La Legge della Tua bocca per me vale più di migliaia di monete d'oro e d'argento. (Salmo 119:72) Gioisco della Tua Parola, come chi trova un grande bottino. (Salmo 119:162)
SCOPRITE DEI TESORI
La gente ha sempre sognato di trovare un tesoro perduto. La possibilità di scoprire dei mucchi di monete d'oro ha condotto gli avventurieri a rastrellare il fondo del mare. Alcuni con successo come un certo Mel Fisher che ha passato 23 anni della sua vita a cercare dei tesori inghiottiti dal mare. Alla fine ha scoperto il relitto della "Nostra Signora di Atocha" un vascello spagnolo carico d'oro. "Se vi capiterà di vedere il fondo dell'oceano ricoperto di monete d'oro, ha detto, non lo dimenticherete mai". I suoi palombari hanno trovato dapprima una collana d'oro, poi delle monete d'oro e d'argento, e dei lingotti che valgono milioni di dollari. Oltre alla ricchezza, il valore archeologico di quell'oro avrà certamente dato a quell'uomo una grande soddisfazione personale. Ma vi sono dei tesori d'un valore molto maggiore, le verità della Bibbia, e sono a disposizione di tutti. L'autore del Salmo 119 ne parla lungo tutti i suoi 176 versetti. La Bibbia è preziosa perché spiega il modo per trovare il perdono dei propri peccati, la pace con Dio e il vero senso della vita. Nella parola di Dio noi impariamo a prepararci per la vita dopo la morte, mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. La Parola di Dio che è alla portata di tutti ha più valore di tutti i tesori sommersi. Ne avete scoperto le ricchezze infinite?
In questo s'è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il Suo unigenito Figlio nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato il suo Figliuolo per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. (1 Giovanni 4:9-10)
AMORE DIVINO
C'è un solo campo nel quale Dio non può bastare a se stesso: è quello del suo amore. Infatti il suo amore richiede, per renderli felici, altri esseri oltre a Lui. C?è tanto egoismo nel cuore di un uomo che l'amore di Dio, per lui, è un enigma ancora più incomprensibile della sua santità. Gesù non ha mai fatto nulla per se stesso e per questo motivo nessuno l'ha compreso. Per quanti possano essere gli aspetti simpatici che la natura umana può rivestire, la Bibbia non ci dice in nessuna sua parte che noi siamo degni di amore né che noi possiamo renderci tali. Invece, essa dichiara che agli occhi di Dio noi siamo odiosi e odiandoci gli uni gli altri (Tito 3:3). Odiosi e tuttavia bisognosi di essere amati, tale è la contraddizione della nostra natura. Questo problema Dio solo è riuscito a risolverlo. In che modo? Amando gli uomini per primo e amandoli così come sono. Se volete imparare che cos'è l'amore divino pensate alla croce, a Dio che dà il suo Figliuolo per la salvezza dei suoi nemici, di coloro che stanno sputandogli addosso e crocifiggendolo.
Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge. (Salmo 119:18)
APRI GLI OCCHI MIEI...
Ecco una preghiera che dovremmo sempre formulare con tutto il nostro cuore quando apriamo la parola di Dio. Alla "legge" e ai "profeti", che formano l'Antico Testamento, si sono aggiunti gli Evangeli e gl'insegnamenti del Nuovo, che moltiplicano ancora le meraviglie della Rivelazione divina. Ma queste meraviglie ci resterebbero sconosciute se Dio stesso non ci aprisse gli occhi. "Apri gli occhi miei". L'intelligenza umana può certamente vedere nella Bibbia un'opera importante. Ogni spirito sincero dovrà riconoscere il grande interesse dei libri storici, l'elevatezza di pensiero delle parti poetiche e morali, la bellezza sublime della storia di Gesù., la forza di ragionamento di un apostolo, Paolo. Ma fermarsi lì sarebbe senza gran profitto. Gli "occhi aperti" sono gli occhi della fede, ed essi scoprono delle meraviglie divine. La Bibbia non è soltanto un documento umano, uno specchio dell'umanità più espressivo di ogni altra opera letteraria, è l'espressione del " Dio che si rivela". Essa ce lo mostra all'opera in tutto ciò che ha fatto per la creazione e l'umanità. Essa ci comunica i Suoi pensieri riguardo all'uomo, creatura privilegiata che si è perduta e che Lui ha voluto salvare. Essa ci dice di Lui ciò che le cose create non riescono a farci conoscere, cioè la Sua santità, la Sua giustizia, ma anche la Sua grazia. Essa ci insegna che Egli è luce e che è amore.
