"Già fin d'ora, ecco il mio Testimonio è in cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi. Gli amici mi deridono, ma a Dio si volgon piangenti gli occhi miei." (Giobbe 16:19,20)
LA FERMEZZA
Come cristiani dobbiamo imparare dalle sofferenze, che incontriamo nella nostra vita terrena, ad essere pazienti in tutto e per tutto quello che potrà accaderci. L'avversario dell'anima nostra è come un instancabile leone ruggente, sempre attorno ai fedeli a Cristo, che approfitterà di ogni attimo di debolezza per impadronirsene. I versetti di oggi ci mostrano come Giobbe, nonostante fosse nel dolore e nelle sofferenze non peccò. Egli soffriva moralmente e fisicamente, ma continuava a cercare Dio. Dalla proverbiale pazienza di Giobbe e dalla benedizione ricevuta alla fine della prova subita possiamo imparare molte cose, estremamente importanti per il cammino del cristiano. Simbolicamente stiamo attraversando un deserto senza fonti d'acqua e se la debolezza sta per avere il sopravvento, ricordiamoci delle sofferenze di Giobbe e che la pazienza prima o poi verrà premiata. La sua riverenza verso Dio fu la stessa sia nella ricchezza che nella povertà, sia nella salute che nell'infermità. Anche noi nelle gioie e nei dolori, temiamo sempre Dio, confidiamoci in Lui, e siamo fiduciosi che Egli non ci abbandonerà mai!
"Il Signore è misericordioso e pieno di compassione, lento all' ira e di gran bontà." (Salmo 145:8)
LA COMPASSIONE DI DIO
La compassione che scaturisce dall'amore di Dio è stata manifestata verso la creatura fin dalla sua creazione. Difatti, quando Adamo ed Eva trasgredirono l'ordine di Dio nell'Eden e si ritrovarono nudi, fu la compassione di Dio originata dall'amore che Lo spinse a rivestirli. E' per compassione che Dio mandò in terra il Suo Figliuolo per raccogliere nel Suo ovile le pecore, quelle pecore che stavano seguendo la propria via, che le avrebbe condotte alla perdizione. Gesù manifesta la Sua compassione e guarisce gli infermi. La compassione, come l'amore di Gesù non ha limiti, è immensa, senza principio nè fine e non si limita solo a guarire le malattie fisiche, ma soprattutto quelle dell'anima. Allora come oggi Gesù manifesta la stessa compassione verso ognuno di noi non facendoci mancare nulla. Con la Sua Parola sazia l'anima di moltitudini affamate ed assetate della Sua giustizia. Siamo mossi a compassione quando vediamo qualcuno bussare alla porta chiedendo da mangiare? Siamo mossi a compassione quando vediamo la folla che ignora la verità di Dio correre verso la perdizione? Siamo disposti a portare loro il pane della vita, il consiglio della Parola di Dio?
"E il cuore del faraone si indurì: non diede ascolto a Mosè e ad Aronne, come il Signore aveva detto." (Esodo 7:13)
L'OSTINAZIONE
Il Signore, a causa dell'ostinazione di faraone mandò sull'Egitto dieci piaghe. Dinanzi a questi giudizi divini restiamo perplessi, ma è bene ricordare che l'ostinazione degli uomini e la loro ribellione producono sempre conseguenze tragiche. Faremo bene a ricordare che questo accadde in quanto Faraone indurì il proprio cuore. E' evidente che l'atto finale di Dio non è altro che il giudizio su un individuo che volontariamente si ribella ostinandosi colpevolemente. Se un uomo non dà spazio a Dio, con spirito di arrendevolezza ed umiltà, viene il momento in cui rimarrà schiavo della sua stessa caparbietà e non potrà trovare scampo. Se Faraone avesse dato ascolto alla voce di Mosè ed Aronne, sarebbe stato ricordato per la propria fedeltà all'Eterno e la sua scelta avrebbe prodotto prosperità e pace al suo popolo. Prestiamo ben attenzione alle scelte che facciamo! Non ostiniamoci a sostenere le nostre posizioni umane, ma arrendiamoci a Colui che potrà garantirci sempre il vero successo e la vera gloria.
"Chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato." (Luca 18:14)
GESÙ CRISTO ABBASSÒ SE STESSO
La potenza del signore Gesù'' si e' mostrata a molte riprese: Egli ha guarito dei lebbrosi, risuscitato dei morti, moltiplicato dei pani, camminato sulle acque, comandato al mare e ai venti, e tanti altri miracoli. Egli è Dio. Eppure e' apparso come un piccolo fanciullo in una famiglia povera. Non essendovi posto per Lui nell'albergo, lo si dovette coricare in una mangiatoia. Lui il Creatore di ogni cosa! E' stato un bambino sottomesso ai suoi genitori pur essendo il Figliuolo di Dio. Ha imparato il mestiere di carpentiere, e ha conosciuto la fatica del lavoro, la fame la sete , Lui, l'Iddio onnipotente. Era onnisciente e conosceva tutte le cose, ma e' sempre rimasto perfettamente umile. Non ha cercato di dominare gli uomini. Quando essi hanno complottato contro di Lui per farlo morire, non li ha annientati come avrebbe potuto fare. Quando giunge il momento di essere crocifisso, si lascia prendere e legare. Gli sputano sul viso e non dice nulla. Una sola parola gli sarebbe bastata per eliminarli, ma prega per loro. Si lascia inchiodare alla croce per salvare gli uomini! Il Signore Gesù' e' ammirevole in tutto il suo cammino: Imitiamo questo perfetto modello.
"Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne." (Ezechiele 36:26)
UN CUORE NUOVO
Attualmente, numerosi malati di cuore aspettano un trapianto. Attendono un donatore e questa operazione come un'ultima occasione di salvezza, essa li può salvare da una morte prematura, ma non dalla morte che, questa sì, è ineluttabile. L'uomo finirà un giorno col risolvere tutti i problemi di quaggiù? Ammesso che possa farlo, rimarrà sempre il più grave, il più urgente dei problemi, quello della sua sorte eterna. Perché anche la nostra anima è colpita dal peccato. Le malattie, i disordini del nostro pianeta, la morte, sono le conseguenze del peccato. E' per questo che Dio, da lungo tempo, ha stabilito e messo in pratica il suo piano di salvezza. Ha voluto farlo con un atto d'amore che troviamo scritto nell'Evangelo. Sa che tutti gli sforzi e la miglior volontà non basteranno mai alle sue creature per salvarsi da una perdizione di cui esse non sono coscienti. Se vi vedete umilmente come "ricevitori", allora vedrete anche il vostro "donatore", Gesù Cristo che ha dato se stesso quale riscatto per tutti, e che ci ha redenti col suo sangue prezioso. Ricevetelo, e sarete salvati. Allora, avrete la vita eterna.
"Dico questo affinché nessuno vi inganni con parole seducenti." (Colossesi 2:4)
PAROLE SEDUCENTI
Il mondo è pieno di attrattive, di cose che all'apparenza sembrano belle e che attirano tutti i nostri sensi. Ci sentiamo attratti da ciò che sembra piacevole alla vista, al tatto, all'olfatto e non ci rendiamo conto che a poco a poco scivoliamo verso un baratro senza fine. Siamo deboli proprio nel momento in cui ci sentiamo più forti e pensiamo che riusciamo a controllare tutto con le nostre forze, ma proprio in quel momento siamo più vulnerabili e con le difese molto basse. Qualsiasi cosa ci può apparire allettante e senza particolari difficoltà per la nostra vita, ma il nemico è all'erta per farci cadere e per ingannarci con parole seducenti. Lo fece con Adamo e con Eva ed è pronto a farlo con ciascuno di noi perché questo è il suo scopo. Le parole del mondo appaiono seducenti e ci attraggono, ma non tarderemo a renderci conto che quelle sono solo parole ingannevoli che non faranno altro che allontanarci da Dio. Dio non ci forzerà mai a far la sua volontà, aspetta una nostra decisione, un si, un invito per entrare nella nostra vita.
"Il Signore recida tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla con arroganza." (Salmo 12:3)
PAROLE ARROGANTI
Chi si dichiara cristiano deve allontanare dalla sua vita tutto ciò che lo può contaminare e che può rendere una cattiva testimonianza di quello che Dio ha fatto nella sua vita. L'opera di Dio nella vita di ciascun credente, è come un fiume in piena che porta via tutto quello che è impuro, tutto quello che contamina un'esistenza. Dio ci purifica, ma occorre che noi dipendiamo dalla Sua Parola e guidati dal Suo Spirito. Il Signore ci chiede di essere sobri e di avere un parlare retto davanti alla Sua presenza. Ma a volte ci dimentichiamo che Dio è ovunque e ci lasciamo andare in parole e in discorsi che sono tutt'altro che edificanti. Voglia Dio porre sempre davanti ai nostri occhi la Sua parola affinché non pecchiamo e ci comportiamo sempre in maniera degna dell'amore che Dio ha avuto verso di noi. Spesso forse ci dimentichiamo di essere figli di Dio e come tali vincolati ad un modo di agire che rispecchi Cristo nella nostra vita. Chiediamo aiuto al Signore e pensiamo prima di parlare chiedendoci se Dio approverebbe il nostro modo di fare. Oh Signore fa che io possa essere trovato sempre approvato davanti alla Tua presenza!
