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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Figliuoli, ascoltate l’istruzione di un padre… (Proverbi 4:1)

PORTA A DIO LA TUA FAMIGLIA

Salomone ricorda alcuni consigli che suo padre, il re Davide, soleva rivolgergli nella sua fanciullezza. Non v’è cosa migliore che inculcare nei bambini gli insegnamenti della Parola di Dio. Essi rimangono i più adeguati per un corretto sviluppo della persona e, se messi in pratica, rendono l’esistenza felice e sicura. Il focolare domestico, insidiato da ogni lato, è la fucina dove il carattere e le convinzioni più profonde possono essere formate. Poni la famiglia al centro delle tue attenzioni, investi il tuo tempo, i talenti ed anche il denaro cui forse dovrai rinunziare, per curare i tuoi ragazzi. Non affidare alla “cattedra televisiva” la crescita dei tuoi figli. Non scoraggiarti, ma confida in Colui che ha promesso di salvare te e la tua famiglia. Essere genitore significa collaborare con il Creatore per il bene delle loro anime! Sia la redenzione dei tuoi figliuoli fra le tue priorità. Fin dalla fanciullezza tieni i tuoi figli stretti al tuo cuore e, nell’adolescenza, non perderli di vista. Non delegare ad altri ciò che invece deve essere “il maggiore impegno della tua vita”. Conduci i tuoi figli a Cristo, Egli si prenderà cura di loro.

Le mosche morte fanno puzzare e imputridire l’olio del profumiere; un po’ di follia guasta il pregio della sapienza e della gloria (Ecclesiaste 10:1)

SII SCRUPOLOSO

La scrupolosità è la volontà di porre attenzione anche alla cura dei particolari, non essere grossolani e superficiali. Si è sempre più portati a tollerare un vivere approssimativo, superficiale, in cui poco o nulla è davvero come dovrebbe essere: le mezze verità, l’infedeltà e l’illegalità costituiscono quasi la prassi. La Bibbia ci sprona a riflettere sulle conseguenze che la trascuratezza, qui paragonata alle “mosche morte”, può avere sul “profumo” che emana dalla nostra persona. Il guasto prodotto dalla negligenza è testimoniato dal “cattivo odore” che sale alle narici dal recipiente che doveva diffondere un “profumo di vita”. L’olio, prima comincia a “puzzare” e poi “imputridisce”, assumendo l’odore caratteristico della morte. L’appello è a prendere la decisione profonda di imitare Cristo in tutta la tua esistenza e in ogni aspetto della tua vita. Non è qualcosa che puoi fare da solo. Prega che il Signore ti dia grazia di trasformare, per mezzo del Suo Spirito, la tua vita, per realizzare una condotta scrupolosa ed integra, benedetta da Dio e di benedizione per chi s’accosta a te.

…Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna (Giovanni 6:68)

PAROLE DI VITA ETERNA

Intorno al 1436, a Costantinopoli fu ritrovata quella che è nota come la “lettera a Diogneto”, in essa un cristiano scrive ad un certo Diogneto, il quale voleva saperne di più intorno alla fede, con l’intento di rivolgere al suo interlocutore “le parole più adatte a renderlo migliore”. Chi scriveva sapeva che soltanto alcune parole conferiscono grazia a chi ascolta: esse sono quelle che procedono da Dio. I discepoli amavano le “Parole” di Gesù perché illuminavano e scaldavano il cuore, essi si erano legati a Gesù non per i miracoli che gli avevano visto operare, ma per la bellezza e la potenza delle sue “Parole”. Noi uomini sappiamo ben discernere il valore delle cose e siamo pronti a dare a ciascuna di esse la giusta importanza. Nel campo delle parole vale lo stesso principio, dobbiamo distinguere tra parole e “Parole”, quelle cioè che provengono unicamente dalla bocca di Dio, le sole “veramente preziose” che possono donare la vita eterna a quanti le accettano per fede. Anche noi come Pietro, conquistati dalle “Parole di Gesù”, vogliamo distoglierci dai mille ciarlatani di questo mondo, per poter dire: “Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna”.

