...si portarono via dodici ceste piene... (Marco 6:43)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (3)
Al terzo posto troviamo le "persone cesto". Un ragazzo offrì a Gesù il suo pranzo ed Egli lo usò per sfamare cinquemila persone. Più tardi, terminato il pasto: “...si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane ed anche i resti dei pesci”. Questa categoria di persone stima il bisogno altrui maggiore del proprio e dice di cuore: “Signore, ecco quello che ho: prendilo, benedicilo e usalo!”. Che differenza tra il comportamento di questo ragazzo e quello dei discepoli! Rifletti attentamente: 1) Essi tentarono di evitare il problema. “«... lasciali andare, affinché vadano per le campagne... e si comprino qualcosa da mangiare»” (Marco 6:36). La tua fede cresce, forse, solo quando affronti i problemi guardando a Dio per ottenere risposta? Di certo, nel cercare una soluzione, ti metti nella posizione di ricevere quanto Dio ha in serbo per te. 2) Non conoscevano le loro risorse. Gesù domandò: “...«Quanti pani avete? Andate a vedere»” (Marco 6:38). Mosè aveva un semplice bastone, ma con quello divise il Mar Rosso; Davide possedeva solo una fionda ma riuscì ad abbattere un gigante. Probabilmente tu non te ne rendi conto ma Dio ti ha già dato la risposta. Ti ha fornito qualcosa in grado di moltiplicare grandemente i risultati se tu la riponi nelle Sue mani. La giusta chiave è: “Vai a vedere!”. 3) Disprezzarono il giorno delle piccole cose. “«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?»” (Giovanni 6:9). Piuttosto che guardare a ciò che manca, rivolgi il tuo sguardo all'abbondanza di Dio e alla Sua volontà di operare in tuo favore. “«Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose... quando gli occhi del Signore... vedono con gioia il piombino...?»” (Zaccaria 4:10). Coinvolgi sempre il Signore nella tua equazione perché la formula per il successo sei tu assieme a Dio!
...la farina nel vaso non si esaurirà... (1° Re 17:14)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (2)
Come secondo tipo, sono descritte le "persone vaso”. Nel bel mezzo di una carestia devastante, Dio mandò il profeta Elia a Sarepta, informandolo che lì avrebbe incontrato una vedova che gli avrebbe fornito di che sostentarsi. Per quale motivo Elia fu mandato da una vedova indigente e non presso una famiglia benestante? Semplicemente perché ai ricchi non serve un miracolo, mentre a quella povera donna sì! Quando Elia chiese alla vedova di preparargli da mangiare, lei rispose di avere solo “«...un pugno di farina in un vaso...»’’ (1 Re 17:12). Quello sarebbe stato il suo ultimo pasto e poi insieme al figlio, sarebbero morti d’inedia. Forse stai pensando: “Questa cosa è proprio tipica dei predicatori! Ti privano del cibo e ti sfilano anche l’ultimo centesimo dalla tasca!". Nulla di più errato: quello fu il giorno più bello della sua vita! La donna si trovava a un passo da un miracolo. Prima, però, avrebbe dovuto superare la paura di doversi privare di tutto. Con fermezza “Elia le disse: «Non temere; va' e fa’ come hai detto, ma fanne prima una piccola focaccia per me e portamela...” Infatti, così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: “La farina del vaso non si esaurirà... fino al giorno che il SIGNORE manderà la pioggia sulla terra»’’ (1 Re 17:13-14). Come finì? "Quella andò e fece come Elia le aveva detto... La farina nel vaso non si esaurì...” (1 Re 17:15-16). Giorno dopo giorno, serenamente, lei stendeva la mano al vaso e trovava la farina necessaria. La vedova scoprì che obbedire al Signore paga: infatti Egli provvede sempre ai nostri bisogni. Sei un “vaso”? Temi, forse, di consegnare ciò che hai e non ne rimanga a sufficienza per te? Non aver paura, non potrai mai dare a Dio più di quanto Lui doni, amorevolmente, a te! Qualunque cosa tu possa offrirGli, Egli promette di restituirla in "...buona misura, pigiata, scossa, traboccante...” (Luca 6:38).
...chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata» (Aggeo 1:6)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (1)
La Bibbia descrive le qualità di quattro tipi di donatori e nei prossimi giorni li esamineremo singolarmente. I primi sono quelli che, bonariamente, chiameremo: le “persone borsa”. Ai tempi del profeta Aggeo, gli Israeliti erano talmente intenti a trafficare e guadagnare da non trovare spazi da dedicare al loro Dio. Ti suona, per caso, familiare questa constatazione? Perciò il profeta, indignato, disse loro: “«Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?» ...Così parla il Signore... «Riflettete bene sulla vostra condotta! Avete seminato molto e avete raccolto poco... chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata»... «Voi vi aspettavate molto, ed ecco c’è poco; ciò che avete portato in casa, io l’ho soffiato via. Perché?», dice il SIGNORE degli eserciti. «A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi sì dà premura solo per la propria casa»” (Aggeo 1:4-9). Qualora tu bramassi i favori del Signore per la tua casa, interessati, per prima cosa, alla Sua. Nel caso desiderassi l’intervento divino sui bisogni della tua famiglia, inizia a occuparti della Sua. Potresti superficialmente replicare: “Quanto dovrei dare per soddisfare questa necessità?’’. Biblicamente, la donazione parte da una base del dieci percento delle tue entrate (cfr. Levitico 27:32). Un’offerta superiore dipenderà da tre cose: 1) Dalle tue possibilità. "Ognuno darà quel che potrà, secondo le benedizioni che il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà elargite” (Deuteronomio 16:17). 2) Dal tuo desiderio di raccogliere. L'Eterno “...moltiplicherà la semenza vostra..." (2 Corinzi 9:10). 3) Dal tuo amore. “«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente...»" (Matteo 22:37).
...vi darà anche la via d’uscirne... (1° Corinzi 10:13)
LA VIA D'USCITA
L’apostolo Paolo rivolgendosi agli abitanti della città di Corinto, scrisse: "...con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare”. Forse, in questo momento, potresti trovarti in una situazione, una relazione o una condizione finanziaria che proprio non desideravi. Potresti sdraiarti e voler morire oppure non farlo per niente e lanciarti nella mischia per rendere del tuo meglio,qualcosa di buono accadrà in te, molto più importante di ciò che sta avvenendo intorno a te. Gesù aveva, da poco, sperimentato delle contrarietà quando disse ai Suoi seguaci che, se avessero avuto fede, avrebbero potuto comandare a un monte di spostarsi e gettarsi in mare. Ora, quando la tua attenzione è fissata sulla montagna, sarà la paura a guidarti, ma qualora il tuo sguardo restasse concentrato su Dio, saresti fortificato grazie alla fede. Senza l'ostacolo del monte, però, non avresti mai saputo di avere in te la fede, né in quale misura. Le avversità hanno il potere di mutare i tuoi valori e le tue priorità al fine di una migliore riuscita. Quando il denaro, la sicurezza o il successo sono la norma della tua vita, la più piccola crisi può farti vacillare. Solo allora potrai valutare la follia che c'è nel rincorrere le cose temporanee e, se sarai saggio, una volta calmate le acque, non tornerai più indietro. La chiave per riuscirci, però, sta nell'agire prima che il tran tran della quotidianità ti riavvolga. Per fare i cambiamenti hai solo una piccola finestrella di tempo a disposizione, altrimenti scadrai nelle tue vecchie abitudini. Mentre il ricordo delle avversità è ancora ben impresso nella tua mente, prega e chiedi al Signore di farti vedere quali siano i cambiamenti che devi apportare nei tuoi atteggiamenti, nei tuoi rapporti, nelle tue abitudini, nel tuo stile di vita, ed Egli ti "... darà anche la via di uscirne...".
