Dio... ora comanda agli uomini che tutti, per ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito. (Atti 17:30-31)
L'EVANGELO È PER I VIVENTI
Molti si aspettano che ci si occupi della loro anima dopo la loro morte. Alcuni addirittura, coscienti della fine prossima, lasciano delle direttive riguardo alla cerimonia religiosa nel corso della quale sarà opportuno parlare di Dio, della grazia divina, del perdono e del Paradiso. Di questa predicazione il defunto non potrà più approfittare; quanto a coloro che ascolteranno con un orecchio più o meno distratto perché dovrebbero ragionare in modo diverso da come ragionava lo scomparso? Dio sia lodato! Noi siamo ancora vivi, e l'aldilà non ci riguarda ancora. Vedremo più tardi, il più tardi possibile. Ma nessuno s'inganni: dopo la morte, sarà troppo tardi. Il più bello elogio funebre, le preghiere più ferventi pronunciate davanti ad un feretro, non possono cambiare nulla della sorte di colui che è morto. Desideriamo ricordare le dichiarazioni formali della parola di Dio: "Il Figliuol dell'uomo ha, sulla terra, autorità di rimettere i peccati" (Matteo 9:6). Consideriamo attentamente il brano di Luca 16:10-31. Questo passo conferma che dopo la morte tutto è definitivo, tanto per il credente quanto per l'incredulo. "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". Voi avete la parola di Dio, la Bibbia: ascoltatela.
Con che cosa verrò in presenza del Signore e mi inchinerò davanti al Dio eccelso? O uomo, che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente con il tuo Dio? (Michea 6:6,8)
PROTOCOLLO
Per avvicinarsi ai grandi di questo mondo, ci sono delle regole, un protocollo da osservare. Lo stato più democratico non tollera che colui che è investito del potere sia sottomesso all'arbitrio di tutti. A maggior ragione appartiene a Dio, e non all'uomo, dire come ci si può avvicinare a Lui. La Sua Parola non cessa di ergersi contro una vana religione, fatta di cerimonie, di riti, di osservanze. Nulla di tutto questo rende qualcuno atto alla presenza di Dio. "Che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò che è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?". Il profeta diceva questo agli Israeliti che "stancavano" l'Eterno con le loro cerimonie praticate senza che il cuore fosse toccato, aggiungendo così l'ipocrisia alla disubbidienza (Isaia 1). Dio guarda al cuore e ci interpella. Amiamo noi la misericordia? Facciamo sempre ciò che è giusto? Camminiamo umilmente col nostro Dio?Allora come avvicinarci? Cominciamo col riconoscere la nostra infedeltà e il nostro stato di peccato. Allora vedremo aprirsi una via "recente e vivente", inaugurata da Gesù, il Salvatore perfetto. E? per i soli Suoi meriti che l'accesso verso Dio ci è ora aperto. È anche per Lui che potremo vivere sulla terra in un modo che Gli sia gradito.
Gesù disse: ?Io sono la luce del mondo?. (Giovanni 8:12) Affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. (2 Corinzi 4:11)
DELLA GENTE ATTRAVERSO CUI BRILLA LA LUCE
Il piccolo Silvano aveva accompagnato per la prima volta sua mamma in una chiesa. L'organo, i canti, le vetrate, tutto era nuovo per lui. Non poteva staccare gli occhi dalle grandi finestre con tanti magnifici personaggi colorati. Nel suo entusiasmo, disse all'improvviso a mezza voce: "Mamma chi è quella gente sulle finestre?". La mamma, in imbarazzo perché non voleva disturbare, mormorò: "Sono dei cristiani, zitto, non parlare!" Qualche tempo dopo, a scuola, la maestra chiese: "Chi sa dirmi che cosa sono i cristiani?" Silvano alzò la mano "Maestra - disse - i cristiani sono della gente attraverso cui brilla la luce". La risposta di quel bambino, per ingenua che possa apparire, era molto bella. La luce del mondo è Gesù, che è venuto da presso a Dio, ha rivelato il suo amore e lo ha dimostrato col dono di se stesso. Egli desidera far risplendere le sue perfezioni morali, il suo amore nel cuore dei veri cristiani che credono in Lui ed anche attraverso loro. Credenti, badiamo bene a non far oscurare la luce che Dio ha posto in noi. Per prima cosa dobbiamo essere "trasparenti" col Signore Gesù, confessandogli ogni peccato commesso. Poi pensiamo al Suo amore per noi e per tutti, parliamo di Lui, annunciamo con la nostra vita e le nostre parole il messaggio dell'amore di Dio. Noi siamo "la luce del mondo" (Matteo 5:14). Nulla veli la diffusione di questa luce attorno a noi!
