...vestito e sano di mente... (Marco 5:15)
POI ARRIVÒ GESÙ!
Uno tra i più grandi miracoli di Gesù fu quello dell’uomo controllato e tormentato dagli spiriti maligni (cfr. Marco 5). La Bibbia ci racconta: . .aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena... nessuno aveva la forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno, andava... urlando e percuotendosi con delle pietre” (Marco 5:3-5). Presta molta attenzione alle quattro cose che riguardano la condizione di quest'uomo: 1) Continuava a farsi del male. Egli, per farlo, usava semplicemente delle pietre, mentre oggi alcuni utilizzano mezzi più ricercati come droghe, cibo, sesso, alcool, eccesso d'impegni e negatività. Che cosa stai usando tu, per farti del male? Fino a che non lo riconoscerai, non te ne potrai liberare. 2) Pensava alla morte. Perché mai qualcuno può scegliere di vivere in un cimitero? In effetti, per chi non conosce la Parola di Dio, i problemi della vita possono far perdere la voglia e la gioia di vivere. 3) Non aveva pace, né di giorno, né di notte. Gli svantaggi di una vita senza Dio si manifestano con irrequietezza, irritabilità e insofferenza. Nulla soddisfa o è abbastanza. 4) Viveva isolato. Il lavoro di Satana è molto facilitato quando sei privo persino del più piccolo sostegno spirituale. Una comunione fraterna attiva scombussola i suoi piani. Un bel giorno, però, arrivò Gesù attraversando il Mar di Galilea in tempesta per raggiungere quest’uomo. Poche parole di Gesù e leggiamo che le persone: "...videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente..." (Marco 5:15). Per la gratitudine, quest'uomo volle unirsi ai discepoli ma Gesù glielo impedì dicendo: "«Và a casa tua dai tuoi e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte...» (Marco 5:19). Quando Cristo libera, la prima responsabilità è di preservare quella libertà donataci e aiutare gli altri a fare la medesima cosa!
«Mi guardi il Signore dal darti l’eredita dei miei padri!» (1° Re 21:3)
NON VENDERE TUTTO
Dalla Bibbia apprendiamo un fatto veramente increscioso: "Nabot d'Izreel aveva una vigna a Izreel presso il palazzo di Acab, re di Samaria. Acab parlò a Nabote gli disse: «Dammi la tua vigna, di cui voglio farmi un orto, perché è contigua alla mia casa e al suo posto ti darò una vigna migliore; o, se preferisci, te ne pagherò il valore in denaro». Ma Nabot rispose ad Acab: "«Mi guardi il SIGNORE dal darti l’eredità dei miei padri!»’' (1 Re 21:1- 3). Qualora tutto si fosse limitato solo a questo, non ci sarebbe stato nulla di disdicevole ma a quest’uomo integro, restare, per tradizione, fedele alla sua “eredità" costò la vita. Oggigiorno, la fede dei nostri padri è sistematicamente posta sotto attacco, dai primi giorni sui banchi di scuola alle riunioni congressuali dei dotti. I principi biblici che, per generazioni, hanno guidato i nostri padri, sono caparbiamente contestati o sottovalutati dalle autorità laiche di questo mondo, in nome di una assai discutibile, non ingerenza religiosa. La Bibbia lo aveva predetto raccomandandoci sì a stare sempre in guardia, ma sollecitandoci a non aver timore. Dio preparò così la chiesa degli ultimi tempi: "Non temere quello che avrai da soffrire; ecco il diavolo sta... per mettervi alla prova e avrete una tribolazione... Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Apocalisse 2:10). Nabot rifiutò drasticamente di vendere la sua proprietà tanto per denaro quanto per qualcosa che fosse "più grande e più bello”; non accettò la cessione di ciò che era suo per guadagnarsi il favore dei potenti. Egli è un ottimo esempio per te, perciò resta ben saldo alla Parola di Dio e rifiuta di smuoverti. Stringi per fede i tuoi figli tra le tue braccia e proclama senza alcun timore: “«... quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE»" (Giosuè 24:15).