"Ed avvenne che quando Gesù ebbe finiti tutti questi ragionamenti, disse ai suoi discepoli: Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il Figliuol dell'uomo sarà consegnato per esser crocifisso." (Matteo 26:1,2)
PAROLA E PRATICA
Sapendo che la Sua ora era ormai giunta, Gesù ammaestrò i Suoi discepoli. Dunque per il "Santo" tutto era finito e sarebbe stato condotto alla croce proprio da coloro che avrebbero dovuto conoscere quanto era stato scritto dal profeta Isaia. Gesù andò all'uccisione senza aprir bocca, "come una pecora davanti a chi la tosa". I Farisei, gli Scribi e gli anziani del popolo conoscevano le Scritture, ma le ignoravano, perché volevano tutelare la loro posizione, conservando il proprio orgoglio. Dovremmo cercare anche noi di non essere solo ascoltatori, ma soprattutto facitori della Sua Parola. E' necessario conoscere le Scritture per metterLe in pratica nella nostra esistenza, immedesimandoci in esse, per mostrare al mondo Cristo. Oggi più che mai il mondo si aspetta di vedere le opere del cristiano, non soltanto le parole o i messaggi scritti, ma la nostra vita, trasformata dalla potenza dell'Evangelo. "Signore sia fatta la tua volontà in me": sia questa la nostra preghiera!
"Il Signore dunque scese sul monte Sinai, in vetta al monte; e il Signore chiamò Mosè in vetta al monte, e Mosè vi salì." (Esodo 19:20)
PARLARE CON DIO
Nell'antico Testamento Dio parlava direttamente solo agli uomini da Lui scelti per determinati compiti. Mosè fu uno di quelli. Mentre il popolo, tutto tremante, stava ai piedi del monte, lassù un uomo dialogava con Dio. Dio ha sempre desiderato avere un rapporto con la Sua creatura. Gesù è venuto per parlare direttamente agli uomini e per adempiere il piano della salvezza. E' stato poco tempo con gli uomini sulle strade polverose della Palestina, ma promise ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il Consolatore, che avrebbe preso del Suo e l'avrebbe annunziato. Oggi, nella dispensazione della grazia e dello Spirito Santo, Dio non parla più ad un solo uomo, come a Mosè, ma ad un popolo di credenti che è nato dall' alto. Ora questo popolo spirituale non è soltanto Israele, ma moltitudini di uomini e donne di ogni popolo e nazione che nel proprio rapporto personale, parlano con Dio mediante la preghiera e allo stesso tempo odono la voce divina mediante la Sacra Scrittura, resa attuale dallo Spirito Santo.
"I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, com'è scritto: Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo." (Giovanni 6:31)
PANE DAL CIELO
L'immagine di Israele nel deserto è davvero emblematica: dietro di sé avevano l'Egitto, davanti Canaan, attorno la sabbia del deserto. Tuttavia Dio provvide ai loro bisogni in modo meraviglioso facendo piovere il pane dal cielo. I cristiani sono in cammino verso la Patria eterna e sono sostenuti dal nutrimento che Dio ha provveduto loro; la natura umana è incapace di apprezzare un tale nutrimento, essa tende sempre alle cose del mondo e perciò bisogna che sia mantenuta in umiltà e soggezione. Gli Israeliti dovevano alzarsi di buon ‘ora per cercare il nutrimento quotidiano. Allo stesso modo dobbiamo "raccogliere tutte le mattine, fresca la manna celeste". Bisogna che ci nutriamo della Parola ogni giorno, diversamente cesseremo di crescere. Bisogna che facciamo di Cristo lo scopo principale della nostra vita. Bisogna che lo cerchiamo di buon' ora, prima che le altre cose abbiano tempo d'impossessarsi dei nostri deboli cuori. La vita nuova, nel credente, non può essere alimentata e mantenuta se non per mezzo di Cristo e della Parola Sua. Una cosa è sapere d'avere la vita in Cristo, un'altra, completamente differente, è l'essere abitualmente in comunione con Lui per la fede, facendo dell'Evangelo l'alimento esclusivo delle nostre anime.
Altro...