Gesù disse: ?Io sono la luce del mondo?. (Giovanni 8:12) Affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. (2 Corinzi 4:11)
DELLA GENTE ATTRAVERSO CUI BRILLA LA LUCE
Il piccolo Silvano aveva accompagnato per la prima volta sua mamma in una chiesa. L'organo, i canti, le vetrate, tutto era nuovo per lui. Non poteva staccare gli occhi dalle grandi finestre con tanti magnifici personaggi colorati. Nel suo entusiasmo, disse all'improvviso a mezza voce: "Mamma chi è quella gente sulle finestre?". La mamma, in imbarazzo perché non voleva disturbare, mormorò: "Sono dei cristiani, zitto, non parlare!" Qualche tempo dopo, a scuola, la maestra chiese: "Chi sa dirmi che cosa sono i cristiani?" Silvano alzò la mano "Maestra - disse - i cristiani sono della gente attraverso cui brilla la luce". La risposta di quel bambino, per ingenua che possa apparire, era molto bella. La luce del mondo è Gesù, che è venuto da presso a Dio, ha rivelato il suo amore e lo ha dimostrato col dono di se stesso. Egli desidera far risplendere le sue perfezioni morali, il suo amore nel cuore dei veri cristiani che credono in Lui ed anche attraverso loro. Credenti, badiamo bene a non far oscurare la luce che Dio ha posto in noi. Per prima cosa dobbiamo essere "trasparenti" col Signore Gesù, confessandogli ogni peccato commesso. Poi pensiamo al Suo amore per noi e per tutti, parliamo di Lui, annunciamo con la nostra vita e le nostre parole il messaggio dell'amore di Dio. Noi siamo "la luce del mondo" (Matteo 5:14). Nulla veli la diffusione di questa luce attorno a noi!
O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, voi che non avete denaro venite, comprate, mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! (Isaia 55:1)
GRATUITAMENTE
Nel mondo egoista e duro in cui viviamo, non esiste quasi nulla che si possa ottenere senza denaro. E, d'altra parte, non esiste neppure quasi nulla che non possiate acquisire con del denaro, ivi compreso la soddisfazione delle più basse concupiscenze. Tutto è tariffato. Anche la vita di un uomo è calcolata sul prontuario delle compagnie d'assicurazione. Ma esistono molti beni che restano fuori da ogni valutazione. Con del denaro potete procurarvi una casa, ma non una famiglia felice; un'assicurazione sulla vita, ma nulla contro il timore della morte; dei tranquillanti, ma non la pace interiore; il benessere, ma non la felicità; un avvocato, ma non un Salvatore; un posto al cimitero, ma non un posto nel cielo. Sono solo dei beni provvisori che si possono ottenere in cambio di mezzi di pagamento provvisori . "Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, le vostre ricchezze sono marcite", esclama l'apostolo Giacomo nella sua epistola. Ma se è vero che i veri valori, i soli che siano durevoli, non potete acquistarli, sapete però che potete riceverli gratuitamente? La salvezza dell'anima, il perdono dei peccati, la pace con Dio, la vita eterna, vi sono offerte senza alcun prezzo, che siate ricchi o poveri. Dio che possiede i cieli e la terra non ha alcun bisogno del vostro denaro. Vuole invece che riconosciate la vostra totale indigenza morale e che Gli dovete tutto.
