Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. (Galati 2:20)
TRASFUSIONE
Un bambino è appena nato eppure è già in pericolo di vita. In effetti, il sangue dei suoi genitori contiene degli elementi che non si accordano tra loro e se il bambino non è immediatamente curato, morirà! Grazie a questa tecnica che rimedierà a pompare sangue nuovo nelle vene del nascituro sostituendosi a quello ereditato, la sua vita è assicurata. La Bibbia afferma che siamo tutti peccatori e che il cuore dell’uomo è insanabilmente maligno. Niente e nessuno potranno cambiare questa realtà se non l’azione di Gesù Cristo in noi. Colui nel quale Egli dimora è salvato dalla morte, ma colui che rifiuta questa “trasfusione”, certamente morrà nel suo peccato. L’Apostolo Paolo esperimentò questo cambiamento... tanto da dire: «Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Questo è dunque il segreto della nostra serenità e della nostra forza interiore. Non è una religione, né una regola morale,è Cristo che vive in noi!
Avendo fiducia in questo: che Colui che ha cominciato in noi un’opera buona la condurrà a compimento fin al giorno di Cristo Gesù. (Filippesi 1:6)
TIMORE DI NON FARCELA
Questo verso della Parola di Dio, è veramente molto prezioso a riguardo di coloro che temono di cadere e di non mantenersi saldi nella grazia. “Si tratta di un’opera di Dio”. È, quindi, compito del pastore di custodire le pecore. Chi mai ha sentito dire che una pecora ha condotto il pastore all’ovile? Molti credono di doversi auto sorreggersi e sorreggere anche Cristo; è opera del pastore quella di cercare e curare quelli che si affidano a Lui. Egli ha promesso di farlo... Si racconta di un capitano di marina che in punto di morte disse: “Gloria a Dio, l’àncora è salda!”. Da questo comprendiamo che egli confidava in Cristo. La sua “àncora” era attaccata alla solida “roccia”. Un irlandese disse in una occasione, che “egli tremava ma la roccia no.” Noi abbiamo bisogno di poggiarci su Gesù, la roccia eterna. Nell’epistola a Timoteo è scritto, l’Apostolo S. Paolo lo dice: “Io so in chi ho creduto, e sono persuaso che Egli è potente da custodire il mio deposito fino a quel giorno, “IL GIORNO DI DIO”. (2 Timoteo 1:12).
Avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti (1° Timoteo 6:8)
SOLO UN PO’ DI PIÙ (II)
Anche noi cristiani, dopo aver detto grazie ricominciamo a desiderare e a sospirare. Nella sua parola, Iddio ci comanda di accontentarci delle cose necessarie per la nostra vita e di non attaccare i cuori, alle cose transitorie di questa terra. L’apostolo Paolo diede questa testimonianza: “Non lo dico perché io mi trovi nel bisogno; giacché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo (Filippesi 4:11). Hai anche tu un irresponsabile desiderio di “Solo un po’ di più”?, questo desiderio nasce prestissimo, anche i bambini ne sono dominati. Mio figlio aveva solo tre anni e ricordo che si era scelto un ghiacciolo alla fragola, dopo averlo mangiato con tanto gusto, elogiandolo ad ogni succhiata, mi disse: “Ma io lo volevo a limone”!, questo mi fece ridere, ma poi mi fece riflettere e considerando, tutti i desideri che mi si agitavano nel cuore, mi ricordai di come è scritto in Ebrei 13:5:”Non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.
Avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti (1° Timoteo 6:8)
SOLO UN PO’ DI PIÙ (I)
Come cristiani, noi, fra tutti gli altri, abbiamo tutti i motivi per essere contenti. Ma, temo che troppo spesso, nonostante tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto, non lo siamo proprio come gli altri, noi vorremmo sempre qualcosa di più. Lord Cougleton, un uomo di Dio, un giorno, udì la sua cuoca che diceva “Oh, se avessi solo cinque sterline, sarei veramente contenta!” egli andò dalla donna e dandole cinque sterline, disse che voleva farla contenta. La donna lo ringraziò, poi Cougleton uscì dalla cucina e si trattenne un po’ dietro la porta. La donna, pensando che il padrone si fosse allontanato, riprese a lamentarsi: “Ma perché, stupida come sono, non ho detto dieci o venti sterline?”. La natura umana sembra, soffrire del morbo “Volere di più” desiderio di ricchezza e di possesso. (Segue...)
