Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà (Michea 7:7)
UN CUORE RISOLUTO
Malgrado spesso siamo portati a gridare "Ahimè! ...", possiamo trarre conforto dal fatto di avere un Dio a cui guardare e chiedere aiuto. "Quanto a me ..." è l'espressione risoluta di chi, nonostante l'apostasia imperante, vuole rimanere sotto lo sguardo e l'approvazione di Dio. Oggi molti hanno smesso di decidere per Cristo continuando ostinati nel peccato e nell'immoralità. La voce di Giosuè arriva a noi ancora chiara: "E se vi sembra sbagliato servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore" (Giosuè 24:15). Caro lettore, impegnati a servire Gesù, sii risoluto, prendi del tempo per meditare la Bibbia, per pregare il Signore, rendiGli note le tue richieste ed Egli di certo ascolterà, nel Suo immenso amore ti risponderà dal cielo. Scopri e realizza quanto sia importante vivere ogni singolo giorno per Cristo. Come il salmista, potrai dire: "Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue" (Salmo 73:28).
Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava (Giona 3:4)
LA POTENZA DELLA PREDICAZIONE
Anche se ai tempi di Giona la completa verità della salvezza per grazia, non era ancora stata rivelata, Gesù disse che grazie alla predicazione di quell'antico profeta "I Niniviti … si ravvidero ..." (Matteo 12:41). Talvolta sentiamo affermare che il puro Vangelo è "scarsamente significativo" per l'uomo moderno, che deve essere sostenuto e integrato da svariati adattamenti culturali per renderlo più invitante ed accettabile. "'Ecco, vengono i giorni', dice il Signore, Dio, 'in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d'acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del Signore'" (Amos 8:11). È certo che la semplice, ma infinitamente potente verità del Vangelo di "Gesù Cristo e Lui crocifisso", proclamata nella potenza dello Spirito Santo, non mancherà mai di produrre nei cuori degli uomini, al momento opportuno, la fede che salva. Non è la predicazione in sé a operare nel cuore di chi ascolta, bensì il messaggio che viene annunciato. Caro lettore, continua senza stancarti a presentare la Parola di Dio ai tuoi cari, ai tuoi colleghi e amici, sapendo che per la potenza del messaggio dell'Evangelo le anime saranno salvate.
Io vidi il Signore (Amos 9:1)
UNA CELESTE VISIONE
La quinta visione che Amos ebbe si apre sull'immagine del Signore, in piedi, di fianco all'altare di Betel. Il profeta, insieme ad Abraamo, Giacobbe, Paolo, Giovanni ed altri, poté affermare "io vidi il Signore". Quanto sublime sarà stata quella visione che aveva come protagonista il Figlio di Dio. Qualcuno dirà: "È impossibile vedere il Signore!" Eppure, leggendo le preziose pagine della Bibbia tu mirerai Gesù in tutta la Sua realtà. Apri le Sacre Scritture, contempla la bellezza della Persona del Salvatore, considera la grandezza delle Sue opere, le sofferenze che dovette sopportare per riscattare l'anima tua dalla schiavitù del peccato ... e anche tu, insieme ai redenti d'ogni tempo, potrai affermare "io vidi il Signore". Tu potrai vederLo a te favorevole, sentirLo a te vicino. Noterai la Sua divina presenza nei momenti di gioia, quando infurierà la tempesta Cristo si presenterà prendendosi cura di te. Come Stefano (cfr. Atti 7:55, 56), quando sarai maltrattato, colpito e disprezzato, potrai fissare gli occhi al cielo e vedere Gesù alla destra della gloriosa maestà di Dio, che ti viene incontro per accoglierti, soccorrerti ed onorarti.
