"Con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini" (Efesini 2:17)
LA PACE DEGLI UOMINI E LA PACE DI DIO
Il Salmista scriveva nel Salmo 120: "Io sono per la pace; ma, non appena ne parlo, essi sono per la guerra" Tale era il mondo di un tempo, e tale è ancora oggi. Il nostro secolo che si vanta delle sue conquiste e dei suoi progressi, conosce, in tutte le parti del mondo, guerre, rivoluzioni e lotte intense. Non c'è ragione per essere fieri dell'umanità. Ma esiste un'altra pace, quella di Dio. Essa non riposa su un fragile compromesso che le darebbe soltanto una durata passeggera, ma su un solido fondamento: l'opera di Cristo alla croce. Gesù, solo mediatore tra Dio e gli uomini, ha risposto sia alle esigenze della giustizia divina, sia alla nostra condizione di peccatori. "E' Lui che è la nostra pace" (Efesini 2:14). Quella che Geù offre anche a te, è una pace che Dio dona generosamente a tutti gli uomini, poiché Egli è "l'Iddio della pace" (Romani 16:20). Questa pace non dipende da noi, non ci è accordata in virtù dei nostri propri meriti, ma in virtù del sacrificio di Cristo.
"In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»" (Atti 4:12)
UNA SALVEZZA PERFETTA
Tutte le religioni fondate dagli uomini pretendono di offrire una risposta alla coscienza tormentata dell'essere umano che cerca la pace con Dio. Risposte illusorie perché propongono all'individuo di pervenirvi mediante i propri mezzi. Ma la salvezza può solamente provenire da Dio e non può essere altro che gratuita. Dio odia e condanna il peccato, ma ama il peccatore e vuole riconciliarlo a sé. Tuttavia, poiché Egli è giusto, non può semplicemente chiudere gli occhi sui nostri peccati. La giustizia divina è una legge che non può rimanere senza effetto o essere messa da parte. Poiché l'uomo è colpevole, deve subirne le conseguenze. Ma Dio, nel suo amore, ci ha dato un Salvatore, Gesù Cristo, il suo stesso Figliuolo. Egli si è sostituito a noi per sopportare sulla croce la giusta ira di Dio che noi meritavamo. Gesù offrì se stesso quale Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Ora, semplicemente credendo in Lui e accetandolo quale personale Salvatore, si ottiene una salvezza perfetta.
"Ecco, la mano del Signore non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire;
ma le vostre *iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi piú ascolto" (Isaia 59:1-2)
UN MALE INCURABILE Gesù Cristo è venuto nel mondo per portarci la conoscenza di Dio. Come potrebbe il Creatore non interessarsi alla sua creatura? E, vedendola perduta, Egli ha voluto salvarla. In presenza della giustizia di Dio, ci rendiamo conto che siamo degli esseri colpevoli. Tra Dio e noi si erige una barriera insormontabile, è il peccato. Ciò che è terribile è che il nostro male è incurabile. Con qesto male gli uomini devono continuamente misurarsi in quanto esso si trova nel loro proprio cuore. Essi ne minimizzano la gravità, e ne fanno addirittura una distinzione tra peccato "veniale" e peccato "mortale", ma davanti a Dio ogni peccato è mortale, in quanto, per espiarlo, è stata necessaria la morte sulla croce di Gesù. Tutti gli esseri umani, come attesta La Scrittura, sono peccatori e, a questo titolo, meritano di essere eternamente separati da Dio. Non vi è dunque nessuna speranza per l'uomo? Non potrà dunque mai essere perdonato e sfuggire alla perdizione? Vi è la soluzione: la fede in Cristo Gesù!
