«Voi siete il sale della terra...» (Matteo 5:13)
PORTA DIO SUL POSTO DI LAVORO
Jon Gordon afferma: “Contatto e dialogo con molte organizzazioni, sull'importanza di una leadership positiva e dei benefici di una cultura positiva, che alimenti il rendimento”. Ciononostante, la domanda rivoltami più frequentemente è: “Come posso mantenere un atteggiamento positivo quando il mio capo non lo è?’’. Ecco alcuni suggerimenti. Sebbene tu non sia il responsabile, impegnati nel dare il meglio di te stesso e ottenere altrettanto dai tuoi colleghi, elimina il pessimismo e ogni commento negativo. Ricorda che non puoi controllare i discorsi e il comportamento altrui ma puoi gestire con successo le tue reazioni’’. Il Dott. David Hawkins aggiunge: ''L'ottanta percento delle persone si agita alla presenza degli influssi negativi che ci circondano, perciò allontanati dalla mischia”. Un vecchio proverbio recita così: “Non giocare mai con un maiale perché vi sporchereste entrambi e a divertirsi sarebbe lui solo!". Gesù disse: “«Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta»” (Matteo 5:14). Decidi, quindi, di essere la luce che risplende sul tuo posto di lavoro; in fondo, alla maggior parte delle persone, non piace essere pessimista e se, purtroppo, spesso lo sono, è a causa dello stress, dei troppi impegni e delle angosce. Per la maggioranza basterebbe avvertire un campanello d’allarme per uscire da questo circolo vizioso e tu, contrariamente a ciò che pensi, potresti essere lo strumento per attuare quel cambiamento. Gesù aggiunse: "«Voi siete il sale della terra»". Il sale ha due precise funzioni: preserva i cibi dal deterioramento e li insaporisce. Il tuo compito, come credente, è di preservare e dare speranza a te stesso e a quanti ti circondano, incluse le persone con cui lavori tutti i giorni: quindi “porta” Dio sul tuo posto di lavoro!
Mosè disse al Signore... (Esodo 33:12)
SENTI DIO PARLARE AL TUO CUORE?
Nel libro dell’Esodo ricorre per più di sessanta volte questa frase: “Il SIGNORE disse a Mosè” e, molto spesso, a seguito: “Mosè disse al popolo”. In queste parole c’è una grande lezione da scoprire. Fino a quando non avrai udito con certezza la voce di Dio, che cosa mai potresti dire agli altri che sia degna di attenzione? Pensi, forse, che il Signore non possa usarsi della tua intelligenza? In effetti, Egli non lo farà fino a che i tuoi pensieri e i tuoi desideri non saranno sottomessi a Lui; poi, quando avrai fatto questo, Egli penserà e parlerà attraverso te. Quale privilegio! Il vero problema, purtroppo, consiste nel voler parlare prima di esserci consultati con Lui e aver appreso la risposta dalla Sua Parola. Il popolo che Dio aveva chiamato e affidato alla guida di Mosè, non sentiva la Sua voce da quattrocento anni. Dopo dieci generazioni prive della Sua Guida, puoi facilmente immaginare lo stato spirituale? Qualora volessi constatare l’impatto del loro modo di pensare sulla loro vita, osserva attentamente le loro reazioni ogni qualvolta, nel deserto, si presentava un problema. Volevano ritornare, per poche che fossero, alle certezze dell'Egitto! Questo è uno dei pericoli che anche tu dovrai affrontare qualora diventassi un leader. Certamente devi amare le persone e ascoltarle ma, in primo luogo devi essere guidato unicamente da Dio. Salvo che tu non conosca il Signore in modo profondo e intimo, quando i momenti si faranno duri, le persone cercheranno, in ogni modo, di riportarti indietro, in luoghi a loro familiari che li facciano sentire a proprio agio. Quando la gente vuole regredire ai vecchi modi di fare solitamente è perché non conosce abbastanza il Signore. La prova della guida spirituale si può dedurre dalla capacità di udire la voce di Dio e insegnare agli altri ad amarLo, a discernere la volontà e a camminare secondo essa!
