La sapienza dall’alto... è pacifica (Giacomo 3:17)
PREGA PER LA "SAPIENZA DALL'ALTO"
Sembra che alcune persone fioriscano nei conflitti: prendono di mira gli altri, litigano, sono sempre in disaccordo, in poche parole, degli attaccabrighe. Combattono per il gusto di farlo, non perché credano veramente in una determinata causa. Si gettano a capofitto e combattono battaglie che non li riguardano. Queste persone appaiono sicure, ma prendono decisioni avventate, così gli altri imparano ad ignorarli e a non prenderli sul serio. Hanno bisogno di “vincere sempre” per stare bene con sé stessi. Nelle relazioni con gli altri, serve "sapienza dall’alto”: quando avrai questa sapienza, non dovrai mettere tutti a tappeto per dimostrare la tua forza ed intelligenza. La vera autostima, compresa la fiducia nella propria capacità di prendere le giuste decisioni, viene da dentro. La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena dì misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia. Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace (Giacomo 3:17-18). Quando agisci secondo questi principi scritturali, saprai se una battaglia è degna o no della tua attenzione. Se mantieni fisso lo sguardo sul premio che Dio ti ha posto davanti, comprenderai che alcune cose semplicemente non meritano né la tua attenzione nè il tuo tempo. Di conseguenza prenderai decisioni migliori per la tua vita e per le tue relazioni.
L’esito della battaglia dipende dal Signore... Egli vi darà nelle nostre mani (1° Samuele 17:47)
QUANTO È GRANDE IL TUO DIO?
Il modo in cui affronti la vita dipende da quanto credi che sia grande Dio. Se Lo credi troppo piccolo: 1. Vivrai costantemente in ansia pensando che tutto dipenda da te. 2. Il tuo atteggiamento e la tua visione saranno dettate dalle circostanze o, peggio ancora, dal giudizio di coloro che ti criticano. 3. Se non accetti un Dio amorevole, sarai, schiavo delle opinioni degli altri. 4. Vivrai nel desiderio spasmodico di riconoscimento perché non comprendi che “il Padre tuo che vede nel segreto [ti] darà la ricompensa" (Matteo 6:4). L’autore John Ortberg scrive che quando commettiamo l’errore di rimpicciolire Dio, “offriamo preghiere senza fede, lavoriamo senza passione, serviamo senza gioia e soffriamo senza speranza; il che genera paura, chiusura, perdita di visione e mancanza di perseveranza". Quando Goliath minacciava gli Israeliti, “essi rimasero sgomenti ed ebbero gran paura” (1 Samuele 17:11). Non giudicavano Dio grande abbastanza per quella circostanza. Tranne Davide! “Nessuno si perda d'animo... Il tuo servo... si batterà con quel Filisteo... Il Signore che liberò dal... leone e dall’orso, mi libererà” (1 Samuele 17: 32, 37). Puoi affrontare qualsiasi cosa quando sai quello che Davide sapeva: “La battaglia è del Signore” e finora non ne ha mai persa una! Non devi dunque dipendere dalle tue risorse. Davide poteva anche sentirsi piccolo, ma sapeva che Dio era grande abbastanza per quel compito. Ne sei convinto? John Newton, ministro di culto anglicano del XVIII secolo, disse: “Se Dio è con noi, non abbiamo alcun motivo per temere. Il Suo occhio è su di noi, il Suo braccio intorno a noi, il Suo orecchio attento alle nostre preghiere, la Sua grazia sufficiente e le Sue promesse immutabili”. Tutto dipende da quanto è grande il Tuo Dio!
