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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

...Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima (Genesi 15:1)

DIO NOSTRO SCUDO

Lo scudo è un’arma da difesa che serve a proteggere il corpo dalle offensive nemiche. Questa protezione, quindi, presuppone la realtà di presenze ostili pronte a colpirci, ma dona, altresì, un vigoroso senso di sicurezza. Pertanto, la parola che Dio rivolge ad Abramo: “Io sono il tuo scudo”, esprime innanzitutto l’inviolabile consistenza della protezione di Dio nei riguardi di quelli che L’amano e Gli appartengono. È vero che saremo presi di mira, tanto più che riguardiamo alle benedizioni di Dio e procacciamo la Sua gloria. Ancora più certo, però, è che Dio sarà sempre un riparo perfettamente sicuro, dietro al Quale possiamo rifugiarci durante tutti gli attacchi ricevuti. Le avversità della vita, le tentazioni, i dubbi, le nostre stesse debolezze non prevarranno se abbiamo fatto del Signore il nostro “scudo”. Con l’apostolo Paolo possiamo affermare: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? Anzi, in tutte queste cose, noi siam più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati”. E tu, hai fatto del Signore il tuo scudo?

Ed egli, trattolo in disparte fuor dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua (Marco 7:33)

LASCIATI TOCCARE DA GESU'

Gesù gli aveva messo le dita negli orecchi e con la saliva gli aveva toccato la lingua, ma il miracolo non si adempì finché non pronunciò quella parola. Come mai? La Sua Parola è autorevole ed insostituibile. Forse hai udito più volte la Parola di Dio, ma non ti sei mai veramente aperto all’opera che il Signore vuole compiere iniziando dalla fede nelle Scritture. Il profeta Isaia dichiara: “Il Signore, l’Eterno, m’ha dato una lingua esercitata perch’io sappia sostenere con la parola lo stanco; egli risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perch’io ascolti, come fanno i discepoli. Il Signore, l'Eterno, m’ha aperto l'orecchio, ed io non sono stato ribelle e non mi sono tratto indietro” (Isaia 50:4, 5). Questo duplice dono diventa una realtà se permettiamo a Cristo di operare in noi. La sordità del cuore scompare, la lingua può magnificare Dio parlando delle Sue grandi cose. “Apriti!”, esclama anche a te il Signore, spalanca il tuo cuore senza remore: se oggi odi la Sua voce non soffocarla con altri pensieri, non temere per quanto Egli possa dirti di fare, ma ringraziaLo per quello che nella Sua grazia vuole compiere in te e per te!

Non vi lascerò orfani; tornerò a voi (Giovanni 14:18)

NON SEI ORFANO

La parola “orfano” intende la condizione di chi ha perso un genitore e con lui una serie di sicurezze indispensabili per un sereno sviluppo della propria personalità. Orfano è pure chi ha perso i suoi riferimenti più importanti, non ha più un modello cui ispirarsi e confidarsi per basare le proprie scelte. Orfano è colui che si sente solo nelle responsabilità e nelle difficoltà della vita. Quanti e quali orfani produce questo mondo! L’Evangelo, tuttavia, ci reca questa splendida notizia: Gesù non ci lascia orfani, non ci lascia soli. Gesù assicura, però, che ogniqualvolta sperimenterai ciò, Egli sarà con te! Non sei solo. Mentre Cristo non è con noi fisicamente, Egli lo è però spiritualmente, con ognuno di noi, non per mezzo di un padre umano, ma per lo Spirito Santo. Non si tratta di qualcosa di virtuale, bensì di una presenza spirituale! Il meraviglioso Consolatore ci sostiene, guida e protegge teneramente in ogni cosa, con la Sua saggezza e potenza divine. Caro lettore, se non realizzi la paternità e la vicinanza del Signore, invocaLo subito. Egli saprà condurti nel conforto della “Casa del Padre”.

