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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Nel giorno dell’avversità, rifletti! (Ecclesiaste 7:14)

DEL TEMPO PER RIFLETTERE (2)

L’era digitale ha dei grandi vantaggi: possiamo comunicare velocemente con e-mail, messaggi e tweets. Lo svantaggio è che spegne il desiderio di approfondire e di riflettere sulle cose. Per crescere serve una cottura lenta, non il forno a microonde. Scrive la Bibbia: “Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell’avversità rifletti. Dio ha fatto l’uno come l'altro”. Prendendo del tempo per riflettere, avrai molti benefici: 1. Sarai più sicuro di te nel decidere. Avrete di certo preso decisioni impulsive qualche volta, per poi dubitare della scelta fatta. Il pensiero riflessivo allontana quel dubbio e costruisce sicurezza per le decisioni successive. Una volta che si è ponderata una questione, non è necessario ripetere tutto il processo riflessivo quando la si affronta nuovamente. Gli indicatori di direzione restano impressi nella mente. 2. Riuscirai a chiarire il quadro generale. Il pensiero riflessivo ci incoraggia a tornare sui nostri passi per capire ciò che abbiamo fatto e che cosa abbiamo visto. Per evitare di ripetere sempre e di nuovo gli stessi errori è necessario esaminare il processo che ti aveva portato a compierli. È la riflessione a mostrarti il quadro generale. 3. Un’esperienza positiva diventa un’esperienza rilevante. Si dice che impariamo dall’esperienza. Non è del tutto corretto; si impara dall’esperienza che è stata valutata. Un’esperienza diventa rilevante e di valore quando ci ispira e ci prepara per il futuro. Ecco perché la preghiera quotidiana e la lettura della Bibbia sono così essenziali. Alla presenza dì Dio, capirai cose impossibili da comprendere in altro modo.

Ma il mio servo Caleb è stato animato da un altro spirito (Numeri 14:24)

LO SPIRITO DI CALEB

Se Caleb fosse un uomo dei nostri giorni, sarebbe probabilmente eletto “Uomo dell’Anno”, qualcuno che fa fatto il massimo per migliorare le circostanze. Qui la sua storia, dalle sue stesse parole: “lo avevo quarant'anni quando Mosè, servo del SIGNORE, mi mandò da Cades- Barnea a esplorare il paese e io gli feci la mia relazione con sincerità di cuore. I miei fratelli, che erano saliti con me, scoraggiarono il popolo, ma io seguii pienamente il SIGNORE, il mio Dio... E ora ecco, il SIGNORE mi ha conservato in vita, come aveva detto, durante i quarantacinque anni ormai trascorsi da quando il SIGNORE disse quella parola a Mosè, mentre Israele camminava nel deserto; e ora ecco che ho ottantacinque anni; oggi sono ancora robusto com’ero il giorno in cui Mosè mi mandò; le mie forze sono le stesse d’allora, tanto per combattere quanto per andare e venire”. (Giosuè 14:7-14), Possiamo imparare molto da un uomo come Caleb; la sua vita si può sintetizzare in quattro frasi. 1. Caleb aveva “uno spirito diverso” da quello degli altri. Era una persona positiva, ottimista. 2. Credeva che con l’aiuto di Dio qualsiasi gigante potesse essere vinto, anche quando gli altri dicevano il contrario. 3. Aveva una visione che né l’età né le circostanze avrebbero cambiato. Ed era disposto ad aspettare e lavorare per questa visione, anche se furono necessari 45 anni. 4. Nella vecchiaia rimase giovane di spirito e completamente impegnato per Dio. Quindi, chiedi a Dio di concederti lo spirito di Caleb.