Egli da grazia agli umili (1° Pietro 5:5)
VERA UMILTÀ
Ci sono due tipi di umiltà menzionati nelle Scritture: 1. La falsa umiltà. Paolo scrive: "Nessuno vi derubi a suo piacere dei vostro premio, con un pretesto di umiltà” (Colossesi 2:18). Che sia nel tuo modo di vestire o di parlare o di comportarti, qualsiasi cosa che attiri l’attenzione su di te togliendola a Cristo, dispiace a Dio. 2. La vera umiltà. Le persone veramente umili non si offendono facilmente né rispondono alle offese, ma porgono l’altra guancia. E tuttavia la loro umiltà non è codardia, perché la vera umiltà richiede coraggio. Essa fa sì che tu sia disposto ad occupare un posto più in basso di quello che meriteresti, a tacere i tuoi meriti e a sopportare mancanza di rispetto, insulti e false accuse per amore di uno scopo più alto. La vera umiltà non ti fa pensare a te stesso come ad inferiore, ma ti fa pensare meno a te stesso. Pietro affronta l’argomento con queste parole:” Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio ed Egli vi innalzerà a Suo tempo” (1 Pietro 5: 5-6). Si racconta di un giovane che prese parte ad una competizione per vedere chi fosse il più umile. Quando vinse gli fu dato un riconoscimento al merito: lui lo indossò e fu squalificato! Parlando seriamente, l’orgoglio ti esclude dal godere il favore di Dio. Ecco perché devi ricordare a te stesso costantemente: “Tutto quello che sono, lo devo a Dio; tutto quello che ho, viene da Dio. A Lui solo sia la gloria”.
Ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù (Efesini 2:6)
UNA PERSONA "IN ALTO"
Per diventare una persona che vive "in alto”, servono tre cose: 1. Allargare il concetto di Dio. Come? Leggendo la Sua Parola e imparando a conoscerLo meglio. Un insegnante di scuola domenicale chiese ad un ragazzino che cosa stesse disegnando. “Dio!”, rispose lui. E l’insegnante: “Ma nessuno sa com’è Dio!” Il ragazzo, sicuro, aggiunse: “Lo sapranno quando avrò finito!” Sii come questo ragazzo! Com’è il tuo Dio? Amorevole o severo? Distante o disponibile? Limitato o potente? L’idea che hai di Dio determinerà la tua fiducia in Lui, quindi impegnati a conoscerLo. 2. Riconoscere i limiti di satana. Il diavolo è il perdente più antico del mondo, un ex-dipendente del cielo, licenziato a causa della sua arroganza e destinato alla distruzione. L’unico potere che ha su di te, è il potere che tu stesso gli attribuisci, rimanendo “ignorante delle sue macchinazioni” (2 Corinzi 2 ;11). La Bibbia dice: “Sottomettetevi... a Dio, ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7). Tu hai potere su satana, usalo! 3. Vederci come Dio ci vede. Egli non ti vede come sei ora, ma come sarai. Se sei condizionato da esperienze passate e ti vedi privo di valore, inizia da ora a cambiare l’immagine che hai di te stesso e credi a ciò che Dio dice di te nella Sua Parola. Se hai la Sua opinione, che cos'altro conta? (Leggi Geremia 29:11, Isaia 43:1-3; Efesini 2:6). Lavorando ogni giorno su queste cose, diventerai una persona che vive “in alto” in un mondo decaduto.
Ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete (Giovanni 4:14)
CONDIVIDILA CON LORO
Un giorno i farisei chiesero a Gesù:” Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori? (Luca 5:30). Quale disprezzo da coloro che, per primi, avrebbero dovuto mostrare amore e compassione! Gesù amava le persone; guarda come trattò la donna al pozzo. Per prima cosa, Egli infranse le regole. I Giudei non avevano relazioni con i Gentili e certamente non con persone come quella donna (aveva divorziato cinque volte). Gesù camminò chilometri per incontrarla; entrò nel suo mondo per portarla nel Suo. Egli la avvicinò non per approfittarsi di lei o per diventare come lei, ma per raggiungerla, redimerla e ristorarla. Ecco perché Gesù è chiamato “amico dei... peccatori” (Matteo 11:19). Le persone possono dire lo stesso di te? Seconda cosa, Egli ruppe il ghiaccio. Le parlò di ciò che la interessava: l’acqua. Devi partire da dove si trovano le persone, non da dove pensi che dovrebbero essere. Usa parole che capiscono. Supera la paura del rifiuto! Potresti perdere la faccia se dicessero di no, ma pensa a quello che perderebbero se nessuno desse loro la possibilità di dire sì all’evangelo. Terzo, Egli fece un annuncio. Gesù le offrì acqua viva al posto di una religione morta. Come puoi dire di amare qualcuno se non gli offri la cosa più preziosa che tu abbia mai trovato: la salvezza? Tutti quelli che incontri sono intrappolati nel passato, in ansia per il futuro o hanno bisogno di un amico vero. Dopo aver scoperto dietro a quale porta sono, attraversala con amore e sensibilità. Essi hanno sete di “acqua viva”. Condividila con loro!
