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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Quand’ecco una donna cananea di que’ luoghi venne fuori e si mise a gridare: Abbi pietà di me, Signore... (Matteo 15:22)

GESU' RISPONDE

Siamo abituati a fare domande per ricevere risposte. È possibile gridare al Signore, fare delle richieste specifiche, e ottenere soltanto il Suo silenzio? Molti dicono di non credere nell’esistenza di Dio perché, in alcune circostanze della loro vita, hanno pregato senza ricevere alcuna risposta. In realtà, il silenzio di Dio non è affatto un segno della Sua disattenzione o di incapacità d’intervento nei nostri riguardi. Egli ha sempre voluto condurre le persone ad una maggiore riflessione intorno a sé stesse, per rispondere alle loro più urgenti necessità. Il Dio cui gli uomini si rivolgono desidera che essi non gridino da lontano, ma si accostino per sentire il calore della Sua presenza e udire la completezza della Sua volontà. Il silenzio del Signore è istruttivo quanto le Sue parole. Se stai invocando il nome di Dio con tutto il cuore, ma non giunge risposta, non ti scoraggiare; avvicinati alla Sua Parola, considera più profondamente i bisogni della tua anima e contempla il perfetto interessamento di Cristo, che, morendo per i tuoi peccati, ha risposto per te alle richieste della giustizia divina.

Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore come a Meribà, come nel giorno di Massa nel deserto (Salmo 95:8)

L'AMOREVOLE VOCE DI DIO

E' un grande privilegio udire la voce di Dio che parla al nostro cuore. Il Signore non ha mai smesso di parlare agli uomini, ma essi sono disinteressati alla Sua Parola o distratti da altri richiami che risuonano in questo mondo. Con puntualità, Dio allora invitava i nostri progenitori a stare alla Sua presenza nel giardino dell’Eden, ma la Sua voce anche oggi rivolge a noi l’invito più prezioso che si possa mai udire: l’offerta della salvezza che puoi ottenere gratuitamente accettando Gesù Cristo come tuo unico e personale Salvatore. L’appello celeste ti giunge attraverso l’Evangelo; potrai ignorarlo completamente, rifiutarlo accampando scuse o accoglierlo con umiltà. Dio, con amore, non si stanca di richiamare il peccatore a Sé per strapparlo ad un rimorso senza fine. Il termine “oggi” indica l’urgenza che deriva dai rischi che il futuro ci riserva, poiché il domani non ci appartiene. Distogli gli orecchi dalle voci che mirano a confonderti le idee, dando soltanto un vano e momentaneo conforto, e mettiti in sintonia con Dio, per udire il Suo meraviglioso messaggio. Rispondi e invita Cristo nella tua vita, ed erediterai la gloria di un’eterna comunione con Lui.

Non temere quel che avrai da soffrire … Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita (Apocalisse 2:10)

NON TEMERE LA MORTE

Gesù rivolge queste parole alla comunità di Smirne. Essi sono esortati a non temere le prove che dovranno affrontare, poiché il Signore saprà mutare ogni loro amarezza in un motivo di lode. La storia ci ha tramandato il racconto della morte di Policarpo, discepolo dell’apostolo Giovanni e pastore della comunità cristiana di Smirne, al principio del secondo secolo. Quest’uomo quando fu arrestato, all’età di ottantasei anni, si mise in preghiera invocando Dio per oltre due ore, fino a che il Signore lo visitò. In quell’ora di estrema necessità egli fu fortificato dalla grazia di Dio e dopo di questo si avviò al luogo del supplizio. Il Proconsole che doveva giustiziarlo cercò di convincerlo a rinnegare Gesù così da evitare la morte. Quel vegliardo gli rispose con la calma di chi teme soltanto Dio, dicendo: “Per ottantasei anni ho servito Gesù, ed egli non mi ha mai deluso in nessuna maniera. Come posso dunque maledire il mio vero Re e Salvatore?”. Dopo aver parlato con il Proconsole, Policarpo si avvio al supplizio e, con cuore sereno, passò dalla terra al cielo. Viviamo confidando in Dio, certi che neppure la morte potrà separarci dall’eterno amore di Cristo!