Perché vi è stata concessa la grazia... di soffrire... (Filippesi 1:29)
SOFFRIRE CON GRAZIA
Abbiamo bisogno di una fede che abbia una tale consistenza da farci confidare in Dio, non solo nei momenti in cui tutto procede bene, ma che ci sostenga anche in quelli negativi. La Bibbia afferma: “Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che v’incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori..." (1 Pietro 3:14-15). Dio guarda oltre il nostro orizzonte, noi, invece, possiamo vedere le cose solo con il “senno di poi’’. Pertanto, che il cammino da percorrere si presenti burrascoso o tranquillo, il giusto atteggiamento è di “adorazione", riconoscendo Cristo come Signore della nostra vita! L’epilogo del rapimento di Giuseppe fu strumento di salvezza per la sua famiglia e la fossa dei leoni portò Daniele a una posizione ufficiale. Cristo nacque in seguito a una gravidanza “a sorpresa” e ci redense grazie a un ingiusto assassinio. Credi a ciò che la Bibbia afferma e cioè che nessun disastro, a ben guardare, è fatale? Giovanni Crisostomo, padre della chiesa di lingua greca, ne era più che convinto. Egli fu arcivescovo di Costantinopoli dal 398 d.C. al 404 d.C. e molti lo seguirono per le sue eloquenti denunce contro la corruzione all'interno della Chiesa. Per due volte fu bandito dalle autorità ma, interpellato, rispose: “Che cosa posso temere, forse, la morte? Cristo è la mia vita e morire non sarà altro che un vantaggio. Forse l’esilio? La terra appartiene al Signore e tutto ciò che è in essa, è Suo. Per caso, la povertà? La verità è che non ci siamo portati nulla in questo mondo né potremmo portarcelo appresso, perciò tutto ciò che può spaventare sulla terra, è nulla agli occhi miei: infatti io sorrido a ciò che di buono può esserci in essa. Non temo la povertà, non rimpiango le ricchezze e dalla morte non mi sottraggo". Quest’atteggiamento significa soffrire con grazia!
Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato.. (Atti 16:31)
IMPORTANTE O INSIGNIFICANTE, TU PUOI ESSERE SALVATO!
Quando riponi la tua fiducia in Cristo, l’anima tua è salva e la tua vita volge certamente al meglio. Questo è testimoniato da moltissime persone note come William Gladstone, uno dei più grandi Primi Ministri della Gran Bretagna, la cui vita fu trasformata dalla potenza del Signore. Il presidente Abraham Lincoln, nelle sue lettere, racconta che, trovandosi nella città di Gettysburg, sito di una decisiva battaglia della guerra di secessione, il giorno in cui fece il suo famoso discorso, anch’egli nacque di nuovo per lo Spirito di Dio. Martin Lutero, pur essendo un uomo molto religioso, come lo era stato Nicodemo, ignorava tutto sulla nuova nascita. Ogni cosa, però, cambiò quando scoprì il senso di queste parole delle Scritture: “...«Il giusto per fede vivrà»” (Romani 1:17). Scrittori come Fyodor Dostoevsky e Leo Tolstoy, dalla Russia, testimoniarono come l’opera dello Spirito di Dio trasformò totalmente la loro vita. Uomini come Chuck Colson, assistente del presidente Richard Nixon e autore del bestseller “Nato di Nuovo", raccontarono di essere cambiati radicalmente grazie alla nuova nascita. Ora, che tu viva in un palazzo reale o in una capanna di fango, puoi essere salvato. Quando il carceriere di Filippi chiese a Paolo: “«...che debbo fare per essere salvato?»", questi non gli forní una spiegazione teologica, bensì, gli disse semplicemente: “«Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia»". Rifletti e pondera attentamente: non sarai salvato tu solo ma per mezzo della tua vita e della tua testimonianza, l’intera famiglia tua, qualora si ravvedesse, potrebbe essere conquistata a Cristo (cfr. 2 Pietro 3:9). Prova a immaginare la differenza! Riesci a comprendere? Qualora non fosse così, ricorda che puoi sperimentarlo di persona. Come? Riponendo, oggi stesso, la tua fiducia in Gesù!
