempo e in qualsiasi circostanza. La mansuetudine è una grande virtù. Chi è mansueto è umile, lontano dall'ira e dall'orgoglio, mite, paziente. Infine abbiamo l'autocontrollo. Difficile, a volte, da prati.care, ma di grande benedizione quando lo adottiamo. Chiediamo a Dio di fare nostre tutte queste virtù, legate indissolubilmente tra loro, da essere "il frutto dello Spirito", vivendo una vita ripiena di Spirito Santo.

 

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