...E asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più né ci sarà più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate. (Apocalisse 21:4)
GIOIA ETERNA
La serenità del cristiano, nella vita e nella morte, trova la sua spiegazione nella speranza. Egli accetta la vita con i suoi impegni e le sue difficoltà, perché sa che è un percorso obbligatorio che lo porta verso la "gloria". Egli guarda serenamente alla morte perché non vede in essa una nemica, ma un'ancella che lo introduce alla presenza del Signore. "Nella casa di mio Padre ci sono molte stanze ed io vado a prepararvi un luogo". Con queste parole Gesù si è accomiatato dai suoi discepoli, precisando: "Io tornerò di nuovo e vi accoglierò presso di me affinché dove sono io siate anche voi". Il piano della salvezza ha la sua conclusione nella "Gloria". Il credente sperimenta, sin da quaggiù, gli effetti benefici dell'opera divina, ma non è stato chiamato solo per godere in questa vita terrena. Cristo ci vuol far vedere la Sua gloria e vuole che ne abbiamo parte con Lui nell'eternità (Apocalisse 22:1-5).
"... Essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa cui aggrappassi tenacemente l'essere uguale a Dio". (Filippesi 2:6)
GESU', UOMO E DIO
Da uomo, è stato perfettamente obbediente a Dio: "Io sono venuto per fare la volontà del Padre mio"; "Non la mia ma la Tua volontà sia fatta". Poi, a colui che è stato inchiodato su una croce come un mal.fattore, Dio gli ha rivolto l'invito: "Siedi alla mia destra...". Il figliolo del-l'uomo, ha provato la fame come essere umano, ma ha nutrito delle moltitudini in quanto Dio. È vissuto provando la stanchezza, eppure ha offerto il riposo dell'anima. È stato angosciato, ma ha calmato le tempeste e il nostro spirito. Fu accusato di avere un demonio, ma Egli scacciava i demoni. Pregava ed ha esaudito le preghiere. Ha pianto, ed ha asciugato le lacrime. È stato venduto per trenta monete d'argento ed ha riscattato il mondo intero. È il principe della vita, ma ha dovuto attraversare la morte. Egli è pane di vita disceso dal cielo, "la Parola fatta carne", ed ha abitato per un tempo tra noi, e, "noi abbiamo contemplato la Sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre" (Giovanni 1:14). Colui che è l'Acqua della vita ha terminato la sua esistenza terrena sulla croce dicendo: "Ho sete".
Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me! (Gesù). (Giovanni 14:6)
GESÙ UNICA VIA
Gesù fu categorico nel dire che l'unica via per incontrare Dio è per mezzo della Sua persona. Dobbiamo capire innanzitutto una cosa essenziale: non è l'uomo che può trovare Dio con le sue ricerche, pratiche o ideali, ma è Dio che si rivela all'uomo. Fin dagli albori dell'umanità, gli uomini nel loro sforzo di arrivare a Dio si sono inventati degli idoli e religioni, con il risultato che oggi ci sono centinaia di religioni e milioni di persone più o meno sin.cere che vi si consacrano anima e corpo. La verità è che nessuna religione può salvare l'uomo. La salvezza dell'anima non si trova in una religione, ma si trova in una persona, che è Gesù Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente, mandato da Dio per guidarci a Lui. E' la fede viva e personale nel Cristo vivente che ci fa incamminare sulla via che porta a Dio, ci fa scoprire la verità che Dio ci ama ed ha risolto il problema del peccato che ci separava da Lui. Ora Egli ti vuole dare una nuova vita, se accetti Gesù Cristo il Suo Santo Figliolo come tuo personale SALVATORE. "...Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato tu con la casa tua" (Atti 16:31).