Non è più a motivo di quel che tu ci hai detto, che crediamo; perché abbiamo udito da noi, e sappiamo che questi è veramente il Salvator del mondo (Giovanni 4:42)

FEDE PERSONALE

Ti avranno parlato di un Dio che ancora oggi può fare cose grandi in favore di chi Lo cerca con fede e L’invoca di vero cuore. È la stessa testimonianza che udirono i concittadini della donna samaritana, la quale avendo sentito parlare Gesù ed avendo compreso che era il Messia, raccontò a tutti di Lui. Che cosa fecero costoro? andarono dal Signore e Lo invitarono, Gli fecero domande ed attesero risposte. Il risultato fu che quegli uomini, colpiti dalle Sue parole, realizzarono anche loro che Gesù era il Messia, cioè il Salvatore del mondo. Se finora hai udito qualche parente o un amico che ti ha parlato di Gesù, è tempo che tu verifichi la veridicità di un messaggio così importante. Perché non rivolgerti adesso direttamente al Signore? Prova a pregarLo, con semplici ma sentite parole, chiediGli di parlarti personalmente, di rivelarsi proprio a te. AscoltaLo con attenzione mentre parla autorevolmente al tuo cuore. Potrai affermare anche tu: “Ora credo perché ho udito la Sua voce e le Sue parole d’amore per me, Egli è davvero il Salvatore del mondo ed anche il mio. Non credo più perché me lo dicono gli altri, ma perché anch’io ho incontrato personalmente il Signore”.

L’orecchio che ascolta e l’occhio che vede, li ha fatti ambedue l’Eterno (Proverbi 20:12)

NON ESSERE INDIFFERENTE

Ad un luminare fu chiesto quale fosse la più grave malattia del nostro secolo, il quale rispose: l’indifferenza. L’indifferenza al male è spesso un peccato tanto grave quanto quello di chi il male lo commette. Una delle parabole raccontate da Gesù narra di un uomo che, trovandosi in viaggio, s’imbatte nei briganti che lo derubano, lo feriscono e se ne vanno col bottino, lasciandolo sulla strada a morire. Per quella stessa strada scesero due persone religiose, prima un Sacerdote e poi un Levita, ambedue questi uomini rimasero indifferenti e veduto il moribondo passarono oltre. Subito dopo scese un Samaritano, che invece toccato nel cuore da quanto udiva e vedeva, si fermò e prese cura di quel moribondo, salvandogli la vita. Il peccato dei due religiosi fu di omissione, quello di non fare nulla, quando avrebbero potuto fare qualcosa. Tornando al nostro luminare, gli fu posta una seconda domanda: “Cosa fare per vincere la malattia dell’indifferenza?”, ed egli rispose: “Il primo passo è nell’accorgerci che esiste e che forse regna anche nel nostro cuore”. Sia la nostra preghiera di oggi: “Signore dammi un cuore attento al grido di bisogno che mi circonda”.

Se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia, regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo (Romani 5:17)

REGNARE CON CRISTO

“Regneranno nella vita”, cioè governeranno. Il concetto mette in risalto l’idea di forza, potenza e vittoria. Chi sono quelli che potranno regnare? Soltanto quelli che hanno ricevuto il dono di Dio: Gesù Cristo. Su cosa avranno la vittoria? Innanzi tutto sul peccato. In Cristo sono più che vincitori sul male nelle sue più svariate forme: sono chiamati a regnare su di esso. Regneranno nella pace e nella gioia, che non dipenderanno più dalle circostanze, costoro non saranno sempre sottratti ai dolori e alle prove, ma saranno sereni e fiduciosi in Cristo. Avranno vittoria sulla morte ed insieme all’apostolo potranno esclamare: “… ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesú Cristo!” (I Corinzi 15:57). La morte non avrà più potere di intimorire né di separare dall’amore di Dio. Questa è la mirabile abbondanza della grazia di Dio. In Cristo, non solamente tutti i nostri debiti con la Sua giustizia sono pagati, ma siamo fatti partecipi dell’inestimabile ricchezza che vi è nella comunione eterna con Dio, ora e nella vita della gloria celeste che sta per essere manifestata.

I legami della morte mi aveano circondato, le angosce del soggiorno dei morti m'avevano còlto… Ma io invocai il nome dell'Eterno… (Salmo 116:3-4)