Dio mi cinge di forza e rende la mia via retta (Salmo 18:32)
DETERMINAZIONE E L'AIUTO DEL SIGNORE VINCERÀ
Nella sua autobiografia, la cantante Dolly Parton racconta: "La mia scuola superiore era piccola, così durante la cerimonia di diploma ognuno di noi ebbe la possibilità di alzarsi ed annunciare i propri progetti per il futuro, “lo andrò all’università”, disse un ragazzo; “lo mi sposerò e andrò a vivere a Maryville”, proseguì una ragazza. Quando venne il mio turno, io dissi: “Andrò a Nashville e diventerò una star”. Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Io rimasi scioccata. Tuttavia, in qualche modo, quella risata infuse in me una determinazione maggiore a realizzare il mio sogno. Sarei potuta soccombere sotto il peso delle difficoltà che sarebbero sopraggiunte, se non fosse stato per la risposta della folla quel giorno. A volte è buffo il modo in cui troviamo ispirazione”. Ogni eroe nella Scrittura, senza eccezioni, superò ostacoli e opposizione. Davide scrive: “Essi mi erano piombati addosso nel dì della mia calamità, ma il Signore fu il mio sostegno. Egli mi trasse fuori al largo, mi liberò, perché mi gradisce. Con Te io assalgo tutta una schiera, con il mio Dio salgo sulle mura. La via di Dio è perfetta; la parola del Signore è purificata con il fuoco; Egli è lo scudo di tutti quelli che confidano in Lui: è Dio che mi cinge di forza e rende la mia via retta. Egli rende i miei piedi simili a quelli delle cerve, mi rende saldo sulle mie alture. Tu m’hai cinto di forza per la guerra, Tu hai fatto piegare sotto di me i miei avversari”. (vv. 18-19, 29-30, 32-33, 39).
Manoà supplicò il Signore e disse... insegnaci quello che dobbiamo fare per il bambino ché nascerà (Giudici 13:8)
LA PREGHIERA DI UN PADRE
Questa preghiera fu scritta dal generale Douglas MacArthur, un eroe della II Guerra Mondiale, per conto di suo figlio che amava teneramente. Se sei un genitore potresti volerla tenere a portata di mano e pronunciarla spesso: “Signore, fa che mio figlio cresca abbastanza forte da sapere quando è debole, e abbastanza coraggioso da accettare di aver paura e prendersi per mano; che sia fiero e deciso in un’onesta sconfitta, e umile e gentile nella vittoria. Un figlio la cui spina dorsale non siano i propri desideri, ma il carattere e il coraggio; un figlio che Ti conosca... Guidalo, ti prego, non nel sentiero dell’agio e della comodità, ma sotto la spinta e l’impulso delle difficoltà e delle sfide. Lì, fa che impari a rimanere in piedi nella tempesta; lì, fa’ che impari la compassione per quelli che cedono. Concedimi un figlio dal cuore puro, i cui obiettivi siano alti. Un figlio che domini sé stesso prima di dominare gli altri; uno che impari a ridere, ma che tuttavia non dimentichi mai come piangere; uno che sia proteso verso il futuro senza dimenticare le lezioni del passato. E quando avrà ottenuto tutte queste cose, aggiungi, Ti prego, abbastanza senso dell’umorismo, così da essere sempre serio senza prendersi troppo sul serio. Donagli umiltà, per ricordare sempre la semplicità della grandezza, l’apertura della vera saggezza, la mitezza della vera forza. Allora io, suo padre, oserò sussurrare, “Non ho vissuto invano’’.