Così è della mia parola uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senz'aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata. (Isaia 55:11)
UNA VOCE VENUTA DAL CIELO
L'evangelista Spurgeon, invitato a predicare al "Palazzo di cristallo" di Londra, volle assicurarsi che la sua voce fosse abbastanza forte per quella sala immensa. Decise di fare una prova e il giorno prima si recò con un amico che si sedette nell'ultima fila. Dall'alto della pedana, Spurgeon pronunciò ad alta voce questa citazione della Sacra Scrittura: "Certa è questa parola e degna di essere pienamente accettata che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori" ( 1 Timoteo 1:15). Ripeté lo stesso versetto, questa volta senza forzare la voce. L'amico gli fece segno che l'acustica era buona, così rientrò a casa rassicurato. Venticinque anni più tardi, un uomo molto ammalato chiese di essere visitato da un pastore. Venne chiamato Spurgeon. "È pronto ad affrontare la morte?" chiese l'evangelista. "Si, grazie a Dio" rispose il morente. "Mi racconti: come ha trovato la salvezza della sua anima?". "In un modo straordinario: ero tubista; circa venticinque anni fa, dovetti fare una riparazione sotto la cupola del Palazzo di cristallo. In quel tempo, vivevo senza Dio. All'improvviso, udii due volte una voce che sembrava venisse dal cielo: Certa è questa parola. Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Quelle parole raggiunsero la mia coscienza e il mio cuore con una forza tale che il giorno stesso mi volsi verso il Signore Gesù".
La notte seguente il Signore si presentò a Paolo, e gli disse: ?Fatti coraggio...? (Atti 23:11)
SOLITUDINE
Forse qualche volta apprezziamo la solitudine, per esempio la sera, dopo una giornata di contatti più o meno penosi. Ma come sopporteremmo questa solitudine se dovesse prolungarsi? E che dire della solitudine morale in cui si trovano molti nostri simili? E' duro, vero? Nell'ora della prova, non trovare nessuno con cui condividere la propria pena... Qualcuno ha sofferto quella solitudine perché noi non dovessimo conoscerla. Gesù ha condiviso la nostra condizione umana per poterci comprendere e portare i nostri pesi. Egli invita ognuno di noi: "Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati" (Matteo 11:28). Egli ha conosciuto che cosa significa essere soli. Solitudine fisica: "Il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo" (Luca 9:58). Solitudine morale, più penosa ancora; incompreso dagli uomini ai quali era venuto a manifestare l'amore di Dio, incompreso dai suoi discepoli. Solo davanti all'odio degli uomini nell'ora della croce. Solo davanti a Dio, nell'ora delle tenebre, quando l'Iddio giusto lo puniva a causa dei nostri peccati, quando grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" E ora, grazie alla Sua opera, può dire ai suoi: "Io non vi lascio orfani" (Giovanni 14:18) "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20). Promessa che ha sempre mantenuto e che manterrà fino alla fine per voi e per me.
L'Eterno è Dio e risplende su di noi. (Salmo 118:27) Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: ?Io sono la luce del mondo?. (Giovanni 8:12)
CIVILTÀ FRAGILE
Un black-out di elettricità paralizza una regione per molte ore: niente luce, niente riscaldamento, ascensori bloccati... Le conseguenze rischiano di essere gravi... I progressi della scienza e della tecnica ci hanno acquisito un benessere inimmaginabile dai nostri antenati. Ma, ecco che all'improvviso scopriamo la sua fragilità estrema, e quelli che riflettono si chiedono a ragione ciò che sarà domani. Senza dubbio ci sono delle persone tanto imprudenti che pretendono di predire l'avvenire e altre abbastanza credule da ascoltarli. Malgrado le continue disillusioni, la clientela degli astrologi, veggenti, maghi, cartomanti è sempre in aumento. Gli uomini hanno bisogno di luce e vanno a cercarla nei luoghi più tenebrosi. Tuttavia la Bibbia è presente, non per annunciarci tutto ciò che deve accadere domani, ma tutto ciò che dobbiamo sapere per comportarci in modo degno di Dio. Molte predizioni della Parola di Dio si sono già avverate. La venuta di Cristo era annunciata centinaia di anni prima della Sua nascita. Anche la Sua morte è stata descritta secoli in anticipo. E? la stessa cosa per la miracolosa conservazione del popolo giudeo, che deve ancora giocare un ruolo importantissimo nella storia del mondo. Ringraziamo Dio per averci rivelato i suoi piani ammirevoli nei quali dà libero corso alla sua immensa misericordia.
Gesù disse: ?Quei diciotto sui quali cadde la torre... pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti come loro?. (Luca 13:4-5)
PERCHÉ LA SOFFERENZA?