...Giuseppe apri’ tutti i depositi e vendette grano agli egiziani... (Genesi 41:56)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (4)
E ora l'ultima categoria, le “persone fienile”. Dio si usò di Giuseppe per sfamare le nazioni durante una carestia mondiale. Là dove i consiglieri del faraone non furono in grado di interpretare il suo sogno, Giuseppe riuscì. Egli propose un piano che avrebbe sfamato non solo l'Egitto durante i sette anni di carestia, ma anche altre nazioni e, per di più, da questa crisi, il faraone si sarebbe arricchito maggiormente. Quando servi fedelmente Dio, Egli può rivelarti informazioni riguardanti il futuro. Può darti non solo la saggezza necessaria per sopravvivere, ma anche farti prosperare in una recessione. Un simile rapporto con Dio non si costruisce da un giorno all’altro. Il percorso di Giuseppe per giungere al trono d’Egitto conta anni di ritardi, incidenti di percorso e scoraggiamenti. Fu tradito dalla famiglia, tentato e accusato dalla moglie del suo padrone, imprigionato ingiustamente trascorse anni d’attesa chiedendosi se Dio avrebbe mantenuto la promessa di farlo diventare, un giorno, una persona libera e influente. Egli, però, non dubitò un istante di Dio, perciò neppure tu devi farlo! Poiché il Signore è riuscito a coinvolgere un ex carcerato come Giuseppe per farlo diventare primo ministro d'Egitto, non esistono ostacoli e nemici che possano impedirGli di compiere la Sua volontà nella tua vita. Concludendo, qualora fossi una “persona borsa”, rifletti attentamente sulla tua condotta e poni Dio al primo posto nelle tue “finanze". Nel caso fossi un “vaso", non temere, dona con cuore allegro e Dio ricambierà. Allorché, invece, fossi un "cesto”, metti ciò che hai nelle mani del Signore e osserva come lo moltiplicherà. Nel caso in cui fossi una “persona fienile” con un cuore che brama aiutare il mondo sofferente, sappi che i nemici, per quanto agguerriti, non potranno nulla per fermarti.
...si portarono via dodici ceste piene... (Marco 6:43)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (3)
Al terzo posto troviamo le "persone cesto". Un ragazzo offrì a Gesù il suo pranzo ed Egli lo usò per sfamare cinquemila persone. Più tardi, terminato il pasto: “...si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane ed anche i resti dei pesci”. Questa categoria di persone stima il bisogno altrui maggiore del proprio e dice di cuore: “Signore, ecco quello che ho: prendilo, benedicilo e usalo!”. Che differenza tra il comportamento di questo ragazzo e quello dei discepoli! Rifletti attentamente: 1) Essi tentarono di evitare il problema. “«... lasciali andare, affinché vadano per le campagne... e si comprino qualcosa da mangiare»” (Marco 6:36). La tua fede cresce, forse, solo quando affronti i problemi guardando a Dio per ottenere risposta? Di certo, nel cercare una soluzione, ti metti nella posizione di ricevere quanto Dio ha in serbo per te. 2) Non conoscevano le loro risorse. Gesù domandò: “...«Quanti pani avete? Andate a vedere»” (Marco 6:38). Mosè aveva un semplice bastone, ma con quello divise il Mar Rosso; Davide possedeva solo una fionda ma riuscì ad abbattere un gigante. Probabilmente tu non te ne rendi conto ma Dio ti ha già dato la risposta. Ti ha fornito qualcosa in grado di moltiplicare grandemente i risultati se tu la riponi nelle Sue mani. La giusta chiave è: “Vai a vedere!”. 3) Disprezzarono il giorno delle piccole cose. “«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?»” (Giovanni 6:9). Piuttosto che guardare a ciò che manca, rivolgi il tuo sguardo all'abbondanza di Dio e alla Sua volontà di operare in tuo favore. “«Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose... quando gli occhi del Signore... vedono con gioia il piombino...?»” (Zaccaria 4:10). Coinvolgi sempre il Signore nella tua equazione perché la formula per il successo sei tu assieme a Dio!