"Vi ho detto queste cose, affinchè abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo." (Giovanni 16:33)
PACE IN DIO
Il mondo e quello che c' è intorno ci può dare tribolazioni, dolori, lutti, anche se spesso ci dà gioia, amore e felicità e tante altre belle cose. Ma c' è qualcosa di diverso tra questo mondo e quello che troveremo nei cieli, alla presenza di Dio. La Sua Parola ci dice che nel cielo non ci sarà più pianto, non ci sarà dolore, non ci sarà morte e noi ci crediamo, perché chi lo dice non è un uomo qualsiasi, ma è Dio, per mezzo della Parola, vale a dire tramite Cristo Gesù. Qui sulla terra possiamo solo gustare un po' di quello che sarà lassù nel cielo. Quando siamo afflitti e travagliati, Cristo Gesù ci ristora l'anima col Suo amore e con la Sua presenza spirituale nella nostra vita. Possiamo rivolgerci a Lui in qualsiasi momento e sapere che Dio è accanto a noi pronto a venirci in aiuto, a dirci quella parola buona che solo Lui sa dare, perché è l'unico a conoscerci pienamente. Se siamo travagliati e afflitti, sappiamo che Gesù è con noi e con Lui potremo vincere, perché Lui ha già vinto il mondo, Lui siede sul trono ed è pronto ad accoglierci e a farci godere la Sua presenza per l'eternità tra le gioie celesti.
"Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli." (Matteo 6:1)
OPERE
Gesù afferma di non praticare la propria giustizia. E' evidente che questa "giustizia" era quella che si otteneva per mezzo delle opere che i Giudei consideravano giuste, vale a dire le opere meritorie. La Scrittura mette in evidenza ripetutamente che Dio non accetta le nostre opere giuste come mezzo di salvezza, ma che soltanto la Sua giustizia, la giustizia di Cristo, ha valore per la nostra salvezza eterna. Gesù molte volte tratta questo argomento. Quando, ad esempio, espone la parabola del Fariseo e del Pubblicano, mette in evidenza che quest'ultimo tornò a casa giustificato unicamente perché aveva posto la propria fiducia nell'infinita misericordia divina. Alla luce delle Sacre Scritture riconosciamo che le azioni giuste sono il risultato dell'opera di salvezza che si manifesta nel credente, ma di queste non possiamo assolutamente farcene vanto. Dio ci aiuti a riconoscere quello che siamo ed a non confidare sulle nostre opere giuste, ma piuttosto ad affidarci pienamente all'opera del Suo Spirito Santo.
"Allora, se alcuno vi dice. "Il Cristo eccolo qui, eccolo là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti." (Matteo 24:23,24)
NON CREDERE A TUTTO!
Gesù predice queste cose ai discepoli per partecipare loro il senso di fiducia e certezza dinanzi all'alternarsi degli avvenimenti catastrofici degli ultimi tempi. I nostri cuori debbono essere saldi e sereni nella consapevolezza di questa conoscenza divina. Il Signore non ci ha lasciati soli e in balia di eventi fortuiti che si scatenano come un uragano nel mondo, ma Egli è con noi e tutto è già conosciuto da Lui! Al momento opportuno Egli interverrà in favore di quanti hanno posto in Lui la loro fiducia! Guerre, rumori di guerre, carestie, terremoti, falsi cristi e falsi profeti continueranno a moltiplicarsi fino al ritorno del Signore. Possiamo essere certi della "parola profetica" della Scrittura, perché già molte predizioni si sono verificate e sono divenute eventi della storia del mondo. Le altre si avvereranno prima della seconda venuta di Cristo, possiamo essere certi della Sua parola e nell'attesa nessuno ci seduca e ci distragga dalla nostra leale consacrazione a Lui.
"Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste." (Matteo 5:48)
NESSUNO È PERFETTO
"Nessuno è perfetto". Questo pensiero, banale a furia di essere ripetuto, sottolinea tuttavia nella coscienza universale che non siamo quello che dovremmo essere. E' pure una scusa facile per le piccole mancanze. A furia di riferirci ad esso, finiamo con l'accontentarci di essere un miscuglio di bene e di male. Gesù è più esigente quando dice: "Siate perfetti, come è perfetto il Vostro Padre celeste". Quali che siano le nostre debolezze, quali che siano i nostri sforzi, Egli non abbassa il livello da raggiungere. Ma allora, come far fronte a una simile misura? Come comparire davanti a Dio con tutte le nostre "imperfezioni"? La soluzione è Gesù che perdona le nostre colpe, se le riconosciamo, e che ci rende giusti davanti a Dio. E' Lui che ci comunica la vita divina, una vita perfetta. In seguito, per mezzo del suo Spirito, ci stimola, sempre in crescendo, a compiere il bene. E così, durante la nostra vita, dobbiamo tendere verso questa perfezione, quella del Signore Gesù.