Voi avete detto: "E inutile servire Dio; e, che vantaggio c'è a osservare i suoi precetti, e a vestirsi a lutto davanti al Signore degli eserciti?" (Malachia 3:14)
NE VALE LA PENA!
Ai nostri giorni sempre più persone sono convinte che è inutile, se non addirittura dannoso, credere in Dio e obbedire a tutto ciò che Egli dice nella Sua Parola. Tale pensiero non è una novità, perché in ogni epoca ha trovato consensi. Ai tempi del profeta Malachia, circa quattro secoli prima di Cristo, alcuni ebrei dichiaravano che era più proficuo non tener conto dei precetti di Dio, piuttosto che spendere la propria vita al Suo servizio. Ma è proprio così? Dalla Bibbia si evince che vale la pena servire il Signore. Prima di tutto perché credendo nel Signore Gesù si trova perdono e salvezza. Non può esserci liberazione dal peccato e dai suoi terribili effetti escludendo Dio dal proprio cuore. In secondo luogo, perché Dio vede coloro che lo servono e se ne ricorda. Egli non si è mai dimenticato di quanti hanno donato la propria vita a Lui. Inoltre, perché chi ha deciso di attuare un taglio netto con il peccato per disporsi a obbedire a Dio, sperimenta in proprio favore la Sua amorevole cura e realizza quanto è prezioso ai Suoi occhi. Non lasciarti influenzare da chi dice che è uno spreco servire Dio. Onora Cristo e gusterai quale piena soddisfazione Egli dona a chi osserva la Sua Parola.
Il Signore regna; esulti la terra e gioiscano le numerose isole (Salmo 97:1)
IL SIGNORE REGNA
L'espressione con cui si apre il salmo 97 fa risaltare una meravigliosa verità: Dio non è soltanto il Creatore del cielo e della terra e di tutto ciò che è in essi. Egli è Colui che governa su tutto e tutti ed ha il pieno controllo di ogni cosa. Il Signore ha anche il controllo degli avvenimenti e delle circostanze che interessano ogni persona ed ogni Suo figliolo. Dinanzi a certe avversità che imperversano nella nostra vita, siamo indotti a ipotizzare che Dio ci abbia lasciati soli, in balia degli eventi. In questi frangenti, sapere che Dio è sul trono dovrebbe incoraggiare ognuno di noi, ricordandoci che persino le circostanze negative in cui ci troviamo, sono sotto l'amorevole e diretto controllo del Padre celeste. Egli non permette che siamo provati al di là delle nostre forze e fa sì che tutte le cose cooperino al bene di quanti amano Dio. Caro lettore, ricorda: Dio regna. Se sei nell'afflizione, cercaLo con tutto il cuore. Lascia a Lui la risoluzione dei tuoi problemi. Disponiti a seguire le indicazioni della Parola di Dio e realizzerai che, dal Suo trono, Dio ha gli occhi rivolti verso di te e si prende cura della tua vita.
Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Matteo 16:24)
ANDARE DIETRO A GESÙ
Cosa significa essere cristiani? Comunemente con questo termine si indicano tutti coloro che si identificano con la religione o i valori cristiani. Dal punto di vista biblico, un cristiano è molto di più di una persona che presta adesione mentale a ideali o dottrine. Essere cristiani significa divenire discepoli di Cristo Gesù. Ciò implica soddisfare alcune condizioni. Innanzitutto, vivere vicino a Lui. Non si può seguire Gesù a distanza. Occorre ogni giorno coltivare la propria comunione con Lui mediante la preghiera e la meditazione della Parola di Dio. In secondo luogo, significa seguire le Sue orme manifestando il Suo carattere. Cristiano è chi cresce ogni giorno nella somiglianza a Cristo, lasciandosi modellare dallo Spirito Santo. Inoltre è necessario essere disposti a rinunciare a sé stessi, cioè alle proprie aspirazioni, convinzioni e volontà quando sono contrarie al volere di Dio e non riscontrano con la Sua approvazione. Infine, occorre essere pronti a prendere ogni giorno la propria croce, essere disposti a tutto per Lui, manifestando una completa consacrazione. Sei un cristiano autentico?