I nostri fratelli ci hanno fatto struggere il cuore... (Deuteronomio 1:28)
SCORAGGIAMENTO = PERICOLO DI MORTE! (II)
Secondo la meditazione di ieri “sugli attrezzi venduti dal diavolo”... Ma un attrezzo era così caro che nessuno poteva comprarlo, era vecchio ed era stato molto usato. Quando si chiese al diavolo il nome di questo costosissimo strumento, egli rispose che si trattava dello «scoraggiamento», e che era il più valido di tutti perché,con esso, si poteva atterrare qualunque cristiano. Il diavolo, lo possiede ancora e a volte purtroppo anche i cristiani ne sono vittime. Ma quando tu sei da esso attaccato pensa a ciò che in Cristo hai trovato. Lo scoraggiamento, è la distrazione degli occhi, dalle meraviglie di Dio e dalle sue promesse per noi. Il coraggio spirituale è invece vestirsi delle benedizioni di Dio, leggendo la Sua Parola (la Bibbia), considerando il suo grande amore che ci ha mostrato morendo sulla croce.Noteremo che ci alzeremo come aquile sfruttando anche i venti contrari.
…I nostri fratelli ci hanno fatto struggere il cuore, dicendo: quella gente é più grande e più alta di noi (Deuteronomio 1:28)
SCORAGGIAMENTO = PERICOLO DI MORTE! (I)
Scoraggiare una persona è peccato, ma lasciare che altri vengano scoraggiati per le tue parole è ancora più grave. Se tu non sai dire niente per incoraggiare il fratello, è meglio se taci. Mosè disse al popolo d’Israele: “Non temere e non ti spaventare” (Deut.1:21). Ma quando gli esploratori ritornarono da Canaan e riferirono che nella terra promessa c’erano grandi città e potenti giganti, il popolo si scoraggiò, si voltò indietro e morí nel deserto. Si racconta, che il diavolo, un giorno, volesse chiudere bottega e che perciò offriva tutti i suoi attrezzi al migliore offerente. Fu venduto un attrezzo dopo l’altro:la cattiveria, l’odio, il pettegolezzo, l’invidia, la gelosia, la sensualità, il piacere, l’inganno, l’insincerità, l’avarizia e tutti gli altri oggetti in suo possesso, ma ne rimase uno,il quale,perché troppo costoso, nessuno l’acquistò. Questo attrezzo si chiama: “Lo scoraggiamento”, e il diavolo lo usa ancora oggi come arma per far perdere la fede. (Segue)
Insegnami a fare la tua volontà , poiché tu sei il mio Dio (Salmo 143:10)
SCOPRIRE LA VOLONTÀ DI DIO
Cosa hanno in comune il pilota di un jet da combattimento, una pattinatrice su ghiaccio di classe internazionale, un capomastro e un pianista da concerto? La padronanza. La padronanza è quella che permette al pilota di sfrecciare nel cielo ad una velocità doppia di quella del suono. Eseguire una picchiata da togliere il fiato e fare mille acrobazie senza urtare il suolo. Padronanza è quella sicurezza che proviene da un continuo, incessante allenamento e permette alla pattinatrice di volteggiare vorticosamente, senza sforzo, sulla superficie del ghiaccio, tra gli applausi scroscianti degli spettatori. Padronanza è l’esperienza, la capacità e l’abilità tecnica di un capomastro, che costruisce una casa destinata a durare 100 e più anni. Padronanza è anche il risultato di ore e ore di esercizio che danno, ad un concertista di pianoforte. Come si può acquisire questo tipo di padronanza, l’abilità e la forza per rendere la propria vita come la si vuole? Una vera padronanza della vita spirituale e morale la potete avere quando conoscerete e adempirete la volontà del Signore. Dio vi ha dato ciò che è necessario per scoprire e seguire il suo piano nella vostra vita: la Sua Parola... questa sì che ci fa acquistare, famigliarità e vera padronanza!