...vi esortiamo... di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani... (1° Tessalonicesi 4:10-11)
EVITA I TRIANGOLI
Non siamo proprio maestri nel distinguere la differenza fra l’essere d’aiuto e l'intromettersi! Supponi che due amici siano in disaccordo: l’errore è che, spesso, pensiamo di essere il “pronto soccorso” predisposto per salvare la situazione. Alla fine, nonostante le buone intenzioni, capiamo di essere impotenti e pensiamo sia meglio desistere. Ripensandoci, diciamo: "Non lo farò più!", fino alla prossima occasione. Ecco alcuni sani principi da applicare alle nostre relazioni. Talvolta, quando due persone hanno un contrasto, coinvolgono una terza parte formando un triangolo su cui riversare la propria tensione, sperando di attenuare, in tal modo, lo stress. Chiunque sia implicato, finisce con il sentirsi diviso tra i due, intrappolato in un problema irrisolto e, infine, diventa il loro "ammortizzatore”. Sfortunatamente, quando il tentativo produce l’effetto contrario, divengono parte del problema, per di più senza via d'uscita. Pertanto, cosa fare? 1) Salvo che non sia Dio a farti capire di intervenire, restane fuori! La Bibbia afferma: “...vi esortiamo... di fare ì fatti vostri e di lavorare con le vostre mani..." (1 Tessalonicesi 4:10-11). Quando non sei coinvolto, lascia perdere! Parla così: “Ho a cuore entrambi e vi voglio troppo bene per complicare le cose con consigli incompetenti. Pregherò affinché il Signore vi dia la saggezza necessaria per fare la cosa giusta. 2) Continua a essere premuroso con entrambi. Edwin Friedman, specialista in relazioni, spiega: “Per modificare un rapporto fra due persone è necessario darsi dei limiti ben definiti con ciascuno di loro, evitando di schierarsi nel loro rapporto". Non farti coinvolgere e, qualora ci provassero, ricorda loro che stai confidando nel Signore per una soluzione del problema, fiducioso che così sarà.
...correte in modo da riportarlo [il premio] (1° Corinzi 9:24)
VINCERE
Ai tempi dell’impero Romano, gli atleti indossavano unicamente un semplice perizoma, sufficiente a cingere i loro fianchi così da non essere, in alcun modo, d’impedimento alla loro corsa. Riferendosi a questo, Paolo così scrive: "Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile, io quindi corro cosi; non in modo incerto..." (1 Corinzi 9:24-26). E tu in che modo ti muovi? Ti è sufficiente l’emozione che la competizione comporta o ti misuri con l’intento di vincere? Per riuscire in ciò per cui Dio ti ha redento e chiamato a essere, devi abbandonare determinati comportamenti, anche se ti procurano grande piacere e iniziare quelli che concorrono a realizzare i tuoi obiettivi e ad adempiere gli scopi che Dio ha per te. Questo significa che, talvolta, dovrai negarti a persone che, pur con buone intenzioni, cercano di coinvolgerti in cose che svalutano il tuo tempo e portano solo a risultati inutili o sbagliati. Indica anche, dover affrontare "...il peccato che così facilmente ci avvolge...” (Ebrei 12:1). Quando Dio afferma che una cosa è sbagliata, lo è davvero! Non c’è bisogno di razionalizzare, campare scuse o compiangersi: devi solo accettarLo, chiedere il Suo perdono ed eliminare alcune cose dalla tua quotidianità. Chi, alla fine, ottiene il premio? Sicuramente chi ne ha pagato il prezzo! Paolo sapeva perfettamente di non poter vincere la gara senza dover prima, portare il proprio corpo, la propria mente e le proprie emozioni sotto il controllo dello Spirito di Dio. La stessa cosa vale per te! Purtroppo, non puoi aspettarti che siano altri a spingerti a fare la cosa giusta; devi solo ascoltare ciò che Dio ti sta dicendo e, quindi, agire!