Non siate dunque con ansietà solleciti del domani; perché il domani sarà sollecito di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno (Matteo 6:34)

LIBERI DALL'ANSIA

Lo scoraggiamento può ingrandire ostacoli veri e proiettarne di immaginari; lo spasimo per i nostri attuali bisogni fa già assommare quelli futuri, così che siamo snervati da ciò che non possiamo gestire. Il problema di fondo è la mancanza di fiducia in Dio, del credere che Egli ha cura di tutta la nostra vita. Avvertiamo le necessità primarie così pressanti perché non ci preoccupiamo nella giusta misura e maniera delle necessità spirituali che sono ben più urgenti. Non affannarti ad avere il controllo su tutto: ammesso che tu vi riesca, resterai comunque nell’ansietà. Studiati di mettere la tua vita sotto il controllo del Signore. È scritto: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli v'innalzi a suo tempo, gettando su lui ogni vostra sollecitudine, perch'Egli ha cura di voi”. L’imponderabile non sfugge all’Onnisciente Governatore dell’universo! Gesù c’insegna a chiedere “ogni giorno il nostro pane quotidiano”, spiegando che le nostre esigenze materiali non devono distogliere il nostro sguardo dall’imminente Regno dei cieli. Non affidarGli soltanto qualche peso, ma tutto te stesso.

Poiché siete un vapore che appare per un po’ di tempo e poi svanisce (Giacomo 4:14)

LA FUGACITA' DELLA VITA

Tutto passa sulla terra, pure quelle cose che, per la loro pregiata qualità, sembrano intramontabili. Ancor più triste del consumarsi delle opere dell’uomo, che spesso gli sopravvivono, è la caducità della sua esistenza terrena. Salomone scriveva: “Vanità delle vanità; tutto è vanità. Che profitto ha l’uomo di tutta la fatica che dura sotto il sole? L’uomo anela alla certezza che la vita continui, anzi si perfezioni, dopo la morte fisica e, al contempo, che le cose di cui gode siano transitabili nella sua eterna dimora. Tale idea non è fantasiosa, ma realizzabile secondo la promessa dell’Evangelo. Ecco perché Dio stesso ha posto nell’uomo “il pensiero della eternità”. Una profonda ed arcana aspirazione che diviene sicura eredità di fede in Gesù, calatosi nella nostra dimensione storica per donarci la vita eterna in Cristo. Essa non si limita ad un’infinita durata dell’esistenza, ma abbraccia la qualità di un’inalterabile comunione con Dio. I beni che corredano questa vita, come la pace del perdono, la gioia della presenza di Dio, il frutto del nostro servizio al Signore, non saranno sepolti dalla terra, ma ci accompagneranno per l’eternità.

Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di sabato (Matteo 12:12)

SEI PREZIOSO PER IL SIGNORE

Il valore della vita umana è sempre più sminuito, reso relativo ad interessi commerciali... Per tali motivi alcuni esponenti religiosi tra i Giudei si preoccupavano per la sorte di una loro pecora, equivalente a cibo e lana, prestandovi soccorso anche nel giorno del riposo. Certamente, tutta la natura nel suo insieme va apprezzata come opera divina da salvaguardare e godere. Il Signore precisa, tuttavia, quanto una creatura umana è maggiormente degna di compassione e di misericordia. La volontà di Dio per l’uomo è che esso ami il Signore con tutto il cuore e ami il suo prossimo come sé stesso, guarendo dal subdolo male dell’egoismo. Il Creatore non è rimasto imperturbabile di fronte all’urgenza di redimere l’uomo, ma ha mostrato il Suo amorevole interesse per l’umanità. Il Figlio di Dio ha lasciato la gloria celeste per venire a trarre fuori il peccatore dal baratro in cui giaceva, considerandolo “il Suo tesoro particolare”. Forse sei precipitato in una situazione disperata e non sai come venirne fuori; per Gesù, il Buon Pastore, sei una creatura preziosa: afferra ora la Sua mano e sarai salvato anche tu!

In verità, in verità vi dico: Io son la porta delle pecore (Giovanni 10:7)

GESU' E' LA PORTA

L’ovile aveva soltanto una piccola apertura. Quando il pastore si sdraiava davanti a quel varco, lo occupava completamente, divenendo, egli stesso, la porta dell’ovile. In tal modo il gregge era al sicuro dai predatori, ma anche da ogni piccola insidia che le stesse pecore potevano introdurvi, dopo il pascolo. Il pastore si fermava all’ingresso e le esaminava una ad una, per controllare se erano state intaccate da qualcosa o se si erano ferite, ungendole eventualmente con olio balsamico. Appartenere a Cristo è un benedetto privilegio che implica benedizione. Dobbiamo pertanto permettere a Gesù di curare l’anima nostra, attraverso un ravvicinato esame, dagli effetti prodotti dal cammino in questo mondo. È proprio passando dall’attento sguardo del Signore che siamo purificati e consolati, ricevendo il Suo tenero tocco di guarigione da tutto quel che può infettare il nostro cuore e contagiare altri. Non aver paura dell’esame divino: eluderLo ti esporrebbe a gravi rischi, lasciandoti fuori dall’azione della Sua mano benedetta. Lascia che il Signore poggi il dito sulle ferite del tuo cuore, ripulendole da tutte le contaminazioni mondane.

