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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio (Salmo 90:12)

L'INCEDERE DEL TEMPO

Il tempo scorre velocemente e nessuno lo può fermare. A volte, sfogliando l'album di fotografie o ricordando certi gesti, ci accorgiamo come siamo cambiati. Guardando i nostri figli, ci rendiamo conto che sono cresciuti, senza che ce ne fossimo resi conto. Il tempo scorre, non si ferma, non esita. Da sempre l'uomo lo rincorre: nel lavoro, nello studio, tutto sembra una lotta contro il tempo. Il salmista chiede al Signore che Egli possa insegnarci a contare, a misurare con perizia i nostri giorni. Badate non gli anni, ma i giorni. "Che cos'è, infatti, la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce" (Giacomo 4:14). Dio ci educhi a considerare quanto esso sia lesto e quanto breve sia il transito che dobbiamo vivere in questo mondo. Per questo, spendiamolo al meglio. Fin dalla giovinezza, dedichiamo sempre più tempo alla lettura della Parola e all'acquisizione della saggezza che proviene dall'alto, non trascuriamo mai la preghiera, di prepararci per la meta della gloria eterna. Soltanto allora avremo ben sfruttato i nostri giorni, poiché l'obiettivo non è guadagnare le ricchezze mondane, ma possedere un cuore saggio, per una vita al servizio del Signore.

Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme (Giobbe 23:11)

SEGUIRE IL RE

Un potente sovrano viaggiava nel deserto, segui­to da una lunga carovana che trasportava il suo favo­loso tesoro d'oro e pietre preziose. Sfinito dall'infuocato river­bero della sabbia, un cammello crol­lò boccheggiante e non si rialzò più. Il forziere che portava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo contenuto nella sabbia. Il principe non voleva rallentare la marcia, perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto tra il dispiaciuto e il ge­neroso, invitò i paggi e gli scudieri a tenersi quanto riuscivano a raccogliere e por­tare con sé. Così, mentre quelli si gettavano avidamente sul ric­co bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo viaggio nel deserto. Si accorse però che qualcuno cam­minava dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi. "E tu?" gli chiese il principe, "non ti sei fermato a raccogliere niente?" Il giovane rispose con fiera dignità: "Io seguo il mio re". Allo stesso modo, anche noi seguiamo il nostro Re! Tutto può venire meno, ma prima dei Suoi doni, stimiamo il Signore stesso la più grande ricchezza. Continuiamo a seguire Gesù, l'ammirabile Re dei re!

Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro (Giobbe 19:27)

VEDERE DIO

Giobbe era un uomo sofferente, in ogni senso: i suoi figli e le sue figlie sono morti, sua moglie l'ha abbandonato, non ha più beni e bestiame e il suo fisico è minato da una terribile malattia che ha invaso tutto il suo corpo. Ma Lui ha una certezza: vedrà Dio! "E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!" Giobbe non sa nulla circa la resurrezione, non ha letto trattati sull'aldilà, eppure sa che lo aspetta un'eternità da vivere alla presenza del Signore. Molti secoli dopo, l'apostolo Giovanni scrive: "Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'Egli sarà manifestato saremo simili a Lui, perché lo vedremo com'Egli è. E chiunque ha questa speranza in Lui, si purifica com'Egli è puro". Vedremo Dio come Egli è! I nostri occhi lo contempleranno. Gesù ci ha promesso: "Io vado davanti a voi a prepararvi un luogo e quando lo avrò preparato vi accoglierò, affinché dove sono io, sarete ancora voi". Essere con Cristo, questa è la beata speranza dei redenti. È anche la tua?