...non ci sia discordia fra me e te, ... perché siamo fratelli (Genesi 13:8)
QUANDO IL CONFLITTO ENTRA IN CASA (2)
I conflitti familiari fanno emergere i lati migliori e peggiori di ciascuno di noi. Di per sé non sono il problema, lo è invece, il carattere! I contrasti ci rivelano ciò che, realmente, è importante per noi. La priorità per Abramo era la famiglia; quella di Lot, invece, era '‘arricchirsi’’. La preoccupazione del Patriarca era vivere in armonia, quella di Lot, la salvaguardia dei propri interessi. Il capofamiglia era spinto dalla fede, il nipote dall'avidità. Abramo elargiva, mentre Lot arraffava. Osserva, però, ciò che accadde alla fine. 1) Come dovevano andare, invece, le cose? Il socio di minoranza doveva sottostare al maggiore; il discepolo, sottoporsi al leader; il meno spirituale, riconoscere il migliore. Lot, però, venne meno su tutti i punti di vista! 2) Che cosa poteva accadere? Come guida espressamente scelta da Dio, Abramo avrebbe potuto far valere il suo titolo e imporre la propria volontà, ma non lo fece. Avrebbe potuto cercare la supremazia ma non se ne curò. Poteva, a ragione, rinfacciare a Lot i suoi debiti, ma si rifiutò di farlo. 3) Che cosa successe invece? Per prima cosa il Patriarca considerò il loro rapporto più importante che qualunque vantaggio personale. In seguito non considerò i suoi “diritti" per amor di pace familiare e, per ultimo, offrì l’altra guancia e si rimise alla decisione del nipote. Il maggiore diede spazio al minore; il forte fece concessioni al debole; il maturo mostrò compassione per l’immaturo. Tutto questo rese, forse, Abramo più debole e Lot più forte? Assolutamente no! Dio ha sempre l’ultima parola e fu questa: “...«Alza ora gli occhi... a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente. Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre»” (Genesi 13:14-15). Agire secondo la volontà divina è la via sicura per ottenere pace e prosperità.
...non ci sia discordia fra me e te... (Genesi 13:8)
QUANDO IL CONFLITTO ENTRA IN CASA (1)
Le divergenze tra Abramo e Lot ci insegnano alcuni principi che riguardano le nostre famiglie. Lot aveva convissuto pacificamente nella casa di Abramo e questi lo aveva accompagnato nel suo percorso di fede, quando, improvvisamente, scoppiò una controversia. Poiché i conflitti rivelano il carattere, Lot fece trasparire la sua vera natura. Essendo il numero del bestiame aumentato al punto da non poter essere sostenuto dagli stessi pascoli, Abramo propose di spartire la terra dando al nipote il diritto di preferenza. "Lot scelse per sé...’’ (Genesi 13:11) il terreno migliore, lasciando il resto allo zio. Si trasferì, quindi, a Sodoma, città prosperosa ma corrotta mentre Abramo costruì un altare al Signore. Stessi geni ma valori assolutamente diversi! Pertanto: 1) Considera i fatti. Abramo era una guida prescelta da Dio, il patriarca più importante d’Israele. L’Eterno gli aveva promesso benedizioni e protezione, una terra, una progenie numerosa e, nello specifico, che in lui “«... saranno benedette tutte le famiglie della terra»” (Genesi 12:3). In pratica, in termini odierni, Abramo era il socio di maggioranza dell’azienda di famiglia. Aveva dimostrato amore e generosità nei confronti del nipote, perciò mise il loro rapporto sopra gli interessi personali. Abramo, pertanto, meritava considerazione e rispetto, ma Lot, per interesse, glieli negò. 2) Considera la sostanza della questione. Per amore della famiglia, Abramo scelse di non far valere la sua autorità, di non imporre i propri diritti sfruttando la forza del suo comando e dimostrò che Dio solo può fare giustizia! Guai a noi se provassimo! Abramo scelse la gentilezza in luogo della legge, l’umiltà invece dell’orgoglio, la compassione al posto della giustizia, l’amore in luogo della cupidigia: in sostanza, il vero carattere al posto dell'opinione comune. Pensaci!