...la farina nel vaso non si esaurirà... (1° Re 17:14)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (2)
Come secondo tipo, sono descritte le "persone vaso”. Nel bel mezzo di una carestia devastante, Dio mandò il profeta Elia a Sarepta, informandolo che lì avrebbe incontrato una vedova che gli avrebbe fornito di che sostentarsi. Per quale motivo Elia fu mandato da una vedova indigente e non presso una famiglia benestante? Semplicemente perché ai ricchi non serve un miracolo, mentre a quella povera donna sì! Quando Elia chiese alla vedova di preparargli da mangiare, lei rispose di avere solo “«...un pugno di farina in un vaso...»’’ (1 Re 17:12). Quello sarebbe stato il suo ultimo pasto e poi insieme al figlio, sarebbero morti d’inedia. Forse stai pensando: “Questa cosa è proprio tipica dei predicatori! Ti privano del cibo e ti sfilano anche l’ultimo centesimo dalla tasca!". Nulla di più errato: quello fu il giorno più bello della sua vita! La donna si trovava a un passo da un miracolo. Prima, però, avrebbe dovuto superare la paura di doversi privare di tutto. Con fermezza “Elia le disse: «Non temere; va' e fa’ come hai detto, ma fanne prima una piccola focaccia per me e portamela...” Infatti, così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: “La farina del vaso non si esaurirà... fino al giorno che il SIGNORE manderà la pioggia sulla terra»’’ (1 Re 17:13-14). Come finì? "Quella andò e fece come Elia le aveva detto... La farina nel vaso non si esaurì...” (1 Re 17:15-16). Giorno dopo giorno, serenamente, lei stendeva la mano al vaso e trovava la farina necessaria. La vedova scoprì che obbedire al Signore paga: infatti Egli provvede sempre ai nostri bisogni. Sei un “vaso”? Temi, forse, di consegnare ciò che hai e non ne rimanga a sufficienza per te? Non aver paura, non potrai mai dare a Dio più di quanto Lui doni, amorevolmente, a te! Qualunque cosa tu possa offrirGli, Egli promette di restituirla in "...buona misura, pigiata, scossa, traboccante...” (Luca 6:38).
...chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata» (Aggeo 1:6)
QUATTRO CATEGORIE DI DONATORI (1)
La Bibbia descrive le qualità di quattro tipi di donatori e nei prossimi giorni li esamineremo singolarmente. I primi sono quelli che, bonariamente, chiameremo: le “persone borsa”. Ai tempi del profeta Aggeo, gli Israeliti erano talmente intenti a trafficare e guadagnare da non trovare spazi da dedicare al loro Dio. Ti suona, per caso, familiare questa constatazione? Perciò il profeta, indignato, disse loro: “«Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?» ...Così parla il Signore... «Riflettete bene sulla vostra condotta! Avete seminato molto e avete raccolto poco... chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata»... «Voi vi aspettavate molto, ed ecco c’è poco; ciò che avete portato in casa, io l’ho soffiato via. Perché?», dice il SIGNORE degli eserciti. «A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi sì dà premura solo per la propria casa»” (Aggeo 1:4-9). Qualora tu bramassi i favori del Signore per la tua casa, interessati, per prima cosa, alla Sua. Nel caso desiderassi l’intervento divino sui bisogni della tua famiglia, inizia a occuparti della Sua. Potresti superficialmente replicare: “Quanto dovrei dare per soddisfare questa necessità?’’. Biblicamente, la donazione parte da una base del dieci percento delle tue entrate (cfr. Levitico 27:32). Un’offerta superiore dipenderà da tre cose: 1) Dalle tue possibilità. "Ognuno darà quel che potrà, secondo le benedizioni che il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà elargite” (Deuteronomio 16:17). 2) Dal tuo desiderio di raccogliere. L'Eterno “...moltiplicherà la semenza vostra..." (2 Corinzi 9:10). 3) Dal tuo amore. “«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente...»" (Matteo 22:37).