La donna che teme il Signore è quella che sarà lodata (Proverbi 31:30)

UNA DONNA DA LODARE

Quale donna è da lodare? Alcuni ammirano la ragazza colta, quella che sa sostenere una conversazione, altri esaltano la donna in carriera. Molti si soffermano sull'abbigliamento o sull'aspetto fisico, apprezzano quella esperta nell'arte della cucina, che sa servire un ottimo pasto. Ma qual è la donna da lodare? Nel Vangelo di Luca troviamo Gesù ospitato in casa di Marta la sorella di Lazzaro e Maria di Betania. Mentre Marta, l'industriosa ed efficiente padrona di casa, lavora per preparare un buon pranzo, Maria, dando priorità al Maestro su ogni altra occupazione, trova il suo posto ai piedi di Gesù, estasiata dalla Sua Parola piena di grazia e vita eterna. Al rimprovero di Marta verso la sorella risponde Gesù con un elogio pubblico a Maria: "Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta". Ecco la donna ideale, quella su cui il Signore posa lo sguardo, perché ascolta Dio, Lo adora nel suo cuore e Lo serve con la sua vita. Il saggio Salomone, ispirato dallo Spirito Santo, scrive: "La grazia è fallace e la bellezza è cosa vana; ma la donna che ha il timor del Signore è quella che sarà lodata".

Il saggio attira a sé le persone (Proverbi 11:30)

CONQUISTATORE DI ANIME

Nei Vangeli si legge di persone che non hanno potuto tacere su quanto avevano realizzato in Cristo, perfino esponendo le loro stesse vite. La samaritana, che aveva alle spalle diversi fallimenti matrimoniali, dopo aver ascoltato Gesù: "Lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» La gente uscì dalla città e andò da lui" (Giovanni 4:28-30). Quante volte abbiamo pregato: "Signore, fa di me un conquistatore d'anime", ma poi, con l'andare del tempo, forse distratti dagli impegni quotidiani, ci siamo accorti di avere trascurato i nostri proponimenti? Questo è dovuto ad un debole desiderio. La Bibbia ci insegna che i buoni propositi verso altri vanno necessariamente coltivati ed accompagnati con un profondo amore per il Signore e per l'opera Sua. Oggi, Dio sicuramente metterà sulla tua strada delle persone che non Lo conoscono: non perdere l'opportunità di annunciare l'amore di Cristo e il perdono dei peccati, iniziando dal dire come ha cancellato i tuoi: "Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio" (Romani 8:19).

Chi confida nel proprio cuore è uno stolto (Proverbi 28:26)

TRAPIANTO CARDIACO

Nella Bibbia il termine "cuore" non si riferisce all'organo che pulsa nella cavità toracica, ma al centro della vita spirituale dell'individuo. Gesù ha dichiarato: "È dal di dentro, dal cuore degli uomini che escono i cattivi pensieri", prosegue stilando un elenco di dodici perversità e conclude affermando: "Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo" (Marco 7:23). Le cose detestate da Dio hanno la loro origine nel cuore. Da solo, l'uomo non potrà mai migliorarsi, essere gradito a Dio in pensieri e in opere. Soltanto Dio può trasformare alla radice la vita d'ogni persona, in virtù dell'opera di grazia compiuta da Cristo. Egli soltanto può affermare: "Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne" (Ezechiele 36:26). A tale "trapianto" non seguirà alcun rigetto, anzi, il nuovo cuore porterà beneficio a tutta la tua vita. Così i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, le tue azioni muteranno perché Dio avrà cambiato il tuo cuore! Perciò il Padre celeste stesso ti fa questo invito: "Figlio mio, dammi il tuo cuore e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie" (Proverbi 23:26).

Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci (Salmo 139:1)

DIO TI VEDE

Si racconta che, in una notte burrascosa, un agricoltore svegliò il figlio di sei anni e lo condusse con lui nel campo del vicino per rubare delle pannocchie di granturco. "Questo è il momento migliore, piove a dirotto e nessuno ci vede", disse l'uomo. Uscirono coperti alla meglio, ma, mentre stavano prendendo le prime pannocchie, il bambino esclamò: "Papà, ma Dio ci vede?" La domanda colpì come un fulmine l'uomo, che interruppe la sua cattiva azione. Quella notte non poté chiudere occhio, ripensando alle semplici parole del figlio e, alcuni giorni dopo, quell'uomo si convertì a Cristo. Il fatto che Dio ci osservi, suscita in noi un senso di fiducioso timore che ci spinge verso di Lui, certi che: "Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i nostri peccati e purificarci da ogni iniquità" (I Giovanni 1:9). Adamo ed Eva, dopo aver peccato, si nascosero da Dio; il credente, però, è invitato a nascondersi in Dio. Il fatto che Dio ci veda ed intervenga in nostro favore ci conduce ad affidarGli la nostra intera vita. Dio ti vede: vai a Lui con tutto il tuo cuore e scoprirai che Egli non ha un volto accigliato, che le Sue braccia sono aperte per abbracciarti.

Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! (Proverbi 6:6)

LA FORZA NELLA DEBOLEZZA

La formica, che lavora d'estate, mettendo da parte il cibo che le permetterà di sopravvivere durante l'inverno, è un esempio, soprattutto per la sua previdenza. Essa prepara "il suo nutrimento e immagazzina il suo cibo" (Proverbi 6:8). Quale insegnamento per i credenti, i quali, a volte, utilizzano le proprie energie ed il proprio zelo con tale superficialità da ricordare più "la cicala" che "la formica", proprio come le cinque vergini stolte, le quali, non avendo fatto la scorta di olio, si trovarono impreparate all'arrivo dello sposo (cfr. Matteo 25:1-10). Ciò che è messo in risalto, non è la forza della formica, quasi a ricordarci che il Signore ha detto: "La mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza" (II Corinzi 12:9). La forza della formica non risiede nella sua grandezza, ma proprio nella sua piccolezza, che le permette di superare difficoltà più grandi della sua struttura fisica. L'invito del Signore è di scrollarci di dosso la pigrizia e di ritornare a quel lungimirante impegno che sempre deve contraddistinguere il credente: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore" (Romani 12:11).

Chi salirà al monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? (Salmo 24:3)

INAVVICINABILE?

Immaginiamo di voler chiedere udienza a un importante personaggio: un presidente, un re, o un grande uomo d'affari... Possiamo sperare di essere ricevuti nella sua reggia, nel suo palazzo, di parlargli faccia a faccia?... La cosa è alquanto difficile. Pensiamo a quanto più questo possa essere vero per il Signore. In che modo ci si può avvicinare alla maestà di Dio, al re dell'universo? Chi mai potrebbe pretendere di avere un incontro con Dio, il diritto di essere ascoltato da Lui? Chi mai potrebbe essere degno di rivolgerGli la parola? Ecco il senso della domanda che il re Davide si pone nel Salmo: "Chi salirà al monte del Signore?" Eppure, Dio manifesta la Sua compassione verso le creature umane corrotte dal peccato, inviando il Salvatore Gesù Cristo. Egli guadagna quella giustizia, quella rettitudine che nessuno potrebbe mai conseguire, la vive per loro, donandola a chiunque tende la mano verso di essa per riceverla fiduciosamente. Attraverso Cristo, abbiamo diretto e continuo accesso al Padre. Inizia questo nuovo giorno che Dio ti ha donato pregando Dio nel nome di Gesù. Sali al monte del Signore e realizza una piena comunione con Lui.

Mi guida lungo le acque calme (Salmo 23:2)

ACQUE TRANQUILLE

Dio ci guida lungo acque tranquille, per sentieri di giustizia. Il pastore non porta il gregge presso acque tempestose: la pecora bevendo, potrebbe cadere nell'acqua, il suo manto gonfiarsi, essere trascinata dalla corrente e morire. Le acque dove la pecora deve bere devono essere quiete. Così Dio vuole portarci in luoghi di pace che soltanto Lui conosce e per questo vuole essere Lui a guidarci. Egli non si pone alle nostre spalle, ma ci precede invitandoci ad andare avanti, lasciando davanti a noi orme ben visibili. Cammina davanti, sgomberando la strada, dicendoci ciò che dobbiamo sapere al momento giusto. Lascia al domani i problemi del domani, non abbiamo bisogno di sapere cosa accadrà domani. Tutto ciò che dobbiamo sapere è che Dio ci guida. Abbiamo bisogno di sentirci dire che non è finita, finché non è Lui a dirlo. Quando il treno percorre una galleria e tutto diventa buio, salti giù? Certo che no, anzi, rimani seduto e confidi che il macchinista ti porti fuori di lì. La prossima volta che passi per qualche tunnel, non ti far prendere dal panico, non arrenderti. Sii paziente e permetti a Dio di ricordarti che Lui ha tutto sotto controllo. SeguiLo, ti porterà alle acque calme!

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