...«chi ti ha mostrato che eri nudo?...» (Genesi 3:11)
SICUREZZA (2)
Non ti sentirai mai sicuro finché continuerai a ripeterti di non essere sufficientemente bravo e non all'altezza del compito a cui sei chiamato. Un pastore lo spiega così: "Dopo che Adamo ed Eva ebbero mangiato del frutto proibito, si nascosero. Dio, pur sapendo dov'erano, chiese: «Dove siete?». Preoccupati, risposero: «Ci stiamo nascondendo perché siamo nudi!». Amo la risposta del Signore! «Chi ti ha mostrato che eri nudo?». In altre parole, «Chi ti ha svelato che qualcosa in te non va?». Il Signore riconobbe subito che quella era opera del nemico e, altresì ora, Egli chiede a te: «Chi ti ha detto... che non hai ciò che serve per raggiungere grandi traguardi... che il voto massimo cui puoi aspirare è una misera sufficienza... che non essendo di bella presenza e prestanza, non potrai mai avere una relazione duratura... che non hai abbastanza talento da progredire nella carriera lavorativa... o che il tuo matrimonio non durerà?». Queste sono menzogne che provengono dal maligno. Dio disse: "... Egli [l’Eterno] non rifiuterà di fare del bene a quelli che camminano rettamente” (Salmi 84:11). "Trova la tua gioia nel SIGNORE ed egli appagherà i desideri del tuo cuore” (Salmi 37:4). Il potenziale è dentro te... e non cambia solo perché tu non credi in te stesso, oppure perché sei stato segnato da esperienze negative... i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili” (Romani 11:29). Meravigliosa certezza! Egli non ritirerà mai ciò che ha riversato in te... né ti respingerà dicendoti: “Mi hai deluso... hai fallito troppo spesso sbagliando troppe volte. Rendimi i doni che ti ho dato!” No! La Sua chiamata durerà per tutta la tua vita, fino al giorno in cui lascerai questa terra. Ricorda, sei tu che... devi attingere da essa”. Quando il nemico inizia a intaccare la tua sicurezza, dimostra autorità nel nome di Gesù: resistigli ed egli fuggirà lontano da te (cfr. Giacomo 4:7).
L’opera della giustizia sarà... sicurezza... (Isaia 32:17)
SICUREZZA (1)
Non confondere mai la competenza con la sicurezza: la prima si basa su un’abilità, l'altra proviene dal sapere chi tu sia in Cristo e quindi completo in Lui (cfr. 1 Giovanni 2:5). Un autore scrive: “La prima cosa che ho imparato sulla sicurezza è che ne ero sprovvisto... Avevo un velo di sottile arroganza che copriva un nucleo di paura. Tutti gli anni in cui rappresentavo il successo agli occhi del mondo, mi lasciavano con una paura mortale di fallire. Il successo, purtroppo, ti costringe ad assumerti rischi che ti portano ad abbandonare le sicurezze ottenute dai risultati precedenti. Il successo spirituale richiede di trascurare i risultati e permettere a Dio di operare in tuo favore. Avevo così tanta paura di fallire... La falsa sicurezza che avevo conosciuto era fondata sulle mie abilità... Tuttavia quando, all'improvviso, scopri un nodulo al seno oppure il coniuge afferma di non averti mai amato, quando incorri in un licenziamento o tuo figlio si ammala gravemente, qualsiasi strategia abbia mai usato e qualsiasi abilità tu abbia padroneggiato, non ti saranno d’alcun aiuto. La Bibbia afferma: “... ciascuno di voi... abbia di sé un concetto sobrio..."(Romani 12:3). Quando realizzi di non essere perfetto... puoi, anche se con titubanza, trarre un respiro di sollievo e iniziare a essere semplicemente all’altezza... Nel momento in cui la tua sicurezza nasce dalla conoscenza dell’onnipotente, di Colui che è immutabile, qualunque circostanza o cambiamento non potrà smuoverti. Trasparirai competenza, pace, appagamento e forza d’animo”. Non pensi che sia arrivata l’ora di sottrarti alle pressioni e comportarti come un figlio di Dio per avere tutte le risposte? “Avendo pertanto carismi differenti secondo la grazia che ci è stata concessa...” (Romani 12:6). Quando usi il tuo dono per glorificare Dio, stai facendo esattamente, ciò per cui sei stato creato!