Nell'anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio (Isaia 6:1)

VEDERE IL SIGNORE

A chi non piacerebbe “passare alla storia” come Isaia, profeta potentemente usato per descrivere Cristo e la Sua opera secoli prima della sua realizzazione? Isaia fu sostegno valido e guida affidabile per molti suoi contemporanei. Egli fu in grado di parlare e scrivere da parte di Dio, assistette al dileguarsi di assedi militari nemici, vide malattie miracolosamente guarite. Eppure tali onori non dipesero dagli studi o dalle amicizie, né da un carattere forte o da favorevoli coincidenze. Qual è la fonte di tanta benedizione, come poté questo uomo realizzare tanta gloria di Dio nella sua vita? La risposta è alle radici, all’inizio della storia: Isaia incontrò il Signore! C’è ancora il modo per trasformare persone ordinarie in persone speciali. C’è bisogno, però, di un incontro personale con Dio. Cristo Gesù è venuto incontro all’umanità per permettere ai peccatori, privi della gloria di Dio, di riconciliarsi con Lui. Stamani, Egli è a casa tua. Tu puoi svolgere un ruolo straordinario a casa, a scuola o sul lavoro. Se, aprendo gli occhi della fede, tu “vedi” il Signore ciò sarà possibile. Oggi.

Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro... (Matteo 6:24)

DIO AL PRIMO POSTO

Qui il problema non sta nel “possesso” delle ricchezze, ma nel rapporto che con esse s’instaura. In sostanza, esse possono divenire tanto centrali nei nostri pensieri da governarli o, se spiritualmente ben gestite, possono concorrere a farci servire Dio. È, prima di tutto, questione di cuore. “Odierà o amerà”, è questo il punto, “Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali”. Oggi, più che al portafoglio, Dio parla al tuo cuore. È, poi, una questione di riguardo. Quando le ricchezze sono padrone del cuore non accettano condominio con alcuno: pretendono riguardo e cura, soffocando ogni altra priorità. Quante persone che posseggono modeste ricchezze hanno più riguardo per i loro miseri spiccioli che verso Colui che ha dato tutto per loro? Infine, è una questione di dipendenza. Dio vuole che i Suoi figli Lo servano e ciò è incompatibile con il materialismo. In Romani 6:16 è scritto: “Non sapete voi che se vi date a uno come servi per ubbidirgli, siete servi di colui a cui ubbidite…”? E tu oggi di chi sarai servo? Per chi avrai riguardo? A chi apparterrà il tuo cuore? Scegli Cristo, Egli è il tesoro più prezioso.

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo (Matteo 11:28)

GESU' TI INVITA A SE

Ancora oggi qualcuno che ci rivolge un invito e ci chiama a Se: Gesù Cristo il Signore. L’invito sarà poi apprezzato in base al momento in cui giunge. Guardandoci intorno ed osservando soprattutto la condizione della nostra vita, possiamo ben dire che mai una parola è giunta così propizia. Quando ci sentiamo affaticati e oppressi o stanchi e carichi vorremmo trovare riposo, ma dove trovarlo? Non certo nella società in cui viviamo, dove la violenza, la cattiveria, il male in ogni sua forma sembrano prevalere. Forse neanche in famiglia, dove le difficoltà di vario genere non fanno altro che appesantire il nostro cuore. Allora possiamo dare fiducia a Colui che, essendo Dio, si è fatto uomo e pertanto può comprendere appieno i nostri affanni quotidiani. Inoltre, Gesù è stato esaltato dalla destra di Dio ed oggi si rivolge agli uomini quale Signore del cielo e della terra. Egli non è limitato dalle circostanze ed è in grado di prendersi cura di chi, con fede, gli affida la propria esistenza. Il riposo che il Signore dona è profondo e duraturo perché riguarda l’anima, che, liberata dal peso del peccato, trova la vera pace con Dio. Non perdere tempo, vai oggi a Lui.

Dio ha fatto ogni cosa bella a suo tempo; egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità… (Ecclesiaste 3:11)

L'ETERNITA' CON DIO

Il Creatore ha pensato veramente a tutto. Egli ha creato l’uomo a Sua immagine, cioè con uno spirito immortale in grado di avere comunione con Lui ed ha messo nel profondo della sua coscienza la consapevolezza che dopo la morte ci sarà un’altra vita. Questo “pensiero dell’eternità” resta una prospettiva percepibile ma non perfettamente comprensibile alla mente umana. Cristo, però, permette alla fede di tradurlo in certezza della vita eterna. Dinanzi alla caduta di Adamo, Dio non rigettò la Sua creatura: il Creatore è divenuto anche il Redentore, manifestando il Suo proposito di riscattarla col prezioso sangue di Gesù, ben preordinato prima della fondazione del mondo. Chi rimarrà ostile al pensiero ed all’opera di Dio dovrà rendere conto dinanzi al Suo trono, al momento del Giudizio. Caro amico, tu hai uno spirito che aspetta di essere vivificato e nel tuo cuore c’è il pensiero dell’eternità. Come sarai introdotto in essa? Non è una domanda cui dare una risposta evasiva. Considera che Dio, per mezzo di Gesù Cristo il Salvatore del mondo, ti offre la possibilità di godere l’eternità alla Sua gioiosa presenza, non rifiutarla. Qual è la tua scelta oggi?