Poiché la parola della croce é pazzia per quelli che periscono,ma per noi che siamo sulla via della salvezza é la potenza di Dio. (1° Corinzi 1:18)
LO SCANDALO DELLA CROCE
Nella sua missione di precursore del Messia, Giovanni Battista aveva annunciato al popolo la venuta di uno più potente di lui: Costui avrebbe realizzato sulla terra l’atteso giudizio di Dio. Giudizio di salvezza per coloro che l’avrebbero accettato come Messia, giudizio di condanna per tutti gli altri. Ma ora - ricordiamo che Giovanni si trova in prigione - nello squallore della sua cella, deve costatare che l’opera di Gesù non realizza l’idea che egli ha del Messia. Egli aveva parlato di un battesimo di fuoco e di un giudizio punitore: Gesù non è niente di tutto questo. Il tono dimesso, l’eccessiva precauzione di presentarsi al popolo, la tattica del segreto messianico... sono altrettanti colpi inferti all’attesa ansiosa di Giovanni. Tutto il comportamento di Gesù diventa per il Battista un enigma, quasi uno scandalo. La crisi di fede che sicuramente tormentò Giovanni nella sua prigione, era originata dal fatto che egli non faceva distinzione tra la prima venuta, nel dolore, del Messia, e la seconda, nella gioia, alla fine del mondo. La domanda di Giovanni è sempre attuale: sapere se Gesù è realmente il Messia, o se dobbiamo invece attendere un altro. Tutto dipende da quale Messia si cerca. È per te, Gesù Cristo, Messia, Salvatore e Signore?
Siate contenti delle cose che avete. (Ebrei 13:5)
SAPERSI ACCONTENTARE
Sapersi accontentare è una qualità interiore, indipendente dalle circostanze esterne. Uno dei più grandi esempi di gioia nel poco l’ho potuto constatare nella casa di una coppia. Costoro possedevano amore, pace, gioia e allegrezza perché erano contenti della loro condizione. Invece la maggior parte dei brontolii di malcontento li ho uditi da gente che aveva tutto ciò che il mondo può offrire. Il nostro modello di vita dipende dunque dal punto di vista, dal gusto e dai desideri che abbiamo. Perché una situazione dà gioia ad una persona mentre fa annoiare un’altra? Senz’altro, nessuno ha attraversato tante prove e tribolazioni come l’apostolo Paolo; pur tuttavia egli era sempre felice. Il segreto stava nel fatto che aveva imparato ad essere contento nello stato in cui si trovava. Tutto dipende dal proprio punto di vista.Se paragoniamo la nostra condizione attuale di credenti con quella in cui ci troveremmo senza la grazia di Dio, in noi verrà presto la gioia. Se potessimo vedere le prove presenti alla luce dell’eternità, asciugheremmo subito le nostre lacrime.
Io muterò il loro lutto in gioia (Geremia 31:13)
RISPETTOSO SILENZIO (II)
Grazie al Suo sacrificio, di Cristo, io posso chiamare Dio “Padre”. Lui adesso mi chiama “figlio/a” e io ho la certezza della vita eterna, perché ho creduto nella sua promessa. Tutte le sue promesse sono vere, perché Egli è l’immutabile. Anche quando io sono mancante, Lui rimane fedele nel suo amore. Di fronte ad un così grande Dio, come si può restare a bocca chiusa, come si può frenare un cuore pieno d’allegrezza, come si possono calmare le grida festanti di gente perdonata. Come si può dire ad un condannato, che ha ricevuto grazia,di non esagerare con il ringraziamento? I vangeli raccontano l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, leggilo e rifletti sulle parole “Se essi tacessero le pietre griderebbero”. “Chi trattiene la lode deruba Dio”. Questa gran verità la mia amica non l’ha ancora compresa.
Altro...