La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira (Proverbi 15:1)
LITIGARE: È SEMPRE UNO SPRECO
Ti capita mai di dover dire: "Me la prendo moltissimo quando qualcuno rifiuta di ascoltare il mio punto di vista. Che cosa posso fare perché mi ascoltino e capiscano ciò che sto dicendo?”. Purché non si tratti di un dibattito ufficiale, discutere con chi non è disposto ad ascoltare è un'inutile perdita di tempo. Esponi il tuo pensiero con chiarezza, determinazione e non portare sulla difensiva polemizzando se non è recepito. Adirandoti, farai solo del male a te stesso e al tuo rapporto con quella persona. Non permettere che ti trascinino in inutili contenziosi. Tieni a freno la tua lingua e ricorda queste parole: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira. La lingua dei saggi è ricca di scienza, ma la bocca degli stolti sgorga follia” (Proverbi 15:1,2). Una delle più frustranti conversazioni deve sicuramente essere quella riportata da una rivista d'arte teatrale (Theatre Arts Magazine). Un abbonato, volendo pubblicizzare un evento che si sarebbe tenuto molto presto, nel suo comune, chiamò la redazione delle “Pagine Bianche” per farsi dare il numero telefonico della rivista. L'operatore, con un fortissimo accento americano, rispose: “Sono dolente, ma sull'elenco non c’é nessuno che si chiami Theodore Arts [aveva confuso la pronuncia di Theatre (teatro) con Theodore (Teodoro)]. L’abbonato ripetè: "Non è una persona, è una pubblicazione. Voglio parlare con il Theatre Arts!”. L'operatore, con un tono di voce piuttosto seccato, rispose: "Gliel’ho appena detto, non c'è nessuno che si chiami Theodore Arts in questa città. Forse, abita altrove!”. L’utente, al limite della pazienza, gridò: "La parola è "theatre": T-H-E-A-T-R-E!" L'operatore, con altrettanta fermezza, rispose: “Non è così che si scrive Theodor!”. Morale: “Litigare è solo uno spreco di tempo!"
...risplenda la vostra luce... (Matteo 5:16)
SII LA LORO GUIDA
Tutti i neonati, compresi i figli dei credenti ovviamente, nascono nella condizione di “perduti”, in un mondo di tenebre morali e spirituali, perciò, caro genitore, la tua primaria responsabilità nei loro confronti è di essere la luce che li guida. Paul Harvey racconta di un padre alcolista, il quale lasciò il figlio adolescente da solo sul furgone, per andare a bere al bar. Due ore più tardi, barcollando vistosamente, tornò alla vettura per scoprire che il figlio non c’era più. Dopo averlo a lungo cercato, lo trovò nel bar in compagnia di due giovanotti altrettanto brilli, i quali erano riusciti a farlo ubriacare. Dopo essersi azzuffato con i due ragazzi, il padre stramazzò a terra sanguinante e il figlio, disperato, si chinò su lui implorandolo: “Per favore, papà, non arrabbiarti con me! Volevo solo seguirti!''. Tutti, in effetti, seguiamo qualcuno sperando che conosca la strada che ci troviamo a percorrere. La Bibbia, infatti, narra che: "Acazia, figlio di Acab .. .fece ciò ch’è male agli occhi del SIGNORE e imitò la condotta di suo padre, di sua madre...” (1 Re 22:52-53). I nostri figli, forse, non ascolteranno i consigli che offriamo, ma di sicuro seguiranno il nostro esempio, buono o cattivo che sia stato. Siamo chiamati a essere un segnale indicatore ai loro incroci, delle semplici mappe cartografiche da consultare nei momenti di confusione. Paolo, rivolgendosi ai suoi figli spirituali della città di Corinto, li incoraggiò dicendo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 11:1). Non serve una laurea per comprendere come eccellere nella propria casa: è sufficiente accogliere con cuore onesto e sincero gli insegnamenti di Cristo e il metterli in pratica ci qualificherà per essere ottimi genitori! "I figli del giusto, che cammina nella sua integrità, saranno beati dopo di lui" (Proverbi 20:7).
