La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio (Proverbi 12:15)
ASCOLTARE I CONSIGLI
Fra i tanti difetti tipici dello stolto sicuramente c'è quella di non rendersi conto che sta sbagliando. Lo stolto tende a non porsi domande e a non riflettere più di tanto sulle sue scelte. Egli va dritto per la sua strada senza badare al male che può procurare a se stesso o al prossimo. Se poi si prova a fermarlo o ad avvertirlo, lo stolto spesso reagisce irritandosi e non prestando ascolto ai consigli. Invece, chi è saggio agisce nel modo esattamente contrario. Si pone spesso domande del tipo: "Sto agendo bene? Questa scelta è davvero la migliore? Il libro dei Proverbi insiste spesso sul grande valore dell'esperienza e del saper ascoltare i consigli di chi ne sa di più: "Nel gran numero dei consiglieri sta la salvezza. I disegni falliscono, dove mancano i consigli. Con sagge direttive potrai condurre bene la guerra, e la vittoria sta nel gran numero dei consiglieri" (Proverbi 11:14; 15:22; 24:6). Ci aiuti il Signore in modo che possiamo ascoltare i consigli che Dio ci rivolge attraverso la Sua meravigliosa e insostituibile Parola, la Bibbia.
Senza di me non potete fare nulla (Giovanni 15:5)
GESÙ È INDISPENSABILE
Che cosa intendeva dire Gesù con questa affermazione? Senza di me non potete fare il bene! Non lo possiamo neppure desiderare perché è soltanto Lui che lo ispira nel cuore dell’uomo. Senza di me non potete possedere la luce! La vera luce che può fugare le tenebre fitte che avvolgono il nostro cuore. Senza di me non potete avere la certezza del perdono, della pace e della vita eterna! Senza di Lui queste realtà spirituali non possono esse sperimentate nella nostra vita. Senza di me non potete salvarvi! Non ci può essere salvezza al di fuori di Lui. Non ci può essere liberazione dalla schiavitù del peccato, senza quel prezioso sangue che Gesù ha sparso sulla croce per me e per te. Sì caro amico, senza Gesù non puoi fare proprio nulla! "E in nessun altro è la salvezza; poiché non c’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati” (Atti 4:12).
Poi Dio disse a Mosè: "Sali verso il Signore ... poi Mosè solo avanzerà verso il Signore; ma gli altri non si avvicineranno e neppure il popolo salirà con lui" (Esodo 24:1, 2)
AVVICINARSI A DIO
Quando Israele giunse in prossimità del monte Sinai, Dio chiamò i conduttori del popolo perché salissero sulle pendici del monte, tenendosi ad una certa distanza da Lui. Soltanto a Mosè fu permesso di avvicinarsi e di avere comunione con il Signore. Nel nuovo Testamento, invece, tutti i credenti sono invitati ad avere una comunione intima con Dio. Infatti, lo scrittore della lettera agli Ebrei ci esorta cosi: ”Avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede….” (Ebrei 10.21,22) e Giacomo riporta questa promessa: ”Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi…” (Giacomo 4:8). Non mantenere le distanze da Dio! Egli vuole che ti avvicini a Lui. Il Padre dice: ”Venite..." (Isaia 1:18). Il Figlio dice: ”Venite…” (Matteo 11:28). Lo Spirito Santo dice: “Vieni…” (Apocalisse 22:17). Il cuore di Dio e le Sue braccia sono aperte verso di te. Accogli l'invito che il Signore ti rivolge di accostarti a Lui!
Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. (Apocalisse 2:4)
ABBANDONARE
L'abbandono è una delle cose più tristi che ci possano essere. Chi abbandona e chi è abbandonato provano una sofferenza grandissima nei loro animi anche se in maniera differente e a volte contrastante. Chi è abbandonato sente il peso della separazione, si sente solo, sente che le cure e l'affetto della persona amata sono venute meno, vorrebbe fare qual cosa per rimediare ma si sente inerme e impossibilito a farlo. Chi abbandona si sente nel giusto anche se spesso preso dal rimorso. Ognuno di noi, in ogni cosa che fa sente di stare seguendo la via migliore, ma non sempre è così. Nell'amore umano forse si attraversano diverse fasi che vanno dall'innamoramento, all'amore più intenso per poi sfociare molte volte nell'indifferenza. Dio sa tutto questo e non vuole che l'amore che ci ha infervorati per Lui appena lo abbiamo conosciuto e accattato divenga tiepido e freddo. Dio vuole che lo amiamo sempre con la stessa intensità così come Lui ci ama e ci ha amato fin dall'inizio della nostra esistenza, e ancora da prima. Ama Dio!
Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente (Proverbi 2:7)
AIUTO POTENTE
Il salmista a un certo punto si chiede preoccupato: "Da dove mi verrà l'aiuto?" (Salmo 121:1). Tutti noi, prima o poi, ci troviamo in mezzo a situazioni difficili in cui abbiamo estremo bisogno d'aiuto. Il versetto di oggi ci ricorda che il Signore ha in serbo tutto l'aiuto di cui abbiamo bisogno. Non puoi ignorare Dio o offenderlo ripetutamente e poi pretendere che ti venga in aiuto. L'aiuto che Egli ti offre è immediato e lo capisci dalla pace che mette subito nel tuo cuore. È un aiuto potente: non pensare mai che qualcosa sia troppo grande o troppo difficile per Lui. È un aiuto gratuito: ti costa soltanto una preghiera! È un aiuto che Dio ti offre per grazia. Non per quello che tu sei, ma per quello che Lui è. Che farai? Oggi cercherai di cavartela con le tue forze? Spererai nelle tue risorse umane? Farai affidamento sugli altri? Ascolta il consiglio della Parola di Dio: chiedi aiuto! E per certo Dio agirà in tuo favore, per il tuo bene e secondo le tue necessità.
Bevi l'acqua della tua cisterna, l'acqua viva del tuo pozzo (Proverbi 5:15)
ATTENTI ALLE NOVITÀ
Questo versetto si riferisce esplicitamente al proprio coniuge "la sposa della tua gioventù" (v. 18) e quindi insegna l'importanza della fedeltà. Purtroppo molti hanno voluto trasgredire questo e mille altri consigli scritturali e poi hanno patito terribili conseguenze personali, familiari, fisiche, economiche, ecc. Ma vorrei vedere in questo versetto anche l'esortazione a restare fedeli alla Parola di Dio, a non cambiare dottrine. C'è chi cambia le proprie idee e le proprie dottrine. Il richiamo della Scrittura è chiaro: "Alla legge! Alla testimonianza!" Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!" (Isaia 8:20). Eppure le novità, come la proverbiale "erba del vicino", sembrano sempre più verdi e attraenti. Le nuove bevande sembrano più frizzanti e dissetanti de "l'acqua viva del tuo pozzo". Gesù ancora dice: "Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete" (Giovanni 4:1).
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore (1° Giovanni 4:8)
DIO È AMORE
Gesù ti ama! E ti amerà fino alla fine. Perché il suo è un amore totale, completo, senza riserve, senza condizioni. Non è un amore a metà, non è legato al sentimento, ma alla volontà. È scritto: "Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna". Gesù ti ama così come sei, così come ha amato il giovane ricco quando questi non lo seguì per non rinunciare ai suoi beni, così come ha amato Pietro anche quando fu da lui rinnegato e Pietro in quell'occasione pianse amaramente. E potrei fare altri esempi. E potresti aggiungere il tuo nome. Tu che forse non lo pensi, magari sei arrabbiato con Gesù, per una malattia, per un problema di lavoro, perché ti senti emarginato da questa vita, che esclude chi non è forte, chi non è conforme agli standard stabiliti da menti corrotte. Tu hai bisogno di amore, come tutti e Gesù ti ama. Caro amico, apri in questo momento il tuo cuore a Gesù ed Egli ti manifesterà il Suo amore.
Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:6)
AMORE VERO
Dio è amore. E “l'amore di Dio” la Bibbia lo definisce in tanti modi, uno più vero dell'altro. Ma l'amore di Dio non è soltanto un principio, una frase ad effetto. E non è sentimentalismo fine a se stesso. No, l'amore di Dio è qualcosa di eterno, di razionale, che ha un suo principio solido, ed è molto pratico. Dio dimostra il suo amore nei nostri confronti in maniera reale, concreta. È un amore che si preoccupa di ricercare il bene dell'altro. E l'altro siamo noi. Si preoccupa a tal punto che mentre eravamo ancora senza forza, peccatori, morti spiritualmente, ha mandato Suo Figlio Gesù Cristo a morire per noi. È, quindi, un amore che sorpassa ogni conoscenza. Chi si darebbe pena per dei peccatori, dei bugiardi, malvagi, ladri, avari, ubriachi? E tali eravamo, ma siamo stati giustificati, lavati, santificati nel nome del Signore Gesù Cristo, affinché "siamo resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo" (Efesini 3:18).
Le ricchezze non servono a nulla nel giorno dell'ira, ma la giustizia salva dalla morte (Proverbi 11:4)
A CHE GIOVA?
Per tutto il Medio Evo si è temuto, ragionato e fantasticato sul "giorno dell'ira" un tema che, nella Parola di Dio, è talmente ricorrente da indurre a riflettere seriamente anche noi. Eppure c'è tanta gente che non pensa ad altro che accumulare e reinvestire il denaro come se non ci fosse mai una resa dei conti. Come se si potessero portare dietro i libretti degli assegni e il denaro. È proprio vero che "le ricchezze non servono a nulla nel giorno dell'ira" e non possono salvare dalla morte, né tanto meno possono garantirci la vita eterna col Signore. Molti ricchi si sentiranno dire queste frasi terribili: "Figlio, ricordati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato" (Luca 16:25). Il consiglio prezioso di Gesù, implicito nel versetto di oggi, è: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio" (Matteo 6:33).
Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù (Filippesi 3:12)
AFFERRARE
Afferrare. Quando usiamo questa parola? Quando stiamo per perdere qualcosa o temiamo di perderla. L'afferriamo per non lasciarla, per non farla allontanare. L'afferriamo anche per proteggerla, per salvarla. Ma tu cosa hai afferrato nelle tue mani? A cosa tieni in maniera particolare? Cosa è prezioso per te? E soprattutto chi ha afferrato te, la tua vita e non la vuole lasciare? Forse una domanda strana, inusuale. L'apostolo Paolo aveva le idee chiare. Voleva afferrare Gesù perché Gesù aveva già afferrato lui. Paolo teneva a Gesù e voleva questo legame più forte, doppiamente "afferrato". Gesù vuole afferrare anche te, vuole salvarti, vuole tenerti stretto a sé, per non perderti, per non farti allontanare da Lui in maniera irrimediabile. Perché ti ama ed è venuto a morire al posto tuo, per salvarti dal giudizio del tuo peccato, dall'inferno. Vuole afferrarti ma non per immobilizzarti. Vuole afferrati per stringerti con amore per renderti veramente libero.
Altro...
Lei attaccò la cordicella rossa alla finestra (Giosuè 2:21)
UN LEGAME D'AMORE
La Parola di Dio è ricca di episodi densi di profondi significati e insegnamenti. Vi si narra di Raab, una donna che per fede compì un gesto fondamentale per la sua salvezza. Il popolo di Israele, uscito dal deserto, si stava preparando a conquistare la città di Gerico dove viveva Raab. Quando due esploratori ebrei giunsero a Gerico, Raab li accolse e chiese loro di salvarla. Essi le chiesero un gesto di fede: appendere una cordicella rossa alla sua finestra. Raab ubbidì e, quando la città fu conquistata, la sua vita fu risparmiata. Quella cordicella fu uno strumento di salvezza nonché un legame che l’avrebbe unita per sempre al Dio di Israele e al Suo popolo. Anche a noi Dio ha voluto donare una “cordicella rossa”, un legame che unisse la terra al cielo, l’uomo a Dio: Gesù Cristo il Signore. Attraverso la croce di Cristo che si staglia dalla terra al cielo, Dio ci ha per sempre legati a Sé, non con catene umane ma con corde d’amore. Quale grazia!
