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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"O Eterno, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempo d'angoscia?" (Salmo 10:1)

PERCHÉ, SIGNORE?

"Perché, Signore"? Questa domanda, la poniamo spesso al Signore quando ci fa attraversare dei giorni difficili. O, quando ci sentiamo sprovveduti, isolati ed incompresi. "Perché, Signore"? E' stato questo il grido di parecchi uomini di Dio di cui parla la Bibbia. E questo ci consola, noi la cui fede è spesso così debole. Nei momenti più difficili, chi di noi non ha avuto l'impressione che Dio non rispondeva, come se ci avesse dimenticati o non sentisse? Cerchiamo, in quei momenti, di non scoraggiarci, e di aspettare con pazienza le risposte di Dio, senza perdere la nostra fiducia in lui. Proviamo dunque a trasformare questi tristi "perché", in "per che cosa", vale a dire "in vista di che". Allora comprenderemo che il Signore agisce per il bene finale di ognuno di quelli che ama. Cercheremo di correggere il nostro comportamento perché l'azione del Signore possa essere efficace per noi. Così il Signore lavora in modo nascosto, ma con un fine: farci assomigliare maggiormente al suo Figlio. La spiegazione ci sarà data in cielo, quando la storia della nostra vita sarà come proiettata sotto i nostri occhi alla luce della grazia di Dio. Allora non diremo più "perché", ma "grazie".

 

"Voi, che eravate morti nei peccati e nella circoncisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati." (Colossesi 2:13)

VIVIFICATI IN CRISTO

Dio ha perdonato tutti i nostri peccati! Questa è una verità che accompagna la nostra vita. La Bibbia ci dice che eravamo tutti morti spiritualmente perché lontani da Dio, ma Cristo è venuto nel mondo per liberarci da questa maledizione e riconciliarci con Dio. Ma il sacrificio di Cristo non ha valore e nessun significato per chi, spontaneamente non si riconosce peccatore davanti a Dio e non è disposto a chiederGli perdono per le proprie trasgressioni. Dio è disposto a perdonarci, lo ha già fatto ma affinché questo perdono abbia effetto occorre che ci predisponiamo ad ottenerlo e a volerlo con tutto noi stessi. Riconoscerci colpevoli non ha niente a che vedere con i sensi di colpa che ci possono venire per ciò che siamo stati o che abbiamo fatto. Riconoscerci colpevoli significa guardare dentro noi stessi e capire che abbiamo sbagliato, che il nostro atteggiamento non va, che dobbiamo cambiare, che dobbiamo scegliere il bene e abbandonare il male. Ma come fare tutto ciò? Dobbiamo chiedere aiuto a Dio ed Egli certo ci darà quell'aiuto necessario che ci serve per giungere là dove non potremmo con le nostre forze. Dio ci aiuterà.

 

"Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco." (Romani 1:16)

VERGOGNARSI DI CRISTO

A volte ci vergogniamo di chi siamo e di quello che facciamo, ci vergogniamo di quello che pensiamo, di quello in cui crediamo forse per nascondere anche a noi stessi che ci vergogniamo proprio di noi, della nostra persona. Ma perché ciò accade? Forse perché ci comportiamo in maniera diversa da quello che diciamo o vorremo far sembrare di essere. Ci dichiariamo cristiani e forse non ci comportiamo in modo del tutto degno a quello che diciamo di essere. Forse non crediamo completamente a quello che diciamo, forse non siamo veri cristiani o lo siamo solo di nome ma nei fatti non dimostriamo il nostro credo. Dio ci invita ad essere diversi a non vergognarci di quello in cui crediamo o diciamo di credere. Dio ci invita a credere fermamente in Lui, nella Sua Parola e a non vergognarci di Lui. Ma per non vergognarci dobbiamo essere sicuri di quello in cui abbiamo creduto, solo così potremo essere certi di combattere per una causa giusta e per dei giusti motivi. Non vergogniamoci di Dio ed Egli non si vergognerà di noi. Crediamo in Dio e crediamo in Cristo Gesù che può darci la vittoria.

