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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Provate e vedrete quanto il Signore è buono (Salmo 34:8)

CAPIRE I TUOI DESIDERI (3)

Quando la Bibbia dice quello che devi fare, puoi recepire questa richiesta in due modi diversi: un obbligo o un’opportunità. Il primo si riferisce al dovere in senso stretto: si devono pagare le tasse, si deve tenere il cane al guinzaglio, si deve prendere la patente di guida. II secondo, dà la vita. Si deve fare una pausa, si deve vedere il mondo, si deve assaggiare quella torta. Il “dovere" dei messaggi di Gesù è principalmente un’opportunità. Prendendo coscienza di questo, potremmo sentirci in colpa, perché il nostro desiderio di Dio non è sufficientemente profondo, il problema è che non possiamo sforzarci e obbligarci a desiderare Dio, dicendoci che dovremmo farlo. Tuttavia, Egli è così ricco di grazia ed è paziente nell’attendere che Lo desideriamo, da accettare questa onestà come punto di partenza. Ecco perché la Sua Parola dice: “Provate e vedrete quanto il Signore è buono”. La parola “provate” è l'invito da parte di uno chef sicuro di sé. Non c’è bisogno di finire tutta la lasagna; assaggiala e, se non ti piace, puoi lasciare il resto. Lo chef è convinto che se riesce a farti assaggiare solo un morso, di sicuro vorrai finire il resto. La verità è che più leggi la Parola di Dio e preghi, più diventa appagante e più ti sentirai attratto da queste cose. Sì, inizia come una disciplina, ma quando la rispetti, diventa una gioia.

Servite il Signore con letizia (Salmo 100:2)

CAPIRE I TUOI DESIDERI (2)

Per crescere nel rapporto con Dio, è necessario spostarsi dalla categoria “dovrei” a quella "voglio”. Il giudizio basilare, la primissima valutazione di ogni esperienza è quella che lo psicologo Jonathan Haidt definisce “metro del gradimento”, cioè “mi piace-non mi piace”. Questo "metro” si attiva il giorno della nascita. Per esempio, i ricettori del gusto nei bambini sono ben sviluppati, perciò i primi giudizi riguardano ciò che entra in bocca: “mi piace-ne voglio ancora” oppure “non mi piace-lo sputo”. Nel corso della crescita, tutto viene valutato con questo metro, senza nemmeno farlo volontariamente. Ogni suono, ogni conversazione, ogni assaggio, tutto si registra in positivo o in negativo sulla nostra scala di gradimento. Anche le persone. In ogni conversazione, per quanto breve, sei attratto da certe persone e non da altre. Qualcosa in te dice: “Mi piace questa persona, mi piace questa conversazione”. È sempre così. Allora, ecco una domanda interessante: "Ti piace Dio?” Potrebbe suonare un po’ strana, ma se non ti piace trascorrere del tempo con Lui, non lo farai. E devi essere onesto su questo, perché non si può bendare Dio. Nelle Scritture, la vita Cristiana è paragonata a una maratona di 42 km. Al chilometro trentotto, non importa se pensi di dover finire, finirai solo se lo vuoi. In altre parole, il tuo “voglio” ti manda avanti quando il tuo "dovrei” pensa sia più facile mollare. Scrive il salmista: “Servite il Signore con letizia”, infatti nient’altro ti permette di proseguire nel tempo.

Egli appagherà i desideri del tuo cuore (Salmo 37:4)

CAPIRE I TUOI DESIDERI (1)

La capacità di desiderare qualcosa è un dono di Dio ed è una grande fonte di ispirazione e motivazione. Immagina due bambini a lezione di nuoto. Uno la fa perché ha visto le Olimpiadi e da grande vuole vincere una medaglia d'oro; l’altro perché lo ha obbligato suo padre. Chi dei due pensi andrà alle Olimpiadi? In Genesi leggiamo: "Giacobbe servì sette anni per Rachele; e gli parvero pochi giorni, a causa del suo amore per lei" (Genesi 29:20). Che tipo di persona considera sette anni di duro lavoro come pochi giorni? Chi lavora per realizzare un sogno! Gesù raccontò la parabola di un uomo con un desiderio che doveva assolutamente realizzare. Quando scopre un tesoro sepolto in un campo, “va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo”. (Matteo 13:44). Nello stesso modo, la gente che ascoltava Gesù era così attratta dalla Sua pace, dal Suo coraggio e dalla Sua saggezza che pensava: “devo avere ciò che Egli ha”. I nostri desideri a volte ci portano fuori strada? Certo! Per assicurarci che siano positivi, dobbiamo fare due cose: 1. Desiderare, al disopra di ogni altra cosa, una relazione con Dio. “Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore”. 2. Essere certi che i desideri siano in armonia con la Sua volontà. “Dio mio, desidero fare la tua volontà, la tua legge è dentro il mio cuore” (Salmo 40:8). Quando la tua vita è incentrata su Dio e sulla Sua Parola, puoi star certo che “I desideri del tuo cuore” sono buoni. E Dio li esaudirà!