Durante quel tempo, che fu lungo, il re d'Egitto morì (Esodo 2:23)
UN LUNGO TEMPO
La Bibbia narra di Mosè, un uomo chiamato da Dio per compiere un’opera straordinaria: liberare il Suo popolo dalla schiavitù d’Egitto. Per adempiere un così alto compito occorreva un uomo con caratteristiche non comuni. La vita di Mosè fu guidata in modo da prepararlo a tale scopo: crebbe alla corte del re ricevendo una cultura e una educazione eccezionali per quel tempo. Tuttavia, a Dio tutto ciò non bastava. Dio formò Mosè a una scuola speciale: la scuola della sofferenza, del deserto, della solitudine, della preghiera. Mosè visse nel paese di Madian come straniero, svolgendo un lavoro umile. “Durante quel tempo, che fu lungo”, ben 40 anni, Dio operò in lui modellando il suo carattere, rendendolo mansueto. Questo “lungo tempo” fu fondamentale per renderlo adatto al servizio. Se anche tu stai vivendo “un lungo tempo” di sofferenza, nel deserto della prova e della solitudine, considera quanto questo tempo sia prezioso agli occhi di Dio. Confida in Lui ed Egli saprà benedirti e usarti per la Sua gloria.
Prendete su di voi il mio giogo ... poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero (Matteo 11:29, 30)
UN GIOGO DOLCE
La Bibbia riporta queste parole di Gesù: “Prendete su di voi il mio giogo”. Per le persone del Suo tempo, avvezze ai lavori agricoli, il termine “giogo” era immediatamente identificato con quell’attrezzo in legno che posto sul collo di due animali da soma li univa nella stessa fatica. Queste parole di Gesù ci meravigliano perché esprimono il Suo straordinario invito a unirci a Lui con un legame per noi inimmaginabile e irraggiungibile! Gesù, il Figlio di Dio, il Creatore di tutto l’Universo, si abbassa fino a noi, deboli creature, chiedendoci di unirci a Lui per camminare insieme! Quel “giogo” di legno, che ci parla della croce di Cristo, lungi dall’essere uno strumento di costrizione, costituisce un legame d’amore e di grazia tra l’uomo e Dio, tra il peccatore e il Giusto, tra noi e il nostro Salvatore, e ci permette di appoggiarci a Lui e di seguirlo passo dopo passo ovunque Egli vorrà condurci. Accettiamo quindi questo dolce “giogo” d’amore, questo leggero “carico” di grazia, e troveremo riposo per le anime nostre.
Quella notte il re, non potendo prender sonno, ordinò che gli si portasse il libro delle Memorie (Ester 6:1)
NON È UN CASO
Quella notte era la notte in cui il malvagio Aman, irritato perché il Giudeo Mardocheo non si alzava per riverirlo, si stava recando al palazzo del re per dirgli di fare impiccare quest’uomo alla forca che egli aveva preparata per lui. Proprio in quella notte però, ascoltando la lettura del libro delle Memorie, il re scoprì che Mardocheo aveva denunciato i due eunuchi del re, guardiani dell’ingresso, che avevano cercato di attentare alla vita del sovrano e non gli era stato recato per questo nessun onore e nessuna distinzione. Proprio in quel momento arrivò Aman ed il re gli chiese che cosa si dovesse fare ad un uomo che il re desiderava onorare. Alla sua risposta il re disse che avrebbe dovuto fare tutto quello a Mardocheo, senza tralasciare nulla di quel che aveva detto. Tutto quello che accadde non fu affatto casuale. Nulla di tutto ciò che accade lo è. Dio esercita un controllo invisibile ma provvidenziale delle circostanze. Egli si prende cura di coloro che Lo amano e li protegge dal male.