...camminiamo anche guidati dallo Spirito (Galati 5:25)
IMPARA A FARTI GUIDARE DALLO SPIRITO
Poiché l’epicentro della vita cristiana è il rapporto personale con Dio, giustamente, Egli deve parlare anche oggi. Bisogna precisare, però, che un rapporto non può essere costruito su un binario a senso unico. È vero che, per prima cosa, è necessario un impegno, ma ci vuole anche la comunicazione tra le parti che, oltre a parlare, devono anche, a turno, ascoltare. "Voi... siete... nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi...’’ (Romani 8:9). Questo significa avere reazioni controllate dallo Spirito, assumere iniziative da Lui suggerite e guidate. Quando rispondi alla chiamata del Signore, la vita non si limita più a solo ciò che si può vedere, sentire o immaginare. Essa si basa sulla necessità di camminare per fede, confidare in Lui, imparare a riconoscerne la voce e la guida dello Spirito Santo. Alcuni sono un po’ riluttanti a farlo perché hanno visto l’esperienza di altri e l’approccio li ha spaventati. Ci può capitare di sentire la guida dello Spirito di Dio, però dubitiamo, l’analizziamo, e concludiamo che non sia una cosa logica, perciò non vi prestiamo attenzione. Altri vorrebbero ubbidire a questa voce, ma non avendo la certezza della Sua genuinità, si chiedono perplessi: “È veramente la voce del Signore o sono solo i miei desideri?”. Questa è una situazione che tutti abbiamo sperimentato: fa parte della vita cristiana. Ecco perché Paolo, preoccupato, scrive: “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito" (Galati 5:25). La guida spirituale s’impara passo dopo passo. Anche il credente più maturo non solo inciamperà ma sbaglierà anche più volte. Questo non deve costituire un problema: “I passi dell’onesto sono guidati dal SIGNORE; egli gradisce le sue vie. Se cade, non è però abbattuto, perché il SIGNORE lo sostiene prendendolo per mano” (Salmi 37:23-24).
...cambiate il vostro modo dì pensare... (Romani 12:2)
UN NUOVO ATTEGGIAMENTO
Affinché le cose cambino in meglio, devi “modificare il tuo modo di pensare”. Ecco un esempio: a) pensa alle deviazioni proposte per le strade senza uscita. I “vincenti” non si limitano ad affrontare le avversità: le accettano sapendo che porteranno a un successo futuro. b) Non ascoltare le critiche, piuttosto concentrati per fare del tuo meglio. Chiunque vuole costruire qualcosa di utile deve imporsi su persone negative e pessimiste. c) Quando hai paura, glorifica il Signore fino a che la tua fede non sarà rafforzata. Potrebbe richiedere tempo ma, così, la lode e il ringraziamento non verranno meno e ti daranno la forza di proseguire.d) Quando cadi, rifletti sulla lezione e ricorda le volte che hai avuto successo. Sradica i dubbi e le perplessità sulla tua persona e sostituiscili con quanto la Parola di Dio ti suggerisce. e) Quando stai per affrontare la battaglia, pensati vincente per mezzo della forza di Dio, con Lui “«... ogni cosa è possibile»” (Matteo 19:26). f) Piuttosto che recriminare sul passato e preoccuparti del futuro, concentrati sul presente, è li che la tua influenza è maggiore. Ricorda la promessa del Signore: “...duri quanto i tuoi giorni la tua forza” (Deuteronomio 33:25). g) Piuttosto che lamentarti, prodigati nella ricerca e vedrai che le soluzioni arriveranno. h) Quando qualcosa ti distrae, respira profondamente, fatti una passeggiata e schiarisciti le idee, pensa a ciò che puoi controllare e sottometti il resto a Dio. i) Nei momenti in cui ti senti solo, pensa alle persone che ti stanno aiutando, che ti amano e incoraggiano. j) Quando ti senti affaticato, prendi una pausa e riposati - ma non arrenderti mai! Concludi per il meglio ciò che fai. k) Allorché avverti la pressione e senti gli occhi puntati su di te, sorridi e divertiti. Si vive una volta sola! La vita è breve... perciò cogli l’attimo!
