Domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre (Geremia 6:16)
LA BUONA STRADA
La situazione in cui versiamo oggi non è poi tanto diversa da quella vissuta dal profeta Geremia. Nella nostra società, chi crede che Dio abbia fissato delle norme morali assolute è spesso considerato come un ingenuo, attaccato come un fanatico intollerante. Un commentatore televisivo ha dichiarato pubblicamente di trovare ripugnante il crescente disordine nella condotta sessuale della nostra cultura. Di lì a poco, certi gruppi con forti interessi economici in quegli stili di vita immorali, lo hanno costretto a fare marcia indietro e a chiedere scusa. Già 2600 anni fa, all'epoca di Geremia, la gente non aveva alcun tipo di vergogna e non c'era depravazione da riuscire a imbarazzarla. Nemmeno i capi religiosi si sottraevano a tale decadimento. Eppure il profeta proclamò l'ira di Dio avvertendo il popolo del giudizio divino imminente ed esortandolo ad imboccare il sentiero del ravvedimento dal peccato e dell'ubbidienza a Dio, cioè a tornare ai "sentieri antichi", dove si trovava "la buona strada". Gesù è la Via che porta la pace e conduce alla vera felicità: andiamo a Lui per camminare nella volontà di Dio. Egli ci rassicura che il Suo "giogo è dolce" e il Suo "carico è leggero".
Chi ha paura non è perfetto nell'amore. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo (1° Giovanni I Giovanni 4:18,)
IL PERFETTO AMORE DI DIO
Non è facile comprendere la profondità dell'amore di Dio per noi. L'orgoglio e la paura spesso ci impediscono di vedere quanto indegni siamo noi e quanto gratuito invece sia il Suo amore. Talvolta, a motivo del mio orgoglio, tendo a credere di meritare l'amore che ricevo dagli altri e che sono amato perché ne sono degno, sono una persona amabile e rispettabile. Altre volte sento il peso della paura. In me so che non merito l'amore che ricevo. Il movente delle mie azioni non è mai disinteressato. Così, mentre mi cullo nell'autocompiacimento, vivo temendo di rivelare alle persone attorno a me la mia vera natura, così inferiore a ciò che appare. Perfino nella mia relazione con Dio talora penso che il Suo affetto verso me dipenda dai miei sentimenti e dalle mie capacità; se faccio bene Egli mi ama, se fallisco debbo aspettarmi soltanto la Sua punizione. Ma Dio non ci ama perché lo meritiamo, ci ama malgrado ciò che siamo: "Non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato Suo Figlio" (I Giovanni 4:10). È in virtù di ciò che ha compiuto Cristo Gesù che sappiamo di essere amati sempre da Dio. Questa semplice verità basta a spazzare via l'orgoglio e a vincere la paura dal nostro io.
La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105)
LUCE PER OGNI PASSO
Camminando di notte su una strada non illuminata, con una lanterna in mano, si può vedere soltanto un passo avanti. Si procede e la lampada si sposta con la persona, facendo luce sul tratto di suolo che si sta per calpestare, rendendo sicuro il passo successivo. Così si raggiunge la meta in sicurezza, senza mai avanzare nel buio. La via è sempre illuminata, ma soltanto un passo alla volta. È questo il metodo nella guida di Dio. Come una lanterna, la lampada della Scrittura è la fonte di luce sul nostro percorso di vita. Quando accogliamo Gesù come Salvatore, apprendiamo quale sia la nostra destinazione finale e veniamo rincuorati sulla certezza del nostro arrivo, ma le nuvole dell'ignoto possono adombrare il sentiero. Trappole insidiose, pericoli in agguato e tragici passi falsi spesso confondono il viaggiatore affaticato e lo privano della pace e della fiducia che il Signore gli aveva fornito per il cammino. Il figliolo di Dio può porre tutta la propria fiducia nel Signore ogni giorno, trovando la grazia e la guida necessaria in ogni circostanza. Non è indispensabile vedere aldilà di ciò che Dio rivela, ma seguendoLo ci sarà sempre luce a sufficienza per ogni singolo passo!
