e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti (Luca 12:19)
UN CONSIGLIO STOLTO
Il ricco di questa parabola sa programmare bene la sua vita, è finanche un buon religioso. La sua campagna fruttò copiosamente e non sapendo più dove riporre i raccolti decide di ingrandirsi per godere di tutti quei beni. Il suo errore però fu quello di aver tenuto fuori Dio dal programma della sua vita, pensava che c’era tempo, ci avrebbe forse pensato più avanti, ma Gesù afferma che per Lui c’è sempre un’urgenza: quella di riconoscerLo in tutte le nostre vie. Il ricco pensava che per molti anni sarebbe stato tranquillo, ma il Signore gli disse: “Questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata”. Si era illuso che poteva riposare sulla vanità dei beni materiali, beni che avrebbe lasciato su questa terra alla mercé di qualcun altro. La parabola si conclude con l’invito di Gesù a cercare le ricchezze celesti, i beni spirituali, avere il cuore rivolto a Dio, unica fonte di ricchezza e di bene. Non pensare ci sia molto tempo, non ti cullare su ciò che possiedi, cerca d’essere ricco in vista di Dio!
Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare (Matteo 3:15)
LASCIA FARE A GESÙ
Gesù è venuto per compiere un’opera importante, sacrificare la propria vita quale prezzo di riscatto; desidera manifestare la Sua gloria, ma per far sì che Egli possa operare nella nostra vita dobbiamo lasciare fare a Lui, dobbiamo evitare di essere noi stessi l’impedimento. Ogni resistenza, ogni opposizione, ogni desiderio contrario a quello di Dio, ci privano di quell’opera gloriosa che Cristo desidera compiere in ciascuno. Nel brano relativo al battesimo di Gesù, è scritto che quando Giovanni lo lasciò fare, “i cieli si aprirono”; quando diamo libertà di operare a Cristo le promesse di Dio scendono fino a noi. In quell’occasione lo Spirito di Dio discese. Se lasciamo operare Dio, Egli manifesta ciò che è e realizzeremo la Sua presenza nella nostra vita. È detto che “si udì una voce dai cieli”; se permettiamo a Cristo di agire, la Sua Parola sarà per noi fonte di forza, guida sicura, conferma e risposta ad ogni dubbio. Lascia fare a Gesù, lascia che egli operi nella tua vita, lascia che manifesti la Sua gloria in te.
Se ti scoraggi nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca (Proverbi 24:10)
HAI POCA FORZA?
Non sai quanto è resistente una fune fino a quando non è tesa e tirata; non conosci la forza fisica di un uomo se non vedi quanto peso egli può sollevare. Non sai quanta forza spirituale hai finché non affronti un’avversità! Chissà quante volte, proprio attraverso le prove, abbiamo realizzato e compreso che la nostra forza era poca. Ci siamo a volte scoraggiati, persi d’animo, abbattuti; un chiaro segnale della nostra umana debolezza. Di fronte a tutto ciò non bisogna disperare perché il Signore ci ha promesso, che se lo vogliamo, possiamo essere forti; viene da chiederci: come? Innanzitutto sperando nel Signore, perché “quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze”, forza che si rinnova, che ti eleva in alto, al di sopra dei problemi, forza che ti permette di camminare e correre senza stancarti e affaticarti. Inoltre, la Sua gioia è la nostra forza, la certezza di appartenergli, di essere suoi, d’essere l’oggetto del Suo amore e delle Sue amorevoli cure. “Anima mia, avanti, con forza!”
Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso...e non guardano al Santo d'Israele e non cercano il Signore! (Isaia 31:1)
SOCCORSI DAL SIGNORE
Dove cerchi soccorso quando vivi ed affronti momenti difficili? Se ricorriamo ad espedienti umani, falliamo; dobbiamo invece imparare ad attendere con fiducia l’intervento e il soccorso di Dio perché Egli può e vuole aiutare, ed è per questo motivo che ci esorta ad andare a Lui dicendoci: “Guai a quelli che cercano soccorso altrove”. Tutto ciò esclusivamente per il nostro bene, per evitarci spiacevoli conseguenze che sopraggiungono quando Gli voltiamo le spalle agendo di testa nostra. Il soccorso che viene da Dio non è paragonabile all’inutile aiuto che potrebbe darci l’uomo, confidare nelle risorse umane e appoggiarsi sulla forza che esse possono dare, non fa altro che allontanare la nostra vita dal Signore, ecco perché Egli ci esorta a guardare a Lui per fede. Egli è l’Iddio di chi spera in Lui, di quelli che con tutto il cuore e piena fiducia vanno a Lui e trovano soccorso al momento opportuno. Vogliamo oggi affermare come il salmista: “In lui s’è confidato il mio cuore e sono stato soccorso”.
Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore, e meditare nel suo tempio (Salmo 27:4)
UNA RICHIESTA SPECIFICA
Davide invoca, prega il Signore e lo fa esprimendo un unico obiettivo, un solo desiderio: essere ascoltato, ottenere compassione, ricevere la risposta che soltanto Dio può dare. Allo stesso modo, è nostro desiderio realizzare la Sua presenza, quell’intima e profonda comunione con Lui, allora potremo mirare la bellezza del Signore, meditare nel suo tempio, sperimentare innanzitutto la calma e la pace che Dio sa dare, potremmo anche trovarci in prove e difficoltà di vario genere, ma dinanzi a tutto ciò essere senza paura e restare fiduciosi in Dio. Vivere alla presenza del Signore significa anche realizzare la Sua protezione; in Lui si trova rifugio, riparo, gran sicurezza, perché nel giorno dell’avversità Egli ci nasconderà in luogo sicuro, ci eleverà in alto, lontano dai pericoli. Infine, con Lui realizziamo la forza che Dio soltanto fornisce, Lo fa per mezzo della Sua Parola e della fede in Lui. Chiediamo al Signore di concederci sempre di dimorare nella Sua casa, realizzeremo allora pace, protezione e forza.
Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese (Genesi 5:24)
CAMMINARE CON DIO
Ognuno di noi è chiamato nella propria vita a compiere delle scelte, a percorrere delle vie. Alcune strade possono essere condivise, altre sono individuali, da percorrere in solitudine. C’è un percorso lungo e difficile che ognuno di noi deve intraprendere per il quale la Parola di Dio ci dà dei consigli: il cammino della vita. La Bibbia parla di Enoc, il quale scelse di condividere questo cammino con un compagno speciale: Dio. Di Enoc viene semplicemente detto che camminò con Dio e poi Egli lo prese. Considerare la sua vita e il modo glorioso nel quale essa si concluse è per noi un invito a imitarlo. Ma come possiamo oggi camminare con Dio? Semplice!; credendo in Gesù, Colui che conosce ogni passo del cammino che dobbiamo percorrere e mettendo la vita nelle Sue mani. Confidiamo in Lui, l’amico fedele, camminiamo ogni giorno stretti a Lui e il nostro procedere sarà sicuro, il nostro avanzare sarà lieve e soprattutto giungeremo alla mèta tanto agognata: Dio ci prenderà con Sé e giungeremo finalmente a “casa”.
Sara rise dentro di sé, dicendo: «Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? (Genesi 18:12)
SPERARE CONTRO SPERANZA
“Sara rise” davanti al rinnovarsi di un’antica promessa di Dio. Si può ridere per molti motivi, ma ella aveva il riso della delusione e dello scoraggiamento. Tanti anni prima aveva ricevuto da Dio una promessa, quella di avere un figlio, ma il tempo era passato, la fede si era dissolta insieme alla sua giovinezza. Ormai era troppo tardi, era passato troppo tempo, quella promessa nella quale aveva tanto sperato sembrava disattesa per sempre. Proprio nella sua vecchiaia, in quel tempo incredibilmente improbabile, Dio rinnovò la promessa e la realizzò. Sara rise ma il suo scoraggiamento e la sua incredulità non frenarono la mano di Dio. La Parola di Dio anche a noi porge delle promesse e ci invita a confidare in Colui che vigila sulla Sua Parola per mandarla ad effetto. Non guardare alle circostanze apparentemente sfavorevoli, non guardare alla fragilità della tua fede, ma guarda soltanto alla fedeltà del Signore perché “se pur noi siamo infedeli, Egli rimane fedele perché non può rinnegare Sé stesso”.