...se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili... (2° Pietro 1:8)
CONTINUA A CRESCERE (3)
Soffermiamoci ora su due nuovi concetti, necessari per maturare: 1) Non limitarti a crescere solo in conoscenza, fallo anche nel carattere. A dire il vero Dio è più interessato al tuo carattere che alla tua carriera. Per quale motivo? Semplicemente perché il successo senza carattere ha solo il potenziale di ferire te e quanti ti circondano. La Bibbia afferma: "Voi... mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l’affetto fraterno; e all'affetto fraterno l’amore. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo'' (2 Pietro 1:5-8). Presta attenzione a queste parole: “...mettendoci da parte vostra ogni impegno..." 1. Per farlo, devi lavorarci su! 2) Non perdere la tua freschezza. Hai mai sentito la storiella di quel pastore di campagna che, durante un suo sermone, per una folata di vento, vide i suoi appunti volare dalla finestra ed essere ingeriti da una mucca che pascolava lì vicino? Tre giorni dopo, la povera bestia si smagrì! Pronto? Ci sei? Continua a sollecitare la tua curiosità. Seguita ad “avere fame”. Gesù disse: “«Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati»” (Matteo 5:6). Alla fine, non saranno i tuoi talenti a determinare il tuo destino, bensì il tuo desiderio. Uno dei più grandi complimenti fatti da Paolo fu quello rivolto ai credenti della chiesa di Tessalonica: “Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com’è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente e l’amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più" (2 Tessalonicesi 1:3). Sia detta la stessa cosa di te!
Il saggio ascolterà e accrescerà il suo sapere... (Proverbi 1:5)
CONTINUA A CRESCERE (2)
Quando parliamo di crescita Cristo deve essere il nostro esempio. La Bibbia dichiara: “...Gesù cresceva in sapienza in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:52). Per avere il favore di Dio e degli altri, devi continuare a evolverti spiritualmente, mentalmente ed emotivamente. Questo richiede due imperativi: 1) Non smettere di imparare. Nella vita, ogni esperienza, incluse quelle spiacevoli, produce una conoscenza che può rendere il futuro migliore del presente, però bisogna ricercarla. Lo svantaggio di Internet e degli Smartphones è che non è possibile elaborare il continuo bombardamento d’informazioni che si ricevono e, alla fine, se ne ricava ben poco, se non nulla. Invece di permettere una vita semplicemente meccanica, fermati e chiediti: “Che cosa sta succedendo? Lo percepisco con i sensi, ma che cosa significa realmente?” Tu sei corpo, anima e spirito, perciò hai bisogno di porti questa domanda: “Sono veramente sano nel fisico, nella mente, nelle emozioni, ma soprattutto nello spirito?” Nessuno può rispondere a questa domanda se non tu stesso. 2) Non smettere di sviluppare i tuoi talenti. Quando gli chiesero perché facesse, nonostante l’età, ancora sei o otto ore di pratica giornaliera, uno dei migliori violinisti del mondo rispose: "Lo faccio perché ritengo di poter migliorare ancora". Che atteggiamento meraviglioso! Non si tratta solo di vivere più a lungo; bisogna anche migliorare! Paolo rivolgendosi a Timoteo disse: “...ti ricordo di ravvivare il carisma di Dio che è in te...” (2 Timoteo 1:6). Wesley Tracy si espresse così: “Alcune persone pensano che prendersi cura dei propri doni spirituali significhi trascorrere il tempo a ripetere solo le cose che ci riescono naturali, facili, prive di sforzi, disciplina o pratica. No! Il tuo dono può anche essere mediocre ma sta a te svilupparlo!".