L’Eterno aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo, e per benedire tutta l'opera delle tue mani (Deuteronomio 28:12)

CERCA IL VERO TESORO

Molte storie avventurose hanno come oggetto un baule colmo di gioielli da conquistare con tenacia e coraggio. Una buona posizione economica, una bella famiglia, un lavoro gratificante, la celebrità, diventano il “tesoro” che tanti cercano per sentirsi ricchi ed appagati. Presto si scopre che questi beni così ambiti, però, non piovono dal cielo, ma bisogna sudare per ottenerne qualcuno, sacrificandone altri. Essi, poi, possono esserci portati via in un momento. Ci si accorge, allora, di avere sprecato la propria esistenza inseguendo soddisfazioni passeggere, che sono soltanto vanità, inadatte a riempire il cuore. Quali perle stai bramando? Per quale tesoro vuoi spendere la tua vita? La Bibbia definisce “stolto” l’uomo che crede di saziare la propria anima con i beni terreni e magari di fondarvi la propria esistenza eterna. Dio ha aperto i forzieri celesti per noi, donandoci, per la fede in Cristo, ogni grazia con Lui. Prima ancora delle opere delle nostre mani, i nostri cuori saranno immensamente benedetti. Impegniamoci a procacciare e conservare queste insondabili ricchezze, sapendo che dov’è il nostro tesoro, lì sarà anche il nostro cuore.

Non giudicate, affinché non siate giudicati (Matteo 7:1)

IL GIUDIZIO SPETTA A DIO

Nessuno può ergersi a giudice, basandosi su di una presunta conoscenza dei sentimenti altrui, per giungere ad inappellabili sentenze sulla sorte eterna di un’anima. C’è un giudizio, riguardante il destino eterno degli uomini ribelli, che rimane esclusiva prerogativa del Creatore. Il giudizio del Signore è perfettamente obiettivo, perché Egli solo è Colui che “pesa gli spiriti”, conoscendo il cuore di tutti e le profonde motivazioni d’ogni uomo. Consideriamo che, senza una reale conoscenza delle intenzioni e delle possibili situazioni “a monte” di certi comportamenti, rischiamo di affossare il peccatore senza individuare e condannare il peccato alla radice. Sicuramente non vogliamo che altri ci giudichino spietatamente basandosi sull’apparenza e in base a criteri soggettivi. Pretendiamo rispetto dagli altri, equità, comprensione e anche sopportazione. Non dovremmo fare altrettanto noi? Valutiamo sempre ogni cosa, dunque, con il sincero intento di aiutare chi ha sbagliato, poiché “Uno soltanto è il legislatore e il giudice, Colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?” (Giacomo 4:12).

Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna (Giovanni 6:68)

RESTARE CON GESU'

Vedendo che molti si ritiravano da Lui, Gesù chiese ai dodici discepoli: “Non ve ne volete andare anche voi?”. Ma la risposta di Pietro rivela non soltanto la scelta fatta con convinzione, ma un’importante realtà per tutti noi: dove potremmo andare, chi potremmo interpellare, cosa potremmo scegliere al posto di Cristo? Sicuramente, altri hanno trovato diverse risposte a questa domanda. Giuda, in futuro, cercò il denaro, Dema bramò “questo mondo”, ma nessuno di loro ottenne soddisfazione dalla scelta di lasciare il Signore. Pietro, con i suoi errori e le sue insufficienze, rimase saldo in Cristo. Davanti ai capi del popolo, l’apostolo proclamerà con ferma convinzione: “E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati”. Forse anche tu ti trovi dinanzi a un bivio: da una parte la volontà di Dio pare troppo dura, dall’altra le vie del mondo sembrano molto convenienti. Non optare per un facile guadagno occasionale, ma scegli di stare con Gesù, ritenendo insostituibile la Sua presenza e sicure le Sue promesse di vita eterna.

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