Or v'era tra i Farisei un uomo, chiamato Nicodemo, un de' capi de' Giudei. Egli venne di notte a Gesù… (Giovanni 3:1-2)

LUCE NELLA NOTTE

La notte è sinonimo di “tempi oscuri, difficili”. Il giorno, invece, ben raffigura una situazione serena e positiva. Due realtà che quindi si contrappongono e si contendono i nostri stati d’animo. Consideriamo l’esperienza di Nicodemo: egli andò da Colui che anche di notte riceve chiunque è alla ricerca della verità, tutti quelli che si rivolgono a Lui bisognosi di luce riguardo alla Sua Persona e alle cose spirituali. Il Signore l’accolse e gli diede risposte che restano memorabili per noi e che segnarono la sua vita. Quando vai a Gesù, la notte per Lui è chiara come il giorno! C’è sempre una parola di conforto. Potresti arroccarti sulle tue certezze umane e restare nelle tenebre spirituali. È preferibile lasciare le tue convinzioni consolidate, ma non basate sul giusto fondamento, illuminate più dalla coscienza che dalla Scrittura. Vai al Signore anche tu, disposto a rimettere in discussione le tue convinzioni religiose, entra nel raggio di luce della Sua benedetta e chiara Parola. AscoltaLo, mentre ti dice: “Io son la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”, e la tua notte risplenderà della Sua luce!

Infatti il giorno del Signore è vicino per tutte le nazioni e come hai fatto, cosí sarà fatto a te: le tue azioni ti ricadranno sul capo (Abdia 1:15)

VAI COME SEI A DIO

L'uomo cerca sempre di scaricare le proprie responsabilità sugli altri. Per Adamo la sua disubbidienza era colpa della donna che Dio aveva creato, per Eva la colpa era del serpente. Il profeta Abdia lancia un forte messaggio, avvertendo senza mezzi termini che ciascuno dovrà dare conto a Dio del proprio comportamento. La Bibbia ricorda non soltanto che le azioni saranno giudicate, ma finanche le parole e i pensieri. Non conviene a nessuno dire di essere senza peccato; se lo facesse accuserebbe Dio di mentire, poiché Egli sa tutto di noi. Cristo, però, è morto sulla croce subendo, al nostro posto, il giudizio per le nostre iniquità, dandoci la possibilità di confessare i peccati a Dio senza timore di condanna. Il Signore è largo nel perdonare ma al contempo, essendo Giusto e Santo, non terrà il colpevole per innocente. Tutto questo dovrebbe portare a riflettere e considerare come “far quadrare i conti” dinanzi alla perfetta giustizia di Dio. L’unica possibilità che ci è data è quella di andare con fede a Cristo, confessando i nostri peccati. Perché “di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome”.

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data (Giacomo 1:5)

NON MOLLARE

Giacomo scrive a dei credenti che si trovano ad affrontare svariate prove. Non è errato immaginare, comprensibilmente, la necessità che avevano di consolazione e di liberazione. L'apostolo chiede loro però di esaminarsi per vedere se non abbiano bisogno di sapienza. È anche il tuo caso? Una visione egoistica e materialistica della fede ti ha portato a Cristo soltanto per trovare aiuto nei problemi contingenti e materiali, trascurando il problema del peccato e la salute spirituale della tua anima immortale. Forse stai vivendo momenti difficili e pensi sia meglio lasciar perdere tutto? Se tali pensieri ti passano per la mente, non indugiare in essi e non sentirti in colpa: hai avuto un momento di debolezza, poco sensatamente ti sei ribellato alla prova o ti sei rassegnato di fronte ad essa. Ora, però, chiedi sapienza a Dio. Va’ a Cristo, con umile fede e chiediGli: “Signore aiutami a capire cosa stai cercando di fare in me e per me”. Poi, resta in ascolto. Egli ti dirà: “Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo”. Non so quando, ma una riposta verrà, e tu potrai, perfino, ringraziare il Signore per le lacrime che stai versando oggi.

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