"Infatti sta scritto: «Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me,
e ogni lingua darà gloria a Dio»" (Romani 14:11)
L'INEVITABILE INCONTRO Si può provare a rifiutare Gesù dalla propria vita perché lo si considera inutile, ma, in ogni caso, bisognerà incontrarlo un giorno. Possiamo già ora, mentre siamo ancora in vita, mentre lo si può trovare come il Salvatore che offre la salvezza a chiunque crede. Altrimenti più tardi, nel momento del giudizio finale, come il Giudice inflessibile e senza appello di tutti coloro che hanno rifiutato e sprezzato la salvezza offerta. Questo incontro è inevitabile; e nessuno potrà esimersi. Colui che si sarà rifiutato di riconosce Gesù come il Salvatore che offre la Sua grazia e il Suo perdono, s'imporrà come il Giudice inesorabile. Quel giorno ognuno sarà senza scuse per aver rifiutato la salvezza a loro offerta in dono. Coloro invece che, sulla terra, hanno ricevuto Gesù come loro Salvatore, lo contempleranno nella Sua gloria; vedranno sulle Sue mani il segno dei chiodi; si prostreranno davanti a Lui e Lo adoreranno. "Così dunque ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio" (Romani 14:12).
"Perciò io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere" (Apocalisse 3:17-18)
BISOGNO DI NULLA
Il capitolo 3 dell'Apocalisse dichiara l’autosoddisfazione della Chiesa di Laodicea: "Sono ricco e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla". Ma il Signore vuol farle prendere coscienza della sua profonda miseria, perché ricerchi presso di Lui tutto quello che invece manca. “Non ho bisogno di nulla”, dirà anche l'incredulo. “Non ho bisogno della salvezza, per me va tutto bene. Da che cosa devo essere salvato?”. “Non ho bisogno di niente, pensa colui che trascura la preghiera, dice, che richieste farei? Per me va tutto bene. I bisogni degli altri, in tutti i campi, ci lasciano spesso tanto più indifferenti quanto più siamo ben sistemati. La Parola di Dio ci invita, come Laodicea, ad aprire gli occhi ed a comprendere il bisogno che abbiamo di Gesù, dapprima come Salvatore, in seguito come ragione di vita. Dio ci da un consiglio di vitale importanza, che è quello di chiedere a Lui del "collirio" per vedere, delle "vesti" per coprirci e dell'"oro" per essere veramente ricchi in Lui.
"Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione" (1° Timoteo 6:9)
NON AMARE LE RICCHEZZE
Gli uomini sono generalmente assillati da un grande problema: lo sfrenato desiderio di avere sempre di più. La sensazione radicata in loro è di non aver mai abbastanza. Quando si insinuano nella vita tali desideri, si finisce col diventare schiavi di essi al punto da non essere mai contenti. Chi invece ha creduto in Gesù e per la sua grazia è divenuto un figlio di Dio, possiede una forza tale in se da essere liberato da questa perenne insoddisfazione. Chi ama il Signore Gesù accoglie le sue parole: "Non fatevi dei tesori sulla terra". Egli può stabilire delle priorità e usare responsabilmente quanto Dio gli provvede. Il consiglio che il Signore ci dà nella sua Parola è saggio, e dobbiamo badare a farlo nostro in questo tempo di benessere: "Non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò. Talché possiamo dire con piena fiducia: Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che mi potrà fare l'uomo?".
"Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesú; e grande grazia era sopra tutti loro" (Atti 4:33)
GESU' E' RISUSCITATO
Le predicazioni di Pietro E Paolo, riportate nel libro degli Atti, affermano con grande energia il fatto della risurrezione del Signore Gesù. Senza dubbio essi parlano molto della sua morte, ma ancora di più della sua risurrezione. La sua morte sarebbe potuta essere considerata come quella di un martire, aggiunta a molte altre, ma la risurrezione gli conferiva un carattere specifico. Essa dimostra la vittoria di Cristo sul potere del peccato. Gesù è sceso nella morte ma non era possibile che fosse trattenuto da essa. Questo dimostra pienamente che è il Figliuolo di Dio, mediante la Sua risurrezione dai morti (Romani 1:4); inoltre, essa ci accerta che Dio ha perfettamente accettato il sacrificio offerto sulla croce. Cristo è risuscitato dai morti, "primizia di quelli che dormono" . Quindi Gesù ha compiuto l'opera di salvezza, basta solo credere: "se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato" (Romani 10:8,9).
"Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?" (Romani 8:32)
CHE COS'E' LA GRAZIA DI DIO
La grazia ci dà ciò che non ci è dovuto. Dio non è nostro debitore, siamo noi ad essere in debito con Lui, per di più, totalmente insolvibili. Se fossimo accolti da Dio in virtù delle nostre opere, la grazia non sarebbe grazia (Romani 11:6). La grazia è l'amore di Dio applicato alla nostra miseria morale che è assoluta. Questo amore ha la sua sorgente in Dio stesso, e non in noi, e questo spesso non acccettiamo. Pensiamo sempre di poter fare qualcosa che attiri su noi il favore di Dio. L'incredulo respinge la grazia, il peccatore pentito la riceve con riconoscenza. Ma, dopo averla gustata, facciamo attenzione a non dimenticarne il valore. La grazia, base delle relazioni dell'uomo peccatore con l'Iddio Santo, è anche la sorgente di tutte le benedizioni del credente durante la sua vita, che può sempre dire mentre si rivolge al Signore: Non merito il Tuo favore, nulla ho che può piacerti ma so che posso venire a Te per i meriti del mio Signore Gesù Cristo e sulle perfezioni della sua opera.
"O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima mia, a Te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua" (Salmo 63:1)
I NOSTRI APPUNTAMENTI COL SIGNORE
La preghiera è l'attività fondamentale della nostra vita cristiana, la comunicazione che noi stabiliamo con Dio per adorarLo, per presentarGli i nostri bisogni e ringraziarLo. Avere un'udienza con l'Iddio sovrano, ma contemporaneamente pieno d'amore, è il privilegio più elevato che un uomo possa sperare. Le nostre altre attività dipenderanno da questa. E' più facile agire che pregare; è più facile adoperarsi per gli altri che pregare: anche chi non crede può, con dei buoni sentimenti, far del bene al suo prossimo. Molto prima dello spuntar del giorno, Gesù saliva su un monte per pregare, e ne dà l'esempio ai suoi discepoli che gli domandavano: "Signore, insegnaci a pregare" (Luca 11:1). Cerchiamo di apprezzare questi momenti privilegiati passati in Sua compagnia e non manchiamo, nel corso delle quali riceviamo da Lui la guida per ogni necessità, le forze e la sapienza di cui noi tutti avremo bisogno per compierle. Passa del tempo alla Sua presenza, lascia che Gesù riempia la tua vita.
"Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesú Cristo, secondo il mio vangelo" (Romani 2:16)
NULLA DI NASCOSTO
Nessuno di noi sopporterebbe che coloro che ci circondano conoscessero esattamente tutto ciò che è nel nosgtro cuore. Che vergogna se tutti i nostri miseri segreti fossero così rivelati. Ora, tutto ciò che noi pensiamo, ciò che esprimiamo o facciamo, è conosciuto al Signore, e tale conoscenza dovrebbe importarci, in quanto, un giorno, bisognerà rendere conto di ogni dettaglio dell'esistenza che Dio ci avrà concessa. Questa perfetta conoscenza che Dio possiede circa tutte le cose, riempiva di perplessità l'autore del Salmo 139: "Dove me andrò lungi dal tuo spirito? E dove fuggirò dal tuo cospetto?''. Eppure, questa inquietudine può cambiarsi in una gioia senza pari. Questo avviene quando, cosciente del proprio stato di peccato, l'uomo lo riconosce e lo confessa a Lui, ed Egli si rivelerà a lui come l'Iddio di grazia e di perdono, l'Iddio Salvatore. " Oh quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri!" dice allora questo credente... provami, e conosci i miei pensieri e guidami per la via eterna.
Altro...
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesú" (Romani 3:23-24)
TUTTE LE RELIGIONI SI EQUIVALGONO?
Si sente spesso affermare che tutte le religioni si equivalgono, purché le si pratichi coscienziosamente. Purtroppo esse si equivalgono nella triste realtà che che nessuna di esse ci garantisce l'accesso alla vita eterna. Non è la dottrina alla quale aderiamo, né l'insieme delle pratiche religiose che possiamo seguire, tantomeno una vita irreprensibile agli occhi dei nostri simili, che possono salvarci. Nell Bibbia si narra di un giovane che, pur essendo ligio nell'osservanza della religione, Gesù gli disse che mancava ancora di qualcosa perchè potesse ereditare la vita eterna, doveva donarsi a Cristo senza riserve, mettere il suo futuro nelle Sue mani. Ciò che occorre a tutti noi, non è né una morale, una religione; ma è un Salvatore, ed Egli è Cristo Gesù, che è venuto nel mondo per salvare dei peccatori". "In nessun altro è la salvezza" è scritto nel libro degli Atti. Non cercare altrove la salvezza, rimarresti deluso. Dona il tuo cuore a Cristo, accettalo e ricevereai in dono la salvezza.