Giacobbe... Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lí si coricò (Genesi 28:10-11)
UNA PIETRA SULLA QUALE RIPOSARE
La Parola di Dio ci parla di Giacobbe, che in un momento di desolazione e solitudine, trovò una pietra sulla quale poggiare il capo. La sua vita sembrava crollare sotto il pesante fardello dei suoi errori: aveva ingannato il padre, rattristandolo profondamente; si era attirato le ire del fratello, il quale minacciava di ucciderlo. Era un uomo in fuga dai suoi problemi, dalle sue sconfitte e da sé stesso. Pieno di sensi di colpa, paure, amarezza, dove trovare riposo? Trovò una pietra sulla quale appoggiò il capo insieme all’immenso groviglio di pensieri che si affollavano nella sua mente. Forse ti senti così e ti chiedi: “Dove troverò riposo?” La Parola di Dio offre anche a te una pietra sulla quale riposare: Cristo Gesù. Egli disse: “Venite a me voi tutti affaticati e stanchi e io vi darò riposo”. Lui solo ha portato il peso dei tuoi fallimenti e affanni alla croce. Appoggia il tuo capo, col suo pesante fardello su Gesù. Credi in Lui, nella Sua opera di grazia e troverai riposo per la tua mente e per il tuo cuore.
...Il Signore era con lui... (Genesi 39:3)
LA PRESENZA DI DIO
Da Giuseppe, figlio di Giacobbe, riceviamo molti insegnamenti riguardo all’agire di Dio nella vita degli uomini. La Parola di Dio evidenzia le sue sofferenze quando, odiato dai fratelli, viene gettato in una cisterna per poi essere venduto come schiavo, quando accusato ingiustamente viene relegato in una prigione, ma queste tristi esperienze sono scandite da una semplice frase che dà senso a quanto stava vivendo: “Il Signore era con lui”. Le difficoltà che noi affrontiamo sono certamente diverse da quelle di Giuseppe ma ci accomuna la sofferenza che ci arrecano e la sicurezza e consolazione che derivano dalla presenza del Signore nella nostra vita. Quanto sono preziose per il nostro cuore le parole di Gesù che ci dice: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente”. Quale sicurezza deriva dal sapere che la nostra vita è nelle Sue mani dalle quali nessuno potrà mai rapirci. Il nostro cuore può riposare fiducioso su queste promesse perché fedele è Colui che ha fatto le promesse.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16)
LA MISURA DELL' AMORE DI DIO
L’amore, come tutti i sentimenti è difficile da quantificare: non si può né pesarlo né misurarlo. Esiste però un metodo infallibile per valutarne l’intensità: consiste nel considerare quanto saremmo disposti a donare per l’oggetto del nostro amore. Se facessimo una rapida indagine scopriremmo che, per amore, molti sarebbero disposti a donare parte dei loro averi, qualcuno sarebbe disposto a donare perfino la propria vita ma nessuno sarebbe disposto a donare il proprio figlio. Quale meraviglia ci coglie nello scoprire che proprio questa è stata la misura dell’amore di Dio per noi: il dono del proprio Figlio. E ancora più sconvolgente è scoprire che questo dono senza misura e limiti non è stato offerto per persone giuste o meritevoli ma per dei miseri peccatori quali noi siamo. Ma perché tutto questo? Perché Dio è amore e tutto quello che compie è espressione della Sua essenza. Tutto questo ci coinvolge e ci sconvolge sospingendoci ad accostarci con gratitudine all’immenso oceano dell’amore di Dio.
Altro...
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16)
IL DONO DI DIO
Nel corso della nostra vita noi tutti riceviamo molti doni: piccoli pensierini, doni importanti, pegni d’amore…. Spesso li accettiamo con gratitudine, rare volte li rifiutiamo. Anche Dio ha fatto un dono all’umanità: “Gesù”. Il dono che Dio ha fatto all’uomo non è un pensierino bensì un immenso pegno d’amore, un segno tangibile dell’amore intenso e profondo che nutre verso di noi: “Suo Figlio Cristo Gesù”. Nel corso dei secoli gli uomini sono stati chiamati a prendere posizione riguardo a questa offerta di grazia: accettarla oppure rifiutarla. La vita di quanti l'hanno accettata è stata illuminata. Questa proposta non è relegata a tempi remoti ma è più che mai attuale. Dio offre anche a te questo immenso e glorioso dono, il Suo Figliolo, e ti invita con immensa compassione a credere in Lui che è morto per donarti vita, a riceverlo nel tuo cuore, ad amarLo, onorarLo, servirLo. Accetta questo ineffabile dono, riconoscine l’immenso valore e la tua vita sarà illuminata dall’amore e dalla grazia di Dio per l’eternità.
Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura... (Genesi 3:9-10)
LA VOCE DI DIO
L’udire la voce di una persona cara è sempre fonte di grande gioia. Per Adamo non fu così. All’udire la voce di Dio si nascose. Fino a poco tempo prima il suo rapporto con Dio era molto diverso: la voce di Dio era un dolce richiamo. Dio scendeva regolarmente nel giardino dove aveva posto Adamo per intrattenersi con lui ed egli, con gioia andava incontro al suo Dio. Ma ora quella stessa voce gli incuteva imbarazzo e paura. Perché tutto ciò? Era intervenuto il peccato che aveva infranto la perfezione del loro rapporto ponendo una barriera tra essi. Ogni uomo è simile ad Adamo, separato da Dio a causa del proprio peccato, ma similmente ad Adamo è l’oggetto dell’amore e della ricerca di Dio. Il Signore, che con brama intensa desidera aver comunione con noi, è Colui che compie il primo passo invitandoci a una relazione intima e personale con Lui. Accostati a Lui con fiducia, così come sei, con i tuoi sensi di colpa e paure, non troverai un Dio accigliato ma un Padre amorevole che ti accoglierà tra le Sue braccia.
La parola del Signore era rara a quei tempi (1° Samuele 3:1)
UNA PAROLA ABBONDANTE
Dio ha sempre desiderato comunicare con gli uomini. Tuttavia la Bibbia ci narra di un periodo spiritualmente oscuro nel quale la parola di Dio era rara. Perché? Forse Dio non desiderava più parlare con l’uomo? Al contrario: era l’uomo che non voleva più ascoltare la Sua voce! Anche noi viviamo tempi analoghi nei quali la “parola di Dio sembra rara”. In realtà Dio parla abbondantemente attraverso la Sua Parola, ma troppo spesso l’uomo si fa sordo alla Sua voce rendendola rara al suo cuore. Basterebbe rendere attento il nostro cuore per scoprire che in realtà Dio sta parlando abbondantemente, sta gridando tutto il Suo amore per noi. Se anche per te la Parola di Dio è divenuta rara sappi che puoi renderla abbondante nel tuo cuore. Accostati alla Bibbia con fiducia e udrai la voce amorevole del tuo Padre celeste. Egli ha tante cose da dirti, tante promesse da trasmetterti, tante benedizioni da donarti. Rendi attento il tuo orecchio alla Sua voce ed Egli saprà parlare al tuo cuore e ti colmerà di abbondanti benedizioni.
Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia (Matteo 7:24)
LA CASA FONDATA SULLA ROCCIA
Spesso Gesù presentava insegnamenti spirituali attraverso la simbologia delle parabole. Un giorno narrò di due case apparentemente molto simili, una costruita sulla roccia, l’altra sulla sabbia. La stabilità di queste due case venne messa alla prova dallo scatenarsi improvviso di venti e tempeste. Ambedue furono ugualmente investite dalla violenza dei venti, dal fragore delle onde. Una rimase in piedi e una crollò sotto la violenza dei flutti. Cosa fece la differenza? Il fondamento sul quale erano state edificate. Così è della vita dell’uomo. Viviamo vite apparentemente simili, ma ciò che fa la differenza è invisibile allo sguardo: è il fondamento di una vita vissuta nell’ubbidienza alla volontà di Dio. Anche la stabilità della nostra casa verrà prima o poi messa alla prova ma se la nostra vita ha come fondamento Gesù il Signore e la Sua Parola, non avremo nulla da temere: la nostra vita non crollerà. In questi tempi così instabili appoggiamoci su Gesù ed Egli saprà sostenere pienamente la nostra vita.