Allora Pietro si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?" E Gesù a lui: "Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette" (Matteo 18:21, 22)
PERDONARE SECONDO DIO
La domanda di Pietro era di auto compiacimento e di meriti umani. Il suo metro era umano, mentre la risposta di Gesù: “Fino a settanta volte sette” (vale a dire sempre) rivela il principio di Dio nell'esercitare il perdono. La misericordia umana arriva fino a “sette”, quella di Dio è immensa, è infinita. Caro lettore, dinanzi alla Grazia di Dio spesso si commette un errore: quello di pensare che Dio non possa perdonare il peccatore. Il pensiero che Dio non possa perdonare è un vecchio inganno dell’avversario, del diavolo, che cerca di allontanare l’uomo dal grande e immenso amore del Signore. L’invito di Dio è ancora oggi efficace e valido: “Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: ‘Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana’” (Isaia 1:18). Nel realizzare il perdono di Dio si riuscirà a perdonare gli altri: “Come il Signore vi ha perdonato, fate anche voi” (Colossesi 3:13).
Chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre (Matteo 12:50)
FRATELLI DI GESÙ
Gesù stava insegnando alle folle quando giungono i Suoi parenti, la madre, i fratelli e le sorelle. La presenza dei Suoi parenti offrì al divino Maestro l’occasione per affermare che il vero vincolo di parentela con il Figlio di Dio non è basato da legami affettivi, naturali, ma mediante la fede in Dio. Il messaggio dell’Evangelo rivela che tutti gli uomini sono creature di Dio, ma per diventare figli di Dio è necessario ricevere per fede Gesù: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel Suo nome” (Giovanni 1:11). I discepoli per mezzo della fede e dell’ubbidienza, a differenza dell’incredulità dei partenti più intimi di Gesù, erano diventati i veri parenti del Signor Gesù. Ancora oggi Gesù continua a chiamare per mezzo della predicazione dell’Evangelo ogni uomo, affinché diventa Suo fratello mediante la fede nella Sua Parola, non indugiare perché questa è la volontà di Dio.
Ma egli rispose loro: "Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona" (Matteo 12:39)
IL SEGNO DI GIONA
Gli scribi e i farisei si accostarono a Gesù chiedendo un miracolo. Essi volevano forse soddisfare i loro occhi, la loro curiosità, oppure, cercavano un pretesto per accusare Gesù. Ma Egli rispose che non avrebbe fatto alcun segno miracoloso tranne il segno del profeta Giona. L’esperienza di Giona, che rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, è analoga a quella del divino Maestro che morì sulla croce e risuscitò il terzo giorno. Stai aspettando un miracolo da Gesù? Anche per te la risposta è il segno del profeta Giona. La morte sulla croce e la risurrezione di Gesù è il segno più importante che il Figlio di Dio abbia mostrato a tutta l’umanità. L’opera del Golgota è superiore alla moltiplicazione dei pani, alla pesca miracolosa, alla guarigione del cieco e ad ogni altra opera miracolosa compiuto da Gesù stesso, perché il Suo sacrificio e la Sua risurrezione sono per il peccatore che crede fonte di salvezza e di speranza: “Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà” (Giovanni 11:25).
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia (Matteo 7:26)
COSTRUIRE BENE
Ogni qualvolta si verifica un sisma si scopre che molti edifici, figli dell’era del cemento armato, crollano come carta pesta. Per costruire bene bisogna seguire con scrupolosa attenzione il progetto. Gesù rivelò alla Sua generazione che per costruire bene la propria vita è necessario seguire con fedeltà le Sue parole: “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia” (Matteo 7:24). Oggi, molte vite crollano, molti matrimoni si sbriciolano e tante famiglie vengono distrutte dalle improvvise fiumane, perché alla base manca la Roccia. Costruire bene si può, anche oggi, se l’uomo edifica sulla Parola di Dio e sulla Persona di Gesù Cristo. Costruire la propria esistenza su un solido fondamento è garanzia di sicurezza, perché quando si verificheranno tempeste o alluvioni, Gesù sorreggerà la vita dell’uomo saggio. Vuoi costruire bene? Metti in pratica la Parola di Dio, la Bibbia!
Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno (Matteo 6:34)
VINCERE L'ANSIA
L’ansia ha sempre procurato vittime in ogni generazione. Gesù ha trattato questo argomento con i Suoi discepoli duemila anni fa. Gli uomini d’allora soffrivano di ansia, come ai nostri giorni. Gesù si rivolge ai Suoi discepoli offrendo la cura efficace per vincere l’ansia. La preoccupazione del futuro si può vincere mediante la fede in Dio. Gesù indicava ai Suoi discepoli la cura attenta del Padre. I passeri del cielo trovano cibo perché Dio glielo provvede, quanto più ogni discepolo è oggetto della cura e dell’amore di Dio. Il Padre provvederà ai Suoi figli il necessario per mangiare e per vestire. Questo sarà fonte di vera gioia: “Ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti” (I Timoteo 6:8). Gesù consigliò di non preoccuparsi del futuro, perché ogni uomo vive un giorno alla volta. Di giorno in giorno mediante la fede nel Padre celeste si vivrà realizzando la provvidenza di Dio per tutti coloro che sperano e confidano in Lui.
Così il padre riconobbe che la guarigione era avvenuta nell'ora che Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive" (Giovanni 4:53)
SENZA LIMITI
Gesù ritorna in Galilea e va a visitare la città di Cana, dove aveva trasformato l’acqua in vino. Mentre si trova in Cana, l’ufficiale del re lo incontra e gli chiede di recarsi a Capernau per guarire il figlio in fin di vita. Gesù rispose alla richiesta dell’ufficiale del re, nel seguente modo: “Va, tuo figlio vive”. La risposta di Gesù fu accolta dall’ufficiale reale, che credette e ritornò a casa. Mentre giungeva a casa i servi lo incontrarono assicurandogli che il bambino era in vita. L’ufficiale chiese ai servi a che ora il figlio avesse iniziato a star bene. I servi risposero: “Dalla settima ora”. L’ora in cui Gesù gli aveva detto: “Va, tuo figlio vive”. Questo racconto del Vangelo di Giovanni fa risaltare come la Parola di Gesù sia potente nel guarire a distanza: il malato era a Capernaum e Gesù Cana. La Parola di Cristo non ha limiti né di tempo e nemmeno di spazio. Il Signore può operare in qualsiasi luogo, a qualunque ora e in qualunque circostanza. Ancora oggi, la Parola di Gesù continua ad essere efficace per tutti coloro che credono in Lui.
Chi crede nel Figlio ha vita eterna (Giovanni 3:36)
LA VITA ETERNA
Tutti gli uomini pur vivendo non hanno la vita eterna. Nessuno si allarmi per tale affermazione. Il versetto in epigrafe rivela prima di tutto la posizione dell’uomo: “Ma l’ira di Dio rimane su lui”. L’uomo è sotto il giudizio di Dio a causa del peccato e condannato alla morte eterna: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (cfr. Romani 3:23). In secondo luogo rivela il Salvatore: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna”. La liberazione dal giudizio di Dio è offerta all’uomo unicamente in Gesù Cristo, perché su di Lui il Padre ha posto il Suo giudizio facendolo morire sulla croce. In terzo luogo ci presenta il mezzo della salvezza: “Chi crede”. La fede è il mezzo per ottenere la vita eterna, non serve nient’altro. Dio chiede all’uomo la fede, che deve essere riposta nel Suo Figlio. Il peccatore che si ravvede e che crede con tutto il cuore in Cristo invocando la grazia di Dio riceve la salvezza e la vita eterna in dono.
