Metti la tua vita al sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo sul monte (Genesi 19:17)
METTI LA TUA VITA AL SICURO
Lot andò ad abitare a Sodoma dopo la lite tra i suoi pastori e quelli dello zio Abramo. La scelta di abitare prima nella pianura di Sodoma e in seguito nella città fu sbagliata, perché il peccato e l'immoralità erano molto diffusi in quella comunità. Dio decise la distruzione dell'intero territorio: oltre alle città di Sodoma e Gomorra, tutti gli abitanti, gli animali, l'intera vegetazione della pianura, affinché nei secoli rimanesse la testimonianza del giudizio divino sul peccato di queste città. I nostri giorni sono come quelli di tali città e un terribile giudizio sta per abbattersi su tutto il mondo corrotto. La visita degli angeli a Sodoma è la testimonianza dell'amore di Dio, il quale vuole che i peccatori si ravvedano e non periscano. Gli abitanti di quella città però non si pentirono del loro peccato, anzi, nella più completa cecità spirituale, non compresero che quelli erano messaggeri divini. Lot invece capì l'urgenza di quell'invito e cercò di convincere tutti i familiari a uscire fuori da Sodoma per salvarsi, ma, ahimè, ai generi parve che volesse scherzare. Come Lot, prendi sul serio la Parola di Dio, metti la tua vita al sicuro e corri verso il monte della salvezza.
I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori (Giovanni 4:23)
I VERI ADORATORI DI DIO
Gesù un giorno incontrò una donna samaritana al pozzo di Giacobbe. Certamente qualcosa di insolito per l'ora e la circostanza. Ma Colui che è venuto nel mondo per salvare i perduti, conosceva il bisogno spirituale di quella donna e non lasciò cadere quell'opportunità: parlò al suo cuore e mise in evidenza il suo stato spirituale. La samaritana riconobbe che aveva dinanzi un profeta, per la potenza della Sua Parola d'investigare i cuori e rivelare i peccati, e chiese di conoscere l'esatto luogo per adorare Dio, forse desiderosa da quel momento di avvicinarsi a Lui. Cristo rivelò che da quel momento non ci sarebbe stato alcun luogo speciale per rendere il culto a Dio. Ancora oggi, in qualsiasi luogo gli uomini possono farlo a condizione di adorare Dio in spirito, cioè in modo intelligente, senza riti o cerimonie irrazionali, con sincerità, come veri adoratori e non come persone che ripetono pratiche religiose per essere visti semplicemente dagli altri. Avvicinati anche tu con un cuore sincero al Signore e scoprirai che l'adorazione non è un peso opprimente o una vana litania meccanica, bensì un gioioso privilegio che permette di essere in comunione con Dio.
Ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione (Genesi 12:2)
LA CHIAMATA DI DIO
Dio chiamò Abramo, quando era in Mesopotamia, a uscire fuori dalla propria terra d'origine per farlo abitare nella terra promessa, per realizzare un piano glorioso. L'avventura di Abramo non è soltanto storia di un uomo benedetto dal Signore, ma l'inizio di un piano di redenzione universale. Da Abramo è nato Gesù, il Salvatore del mondo. Con Lui il piano di salvezza per tutti gli uomini si è adempiuto e la benedizione promessa al nostro patriarca è offerta a tutti quelli che credono che Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare l'uomo dal peccato e dalla morte eterna. La chiamata a salvezza è la stessa che Dio rivolge indistintamente a tutti gli uomini mediante l'Evangelo. Uscire dalla propria terra d'origine significa uscire fuori da un sistema di vita che rifiuta Dio; incamminarsi verso la terra promessa significa andare verso la salvezza e la vita eterna. C'è un disegno divino anche per la tua vita, perciò se oggi ascolti la Parola di Dio non indurire il cuore, ubbidisci alla Sua voce e troverai un avvenire glorioso ed eterno.
Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete (Matteo 21:22)
PREGARE CON FEDE
La Bibbia è piena di testimonianze di persone che hanno pregato e ottenuto quanto chiesto. Bisogna altresì asserire che tanti hanno chiesto senza ricevere. Il versetto di oggi ci da una risposta: se avete fede. L'incredulità è la causa principale del mancato ottenimento. Senza esaurire l'argomento, facciamo alcune considerazioni. Innanzitutto, dobbiamo domandare in preghiera, nessuna richiesta può essere disgiunta dalla personale comunione con Dio. In tale relazione con il Signore, non dovremo scervellarci per capire come Egli potrà compiere quanto gli chiediamo, ma riconosceremo quali cose rientrano nella Sua volontà. La lettura della Bibbia ci aiuta molto a discernere quel che torna alla gloria di Dio. Inoltre, dobbiamo avere fede e questa è un dono di Dio. Più ci accostiamo a Lui, più Lo conosciamo e più ci è facile credere che Egli può fare ogni cosa. Infine, dobbiamo realizzare di aver definitivamente ottenuto le cose che Dio ci ha donate, senza dubitare appena un pensiero o una circostanza sembrano dirci il contrario. Chiediamo tutte le cose di cui abbiamo bisogno credendo in Gesù e afferriamole insieme a tutta l'immensa grazia che Egli ci ha elargito!
Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto (Salmo 32:1)
LA FELICITÀ DEL PERDONO
Il re Davide dichiara la beatitudine dell'uomo che ha ottenuto il perdono dei propri peccati. Il termine beato descrive la condizione di una persona felice, piena di gioia, che ha una perfetta pace interiore. In questo salmo Davide descrive un'esperienza molto infelice della sua vita: non è una grave malattia, la perdita di un congiunto, una grande sconfitta militare, bensì un dolore profondo che opprime la sua anima, che non lo fa riposare e agita la sua mente. Non sappiamo quanto tempo sia durata questa sofferenza però, a un certo punto, Davide comprende che la causa del suo malessere è il peccato e decide di confessarlo a Dio. Allora realizza il perdono e improvvisamente tutto cambia nella sua vita. La pace, il canto e il giubilo prendono il posto del dolore, dell'angoscia e della disperazione. Forse mentre leggi questa meditazione ti rispecchi nell'esperienza triste e dolorosa di Davide. Non rimanere prigioniero di questa condizione, chiedi perdono a Dio dei tuoi peccati ed Egli te lo darà e potrai realizzare in questo giorno stesso la vera pace e la vera felicità.
I suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta (Giovanni 2:22)
LE PAROLE DI GESÙ
Fu soltanto dopo la risurrezione di Gesù che i discepoli intesero quello che Lui aveva voluto dire con le Sue parole. Caro lettore, non attendere che sia molto tardi, per capire e accettare quello che il Signore ha insegnato nella Scrittura. La fede è credere senza la necessità di vedere. È avere certezza di quanto Gesù Cristo stesso ha detto. Egli afferma che soltanto Lui è la Via per giungere al Padre. Rifletti, dove potrebbe condurti un'altra via che non è quella indicata dal Signore nella sua immutabile Parola? Questa via può essere una religione, un complesso di regole sociali o uno stile di vita dettato dalle tue personali convinzioni, ma ti porteranno tutte ad un vicolo senza uscita. Ti immagini di dover giungere alla vecchiaia, per guardare indietro e riconoscere la verità che la vita senza Cristo è una vita vuota e sterile? Dover affrontare una perdizione senza fine per ammettere tragicamente che era vero quanto la Bibbia afferma sulla condanna del peccato e sulla morte eterna? Non attendere che giunga il tempo irrecuperabile, accetta oggi per fede gli insegnamenti di Cristo come certi ed inizia a beneficiare di una vita abbondante in Lui.
Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano (Giacomo 1:12)
SAPIENZA NELLE PROVE
Per la maggioranza delle persone, i tempi di pressione e di avversità danno come risultato una maggiore coscienza del potere di Dio. È durante questi periodi, non durante i grandi successi della vita, che si giunge a una totale dipendenza da Dio. Sembrerà strano che le afflizioni nella vita diano come risultato una maggiore fedeltà a Dio. Non dovremmo attenderci l'opposto come risultato? Dopotutto, è naturale lodare Dio in momenti di allegria, ma quando una vita tribolata giace in rovine ai Suoi piedi, come si può essere grati? Durante queste prove, rapidamente ci rendiamo conto della nostra incapacità di riuscire positivamente nella nostra situazione. Il sentimento di totale impotenza è un collirio che ci apre gli occhi. Di fronte alla disperazione, l'unica alternativa è portare il problema al Signore, che è capace di risolvere ogni necessità. Se stai affrontando aspre difficoltà e ti senti il cuore infranto, porta i tuoi pezzi ai piedi della croce. Lì incontrerai Cristo e gusterai l'opera di Colui che può ricostruire la tua vita.