[In essa] c’era del miele (Giudici 14:8)

DEL TEMPO PER RIFLETTERE (1)

Un giorno Sansone incontrò un leone e lo squartò. Dice la Bibbia: “Di lì a qualche tempo tornò... e uscì di strada per vedere la carcassa del leone. Ed ecco, nella carcassa... c’era... del miele” (vv 8-9). Questo episodio è una lezione per noi. Se ti fermi a riflettere, scoprirai “del miele” nelle tue esperienze; miele di cui cibarsi per crescere in forza e saggezza. Ogni volta che rifletti, riesci a vedere le cose nella giusta prospettiva; riesci a valorizzare aspetti della tua vita che non avevi notato in precedenza. Pochi hanno la visione chiara nell’ardore del momento; chi sopravvive ad esperienze traumatiche cerca il più possibile di evitare situazioni simili. E questo lascia sempre delle questioni irrisolte ed intricate. La riflessione permette di prendere le distanze dalle emozioni dirompenti legate ad una certa esperienza, per poterla così osservare con occhi nuovi. Di certo, questo è uno dei primi passi da fare per sbarazzarsi del bagaglio emozionale che ci appesantisce. Il Presidente degli Stati Uniti George Washington diceva: “Non dovremmo mai guardarci indietro, a meno che non ci sia qualche lezione da trarre da errori passati e per trarre profitto da esperienze pagate a caro prezzo”. Siamo stati tutti modellati dalle esperienze, buone o cattive, vissute nel corso degli anni. Ciò che rifiutiamo di affrontare, ci si ritorce contro spesso in modi dolorosi. Il nostro comportamento è dettato e condizionato dalle questioni irrisolte. Quando però le portiamo alla luce e chiediamo a Dio la grazia per guardale in faccia senza veli, esse perdono il potere negativo che hanno su di noi.

Egli abbassa l’uno e innalza l’altro (Salmo 75:7)

SMETTI DI LOTTARE A TUTTI I COSTI!

Se non trovi il senso e il valore di te stesso nella tua relazione con Dio, sarai tentato di trascorrere la vita nel tentativo di promuoverti. E ciò ti renderà insicuro, e anche pericoloso. Sai perché? Perché quando altri saranno portati più avanti di te, ne sarai risentito; potresti arrivare persino a sabotarli. Nel regno di Dio non si raggiunge il successo da soli; lo si riceve da Dio. “Egli abbassa l’uno e innalza l’altro”. Mentre i fratelli di Davide lottavano per diventare il prossimo re di Israele e ottenere il consenso del profeta Samuele, Davide curava le sue pecore e faceva il lavoro che Dio gli aveva affidato. Lascia che gli altri lottino e si confrontino! Resta fedele a ciò che Dio ti ha affidato e, quando sarà il momento giusto, Egli verrà a prenderti! Gesù disse: “Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:30). Osserva la parola “dolce". Quando provi a promuovere te stesso, dovrai sudare, sforzarti e lottare, ma quando ti affidi a Dio e fai le cose a modo Suo, tutto sarà “dolce”. Ciò non significa che non dovrai lavorare duro o sacrificarti per riuscire. Significa solo che non dovrai lottare a tutti i costi per ottenere o mantenere il successo. Perché? Perché quando Dio dice: “Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta...” (Apocalisse 3:8), Egli è l’unico che potrà chiuderla; e non lo farà, a meno che, come il re Saul, non ti ribellerai, manterrai il risentimento o rifiuterai di pentirti. Sapere con certezza che Dio ha tutto sotto controllo, toglie ogni tensione e sforzo dal servizio per Lui. Se ci pensi, è il solo modo di vivere.

Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata (Romani 5:20)

QUESTA È LA BUONA NOTIZIA

Bill Wilson e Bob Smith, cofondatori di “Alcolisti Anonimi”, andarono a trovare un avvocato, alcolizzato recidivo. Confinato a letto a causa del comportamento violento, l’uomo non aveva altra scelta se non ascoltare i loro racconti di guarigione. Ma appena iniziarono a parlare di una “Forza Superiore” l’avvocato scosse la testa e disse: “E’ troppo tardi per me. Credo ancora in Dio, ma so che Lui non crede più in me”. Com’è triste, ed errato! Sei preoccupato che Dio possa non accettarti per il tuo peccato? Non devi esserlo! Paolo afferma: "Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata”. E lui lo sa bene, perché prima della sua conversione sulla via di Damasco, era “Il Pubblico Peccatore Numero Uno” (1 Timoteo 1:15). In seguito, Dio lo usò per raggiungere il mondo col Vangelo (Atti 17:2). “La Grazia” era così centrale nel messaggio di Paolo che viene menzionata all’inizio di ogni sua Epistola. Questo perché aveva compreso che non serve presentarsi a Dio, che è Santo, affidandosi alle proprie forze e meriti; perché ogni volta che sbagliamo qualcosa, ci sentiamo un fallimento, non amati, senza valore, non accettati. Gli psicologi dicono che cerchiamo di conformarci all’immagine di noi che hanno le persone più importanti della nostra vita. Pensa dunque che cosa accadrebbe se tu iniziassi a vederti come Dio ti vede! La verità è che sei un Suo figlio redento e Dio ti vede attraverso il sangue di Gesù, che lava tutti i tuoi peccati (1 Giovanni 1:9). Non c’è nulla che tu possa fare per farti amare di più da Dio, e nulla che lo porterà ad amarti di meno! Questa è la buona notizia!