Viviamo in un mondo in cui regnano l'ingiustizia e la sofferenza. L'ineguaglianza di fronte alle disgrazie è un fatto per cui ci si rassegna o, al contrario, ci si indigna. La Bibbia ci insegna, anzitutto, che la causa prima di tutte le disgrazie dell'umanità si chiama peccato. E' a causa di questo che la sofferenza e la morte sono stati introdotti nel mondo. E' vero che molte calamità non hanno come causa diretta un peccato particolare, e raggiungono indistintamente dei responsabili come dei non responsabili, ma gli accidenti che colpiscono alcuni hanno valore d'avvertimento per tutti gli altri. Un certo dramma, una morte brutale, mi ricordano che domani può essere il mio turno e che devo essere pronto. Dio vuole che gli uomini riflettano seriamente, vuole indurli a porsi delle domande essenziali: Perché sono sulla terra? Che cosa c'è dopo la morte? Non dovrò un giorno rendere conto della mia vita? Sono proprio questi i veri problemi! La catastrofe suprema non è la morte, ma ciò che segue: il giudizio. Dio è sovrano, è saggio, sa perfettamente ciò che fa. Piuttosto che rivoltarvi davanti alle disgrazie altrui e accusare il Creatore, ricordatevi del Suo amore. Egli ha colpito il suo Figliuolo innocente al posto dei colpevoli quali noi siamo. Egli attende con pazienza che vi volgiate verso Lui per essere salvati. Non volete farlo ora?
Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo, perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? (Giacomo 2:5)
CHI SONO GLI INVITATI?
Una persona importante organizza una grande cena alla quale, adducendo delle banali scuse, gli invitati rifiutano di andare. Irritato manda il suo servitore a cercare, nelle strade e nei crocicchi della città, i poveri, gli storpi, i ciechi (Luca 14:21). Con questa parabola, Gesù illustra l' invito che ha fatto a tutti un giorno di entrare nel regno di Dio. Ma chi sono questi invitati, e Dio è dell'ultima ora? Essi sono quelli che portano un peso segreto e quelli che si sentono estranei fra gli altri, sovente in seguito a dispiaceri o naufragi, quelli che sono qualificati come "emarginati" o "relitti". E io, che cos'ero quando Dio mi ha trovato? Non ero forse in un certo modo relitto? Ma è proprio di questa società così emarginata, che noi facciamo tanta fatica ad accogliere, che il Maestro si prende cura. Saremmo noi più selettivi di Dio stesso, noi che abbiamo l'immensa felicità di conoscerlo? ?La strada più breve per andare verso colui che soffre passa per Cristo" ha scritto qualcuno. Ed è per questa strada che, in quanto credenti cristiani, noi possiamo tendere la mano a quelli che non hanno nulla, mostrando loro che Dio è il grande porto in cui vengono a rifugiarsi i relitti del mondo. Non dimentichiamo che, secondo l'Evangelo, Gesù riceve anche i poveri e i tartassati della vita, ai quali si è avvicinato quando è venuto a prendere l'ultimo posto sulla terra.
Altro...
Il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:6-8)
LA MORTE TRASFORMATA IN VITTORIA
Un credente era sul suo letto di morte ed un amico venne per avere sue notizie. ?Ebbene, sto per dirti qualcosa di magnifico!?, gli annunziò il malato, ?fra poco sarò con il Signore?. Era sera, e gli chiesero se bisognava accendere la luce. Ma lui giungendo le mani al petto, disse: "C'è abbastanza luce!? Poco dopo si addormentò nella pace del suo Signore. Quando l'evangelista Eargil, nel 1681, fu impiccato sulla piazza del mercato di Edimburgo per la sua fedeltà all'Evangelo, posando il piede sulla scala che lo conduceva alla forca esclamò: "Dio sa che salgo questa scala con meno timore di quando salivo sul pulpito per predicare." E quando fu in alto disse: "Questo è il più bel giorno della mia vita: sto per ricevere la corona e benedire il Signore. Vi chiedo di unirvi a me per ringraziarLo per avermi condotto qui ed avermi fatto trionfare su Satana, sul mondo e sul peccato; essi non potranno più colpirmi. Perdono tutti quelli che mi hanno fatto dei torti. Addio, amici miei! Mio Dio, ricevi il mio spirito!". Allora giunse le mani per pregare e, durante la preghiera, il boia fece precipitare il tavolato.