Spera nel Signore, poiché presso il Signore è la misericordia (Salmo 130:7)
LA MIGLIORE NOTIZIA DI SEMPRE
Forse ti senti una persona finita, convinta che non ci sia più speranza per te. Pensi di aver perso definitivamente la tua anima, ripetendo a te e agli altri con tono disperato: "Ho fatto così tanti sbagli che Dio non potrà mai perdonarmi". Una confessione, sia pure sincera, ma senza fede in Cristo, non alleggerisce né rialza. Con il versetto odierno, il Signore non vuole distoglierti dalla realtà o sminuire il tuo dolore, ma intende farti capire con dolcezza la verità che non tutto è perduto. La morte di Gesù sulla croce ha cancellato il castigo per tutto il nostro peccato e quando Lo accettiamo come il Salvatore, come Colui che ci libera dal nostro peccato, noi siamo giustificati davanti a Dio. Da quel momento in poi non dobbiamo più temere una punizione eterna. Il Padre celeste è pronto a perdonarti e accoglierti per iniziare uno stretto rapporto di comunione, di vita eterna. La migliore notizia che potremmo mai udire o annunciare agli altri è proprio questa: "Presso il Signore è la misericordia". C'è speranza, c'è un futuro! Proprio come Dio perdonava il popolo d'Israele, malgrado le disubbidienze e le ribellioni, allo stesso modo è pronto a perdonare anche noi oggi.
Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù (Filippesi 4:19)
IL SIGNORE PROVVEDERÀ
C’era una credente il cui motto in tutta la sua vita fu: "Il Signore provvederà". Anche nei momenti più difficili, gettava le sue preoccupazioni su Dio, sperimentando ogni volta che Egli le prendeva su di Sé e le donava le Sue benedizioni. Ella era l'unico sostegno per un figlio mentalmente ritardato. Poi, un'artrite cronica colpì la donna, ma quanti la visitavano restavano stupiti constatando che la malata non fosse affatto depressa. Rispondendo sul futuro del figlio, ripeteva: "Il Signore provvederà". Poco tempo dopo, la donna morì e tutti si chiedevano che sarebbe stato del figlio. Amici e vicini accompagnarono il ragazzo a casa dopo il funerale; questi allora mostrò soddisfatto la propria collezione di francobolli. Soltanto che i francobolli non erano stati staccati dalle buste. Egli aveva intercettato e conservato un mucchio di lettere indirizzate alla madre, senza aprirle. Dentro scoprirono offerte e donazioni cospicue che furono sufficienti a garantire il futuro del ragazzo fino alla fine dei suoi giorni. Quando gettiamo le nostre ansie e i nostri pesi sul Signore, rimarremo stupiti del modo mirabile in cui Lui provvederà!
V'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede (Luca 15:10)
GIOIA PER UNO SOLO
Certuni ritengono di essere dei puntini insignificanti dinanzi all'umanità e a Dio. Tale idea non trova però alcun supporto nei Vangeli. Anche se il ministerio pubblico di Gesù durò soltanto tre anni, Egli non fu mai troppo "in alto" da non fermarsi a parlare con una sola persona alla volta e in più occasioni. Il Signore predicò alle folle in Giudea, diede da mangiare a migliaia di persone sulle rive del Mare di Galilea e insegnò alle moltitudini a Capernaum, eppure non perse mai di vista il valore di una singola anima! È incoraggiante leggere della Sua conversazione notturna con Nicodemo, del Suo incontro con una semplice donna ad un pozzo in Samaria, del Suo interesse personale verso un piccolo uomo chiamato Zaccheo, il quale stava appollaiato su un albero di sicomoro. Quale emozione deve aver provato quando il Signore, indicandolo in mezzo alla folla, disse: "Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua" (Luca 19: 5). Se ti capita di dare poco valore alla tua persona o perfino alla tua storia di conversione, ricorda l'esempio di Gesù e quello che leggiamo nel Vangelo: c'è gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede!
Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre (Isaia 5:20)
IL GIUSTO VALORE
Un filosofo danese racconta di un personaggio che si intrufolava di notte in un grande magazzino. Invece di appropriarsi della merce in esposizione, l'uomo si mise a giocare con i cartellini dei prezzi di diversi prodotti spostandoli. Il giorno seguente commessi e clienti ebbero delle sorprese! Mentre i brillanti costavano pochi spiccioli, gli articoli di bigiotteria avevano prezzi stratosferici. Durante la vita del profeta Isaia, Israele causò una confusione di valori ancora più grave. Il popolo sottostimò la fede in Dio e il valore delle Sue leggi, deprezzò la virtù e rincarò il male, sopravvalutando la propria sapienza. Nel caos spirituale, gli sregolati e i viziosi furono innalzati come eroi e i giusti vennero rigettati. Ti pare attuale tutto ciò? La società in cui viviamo fa ciò che Israele fece all'epoca di Isaia. Che sfida per la Chiesa di oggi! Ogni credente che ha riconosciuto Cristo come proprio Salvatore possa non soltanto additare il vero aspetto di ciò che è sconveniente, ma mostrare al mondo con la Parola di Dio e la propria condotta il vero valore della bontà, della giustizia, della sobrietà, della saggezza e della purezza.
Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini (Matteo 15:9)
IMITAZIONI SENZA VALORE
Da secoli, innumerevoli turisti visitano l'Acropoli di Atene, la cittadella posta su un'altura dove si teneva la vita religiosa. Portandosi via pezzi di marmo, tornano a casa convinti di possedere un pezzo di storia antica. Come mai questi non sono già esauriti? Perché periodicamente, da una vicina cava, arriva un carico di frammenti marmorei che vengono distribuiti su tutta l'area. Si può essere ingannati da altri generi di imitazioni. Reliquie ed oggetti da venerare, dotte citazioni religiose, antiche tradizioni e una musica evocativa possono illuderci di avere una relazione diretta con il Dio della Bibbia, quando in realtà stiamo ossequiando dottrine e metodi umani lontani dal pensiero divino. Da sempre, a quanti si danno a pratiche simili, Dio dice: "Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto … L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite" (Isaia 1:13, 14). Il pericolo di una religiosità apparente e priva di valore dinanzi al Signore spinga ciascuno ad accertare l'origine degli atti della nostra devozione, affinché non siano una vana imitazione della fede, ma esprimano la verace testimonianza della Parola di Dio, come Egli desidera.
Non temere; soltanto continua ad aver fede! (Marco 5:36)
SOLTANTO CONTINUA A CREDERE!
Iairo, uno dei capi della sinagoga si fece strada in mezzo alla folla e si gettò ai piedi di Gesù, pregandolo con insistenza di venire a casa sua perché la figlia era in punto di morte. Iairo sapeva che il Signore avrebbe potuto guarirla. Gesù, pieno di compassione, lo seguì subito, ma sulla strada una donna ammalata cronica "venne dietro tra la folla e Gli toccò la veste". Riconoscendo il suo tocco di fede, Gesù si fermò per confermare la sua guarigione. Proprio in quel momento giunse la triste notizia che la figlia di Iairo era morta. Il Signore, avvertendo la profonda delusione di quel padre, gli disse: "Non temere; soltanto continua ad aver fede!" Qualche volta, nelle nostre prove, sperimentiamo la disperazione. In quei giorni sembra inutile continuare a credere e si sente la necessità di riprendere ogni cosa nelle proprie mani. È facile chiedersi che senso ha più avere fede. Ecco il momento in cui registriamo più sconfitte, ma la vittoria è appena un passo più in là. Oggi ti senti scoraggiato e sfiduciato? Sei pronto a smettere di avere fiducia? Gesù ti dice: "Non disperarti, io non ti lascio. Devi soltanto continuare a confidare nel Signore e la tua fede verrà ricompensata!
Non avere altri dèi nel mio cospetto (Esodo 20:3)
IDOLI D'ORO
Il Signore mandò tremende piaghe sugli Egiziani per obbligarli a liberare il Suo popolo dalla schiavitù. Alla fine il Faraone dovette lasciare andare gli Ebrei e Dio non permise che la Sua gente partisse a mani vuote, dopo tutto gli Egiziani erano in debito con loro di 400 anni di salario! Così gli Ebrei ottennero dai loro ex padroni svariati oggetti preziosi, manufatti d'oro e d'argento, vestiti e stoffe da portare via. Di lì a poco però il popolo di Dio si macchiò di idolatria. L'oro egiziano servì per fondere la figura di un vitello da adorare mentre Mosè, sul Monte Sinai, riceveva la Legge da Dio stesso (cfr. Esodo 32:1-4). La triste vicenda ricorda quale atteggiamento i credenti devono avere nei confronti delle proprie disponibilità economiche. Vivendo in una società dove possiamo godere di molte cose, stiamo attenti perché i beni materiali possono essere usati per svalutare la nostra fede e divenire degli idoli. Non dobbiamo lasciarci ammaliare dalle ricchezze di questo mondo, riporvi le nostre speranze, dimenticando la nostra vocazione e cittadinanza celeste. Stiamo usando le nostre benedizioni terrene per servire e glorificare Dio o ne siamo diventati schiavi?
Altro...
Per fede … scamparono al taglio della spada ... altri furono uccisi di spada (Ebrei Ebrei 11:34,37)
LE DIVERSE VIE DI DIO
Ho udito una donna dire: "Mi è stato diagnosticato un tumore, in uno stadio tanto avanzato da non essere operabile. Ho chiesto allora a Dio di guarirmi e Lui l'ha fatto". Gloria a Dio per questo, ma è anche vero che altri nella stessa situazione, pur avendo pregato con altrettanta fede, non hanno ottenuto guarigione. Dio guarisce soltanto quelli che hanno una fede molto forte? Il fatto di godere buona salute è un segno che Dio ama una persona più di un'altra ammalata? Il capitolo 11 dell'epistola agli Ebrei nega tutto ciò. Esso cita credenti che subirono dure persecuzioni. Alcuni furono liberati miracolosamente, altri vennero imprigionati, torturati ed uccisi. Tutti quanti, però, sono approvati per la loro viva speranza. Il nocciolo della questione non è l'amore di Dio o l'intensità della fede, ma la sovranità e la sapienza divine. Un mio amico ha difficoltà nell'uso degli arti, ma ha la convinzione di conoscere di più il Signore in tale stato che non se fosse guarito. Testimonia della grazia di Dio che ha dato pace al suo cuore e pregusta il giorno in cui riceverà il suo corpo di risurrezione. Sì, le vie di Dio sono diverse. Accettarlo è il primo passo per fortificare la propria fede.