Gesù le disse: "Io sono la resurrezione e la vita" (Giovanni 11:25)

L'INCOMPARABILE RESURREZIONE DI GESÙ (2)

Perché la resurrezione di Gesù è unica, incomparabile? 1. Gesù è il solo che dopo la sua resurrezione non è più morto. Nella Scrittura, le altre persone resuscitate sono infine morte di nuovo. Gesù è la gloriosa eccezione. Dunque: “Egli diventa sacerdote in virtù della potenza di una vita indistruttibile” (Ebrei 7:16). Questa è la Sua testimonianza: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (Apocalisse 1:18). 2. Gesù è il solo ad essere asceso al Cielo per rappresentarci davanti a Dio. Gli altri sacerdoti morivano e il loro ministero aveva fine. Gesù invece è stato dichiarato “Sacerdote in eterno” (Ebrei 7:17). Non si riposa da qualche parte in Cielo in attesa della seconda venuta; Egli ci rappresenta davanti a Dio. “Cristo... è entrato... nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi” (Ebrei 9:24). Ciò significa che ogni accusa contro di noi cade: “Chi li condannerà? Gesù Cristo è colui che è morto e... è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani 8:34). 3. Gesù ha il potere di farci risorgere dopo la morte. Egli confortò i suoi discepoli con questa promessa meravigliosa: “Ancora un po’ e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivete” (Giovanni 14:19). Questa promessa vale anche per noi! “Il Signore stesso... scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore" (1 Tessalonicesi 4:16-17). Sarà un giorno glorioso!

Ero morto, ma ecco, sono vivo per i secoli dei secoli (Apocalisse 1:18)

L'INCOMPARABILE RESURREZIONE DI GESÙ (1)

Gesù resuscitò dalla morte, ma non è questo a renderLo unico. Nella Bibbia leggiamo di altri sette episodi di resurrezione; Gesù fu l’ottavo (il numero Biblico per un nuovo inizio). La Sua resurrezione fu unica per due aspetti sorprendenti; vediamoli insieme: 1. Fu l’unica resurrezione predetta prima che accadesse. Davide profetizzò di Gesù: "Tu non abbandonerai l’anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione" (Salmo 16:10). Ed Isaia preannuncio’ la Sua vita dopo la morte in croce: “Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato... prolungherà i suoi giorni” (Isaia 53:10). Gesù stesso predisse la Sua resurrezione dalla morte: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme... essere ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Matteo 16:21). 2. Solo Gesù resuscitò sé stesso! I suoi nemici ritenevano che fosse una vittima dei loro sforzi per annullarlo, insieme alla Sua missione. Ma si sbagliavano su tutti i fronti! Parlando della sua vita Gesù affermò: “Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:18). La grandezza dell’impero Romano e l’avversione dei capi del popolo non riuscirono ad eliminare Gesù né a rendere nulla la sua causa. Egli non aveva bisogno di aiuto; Egli è sempre stato al timone, nella morte e nella resurrezione. “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Giovanni 2:19). Ed è proprio ciò che fece! Egli vive per sempre!!

