Colui che nella nostra umiliazione si ricordò di noi, perché la sua bontà dura in eterno (Salmo 136:23)
LA BONTÀ DI DIO
Generalmente ricordiamo con facilità le persone con le quali abbiamo contatto più o meno frequente. Ma quando questi incontri si diradano, ecco che dimentichiamo anche coloro con i quali abbiamo trascorso insieme molto del nostro tempo. Lo scrittore di questo salmo pone in evidenza la capacità di Dio di ricordarsi del Suo popolo nel momento dell’umiliazione, risultato del peccato che abbassa l’uomo, allontanandolo dal Suo Creatore e Signore. Il peccato crea una distanza abissale tra il peccatore e Dio. Dimenticherà Egli l’uomo peccatore così profondamente lontano? Dimenticherà Egli la Sua povera creatura caduta nella miseria? La risposta consolante è: no! Il Signore è potente a ricordarsi anche di te caro amico, nonostante il baratro del peccato nel quale vivi. Nonostante tutto, Dio si ricorda di noi e lo ha fatto mandandoci Gesù Cristo. Egli non ti dimenticherà e non ti abbandonerà mai perché ti ama e tu sei prezioso per Lui. Confida nel Signore con tutto il tuo cuore, spera in Lui con fede ed Egli manifesterà la Sua bontà nei tuoi confronti.
Gli occhi di quelli che vedono non saranno più accecati (Isaia 32:3)
OCCHI APERTI
Il profeta Isaia descrisse i benefici che sarebbero scaturiti da un re la cui venuta avrebbe arrecato ogni sorta di bene per l’umanità. Questo Re, che Isaia intravide, è già venuto: è Gesù, il Cristo di Dio, il Re dei re e Signore dei signori. I nostri poveri occhi, accecati dal peccato e dalle lusinghe del nemico dell’uomo, satana, possono ora essere aperti alla realtà spirituale, alla luce del Signore. Ciò che l’antico profeta preannunciava è possibile realizzarlo oggi. Io e te possiamo avere occhi aperti, in grado di scorgere, per fede, ciò che l’occhio naturale non può scorgere: la gloria del Signore, ovvero la ricchezza della Sua grazia, misericordia, potenza e compassione che Egli ha per ogni persona. Se i tuoi occhi sono oggi accecati dal dubbio, dall’incredulità, dai dolori e sofferenze dalla vita presente, rivolgi con fede a Colui che apre gli occhi dei ciechi e chiediGli di "illuminare gli occhi del tuo cuore" (cfr. Efesini 1:18).
Ma Rut rispose: "Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio" (Rut 1:16)
FERMAMENTE DECISI
Naomi era una donna israelita emigrata con il marito ed i figli nel paese di Moab. Dopo aver conosciuto il dolore per la loro morte dei suoi cari decise di ritornare nel suo Paese. Rut, a differenza della cognata, era fermamente decisa a non staccarsi dalla suocera. La determinazione di questa donna dovrebbe farci riflettere: siamo altrettanto decisi a seguire il Signore? Tante volte, forse, abbiamo espresso il proposito di voler vivere per Lui, ma poi abbiamo permesso alle circostanze, ad influenze umane, alle difficoltà o ai piaceri del mondo, di farci perdere di vista l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Rut fu risoluta. Né l’insistenza della suocera, né la decisione di Orpa le fecero cambiare idea o condizionarono la sua scelta. Seguiamo il suo esempio! Con risolutezza restiamo ancorati al Signore. Non permettiamo a nulla di separarci da Lui. AffidiamoGli la nostra vita e realizzeremo che, nella Sua fedeltà, Dio si prende meravigliosamente cura di chi confida in Lui.
Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me (Giovanni 16:3)
CONOSCERE DIO È FONDAMENTALE
È veramente possibile conoscere Dio? A questo interrogativo si danno risposte differenti. Per alcuni Dio non esiste e di conseguenza è inutile tentare di conoscerLo. Per altri c’è un Dio che ha dato origine al creato, ma è troppo lontano, irraggiungibile dall’uomo. Altri ancora pensano che si possa conoscere Dio soltanto mediante studi approfonditi, che non sono alla portata di tutti. Sono tante le risposte date dall’uomo. Ma cosa dice la Bibbia? La Parola del Signore insegna che non si può conoscere Dio attraverso la propria intelligenza. Egli si rivela esclusivamente per mezzo di Gesù Cristo. Per conoscere Cristo è indispensabile rivolgersi alla Parola di Dio, la Bibbia, con totale fiducia in ciò che Essa dichiara e di completa sottomissione al suo messaggio. Le Sacre Scritture parlano di Gesù e attraverso di Lui, possiamo conoscere Dio. La conoscenza di Dio, implica, però, un radicale cambiamento del cuore, operato dallo Spirito Santo. Conosci il Signore o hai soltanto sentito parlare di Lui? ChiediGli di rivelarsi e attraverso la Sua Parola Lo farà.
Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese (Isaia 1:19)
UBBIDIRE A DIO
Dio odia il peccato, ma ama il peccatore. Proprio per questo desidera vivere in comunione con la Sua creatura. Questa verità è più volte espressa chiaramente nelle Scritture. Cosa occorre per stabilire una giusta relazione con Dio? Prima di tutto è necessario ravvedersi dei propri peccati. Il ravvedimento è indispensabile per vivere vicino al Signore e consiste nel riconoscere la propria condizione di peccato, nel provare un sincero dolore per averLo offeso con le proprie iniquità e nel decidere di abbandonarle chiedendo a Dio la forza necessaria per fare ciò che a Lui è gradito. In secondo luogo occorre confidare nella Sua grazia. In virtù dei propri meriti, nessuno può accostarsi a Dio ed avere comunione con Lui. Soltanto per la Sua grazia i peccati possono essere perdonati e si può sperimentare la gioia della riconciliazione. Infine, occorre percorrere il sentiero dell’ubbidienza alla Parola di Dio. Egli si compiace di cuori che si dispongono a mettere in pratica la Sua Parola, motivati dall’amore per Lui.
La parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata (Ebrei 4:2)
ASSIMILARE LA PAROLA
Nonostante il Signore avesse dato prova di fedeltà ed amore, intervenendo con la Sua potenza per sottrarre questo popolo alla dura schiavitù in Egitto, gli israeliti continuarono ostinatamente ad essere ribelli ed ingrati. Come mai? Non avevano assimilato la Parola nel loro cuore. L’avevano udita, ma non l’avevano accolta. Non avevano permesso ad Essa di penetrare nel loro cuore, di radicarsi in modo profondo nella loro anima. E tu, stai assimilando la Parola di Dio? Chi riceve la Parola sperimenta che essa illumina la mente ed il cuore, trasforma radicalmente, dà una nuova speranza e conduce lungo il sentiero del volere divino. Come è possibile assimilare la Scrittura? Occorre riceverla con fede autentica in modo che Essa generi il desiderio di conoscere sempre meglio la volontà di Dio, il proposito di ubbidire al Signore per piacerGli in ogni cosa ed un profondo rispetto per ciò che Egli dice. Non indurire il tuo cuore alla Parola, accoglila con fede ed essa ti rivelerà Dio e sarai da Lui trasformato.
Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro (2° Corinzi 5:15)
VIVI PER CHI È MORTO PER TE
Ogni persona vive per qualcuno o qualcosa. Quanti genitori vivono esclusivamente per i loro figli! Quante persone vivono per il proprio coniuge! Ci sono coloro che vivono per la loro attività lavorativa o per un ideale nel quale credono. Alcuni vivono per sé stessi, altri dedicano la loro esistenza alle persone emarginate. E tu per chi o che cosa vivi? La Scrittura insegna che nessuna delle persone o delle cose elencate dovrebbe mai diventare una ragione di vita. Infatti, il Signore si aspetta che ognuno viva esclusivamente per Lui. Ciò implica offrire sé stessi a Dio, essere pronti a spendere il fiore dei propri anni ed il meglio delle capacità, che Egli stesso ci ha donato per Lui. Vivere per il Signore implica la disponibilità a lasciare tutto ciò che Egli non approva, per ricercare sempre ed in ogni cosa la Sua gloria. Cristo non ha esitato a sacrificarsi, a dare Sé stesso per noi. Noi siamo disposti a vivere per Lui che è morto per noi?
Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re (Daniele 3:17)
DIO NON DELUDE
Tali parole, oltre a far risaltare la rassicurante fedeltà di Dio, descrivono alcune sue caratteristiche. Prima di tutto insegnano che Dio si fa conoscere. I tre ebrei deportati in Babilonia dichiararono: “Il nostro Dio”. Essi sapevano della Sua esistenza e lo conoscevano personalmente, perché Egli si era rivelato al loro cuore. In secondo luogo parlano della Sua Onnipotenza. Gli ebrei, minacciati dal re, affermarono che il loro Dio aveva il potere di salvare anche dalla fornace ardente, perché per Lui non c’è niente di troppo difficile. Nell’esprimere la propria determinazione a non chinarsi davanti alla statua i tre credenti espressero la certezza che il loro Dio era vivente ed operante, con le parole: “Ci libererà”, perché avevano già realizzato in passato le meraviglie di Dio verso di loro. Dalle parole di questi ebrei, infine è possibile apprendere che il Signore è l’unico Dio. Difatti questi uomini erano decisi a non chinarsi dinanzi alla statua eretta dal re, perché sapevano che soltanto il Signore è il vero Dio. Caro amico in chi hai riposto la tua fede? Credi nel vero Dio e non sarai mai deluso.
Il riscatto dell'anima sua è troppo alto (Salmo 49:8)
UN PREZZO TROPPO ALTO
Tante persone sono convinte che il denaro sia la risposta a tutti i loro problemi. Ma c’è una questione che tutti dobbiamo affrontare in cui il denaro non serve a niente: il destino eterno dell’anima. Gesù raccontò una parabola di un uomo che era diventato ricco onestamente con il lavoro e che si disse: “Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. La risposta di Dio fu: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:19, 20). Siamo schiavi del peccato e per essere veramente liberi qualcuno deve pagare il prezzo del nostro riscatto. La Bibbia spiega che nessuno potrà pagare, né per sé stesso, né per un altro il prezzo del riscatto. Siamo quindi senza speranza? No! Cristo Gesù diede Sé stesso qual prezzo di riscatto per tutti (cfr. I Timoteo 2:6). Mettiamo da parte ogni orgoglio ed ogni pretesa di acquistare o meritare la salvezza, e, chiedendo umilmente perdono dei nostri peccati, avvaliamoci del nostro riscatto già pagato da Cristo.
Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia (Atti 16:31)
UNA SOLA POSSIBILITÀ
Che cosa significa credere nel Signore Gesù? Immagina di essere ammalato e di chiamare un dottore. Dopo un esame approfondito, il dottore ti informa che hai contratto una malattia letale, ma la scienza medica ha scoperto la cura e quindi devi assumere un determinato farmaco. Se soltanto rimani a letto e rifiuti il rimedio, certamente morirai! Così è con la salvezza offerta da Dio. Puoi affermare di essere certo che la storia di Gesù sia vera, ma se tu non stendi la mano della fede per appropriartene sarai perduto per l’eternità. Devi ricevere personalmente il Signore Gesù Cristo. Lui è l’unico rimedio per i tuoi peccati. Dal momento che ascoltiamo il messaggio dell’Evangelo, la predicazione della Parola di Dio (la Bibbia) e siamo portati al Signore Gesù, dobbiamo chiederGli con tutto il cuore: “Ti accetto come mio personale Salvatore”! Perché non credere in Cristo oggi? Dio ha mandato Suo Figlio a morire per noi, nessun’altra persona lo avrebbe fatto. Abbi totale fiducia nella Sua potenza e nel Suo amore per te ed Egli ti salverà.
Altro...