Consapevoli dunque del timore che si deve avere del Signore, cerchiamo di convincere gli uomini (2° Corinzi 5:11)
FORTI MOTIVAZIONI
Avete letto la favola del cane spavaldo che andava vantando la sua gran velocità? Diceva che avrebbe potuto prendere qualsiasi cosa, ma fu smentito da un coniglio che con destrezza riuscì a sfuggire alle zanne dell'inseguitore. Il cane si giustificò davanti agli animali che assistettero divertiti alla scena, dicendo: "Voi dimenticate che io stavo correndo semplicemente per spasso, ma il coniglio correva per salvarsi la vita!" La motivazione fa la differenza in quasi tutto ciò che facciamo. Nei credenti essa determina il modo in cui si serve il Signore. Alcuni Lo servono con poco trasporto e intensità, altri con entusiasmo e premura perché riconoscono la terribile condizione da cui sono stati salvati e in cui versano quanti sono ancora schiavi del peccato. Tali credenti sono profondamente grati a Dio per la grazia e la salvezza che hanno ricevuto e si danno da fare per mostrare questa riconoscenza. Questo è il sentimento che animò l'apostolo Paolo nella sua fervente opera. Perciò scrive: "Consapevoli dunque del timore che si deve avere del Signore, cerchiamo di convincere gli uomini". Per Paolo non era un passatempo, bensì un'attività vitale. Sia così anche per tutti noi!
Meglio riprensione aperta, che amore nascosto (Proverbi 27:5)
NEMICI O BENEFATTORI?
Amiamo che le persone ci ammirino, senza mai vederci in modo negativo e avverso. Perciò non è facile dire apertamente che troviamo disonesto o immorale un loro determinato comportamento. Quando altri ci hanno raccontato di come se la sono cavata in qualche affare poco pulito, abbiamo replicato dicendo: "Certo ti sei comportato in modo scaltro, ma è stato onesto da parte tua?" Quando ascoltiamo una persona che ammette di condurre una vita immorale, cogliamo lo spunto per chiedere: "Sai che un giorno dovrai rispondere a Dio di tutte le tue azioni?" Quando questa persona rivela una pur minima dose di fede in Dio, cerchiamo di spiegarle con dolcezza cosa dice la Sua Parola su quella determinata condotta? Il re Acab definiva Elia un nemico (cfr. I Re 21:20), ma aveva torto: il profeta in realtà procacciava il suo bene più di tanti profeti servili, perciò denunciava il male. Se avesse ascoltato il suo consiglio, Acab sarebbe diventato un buon re per Israele e avrebbe goduto la benedizione divina. Signore, aiutaci ad essere sinceri e altruisti con i mali di ogni preziosa anima e anche a stimare le persone che ci fanno presente i nostri peccati, non come nemici ma come veri benefattori.
Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi (Colossesi 3:13)
SEPPELLIRE L'ASCIA
Un vecchio uomo stava per morire. Per anni non aveva rivolto la parola a quello che era stato uno dei suoi migliori amici. Ora, trovandosi sulla soglia dell'eternità, mandò a chiamare l'amico di un tempo. Quando questo arrivò, l'uomo morente gli confessò che aveva paura di morire con questo antico rancore nel cuore e così, con immenso sforzo e riluttanza, gli chiese scusa per ciò che aveva detto e fatto. Gli disse anche di averlo perdonato per tutte le sue offese. Sembrava tutto chiarito, ma mentre l'amico lasciava la stanza, il vecchio aggiunse dal proprio capezzale: "Ricorda però che se starò meglio, il mio discorso non vale!". Ecco un quadro esemplare del perdono superficiale che concediamo spesso agli altri. Diciamo di dimenticare, ma allo spuntare della minima contrarietà, siamo prontissimi a riesumare le lamentele e le accuse del passato. Facciamo mostra di seppellire l'ascia di guerra, ma lasciamo sempre il manico fuori, a portata di mano, per usarla a nostro vantaggio quando vogliamo. Se il nostro Signore, che ha vissuto senza peccare, è pronto a perdonarci tutte le colpe, come possiamo noi negare il perdono a coloro che hanno peccato nei nostri confronti?