E l'Onnipotente sarà il tuo oro, egli ti sarà come l'argento acquistato con fatica. (Giobbe 22:25) Nessun domestico può servire a due padroni: perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire a Dio e a Mammona (cioè alle ricchezze). (Luca 16:13)
L'ORO
L'oro, parola magica. Da ogni tempo il prezioso metallo, scelto per valutare le ricchezze, è stato il simbolo di quella fortuna materiale per la quale moltitudini di uomini lottano implacabilmente. Anche nella nostra epoca, in cui molte miniere continuano a gettarne grandi quantità sul mercato mondiale, esso conserva il suo prestigio. Invano dei moralisti, più o meno convinti, hanno condannato questa ricerca, enumerato i molteplici misfatti della sete dell'oro, i crimini che provoca. Essere più ricchi degli altri è sovente un movente, più o meno cosciente, che anima il cuore umano. E non soltanto per vivere meglio, perché quanti ricchi diventano dei miserabili schiavi della loro fortuna? Ma ci si riterrà e si sarà considerati superiori ai propri simili. Si sfugge a questo fascino soltanto se si possiede qualcosa di migliore, se si ha qualcos'altro di più prezioso dell'oro. I saggi di questo mondo trovano spesso nelle soddisfazioni familiari, nello studio, nell'arte, delle ragioni di vita che li distolgono dalla passione dell'oro. Queste sono, malgrado tutto, cose passeggere, anche le più rispettabili, anche le più sane. Avere come proprio " oro ", come fortuna della vita presente e di quella futura, l'Onnipotente stesso è il privilegio di ogni credente. Bisogna scegliere: Dio o le ricchezze. Dov'è il nostro tesoro?
Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi. (1 Giovanni 3:16) Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo. (1 Giovanni 4:19)
PERCHÉ NOI LO AMIAMO
Versione in prosa di una poesia spagnola del 16° secolo: ?Mio Dio, ciò che mi spinge ad amarti tanto, no, non è il cielo che mi hai promesso, per quanto sia tanto desiderabile; e non è neppure l'inferno, per quanto sia così temibile, che mi trattiene dall'offenderti. Sei Tu stesso, Signore; è il contemplare il Tuo corpo, straziato, inchiodato su una croce e gli oltraggi della folla che ti accasciano, e poi il vederti, alla fine, spirare. E' il Tuo amore, Gesù, che mi commuove all'estremo; al punto che Ti amerei anche se non ci fosse il paradiso, e anche se l'inferno fosse abolito, ti temerei ugualmente. Non c'è bisogno che Tu mi dia qualcosa perché io Ti ami; anche se tutte le mie speranze fossero annientate, l'amore che ho per Te rimarrebbe lo stesso?. Si, ciò che ci attira verso Dio è il Suo amore. Egli ha donato il Suo Figliuolo per noi, e Lui ha offerto Se stesso. Mediante questo sacrificio Dio salva gli uomini... che accettano di essere salvati. Voi, fate parte di costoro?