Gesù disse: “È compiuto!” e chinato il capo rese lo spirito (Giovanni 19:30)

LA VERITÀ DEL CALVARIO CI TRASFORMA (4)

Il Calvario è stato vittorioso! La croce può apparire una vittoria del male sul bene, del forte sul debole, ma solo per chi non comprende la missione di Cristo. In verità non ci fu mai coraggio maggiore o maggior forza. Quando gridò: “È finito” (alcune versioni traducono “È compiuto"), Gesù non intendeva: “Sono finito, la mia causa è sconfitta”. Lontano dall’essere stato sconfitto al Calvario, Egli trionfò sotto tre aspetti: 1. Vinse il suo desiderio, umanamente parlando, di evitare sofferenze indicibili: “Si gettò a faccia a terra, pregando e dicendo:Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” (Matteo 26:39). 2. Vinse le forze demoniache dell’oscurità: “Avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15). 3. Vinse la rigidità della legge contro i peccatori: “Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono” (Romani 10:4). Al Calvario l’amore trionfò sulla legge, liberando per sempre tutti noi, che mai avremmo potuto adempiere la legge di Dio. "È compiuto”, fu il grido di un vincitore, non di una vittima! Non sembrò così alla folla o ai discepoli spaventati. Lo capirono tre giorni più tardi, quando la tomba vuota provò la vittoria di Gesù sulla morte. Tutto si riduce a questo: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9).

Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono (1° Tessalonicesi 5:12)

INCORAGGIA IL TUO PASTORE

Se tu vuoi incoraggiare il tuo pastore: 1. Ferma le critiche. La maggior parte dei lavoratori è valutata una volta all’anno, in base ai risultati ottenuti; il pastore è valutato ogni settimana. Ricorda, se un particolare sermone non ti ha toccato, è probabile che qualcun altro avesse bisogno di ascoltarlo. 2. “Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio” (Ebrei 13:7), e prega per la loro crescita spirituale. Goethe disse: “Se tratti una persona per quello che è, rimarrà tale e quale. Ma se la tratti per come dovrebbe essere, diventerà come dovrebbe e potrebbe essere”. 3. Scrivigli un biglietto. Specialmente quando le parole o le azioni del pastore ti sono state preziose. L’incoraggiamento verbale è importante, ma uno scritto può essere riletto più volte. 4. Metti i tuoi talenti all’opera. Per esempio, se tu sei un esperto meccanico, occupati dell’auto del pastore. Se tu sei tecnologico, aiutalo col computer. Non dire: “Devi fare questo”, ma “Ti aiuterò a farlo". Chiedi dove le tue abilità servono e partecipa attivamente. 5. Evita i pettegolezzi. Giacomo scrive: “Se... non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana” (1:26). Ribatti a parole negative con commenti positivi e correggi la disinformazione con la verità. Se ogni tentativo fallisce, allontanati! 6. Reagisci a viso aperto. Nulla incoraggia maggiormente un pastore del vedere le persone stimolate dalle proprie prediche ed insegnamenti. 7. Non fare confronti. Anziché aspettarti che rispecchi i suoi predecessori, ringrazia Dio per lo stile personale del tuo pastore, quando ti istruisce nelle cose che necessiti.

Ne costituì dodici ... per mandarli a predicare (Marco 3:14)

COLLABORAZIONE

Una delle cause di insuccessi o di cose fatte male è la convinzione che tutto dipenda da noi. Gesù non pensava così. Egli arruolò, addestrò e diede responsabilità ad altri dodici, perché potessero condividere il peso e collaborare con Lui. Egli delegò il Suo lavoro, coinvolse altre persone. E noi, perché non lo facciamo? Perché pensiamo: "Se voglio un lavoro ben fatto, devo farlo io". È ammirevole, ma non sempre funziona perché le cose da fare sono troppe. Semplicemente, non abbiamo il tempo e il talento per fare tutto da soli. E veramente un'attitudine egoistica dire: "Nessuno, proprio nessuno riesce a farlo come lo so fare io". Non pensi che Gesù avrebbe potuto fare un lavoro migliore di quello dei Suoi discepoli? Ovviamente sì, ma pur sapendolo, li lasciò comunque lavorare. Perché? Perché dobbiamo accettare che le persone commettano degli errori per poter imparare, come fecero i discepoli. Non privare altri dell'occasione di imparare. Caro lettore, agisci in modo da poter collaborare con gli altri per il bene dell'Opera di Dio e occupa il ruolo che il Signore ti ha assegnato nella Sua Chiesa.

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