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione (2° Corinzi 1:3)
CHE FARE IN MEZZO AD UNA TRAGEDIA
Oltrepassare un lutto non è per niente facile. Questo lo sanno molto bene tutti coloro che hanno perduto qualche persona amata, seppellito un eccellente amico o presenziato a qualche terribile tragedia nel nostro paese. Il primo passo per permettere a Dio di consolare il nostro dolore è ammettere che la nostra lotta non è terminata. Certamente la vita continua, il lavoro e le responsabilità con la nostra famiglia continuano, però il tuo cuore sta nel dolore. In questi momenti è fondamentale aprirsi davanti all'unico che può confortare. Racconta a Dio come ti senti, cosa stai provando. Altro ricorso non meno trascurabile è quello di rinnovare la tua mente con la Parola di Dio. Non soltanto ti sentirai alleviato dalla verità della Scrittura, ma scoprirai un comune denominatore nei vari testi, in altre parole che il carattere di Dio è misericordioso e non mancherà di sollevarti. Egli non mancherà di sostenere il tuo spirito abbattuto con la Sua potenza celeste. Il Signore saprà stimolarti per spingerti ad andare avanti, attraversando ogni cosa non da solo, bensì in Sua compagnia.
Non li temere, perché io sono con te per liberarti, dice il Signore (Geremia 1:8)
TRA ALTI E BASSI
Il libro di Geremia ci rivela in questo profeta un uomo molto simile a noi! Se nel primo capitolo vediamo la sua vocazione e missione datagli da Dio, al capitolo venti notiamo un'altro Geremia, che si lamenta e giunge al punto di maledire il giorno in cui nacque. La maggioranza degli uomini soffre di tale oscillazione tra alti e bassi simili a quelli di Geremia, con periodi di ottimismo e di pessimismo che conducono allo scoraggiamento. Quando vediamo le evidenze di condizioni avverse in questo mondo, forse pensiamo che sia difficile credere nel potere di Dio. Ma anche in mezzo a circostanze che non possiamo comprendere, possiamo affermare che il Suo amore è grande per noi ed altresì grandi saranno le Sue liberazioni per quanti confidano in Lui. Invece di focalizzare la nostra attenzione nelle condizioni negative, lasciamo che i nostri pensieri siano fortificati dai pensieri del Signore. Come è possibile fare questo? Tutto dipende dai pensieri che seminiamo nella nostra mente: se mediteremo la parola di Dio, avremo dei pensieri che ci aiuteranno a rimanere pazienti mentre attendiamo che si compia il supremo bene divino.
E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne (2° Corinzi 12:7)
QUAL È LA TUA SPINA?
Forse anche tu hai una spina nella carne, un dolore continuo e fastidioso. Come stai reagendo di fronte a questa spina che hai nel cuore, che ti ricorda del continuo la tua fragilità umana, che ti frena e rende bisognoso? Può un'infermità essere una benedizione? Non possiamo affermare che il Signore è colui che la invia, però Egli può convertirla in una benedizione quando, come l'apostolo Paolo, invochiamo il Signore. Quella dolorosa infermità che ti fa rigirare nel letto, senza poter conciliare il sonno, può essere una meravigliosa opportunità per essere "consigliato" dal Signore (cfr. Salmo 16:7). Parlando con Dio, potrai uscire da questi incontri notturni disciplinato, alleviato e fortificato! Quella limitazione fisica può essere lo strumento per evitare pensieri pericolosi e gesti autodistruttivi. Una spina nella carne, se affrontata con il giusto atteggiamento spirituale, può risultare il canale per far affiorare quelle verità sopra di noi che il rumore e la voragine della vita quotidiana mantengono lontani dalla nostra vista.
Altro...
Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie (Proverbi 23:26)
DAMMI IL TUO CUORE!
Un imperativo che esorta a dare al Signore ciò che Lui ci ha donato: la nostra vita. Perché donarGli il nostro cuore? Prima di tutto perché Egli lo cambi, tolga da noi l'insanabile cuore malvagio che ci governa e metta in noi un cuore nuovo rigenerato dalla Sua Parola, sensibile alla Sua voce. In un cuore nuovo Dio può riversare il Suo Spirito, le Sue abbondanti grazie ed i Suoi doni che rendono ricca la nostra vita spirituale. Un cuore nuovo è anche un cuore fortificato e santificato dalla presenza di Dio, che può resistere alle tentazioni e alle insidie. Un cuore nuovo è un cuore che prende piacere nel fare la volontà del Padre e vive in vista dell'eternità. Sinceriamoci di aver donato tutto il nostro cuore, senza ripensamenti e tentennamenti, a Colui che è venuto a salvare e cambiare la nostra vita attraverso il Suo perfetto sacrificio e la Sua risurrezione. L'invito accorato del Signore risuona anche oggi, anche per te: "Figlio mio, dammi il tuo cuore".
