Voi conoscete la carità del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s'è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi (2° Corinzi 8:9)
CONDIZIONI PRECISE
I credenti di Corinto conoscevano la grazia del Signore Gesù che, sebbene fosse ricco, si fece povero per loro. E noi? Vogliamo sperimentarla? Possiamo essere "imitatori di Cristo" se non ci sacrifichiamo per la salvezza del mondo? Sono i nostri Isacco, le cose e gli affetti a cui teniamo di più, che devono essere messi sull'altare, non il nostro superfluo o gli scarti. Quando il Signore eccelso abitò tra gli uomini, scelse la posizione più umile, come la più adatta per raggiungere il Suo scopo. Per arricchire noi, poveri falliti, annichilì Sé stesso. Facciamo bene a ricordare che Egli era la Sapienza di Dio e la Potenza di Dio, e quindi scelse necessariamente la via più saggia e la via più potente per mandare ad effetto il Suo piano. Molti nostri sforzi falliscono proprio perché cerchiamo di fare l'opera di Dio seguendo dei concetti umani. Non temere di impoverire o di svuotare la tua vita, privandoti di un insana abitudine o di mire egoistiche. Guardati da basse speculazioni umane, ma non distogliere gli occhi dall'eccelsa grazia celeste. Lasciati arricchire seguendo l'esempio di Cristo, apri con generosa fede il tuo cuore a Dio e traboccherai per la tua e l'altrui benedizione!
Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore (Luca 2:11)
GRANDEZZA E SEMPLICITÀ
Quando venne il Redentore, già da millenni l'uomo lottava invano per la causa della giustizia e un mondo migliore. Il mondo giaceva nel male, il trionfo del nemico sembrava completo. Come gioirono gli angeli quando Dio affidò il soccorso a uno che era Onnipotente! Egli si mosse per salvare: a Suo modo e tempo, per la Sua gloria. La visione angelica non fu accordata al re Erode, né al sommo sacerdote o al Sinedrio, ma a degli umili pastori, che vegliano di notte i loro greggi. L'Unigenito di Dio non venne in pieno giorno, facendo impallidire con la Sua gloria i nobili di questo mondo, mentre intimoriti gli davano il benvenuto con doni e onori. Gerusalemme, la città regale, non gli offre asilo! È nella piccola Betlemme, in una mangiatoia, perché non c'era posto nell'albergo per i Suoi genitori. Nella quiete notturna, senza alcuno sfarzo, il Re della gloria entrò inosservato in questo mondo devastato dal peccato. Allo stesso modo, Cristo sia intimamente ricevuto come Signore della tua vita, senza pompose cerimonie o formali professioni religiose. Sia oggi per te il giorno in cui ricevi con semplicità di fede il messaggio della redenzione celeste, il gran giorno della svolta eterna.
Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita (Apocalisse 22:14)
l'albero della vita
È una cosa straordinaria e meravigliosa vedere che l'ultima pagina dell'Apocalisse si ricongiunga con la prima pagina della Genesi. La storia dell'uomo cominciò con degli angeli dalle spade fiammeggianti che sbarravano la via all'albero della vita. Essa termina con la guardia angelica ritirata o, piuttosto, con i cherubini che rimettono nel fodero le loro spade. Questo è il modo biblico per affermare che tutto ciò che è in mezzo, il peccato, la sofferenza e la morte, è soltanto una parentesi. Lo scopo di Dio non verrà sovvertito. La Sua marcia trionfale attraverso la storia deve concludersi con l'accesso dell'uomo all'albero della vita, dal quale, per lunghi e tristi secoli, che tuttavia costituiscono soltanto un istante a confronto dell'eternità, era stato tenuto lontano proprio a causa del peccato. Tale beatitudine eterna, però, non è universale, ma per tutti quelli che hanno confessato i loro peccati a Cristo e ne sono stati purificati grazie al Sua sangue sparso sulla croce. A questi, che lo hanno ricevuto come loro personale Salvatore, Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio e gustare, quale frutto del perdono divino, la vita eterna.
Il Signore corregge quelli che egli ama, e corregge tutti coloro che riconosce come figli (Ebrei 12:6)
LA SCUOLA DELL'AMORE DI DIO
La prosperità terrena non è con certezza un segno di particolare amore da parte di Dio, né i dolori e gli affanni sono una dimostrazione inequivocabile di disapprovazione divina, anzi spesso è vero il contrario. L'amore di Dio brama sinceramente la nostra beatitudine eterna, non semplicemente la nostra consolazione immediata. Esso è volto a raggiungere tale obiettivo ed è abbastanza forte da sopportare ogni travisamento, da correggerci per mettere in sintonia il nostro spirito con una melodia più sublime. Poi viene a istruirci e noi entriamo come alunni nella scuola dell'amore di Dio. Lasciamo da parte le nostre nozioni teoriche, ma prepariamoci a qualsiasi lezione che in concreto ci provenga dall'afflizione e dal rimprovero. Rassicuriamo i nostri cuori della costanza dell'amore di Dio, al punto da confidare in Lui, malgrado la ferma correzione che sta esercitando nei nostri riguardi. Guardiamo avanti, a quel momento in cui ci verrà spiegato ogni singolo atto di disciplina della nostra vita, con una benigna saggezza che lascerà estasiata la nostra anima e costringerà il dolore ed i sospiri a fuggire via per sempre.