Ma Dio che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati) e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù. (Efesini 2:4-6)
IL FIGLIO RITROVATO (II)
Giunto nel più profondo della miseria, il figliuol prodigo "rientra in sé" si ricorda della casa paterna e progetta di ritornarvi per confessare la sua cattiva condotta. E' la stessa cosa per l'uomo perduto. Lo Spirito Santo fa penetrare nella sua anima la luce divina, gli ispira il pentimento e lo spinge a ritornare a Dio (Romani 2:4). Ecco dunque quel figlio che si mette in cammino, confuso e angosciato. Suo padre, che cosa dirà? Quale accoglienza riserverà a quell'essere che incute pietà e che si avvicina alla casa? Ma, da lontano, il padre ha visto arrivare colui che stava aspettando senza stancarsi ! Egli non attende che faccia gli ultimi passi né che termini la sua frase; gli corre incontro e, malgrado i suoi abiti sporchi e laceri, lo stringe forte fra le braccia; il figlio perduto è ritrovato! È l'amore che perdona senza retro pensieri, che riceve con tenerezza; è l'amore di Dio verso quelli che credono. Dio ci ama da ogni eternità. " Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Romani 5:8). Come il figlio pentito, riconosciamo il nostro stato di peccato; Dio ci accoglierà con gioia e ci rivestirà con " la veste più bella", cioè con tutte le perfezioni di Gesù stesso. Noi saremo per sempre i suoi figli diletti. (Giovanni 1:12; Giuda 1)
Non c'è nessun giusto, neppure uno. (Romani 3:10) Infatti non c'è distinzione; difatti, tutti hanno peccato, e sono privi della gloria di Dio. (Romani 3:22-23)
IL FIGLIO PERDUTO (I) (Luca 15:11-24)
Il più giovane dei figli della casa vuole liberarsi dall'autorità di suo padre. La tranquilla felicità del focolare non gli basta; se ne va in un paese lontano per vivere la sua vita. In poco tempo spende tutto e diventa guardiano dei porci, al servizio di un padrone senza cuore. Esiste forse un quadro più tragico e più vero dello stato dell'uomo peccatore? Ha voluto essere indipendente da Dio. Non è forse questo sempre uno dei tratti dominanti del suo carattere? Di tutto ciò che Dio gli ha donato: intelligenza, memoria, forza, salute... dice è mio! E lo spreca per le sue concupiscenze. Non sempre si tratta di piaceri colpevoli, ma anche di tutto ciò che accarezza la sua vanità e il suo orgoglio: il lusso, le arti, le distrazioni di ogni sorta (1 Giovanni 2:16). E con questo, è felice l'uomo? No! E' sempre alla ricerca di nuove soddisfazioni. In realtà, è lo schiavo di Satana e davanti a sé ha solo la perdizione eterna, lontano da Dio. Che sorte terribile! Il figliuol prodigo era perduto, morto agli occhi di suo padre; l'uomo peccatore è perduto, morto per Dio. E da questo stato non può uscire con i suoi sforzi. Anche noi abbiamo conosciuto l'afflizione nel nostro cammino, quando, fuggendo dalla grazia di Gesù, nel mondo, i nostri passi ci facevano errare sempre più lontano!
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)
UNA CREATURA DELUDENTE
I congressisti di un'associazione filantropica erano riuniti in un'immensa sala. Sul muro, un cartellone gigantesco riportava questa scritta: "L'uomo è il termine unico da cui bisogna partire e al quale occorre ricondurre tutto" (Diderot 1713-1784). "Che cos'è l'uomo?", interroga l'autore del Salmo 8:4. Per conoscerlo dobbiamo ascoltare Dio quando racconta la sua storia. Il primo uomo (Adamo): un disubbidiente; suo figlio (Caino): un omicida. Dio rende questa testimonianza:"Tutti i disegni dei pensieri del suo cuore non sono altro che male in ogni tempo" (Genesi 6:5). Nel corso dei secoli andrà migliorando? No! Molto tempo dopo, Dio dirà: "Il cuore è ingannevole più d'ogni altra cosa e insanabilmente maligno" (Geremia 17:9). Più tardi l'apostolo Paolo scriverà: "Noi eravamo per natura figliuoli d'ira", "uomini ribelli" (lett: "figli della disubbidienza" Efesini 2:1-3). Si potrebbe pensare a ragione che Dio si sarebbe distolto da una creatura così deludente. Non è così. Dio l'ama e vuole salvarla. Non l'ha salvata con un atto di potenza. Per salvarla e introdurla nella sua propria felicità, bisognava che i suoi peccati fossero espiati e la giustizia divina esigeva per questo un sacrificio; Cristo, il giusto, è morto per degli ingiusti ( 1 Pietro 3:18).
Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo. (Ecclesiaste 3:1) Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza! (2 Corinzi 6:2)
TEMPO FAVOREVOLE E TEMPO PERSO
Ogni giorno impieghiamo questa espressione: "Non ho tempo". Il tempo è una cosa di cui l'uomo non è padrone. Nessuno può né rallentarlo né accelerarlo! Ma si può perdere il proprio tempo; tale è il caso di colui che non approfitta del tempo che gli è dato per mettersi in regola con Dio. Ma verrà il giorno in cui bisognerà rendergli conto del nostro operato! Dio ha dato all'uomo del tempo per pentirsi ed accettare Gesù come proprio Salvatore; il solo mediatore mediante il quale egli possa essere riconciliato con Dio. La vita non è che un vapore che compare per un po' di tempo e poi sparisce; che breve durata rispetto all'eternità! Questa eternità può essere di felicità o di tormenti, a seconda che si accetti o si rifiuti di usufruire del beneficio della salvezza, mediante la fede in Cristo. Senza dubbio vi chiedete perché siamo tanto insistenti. Perché la Bibbia dice "Insisti a tempo e fuor di tempo" (2 Timoteo 4:2), perché il tempo della grazia di Dio sta terminando, e allora sarà troppo tardi, il "tempo accettevole" sarà stato perduto! Così, permetteteci di porvi la domanda. Il tempo passato a leggere queste righe che cosa sarà per voi? Tempo proficuo o tempo perso?
La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni, e cantici spirituali. (Colossesi 3:16)
ALL'ORGANO
Un giorno, l'organista di un villaggio della Germania, suonava un pezzo di Mendelssohn sull'organo della sua chiesa. In verità lo stava suonando molto male. Un visitatore scivolò senza rumore nella chiesa, si sedette su uno degli ultimi banchi, nell'ombra, e ascoltò. L'organista, terminato il pezzo, si preparava ad andarsene, quando lo straniero prese coraggio e salì verso lui chiedendogli: "Mi permette di suonare un po' sul suo organo?" "Certamente no!? rispose l'uomo con tono burbero. ?Non permetto mai a nessuno di servirsene. Ma almeno lei sa suonare?" Educatamente lo sconosciuto lo assicurò di essere familiare con lo strumento e insistette così tanto e bene che l'organista finì con l'acconsentire. Il visitatore si sedette, tirò i registri, e cominciò a suonare lo stesso pezzo, ma che differenza! Sembrava un'altra musica e un altro strumento. La chiesa sembrava risuonare d'una armonia celestiale. L'organista era visibilmente imbarazzato. "Ma lei chi è??, gli chiese. Modestamente lo straniero rispose "Il mio nome è Felice Mendelssohn". "Come??, disse l'uomo rosso di vergogna, ?Come? E io ho rifiutato a lei il permesso di suonare? Non me lo perdonerò mai". Amici credenti non imitiamo quell'uomo. Gesù il nostro Salvatore e Maestro, vuol rendere tutta la nostra vita come uno strumento armonioso e trarne una lode alla gloria di Dio.
Altro...
Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza. (Salmo 62:1)
UNA FIDUCIA ILLUMINATA
Nel 1660 John Bunyan fu arrestato per aver predicato l'evangelo. Un suo amico, anch'egli credente, si stupiva davanti alla moglie di lui, perché non riusciva ad accettare il fatto che suo marito, cittadino irreprensibile, fosse imprigionato, mentre tanti cattivi soggetti fossero in libertà. Questo lo superava. "Questo la supera? - rispose quella donna di fede - Per me, non c'è problema. Quando lei affida un lavoro a un suo operaio, gli spiega sempre quali sono tutte le sue intenzioni? Senza dubbio no! Si aspetta che egli obbedisca senza discutere. Deve rendersi conto che lei ha le sue buone ragioni. Allora il Signore non può forse anche Lui tenere per sé le Sue ragioni? D'altronde, noi potremmo sempre comprenderle?? Certamente Dio non tiene i suoi figli in una completa ignoranza; Egli ama farli partecipare ai Suoi pensieri. Ma ciò che desidera anzitutto è che i suoi imparino a conoscerLo. Se Lui è conosciuto, i Suoi atti saranno compresi al momento opportuno. Dio è infinitamente saggio e ci ama. È con fiducia che possiamo rimetterci fra le Sue mani. Come quell'amico di Bunyan, anche noi siamo confusi da un tale atteggiamento di fiducia. Quante volte ci interroghiamo a proposito di ciò che Dio permette! Con quale facilità saremmo pronti a chiederGli spiegazioni! Che cosa dimostrano questi atteggiamenti, se non sfiducia e incredulità?