...vi darà anche la via d’uscirne... (1° Corinzi 10:13)
LA VIA D'USCITA
L’apostolo Paolo rivolgendosi agli abitanti della città di Corinto, scrisse: "...con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare”. Forse, in questo momento, potresti trovarti in una situazione, una relazione o una condizione finanziaria che proprio non desideravi. Potresti sdraiarti e voler morire oppure non farlo per niente e lanciarti nella mischia per rendere del tuo meglio,qualcosa di buono accadrà in te, molto più importante di ciò che sta avvenendo intorno a te. Gesù aveva, da poco, sperimentato delle contrarietà quando disse ai Suoi seguaci che, se avessero avuto fede, avrebbero potuto comandare a un monte di spostarsi e gettarsi in mare. Ora, quando la tua attenzione è fissata sulla montagna, sarà la paura a guidarti, ma qualora il tuo sguardo restasse concentrato su Dio, saresti fortificato grazie alla fede. Senza l'ostacolo del monte, però, non avresti mai saputo di avere in te la fede, né in quale misura. Le avversità hanno il potere di mutare i tuoi valori e le tue priorità al fine di una migliore riuscita. Quando il denaro, la sicurezza o il successo sono la norma della tua vita, la più piccola crisi può farti vacillare. Solo allora potrai valutare la follia che c'è nel rincorrere le cose temporanee e, se sarai saggio, una volta calmate le acque, non tornerai più indietro. La chiave per riuscirci, però, sta nell'agire prima che il tran tran della quotidianità ti riavvolga. Per fare i cambiamenti hai solo una piccola finestrella di tempo a disposizione, altrimenti scadrai nelle tue vecchie abitudini. Mentre il ricordo delle avversità è ancora ben impresso nella tua mente, prega e chiedi al Signore di farti vedere quali siano i cambiamenti che devi apportare nei tuoi atteggiamenti, nei tuoi rapporti, nelle tue abitudini, nel tuo stile di vita, ed Egli ti "... darà anche la via di uscirne...".
La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira (Proverbi 15:1)
LITIGARE: È SEMPRE UNO SPRECO
Ti capita mai di dover dire: "Me la prendo moltissimo quando qualcuno rifiuta di ascoltare il mio punto di vista. Che cosa posso fare perché mi ascoltino e capiscano ciò che sto dicendo?”. Purché non si tratti di un dibattito ufficiale, discutere con chi non è disposto ad ascoltare è un'inutile perdita di tempo. Esponi il tuo pensiero con chiarezza, determinazione e non portare sulla difensiva polemizzando se non è recepito. Adirandoti, farai solo del male a te stesso e al tuo rapporto con quella persona. Non permettere che ti trascinino in inutili contenziosi. Tieni a freno la tua lingua e ricorda queste parole: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira. La lingua dei saggi è ricca di scienza, ma la bocca degli stolti sgorga follia” (Proverbi 15:1,2). Una delle più frustranti conversazioni deve sicuramente essere quella riportata da una rivista d'arte teatrale (Theatre Arts Magazine). Un abbonato, volendo pubblicizzare un evento che si sarebbe tenuto molto presto, nel suo comune, chiamò la redazione delle “Pagine Bianche” per farsi dare il numero telefonico della rivista. L'operatore, con un fortissimo accento americano, rispose: “Sono dolente, ma sull'elenco non c’é nessuno che si chiami Theodore Arts [aveva confuso la pronuncia di Theatre (teatro) con Theodore (Teodoro)]. L’abbonato ripetè: "Non è una persona, è una pubblicazione. Voglio parlare con il Theatre Arts!”. L'operatore, con un tono di voce piuttosto seccato, rispose: "Gliel’ho appena detto, non c'è nessuno che si chiami Theodore Arts in questa città. Forse, abita altrove!”. L’utente, al limite della pazienza, gridò: "La parola è "theatre": T-H-E-A-T-R-E!" L'operatore, con altrettanta fermezza, rispose: “Non è così che si scrive Theodor!”. Morale: “Litigare è solo uno spreco di tempo!"