Come Mosè innalzò il serpente nel deserto (Giovanni 3:14)
BASTA UNO SGUARDO
Gesù dialogando con Nicodemo affermò che bastava uno sguardo per ricevere la vita eterna. Nicodemo, il dottore d’Israele, si chiedeva come potesse l’uomo nascere di nuovo per entrare nel regno di Dio. Gesù rispose alla domanda di Nicodemo con un episodio narrato nel libro dei Numeri. Il racconto biblico preso dal Signore Gesù riguardava il mormorio del popolo d’Israele punito con i serpenti ardenti, i quali mordevano la gente a morte. La soluzione data da Dio consisteva nell'innalzare sopra un’antenna un serpente fatto di rame e tutti coloro che lo avessero guardato per fede sarebbero stati sanati. Gesù è stato innalzato sul legno della croce quale unica soluzione per la guarigione dal veleno del peccato che ha colpito tutti gli uomini. Gli Israeliti per ottenere la guarigione dovevano guardare al serpente innalzato sull’antenna. Così come basta guardare alla Persona e all’Opera di Cristo compiuta sulla croce e si ottiene la vita eterna! Se guardi a Gesù con fede e credi in Lui col cuore sarai salvato.
Venuto a mancare il vino (Giovanni 2:3)
LA SALVEZZA DEL MATRIMONIO
Il primo miracolo compiuto da Gesù è stato la trasformazione dell’acqua in vino durante la celebrazione delle nozze di Cana. Il Signore Gesù manifestò la Sua gloria davanti ai discepoli in occasione di un matrimonio. Il racconto biblico pone in risalto quanto importante sia la presenza di Gesù in un matrimonio. I due sposi stavano concludendo la celebrazione delle nozze, quando venne a mancare il vino. Oggi tra i coniugi probabilmente non manca il vino, ma sicuramente può venire a mancare la gioia, il dialogo, l’armonia, la fiducia, la sincerità, la fedeltà, la pace ecc. La mancanza di tutto questo, ed altro, minaccia la stabilità del matrimonio e spesso conduce i coniugi alla separazione. Difatti, in questi ultimi anni la percentuale dei divorzi è aumentata! Diversi sono i maestri che specializzati nel campo hanno cercato di salvare le crisi del matrimonio. Nonostante i diversi tentativi si continua a divorziare perché nel matrimonio manca Gesù. Soltanto il Signore può salvare il matrimonio e garantire la gioia, l'armonia e la benedizione tra i coniugi.
Avendolo udito parlare, seguirono Gesù (Giovanni 1:37)
SEGUIRE GESÙ
Nessuno segue Gesù senza aver ascoltato prima il messaggio dell’Evangelo. I due discepoli di Giovanni il Battista udirono parlare di Gesù e lo seguirono. Questi discepoli furono toccati dal messaggio proclamato dal Battista, che presso le rive del Giordano esclamò riguardo a Cristo: “Ecco l’Agnello di Dio”. L’affermazione: “Ecco l’Agnello di Dio”, richiamò immediatamente l’attenzione dei due discepoli. L’annuncio del Battista risvegliò il ricordo dell’agnello pasquale sacrificato in occasione dell’esodo dall'Egitto. L’agnello veniva sacrificato per sostituire i primogeniti di ogni famiglia israelita. Gesù è l’Agnello di Dio mandato per liberare ogni uomo dal peccato e dalla morte. I due discepoli illuminati da tale rivelazione non esitarono a seguire Gesù. Essi dimostrarono, così, di credere in Gesù quale Salvatore: “Ecco l’Agnello di Dio”, per poi seguire Gesù quale Maestro e guida della loro vita. Nessuno può seguire Gesù come Maestro se prima non lo ha riconosciuto come Salvatore. Caro lettore, stai seguendo Gesù?
Altro...
E se vi sembra sbagliato servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire (Giosuè 24:15)
UNA SCELTA PERSONALE
Giosuè aveva appena descritto come il Signore era stato buono con il popolo liberandolo dalla schiavitù d’Egitto. Dio si era mostrato verso loro quale Egli è: Colui che è sempre pronto a fare del bene verso chi confida in Lui. Ma poi, quasi a conclusione del suo discorso, un’affermazione apparentemente senza significato: “Se vi sembra sbagliato servire il Signore!” Ma come può essere sbagliato servire Dio? Indubbiamente non lo è, ma lo scopo di tale affermazione fu, ed è ancora oggi per te, quello di condurre l’ascoltatore ad una scelta. Una scelta da fare oggi, da non rimandare a domani o quando vi saranno tempi migliori, perché si tratta di scegliere non una religione, ma di dare il cuore a Gesù per essere salvati. Scegliere di essere non più servo del peccato, ma di Colui che per acquistarci ha versato il Suo sangue sulla croce. Infine, è una scelta personale, ognuno deve farla per sé stesso. Questo si aspettava il Signore quando per bocca di Giosuè disse: “Scegliete oggi chi volete servire”.