Se il figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi (Giovanni 8:36)

CIÒ DI CUI HAI BISOGNO È NELLA PAROLA DI DIO

A volte esortiamo i nuovi credenti a cambiare in meglio le loro azioni, senza però spiegare come! Gesù ha detto: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi''. La Bibbia Amplificata lo spiega così: "Allora sei veramente e indiscutibilmente libero”. La chiave per una vita vittoriosa non è esercitare maggiore forza di volontà, ma affidarsi alla forza di Dio in ogni momento. Paolo scrive: “Camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne" (Galati 5:16). Ogni cambiamento duraturo viene da dentro di te. il principale campo di battaglia saranno sempre pensieri e desideri. Se satana riesce a distrarti dalla Parola di Dio, allora ti farà pendere verso il peccato e la sconfitta, ogni volta. Comprendi questo: la Parola di Dio è il linguaggio dello Spirito di Dio. Quando leggiamo e meditiamo sui suoi principi, permettiamo allo Spirito Santo di parlarci e il nostro autocontrollo cresce di conseguenza. Ma quando ti soffermi su pensieri peccaminosi, stai usando il linguaggio del nemico e ti lasci dominare da lui. Torna oggi alla Parola dì Dio! È “la spada dello Spirito" e l'unica arma abbastanza affilata da liberarti dal peccato. Pietro scrive: “La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2 Pietro 1:3-4). Tutto ciò di cui hai bisogno è nella Parola di Dio.

Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che mi stanno davanti (Filippesi 3:13)

DIMENTICANDO E SLANCIANDOMI IN AVANTI

Finché resti attaccato al passato, non riuscirai ad afferrare il futuro. Il passato può diventare un fardello troppo pesante quando cerchi di trascinarlo con te. Il modo per sbarazzarsene è di non pensarci più. Toglilo dai tuoi pensieri e dai tuoi discorsi. Satana te lo ricorderà costantemente perché vuole che vi rimani intrappolato. Ma non ce n’è bisogno. Puoi decidere tu che cosa pensare. Forse obietterai: “Non riesco proprio a smettere di pensare al passato”. Puoi farlo, invece! Prima di incontrare Cristo, Paolo distruggeva le chiese e metteva a morte i cristiani. Poi tornò a quegli stessi luoghi, e chi lo stava aspettando? Orfani. Vedove. Gente a cui aveva devastato la vita. Se Paolo non avesse superato quel suo passato non avrebbe mai adempiuto il compito assegnatoli da Dio. Ora, Paolo non soffriva certo di amnesia, ricordava perfettamente i fatti. Tuttavia, sapendo che Dio lo aveva perdonato, dopo aver perdonato se stesso, scelse di dimenticare il passato. “Ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti". Notate le parole “ma una cosa faccio”. Quando decidi di dimenticare, Dio ti darà la capacità di farlo, la grazia e la pace per andar avanti. Infatti, come conseguenza, ti renderà più forte e più saggio. Se stai combattendo contro il senso di colpa, la condanna, la vergogna, il biasimo o il rimpianto del tuo passato, lascia che Dio ti perdoni, ti liberi e ti renda capace di andare avanti.

Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo (Filippesi 4:11)

IMPARA AD ESSERE CONTENTO

Mirare a crescere personalmente e a realizzare cose nella vita, sono obiettivi encomiabili. Ma quando desideri, quasi con invidia, ciò che altri hanno o vuoi essere come loro, entri in un territorio proibito dalla Scrittura. Contentezza non significa essere compiaciuti, pigri, accontentarsi della mediocrità e non mettere a frutto le potenzialità che Dio ti ha dato. Assolutamente no! Devi lavorare per migliorare te stesso e, nello stesso tempo, devi restare del tutto dipendente da Dio (2 Corinzi 3:5). Autosufficienza significa “bastare a se stessi”, invece di riporre fiducia in Dio. L’essere contenti, al contrario, significa sapere con certezza e ferma convinzione che Dio è in grado di venire incontro ad ogni mio bisogno (Filippesi 4:19). Quando interiorizzi questa verità, non devi più desiderare la posizione di altri, i loro beni o la loro personalità. Perché? Perché sai che ciò che hai al presente è più che sufficiente nelle mani di Dio. Qualunque cosa tu debba fare per adempiere alla Sua volontà, potrai farla non grazie alle tue forze, ma con la potenza di Cristo, che dimora dentro di te. La cupidigia è un sentimento naturale nell’uomo; l'essere contenti è un sentimento che va appreso. Paolo scrive: "Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza, lo posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11-13).

Accogliete chi è debole nella fede (Romani 14:1)

LAVORA PER L'UNITÀ

Nel I secolo d.C. città come Roma attiravano persone diverse per cultura, lingua, religione, usi e costumi. Di conseguenza, la chiamata della prima chiesa a “fare discepoli da tutte le nazioni”, talvolta, portava a liti e confusione. Per esempio, alcuni credenti continuavano ad osservare il riposo Sabbatico; altri non mangiavano carne e volevano rimanere vegetariani. Per questa ragione Paolo scrisse: “Accogliete colui che è debole nella fede... ma non per sentenziare sui suoi scrupoli”. Osserva, non ha detto di tollerare o sopportare, bensì di accogliere, accettare, riconoscere ed essere indulgenti verso chi non è identico a noi. Anche se le questioni che affrontiamo oggigiorno sono diverse da quelle della chiesa primitiva, è facile diventare strumenti di divisone e critici severi. Ma ricorda, “Ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un’occasione di caduta” (vv 12-13). Qualora differenze legittime nascano su questioni fondamentali e, non c’è possibilità di negoziare, comportiamoci da Cristiani, senza raccogliere sfide, senza criticare o guardare le persone dall’alto al basso. Satana vuole distrarci su questioni di puntiglio, mentre il Regno di Dio soffre. È invece questa l’esortazione che dobbiamo ascoltare: "Siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente” (Rom. 12:10). Impara a rispettare i tuoi fratelli in fede, non per chi sono, ma perché appartengono a Dio! Paolo scrive: "Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo animo e d’una stessa bocca glorifichiate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo” (Romani 15:5-6).

Il Signore è il baluardo della mia vita (Salmo 27:1)

GIOCA FINO ALLA FINE

L'autore Jon Gordon scrive: "Un tempo, quando eravamo bambini, saltavamo dal quadro svedese in palestra e andavamo sulle montagne russe. Niente era irraggiungibile. Poi siamo cresciuti; i dubbi ci dissuasero dal rincorrere i nostri sogni... "Siete pazzi... è troppo difficile... i sogni non sono per le persone come noi”. Ci instillarono le loro insicurezze... erano in tanti a dirci che non saremmo riusciti... pochi sostenevano il contrario, perciò lasciammo che la paura entrasse nella nostra vita. Abbiamo così timore di perdere ciò che abbiamo, che non perseguiamo più ciò che vorremmo. Rimaniamo così tenacemente attaccati al nostro status quo da non sperimentare mai ciò che potrebbe essere... io definisco questo atteggiamento “giocare per perdere". Lo vediamo nello sport. Quando una squadra domina, inizia a pensare a come non perdere anziché a come vincere. Gioca in difesa, intimorita, mentre la squadra avversaria coglie le opportunità, gioca senza paura e vince. Davide disse: “Il Signore è il baluardo della mia vita, di chi avrò paura?" Vivere una vita di fede significa vincere le paure e adottare la mentalità del “giocare per vincere"... la mentalità che insegna che anche se perdi, non ti devi arrendere e non devi lasciare morire i tuoi sogni. Il successo non ci viene dato automaticamente, lo si conquista con tutta l’energia e con tutto il sudore di cui siamo capaci. Ostacoli e lotte fanno parte della vita... ci fanno apprezzare il successo. Se tutto fosse semplice, non sapremmo mai come ci si sente a farcela. Gli ostacoli sono fatti per essere superati. La paura per essere vinta. Il successo per essere conquistato. Fanno parte della vita e quelli che hanno successo rifiutano di arrendersi finché il gioco non finisce”.