Altro...
...risplenda la vostra luce... (Matteo 5:16)
SII LA LORO GUIDA
Tutti i neonati, compresi i figli dei credenti ovviamente, nascono nella condizione di “perduti”, in un mondo di tenebre morali e spirituali, perciò, caro genitore, la tua primaria responsabilità nei loro confronti è di essere la luce che li guida. Paul Harvey racconta di un padre alcolista, il quale lasciò il figlio adolescente da solo sul furgone, per andare a bere al bar. Due ore più tardi, barcollando vistosamente, tornò alla vettura per scoprire che il figlio non c’era più. Dopo averlo a lungo cercato, lo trovò nel bar in compagnia di due giovanotti altrettanto brilli, i quali erano riusciti a farlo ubriacare. Dopo essersi azzuffato con i due ragazzi, il padre stramazzò a terra sanguinante e il figlio, disperato, si chinò su lui implorandolo: “Per favore, papà, non arrabbiarti con me! Volevo solo seguirti!''. Tutti, in effetti, seguiamo qualcuno sperando che conosca la strada che ci troviamo a percorrere. La Bibbia, infatti, narra che: "Acazia, figlio di Acab .. .fece ciò ch’è male agli occhi del SIGNORE e imitò la condotta di suo padre, di sua madre...” (1 Re 22:52-53). I nostri figli, forse, non ascolteranno i consigli che offriamo, ma di sicuro seguiranno il nostro esempio, buono o cattivo che sia stato. Siamo chiamati a essere un segnale indicatore ai loro incroci, delle semplici mappe cartografiche da consultare nei momenti di confusione. Paolo, rivolgendosi ai suoi figli spirituali della città di Corinto, li incoraggiò dicendo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 11:1). Non serve una laurea per comprendere come eccellere nella propria casa: è sufficiente accogliere con cuore onesto e sincero gli insegnamenti di Cristo e il metterli in pratica ci qualificherà per essere ottimi genitori! "I figli del giusto, che cammina nella sua integrità, saranno beati dopo di lui" (Proverbi 20:7).
...se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili... (2° Pietro 1:8)
CONTINUA A CRESCERE (3)
Soffermiamoci ora su due nuovi concetti, necessari per maturare: 1) Non limitarti a crescere solo in conoscenza, fallo anche nel carattere. A dire il vero Dio è più interessato al tuo carattere che alla tua carriera. Per quale motivo? Semplicemente perché il successo senza carattere ha solo il potenziale di ferire te e quanti ti circondano. La Bibbia afferma: "Voi... mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l’affetto fraterno; e all'affetto fraterno l’amore. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo'' (2 Pietro 1:5-8). Presta attenzione a queste parole: “...mettendoci da parte vostra ogni impegno..." 1. Per farlo, devi lavorarci su! 2) Non perdere la tua freschezza. Hai mai sentito la storiella di quel pastore di campagna che, durante un suo sermone, per una folata di vento, vide i suoi appunti volare dalla finestra ed essere ingeriti da una mucca che pascolava lì vicino? Tre giorni dopo, la povera bestia si smagrì! Pronto? Ci sei? Continua a sollecitare la tua curiosità. Seguita ad “avere fame”. Gesù disse: “«Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati»” (Matteo 5:6). Alla fine, non saranno i tuoi talenti a determinare il tuo destino, bensì il tuo desiderio. Uno dei più grandi complimenti fatti da Paolo fu quello rivolto ai credenti della chiesa di Tessalonica: “Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com’è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente e l’amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più" (2 Tessalonicesi 1:3). Sia detta la stessa cosa di te!