Quando verrai porta... le pergamene (2° Timoteo 4:13)
CONTINUA A CRESCERE (1)
Trovandosi in prigione, senza via di scampo e con la prospettiva di una pena capitate, Paolo chiese a Timoteo di portargli i suoi libri. Perché? L'apostolo intendeva perseverare nella sua crescita. La verità è questa: 1 ) Quando smetti di crescere, sei finito. Quando il poeta Longfellow raggiunse la vecchiaia, un ammiratore gli chiese come fosse ancora in grado di scrivere in quel modo meraviglioso. Puntando il dito verso un albero di mele lì vicino, lo scrittore rispose: "Quell’albero è certamente, molto vecchio, eppure non ho mai visto una fioritura più incantevole. Produce nuove fronde ogni anno e da quei rami sbocciano fiori stupendi. Allo stesso modo, anch’io cerco di migliorare un po'”. 2) Crescere non è facile. Ti forzerà oltre i limiti e ti porterà a rivedere concetti che hai sempre considerato veritieri. Di sicuro potrebbe costarti amicizie e denaro, ma se davvero vuoi maturare, non puoi assolutamente accontentarti di vivere nell’ignoranza. 3) Crescere è una tua responsabilità. Quando eri bambino, i tuoi genitori erano responsabili del tuo corretto sviluppo, ma ora lo sei tu. Il poeta Robert Browning scrisse: “Perché siamo sulla terra, se non per progredire?" Eppure, solo poche persone si dedicano a questo processo, perché la crescita richiede cambiamenti che fanno sentire a disagio per le insicurezze che comportano. Gait Sheehy disse: “Se non cambiamo, non cresciamo e se non facciamo nuove esperienze, non viviamo veramente. La crescita richiede una temporanea sospensione delle nostre certezze. Significa rinunciare a schemi familiari collaudati ma limitativi, a un’attività serena ma non remunerativa, a valori cui non si crede più, a relazioni che hanno perso di significato. Fare un passo nuovo è ciò che più ci spaventa, eppure dovrebbe essere l’opposto". Puoi immaginare qualcosa di peggiore?
...vestito e sano di mente... (Marco 5:15)
POI ARRIVÒ GESÙ!
Uno tra i più grandi miracoli di Gesù fu quello dell’uomo controllato e tormentato dagli spiriti maligni (cfr. Marco 5). La Bibbia ci racconta: . .aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena... nessuno aveva la forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno, andava... urlando e percuotendosi con delle pietre” (Marco 5:3-5). Presta molta attenzione alle quattro cose che riguardano la condizione di quest'uomo: 1) Continuava a farsi del male. Egli, per farlo, usava semplicemente delle pietre, mentre oggi alcuni utilizzano mezzi più ricercati come droghe, cibo, sesso, alcool, eccesso d'impegni e negatività. Che cosa stai usando tu, per farti del male? Fino a che non lo riconoscerai, non te ne potrai liberare. 2) Pensava alla morte. Perché mai qualcuno può scegliere di vivere in un cimitero? In effetti, per chi non conosce la Parola di Dio, i problemi della vita possono far perdere la voglia e la gioia di vivere. 3) Non aveva pace, né di giorno, né di notte. Gli svantaggi di una vita senza Dio si manifestano con irrequietezza, irritabilità e insofferenza. Nulla soddisfa o è abbastanza. 4) Viveva isolato. Il lavoro di Satana è molto facilitato quando sei privo persino del più piccolo sostegno spirituale. Una comunione fraterna attiva scombussola i suoi piani. Un bel giorno, però, arrivò Gesù attraversando il Mar di Galilea in tempesta per raggiungere quest’uomo. Poche parole di Gesù e leggiamo che le persone: "...videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente..." (Marco 5:15). Per la gratitudine, quest'uomo volle unirsi ai discepoli ma Gesù glielo impedì dicendo: "«Và a casa tua dai tuoi e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte...» (Marco 5:19). Quando Cristo libera, la prima responsabilità è di preservare quella libertà donataci e aiutare gli altri a fare la medesima cosa!
Altro...
