Ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo … senza speranza e senza Dio nel mondo (Efesini 2:12)
FINCHÉ C'È VITA, C'È SPERANZA
Cosa significa? Che finché ti godi la vita e le cose girano per il verso giusto, puoi pure sperare? Per poi magari crollare nella più buia disperazione quando qualcosa si mette di traverso nel misterioso ingranaggio dell'esistenza umana? La parola di oggi invita ad esaminare la vita nella sua prospettiva spirituale, eterna. Una vita che non è fine a sé stessa, che non può fondare la propria speranza sulla fragilità del presente e sull'assoluta incertezza del domani. I credenti di Efeso, a cui erano indirizzate le parole dell'apostolo Paolo, un tempo vivevano in questa maniera: "Senza Cristo, senza speranza e senza Dio". Vivere nella disperazione, quindi non coincide con il passare momenti di tragico sconforto, ma equivale a non avere una fede vera, riposta unicamente sul sacrificio di Cristo. Vivere senza speranza significa vivere privi di un rapporto vero, personale con il Signore Gesù, fondato non su tradizioni religiose, ma sulla rivelazione della Sua Parola. Significa vivere senza l'approvazione e la protezione di Dio. Se alla luce di un sincero esame, ti scopri in questa condizione, riponi la tua fede nel Signore Gesù Cristo, Egli diverrà la tua reale e sicura speranza!
Perché io sono il Signore, colui che ti guarisce (Esodo 15:26)
BASTA LA SALUTE…?
Spesso si sente dire "basta la salute!" Come se ogni altro problema passasse in secondo piano di fronte alla malattia. Chi liquida frettolosamente le difficoltà altrui con simili frasi, si trova in buona salute e non tiene in conto certe realtà inconfutabili. Prima o poi la nostra salute non basterà più. Le malattie "invisibili", talvolta sono molto più dolorose e più dannose delle malattie visibili. Tali malesseri dilaniano l'animo umano, tolgono la voglia e la gioia di vivere. Vi è un male spirituale che non soltanto provoca danni terribili alla nostra esistenza, ma che conduce alla separazione eterna da Dio e da ogni Suo bene. Questo morbo mortale si chiama peccato. Quante energie spese per soddisfarlo. Quanta salute dilapidata per indugiare in vizi e passioni disordinate. Quante esistenze sprecate ricercando una falsa libertà; quante vite segnate, solcate, da piaceri effimeri. Eppure il Signore si presenta ancora oggi come "Colui che ti guarisce". Se affidi a Gesù la tua vita, se invochi il Suo perdono, Egli diverrà per te Colui che saprà guarire la piaga mortale del peccato, le ferite profonde del tuo animo e, secondo il Suo piano, ogni male che si accosterà alla tua vita.
Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e così non pecchiate (Esodo 20:20)
RISPETTO E NON PAURA
Chi ha vissuto l'esperienza di un forte terremoto, ha certamente realizzato una grande sensazione d'incertezza e panico. La situazione che viviamo, dal momento che non è sotto il nostro controllo, tutto può accadere. In seguito, pensai a quando Dio parlò a Israele sul monte Sinai: ci furono lampi, tuoni e fumi al punto che tutti ebbero paura. Mosè dovette spiegare che di Dio non dobbiamo avere paura, ma avere grande rispetto sì! Infatti, Egli odia il peccato e non vuole che noi viviamo con leggerezza e indulgenza verso pensieri e pratiche licenziose e dannose per noi e gli altri. Dio non soltanto odia il peccato, ma dovrà giudicare chi ha scelto di vivere nel peccato. Per questo Dio ha mandato il Salvatore, per tirarci fuori da una vita sbagliata e cominciarne una nuova in comunione con Lui. Il timore di Dio sarà sempre un deterrente per non commettere altro male. Con il Signore dobbiamo tutti fare sul serio, come Lui ha fatto sul serio con noi. Quando è venuto Gesù a morire per noi ha fatto sul serio, come poter trascurare una così grande opera di salvezza, come non vivere con profondo rispetto ed intenso amore per Lui?
Nelle tue mani rimetto il mio spirito (Luca 23:46)
LA SICUREZZA
Cosa faremmo noi nel caso di una condanna a morte a nostro carico? È un evento poco probabile, ma molto più frequenti sono le situazioni di paura, insicurezza della vita. Hai mai provato quei momenti estremamente difficili di sgomento e disperazione, quando tutto sembra finito e non sai cosa fare? Le parole che disse Gesù sulla croce ci illuminano. Gesù sta vivendo i Suoi ultimi minuti, il respiro va esaurendosi, il battito cardiaco è rallentato, ma la forza dell'amore e la speranza non l'abbandonano. Recupera il fiato per emettere un grido con gran voce: "Nelle tue mani rimetto il mio spirito". Egli si rimise senza nessuna riserva nelle mani del Padre. Questo c'insegna che se ci affidiamo completamente a Dio, realizzeremo una piena sicurezza, come un bambino quando viene abbracciato dai propri genitori, avvolto dal calore dell'amore e da un senso di protezione. Oltre le nubi e il "tunnel" del dolore o della morte non c'è il vuoto o il nulla, ma c'è Colui che ci ha fatti e ci ama. Il Signore ci attende. Quando saremo nel dolore e nella paura, raccogliamo le nostre forze per gridare a Dio con il cuore. Oltre le nubi ci sarà ancora la Sua luce che rispenderà su noi.
