Donna, perché piangi? Ella rispose loro: Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l'abbiano deposto (Giovanni 20.13)
PERCHÉ PIANGI?
"Perché piangi"; una domanda importante rivolta con estrema tenerezza perché mostra innanzitutto l’interesse che Gesù ha per noi, Egli non è indifferente alle nostre necessità ed esprime la Sua cura nei nostri confronti, non c’è lacrima che egli non scorga. Quella domanda esprime anche compassione, la premura rivolta verso Maria che aveva il cuore affranto, tutto l’amore di Dio verso colei che stava soffrendo. Quasi certamente, nella domanda rivolta a Maria c’è anche una piccola tenera riprensione: perché continui a piangere quando dovresti gioire? Egli è morto per i nostri peccati, ma ora la tomba è vuota perché Cristo è risorto dai morti per la nostra giustificazione e ora vive per intercedere per noi. Caro lettore, se ci sono lacrime che sgorgano dal tuo cuore e rigano il tuo viso, rivolgiti a quel caro Salvatore risorto che viene a farti compagnia nel tuo dolore con lo scopo di consolarti e aiutarti. Scoprirai anche tu la potenza del Suo amore, la dolcezza della Sua presenza, l’infinita Sua grazia.
Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te! (2° Cronache 20:12)
RICORRI A DIO
Il re Giosafat, stava subendo un duro attacco; di fronte a ciò egli ebbe paura. È normale, umano, avere paura, trovarsi nello sconforto, quando nelle difficoltà della vita non si sa cosa fare, quando ogni soluzione che si vuole adottare non trova sbocchi e il problema sembra travolgere la nostra vita. Giosafat però non ricorse a nessuna soluzione umana, ma si dispose a cercare il Signore. Innanzitutto confessò a Dio la sua debolezza, di non avere sufficiente forza per affrontare ciò che gli stava accadendo; chi si rivolge al Signore deve, prima di ogni altra cosa, confessare di essere senza forza, di essere troppo piccoli per affrontare i problemi della vita. Inoltre, dichiarò la sua totale impotenza e incapacità, perché chi si accosta al Signore deve riconoscere che a Lui appartiene il salvare e il liberare. Infine, egli depose ogni cosa ai piedi del Signore, fissò lo sguardo verso di Lui con la certezza che gli sarebbe giunto l’aiuto e la liberazione che Dio dona per grazia a tutti coloro che ricorrono a Lui.
Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà. E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua? (Marco 8:35, 36)
SALVARE CIÒ CHE È PREZIOSO
Quando non possiamo salvare tutto perché impossibile, allora salveremo ciò che riteniamo prezioso. Siamo finanche disposti a perdere tutto il resto pur di salvare ciò che per noi più vale. Capita però che, nel valutare ciò che è secondario e ciò che invece per nulla vorremmo perdere, trascuriamo l’anima nostra. Sappiamo dare valore a tutto ciò che è terreno, ma non sappiamo dare il giusto valore a ciò che è spirituale. Agli occhi di Dio l’anima nostra è preziosa più d’ogni altro bene, per questo Gesù è venuto a “salvare ciò che era perito”, e la dimostrazione di quanto siamo preziosi per Lui è il prezzo che Egli è stato disposto a pagare per salvarci e donarci vita eterna: il suo prezioso sangue versato sulla croce. Avere tutto in questa vita e poi perdere la propria anima non gioverà a nulla, ma chi va a Cristo perché ha saputo dare il giusto valore alla propria vita spirituale, chiedendo per fede di salvarlo, otterrà vita eterna. Gesù ha detto "cercate prima il regno di Dio... il resto vi sarà sopraggiunto".
Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana (Isaia 1:18)
VENITE E DISCUTIAMO ASSIEME
L’uomo vive lontano da Dio e pensa a tutt’altro tranne che a Lui. I suoi desideri e i suoi interessi sono volti verso ciò che è vano, aleatorio, alla ricerca solo dei propri interessi. Il Signore, invece, è interessato a ciascun uomo perché lo ama, lo cerca e si rivela come Colui che vuole operare nella vita di chi si accosta a Lui. Devi quest’oggi fermare i tuoi passi e riconoscere il tuo bisogno di Dio, puoi “discutere” con Lui, confidarti con Lui, confessare il tuo peccato, le tue difficoltà, ogni tuo bisogno; facendolo realizzerai che Cristo Gesù, per mezzo del Suo sangue, può cancellare il tuo peccato e purificarti d’ogni colpa e donarti la vita eterna; dopodiché godrai ogni giorno le Sue benedizioni, gusterai ciò che è veramente buono: l’aiuto del Signore, il Suo amore, la Sua grazia. Oggi, puoi rimanere tra coloro che non credono in Dio, che non si preoccupano di andare a Lui, oppure puoi accogliere il Suo invito e decidere di andare e discutere con Lui e sperimentare le Sue infinite ricchezze.
Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno... (Giovanni 5:6-7)
SE VUOI, PUOI AVERE GESÙ
Quante volte ci possiamo sentire soli, nel bisogno; senza qualcuno con cui confidarsi, nessuno che comprende in fondo il nostro dolore, nessuno disposto ad aiutarci. Ebbene la notizia meravigliosa del Vangelo è che Gesù vede il tuo cuore, come aveva visto quel malato, la sua sofferenza, e fu mosso a compassione per lui; conosce cosa ti sta affliggendo, il peso del peccato, le situazioni della tua vita, nello stesso modo con cui sapeva che quell’uomo da gran tempo stava così. Non soltanto il Signore vede e conosce tutto di te, Egli desidera operare nella tua vita; ti rivolge ancora la stessa domanda che rivolse quel giorno: vuoi essere guarito; nello spirito, innanzitutto, liberandoti definitivamente dalla schiavitù del peccato; nell’animo, donandoti quella pace che è frutto della sua presenza e che soltanto Lui può donare; nel corpo, operando con la sua potenza risolvendo ciò che altri non han potuto fare. Se vuoi puoi avere Gesù nella tua vita, invocaLo e con fede digli: “Si Signore, voglio essere sanato”.
Absalom faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere giustizia; in questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele (2° Samuele 15:6)
NON FARTI RUBARE IL CUORE
Absalom voleva il controllo sul popolo e fece di tutto per raggiungere il suo scopo. Con le sue lusinghe e con promesse che non avrebbe mai mantenuto, riuscì a conquistare la fiducia e la stima della gente. La tua vita è preziosa per il Signore, Egli vuole che tu gli appartenga, non permettere pertanto che il peccato, le cose effimere di questo mondo, i piaceri della vita, facciano di te ciò che Absalom fece con il popolo. Non farti rubare il cuore da uno che si spaccia re, ma non lo è; dona invece il tuo cuore al re dei Re, Cristo Gesù; Egli non vuole approfittare della tua vita, ma vuole salvarti, benedirti, farti gustare ogni giorno il Suo amore e la Sua presenza. Molti volsero il cuore verso Absalom, ma vi furono anche di quelli che non si lasciarono ingannare, sapevano che il vero re era Davide e rimasero fedeli a lui. Sia la tua decisione quella dei discepoli di Gesù, quando di fronte a tanti che lo abbandonarono dissero: “Signore da chi ce ne andremmo noi, tu hai parole di vita eterna”.
Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome (Apocalisse 3:8)
UNA PORTA APERTA
Un muro invalicabile separa l’uomo da Dio. Il peccato ha generato inimicizia con il Signore e tiene l’uomo lontano da lui; ma Dio, nel Suo infinito amore, ha voluto aprire una porta: Cristo Gesù. Se desideri conoscere il Signore, se hai bisogno del Suo aiuto, se vuoi avere comunione con Lui, sappi che Egli ti ha posta dinanzi una porta aperta, Egli sta aspettando che tu entri. L’unico che apre questa porta è Colui che è stato immolato per il peccatore, nessun altro ha questo potere e tantomeno Egli ha delegato altri a farlo. Passare per essa significa essere salvati, godere una vita ricca delle sue benedizioni, avere accesso nella vita eterna dopo la morte. Come ogni porta separa due ambienti, passare per essa vuol dire anche lasciare qualcosa per ricercane altre; la vecchia vita che Dio non gradisce per abbracciare quella nuova da Lui donata; cercare fedeltà e ubbidienza, aspettare con gioia la prossima venuta di Gesù. Cristo è la porta che Dio ti ha posta dinanzi, accettaLo e troverai salvezza.
Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà (Michea 7:7)
RACCOGLIERE ANCORA
Il profeta descrive uno scenario triste e attuale; dove c’erano frutti non ve sono più, vorremmo essere cibati, ma tutto è stato già preso; cerchiamo conforto dagli altri, ma non c’è. Quante volte guardandoci attorno notiamo mancanza di moralità, di giustizia, di pace, di amore. Siamo così portati ad affermare che non c’è più nulla di buono. Ma ancora una volta la Bibbia ci mostra che Dio è fonte di grazia inesauribile e che in Lui troviamo tutto ciò che può soddisfarci appieno. Il profeta afferma: “Quanto a me”; occorre andare a Lui senza guardare a ciò che accade attorno e quello che gli altri fanno, una scelta personale. Egli aggiunge che spererà in Dio il quale non lo deluderà a differenza di chi si aspetta l’aiuto dall’uomo, perché il Signore non delude coloro che confidano in Lui. Infine, vi è la certezza che Dio ascolta perché Egli è buono, fedele, perché Egli non ci tratta secondo i meriti, ma per grazia. Se guardandoti attorno non vedi nulla di buono, sappi che ai piedi di Cristo vi è abbondanza di benedizione.
Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce (Giona 2:3)
IL SIGNORE RISPONDE
Giona rifiutò di dare ascolto a Dio e diresse i suoi passi, la sua vita, il suo futuro “lontano dalla presenza del Signore”. A causa di questa sua ribellione si trovò ad affrontare ciò che non avrebbe mai voluto; egli toccò letteralmente il fondo. Fu allora che si ricordò del Signore, riconobbe il proprio peccato senza colpevolizzare Dio di quanto gli stava accadendo, era consapevole della gravità dell’essere lontano dal Signore, il suo desiderio fu quello di tornare a Dio ed elevò una preghiera con la certezza che Egli l’avrebbe udita: “Io mi sono ricordato del Signore; e la mia preghiera è giunta fino a te”. Ancora oggi l’uomo cerca di fuggire dal Signore, di agire secondo i propri pensieri e tutto questo produce non soltanto insoddisfazione, ma lo porta a vivere sempre più in basso e spesso a toccare il fondo; cosa fare allora? Una preghiera fatta con fede e accompagnata da un sincero ravvedimento certamente raggiungerà il trono della grazia di Dio il quale farà seguire una pronta risposta e soluzione.
Il Signore ha ascoltato la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera (Salmo 6:9)
IL SIGNORE MI ACCOGLIE
Non c’è nulla di più confortante del fatto di sapere che Dio ci ascolta sempre. Nessuna parola che rivolgiamo a Lui in preghiera e con fede cade nel vuoto. Il Signore ascolta la nostra supplica e accoglie, riceve, conserva la nostra preghiera. Tutto ciò non è dovuto ai nostri meriti, ma grazie all’opera di grazia di Cristo Gesù. Per la Sua grazia, Egli accoglie le nostre richieste; ogni difficoltà, ogni necessità, ciò che ci affligge, possiamo confidare tutto al Signore con la certezza che il Suo orecchio è attento alle nostre parole, e un "libro è scritto per conservarle" (cfr. Malachia 3:16). Il Signore è Colui che raccoglie le nostre lacrime nei suoi otri, ognuna di esse è nel suo registro; nessuna lacrima versata davanti a Lui è lasciata cadere a terra, anche le più nascoste, le più segrete, quelle che nessuno vede perché sono nell’intimo del cuore; quelle lacrime che sono il risultato di un fallimento, della debolezza, della solitudine, di qualche amarezza. Quale conforto sapere che il Signore mi accoglie!
Altro...
Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (Romani 8:35)
ANCORATI ALL'AMORE DI CRISTO
Le prove che si abbattono sull’uomo durante la sua vita non potranno mai essere tanto terribili da arrivare a privarlo dell’amore di Dio e della sua relazione con Lui. Paolo dice che “in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori”. Non parla di cose immaginarie, ma di prove concrete e attuali, in esse saremo vincitori per il fatto che Cristo ci terrà uniti e stretti a Lui. “Sarà forse la tribolazione…?”; La tribolazione non è mai piacevole, e potrà pure abbattersi su te con violenza, ma non potrà mai separarti dall’amore di Dio. “Sarà la distretta…?”; l’amore di Dio non si scosterà da te quando affronti situazioni in cui sembra non esserci soluzione. “Sarà la fame…?”; puoi arrivare a toccare il fondo, ma anche allora puoi essere certo che Dio ti ama, non ti abbandona. Accade qualcosa di straordinario nella vita di chi si tiene ancorato all’amore di Dio. Deve prevalere la fede e la logica va messa a tacere di fronte a situazioni di questo genere, la sola spiegazione è “l’amore di Dio in Cristo Gesù”.
Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te! (2° Cronache 20:12)
QUANDO NON SAI COSA FARE
Popoli forti e potenti stavano movendo guerra ad Israele e al re Giosafat. Una gran difficoltà al punto che egli ebbe paura di soccombere, di non farcela, paura del suo futuro. Di fronte ad un così gran problema Giosafat fa l’unica cosa che ogni credente dovrebbe fare: “Si dispose a cercare il Signore e implorare il Suo aiuto”. Elevò una sentita preghiera: “Non sappiamo che fare”. Il segreto per riportare la vittoria è quando ricorriamo a Dio e riconosciamo la poca forza a nostra disposizione, che ogni nostra abilità è poca cosa di fronte a situazioni che soltanto Dio può risolvere. Inoltre Giosafat confessò a Dio la sua incapacità. Quando dici a Dio di non avere speranza e capacità, Egli opererà. Infine, il re prese la ferma decisione di tenere fisso il suo sguardo sul Signore e non sul nemico che avanzava. Dobbiamo volgere lo sguardo verso Il Signore e non sull'uomo; e dire come il profeta: “io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nell’Iddio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà” (Michea 7:7).
Mentre egli parlava ancora, vennero dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «Tua figlia è morta; perché incomodare ancora il Maestro? (Marco 5:35)
NON È MAI TROPPO TARDI
Un uomo si recò da Gesù affinché stendesse la Sua mano di guarigione sulla figlia gravemente malata. Avvenne però che, mentre Gesù si stava avvicinando alla casa di lui, la figlia morì. Quanti erano raccolti vicino alla famiglia dissero che non era più necessario che Gesù si fosse scomodato per qualcosa irrisolvibile. Era ormai troppo tardi. Quante volte si fa strada nella mente quella voce che dice: Perché continuare a pregare o a sperare in Lui? Ormai è troppo tardi! Quando sembra non esserci più soluzione e speranza, quando hai ormai perso le forze, quando sei scoraggiato vai al Signore, per Lui non è mai troppo tardi se soltanto però continui a sperare in Lui. Se ancora confidi nel Signore con la certezza che nulla è impossibile a Lui. L’esortazione che ancora Gesù fa a chi è in difficoltà è di non temere, non aver paura, non farti vincere dallo sconforto, ma aspettati il Suo potente intervento, sappi che ogni cosa è possibile a chi crede, anche quando le circostanze ti fanno dire che è troppo tardi.
E lí, a causa della loro incredulità, non fece molte opere potenti (Matteo 13:58)
POCHE OPERE POTENTI
Gesù era a Nazaret, ma solo pochi infermi furono guariti quel giorno. Tutto ciò naturalmente non fu colpa Sua, ma fu causato dall'incredulità di chi era lì. L’incredulità impedisce di realizzare l’opera di Dio nella nostra vita; perché Egli non fa violenza a nessuno. Non è scritto che Cristo non volle operare, ma che Egli “non poté operare”; e “si meravigliò della loro incredulità”. Quelli che Lo ascoltavano parlare quel giorno non vedevano oltre la vista materiale, per loro Egli era solo il figlio del falegname e di Maria, fratello di Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda; non credevano nella Sua Deità. Bastava un passo di fede e tutto si sarebbe svolto diversamente, come tante altre volte aveva fatto, Gesù avrebbe operato nello spirito e nel corpo di chi si accostava a Lui con piena fiducia. Non sono le difficoltà, né la gravità del problema che possono impedire a Cristo di agire, ma soltanto l’incredulità. Ancora una volta Gesù ci dice, come disse a Tommaso: “Non essere incredulo, ma credente”.