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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle opere delle loro mani;non cessarono di adorare i demòni e gli idoli d'oro,d'argento, di rame, di pietra e di legno, che non posso.no né vedere, né udire, né camminare." (Apocalisse 9:20)

APOCALISSE = RIVELAZIONE ( I )

Che sensazione hai avuto leggendo il titolo? Uno stato di angoscia, di paura, di ansietà, di turbamento o qualcos'altro? Sicuramente non di gioia. Perché? Eppure in questo ultimo libro della Bibbia, il nostro Signore, ci rivela come saranno gli ultimi tempi, prima della Sua gloriosa apparizione. Ci indica quello che avverrà in un futuro non troppo lontano, considerando la situazione in cui si trova il nostro mondo. Non sappiamo con precisione quando questo accadrà. Dio, però, non ci ha lasciato nel buio, ma ci ha dato delle puntuali indicazioni. Perché si avverte questo stato di angoscia? Per il semplice motivo che siamo preoccupati di non aver servito il Signore come Egli aveva lasciato detto, siamo in ansia perché non degni di appartenerGli. In colpa perché sappia.mo, ma non facciamo. In dubbio perché non abbiamo completa fiducia nel Signore. Nel libro dell'Apocalisse vengono rivelate importanti informazioni circa il futuro di ciascuno di noi. Molti episodi vengono narrati attraverso similitudini, proprio come Gesù face.va quando era in vita. Altri episodi, invece, sono narrati in maniera reale e comprensibile a tutti. Ed è proprio di questo che vogliamo parlare (Continua)...

 

"Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni d'amore fraterno, misericordiosi e umili; non rendete male per male,od oltraggio per oltraggio, ma al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione." (1 Pietro 3:8-9)

IL METODO PER ESSERE BENEDETTI

L'apostolo Pietro si rivolge ai credenti, dando loro dei veri e propri ordini. Essi devono preoccuparsi del proprio rapporto con il prossimo. Dio è interessato ai nostri rapporti con gli altri, e vuole che anche noi ce ne preoccupiamo. Dio vuole che c'impegniamo ad amare i nostri amici e ancor di più i nostri nemici, anche se ciò è estremamente difficile, Dio stesso ci donerà la forza. L'apostolo Paolo diceva: "Io posso OGNI cosa in colui che mi dà forza". Gesù ci dona forza ed è stato per noi un esempio. Durante la Sua vita terrena ecco quello che ci ha insegnato: -ha amato e ha avuto misericordia dei peccatori, dei suoi nemici finanche di coloro che l'hanno ucciso; -è stato umile sottoponendosi all'ingiusto giudizio umano; -ha reso bene per il male ricevuto; -ci ha resi degni d'ogni benedizione in Lui, noi che non siamo degni. Solo imitando il Suo sentimento potremo essere vittoriosi come il nostro Maestro, il quale?Dio lo ha innalzato e dato un nome che è al disopra d'ogni altro nome. Questo è il metodo per essere benedetti da Dio! Caro lettore se non sei pronto a vivere quello in cui credi, la tua fede è morta! Non è solo quello che predichiamo a renderci figliuoli di Dio, ma è soprattutto come viviamo.

 

"<>. In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa." (Giobbe 1:21-22)

RIMANERE FEDELI AL SIGNORE (II)

Chi potrebbe mai paragonarsi a Giobbe? Uomo di grande sofferenze e anche uomo di grande fede. Nonostante tutto quello che gli successe non attribuì mai la colpa al Signore, "Il Signore ha dato, il Signor ha tolto; sia benedetto il nome del Signore" (Giobbe 1:22). Il versetto precedente (Giobbe 1:21) ci indica che egli aveva ben com.preso che tutto appartiene al nostro Dio, ogni cosa è Sua e nulla è nostro: "Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra." Il dolore è umano nessuno può sottrarsene, ma la consolazione pro.viene solo dal Signore. Restiamogli FEDELI nelle gioie e nelle avversità. Questo non è facile, ma il Signore è il nostro aiuto, Egli saprà prendersi cura di noi soprattutto nei momenti peggiori! E non dimentichiamoci di come è finita la storia di Giobbe. Nessuno seppe consolarlo, nemmeno i suoi migliori amici! Ma il Signore seppe ripa.gare la sua fiducia e integrità: lo ristabilì completamente dai suoi mali fisici, gli donò una nuova casa, dei figli, bestiame in quantità maggiore del precedente e tanta serenità. Tutto questo perché era rimasto fedele al Signore. Impariamo da Giobbe ad esserGli fedeli!