Ma Rut rispose: "Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò" (Rut 1:16)
FERMAMENTE DECISI
Naomi era una ebrea emigrata, con il marito e i figli, nel paese di Moab. Dopo aver conosciuto il lutto per la loro morte, decise di ritornare in Giudea. Le sue due nuore, Orpa e Rut, ormai vedove, decisero di seguirla, ma ella, le invitò a tornare alle loro famiglie perché non aveva nulla da offrire loro. Orpa, in lacrime, baciò la suocera e se ne andò. Rut, invece, espresse il proposito di recarsi nel paese di Naomi, per diventare parte del suo popolo e servire fedelmente il suo Dio. A differenza della cognata, era fermamente decisa a non staccarsi dalla suocera. Siamo altrettanto determinati a stare lì dove si conosce e onora il Signore? Tante volte, forse, ci siamo proposti di vivere per Lui, ma poi abbiamo permesso alle difficoltà o ai piaceri del mondo di farci perdere di vista l'obiettivo che ci eravamo prefissati. Rut fu risoluta. Né l'insistenza della suocera, né la decisione di Orpa le fecero cambiare idea. Seguiamo il suo esempio! Con risolutezza restiamo ancorati al Signore, non permettendo a nulla di separarci da Lui. Affidiamogli la nostra vita e realizzeremo che, nella sua fedeltà, Dio benedice oltre ogni previsione tutti coloro che lo cercano.
Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli cosí, Israele: "La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?" (Isaia 40:27)
DIO NON DIMENTICA
Una convinzione errata, che spesso si insinua nella mente delle persone, è che Dio non sia interessato al bene delle Sue creature. Quando i problemi ci affliggono, le preoccupazioni si moltiplicano e non riusciamo ad intravedere una via di uscita dalle difficoltà che intralciano la nostra vita, siamo indotti a pensare che Dio ci abbia abbandonati e si sia dimenticato di noi. La stessa insana deduzione turbava gli israeliti del tempo del profeta Isaia. Essi ritenevano che Dio non se ne occupasse e che li avesse rigettati. Il Signore, però, si rivolse a loro per incoraggiarli, affermando che Egli è il vero Dio, il Creatore dell'universo, Colui che agisce con saggezza e che nella Sua benignità è pronto a prendersi cura di quanti confidano in Lui, fortificandoli ogni giorno. Lo stesso incoraggiamento vale ai nostri giorni. Se ti senti spossato, riponi la tua fiducia nel Signore. Realizzerai che Egli non si dimentica di te ed è disposto a rinvigorirti. Sostenuto dalla Sua potente mano, potrai elevarti spiritualmente, fino al trono della grazia di Dio, per gioire della comunione con Lui, sarai reso capace di camminare sui Suoi sentieri e riportare la vittoria su ogni crisi o ansietà.
Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me (Giovanni 16:3)
CONOSCERE DIO
È possibile conoscere Dio? A tale interrogativo si danno risposte differenti. Per alcuni Dio non esiste e quindi è inutile tentare di conoscerlo. Per altri c'è un Dio che ha dato origine al creato, ma non serve a nulla sforzarsi di contattarlo, perché è irraggiungibile dall'uomo. Altri ancora pensano che si possa conoscere Dio soltanto mediante studi approfonditi che non sono alla portata di tutti. Sono tante le risposte fornite dall'uomo. Ma cosa dice la Bibbia? La Parola del Signore insegna che non si può conoscere Dio attraverso la propria intelligenza o facoltà d'alcun tipo. Per conoscere Cristo è indispensabile rivolgersi alla Parola di Dio, la Bibbia, con un atteggiamento di totale fiducia in ciò che Essa dichiara e di completa sottomissione al suo messaggio. Le Sacre Scritture parlano di Gesù e attraverso di Lui possiamo conoscere personalmente Dio, sperimentando un radicale cambiamento del cuore, operato dallo Spirito Santo. Quando il Signore si rivela, cambiano i sentimenti, le aspirazioni, il modo di esprimersi e la condotta. Conosci il Signore o hai soltanto sentito parlare di Lui? Chiedigli di rivelarsi e, attraverso la Sua Parola, Egli lo farà.
Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? (Luca 15:4)
CERCATI DAL BUON PASTORE
La parabola della pecora smarrita narra di un pastore che, avendo smarrito una pecora, lascia le altre novantanove in un luogo sicuro, per cercare quella perduta. L'insegnamento che Gesù voleva dare è chiaro. La pecora smarrita, incapace di ritrovare la strada, rappresenta l'uomo che si è allontanato da Dio e non è in grado da solo di riavvicinarsi a Lui. La Bibbia insegna: "Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime" (I Pietro 2:25). Il pastore che cerca la pecora smarrita è Gesù, il quale afferma: "Perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto" (Luca 19:10). Egli, per riavvicinare l'uomo a Dio, ha dato la Sua vita sulla croce quale prezzo per il perdono dei peccati di tutta l'umanità, subendo su di Sé il giudizio che spettava ad ogni peccatore. La ricerca paziente del pastore esprime l'amore che il Signore manifesta in favore dell'uomo e il Suo proposito di stapparlo alle conseguenze eterne del peccato. Gesù, il buon Pastore, ti sta cercando. Con pazienza, anche oggi, ti rinnova il Suo invito ad andare a Lui per lasciarti condurre in novità di vita. Arrenditi a Lui e troverai salvezza e ristoro.