PRONTO AIUTO DIVINO

Nella cronaca, cataclismi, incidenti, atti criminosi sono all’ordine del giorno. Nella vita, malattie e depressione, tradimenti, divorzi e litigi sembrano essere sempre più diffusi. È difficile incontrare qualcuno che dinanzi a simili cose affermi “questo a me non potrà mai accadere”. Capita sempre più spesso di incontrare persone che si sentono braccate dalla “malasorte”, impaurite e timorose di incappare in un guaio ad ogni angolo di strada. E di ciò, sbrigativamente e stoltamente, si incolpa Dio sia per quello che fa, sia per quello che non fa, dimenticando il Suo amore e la Sua grazia. Caro lettore, forse anche tu ti vedi accerchiato da ostilità che non hai provocato, o sei finito in un tunnel senza uscita? Se la disgrazia ti ha sfiorato, colpito o perfino travolto, sappi che puoi essere rialzato dalla Grazia di Dio, in Cristo. Non c’è sofferenza che Gesù non ha conosciuto né dolore ch’Ei non sappia consolare. Ora Egli è qui con te e ti dice: “Invocami nel giorno della distretta: io te ne trarrò fuori, e tu mi glorificherai”. L’apostolo Pietro, mentre stava annegando, invocò Gesù ed Egli stese la mano e lo salvò prontamente. Gesù non è mai colto di sorpresa.

perché amarono la gloria degli uomini più della gloria di Dio (Giovanni 12:43)

CERCARE LA GLORIA DI DIO

Una fede vissuta in un’intima relazione con Dio non può essere muta. Senza una chiara confessione, la fiducia in Cristo risulta pericolosamente incompleta già nelle fondamenta, perché “…se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9). Esaminati bene: probabilmente stai amando la gloria degli uomini più della gloria di Dio e, quindi, stai dando spazio alle tue paure piuttosto che nutrire un santo timore del Signore. La vera fede vince le opposizioni del mondo, le accuse e le beffe dei nemici dell’Evangelo. Hai paura di perdere la tua posizione di prestigio, di essere escluso dalla cerchia delle amicizie, di essere schernito o discriminato sul posto di lavoro? Non sacrificare le tue convinzioni spirituali sull’altare dell’approvazione umana, non stimare alcun privilegio sociale superiore ai frutti, preziosi ed eterni, della comunione con Dio. Cerca l'approvazione del Signore che viene nell'ubbidire alla Sua Parola; riconosci intimamente e pubblicamente Cristo quale unico Signore della tua vita!

L’Eterno sostiene tutti quelli che cadono e rialza tutti quelli che son depressi (Salmo 145:14)

LIBERI DALLA DEPRESSIONE

Ti trovi nel baratro della disperazione, pensando che per te non ci sia più speranza? Non indossare alcuna maschera e non credere che la tua caduta sia irrimediabile. Così come sei, lì dove ti trovi, rivolgiti a Dio con tutto il cuore per mezzo di Gesù Cristo il Salvatore, invocando il Suo perdono e la Sua misericordia. La promessa del versetto di oggi riguarda anche te. In effetti, la bontà del Signore và oltre. Egli ti vuol preservare dal venire meno, sostenere la fragile natura umana, soggetta ad errori e incline a scivolare nel male. Caro lettore, se ultimamente Dio ti sta mettendo in guardia contro ciò che pare innalzarti, ma che in realtà ti farà inciampare, ascoltaLo attentamente, non essere superficiale! Non passare gli anni a cadere e rialzarti, sperimentando la benevolenza divina ma rimanendo sempre nello stesso punto e nella medesima debolezza. Lascia che l’Evangelo influenzi non soltanto la tua condotta, ma trasformi e riempia tutto l’essere tuo: pensieri, sentimenti e volontà. Lasciati fortificare dalla grazia di Dio che vuol sostenerti, per comminare nelle Sue vie avanzando nella santificazione.

In quel tempo, non v'era re in Israele; ognun faceva quel che gli pareva meglio (Giudici 21:25)

FALSA LIBERTA'

Il testo biblico descrive la condizione del popolo, il quale, disprezzando la legge divina, ognuno si conduceva secondo un tornaconto egoistico. Anche oggi non si vuole essere giudicati o corretti da nessuno, si pretende di essere liberi da tutto, rinnegando ogni valore spirituale ed etico. Così, i vizi sono diventati virtù, i peccatori sono modelli di vita stimati. In tale contesto non possiamo tacere per timore di essere accusati di moralismo. La nostra condotta onora Dio? Fa del bene a noi stessi e al nostro prossimo? Siamo capaci di riconoscere e distinguere tra “il bene e il male”? In realtà, senza il Signore l’uomo diviene schiavo di passioni che non sa gestire e manifesta il peggio di sé. Egli potrà anche compiere grandi opere, ma moralmente andrà degradando. Tutti abbiamo bisogno di un Re, di una guida ricca di virtù e valori che indichi cosa è veramente meglio per noi! Un sovrano così esiste e si chiama Gesù Cristo. Se Egli non sta regnando nella tua vita, sei in balia del peccato. Se L’hai ricevuto con fede come tuo Re e Signore, Egli ti fa una nuova creatura, allora sei veramente libero.

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