Il saggio ascolterà e accrescerà il suo sapere... (Proverbi 1:5)
CONTINUA A CRESCERE (2)
Quando parliamo di crescita Cristo deve essere il nostro esempio. La Bibbia dichiara: “...Gesù cresceva in sapienza in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:52). Per avere il favore di Dio e degli altri, devi continuare a evolverti spiritualmente, mentalmente ed emotivamente. Questo richiede due imperativi: 1) Non smettere di imparare. Nella vita, ogni esperienza, incluse quelle spiacevoli, produce una conoscenza che può rendere il futuro migliore del presente, però bisogna ricercarla. Lo svantaggio di Internet e degli Smartphones è che non è possibile elaborare il continuo bombardamento d’informazioni che si ricevono e, alla fine, se ne ricava ben poco, se non nulla. Invece di permettere una vita semplicemente meccanica, fermati e chiediti: “Che cosa sta succedendo? Lo percepisco con i sensi, ma che cosa significa realmente?” Tu sei corpo, anima e spirito, perciò hai bisogno di porti questa domanda: “Sono veramente sano nel fisico, nella mente, nelle emozioni, ma soprattutto nello spirito?” Nessuno può rispondere a questa domanda se non tu stesso. 2) Non smettere di sviluppare i tuoi talenti. Quando gli chiesero perché facesse, nonostante l’età, ancora sei o otto ore di pratica giornaliera, uno dei migliori violinisti del mondo rispose: "Lo faccio perché ritengo di poter migliorare ancora". Che atteggiamento meraviglioso! Non si tratta solo di vivere più a lungo; bisogna anche migliorare! Paolo rivolgendosi a Timoteo disse: “...ti ricordo di ravvivare il carisma di Dio che è in te...” (2 Timoteo 1:6). Wesley Tracy si espresse così: “Alcune persone pensano che prendersi cura dei propri doni spirituali significhi trascorrere il tempo a ripetere solo le cose che ci riescono naturali, facili, prive di sforzi, disciplina o pratica. No! Il tuo dono può anche essere mediocre ma sta a te svilupparlo!".
Quando verrai porta... le pergamene (2° Timoteo 4:13)
CONTINUA A CRESCERE (1)
Trovandosi in prigione, senza via di scampo e con la prospettiva di una pena capitate, Paolo chiese a Timoteo di portargli i suoi libri. Perché? L'apostolo intendeva perseverare nella sua crescita. La verità è questa: 1 ) Quando smetti di crescere, sei finito. Quando il poeta Longfellow raggiunse la vecchiaia, un ammiratore gli chiese come fosse ancora in grado di scrivere in quel modo meraviglioso. Puntando il dito verso un albero di mele lì vicino, lo scrittore rispose: "Quell’albero è certamente, molto vecchio, eppure non ho mai visto una fioritura più incantevole. Produce nuove fronde ogni anno e da quei rami sbocciano fiori stupendi. Allo stesso modo, anch’io cerco di migliorare un po'”. 2) Crescere non è facile. Ti forzerà oltre i limiti e ti porterà a rivedere concetti che hai sempre considerato veritieri. Di sicuro potrebbe costarti amicizie e denaro, ma se davvero vuoi maturare, non puoi assolutamente accontentarti di vivere nell’ignoranza. 3) Crescere è una tua responsabilità. Quando eri bambino, i tuoi genitori erano responsabili del tuo corretto sviluppo, ma ora lo sei tu. Il poeta Robert Browning scrisse: “Perché siamo sulla terra, se non per progredire?" Eppure, solo poche persone si dedicano a questo processo, perché la crescita richiede cambiamenti che fanno sentire a disagio per le insicurezze che comportano. Gait Sheehy disse: “Se non cambiamo, non cresciamo e se non facciamo nuove esperienze, non viviamo veramente. La crescita richiede una temporanea sospensione delle nostre certezze. Significa rinunciare a schemi familiari collaudati ma limitativi, a un’attività serena ma non remunerativa, a valori cui non si crede più, a relazioni che hanno perso di significato. Fare un passo nuovo è ciò che più ci spaventa, eppure dovrebbe essere l’opposto". Puoi immaginare qualcosa di peggiore?