Altro...
...è parso bene allo Spirito Santo e a noi... (Atti 15:28)
PRIMA DI COSTRUIRE (3)
Attieniti alla guida di Dio. Fino a che ascolterai le opinioni che non si allineano alla Parola del Signore e alla Sua volontà, andrai incontro solo a frustrazioni e non raggiungerai la tua meta. Nel momento delle decisioni importanti che influenzeranno il futuro, è fondamentale sentire ciò che Dio ha da dire a riguardo. Devi essere disposto anche ad accogliere riscontri. Perché? Nel caso fossi tardo a imparare, ebbene, non potresti essere usato. La maggioranza delle opinioni può valere per questioni comuni, ma quando è coinvolta la visione di Dio per la propria vita, allora è assolutamente indispensabile ascoltare la Sua voce. Potresti chiedere: "Non c’è già saggezza nella pluralità della leadership?" Certamente sì, ma anche i migliori leader hanno dei punti ciechi e hanno bisogno di persone con la vista perfetta in quegli specifici campi. "Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati»” (Atti 15:1). Quale fu il risultato?"... siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivamente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione" (Atti 15:2). Come la gestirono gli apostoli? Ecco le loro parole: “... Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore [dei Gentili], dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede” (Atti 15:8-9). Perciò dopo aver pregato e riflettuto attentamente, gli apostoli scrissero una lettera alla chiesa dicendo: “... è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie” (Atti 15:28). Quale fu l'esito finale? “Quando i fratelli l’ebbero letta, si rallegrarono...” (Atti 15:31).
...fammi conoscere le tue vie, affinché io ti conosca e possa trovare grazia... (Esodo 33:13)
PRIMA DI COSTRUIRE (2)
Impara a conoscere il carattere delle persone. Nessun ministro di culto ha mai tribolato tanto con la propria comunità quanto Mosè con Israele nel deserto. Passato il Mar Rosso, tanta era la gioia che sgorgava dal suo cuore che decise di scrivere un cantico per celebrare questa vittoria spettacolare. Più tardi, però, quando si trovò circondato dalle lamentele del popolo, Mosè, in un momento di sconforto, chiese a Dio di morire. A tal proposito, circola un racconto. Due ministri di culto parlano delle rispettive comunità e uno dei due chiede: “Quanti membri attivi hai nella tua chiesa?” L’altro rispose: "Ben cinquecento! La metà collabora attivamente con me, mentre il rimanente lavora intensamente per opporsi!”. Cari pastori, una cosa è certa: diverse persone nelle vostre comunità rivestiranno ruoli differenti e ben precisi nel piano che Dio vi ha dato. Alcune piaceranno ed entusiasmeranno, altre meno,ma ognuno di voi è chiamato a guidarle, perciò è necessario conoscerle. Sul letto di morte, Giacobbe profetizzò sui suoi dodici figli descrivendo la loro natura e il loro futuro. Definì Ruben una persona impetuosa, Simeone e Levi inclini all’ira, Giuda nato per guidare, Zabulon avrebbe allargato i suoi confini, Issacar pronto a portare pesi, Dan arguto nel trattare la gente, Gad un combattente indomabile, Asher amante della cucina e Neftali preparato nell’allevare i figli. Di Giuseppe, benché ferito, disse che si sarebbe rialzato più forte che prima e infine Beniamino sarebbe diventato un imprenditore capace di eccellere negli affari (cfr. Genesi 49). Questa è la conferma di quanto sopra: per guidare le persone con successo è necessario conoscerle. Pertanto, sia questa la tua preghiera: “Signore fammi comprendere le Tue vie affinché io possa conoscere Te e trovare grazia agli occhi Tuoi”.
Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello che io sto per mostrarti (Esodo 25:9)
PRIMA DI COSTRUIRE (1)
Per prima cosa presentati a Dio per conoscere il piano di lavoro. L’Eterno, rivolgendosi a Mosè disse: "«Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi eredi, che io sto per mostrarti»”. Dio sa perfettamente di cosa avrai bisogno nel futuro, tu no! Egli preparò Noè cento anni prima del diluvio e Giuseppe sette anni prima della carestia, per sfamare l'Egitto. Privo della guida di Dio potrai, al massimo, azzardare degli inutili calcoli, ipotesi ragionate ma prive di fondamento. "Ai figli d’Israele la gloria del SIGNORE appariva come un fuoco divorante sulla cima del monte. Mosè entrò in mezzo alla nuvola e salì sul monte; Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti" (Esodo 24:17-18). L'uomo di Dio trascorse oltre un mese alla Sua presenza in attesa di direttive. Perché? Ciò che doveva costruire avrebbe dovuto rispondere ai bisogni del Suo popolo per le generazioni future. La preghiera è molto importante, perciò recati anche tu a questo incontro e dì a quanti ti circondano: "Non tornerò fino a che il Signore non mi abbia parlato e comunicato il Suo piano!” Quando Dio ordina qualcosa, provvede anche ai mezzi necessari, ma qualora non fosse un Suo specifico mandato ma un frutto della nostra emotività o del nostro coinvolgimento umano, allora ci graveremmo da soli. Perché? Per il semplice motivo che non avremmo il coraggio e la forza di rivolgerci a Lui nel momento del bisogno: infatti, se non s'inizia nel modo giusto, non finirà certamente bene. Potresti obiettare: "lo, però, non sono speciale, sono "nessuno”! Perché dovrebbe Dio parlare a qualcuno come me?”. Quando è la Sua voce a chiamarti, allora, per Lui, sei veramente speciale. La Sua promessa è questa: "Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda... e gli sarà data" (Giacomo 1:5).
...glorificate dunque Dio nel vostro corpo (1° Corinzi 6:20)
LA TUA VITA APPARTIENE A DIO (3)
Il terzo motivo è la consacrazione. Questo è un termine di cui, oggigiorno, non si sente molto parlare. "Consacrato" significa “essere appartato per l'uso esclusivo di...”. Potresti dire: “Ma io ho così tanti difetti!”. Dio non è alla ricerca della perfezione: ciò che Egli desidera trovare è uno spirito volenteroso. La Bibbia afferma: “Infatti ogni sommo sacerdote, [fu] preso tra gli uomini ” (Ebrei 5:1). Le persone che Dio chiama e usa sono esseri umani imperfetti sotto molti punti di vista. Quale motivo può spingerLo a coinvolgere gente così? Semplicemente perché "...così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza” (Ebrei 5:2). Dirai: "I miei genitori vogliono che io vada alla scuola biblica e che diventi pastore!". Bene, questa è una buona e una brutta notizia insieme. Quella buona è che la Scuola Biblica approfondirà la tua devozione a Cristo e t’illuminerà sulla Sua Parola. La brutta, invece, è che i tuoi genitori non possono chiamarti al servizio: solo Dio può farlo! “Nessuno si prende da sé quell’onore, ma lo prende quando sia chiamato da Dio...” (Ebrei 5:4). Ti domanderai: “Come faccio a sapere se sono veramente riservato al ministero?” Dai frutti! Quando, in Israele, scoppiò una controversia su chi dovesse essere posto alla guida, Dio chiese a Mosè di scegliere un uomo da ciascuna delle dodici tribù. Così fece e la verga di ciascuno fu posta nell'arca del patto per tutta la notte. Il giorno dopo, l’uomo la cui verga era fiorita, sarebbe stato il prescelto (cfr. Numeri 17:1-5, 8). La Bibbia dice: “I regali che uno fa gli aprono la strada...” (Proverbi 18:16). Quando Dio chiama, apre tutte le porte, dà i giusti contatti e tiene conto di tutte le risorse necessarie. Ciò che Egli chiede è unicamente una vita consacrata disposta a fare la Sua volontà.