Non darmi ne povertà ne ricchezze, cibami del pane che mi è necessario (Proverbi 30:8)
PRIMA DI SOTTOSCRIVERE UN PRESTITO
Se ci pensi, puoi essere ricco in uno di questi due modi: considerando quanto hai, oppure quanto poco desideri avere. La recente crisi economica è stata causata dalla nostra incapacità di essere soddisfatti del necessario. In uno splendido passo di Proverbi, scritto dal misterioso Agur, troviamo questa preghiera: “lo ti ho chiesto due cose; non me le rifiutare, prima che io muoia; allontana da me vanità e parola bugiarda; non darmi né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, perché io, una volta sazio, non ti rinneghi e dica: «Chi è il SIGNORE?» oppure, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio” (vv 7-9). Avendo in mente queste parole, cerchiamo sempre di osservare alcune regole prima di chiedere un prestito. Il prestito è dannoso, da evitare: 1. Quando va al di là della tua possibilità di ripagarlo nei tempi previsti. 2. Quando ti impedisce di dare a Dio ciò che Gli spetta di diritto. 3. Quando l’onere del debito è tale da impedirti di risparmiare per il futuro. 4. Quando è destinato al lusso. 5. Quando metti a rischio gli altri per la firma di una cambiale (vedi Proverbi 6:1-6). 6. Quando metti il tuo matrimonio sotto pressione economica. L’esperto finanziario Larry Burkett afferma che i debiti sono il fattore scatenante per l'80% dei divorzi. Ciò non vuol dire che la ricchezza garantisca l’assenza di problemi famigliari; semplicemente, che mettere il denaro prima della famiglia farà di te null’altro che un fallimento benestante. Quindi prima di chiedere un prestito, prega e chiedi a Dio saggezza.
Cercando... anche “l'interesse”degli altri (Filippesi 2:4)
RAGIONA IN MODO DISINTERESSATO; DONA IN MODO ANONIMO
Scrive Paolo: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria; ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù” (Filippesi 2:3-5). Il primo passo per essere meno egoisti è smettere di pensare tanto a sé stessi e iniziare ad ingegnarsi per aiutare gli altri. Se vuoi assomigliare di più a Gesù ed essere meno egoista, comincia da queste due prese di posizione. 1. Vai deliberatamente là dove le persone hanno bisogno. È rischioso? Certamente. Rischi di venir respinto, frainteso e di commettere errori. Uscire dall’egoismo però richiede di porsi in atteggiamento di ascolto dei bisogni altrui, di mettersi nella posizione di poter fare qualcosa per loro. In parole semplici: fatti coinvolgere! 2. Dona in silenzio e restando anonimo. Gesù insegnò: “Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli... la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:1-4). È più semplice essere generosi se gli altri ti ammirano, piuttosto che quando nessuno vede. Ma chi dà per ottenere lode e riconoscimento, ha già in questo modo avuto la propria ricompensa (Matteo 6:2). Chi dona nell’anonimato ottiene benefici spirituali, mentali ed emotivi. Fai la prova. Il senso di appagamento che ne otterrai ti incoraggerà a farne uno stile di vita.
Verremo rapiti insieme... consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole (1° Tessalonicesi 4:17-18)
CI SARÀ UNA GRANDE RIUNIONE DI FAMIGLIA?