Così parla Dio:Vieni dai quattro venti... e soffia su questi uccisi... tornarono alla vita e si alzarono in piedi... un esercito grandissimo (Ezechiele 37:9-10)

SOFFIA SU DI ME, SPIRITO DI DIO

Adamo, nel giardino dell’Eden, era formato in maniera perfetta, ma non aveva vita in sé. Aveva ‘tutto in ordine’, ma non sarebbe andato da nessuna parte, finché lo Spirito di Dio non avrebbe soffiato in lui. Allora iniziò a camminare con Dio, a prendere iniziative e a realizzare lo scopo della sua vita. Dirai: “Anch’io ho bisogno di ciò che Dio ha soffiato in Adamo quel giorno”. Lo puoi avere! Pensate alla valle delle ossa secche nel Libro di Ezechiele: erano morte e sparpagliate ovunque. Se questo descrive com’è la tua vita, c’è una buona notizia. Dio soffiò in quelle ossa ed esse tornarono in vita, si alzarono e divennero un esercito temibile. Nota che lo Spirito di Dio venne dai ‘quattro venti’ o dai quattro canti della Terra. Ciò significa che non c'è luogo dove Egli non ti possa raggiungere, se tu lo vuoi. Nota anche che quando lo Spirito di Dio arrivò nella valle di Ezechiele, le cose rotte furono aggiustate e quelle morte riportate in vita. Dio vuole la stessa cosa per te! Osserviamo un altro dettaglio: “si fece un rumore; ed ecco un movimento” (v.7). Questo è il tipico modo di procedere di Dio. Prima di renderti Suo strumento, ti scuote, ti fa uscire dalla tua nicchia confortevole, lasciare i tuoi metodi assodati e le tue idee un po’ rigide. Il tuo passato non è un problema per Lui perché i Suoi occhi sono sul tuo futuro. Perciò vieni alla Sua presenza oggi e prega: “Soffia su di me, Spirito di Dio. Riempimi di vita nuova affinché io possa amare ciò che Tu ami e fare ciò che tu faresti”. Quando Lui avrà soffiato il Suo Spirito in te, non sarai più la stessa persona.

Chi coltiva la sua terra avrà pane da saziarsi, ma chi va dietro ai fannulloni è privo di senno (Proverbi 12:11)

LAVORO DURO E INTEGRITÀ

Nel libro “The Finishing Touch”, l’autore Chuck Swindoll racconta l’incontro con un uomo che lo aveva colpito profondamente. “Con un sorriso scintillante, mi porse la mano. Una mano forte, ruvida per decenni di duro lavoro, avrei potuto accendervi un fiammifero. “Sembra un uomo felice di vivere. Che lavoro fa?” gli chiesi, “lo? Sono un contadino del Midwest”. “Cos'ha fatto la settimana scorsa? “proseguii. E lui, “Ho finito di mietere trentadue quintali di granturco”. Ero sbalordito, “Trentadue quintali! Ma quanti anni ha, mio caro?” La domanda non lo imbarazzò e rispose senza esitare, “Novant’anni tra due mesi”. Rise di nuovo mentre scuotevo la testa. Aveva superato quattro guerre, la Grande Depressione, sedici presidenti, novanta inverni del Midwest, chissà quante difficoltà personali e ancora prendeva la vita di petto. Dovevo conoscere il segreto di una vita tanto lunga e produttiva. “Lavoro duro e integrità”, fu la sua tempestiva risposta. Mentre ci separavamo, si girò e aggiunse: “Non tirare a campare, giovanotto. Stai all’erta!”. Duro lavoro e integrità! Due qualità che vanno sempre insieme e sono l’essenza di una vita ben vissuta. Se le pratichi fedelmente, conoscerai una vita di grande gioia e soddisfazione”. La Bibbia lo esprime in questo modo: “Chi coltiva la sua terra avrà pane da saziarsi, ma chi va dietro ai fannulloni è privo di senno”.

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