Gesù non glielo permise, ma gli disse: "Va' a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te" (Marco 5:19)
COMINCIARE DALLA FAMIGLIA
Gesù rivolge queste parole ad un uomo che era stato per lungo tempo in una condizione di estrema sofferenza: egli era fuori di senno, costretto a vivere tra i sepolcri percotendosi ogni giorno con dei sassi, diventando motivo di spavento per tutti gli abitanti della zona e di afflizione per i suoi familiari. A causa di questa triste condizione era stato abbandonato da tutti e sembrava non avesse speranza alcuna di poter essere liberato. Gesù lo raggiunse, gli parlò e lo liberò restituendolo alla vita. Gesù poi indicò a quell’uomo e ai credenti di ogni tempo, la necessità di condividere la grazia che Dio ci ha donato con la famiglia prima che con chiunque altro. I credenti che onorano il Signore in ogni contesto nel quale si trovano, iniziando dalla propria famiglia, con una buona testimonianza cristiana e con l’esempio dovrebbero far nascere nei cuori dei loro familiari la passione per le cose di Dio in modo che altri possano essere attirati dal Signore Gesù, andare a Lui con fede e realizzare la Sua opera di grazia nella propria vita.
Il Signore è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? Il Signore è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura? (Salmo 27:1)
LIBERI DALLA PAURA
Lo scrittore del salmo dichiara di aver vinto la paura, in tutte le sue forme. Egli è sicuro, si sente al riparo perché è profondamente convinto che Dio ha cura di lui in ogni tempo. Egli ha scelto di vivere per il Signore, rinunciando a tutto quello che è contrario alla Sua volontà. Come è diverso questo credente da quanti, vivendo lontani da Dio, sono stati resi schiavi di tante paure! Il terrore della morte, della malattia, delle disgrazie, in una parola di tutto quello che può accadere nel futuro induce ai comportamenti più insensati. Nella nostra società occultismo, magia, spiritismo e superstizione sono stati preferiti, da molti, alla fede in Dio. La ricerca del soprannaturale, che dovrebbe portare a Dio, spinge ad andare nella direzione opposta, generando una condizione di schiavitù, di profondo sgomento. Per sfuggire ad un modo di esistere così errato, dobbiamo confidare con tutto il nostro cuore nella Parola di Dio e vedremo ogni paura e laccio sciogliersi come neve al sole.
Io sono la vera vite (Giovanni 15:1)
COMUNIONE CON DIO
Fra le numerose colture presenti nei racconti biblici spicca, fin dai tempi remoti della Genesi, quella della vite. L’espressione di Cristo in questo brano ci illustra quelli che devono essere i rapporti fra Gesù, qui raffigurato come la vite, ed i fedeli, raffigurati dai tralci. In un mondo pieno di contraffazioni, di simulazioni e di imitazioni, Gesù indica Sé stesso come “vera vite”; in altri termini Egli si presenta come genuino, puro, reale e vero. In Lui non v’è finzione alcuna, la Bibbia Lo presenta come il vero Dio (cfr. II Tessalonicesi 1:9). Possano queste semplici parole incoraggiare una vera riflessione sull’autenticità di Cristo, sulla Sua reale identità. Gesù desidera avere con te un personale incontro, il Suo desiderio è quello di fare di te “un tralcio innestato” a Lui che è vera vite. Soltanto così potrai portare frutto alla gloria di Dio. Caro lettore arrenditi a Gesù, offriti interamente a Lui, rimani attaccato alla Sua fedele Parola, servi Cristo con zelo e riceverai in risposta alle tue azioni di fede abbondanti benedizioni.
Io sono la luce del mondo (Giovanni 9:5)
LA LUCE DEL MONDO
Cristo fece tale dichiarazione ad un uomo cieco. La cecità nella Bibbia è figura della vita vissuta nelle tenebre del peccato, nel buio totale di questo mondo. Quando si incontra Cristo per la prima volta si è portati ad esclamare: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza che hai preparata dinanzi a tutti i popoli; luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo” (cfr. Luca 2:30-32). Ancora oggi la voce soave di Dio giunge a noi autorevole e sovrana: “Ma voi siete una generazione eletta, un reale sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla Sua meravigliosa luce” (I Pietro 2:9). Amici che leggete questa meditazione, il Signore sta per ritornare, Egli accoglierà tutti i Suoi figli nella gloria del cielo lì, infatti, “non ci sarà più notte; ed essi non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché li illuminerà il Signore Dio, ed essi regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22:5).