Nel film "Heaven is for Real” (Il paradiso per davvero), Colton Burpo era un bimbo di soli 4 anni quando fu operato di appendicite d'urgenza. Nei mesi successivi, cominciò a dire di aver visto il Paradiso. Colton descrisse nei particolari ciò fecero i suoi genitori durante l’intervento e raccontò delle persone incontrate nel Cielo, persone che non aveva mai visto sulla terra e di cui non aveva mai sentito parlare. Colton disse a sua madre: “È vero che aspettavi una bambina che è morta nella pancia?” I suoi genitori non avevano mai parlato con lui di questo. La mamma gli chiese: "Chi te lo ha detto?” E il bambino: “Lei! È tutto ok mamma, sta bene e Dio l’ha adottata”. [La madre disse: "Volevi forse dire che Gesù l’ha adottata?” E Colton: "No mamma, suo papà lo ha fatto!” La mamma alzò gli occhi al cielo e riprese: "Come si chiama la piccola?” Colton, quattro anni, rispose: “Non ha un nome; non glielo avevate dato...Ah, dimenticavo, non vede l’ora di rivedervi su nel Cielo”, aggiunse mentre usciva a giocare. In questo momento qualcuno sta dicendo la stessa cosa di te, aspettando con trepidazione il momento in cui la famiglia di Dio si radunerà insieme. Non dovremmo fare lo stesso anche noi? La Bibbia ci consola con questi versi "...verremo rapiti insieme... consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”.
Altro...
Chi è più grande, colui che è a tavola o colui che serve? (Luca 22:27)
SERVITO O SERVITORE?
Il mondo ammira la ricchezza, il potere, il talento e la notorietà. E spesso considera oneroso mettersi al servizio. Gesù aveva un metro di misura diverso quando chiese ai suoi discepoli: "Chi è più grande, colui che siede a tavola o colui che serve?” Diede poi lui stesso la risposta: “lo sono in mezzo a voi come colui che serve". Paolo disse che Gesù "svuotò sé stesso, prendendo la forma di servo” (Filippesi 2:7). Per essere un servitore, devi innanzitutto essere svuotato dall’egocentrismo e ciò esige morire a sé stessi. Siamo Cristiani e ci piace definirci dei servitori, ma come reagiamo quando ci trattano come tali? Nel Cenacolo, i discepoli cercarono i posti migliori; Gesù invece quello per servire! Mentre loro aspettavano di essere serviti, Gesù prese una bacinella d’acqua e lavò i loro piedi callosi e sporchi. Pensa come si saranno sentiti! Il mondo valuta la tua importanza dal numero di persone che ti servono; Dio guarda quante persone tu servi. Egli rende onore a chi serve generosamente, senza lamentarsi né cercare riconoscimenti. Richiede più carattere servire che essere serviti. La domanda è dunque questa: sei più spesso un "servito” o un “servitore”? Se ti accorgi di stare troppo seduto per essere servito, è tempo che tu chieda a Dio uno spirito altruista e un cuore da servitore. Inizia a cercare le occasioni di servizio, ovunque Dio ti conduca. Perché? Perché Gesù ha vissuto per servire e “il servo non è più grande del suo Signore” (Giovanni 15:20). Questa è la parola per te oggi!
Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto (Atti 27:25)
STAI PER SUPERARE LA TEMPESTA!
Andando a Roma, Paolo si imbatté in una tempesta devastante. La sua storia ci insegna tre lezioni preziose: 1. La tua disobbedienza può causare la tempesta. Poiché il capitano non volle ascoltare gli avvertimenti di Paolo, perse la nave con il suo carico e per poco non perse anche la sua vita. La tua disobbedienza può causare tempeste nella salute, nelle finanze, nella famiglia e nel lavoro, Dio non anticipa i Suoi comandamenti dicendo: "Se senti di fare questo, fallo". No! Egli parla seriamente e per il tuo bene, quindi fai attenzione! 2. Non sei solo nella tempesta. Dio è lì con te e si prende cura di te. Paolo disse: "Poiché un angelo del Dio al quale appartengo, e che lo servo, mi è apparso questa notte, dicendo: "Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te". Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto." (vv 23-25). Con Dio a bordo, non esiste tempesta, per quanto potente, che possa atterrarti. 3. Quando sei fermo nelle Sue promesse, hai la Sua autorità. Paolo poteva sembrare un prigioniero; in realtà aveva più potere del capitano. Anche se in catene, Paolo era l'uomo più libero della nave. Vedi, quando hai ascoltato chiaramente da parte di Dio, puoi affrontare ogni situazione perché la Sua Parola insegna: "Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà; ogni lingua che sorgerà in giudizio contro di te, tu la condannerai. Questa è l'eredità dei servi del SIGNORE, la giusta ricompensa che verrà loro da me", dice il SIGNORE" (Isaia 54:17). Dunque, la parola per te oggi è: fortificati nel Signore ed egli ti farà superare la tempesta!