 

"<>. In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa." (Giobbe 1:21-22)

RIMANERE FEDELI AL SIGNORE (I)

Molti conoscono la storia di Giobbe, umile servo del Signore, integro, retto, timoroso di Dio e schivo del male. Era un uomo felice, ricco e sereno: aveva una famiglia, una casa, grande quantità di bestiame tanto da ricoprire tutto il paese. Satana tentò di farlo peccare, quando gli fece perdere tutto quello che possedeva compresi i figli. Ma lui non rinnegò Dio. Oggi invece, ci sono degli uomini che appena perdono un bene o subiscono il furto di una macchina o di qualsiasi altro oggetto, inveiscono contro il Signore, dandoGLI la colpa. Per non parlare di quando viene a mancare un familiare in circostanze tragiche, li senti sfogare in un modo assurdo contro Colui che può tutto. La malattia, inoltre, diventa un tarlo nella mente dell'uomo e la domanda ricorrente è: "Perché a me? Cosa ho fatto di male per ricevere tutto ciò?". Non è questo il modo di reagire e Giobbe ci ha dato un insegnamento molto importante riguardo tali situazioni: rimanere FEDELI al Signore. Egli aspettò pazientemente che Dio esaudisse le sue preghiere. Non a caso è proverbiale la pazienza di Giobbe. (Continua)

 

"E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati." (Atti 4:12)

SALVEZZA GRATUITA

Quanto costa la salvezza? A Dio è costata Suo Figlio! A Gesù la Sua vita! A noi la rinuncia al peccato, per mezzo della fede. La salvezza è gratuita, non ha valore economico. Tutti i soldi della Terra non possono salvare una sola persona. Non c'è medicina abbastanza efficace che possa guarire dal peccato e donare la salvezza; non c'è robot, artificio, macchinario, vecchio o nuovo che sia, in grado di crearla e preservarla; non c'è atto eroico di nessuna persona che possa difenderla; non ci sono penitenze o sacrifici che possano farcela meritare. L'unico mezzo per ottenerla è guardare a Cristo Gesù, credere nel Suo immenso e divino sacrificio che ci può rendere liberi una volta per sempre. Il Signore è in grado di donare tanta gioia e tanta pace che nessun cuore potreb.be rifiutare se soltanto provasse ad aver fede in Lui. Tutti coloro che lo hanno accettato nel cuore non possono più farne a meno!

 

"Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiam vedute e udite." (Atti 4:20)

UBBIDIRE (II)

L'autorità divina è al di sopra di ogni altra autorità. Come credenti "nati di nuovo" dobbiamo ubbidire alle autorità del nostro Stato, ma questo non deve pregiudicare l'ubbidienza a Dio. Pensiamo a tutti quei credenti che non hanno piena libertà religiosa e pure continuano ad annunciare l'Evangelo, pensiamo a quanti, ancora in questo secolo, continuano a morire perché perseguitati per il nome di Gesù! Dovremmo provare vergogna noi, che avendo libertà di parola e pensiero, non parliamo di Gesù, ubbidiamo al volere del nostro avversario che cerca di farci tacere e ci dimentichiamo delle parole di Pietro e Giovanni: "... Non possiamo non parlare ..." . Il Signore ha fatto tanto per noi, abbiamo visto con i nostri occhi l'aiuto che Egli ci ha dato e la salvezza che ci ha donato eppure non gli ubbidiamo per timore di coloro che si annoiano a sentir parlare di Gesù, che ci giudicano per la nostra rettitudine, in un tempo di trasgressione. Siamo più coraggiosi e ubbidiamo a Dio prima di ogni altra cosa! E se siamo deboli chiediamo al Signore la forza. Il buon Dio è pronto a soccorrerci anche in questo, abbiamo fede!