Ed ecco una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo (Genesi 28:12)
LA SCALA DEL CREDENTE
Immagina questa scala meravigliosa che scende dal trono di Dio fino al luogo in cui ti trovi, per quanto basso possa essere. Può essere una grotta sperduta, un'umile abitazione, la cabina di una nave, la capanna di un villaggio, un letto d'infermità, ma Gesù Cristo ti raggiunge proprio là dove ti trovi. Apprezza l'elevazione spirituale che Dio vuole concederti, senza dare errato valore a quelle cose che necessariamente dovrai lasciare nel baratro in cui il peccato ti aveva fatto sprofondare. Quella scala porta dal cielo un carico di benedizioni proprio per te. Che tu possa deporre i tuoi pesi, ogni preoccupazione o timore, affidandoti a Cristo nella preghiera. Che tu possa ricevere al tempo stesso nel tuo cuore il desiderio di avvicinarti ed inchinarti sempre più al seggio della Sua Maestà, verso il quale la scala ti fa risalire dal precipizio della ribellione. Lasciati condurre ogni giorno, per quella fede che stima e sceglie le ricchezze celesti in Cristo. Devi salire un gradino alla volta, ma senza arrestarti. Non avere paura di cadere nei passi di fede: sotto di te non c'è il vuoto, ma le braccia eterne del Signore!
Ella aveva una sorella chiamata Maria la quale, postasi a sedere ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola (Luca 10:39)
AI PIEDI DI GESù
Ai piedi di Gesù: questo è il luogo privilegiato per realizzare la benedizione; è qui che dobbiamo essere istruiti e formati in vista dei doveri che la vita e i legami umani ci impongono. Qui dobbiamo impossessarci di quella vera conoscenza che è la premessa di un cammino fruttuoso dinanzi a Dio. C'è una sapienza che viene dal tempo e dall'esperienza pratica, ma vi è una più alta guida che proviene soltanto dall'ascoltare la Parola di Dio con una umile disposizione di bisogno. Ai piedi del Maestro possiamo non soltanto imparare cosa fare, ma pure ricevere la forza spirituale per compiere tutto il nostro servizio. È qui che troviamo sollievo nelle prove e nelle difficoltà che la vita ci riserva. Ai piedi del Signore possiamo pregustare memorabili anticipazioni della beatitudine del cielo, poiché sedere ai piedi di Gesù equivale ad essere nei luoghi celesti. Lì possiamo contemplare la Sua gloria, ricordando che il nostro primo ed eterno impegno è quello di adorarlo ed esaltarlo. Se ti stai affannando ed inquietando a far bella figura con le tue capacità umane o stai crollando sotto il peso dei doveri casalinghi, torna ai piedi di Gesù e lascia che Egli ti rialzi.
Quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore (Galati 5:6)
LA VERA FEDE IN CRISTO
La fede in Cristo non è come un'uscita di sicurezza, che costruisci all'esterno della tua dimora in previsione di possibili pericoli e che rimane inutilizzata finché non si verifichi l'emergenza. Quando cercherai di far ricorso a questa via di fuga, puoi scoprire che la povera vecchia porta che avevi pensato di poter usare è arrugginita e completamente rovinata; la pioggia vi ha battuto sopra con insistenza e il sole ne ha piegato i cardini rendendola inutilizzabile. Tale è la condizione dell'uomo che si è dotato di principi religiosi in previsione del giorno in cui avrebbe potuto trovarsi in situazioni di pericolo, dicendo tra sé: "Sono al sicuro, poiché mi rifugerò lì in quei momenti difficili". Questi principi intanto restano estranei alla vita di questa persona, non indirizzano i suoi pensieri né guidano le sue scelte. La fede in Gesù non è vaga teoria, né il mezzo per soddisfare tutte le nostre voglie o l'amuleto per allontanare le paure più remote, ma è la volontà di Dio esercitata e vissuta, come la casa in cui viviamo. La vera fede in Cristo dà valore quotidiano alle nostre vite, conduce ad amare Dio e il prossimo e mantiene i cuori aperti alla certezza della gloria eterna.