«Mi guardi il Signore dal darti l’eredita dei miei padri!» (1° Re 21:3)
NON VENDERE TUTTO
Dalla Bibbia apprendiamo un fatto veramente increscioso: "Nabot d'Izreel aveva una vigna a Izreel presso il palazzo di Acab, re di Samaria. Acab parlò a Nabote gli disse: «Dammi la tua vigna, di cui voglio farmi un orto, perché è contigua alla mia casa e al suo posto ti darò una vigna migliore; o, se preferisci, te ne pagherò il valore in denaro». Ma Nabot rispose ad Acab: "«Mi guardi il SIGNORE dal darti l’eredità dei miei padri!»’' (1 Re 21:1- 3). Qualora tutto si fosse limitato solo a questo, non ci sarebbe stato nulla di disdicevole ma a quest’uomo integro, restare, per tradizione, fedele alla sua “eredità" costò la vita. Oggigiorno, la fede dei nostri padri è sistematicamente posta sotto attacco, dai primi giorni sui banchi di scuola alle riunioni congressuali dei dotti. I principi biblici che, per generazioni, hanno guidato i nostri padri, sono caparbiamente contestati o sottovalutati dalle autorità laiche di questo mondo, in nome di una assai discutibile, non ingerenza religiosa. La Bibbia lo aveva predetto raccomandandoci sì a stare sempre in guardia, ma sollecitandoci a non aver timore. Dio preparò così la chiesa degli ultimi tempi: "Non temere quello che avrai da soffrire; ecco il diavolo sta... per mettervi alla prova e avrete una tribolazione... Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Apocalisse 2:10). Nabot rifiutò drasticamente di vendere la sua proprietà tanto per denaro quanto per qualcosa che fosse "più grande e più bello”; non accettò la cessione di ciò che era suo per guadagnarsi il favore dei potenti. Egli è un ottimo esempio per te, perciò resta ben saldo alla Parola di Dio e rifiuta di smuoverti. Stringi per fede i tuoi figli tra le tue braccia e proclama senza alcun timore: “«... quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE»" (Giosuè 24:15).
...vi esortiamo... di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani... (1° Tessalonicesi 4:10-11)
EVITA I TRIANGOLI
Non siamo proprio maestri nel distinguere la differenza fra l’essere d’aiuto e l'intromettersi! Supponi che due amici siano in disaccordo: l’errore è che, spesso, pensiamo di essere il “pronto soccorso” predisposto per salvare la situazione. Alla fine, nonostante le buone intenzioni, capiamo di essere impotenti e pensiamo sia meglio desistere. Ripensandoci, diciamo: "Non lo farò più!", fino alla prossima occasione. Ecco alcuni sani principi da applicare alle nostre relazioni. Talvolta, quando due persone hanno un contrasto, coinvolgono una terza parte formando un triangolo su cui riversare la propria tensione, sperando di attenuare, in tal modo, lo stress. Chiunque sia implicato, finisce con il sentirsi diviso tra i due, intrappolato in un problema irrisolto e, infine, diventa il loro "ammortizzatore”. Sfortunatamente, quando il tentativo produce l’effetto contrario, divengono parte del problema, per di più senza via d'uscita. Pertanto, cosa fare? 1) Salvo che non sia Dio a farti capire di intervenire, restane fuori! La Bibbia afferma: “...vi esortiamo... di fare ì fatti vostri e di lavorare con le vostre mani..." (1 Tessalonicesi 4:10-11). Quando non sei coinvolto, lascia perdere! Parla così: “Ho a cuore entrambi e vi voglio troppo bene per complicare le cose con consigli incompetenti. Pregherò affinché il Signore vi dia la saggezza necessaria per fare la cosa giusta. 2) Continua a essere premuroso con entrambi. Edwin Friedman, specialista in relazioni, spiega: “Per modificare un rapporto fra due persone è necessario darsi dei limiti ben definiti con ciascuno di loro, evitando di schierarsi nel loro rapporto". Non farti coinvolgere e, qualora ci provassero, ricorda loro che stai confidando nel Signore per una soluzione del problema, fiducioso che così sarà.