 

"Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri." (1° Tessalonicesi 5:6)

VEGLIARE

Il messaggio di questo versetto è chiaro! Vegliamo, stiamo svegli, all'erta, come se dovessimo combattere anche se non combattiamo, come se avessimo il nemico alle spalle anche se non c' è, come se fossimo al centro di una prova anche se tutto è tranquillo. Vegliamo. Questo ci chiede il Signore affinché possiamo essere pronti nel momento in cui ne avremo bisogno. Alleniamo il nostro corpo e la nostra mente al bene affinché quando il male che è intorno a noi vorrà colpirci, saremo pronti a controbatterlo. Non illudiamoci; pensiamo di essere forti, ma la vera forza stà nel sentirci deboli, nel comprendere che abbiamo bisogno di aiuto e nello scegliere a chi chiedere una mano nel momento del bisogno. Vegliate in ogni tempo, ci esorta la Bibbia, perché il nemico è alle porte. Il nostro nemico ha tanti volti e tante manifestazioni. Si presenta ogni volta in maniera diversa per non essere riconosciuto, ad ognuno si mostra con fattezze diverse cercando di farci cadere nel suo laccio. Resistiamogli vegliando ed egli fuggirà da noi, ma non cerchiamo di farlo con le nostre forze, il nostro nemico è potente. Combattiamo con Dio al nostro fianco e vinceremo.

 

"Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona." (2° Timoteo 3:16-17)

UTILITÀ DELLA PAROLA

La stessa Parola di Dio ci insegna che la Bibbia è utile per ammaestrarci nelle buone cose che Dio stesso ha preparato per ciascuno di noi. Dire che le Sacre scritture sono utili alla nostra crescita spirituale è riconoscere la Bibbia come la santa Parola ispirata da Dio. Se così non fosse, la Bibbia sarebbe solo uno dei tanti libri esistenti sulla terra. Ci sono miriadi di manuali che ci insegnano come far funzionare bene tutti gli elettrodomestici e se non leggiamo le istruzioni sicuramente non sfrutteremo al massimo le loro potenzialità. Possiamo considerare la Bibbia come un manuale di istruzione che ci è utile per sfruttare al meglio le benedizioni di Dio. Dio è lì, nella nostra vita, pronto a darci il massimo, ma troppo spesso siamo noi che limitiamo il suo operato, siamo noi che non sappiamo sfruttare tutte le opportunità che lui è pronto ad offrirci. Se solo ci lasciassimo guidare da Lui in ogni cosa, sapremmo come affrontare ogni situazione della vita e soprattutto come uscirne vincitori. Dio vuole darci il suo aiuto, non rifiutiamo quella mano che è tesa.

 

"Poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l' incirconciso ugualmente per mezzo della fede." (Romani 3:30)

UN SOLO DIO

C'è un solo metro che alla fine dei tempi servirà per stabilire quale sarà il nostro futuro nell'eternità. Non sarà un metro umano, né una bilancia, né un termometro che potrà darci la misura della nostra santità e quindi della nostra appartenenza al Regno di Dio. Solo Dio ci potrà dare la ricompensa per quello che siamo o non siamo stati. Troppa gente vanta la possibilità di dire e di fare cose che appartengono solo a Dio. Crediamo di sapere e di conoscere tutto, ma solo Dio è colui che sa e che vede perché non scruta solo la superficie ma va in profondità, nelle profondità del nostro cuore, del nostro essere, della nostra vita, scopre le cose nascoste, le cose che non si vedono ad occhio nudo, le cose che solo noi conosciamo, che solo noi sappiamo, ma che non sono occulte a Dio. Tra queste c'è la fede, l'unico mezzo attraverso il quale saremo giudicati. La fede ci dice quanto amiamo Dio, quanto ci fidiamo di Lui, quanto siamo disposti ad abbandonarci nelle Sue braccia. In Ebrei è scritto che senza fede è impossibile piacerGli perché la fede è l'unico mezzo che ci avvicina a Dio e attraverso la fede possiamo comunicare con Lui.

 

"Allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio." (Proverbi 2:5)

TIMORE DI DIO

A volte facciamo confusione sui termini che ascoltiamo o leggiamo. Forse siamo più portati a pensare alla parola "timore" come a qualcosa che incute paura. Nella Parola di Dio il termine ha il significato di rispetto, di riverenza, di riconoscenza verso Dio. Il Signore ci invita ad accostarci a Lui con questi sentimenti. Amare Dio non significa temerlo nel senso di avere paura di Lui come un giudice severo pronto a rendere la retribuzione per ogni mancanza commessa. Dio è si un giudice, ma un giudice che comprende, che capisce, che va al di là di quelle che sono le apparenze. Dio guarda al cuore e, davanti a Lui siamo come dei libri aperti, senza segreti, senza la possibilità di nasconderci. Ad Adamo, nel giardino dell'Eden, quando Dio gli chiese dove fosse, non lo fece perché non lo vedeva, ma per metterlo di fronte alle sue responsabilità. Dio sa tutto di noi. Accostiamoci a lui con la riverenza che gli è dovuta. Riconosciamolo come nostro Dio e nostro Salvatore. Chiediamogli quello che ci necessita ed Egli ce lo darà, se conforme alla Sua volontà. Avviciniamoci a Dio con timore, non con paura: Egli è buono!