 

"Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché aDio»". (Atti 4:19)

UBBIDIRE (I)

Non è sempre facile ubbidire agli ordini che ci vengono imposti e la nostra natura è incline alla disubbidienza! Lo notiamo dai primi capitoli della Bibbia nei comportamenti dei nostri progenitori, Adamo ed Eva. Ubbidire diventa ancor più difficile quando gli ordini ci vengo.no dati da persone di cui abbiamo poca stima, ma questo è esercizio di umiltà. Ubbidire a Dio, invece, dovrebbe comportare gioia! Gli insegnamenti e i comandamenti che ci vengono indicati nella Bibbia sono protesi soltanto alla ricerca del nostro bene e al raggiungimento della salvezza eterna. Sono, dunque, interamente a nostro vantaggio. Il versetto di oggi ci parla del comportamento di Pietro e Giovanni. Questi avevano guarito un infermo nel nome di Gesù e molti vedendo e ascoltando il loro messaggio avevano creduto. Perciò fu loro vietato dai capi religiosi e dagli anziani di predi.care nel nome di Gesù. La risposta dei due discepoli la leggiamo proprio nel versetto odierno. Le autorità dell'epoca impedivano loro di menzionare Gesù, ma l'amore di Dio impediva loro di tacere. (Continua)

 

"Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo." (1 Corinzi 13:1)

L'AMORE VERO

Molti vorrebbero seminare il seme della verità nella vita degli altri, ma con arroganza e presunzione. Se vogliamo piantare questo prezioso seme, dobbiamo innanzitutto amare il terreno dal quale vogliamo trarre il frutto che discende dal seme. Quando amiamo non provochiamo ad ira, ma rispettiamo con tutto l'amore di cui siamo capaci e che Dio ci ha insegnato ad esercita.re. La provocazione porta all'amarezza ed alla divisione. Dobbiamo provare amore per provocare amore. Per crescere nel-l'amore dobbiamo allenarci ad amare, a rispettare, a tollerare, a comprendere, a consolare; sfruttare ogni situazione per dimostra.re il bene che naturalmente sgorga dal cuore. Bisogna fare della vita una palestra in cui allenarci all'amore o carità che dir si voglia, in modo che le persone possano desiderare quello che si manifesta nella nostra vita. Quando questo accade, è molto più semplice piantare quel prezioso e raro seme, il seme della verità, il seme della Parola di Dio che produce nuovi frutti, nuova vita, che dona pace al cuore e libera da ansie e timori. Questo è amore vero!

 

"Ora noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento". (Romani 8:28)

LA MULA DROGATA (III)

Roberto rimase impressionato da quanto raccontato e si vergognò molto per i pensieri che in quel giorno aveva accumulato dentro il cuore: il rancore e l'amarezza verso il compare. Il Signore ci ascolta sempre, e se a volte, non risponde come vorremmo a qualche nostra richiesta è semplicemente perché ha un piano diverso, sicuramente migliore del nostro. Il nemico delle anime nostre si infila sottilmente nei nostri cuori e nella nostra testa, inducendoci a dire, a fare e a pensare cose di cui in seguito ci vergogniamo. Restiamo attaccati al Signore, confidiamo nel Suo amore e ringraziamoLo per i pericoli scampati. A volte anche il diavolo si usa di droghe, alcool e altre dipendenze per intontire e allontanare anime dal Signore. Quanti giovani si affidano in mano a gente senza scrupoli, portando alla distruzione intere famiglie o cadendo nella rete dell'immoralità. Solo Dio è il nostro liberatore. AccogliamoLo nella nostra vita ed Egli si prenderà cura di noi.

 

"Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice il Signore". (Isaia 55:8)

LA MULA DROGATA (II)

Alla fiera, il compare, aveva visto una bella mula e cominciò a con.trattare con i proprietari. Chiese se era docile o meno, conoscendo l'indole ribelle e testarda dell'animale. I padroni della mula, per rassicurarlo, l'accarezzavano e stuzzicavano in più parti del corpo, ma la mula restava buona e tranquilla. Si convinse e la comprò. La giumenta con la quale era partito era già stata venduta, così legò la mula al carro e si avviò sulla strada del ritorno. Fuori dal paese, in una salita, la mula incominciò improvvisamente a correre. Il compare avvolse le redini alle mani e cercò di trattenerla con tutte le sue forze, ma non ci riuscì. Egli stesso fu sbalzato fuori dal carro e trascinato per qualche metro. Si liberò dalle redini giusto qualche istante prima che una ruota del carro si staccasse facendo capovolgere il carro. Fu la fine della corsa anche per la mula perché la povera bestia sbatté la testa su un grosso sasso e morì sul colpo. I proprietari, disonesti e senza scrupoli, avevano drogato la mula per farla stare buona e tranquilla per qualche ora. Tutti ringraziarono Dio per come aveva operato! (Continua)

 

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