"Tuttavia, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo l'argilla e tu colui che ci formi; noi siamo tutti opera delle tue mani" (Isaia 64:8)
L'UOMO: UNA CREATURA RESPONSABILE
Dio ha creato l'uomo a Sua immagine ed a Sua somiglianza, cioè, con le sue stesse facoltà: quella di amare, di pensare, di ragionare, di volere e di rifiutare, ecc... Non ha voluto crearlo come un automa, ma gli ha fornito il libero arbitrio, dunque libero. Ma la libertà sottintende la responsabilità, per questa ragione, egli è tenuto ad ubbidire coscientemente al suo Creatore. A causa del peccato e della disubbidienza del primo uomo, miseria, sofferenze e morte ne sono stati la tragica conseguenza. Ma l'Evangelo non si ferma di fronte a questo ostacolo. Esso è la buona novella ed attesta: "il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore" (Romani 6:23). Dio non ha cercato di migliorare la razza umana, Egli ha donato Gesù Cristo, il quale è venuto sulla terra per ricominciare la storia dell'uomo. Ha offerto a Dio una vita perfetta, senza peccato, essendo diventato ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce (Filippesi 2:8).
"Cosí da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l'avvenire, per ottenere la vera vita" (1° Timoteo 6:19)
UNA SOLA VITA DA VIVERE
Nella sua epistola, l'apostolo Giacomo, pone la domanda: "Che cos'è la vita vostra?, un vapore che appare un po' di tempo e poi svanisce" (Giacomo 4:14). Possiamo rimpiangere amaramente il tempo che abbiamo perso, ma non possiamo riprendere neppure un solo istante della nostra esistenza. Abbiamo solo una vita da vivere sulla terra. E' certamente un capitale che abbiamo forse già notevolmente sciupato e che continua, lo vogliamo o no, a scivolare tra le nostre mani. Una vita non è pienamente vissuta se non lo è con Dio e per Dio, nella certezza del perdono dei propri peccati, con una gioia profonda nel cuore. Ecco la vera vita. Molti dei nostri contemporanei sono preoccupati, essi non hanno né speranza né certezza circa l'avvenire. Pensiamo anche alla vita futura dopo la morte, accettiamo il perdono di Dio e la vita eterna che Egli oggi offre. Perché tardare? Abbiamo una sola vita, la vogliamo donare ora al Signore per avere la vera pace e la vera gioia, ed infine la certezza della vita eterna.
"Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio..." (1° Pietro 3:18)
GESE' E' MORTO PER DARCI LA VITA
Certi uomini sono anche capaci di morire per una nobile causa, dei coraggiosi salvatori rischiano la loro vita per i loro simili in pericolo. Ma che dire di Colui che è morto per i suoi nemici? E' ciò che ha fatto Gesù Cristo, Egli ha offerto se stesso in sacrificio per coloro che lo mettevano a morte. Tale è l'amore di Dio che mentre eravamo ancora peccatori ha dato il Suo Figliuolo per noi; Egli è morto per degli empi; noi, esseri umani. Gesù, è venuto fino a noi, ma molti lo hanno rifiutato. Ma la perfezione di Gesù brilla in questo: rigettato e messo a morte dagli uomini, Egli offre la propria vita a Dio per espiare i loro peccati. Ora è compiuta l'opera della salvezza, una volta compiuta alla gloria di Dio, gli permette di accogliere con amore il peccatore che si pente. L'uomo mortale, che tremava un tempo di fronte alla morte, è ora sicuro di possedere la vita eterna. Il credente salvato è condotto fino a Dio stesso e può chiamarLo Padre. Caro lettore, Gesù è morto per darti la vita.