L’Eterno regna; gioisca la terra(Salmo 97:1); Io muterò il loro lutto in gioia (Geremia 31:13)
RISPETTOSO SILENZIO (I)
Non posso venire alla riunione con te, mi disse una sera un’amica. C’è troppo rumore, troppi battiti di mani, siete troppo euforici. Io ho bisogno di silenzio, di concentrarmi in me stessa, altrimenti non riesco a ricordarmi le preghiere che ho imparato a memoria da bambina. Tutta questa vostra festa, non la condivido, per me è importante fare un rispettoso silenzio. Non le risposi nulla perché tante volte avevamo parlato di quest’argomento, se nulla era cambiato in lei, perché forzarla a ridere se voleva solo piangere? E tu caro lettore come pensi che bisogna andare alla presenza del Signore? Io mi sono rallegrato quando m’hanno detto “andiamo alla casa dell’eterno” (Salmo 122:1), questo fu quello che disse il salmista. Tutta questa gioia, tutta questa allegrezza, tutta questa fiducia che abbiamo e dimostriamo, durante i nostri incontri, viene dal fatto, che Gesù, ha perdonato tutti i nostri peccati e ci ha riconciliati con Dio. (segue)
L’opera mia é per il Re (Salmo 45:1)
RIPARARE SCARPE PER DIO (II)
Un giorno il ragazzo l’avvicinò e disse: “ho notato che lei inchioda la suola alla scarpa quand’è ancora bagnata, senza averla prima battuta. Queste suole sono poi ugualmente resistenti?”. Con una scrollata di spalle il calzolaio rispose: “no, ma in questo modo le scarpe ritornano indietro più presto ragazzo mio!”. Il giovane andò di corsa dal suo maestro, e cercò di fargli capire, quanto tempo avrebbero potuto risparmiare se avessero imitato il loro vicino. Il maestro che era un cristiano, prese la sua Bibbia e lesse al ragazzo Colossesi 3:23 e poi aggiunse, “figlio mio,io riparo scarpe non solo per il denaro, ma per la gloria di Dio. Se un giorno dovessi mostrare il mio lavoro al Tribunale di Cristo vorrei sentirmi dire: “bene hai fatto mio buono e fedele servitore”. Questa fu una lezione pratica che il giovane Ironside non dimenticò mai.
Qualunque cosa facciate operate di buon animo come per il Signore e non per gli uomini (Colossesi 3:23)
RIPARARE SCARPE PER DIO (I)
Qualunque compito faccia un Cristiano, lo dovrebbe svolgere con tutta diligenza e coscienza. Il signor Ironside poté apprendere questa verità quand’era ancora ragazzo e lavorava presso un calzolaio. Egli aveva il compito di preparare il cuoio per le suole. Questo prima doveva essere tagliato su misura e poi messo a bagno nell’acqua. Poi doveva essere battuto col martello su di una superficie piana fino a che diventasse asciutto e duro. Non era un lavoro leggero, e il ragazzo, avrebbe volentieri evitato questo procedimento. Non lontano dalla bottega, in cui egli lavorava, c’era un altro calzolaio. Spesso, il ragazzo sbirciava dalla finestra, per osservare il suo lavoro. E si accorse che l’uomo toglieva la suola dall’acqua e subito l’inchiodava alla scarpa. Così facendo, risparmiava tempo, ma ingannava il suo prossimo.
Cercate l’Eterno mentre lo si può trovare (Isaia 55:6)
RICERCHE
Non dire sono ateo,dì piuttosto: non ho ancora trovato Dio, è più giusto e più reale, più logico e più da uomo positivo. Come tu sai..., per scoprire i microbi, gli atomi, etc; fu adottato e si adotta il metodo della ricerca. La ricerca, fino al giorno della scoperta, era fondata sulla supposizione o sul dire di qualcuno. Finalmente venne il giorno del ritrovamento. È logico che gli atomi ed i microbi preesistevano già. Ma solo per arrivare a quel risultato ci volle la ricerca, la costanza e la consultazione di documenti, di testimonianze che man mano erano riunite in opere scritte. Ci fu un lavoro e, la speranza e la costanza,infine,furono coronate dal successo. Tu, hai già adottato il principio della ricerca? Se sì, da quando ti sei messo d’impegno per cercare Dio? Se non l’hai ancora trovato non è giusto adoperare questo ripiego: Dio non c’è! Questo vuol dire schivare l’impegno della ricerca. Prendi per buona regola il seguente motto “chi cerca, trova!” Dove cercare? Nella Bibbia! Li dove Dio afferma “Io sono stato ricercato da quelli che prima non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che prima non mi cercavano” (Isaia 65:1).