Il Figliolo dell'uomo non è venuto per esser servito ma per servire, e per dar la vita sua come prezzo di riscatto per molti (Matteo 20:28)
ARRENDERSI A CRISTO
Dobbiamo arrenderci a Cristo, affinché il grande scopo della Sua venuta in questo mondo possa riempire e permeare tutta la nostra vita. Il Suo esempio mostra che dobbiamo vivere con l'obiettivo di essere di benedizione per gli altri. È questa la Sua volontà, il Suo scopo per noi. È questo che la Sua potenza attende di fare in nostro favore. È questa, ancora, la richiesta che ci rivolge il Suo grande amore. Non borbottare un misero assenso di fronte a questa verità. Non pensare a essa e non pregare per essa senza la minima convinzione di essere esaudito. Non sprecare tempo in veementi decisioni in vista di un impegno a essere buono e utile. Inginocchiati alla vista di Cristo crocifisso e ricorda a te stesso il Suo grande scopo e il profondo amore che dimostrò per gli uomini immeritevoli. Lascia che il tuo essere avverta tutta la forza dell'appello che viene da quelle mani forate, da quei piedi sanguinanti, dal terribile vituperio e dall'agonia del nostro caro Signore. Una volta vinto e costretto da tutto questo, arrenditi a Lui in vista del Suo grande scopo. Prendi Gesù come tuo modello nell'accingerti a questa vita di servizio alla gloria di Dio.
Poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente (1° Pietro 1:23)
LA PAROLA DI DIO
La Parola di Dio permane in eterno. I Giudei l'hanno odiata, ma essa ha continuato a vivere, mentre la cortina del tempio, che la presenza di Dio aveva abbandonato, è stata strappata e Gerusalemme stessa è stata distrutta. I Greci l'hanno derisa, ma la Parola ispirata è sopravvissuta ai preconcetti della loro filosofia in decadenza ed alle Acropoli in rovina. I Romani l'hanno messa sul rogo, ma la Scrittura ne è uscita indenne e si è adempiuta affrettando la fine del loro impero mondiale. La Parola di Dio è ancora vivente e potente, anche se da tanti non viene aperta, letta e ascoltata. Essa ha continuato a parlare ai cuori e a risvegliare le anime. Sta parlando ancora a te in questo preciso momento! Forse, nella tua incredulità hai cercato di sbarazzartene, gettandotela alle spalle con sarcasmo, ma ora hai disperato bisogno di sentire una parola di conforto, una voce autorevole che vivifichi il tuo cuore ferito e morente. La tua ostinazione non ha annientato la pazienza del Signore, la Sua volontà di rivelarsi al peccatore ottenebrato. Apri oggi stesso la Bibbia, apri senza riserve e pregiudizi il tuo cuore, e Dio ti parlerà di quello che Cristo ha fatto per te!
Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti (Luca 5:5)
IL PERÒ DELLA FEDE
Oh, che espressione benedetta per ognuno di noi! Il mio sentiero è oscuro, ciò che mi attende mi lascia perplesso; però, alla tua parola, andrò avanti. La prova che sto attraversando è logorante e dolorosa da sopportare per un cuore affranto. In questa infermità è difficile sussurrare: "Sia fatta la tua volontà"; però, alla tua parola dirò: "Sì, o Padre". Questo mio vizio ricorrente, questa abitudine insana appare così difficile da crocifiggere. È diventato parte di me, separarmene sarebbe come tagliare la mano destra o cavare un occhio; però, alla tua parola, metterò da parte ogni indugio e remora. Spezzerò completamente questo idolo ed ogni legame che mi rende ribelle. È difficile non far affidamento sulla mia giustizia; è innaturale credere che tutte le mie virtù, qualità e capacità naturali non mi facciano meritare in qualche modo la salvezza e la stima divina; però, alla tua parola, reputerò ogni cosa un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù. Rispondi oggi così al Signore, con la semplice fede di un cuore arreso, che non obietta ma lascia a Lui l'ultima decisiva parola e avrai la vittoria proprio in quelle cose dove eri stato sconfitto e deluso.
Altro...
Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo (Giovanni 8:9)
SOLI CON GESÙ
Soli con Gesù! Che posto beato e santo! Che benedetto rifugio in cui l'anima può ripararsi dalle seduzioni del nemico, dalle accuse del mondo e dalle afflizioni della vita! Dolce luogo in cui il cuore può sussurrare le proprie vicissitudini all'orecchio di Dio, può aprirsi al Suo infinito amore, attingere alle Sue inesauribili compassioni! Soli con Gesù! Quale gloriosa e confortante compagnia! Se il popolo di Dio vi dimorasse con costanza, la testimonianza della vita cristiana avrebbe un altro spessore! L'umiltà, la gentilezza e l'amore caratterizzerebbero ogni azione condotta da un credente! La santità della mente sarebbe impressa sulla fronte, in modo che tutti potrebbero leggerla! La purezza dello sguardo sarebbe espressa dagli occhi e tutti ne potrebbero beneficiare. Come si giudicherebbero meno gli altri, e più sé stessi! Soli con Gesù! Quale pace ci governerebbe, quale accettazione e gioiosa sottomissione alle vie di Dio! Forse sai fin troppo cosa significhi stare da solo, ma non hai mai gustato la consolazione divina. Cerca di trovare il giusto tempo, ogni giorno, per stare da "solo con Gesù" e non ti sentirai più solo.
E noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto (1° Giovanni 4:16)
L'AMORE CHE DIO HA PER NOI
Il segreto per camminare vicini al Padre celeste ed operare per Lui con entusiasmo sta nel realizzare che siamo i Suoi diletti. Nulla può scoraggiarci se consideriamo che Dio ha posto la Sua affezione su di noi, che ci guarda dal cielo con tenero interesse, che agevola con premura e compiacimento il Suo piano per la nostra vita, che ci segue giorno per giorno con la cura di un genitore per il suo bambino ai primi passi. L'amore che Dio ha per noi rimane intatto malgrado i nostri difetti. Egli ci vuole veramente bene e porta a compimento il Suo piano benigno nonostante tutti i nostri limiti. Conoscendo e sperimentando tale amore, il nostro cuore non s'infiammerà di fiducia e devozione? La nostra fede si eleverà per incontrare le Sue grandi promesse e la nostra ubbidienza diverrà espressione di un affetto esuberante per un Signore così amorevole. Ecco qual è il segreto dei credenti: realizzare la grandezza dell'amore che Dio ha mostrato con il sacrificio di Cristo, per poi riconoscere che tutto quanto Lui compie o permette nelle nostre vite continua ad essere una conseguenza dell'amore che Dio ha per noi! E tu non desideri conoscere il Suo amore per te?
Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo; ed io v'accoglierò (2° Corinzi 6:17)
OLIO E ACQUA
Con il pianeta a disposizione, Dio collocò Israele in una posizione del tutto particolare. A Nord, era chiuso dalla catena montuosa del Libano. Un arido deserto formava il confine orientale. A Sud si estendeva una regione sterile, definita "solitudine piena d'urli e di desolazione". Ad occidente della Palestina c'era il mare, allora tutt'altro che trafficato, a causa di una costa priva di porti naturali e senza fiumi navigabili che potessero favorire il commercio. La posizione geografica non facilitava i rapporti con le altre nazioni. Le frontiere scelte dal Signore per il Suo antico popolo ci insegnano che siamo chiamati a realizzare la santità, non attraverso le privazioni, bensì esplorando e godendo quanto Egli ci ha donato. Possiamo sempre lasciare fuori le impurità e le contaminazioni di questo mondo, per entrare alla presenza di Dio ed essere accolti, perdonati nella condizione in cui ci troviamo. Non possiamo, invece, spostare i confini stabiliti nella Sua Parola. Dobbiamo restare un popolo separato, che pur vivendo nel mondo per raggiungere i peccatori con l'Evangelo, non vi appartiene, come l'olio che non si discioglie mai nell'acqua anche se viene mescolato.
Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a montar nella barca ed a precederlo sull'altra riva, mentr'egli licenzierebbe le turbe (Matteo 14:22)
OBIETTIVI DIVERSI
Gesù li obbligò ad andare! Quindi, c'erano le giuste premesse affinché quella missione fosse coronata da successo. Invece ci fu un completo fallimento, poiché si imbatterono in un temporale come mai visti in precedenza. A volte ci siamo sentiti chiamati a seguire le direttive divine, prendendo certe direzioni obbligate. La consapevolezza che il Signore stesso ci avesse avviati ha dato fiducia di raggiungere la meta nel migliore dei modi, ma il risultato pare essere stato un completo fallimento. La calma si è trasformata in tempesta, le onde hanno preso a sballottare e sommergere la barca e la nostra impresa è naufragata. Quel comando divino era stato soltanto un'illusione? No. Neppure la tua missione è stata un fiasco. Il Signore ti aveva realmente mandato, ma non per raggiungere un tuo scopo. Il punto è che Egli aveva in mente una meta, tu un altra. Il tuo obiettivo era realizzare la calma più completa, il Suo era quello di farti attraversare la tempesta. Il tuo traguardo era raggiungere il porto del riposo materiale, quello di Cristo era quello di insegnarti che si può trovare riposo persino in mare aperto. Riprendi a seguire i Suoi benevoli obiettivi ed avrai vittoria!