Allegri nella speranza, pazienti nell'afflizione e perseveranti nella preghiera. (Romani 12:12)
ALLEGREZZA CRISTIANA
Molto spesso l'uomo è allegro per le cose che possiede ed anche per quelle che un giorno spera di raggiungere e possedere. Purtroppo, però, quelle cose offerte dal mondo e dalla vita sono passeggere e fugaci e, anche, quell'allegrezza è il risultato delle cose materiali e sentimentali, quindi il tutto è precario e passeggero. Non è così, però, per il vero cristiano. Le realtà capaci di generare allegrezza sono infinite ed eterne per lui, ed egli può far festa ogni giorno per l'abbondante grazia che ha ricevuto e che possiede. Il suo nome è scritto nel cielo, egli è figlio ed erede di Dio, gode della Sua assistenza e della Sua provvidenza e gioisce per la benedizione della Sua presenza. Anche se vengono le prove e le tentazioni, il credente continua ad essere un vaso pieno dell'eccellenza della grazia di Dio ed ha tutta la ragione per essere sempre allegro (Filippesi 4:4).
Ecco, Iddio è la mia salvezza, io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché l'Eterno, l'Eterno è la mia forza ed il mio cantico, ed egli è stato la mia salvezza".
(Isaia 12:2)
FIDUCIA IN DIO Solo accanto a chi ci fidiamo ciecamente, riusciamo ad essere sicuri e sereni. Se qualcuno di cui ci fidiamo ci protegge, non avremo paura di nessuno perché saremo sicuri al riparo della sua protezione. Così riesce a sentirsi il credente quando si abbandona completamente nelle mani del suo Signore, del suo Dio. Dio è la nostra fiducia, la nostra salvezza, il nostro alto ricetto. In Lui abbiamo pace e serenità perché sappiamo che Egli è sempre al nostro fianco, per combattere le mille battaglie che ogni giorno la vita ci pre.senta. La nostra fiducia è in Dio perché sappiamo che Egli non ci ha mai deluso, non ci ha mai tradito, non si è mai tirato indietro nel momento del bisogno. Quando abbiamo gridato a Lui, Egli ci ha ascoltato e ci ha dato quelle parole di conforto di cui avevamo bisogno. Quando gli eserciti vanno in battaglia cantano per darsi coraggio. Il nostro Dio è il nostro canto e noi siamo certi che è Lui la nostra forza e la nostra salvezza, colui che ci trarrà fuori da ogni situazione difficile e col Suo aiuto saremo vincitori.
Cercherò colui che l'anima mia ama; l'ho cercato, ma non l'ho più trovato.
(Cantico dei Cantici 3:2)
FEDELTÀ (II) Il libro di Giobbe ce lo ricorda: Dio, ha ristabilito il suo servo Giobbe in tutta la sua gloria e in tutto il suo onore, quando egli fu capace di per.donare i suoi amici, intercedendo per loro (Giobbe 42:10). Pregare per l'amico difettoso, amarlo nonostante tutto è una grande cosa davanti a Dio! "Potrebbe il nostro cuore sopravvivere se a tradirlo fosse, nostro marito o nostra moglie? Certamente, ci suggerisce la fede, nelle mani di Dio, ogni affanno trova il suo riposo. Ma quando questo accade, proprio attorno a te, da chi non t'aspettavi, vorresti solo che a regnare fosse il silenzio e preghi che la grazia di Dio ritorni a brillare. Il vero credente non va avanti con vaghe speranze, ma si mette ogni giorno, nel crogiolo di Dio, che può dare la forza di superare senza ribellarsi né contro il prossimo né contro Dio. Questi incidenti di percorso sono seminati dal diavolo sul nostro cammino per provocarci e darci la perdizione dell'anima.
Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con sua moglie e i due saranno una sola carne. Non più due,ma una sola carne; quello dunque che Dio unisce l'uomo non lo separi. (Matteo 19:5)
FEDELTÀ (I)
Per un cuore fedele, è un'esperienza dolorosa il tradimento. Il libro dei Salmi, lo dipinge con grande intensità! Se leggiamo il Salmo 41 troviamo queste parole: "l'amico mio stesso, colui che aveva la mia fiducia e mangiava il mio pane, ha alzato il tallone contro di me". Non è stato un nemico che mi oltraggiava, altrimenti l'avrei sopportato, non è stato un avversario che voleva atterrarmi, altrimenti l'avrei tenuto lontano da me ma sei stato tu, un altro me stesso, il mio amico, il mio confidente. Noi avevamo insieme dolci intrattenimenti insieme andavamo con la folla alla casa di Dio le tue parole erano più dolci della crema; ma la guerra era nel tuo cuore le tue parole erano come unte d'olio, ma mi hanno ferito come acerrime spade. Chi può sopportare il tradimento di un amico? Eppure il solo rimedio a questo gran dolore è la preghiera. (segue)
E Gesù disse al centurione: "Va'; e come hai creduto, ti sia fatto". E il servitore fu guarito in quell'ora stessa. (Matteo 8:13)
FEDE NELLA SUA PAROLA
Il centurione voleva la guarigione per un suo soldato e la ottenne. Egli aveva fede che gli bastava soltanto che il Signore pronunciasse una "Sua" parola. Allora perché non andare a Lui con la certezza che ciò che Gli chiediamo sarà fatto anche a noi? Non, naturalmente, per quello che siamo, ma solo perché ogni cosa è possibile a chi crede! Dio gradisce la fede: "infatti è impossibile piacergli senza aver fede" (Ebrei 11: 6). Per realizzare il miracolo, nella nostra vita dobbiamo poggiarci non su noi stessi, né sui nostri pensieri o sentimenti, ma in quello che è realmente in "sintonia" con il pensiero di Dio, che è descritto nella Sua Parola. Ecco perché la fede di quel centurione è stata gradita dal Signore, perché quell'uomo ha riconosciuto nella persona di Gesù l'autorità divina. Convinciamoci che come noi proferiamo la parola di richiesta per un miracolo, dobbiamo credere che non solo avverrà, ma anche qual è precisamente lo scopo per cui lo domandiamo.
Poi Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del maree sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". (Genesi 1:26)
FACCIAMO L'UOMO A NOSTRA IMMAGINE
Quando Dio creò l'uomo, parlò a se stesso, la Trinità: "Facciamo...". L'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio per uno scopo ben preciso: avere una relazione d'intimità con Lui. Un ramo tagliato da un albero, un albero sradicato dalla terra, ed un pesce tolto dall'acqua hanno qualcosa in comune: sono destinati a morire. Così è per l'uomo: lontano dalla "Sua Sorgente di Vita" è destinato a morire. Dio desidera avere con tutta l'umanità una relazione come quella che aveva con Adamo. Ma proprio come una relazione d'intimità per essere autentica ha bisogno che le due parti siano disposte a donarsi, così tu devi scegliere di entrare in intimità con Dio. Oggi lo puoi fare grazie alla persona di Gesù Cristo: Lui ha ripiantato l'albero, rinnestato il ramo e rimesso il pesce nel mare libero di nuotare. L'Apostolo Paolo dice: che sono stati troncati per la loro incredulità (Gli Israeliti) e tu sussisti per la fede; non t'insuperbire, ma temi. (Romani 11:20).
"Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria". (2Corinzi 4:17)
ABILE IN BATTAGLIA (2)
Forse ti trovi in una tempesta proprio ora: il vento sta soffiando forte scuotendoti con violenza e pensi di affondare. Amato, non entrare nel panico! Devi sapere che nel mezzo della tempesta stai affondando le tue radici spirituali. Dio sta sviluppando in te una profonda umiltà, un maggiore cordoglio e dolore per il peccato, una più elevata fame della Sua giustizia. Dio sta facendo di te un soldato veterano della croce, pieno di ferite, ma abile e coraggioso in battaglia. Forse a volte ti scoraggi ma il Signore non si scoraggia mai. Il fatto è che Egli potrebbe intervenire sovranamente in qualsiasi momento per strapparti alle tue lotte ma non lo fa perché sta constatando quanto queste stiano producendo in te una maggiore sete di Lui!
Altro...
"Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria". (2Corinzi 4:17)
ABILE IN BATTAGLIA (1)
Ogni qual volta l'opposizione insorge, la grazia di Dio abbonda in noi. Pensa a ciò che accade ad un albero quando una forte tempesta lo colpisce violentemente: il vento minaccia di sradicarlo e di portarlo via, ne spezza i rami, ne soffia via le foglie e i germogli e ne dissipa le radici. E quando la tempesta è finita, ogni cosa appare perduta. Eppure, guarda più da vicino; la stessa tempesta che ha provocato spaccature nel terreno intorno al tronco dell'albero ha spinto le radici ad andare più in profondità. Ora l'albero ha accesso all'acqua e a fonti di nutrizione nuove e più profonde ed è stato pulito da tutti i rami morti. Forse i germogli non ci sono più, ma ne cresceranno di nuovi e migliori. Posso dirti che quell'albero ora è più forte, e sta crescendo in modi non visibili, quindi anche tu aspetta il tempo del raccolto perché porterà molto frutto!