 

"Beato l'uomo che sopporta la prova; perché dopo averla superata, riceve la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano." (Giacomo 1:12)

SOPPORTARE LE PROVE

Tutti sono capaci di guidare un auto su una strada dritta in pianura, ma pochi riescono a farlo nei tornanti delle montagna. Molti si improvvisano marinai della domenica, ma ben pochi riescono a superare le improvvise tempeste. Dio a volte permette le prove e quando ciò accade vuol dire che c'è bisogno in quel momento di uno scossone, di un richiamo per evitarci catastrofi peggiori. Non sappiamo il perché di tante cose, ma se abbiamo fiducia in Dio siamo pronti a dire che tutto coopera al bene di chi Lo ama e accettiamo con serenità ciò che Egli ha stabilito per noi. Le prove non servono a Dio per metterci in difficoltà, ma solo per dimostrare a noi stessi quanto Lo amiamo. Dio sa ogni cosa. Voglia Dio darci quella pace e quella serenità per superare le piccole e le grandi difficoltà della vita, sapendo che alla fine otterremo quel premio che è preparato per noi. Dio ci ama anche se a volte prendiamo i suoi "no" come dei momenti negativi per la nostra vita. Ma poi, se guardiamo indietro ci accorgiamo che quelle sono state le nostre giornate migliori perché ci hanno avvicinato di più a Dio.

 

"Abbi pietà di noi Signore figlio di Davide." (Matteo 20:31)

SIA LA LUCE

Siete mai rimasti al buio totale per qualche, se pur momentanea, interruzione dell'energia elettrica? In un istante siamo "diventati ciechi", incapaci di vedere, di orientarci e di prendere una direzione. Ora immaginate una vita con questi disagi. Il racconto biblico in questione narra di due uomini che furono graziati dalla misericordia del Figlio di Davide, cioè dal Signore Gesù Cristo. Uomini che avevano vissuto nel tormento provocato dalla dipendenza da altri e dalla consapevolezza di essere un peso per tutti, sembra un paradosso ma in Cristo hanno visto uno spiraglio di luce e si sono diretti a Lui per avere la Luce. Forse la tua cecità non è fisica, ma di certo senza la Luce Divina si vive nelle tenebre fitte del peccato, della ribellione e sicuramente in un regno che appartiene al padre delle tenebre. Lascia che in questo istante Gesù dica sia la Luce, e nella tua vita risplenderà la verità, la pace e vedrai finalmente tutto quello che fino ad oggi hai solamente immaginato. Più di ogni altra cosa vedrai Gesù come Salvatore, guaritore e vero protettore della vita tua.

 

"Mosè pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e, guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb." (Esodo 3:1)

OLTRE IL DESERTO

Quando nella Bibbia si parla di deserto si parla di allontanamento dalla Parola di Dio e da quelli che sono i suoi insegnamenti. In questo brano leggiamo che Mosè conduceva le pecore oltre il deserto e arrivò alla montagna di Dio. Anche noi quando siamo nel deserto non riusciamo a vedere Dio perché troppe cose ce lo impediscono. Il nostro io, le nostre occupazioni, il nostro modo di vedere la vita e di mettere in pratica gli insegnamenti del nostro Padre celeste. Occorre che prendiamo la decisione di camminare per lasciarci alle spalle il deserto e finalmente salire alla montagna di Dio. Questo brano ci fa anche comprendere che per arrivare a Dio occorre fare un cammino, non sappiamo se lungo o breve, ma dobbiamo comunque percorrere quella strada che Dio ha tracciato per ciascuno di noi per arrivare davanti alla sua presenza e goderlo per quello che Egli è. Bisogna rendersi conto che Dio ci guida lungo il deserto della nostra vita e che solo se seguiremo le sue istruzioni potremo arrivare a vedere la fine di questo deserto e non continuare a camminare senza bussola in un mare tempestoso. Dio è la nostra guida.

 

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