Donna, ecco tuo figlio (Giovanni 19:26)
LA PROVVIDENZA
Furono pochi gli amici di Gesù che ebbero il coraggio di ritrovarsi ai piedi della croce. Fra questi alcune donne che lo avevano seguito e assistito con i loro beni, il giovane apostolo Giovanni e Maria, la madre di Gesù. Quest'ultima stava vivendo il momento più brutto della sua vita: di fronte a lei c'era suo figlio, quasi irriconoscibile per la violenza subita, che stava morendo sulla croce. Eppure, perfino in quel momento atroce, si eleva una parola di provvidenza divina: "Donna ecco tuo figlio". Maria non era abbandonata, non sarebbe rimasta sola; qualcuno si sarebbe curato di lei. È il segno che con Cristo non è mai finita. Con il Signore c'è sempre speranza, sempre rimedio, sempre futuro. Dio provvede ai nostri bisogni, soprattutto nei momenti difficili. La perdita di un figlio è tra i dolori più forti e indimenticabili. Maria, tuttavia, da lì a poco tempo avrebbe rivisto suo figlio, il Vivente, il Cristo Risorto! Dopo la resurrezione Gesù si presentò ai discepoli e fu gioia e stupore per tutti, anche per Maria. Ricordiamoci, nei momenti di dolore, che dalla croce arriva sempre per noi una parola di speranza: è la provvidenza di Dio in attesa di rivedere un giorno il Salvatore.
Gesù gli disse: "Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso" (Luca 23:43)
LA CERTEZZA
Queste parole disse Gesù a un malfattore crocifisso accanto a Lui, ma soltanto dopo che quell'uomo ammise il proprio peccato. Non sentiremo mai parole tali sul nostro conto e sulla nostra sorte se non sappiamo metterci in discussione davanti alla giustizia di Dio e confessare a Lui la nostra condizione. Quando ciò avviene, quando ammettiamo la nostra debolezza e le nostre mancanze, il Signore non ci lascia in questo stato di povertà e confusione, ma ci salva e ci dona la certezza della salvezza. Nelle parole che oggi meditiamo c'è tutta l'autorità di Colui che è venuto per darci la vita. Perfino sulla croce le Sue parole sono autorevoli e donano certezza. Quanto più questa certezza è ferma quando vediamo il sepolcro vuoto! "Ricordati di me" esclamò il malfattore pentito. E Gesù rispose subito! Quanto sono belle le parole di Gesù, quanto sono balsamiche, soddisfacenti, vere, piene di autorità. Per questo i veri cristiani leggono la Parola di Dio, la Bibbia! In essa scopriamo il Suo messaggio. Per questo i veri cristiani pregano con parole che vengono dal cuore e sono sincere. Perché soltanto queste riceveranno parole sicure, vere, che danno ristoro all'anima.
Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno (Luca 23:34)
IL PERDONO
Dalla croce si udirono espressioni di perdono per gli aguzzini. Queste parole di Gesù possono essere considerate un eccesso di bontà per alcuni o troppo difficili da imitare. Comunque, ciò che realmente ha importanza è l'efficacia del perdono di Cristo, il Salvatore del mondo! Perché Lo fece? Perché il Suo amore fu più grande del Suo dolore. Sebbene fosse negli ultimi istanti di vita, Gesù seppe vedere le cose come stavano: era l'ignoranza e il peccato che avevano rovinato l'uomo. Nella preghiera al Padre Suo c'è la richiesta di tenere aperta la porta del cielo anche per l'ultimo dei peccatori, affinché quando questo si ravveda possa entrarci. Infatti, poco dopo, al Calvario, un centurione che aveva assistito alla scena del supplizio affermò: "Veramente, costui era Figlio di Dio". Un altro cambiò sul punto di morte addirittura la sua sorte. Era il malfattore pentito: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Se non l'hai ancora fatto, accetta anche tu il perdono di Gesù e la tua sorte eterna cambierà. Non occorre partecipare a chissà quali azioni criminali per aver bisogno del perdono divino. Insieme alla speranza celeste, Gesù ti donerà una vita felice sulla Terra.
Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quanto è grande il loro insieme! (Salmo 139:17)
IL PREMIO DELLA GIOIA
Molti pensano che le cose di Dio siano grigie, monotone, pesanti. È vero il contrario! Il Creatore che ha fatto il verde dei boschi, l'azzurro del mare, lo spettacolo dell'arcobaleno e tutte le ineffabili meraviglie della natura vorrebbe per i Suoi figli una vita smorta e senza gioia? Non risulta dalla Bibbia! Dio ha preparato cose mirabili per chi lo ama; cose ancora più belle e perfette di quel che vediamo e immaginiamo. Soprattutto il nostro cuore viene stupendamente adornato quando invitiamo il Signore a dimorarvi! Non vi è più posto per pensieri oscuri, manie e ossessioni, ma tutto e ravvivato dalle ricchezze della gloria di Dio. Perché lasciare che la tristezza, la mancanza di speranza, lo sconforto opprimano il nostro cuore? Guardiamo a quello che Gesù ha preparato per noi, pensiamo al Suo amore per noi, all'opera meravigliosa di salvezza che Cristo ha compiuto e preghiamo chiedendo quella pace e quella gioia che già adesso possiamo in parte sperimentare. Verrà il giorno quando la realizzeremo in tutte le sue innumerevoli manifestazioni, entrando nel Regno celeste del Padre nostro.
Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio (Ebrei 11:40)
QUALCOSA DI MEGLIO
Tutti si lamentano del male e delle brutture della società. È possibile un mondo migliore? Dal punto di vista della "qualità della vita" molto è migliorato grazie alle scoperte mediche, scientifiche e tecnologiche, ma la necessità primaria dell'uomo è ancora la stessa: bisogno di amore, sicurezze interiori, certezze stabili. Dio vuole davvero darci qualcosa di meglio! Da secoli Egli chiama uomini e donne a separarsi dal male e camminare con Lui per ricevere quello di cui abbiamo realmente esigenza. Alla croce si divide l'umanità! Chi crede vivrà in eterno, chi non crede rimane separato da Dio. Milioni di persone hanno pregato il Signore e hanno ricevuto una "qualità di vita" spirituale migliore e vera! Non soltanto la speriamo, ma grazie a Dio la notiamo già presente nella vita dei veri credenti! E tu lettore da che parte stai? Di cosa ti accontenti o a cosa aneli? Non lamentarti e non smarrirti per questo mondo violento, ingiusto e senza amore, ma trova speranza in Colui che ti ama e ha dato Sé stesso per te. Abbi piena fiducia in Gesù, Lui è il Salvatore e può darti infinitamente di meglio per questa vita e per quella futura!
Il re diede ordine di estrarre delle pietre grandi, delle pietre scelte, per fare le fondamenta della casa (1° Re 5:17)
IL BENE DELLA FAMIGLIA
Costruire una casa richiede energie e risorse, ma c'è un altro aspetto ed è quello della scelta dei materiali. Da questa scelta dipenderà la durata, l'estetica, la funzionalità della casa stessa. È così anche per la vita matrimoniale. Costruire una famiglia non è cosa di solo sentimento o di passione, ma richiede ogni giorno l'adempimento di un progetto ben preciso. Possiamo fare scelte egoiste o altruiste, dare un sorriso o rispondere con ira, far valere i diritti o lasciar perdere, compiere i doveri o aspettare che lo facciano gli altri. Il lavoro richiede tempo, dedizione, cura e molte persone sembrano non averne. Il problema di molti è che non sanno cosa devono fare. Molti altri, pur sapendo cosa è giusto fare, non riescono a farlo. Per questo tante famiglie crollano a causa di crepe, dissensi e crisi. La soluzione sta nell'ascoltare la Parola di Dio, unica ed autorevole regola di fede e di condotta per tutti quelli che vi fondano la propria vita. Impariamo da Gesù, il nostro modello ed esempio perfetto, chiediamo a Lui la forza. Egli ci aiuterà a scegliere pietre e materiali giusti per costruire la nostra vita, il nostro futuro eterno.
Altro...
Prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra (Matteo 2:11)
DONI E DONI
Ricevere regali è piacevole per tutti. Dio è unico nel fare doni: ci ha donato la vita che stiamo vivendo, la creazione stupenda, le persone che amiamo, le cose di cui usufruiamo! Ma c'è molto di più, Egli ci ha donato Gesù Cristo, il Salvatore, l'unico in grado di salvarci e donarci la vita eterna. Ci ha donato lo Spirito Santo che è con noi da quando accettiamo Gesù nel nostro cuore. Il Nuovo Testamento ci parla anche di altri doni spirituali che possiamo ricevere se crediamo in Lui. È meraviglioso scoprire un Dio tanto generoso. Ma anche gli uomini possono fare dei doni a Gesù. I Magi arrivati dall'oriente a Betlemme portarono doni per onorare il Re dei re. L'oro simboleggia la propria vita che può essere offerta in servizio al Re dei re. L'incenso profumato rappresenta la preghiera di ringraziamento per il Salvatore accompagnata dalla devota adorazione. La mirra parla delle sofferenze accettate pur di onorare Dio. Gesù stesso visse così, donando la sua vita al servizio del Padre Suo. E noi che cosa doneremo a Colui che ha dato tutto sé stesso per noi? Oggi stesso, ricevi il dono di Dio per te! Oggi stesso decidi di donare il tuo cuore e la tua vita al tuo Signore!
Fortíficati e compòrtati da uomo! Osserva quello che il Signore, il tuo Dio, ti ha comandato (1° Re 2:3)
COMPORTARSI DA UOMO
Nelle raccomandazioni che il re dava all'erede al trono c'erano semplici ed importanti indicazioni per una vita felice e responsabile. Ai giorni nostri sembra che non tutti sappiano "comportarsi da uomini" e nei fatti di cronaca leggiamo cose raccapriccianti. Spesso anche molte persone "perbene" non sanno prendere decisioni, assolvere ai propri doveri, assumersi responsabilità. È il caso di molti padri che sono troppo indaffarati nel lavoro per curarsi della loro famiglia, del loro bene spirituale e morale. Un uomo è tale non quando diventa maggiorenne, ma se si fa carico dei suoi compiti e li porta a termine. Salomone seppe vincere i nemici, costruire il tempio, e soprattutto governare bene il suo regno, perché la prima cosa che fece fu quella di pregare Dio per il buon esito del suo lavoro. Che il Signore ci conceda di prendere iniziative volte al bene degli altri, della nostra famiglia e della nostra vita, stando attenti alle indicazioni della Parola di Dio. Tutto questo sarà possibile se diamo la nostra vita a Gesù il Salvatore e se Gli permettiamo di aiutarci. Così facendo saremo veramente "uomini", secondo come vuole Dio.
Dio gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome (Filippesi 2:9)
Gesù, nome unico
Il nome di Gesù è prezioso, esprime assoluta autorità e potenza sopra qualsiasi altro nome o titolo. L'apostolo Pietro dichiara che non è stato dato altro nome agli uomini per il quale possono essere salvati se non quello del nome di Gesù. Di fronte alla Sua maestà ognuno deve inchinarsi in profonda riverenza e ammirazione. Questo diritto unico è del Signore perché ha scelto di abbassarsi fino a noi. È venuto in profonda umiliazione per morire sulla croce al posto dell'uomo peccatore. Il Suo nome è degno di ricevere lode e gloria da ogni uomo. Presto o tardi tutti gli uomini confesseranno Gesù come Signore. Molti l'hanno già fatto riconoscendoLo come Redentore, tanti altri lo faranno dovendolo riconoscere come il proprio irreprensibile Giudice. Ti domando: quando è che confesserai Lui come Salvatore della tua vita? Quanti uomini nei secoli hanno pronunciato frasi e parole offensive contro Gesù; non essere uno di loro. Confessa con la tua bocca la necessità del perdono dei tuoi peccati, così che in Cristo puoi ottenere salvezza. Allora potrai dire ad altri che il nome del Signore Gesù è unico.
Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse loro: "Che cosa pensate nei vostri cuori?" (Luca 5:22)
A cosa pensate?
Tale domanda fu rivolta a dei religiosi mentre Gesù si trovava davanti ad un paralitico. Egli è indignato di fronte ai pensieri d'incredulità manifestati mentre elogia la fede di quattro uomini che aiutano un amico. Vista l'impossibilità di entrare nella casa in cui Cristo insegnava, essi pensarono a un'altra soluzione, arrivando alla conclusione di scoperchiare il tetto. Un pensiero che risultò efficace. L'idea di vedere l'amico guarito fu per quei quattro uno stimolo a osare tutto il possibile. Che proposito nobile! Esprimere compassione per il prossimo avendo una fede incrollabile nel Signore. Sarebbe bello se tanti pensieri del genere passassero per la nostra mente e animassero le nostre azioni. Il cuore dell'uomo è un campo sconosciuto, i suoi pensieri sono insondabili. Chi può conoscere appieno le menti delle persone? Viviamo in una società dove spesso i pensieri dell'uomo sono rivolti verso i propri interessi e a soddisfare le proprie ambizioni. Si pensa a come arricchirsi, divertirsi e avanzare la propria posizione sociale. Sia lodato Dio per il pensiero che quegli amici avevano verso chi non poteva pensare per sé stesso. Cosa pensi di fare oggi della tua vita?