Non vogliamo che costui regni su noi (Luca 19:14)
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA
Il 4 luglio 1776, il Congresso Americano firmò la Dichiarazione di indipendenza redatta da T. Jefferson. In questa si afferma che gli uomini sono stati creati tutti uguali, che hanno diritto alla vita, alla libertà, a ricercare la felicità e che tali diritti devono essere garantiti dal governo liberamente scelto dal popolo. L'uomo si rendeva libero dalla schiavitù umana, ma da sé non potrà mai affrancarsi dalla schiavitù del peccato. Rispetto a Dio, l'uomo ha frainteso e confuso i concetti di libertà e schiavitù, scambiando l'una con l'altra. Si sente libero quando vive nel peccato non sapendo che, spiritualmente, questo produce la morte (Cfr. Romani 6:24), sebbene spesso realizzi quanti problemi porta nella vita quotidiana. Dall'altro lato, fare la volontà di Dio viene vista come una restrizione della libertà umana. Non farti ingannare da alcuna voce, la vera e più profonda libertà è quella di realizzare appieno lo scopo per il quale siamo stati creati, potendo vivere alla presenza di Dio, mettendo in pratica la Sua volontà e centrando il Suo piano per le nostre vite. Ecco perché Gesù afferma: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi" (Giovanni 8:36).
Aman disse in cuor suo: "Chi altri vorrebbe il re onorare, se non me?" (Ester 6:6)
AMBIZIONI DELUSE
Aman, alto dignitario del re persiano Assuero, fece male i suoi conti; non era lui la persona che il re voleva onorare, bensì Mardocheo, un giudeo che Aman detestava. Quest'ultimo è uno di quelli mai soddisfatti della posizione che occupano, sempre bramosi di essere ancora elevati e sempre intenti ad affossare maggiormente coloro che essi disprezzano. La vicenda storica di Aman e Mardocheo, come la parabola del fariseo e del pubblicano (cfr. Luca 18:9-14), stabilisce un’immutabile legge spirituale: quanti si innalzano saranno inesorabilmente abbassati e coloro che si umiliano verranno mirabilmente innalzati. Forse ti sentivi giusto, meritevole al di sopra di tutto e degno del rispetto di tutti. Ti aspettavi ulteriori onori e riconoscimenti, ma è giunta l'umiliazione e la mortificazione. Ringrazia Dio che non ti ha colpito la morte; Egli ti ha abbassato, ma non ti ha ancora annientato. Prima che l'orgoglio finisca di accecarti e ti conduca alla condanna eterna, ravvediti e invoca Cristo quale tuo Salvatore! Egli ti salverà e ti eleverà all'impareggiabile dignità di figlio di Dio.
Poi venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve (Isaia 1:18)
UN INVITO AL DIALOGO
L'invito di Cristo esprime l'amore di Dio e il Suo programma di salvezza per l'uomo. Non è la ricerca del colpevole per condannarlo, ma per salvarlo: "Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Giovanni 3:17). Non venne per ricercarlo ma per cercarlo e attirarlo nuovamente a Lui. È un invito rivolto non soltanto a dei buoni ma ai perduti, anzi a degli estranei e nemici: "Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili" (Colossesi 1:21, 22). Caro lettore, sei pronto ad afferrare questa grande salvezza che Dio ha provveduto proprio per te? La giustificazione che Egli ha compiuto per la tua anima è infinitamente di più di un assoluzione legale. Smetti di obiettare e parla con il Signore per aprire il tuo cuore a Lui, accettandolo come tuo unico Redentore ed invitandolo a regnare nella tua vita. Egli ti salverà.
Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici (Salmo 23:5)
PAROLE DAL CUORE
Le prime parole di questo versetto: "Per me tu", possono essere pronunciate soltanto nei confronti di una persona con cui si ha un intenso legame. È un vincolo di profondo affetto e fiducia. Sono parole che esprimono riconoscenza verso la persona a cui sono indirizzate, sottomissione e dipendenza, ma non è una soggezione negativa, un plagio, un asservimento, bensì una forte unione spirituale e morale. Sono le parole di una persona consapevole d'essere stata beneficiata, privilegiata e, che è certa lo sarà ancora. Il Salmista è sicuro che potrà continuare a fidarsi di Dio che non lo lascerà in balia dei nemici! Il Signore non pronuncia le Sue parole né alla leggera, né ipocritamente, ma in assoluta verità. Dio stabilisce un rapporto straordinario con il Suo popolo, affermando: "Chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio suo" (Zaccaria 2:8) ed ancora: "Perché sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo" (Isaia 43:4). Egli vuole stabilirlo anche con te, parlando proprio a te e operando personalmente per te! Puoi fidarti dell'offerta dell'amore divino e lasciarti nutrire di sentimenti e consolazioni che mai avresti immaginato.
Cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca (Salmo 23:5)
LA COMUNIONE CON DIO
Davide aveva sperimentato il calore dell'accoglienza divina ogni qual volta si rifugiava nel Signore o si addentrava nella comunione con Lui. Qual è la coppa di cui scrive Davide se non il suo cuore? Quest'uomo aveva con Dio un rapporto che andava oltre la mera soddisfazione delle necessità ordinarie o straordinarie. Il Signore trovava luogo non soltanto nei suoi bisogni pratici e materiali, ma prima nel suo cuore. E tu, cerchi Dio soltanto occasionalmente, quando ti senti minacciato da un pericolo o se un problema particolare incombe sulla tua vita? Anche se Dio ti aiuta e libera, ma rimane fuori dal tuo cuore, non potrai mai gustare le realtà più grandi e importanti che vuole parteciparti. Dai spazio al Signore nella tua vita, affidagli il ruolo che gli compete, riconoscigli il primato e la gloria che gli spettano. CercaLo con tutto il cuore e scoprirai quale meravigliosa benedizione sia una vita traboccante, impregnata e cosparsa della Sua presenza in ogni pensiero, affetto, gesto e decisione. Potrai allora invocarLo per benedirLo, cantando e dicendoGli: "Ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno" (Salmo 16:11).
Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca (Salmo 23:1)
SCEGLIERE GESÙ
Davide, giovane pastore mandato ad accudire il gregge del padre, sapeva quale attenzione e cura dovesse avere verso di esso ma, sentiva che anche lui, solo a svolgere il suo compito, aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura della sua vita. In chi sperare? Qualcuno che fosse sempre disponibile, di giorno come di notte, che potesse far fronte ai pericoli che si presentavano. Davide trovò nel Signore il suo perfetto pastore. Il popolo di Dio è spesso paragonato a un gregge condotto dal pastore. Forse anche tu senti il bisogno di qualcuno che si prenda cura di te sempre, non soltanto negli "orari di ricevimento". Cerchi un aiuto vero, sufficiente ad ogni bisogno, che non proponga delle soluzioni, ma che sia la soluzione a ogni tua necessità interiore. Lo puoi trovare nel Signore. In Cristo hai pienamente tutto ciò che serve per la salvezza della tua anima, la consolazione del tuo cuore, la guida dei tuoi passi in questa vita, la protezione dinanzi a ogni nemico, avversità ed imprevisto. Lo puoi trovare già ora, se soltanto lo scegli, facendone il tuo unico Redentore e Signore.
Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo (Giovanni 16:33)
LA SCONFITTA DEL MONDO
Sulla Terra, ci saranno sempre il potere dominante, la cultura dominante, le mode dilaganti. Spiritualmente, le religioni, le superstizioni, l'occultismo ci saranno sempre ma, la Chiesa potrà comunque seguire il percorso tracciato da Cristo. Questo sentiero, a molti, risulterà scomodo e noioso, una strada da allargare, abbellire, visto che la via della salvezza è stretta e angusta. A tal fine saranno utili le favole (cfr. II Timoteo 4:3, 4). La Chiesa, la sposa di Cristo, però, in tutte le età e generazioni, rimane sulle Sue orme, riconoscendo e seguendo la voce di Gesù il Buon Pastore. Quanti hanno sperimentato cosa significhi essere riscattati dal Suo sacrificio, non guardano al costo da pagare, ma nutrono il santo timore di contaminarsi con il peccato del mondo ed il coraggio di manifestarsi a esso con la vittoria della loro fede? La società si compiace nei suoi stili di vita degradata, proponendoli come vincenti, ma com'è scritto: "Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (I Giovanni 2:16, 17). Passerai anche tu con il mondo, trascinato nella perdizione eterna o vuoi accettare il messaggio di Cristo per avere la vita eterna?
Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta (Ebrei 11:29)
UN OSTACOLO OPPORTUNO
Il Mar Rosso, da ostacolo si trasformò in una travolgente protezione. Quando Israele, liberato dalla schiavitù egiziana, arrivò davanti al Mare, trovò in esso una barriera insuperabile. Una collina sarebbe stata certamente preferibile. Dio, però, non ha bisogno di facilitazioni. Il pessimista trova una difficoltà in ogni opportunità ma, l'ottimista, trova un'opportunità in ogni difficoltà. Dio non ci chiede di essere ciechi, ma ci chiama ad avere la speranza e la visione spirituale che provengono dalla Sua Parola. Egli vedeva già la strada, là dove nessuno la poteva vedere, sul fondo del mare. Se noi ci fidiamo di Lui e a Lui ci affidiamo, realizzeremo sempre il Suo intervento miracoloso. Così, nella sovrastante opposizione, era nascosta la via di passaggio e quello che sembrava unicamente un impedimento, divenne una protezione. Il nemico minaccia il credente anche mentre Dio sta operando in suo favore, per farlo rinunciare e fargli perdere ciò che Dio ha preparato per Lui. Tornare indietro per paura degli ostacoli è una scelta sbagliata. Non indietreggiare, segui con piena fiducia il cammino che Dio ha posto dinanzi a te; Lui ti accompagnerà oltre ogni ostacolo.
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano (Matteo 4:11)
IL SERVIZIO CELESTE
Da questo testo possiamo imparare che Dio è degno di essere servito e adorato nello stesso modo mostrato dagli angeli. Secondo l'insegnamento biblico il nostro servizio può essere maggiore e ancora più profondo. Innanzi tutto perché rispetto agli angeli noi siamo stati comprati con il prezioso sangue di Gesù; non siamo più vecchie creature ma persone rigenerate, potentemente conquistate a Cristo. Una volta nati di nuovo, possiamo svolgere un servizio eccellente, superiore, proprio grazie alle facoltà che vengono dal cielo. Possiamo testimoniare della salvezza ottenuta per fede, cosa che gli angeli non possono fare, possiamo inoltre con la potenza dello Spirito Santo predicare che il sangue di Gesù è potente a salvare, a guarire e consolare, cose che gli angeli non hanno realizzato. Avviciniamoci a Dio per onorarLo. Serviamo l'Altissimo con i sentimenti e le mire più elevati, imitiamo gli angeli di Dio che, pur non avendo realizzato i privilegi della grazia, servono Dio notte e giorno con ardore; impariamo da loro l'umiltà nel servizio, la gioia nel poter svolgere un compito per la gloria di Dio, la pura devozione nel portare a termine i compiti affidati loro da Dio.
Ma lo spirito maligno rispose loro: "Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?" (Atti 19:15)
DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
Il dilettante è colui che manca di esperienza, di perizia, di una specifica preparazione; spesso è chi si occupa di qualcosa con grande faciloneria e insufficienza, si avventura in un'impresa rischiosa senza alcuna prudenza. Oggi molti intraprendono un servizio spirituale senza aver prima mostrato i frutti degni di un sincero ravvedimento, senza una vita ripiena dello Spirito di Dio. Sembra di udire la voce di molti che, trascinati dallo spirito di questo secolo, dicono: "L'importante è fare qualcosa, non importa come". Eppure la Bibbia ci ricorda che Cristo non approva tale modo comune di pensare: infatti, trovandosi con i Suoi "ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre", vale a dire il battesimo nello Spirito Santo (cfr. Atti 1:4, 8). Paolo ricordava a Timoteo questa verità: "E le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri" (II Timoteo 2:2). Il Signore non vuole persone dotate di capacità umane, né manda alcuno allo sbaraglio, ma guida e usa credenti che come gli apostoli manifestano le Sue virtù nella loro vita.
Altro...
Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui (Luca 4:20)
UN LIBRO DA NON CHIUDERE
Il gesto compiuto dal divino Maestro di "chiudere il Libro" può sembrare un atto assolutamente normale. Quest'azione ha, invece, un grande valore spirituale. Il Libro fu chiuso anche perché Gesù poté dire: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite". Prima della venuta di Cristo sulla Terra, chissà quante volte era stata letta questa profezia concernente il Messia e, anche se materialmente questa pagina della Scrittura veniva chiusa, in realtà era rimasta a lungo aperta nell'attesa del suo compimento. Soltanto adesso, venuto Gesù, Autore delle Scritture, il Libro può essere "chiuso". Riflettiamo! Quante volte, dopo aver letto o ascoltato la Parola di Dio, culto dopo culto, non abbiamo permesso al messaggio divino indirizzato ai nostri cuori di adempiersi e realizzarsi nella nostra vita? Quante pagine della Bibbia che abbiamo frettolosamente "chiuso" dovrebbero invece essere ancora aperte davanti a noi? Oggi più che mai sentiamo il bisogno e l'urgenza di accostarci alla Parola di Dio con umiltà e preghiera, meditandola con riverenza, "affinché conosciamo per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà" (cfr. Romani 12:2).
Ma Paolo gli gridò ad alta voce: "Non farti del male" (Atti 16:28)
NON FARTI DEL MALE
Dio sia ringraziato perché Egli ancora oggi avverte gli uomini con il messaggio potente della Sua Parola. "Non farti del male" sono le parole amorevoli di Dio per quanti probabilmente hanno deciso o tentato di porre fine alla loro vita. La vita secondo la Bibbia è un dono di Dio: infatti "ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento" (Giacomo 1:17). Pertanto la nostra vita non va rovinata con il peccato, tanto meno deve essere danneggiata dando spazio ai desideri del cuore, ma bisogna permettere alla Persona gloriosa del Cristo di entrarvi e di prenderne pieno possesso. Non soltanto la vita biologica è un dono, ma anche la salvezza è un dono di Dio: "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio" (Efesini 2:8). Dio è il donatore della vita fisica e spirituale ed Egli desidera che ogni uomo rispetti questo dono difendendolo dagli attacchi dell'avversario e rimettendolo ogni giorno con gioia nelle Sue benedette mani.
"Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio (Atti 16:25)
GLORIFICARE DIO
Il testo mette in evidenza come il terremoto e la conseguente apertura delle celle siano seguiti all'adorazione che Paolo e Sila elevarono a Dio. Questi due servitori di Dio avrebbero potuto dire: "Se il Signore compie un miracolo in nostro favore, Lo loderemo, Lo ringrazieremo e Gli canteremo degli inni con tutto il nostro cuore". Eppure, ancor prima di vedere un miracolo straordinario, cominciarono a lodare Dio. Molto spesso la nostra preghiera si riduce a un porre delle condizioni a Dio: "Signore, se compi questo miracolo ti loderò" oppure "Se mi liberi da questa situazione ti loderò e ti servirò per sempre". Il Signore, invece, vorrebbe che ognuno di noi imparasse a cantare le Sue lodi anche mentre ci troviamo sul lato oscuro della prova. Dio, anche nei momenti più bui della nostra vita, è sommamente degno di essere adorato e lodato: ne è degno anche quando non sembra esserci via d'uscita. E così, quando si è senza speranza e tutto sembra distruggersi attorno a noi, Egli rimane sempre degno di essere esaltato.
I carcerati li ascoltavano … e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono (Atti Atti 16:25,26)
IL BISOGNO DELLL'UMANITà
Per i carcerati quel canto notturno innalzato da Paolo e Sila rappresentava una luce in mezzo alle tenebre, un sollievo in mezzo a molte ristrettezze e afflizioni. Non sappiamo, ma forse alcuni di quei detenuti erano destinati alla morte e quel sacro inno venne a costituire una speranza per il futuro. Purtroppo, nel cuore di certi credenti non c'è più vita spirituale, ma scoraggiamento e aridità. Molti cristiani oggi si trovano nella stessa situazione del popolo di Dio deportato in Babilonia. Non hanno più la forza di testimoniare della grazia del Signore. Forse perché presi in trappola dalle circostanze avverse ed avvolti da situazioni difficili per le quali non vedono via d'uscita. Eppure, se soltanto riuscissimo a sentire il grido di quanti ancora non conoscono il Signore, basterebbe qualche semplice espressione di fede e devozione per raggiungere i bisogni interiori dell'umanità. Per i credenti che stanno condividendo gli stessi problemi materiali dei non credenti, oggi il Signore vuole compiere un'opera gloriosa che li renderà pieni di risorse spirituali, potenti servitori per un efficace annuncio dell'Evangelo.