Ecco, io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare; non la riconoscerete? Sì, io aprirò una strada nel deserto, farò scorrere dei fiumi nella steppa (Isaia 43:19)
OGNI COSA NUOVA
Quando il Signore opera nella vita di una persona non mette delle toppe, non cerca di aggiustare al meglio: Egli fa ogni cosa nuova. Quando la Sua grazia ti raggiunge, essa ti trasforma profondamente e ti rigenera. Quando la salvezza entra nella tua vita vi è un nuovo modo di pensare, di vedere le cose, di vivere; tutto cambia, tutto è nuovo. La Bibbia dice che “se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura, le cose vecchie son passate; ecco, son diventate nuove”. Le delusioni del passato, le amarezze, i vecchi desideri, non fanno più parte di te, ma tutto è nuovo. Se prima non avevi mai gustato l’amore di Dio, ora esso è così presente e tangibile in te al punto che anche la vita sulla terra è vissuta nella gioia. Non soltanto la gioia della salvezza, ma con Cristo sperimenterai come nelle difficoltà di ogni giorno Egli sarà accanto a te e ti aiuterà a superare ogni problema. Caro lettore, permetti oggi stesso a Cristo Gesù di fare di te e in te una nuova creatura e tu inizierai una nuova vita.
Invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai (Salmo 50:15)
INVOCARE DIO
L’idea che Dio sia lontano, disinteressato, insensibile al bisogno dell’uomo, non trova riscontro nella Bibbia. È sbagliata anche credere che si possa piacere a Dio a motivo di ciò che siamo o facciamo. L’invito che il Signore rivolge attraverso questo brano, è quello di andare a Lui ed invocarLo con tutto il cuore. Prima di affermare che Egli sia lontano hai mai provato a rivolgerti a Dio con tutto il cuore? E se lo hai fatto, hai basato le tue richieste sui meriti di Cristo Gesù e non sui tuoi? Allora accogli oggi l’invito del Signore e invocalo, chiamalo, rivolgiti a Lui. Dal brano scorgiamo innanzitutto che Egli ti esorta ad andare a Lui così come sei. Se ti accosti a Dio con fede e Lo invochi, Egli ti salverà, ti darà in dono la vita eterna e una nuova vita ricca di ogni Suo bene e della Sua preziosa presenza. Scoprirai allora la gioia di glorificarLo e ringraziarLo, senza pressioni esterne o condizionamenti umani, ma soltanto come risultato di ciò che Egli avrà fatto in te. Accogli oggi l’invito di Dio.
Pietro gli disse: "Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto". Egli subito si alzò (Atti 9:34)
ALZATI
Enea era paralizzato da otto anni, non sappiamo come si ammalò e quale fosse il suo reale problema, sappiamo però che nessuno poteva far nulla per lui e per la sua paralisi che lo costringeva a letto. Vi sono forme di paralisi spirituali e morali che a volte sono ben più gravi che quelle fisiche. Allo stesso modo, esse ci costringono a vivere situazioni e condizioni che non vorremmo. Ma come Gesù operò nella vita di Enea, così oggi Egli vuole operare in tuo favore. Gesù ti guarisce; Egli è Colui che può guarire malattie fisiche, ma è potente a guarire il malessere del tuo cuore e dell’anima tua se soltanto poni la tua fede in Lui. Gesù può tutto, Egli ti ama e vuole farti del bene. L’invito che troviamo nel verso biblico è quello di alzarsi e confidare in Lui con tutto il cuore. Enea ebbe fede, si alzò e in un attimo la sua paralisi scomparve. Alzati, non rimanere lì dove sei, in quello stato di frustrazione spirituale, e vai a Gesù, perché Colui che ti rivolge questo è pronto a operare in tuo favore.