...In quanto l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, voi l'avete fatto a me. (Matteo 25:40)
IO EBBI SETE E MI DESTE DA BERE, EBBI FAME E MI DESTE DA MANGIARE
Il cristiano non deve soltanto "guardare" o saper parlare e compatire, deve necessariamente saper operare. Tante volte l'opera che gli è concessa di compiere può sembrare insignificante o del tutto inutile, ma egli la deve compiere, fosse anche un solo bicchiere d'acqua dato ad una persona assetata o un pezzo di pane ad un affamato. Possiamo, forse, pensare che ci sono tanti Enti, Associazioni assistenziali e che, quindi, non v'è più bisogno del nostro aiuto diretto. Non è in questo modo che va interpretata la Parola di Dio, il Vangelo del nostro Signor Gesù Cristo! Perché, coloro che ci circondano, il nostro prossimo, pur non avendo bisogno, forse, di un'assistenza materiale, può aver bisogno di un'assistenza mora.le e spirituale. Secondo il nostro testo, è l'opera personale, preparata da Dio, pronta per ognuno di noi... ed è la vera opera assistenziale che può esprimere al povero tutto quel contenuto di umanità e di amore che può risollevare pienamente e profondamente l'individuo. Discerni anche tu quelle opportunità preparate da Dio sul tuo sentiero? (Giacomo 2:15-16).
... E ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: "Più felice cosa è il dare che il ricevere". (Atti 20:35)
IN PRIMA PERSONA
L'apostolo Paolo non si limitava ad insegnare soltanto ma si affaticava affinché la missione che Gesù gli aveva affidato fosse portata a termine nel migliore dei modi e soprattutto che, in nessun caso, si fosse trovato mancante. Dio affida un compito a ciascuno di noi; non ha importanza quello che facciamo, ma come lo facciamo. Noi siamo collaboratori di Cristo nella missione che Lui stesso è venuto a compiere su questa terra. Noi non operiamo per essere salvati, ma perché le opere sono preparate davanti a noi. Donare al povero e al bisognoso è un comandamento come non rubare e uccidere, che Dio ha dato al suo popolo affinché lo mettesse in pratica ogni giorno. Nell'Evangelo di Matteo 25:42-46, è scritto: "Ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi vestiste; malato e in prigione e non mi visitaste... In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me, questi se n'andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna".
Or gli apostoli, essendosi raccolti presso Gesù gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. (Marco 6:30)
IL VERO DISCEPOLO DI GESÙ
Il termine apostolo può anche essere tradotto come discepolo di Gesù, oppure fedele o missionario. Ora, noi siamo tutto questo se seguiamo quelli che sono stati gli insegnamenti di Gesù e se lo imitiamo: "Voi siete miei amici, se fate tutte le cose che vi comando" (Giovanni 15:14). C'è, poi, una cosa importante che dobbiamo fare, senza la quale tutto rischia di perdere il suo significato: occorre raccogliersi presso Gesù, dimorare in Lui ed essere Suoi imitatori. Da chi potremo apprendere con profitto le parole e l'atteggiamento di una vita consacrata a Dio, se non da Colui che è il fedele e il verace per eccellenza? Restiamo ai piedi di Gesù, restiamoGli accanto ed Egli, attraverso la sua Parola, la sua vita, parlerà ai nostri cuori svelandoci tutti i segreti per una vita santa e vittoriosa che conduce a Dio. Volendo imparare un mestiere, una professione, occorre fare un apprendistato che ci permette di acquisire i segreti del "maestro" e, poi, operare. Da chi possiamo acquisire tutto ciò se non imitando Colui che consacrò interamente la Sua vita al Padre? (Giovanni 4:34).