Non vogliamo che costui regni su noi (Luca 19:14)
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA
Il 4 luglio 1776, il Congresso Americano firmò la Dichiarazione di indipendenza redatta da T. Jefferson. In questa si afferma che gli uomini sono stati creati tutti uguali, che hanno diritto alla vita, alla libertà, a ricercare la felicità e che tali diritti devono essere garantiti dal governo liberamente scelto dal popolo. L'uomo si rendeva libero dalla schiavitù umana, ma da sé non potrà mai affrancarsi dalla schiavitù del peccato. Rispetto a Dio, l'uomo ha frainteso e confuso i concetti di libertà e schiavitù, scambiando l'una con l'altra. Si sente libero quando vive nel peccato non sapendo che, spiritualmente, questo produce la morte (Cfr. Romani 6:24), sebbene spesso realizzi quanti problemi porta nella vita quotidiana. Dall'altro lato, fare la volontà di Dio viene vista come una restrizione della libertà umana. Non farti ingannare da alcuna voce, la vera e più profonda libertà è quella di realizzare appieno lo scopo per il quale siamo stati creati, potendo vivere alla presenza di Dio, mettendo in pratica la Sua volontà e centrando il Suo piano per le nostre vite. Ecco perché Gesù afferma: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi" (Giovanni 8:36).
Aman disse in cuor suo: "Chi altri vorrebbe il re onorare, se non me?" (Ester 6:6)
AMBIZIONI DELUSE
Aman, alto dignitario del re persiano Assuero, fece male i suoi conti; non era lui la persona che il re voleva onorare, bensì Mardocheo, un giudeo che Aman detestava. Quest'ultimo è uno di quelli mai soddisfatti della posizione che occupano, sempre bramosi di essere ancora elevati e sempre intenti ad affossare maggiormente coloro che essi disprezzano. La vicenda storica di Aman e Mardocheo, come la parabola del fariseo e del pubblicano (cfr. Luca 18:9-14), stabilisce un’immutabile legge spirituale: quanti si innalzano saranno inesorabilmente abbassati e coloro che si umiliano verranno mirabilmente innalzati. Forse ti sentivi giusto, meritevole al di sopra di tutto e degno del rispetto di tutti. Ti aspettavi ulteriori onori e riconoscimenti, ma è giunta l'umiliazione e la mortificazione. Ringrazia Dio che non ti ha colpito la morte; Egli ti ha abbassato, ma non ti ha ancora annientato. Prima che l'orgoglio finisca di accecarti e ti conduca alla condanna eterna, ravvediti e invoca Cristo quale tuo Salvatore! Egli ti salverà e ti eleverà all'impareggiabile dignità di figlio di Dio.
Poi venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve (Isaia 1:18)
UN INVITO AL DIALOGO
L'invito di Cristo esprime l'amore di Dio e il Suo programma di salvezza per l'uomo. Non è la ricerca del colpevole per condannarlo, ma per salvarlo: "Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Giovanni 3:17). Non venne per ricercarlo ma per cercarlo e attirarlo nuovamente a Lui. È un invito rivolto non soltanto a dei buoni ma ai perduti, anzi a degli estranei e nemici: "Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili" (Colossesi 1:21, 22). Caro lettore, sei pronto ad afferrare questa grande salvezza che Dio ha provveduto proprio per te? La giustificazione che Egli ha compiuto per la tua anima è infinitamente di più di un assoluzione legale. Smetti di obiettare e parla con il Signore per aprire il tuo cuore a Lui, accettandolo come tuo unico Redentore ed invitandolo a regnare nella tua vita. Egli ti salverà.
Altro...
Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici (Salmo 23:5)
PAROLE DAL CUORE
Le prime parole di questo versetto: "Per me tu", possono essere pronunciate soltanto nei confronti di una persona con cui si ha un intenso legame. È un vincolo di profondo affetto e fiducia. Sono parole che esprimono riconoscenza verso la persona a cui sono indirizzate, sottomissione e dipendenza, ma non è una soggezione negativa, un plagio, un asservimento, bensì una forte unione spirituale e morale. Sono le parole di una persona consapevole d'essere stata beneficiata, privilegiata e, che è certa lo sarà ancora. Il Salmista è sicuro che potrà continuare a fidarsi di Dio che non lo lascerà in balia dei nemici! Il Signore non pronuncia le Sue parole né alla leggera, né ipocritamente, ma in assoluta verità. Dio stabilisce un rapporto straordinario con il Suo popolo, affermando: "Chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio suo" (Zaccaria 2:8) ed ancora: "Perché sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo" (Isaia 43:4). Egli vuole stabilirlo anche con te, parlando proprio a te e operando personalmente per te! Puoi fidarti dell'offerta dell'amore divino e lasciarti nutrire di sentimenti e consolazioni che mai avresti immaginato.
Cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca (Salmo 23:5)
LA COMUNIONE CON DIO
Davide aveva sperimentato il calore dell'accoglienza divina ogni qual volta si rifugiava nel Signore o si addentrava nella comunione con Lui. Qual è la coppa di cui scrive Davide se non il suo cuore? Quest'uomo aveva con Dio un rapporto che andava oltre la mera soddisfazione delle necessità ordinarie o straordinarie. Il Signore trovava luogo non soltanto nei suoi bisogni pratici e materiali, ma prima nel suo cuore. E tu, cerchi Dio soltanto occasionalmente, quando ti senti minacciato da un pericolo o se un problema particolare incombe sulla tua vita? Anche se Dio ti aiuta e libera, ma rimane fuori dal tuo cuore, non potrai mai gustare le realtà più grandi e importanti che vuole parteciparti. Dai spazio al Signore nella tua vita, affidagli il ruolo che gli compete, riconoscigli il primato e la gloria che gli spettano. CercaLo con tutto il cuore e scoprirai quale meravigliosa benedizione sia una vita traboccante, impregnata e cosparsa della Sua presenza in ogni pensiero, affetto, gesto e decisione. Potrai allora invocarLo per benedirLo, cantando e dicendoGli: "Ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno" (Salmo 16:11).
Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca (Salmo 23:1)
SCEGLIERE GESÙ
Davide, giovane pastore mandato ad accudire il gregge del padre, sapeva quale attenzione e cura dovesse avere verso di esso ma, sentiva che anche lui, solo a svolgere il suo compito, aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura della sua vita. In chi sperare? Qualcuno che fosse sempre disponibile, di giorno come di notte, che potesse far fronte ai pericoli che si presentavano. Davide trovò nel Signore il suo perfetto pastore. Il popolo di Dio è spesso paragonato a un gregge condotto dal pastore. Forse anche tu senti il bisogno di qualcuno che si prenda cura di te sempre, non soltanto negli "orari di ricevimento". Cerchi un aiuto vero, sufficiente ad ogni bisogno, che non proponga delle soluzioni, ma che sia la soluzione a ogni tua necessità interiore. Lo puoi trovare nel Signore. In Cristo hai pienamente tutto ciò che serve per la salvezza della tua anima, la consolazione del tuo cuore, la guida dei tuoi passi in questa vita, la protezione dinanzi a ogni nemico, avversità ed imprevisto. Lo puoi trovare già ora, se soltanto lo scegli, facendone il tuo unico Redentore e Signore.
Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo (Giovanni 16:33)
LA SCONFITTA DEL MONDO
Sulla Terra, ci saranno sempre il potere dominante, la cultura dominante, le mode dilaganti. Spiritualmente, le religioni, le superstizioni, l'occultismo ci saranno sempre ma, la Chiesa potrà comunque seguire il percorso tracciato da Cristo. Questo sentiero, a molti, risulterà scomodo e noioso, una strada da allargare, abbellire, visto che la via della salvezza è stretta e angusta. A tal fine saranno utili le favole (cfr. II Timoteo 4:3, 4). La Chiesa, la sposa di Cristo, però, in tutte le età e generazioni, rimane sulle Sue orme, riconoscendo e seguendo la voce di Gesù il Buon Pastore. Quanti hanno sperimentato cosa significhi essere riscattati dal Suo sacrificio, non guardano al costo da pagare, ma nutrono il santo timore di contaminarsi con il peccato del mondo ed il coraggio di manifestarsi a esso con la vittoria della loro fede? La società si compiace nei suoi stili di vita degradata, proponendoli come vincenti, ma com'è scritto: "Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (I Giovanni 2:16, 17). Passerai anche tu con il mondo, trascinato nella perdizione eterna o vuoi accettare il messaggio di Cristo per avere la vita eterna?