Portate i pesi gli uni degli altri, e... adempirete così la legge di Cristo (Galati 6:2)
SII PORTATORE DI PESI!
Chiunque incontri nasconde qualcosa, e non perché sia ingannevole. Alcune ferite sono troppo personali per essere esposte. Quando ricevi una parola dura da tuo marito, il dolore può essere troppo profondo per riuscire a discuterne. Quando tuo marito ascolta parole acide da te, si sente a pezzi, ma non può darlo a vedere. Quindi entrambi andate a leccarvi le ferite e cercate di evitare commenti e domande di altri. È così che ti senti, in lotta con qualcosa di troppo difficile per parlarne? Se è così, ricorda che altre persone si trovano nella stessa situazione! Spesso la loro rabbia è sintomo del loro dolore, e il loro apparente distacco sta semplicemente velando la loro paura di aprirsi e magari essere respinti. Gesù vide la parte migliore delle persone, fece di tutto per essere amorevole con loro e prendere su di Sé ogni peso. Ricordi come ha trattato la donna colta in flagrante adulterio? (vedi Giovanni 8:1-11). Gesù la sollevò, perché in Lui ogni erbaccia è potenzialmente una rosa! Ricorda che gli altri stanno attraversando difficoltà di cui non sei consapevole. Stanno piangendo lacrime che non vedi, si sentono isolati in modi che non puoi immaginare. Quindi, invece di appesantire il loro carico, cerca di alleggerirlo. Proprio tu potresti essere l’unico rimedio che incroceranno nel loro cammino oggi. E quando li aiuti a sollevare il loro fardello, Dio solleverà il tuo. La Bibbia dice: ‘‘sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore” (Efesini 6:8). Oggi, chiedi a Dio di renderti un portatore di pesi.
Egli guarisce chi ha il cuore spezzato (Salmo 147:3)
I TUOI GIORNI MIGLIORI TI ATTENDONO
Se ti stai riprendendo dopo la fine di una relazione affettiva, non buttarti a capofitto in un’altra; solo la guarigione favorisce scelte positive. Guarire richiede tempo, ma non scoraggiarti: “Egli guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe”. Dai una possibilità al Signore, investiga la Sua Parola per capire come Lui ti vede e I suoi sentimenti per te: sarà il fondamento della tua autostima. Se Dio ti ama e ti accetta pur conoscendo perfettamente le tue imperfezioni, la lezione che devi trarne è questa: "Non essere così rigido con te stesso!” Puoi ancora amare ed essere amato, ma solo nella misura con cui ami te stesso! (Vedi Matteo 22:39). Assicurati che le prossime decisioni che prenderai siano salutari per te e non dettate dal bisogno o dalla paura della solitudine. E sappi che quando ti sottovaluti, attiri solo chi ti considera una nullità e chi vuole controllarti. Meriti di meglio, dunque aspettati il meglio. Inoltre, gli altri ti tratteranno come tu tratti te stesso. Lungo il processo di guarigione ti renderai conto di quanto negative e malsane siano state alcune tue scelte relazionali. Se qualcuno si allontana da te, “lascia fare”. A volte bisogna lasciare il poco perché Dio possa darti di più. Egli ha in serbo nuove amicizie, ma sta aspettando che il modo di vedere te stesso e la tua autostima siano in linea con la Sua Parola. Quindi affronta il cammino un passo alla volta, giorno per giorno. Sii gioioso, ti attendono i tuoi giorni migliori!