...correte in modo da riportarlo [il premio] (1° Corinzi 9:24)
VINCERE
Ai tempi dell’impero Romano, gli atleti indossavano unicamente un semplice perizoma, sufficiente a cingere i loro fianchi così da non essere, in alcun modo, d’impedimento alla loro corsa. Riferendosi a questo, Paolo così scrive: "Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile, io quindi corro cosi; non in modo incerto..." (1 Corinzi 9:24-26). E tu in che modo ti muovi? Ti è sufficiente l’emozione che la competizione comporta o ti misuri con l’intento di vincere? Per riuscire in ciò per cui Dio ti ha redento e chiamato a essere, devi abbandonare determinati comportamenti, anche se ti procurano grande piacere e iniziare quelli che concorrono a realizzare i tuoi obiettivi e ad adempiere gli scopi che Dio ha per te. Questo significa che, talvolta, dovrai negarti a persone che, pur con buone intenzioni, cercano di coinvolgerti in cose che svalutano il tuo tempo e portano solo a risultati inutili o sbagliati. Indica anche, dover affrontare "...il peccato che così facilmente ci avvolge...” (Ebrei 12:1). Quando Dio afferma che una cosa è sbagliata, lo è davvero! Non c’è bisogno di razionalizzare, campare scuse o compiangersi: devi solo accettarLo, chiedere il Suo perdono ed eliminare alcune cose dalla tua quotidianità. Chi, alla fine, ottiene il premio? Sicuramente chi ne ha pagato il prezzo! Paolo sapeva perfettamente di non poter vincere la gara senza dover prima, portare il proprio corpo, la propria mente e le proprie emozioni sotto il controllo dello Spirito di Dio. La stessa cosa vale per te! Purtroppo, non puoi aspettarti che siano altri a spingerti a fare la cosa giusta; devi solo ascoltare ciò che Dio ti sta dicendo e, quindi, agire!
...non ci sia discordia fra me e te, ... perché siamo fratelli (Genesi 13:8)
QUANDO IL CONFLITTO ENTRA IN CASA (2)
I conflitti familiari fanno emergere i lati migliori e peggiori di ciascuno di noi. Di per sé non sono il problema, lo è invece, il carattere! I contrasti ci rivelano ciò che, realmente, è importante per noi. La priorità per Abramo era la famiglia; quella di Lot, invece, era '‘arricchirsi’’. La preoccupazione del Patriarca era vivere in armonia, quella di Lot, la salvaguardia dei propri interessi. Il capofamiglia era spinto dalla fede, il nipote dall'avidità. Abramo elargiva, mentre Lot arraffava. Osserva, però, ciò che accadde alla fine. 1) Come dovevano andare, invece, le cose? Il socio di minoranza doveva sottostare al maggiore; il discepolo, sottoporsi al leader; il meno spirituale, riconoscere il migliore. Lot, però, venne meno su tutti i punti di vista! 2) Che cosa poteva accadere? Come guida espressamente scelta da Dio, Abramo avrebbe potuto far valere il suo titolo e imporre la propria volontà, ma non lo fece. Avrebbe potuto cercare la supremazia ma non se ne curò. Poteva, a ragione, rinfacciare a Lot i suoi debiti, ma si rifiutò di farlo. 3) Che cosa successe invece? Per prima cosa il Patriarca considerò il loro rapporto più importante che qualunque vantaggio personale. In seguito non considerò i suoi “diritti" per amor di pace familiare e, per ultimo, offrì l’altra guancia e si rimise alla decisione del nipote. Il maggiore diede spazio al minore; il forte fece concessioni al debole; il maturo mostrò compassione per l’immaturo. Tutto questo rese, forse, Abramo più debole e Lot più forte? Assolutamente no! Dio ha sempre l’ultima parola e fu questa: “...«Alza ora gli occhi... a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente. Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre»” (Genesi 13:14-15). Agire secondo la volontà divina è la via sicura per ottenere pace e prosperità.