Anima mia, benedici il SIGNORE! SIGNORE, mio Dio, tu sei veramente grande; sei vestito di splendore e di maestà. Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze. (Salmo 104:1,24)
UN LIBRO IMMENSO
La creazione è come un immenso libro nel quale si legge Dio ad ogni pagina; è dove si impara a rispettare e ringraziare Colui che ha creato i mondi e li sostiene. Infatti, vi si impara a conoscere la Sua potenza e la Sua bontà; la Sua potenza creatrice e conservatrice, poiché la successione ordinata e regolare dei cicli della natura è un miracolo continuo, come pure la Sua bontà, perché l?uomo usufruisce senza interruzione dei benefici dal Creatore senza sognarsi nemmeno di ringraziarLo. Mi deve forse questi benefici? Si è forse impegnato di fronte a me di darmi l?aria che respiro, il sole che mi rischiara? Dio non ci deve nulla, e se fa qualcosa per noi, siamo noi che dobbiamo dirGli grazie. Nella creazione c?è dunque un linguaggio che ci parla del Creatore, in modo tale che esso rende inescusabili gli uomini che possiedono la verità pur vivendo nell?iniquità (Romani 1:18-20).
Com'è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio. (Ebrei 9:27) Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:23)
LA MORTE IMBELLETTATA
Nel Medio Evo, si dipingeva la morte come un falciatore scheletrico dal ghigno spaventoso. Oggi, la letteratura la presenta piuttosto sotto una luce gradevole. Non più sogghigni, anzi, è descritta come sollievo ed oblio. A chi bisogna credere? La Bibbia è presente per ricordarci ciò che Dio ha dichiarato all'uomo peccatore: "Per certo morrai" (Genesi 2 17). E dopo la morte c'è il giudizio. In altre parole la comparsa nella luce divina sarà come un proiettore puntato su tutte le nostre colpe, su tutto ciò che vorrei nascondere e dissipare per sempre nel nulla con me. I filosofi immaginano che ci sia la reincarnazione; ma la Bibbia afferma: "E' stabilito che gli uomini muoiano una volta sola", una sola. Altri pretendono che dopo non ci sia più nulla, e questo in effetti è un modo per fuggire la realtà. La musica moderna ammalia i giovani e presenta la morte come una liberazione; i suicidi di adolescenti dimostrano che la trappola del diavolo funziona bene. No, la morte non è l'annientamento. L'uomo ha un'anima che non può scomparire, è il soffio di Dio; per di più è responsabile. Bisognerà rendere conto. Che cosa avremo fatto della vita che Dio ci ha prestato? L'avremo vissuta per la soddisfazione dei nostri desideri egoistici o alla gloria di Dio accettando Gesù come nostro Salvatore e nostro Signore?
Affinché quelli che vivono non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. (2 Corinzi 5:15)
DUE MODI DI VIVERE
L'esistenza di ciascuno di noi si ripartisce fra obblighi e divertimenti, che variano secondo gli ambienti, le attitudini ed i gusti di ciascuno. In realtà, la Bibbia riconosce solo due modi di vivere. Il primo consiste nel vivere per se stessi, nel vivere la propria vita. In altre parole, nel considerare quest'ultima come un bene personale , un capitale che si intende spendere a proprio gradimento senza che questo riguardi nessuno. Facciamo il punto onestamente. Questa vita ci ha portato tutto ciò che ci aspettavamo da essa, ma, Dio ci invita, dopo aver creduto in Lui, a vivere per Gesù Cristo. La ricerca dell'autosoddisfazione è stata sostituita da un nuovo scopo: io vivo ormai per un Altro, qualcuno a cui appartengo, che amo e, come conseguenza, desidero fare la Sua volontà. Amandomi fino al punto di morire per salvarmi, Gesù s'è acquistato dei diritti sui miei affetti. Se la mia propria volontà, che mi portava al disastro, è sostituita dalla Sua, buona e saggia (non si tratta di una penosa servitù ma come di una gioiosa risposta del mio amore al Suo), sarà una vita ricca, una vita veramente felice. O Tu che a noi Signor Ti desti in sacrificio, ricolma il nostro cuor di zelo pel Tuo servizio, insieme col santo Tuo timor! Che sempre per la fé possiamo camminare e, per amor di Te, i santi tuoi amare come ci amasti, o Salvator!