Date la mano al Signore, venite al suo santuario che egli ha santificato per sempre, e servite il Signore, vostro Dio (2° Cronache 30:8)
DATE LA MANO AL SIGNORE
È questo un caloroso invito a sottomettere la nostra vita alla volontà del Signore ed avere piena fiducia in Lui, nella Sua Parola. Un gesto che suggella un patto di fedeltà reciproca tra il Signore del cielo e della terra e la Sua creatura. Un atto che presuppone una comunione ed un'intimità profonda tra noi e Dio, che dichiara una piena fiducia in Colui che è infinitamente più grande di noi. Poniamo perciò la nostra sorte nel Signore, lasciandoci condurre con pieno accordo da Cristo Gesù, che ci ha mostrato la grandezza del Suo amore. Egli si è fatto uomo per noi, morendo sulla croce, è risorto per noi mostrando la Sua gloria e riportando piena vittoria sul peccato e su ogni sua conseguenza. Dio si prende cura di noi ogni giorno ed infine ci porterà nell'eternità a godere la Sua presenza. Oggi diamo la nostra vita al Signore, mettiamo la nostra mano nella Sua per lasciarci guidare, proteggere e consolare ma anche per servirLo pienamente. Non potremo mai trovare mani tanto forti e tenere come le Sue.
Beato l'uomo che sopporta la prova; perché dopo averla superata, riceverà la corona della vita (Giacomo 1:12)
SUPERARE LA PROVA
La vita ci mette spesso alla prova. Viene provata la nostra forza, la nostra capacità di soffrire con umiltà, di subire con mansuetudine, di aspettare con pazienza. Le difficoltà sono anche come delle "prove d'esame" da superare. Ogni ostacolo che superiamo rappresenta un traguardo raggiunto ed un cambiamento realizzato. Come cristiani spesso le tentazioni mettono alla prova la nostra fede, oppure le avversità provano la nostra fedeltà al Signore. Altre volte, siamo chiamati alla prova del servizio, quando il Signore ci chiede di fare qualcosa per Lui, oppure dell'offerta, quando il Signore ci chiede di consacrarci a Lui. Ancora, siamo chiamati alla prova della costanza quando costretti ad attraversare momenti e circostanze difficili. Eppure, se amiamo il Signore con tutto il nostro cuore, sappiamo che ogni prova da Lui permessa coopera al nostro bene ed ogni esame superato raffina la nostra fede, rafforza la nostra vita, con la consapevolezza che nel cielo ci è riservata la gioia della Sua presenza e la corona della vita, promessa dal Signore a tutti quelli che Lo amano.
Perché la benefica mano del mio Dio era su di me (Neemia 2:8)
LA BENEFICA MANO DI DIO
È bello constatare come la mano di Dio è all'opera per fare del bene. Neemia dichiara apertamente che se il suo proponimento era riuscito, ciò era dovuto unicamente per l'intervento e la guida di Dio. La mano di Dio su di noi è Dio stesso che ci viene a salvare. Egli ha steso la Sua mano per liberare l'anima nostra dalla schiavitù del peccato. La mano di Dio su noi è la Sua guida, quando gli affidiamo il governo della nostra vita, è la Sua protezione quando ci rifugiamo in Lui e siamo stabili sulla Sua Parola. La mano di Dio è la Sua benedizione che riempie il cuore e dona pace ogni giorno. La benefica mano di Dio è la Sua fedeltà che ci garantisce il Suo aiuto e dona la certezza della vita eterna. Il profeta Ezechiele afferma che Dio ha alzato la Sua mano verso i Suoi figlioli per giurare la Sua fedeltà (cfr. Ezechiele 20:5). Pur non avendo alcuna necessità di giurare, perché la Parola di Dio è certa e sicura, Egli mostra la grandezza del Suo amore dichiarando apertamente il Suo impegno di fedeltà verso la nostra vita. Restiamo sotto la Sua grazia anche oggi, certi che Egli è fedele e la Sua mano è stesa su di noi per farci del bene.