Dio... ora comanda agli uomini che tutti, per ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito. (Atti 17:30-31)
L'EVANGELO È PER I VIVENTI
Molti si aspettano che ci si occupi della loro anima dopo la loro morte. Alcuni addirittura, coscienti della fine prossima, lasciano delle direttive riguardo alla cerimonia religiosa nel corso della quale sarà opportuno parlare di Dio, della grazia divina, del perdono e del Paradiso. Di questa predicazione il defunto non potrà più approfittare; quanto a coloro che ascolteranno con un orecchio più o meno distratto perché dovrebbero ragionare in modo diverso da come ragionava lo scomparso? Dio sia lodato! Noi siamo ancora vivi, e l'aldilà non ci riguarda ancora. Vedremo più tardi, il più tardi possibile. Ma nessuno s'inganni: dopo la morte, sarà troppo tardi. Il più bello elogio funebre, le preghiere più ferventi pronunciate davanti ad un feretro, non possono cambiare nulla della sorte di colui che è morto. Desideriamo ricordare le dichiarazioni formali della parola di Dio: "Il Figliuol dell'uomo ha, sulla terra, autorità di rimettere i peccati" (Matteo 9:6). Consideriamo attentamente il brano di Luca 16:10-31. Questo passo conferma che dopo la morte tutto è definitivo, tanto per il credente quanto per l'incredulo. "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". Voi avete la parola di Dio, la Bibbia: ascoltatela.
Con che cosa verrò in presenza del Signore e mi inchinerò davanti al Dio eccelso? O uomo, che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente con il tuo Dio? (Michea 6:6,8)
PROTOCOLLO
Per avvicinarsi ai grandi di questo mondo, ci sono delle regole, un protocollo da osservare. Lo stato più democratico non tollera che colui che è investito del potere sia sottomesso all'arbitrio di tutti. A maggior ragione appartiene a Dio, e non all'uomo, dire come ci si può avvicinare a Lui. La Sua Parola non cessa di ergersi contro una vana religione, fatta di cerimonie, di riti, di osservanze. Nulla di tutto questo rende qualcuno atto alla presenza di Dio. "Che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò che è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?". Il profeta diceva questo agli Israeliti che "stancavano" l'Eterno con le loro cerimonie praticate senza che il cuore fosse toccato, aggiungendo così l'ipocrisia alla disubbidienza (Isaia 1). Dio guarda al cuore e ci interpella. Amiamo noi la misericordia? Facciamo sempre ciò che è giusto? Camminiamo umilmente col nostro Dio?Allora come avvicinarci? Cominciamo col riconoscere la nostra infedeltà e il nostro stato di peccato. Allora vedremo aprirsi una via "recente e vivente", inaugurata da Gesù, il Salvatore perfetto. E? per i soli Suoi meriti che l'accesso verso Dio ci è ora aperto. È anche per Lui che potremo vivere sulla terra in un modo che Gli sia gradito.
Gesù disse: ?Io sono la luce del mondo?. (Giovanni 8:12) Affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. (2 Corinzi 4:11)
DELLA GENTE ATTRAVERSO CUI BRILLA LA LUCE
Il piccolo Silvano aveva accompagnato per la prima volta sua mamma in una chiesa. L'organo, i canti, le vetrate, tutto era nuovo per lui. Non poteva staccare gli occhi dalle grandi finestre con tanti magnifici personaggi colorati. Nel suo entusiasmo, disse all'improvviso a mezza voce: "Mamma chi è quella gente sulle finestre?". La mamma, in imbarazzo perché non voleva disturbare, mormorò: "Sono dei cristiani, zitto, non parlare!" Qualche tempo dopo, a scuola, la maestra chiese: "Chi sa dirmi che cosa sono i cristiani?" Silvano alzò la mano "Maestra - disse - i cristiani sono della gente attraverso cui brilla la luce". La risposta di quel bambino, per ingenua che possa apparire, era molto bella. La luce del mondo è Gesù, che è venuto da presso a Dio, ha rivelato il suo amore e lo ha dimostrato col dono di se stesso. Egli desidera far risplendere le sue perfezioni morali, il suo amore nel cuore dei veri cristiani che credono in Lui ed anche attraverso loro. Credenti, badiamo bene a non far oscurare la luce che Dio ha posto in noi. Per prima cosa dobbiamo essere "trasparenti" col Signore Gesù, confessandogli ogni peccato commesso. Poi pensiamo al Suo amore per noi e per tutti, parliamo di Lui, annunciamo con la nostra vita e le nostre parole il messaggio dell'amore di Dio. Noi siamo "la luce del mondo" (Matteo 5:14). Nulla veli la diffusione di questa luce attorno a noi!