Stracciatevi il cuore, non le vesti; tornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso (Gioele 2:13)
UN SINCERO RAVVEDIMENTO
Il ravvedimento è la chiave che apre la porta della benedizione divina. Le parole "stracciatevi il cuore" e "tornate al Signore" provengono direttamente dal cuore amorevole di Dio rivolte a un popolo disubbidiente e ribelle. Come risponderemo all'invito di Dio? Bisogna che il pentimento nasca innanzi tutto dal cuore: questo è un aspetto indispensabile del ravvedimento che consiste in una sincera e genuina afflizione per i peccati commessi, seguita da una ferma decisione di cambiare modo di vivere. Significa odiare e rigettare tutte quelle cose che offendono il Signore e amare tutto quello che lo onora. Il pentimento è un cambiamento di cuore che si manifesta con la contrizione, il rammarico e, infine, il distacco da tutto ciò che ci teneva lontani da Dio. Lo stracciarsi le vesti non ingannerà il Signore, che desidera al contrario vedere un cuore rotto e umiliato. Riponiamo la nostra fede nel Figlio di Dio, un Dio che giudica ed esegue il Suo giudizio, ma che usa misericordia verso un cuore umiliato e sinceramente pentito. Il ravvedimento autentico muove la mano di Dio, infatti "dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata" (Romani 5:20).
Ascoltate … State attenti, voi della casa d'Israele! (Osea 5:1)
L'IMPORTANZA DI ASCOLTARE
L'ascolto della Parola di Dio rimane un’attività essenziale, imprescindibile per generare e affinare la fede in un’anima. Certamente ascoltare significa molto più che semplicemente udire. Si possono sentire, anche involontariamente, tante voci e rumori senza che tuttavia questi lascino traccia. L'ascolto implica l'attenzione di chi si volge con interesse, porgendo l'orecchio conscio dell'importanza, perfino vitale, di quanto gli viene personalmente detto. L'ascolto del messaggio divino richiama al giusto atteggiamento verso Colui che è sommamente degno di fiducia e rispetto, la cui testimonianza è sempre maggiore di quella degli uomini. Se Israele non è più un’accozzaglia di tribù schiave e senza speranza, ma può godere i benefici di Canaan, è soltanto grazie al compimento della Parola di Dio. La fede nel Signore, che ci ha amorevolmente e potentemente redenti, implica sempre il fare ciò che Egli dice. L'ascolto è la parte teorica, preparatoria, dell'ubbidienza. Ha ascoltato un consiglio o un ordine chi lo ha messo in pratica! Dio ti sta parlando, da tempo e in vari modi, soprattutto per il tuo bene. Tu lo stai veramente ascoltando?
Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore (Osea 2:14)
NEL DESERTO CON DIO
Nonostante Israele si fosse dimenticato del Signore, Egli desidera ancora manifestare tutto il Suo amore paterno nei confronti di un popolo dal cuore traviato. I pensieri e le vie della compassione divina sono infinitamente al di sopra dei nostri. Dio vuole condurre i Suoi necessariamente nel deserto. Soltanto lì, nella solitudine e nel ritiro, potranno realizzare una profonda e speciale comunione con Lui. È nel deserto, lontani dai rumori e dagli impegni di questo mondo, che il Signore vuole rivelarci i Suoi progetti d'amore per noi. Vogliamo seguirLo! Con Cristo anche il deserto diventa un giardino e con Lui accanto non temeremo la sete, perché Egli è la nostra inesauribile sorgente d'acqua viva; non temeremo il calore del sole, perché Egli è la nostra ombra. Camminando con Gesù non soccomberemo per la fame, perché Egli è il pane disceso dal cielo; non saremo atterriti dagli spaventi notturni, perché Egli è il nostro buon pastore. Caro amico, se stai attraversando momenti difficili dovuti proprio ai tuoi deserti, fermati: disponiti all'ascolto dell'amorevole voce di Dio che parlerà al tuo cuore e si prenderà cura di te.
Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male (Deuteronomio 30:15)
LA VITA O LA MORTE
Molti non vogliono sentir parlare di morte. Eppure la nostra società appare come incentrata sulla cultura della morte, quasi assuefatta ad essa. Consumiamo i nostri pasti tra immagini raccapriccianti che ci vengono proposte dai notiziari. I talk-show fanno a gara per raccontare i particolari dei delitti più efferati. Si ascolta musica che invita alla violenza e perfino al suicidio. Diversi pare "si rilassino", guardando film sempre più spaventevoli, spendono soldi per acquistare sigarette sulle quali è scritto: "Il fumo uccide". Sfrecciano sulle autostrade dopo aver ascoltato quante morti ha provocato l'alta velocità". Eppure, quasi nessuno vuole seriamente riflettere sulla realtà della morte. Non assuefarti alla cultura della morte, nella speranza di esorcizzarne lo spavento. Inizia a leggere la Parola di Dio e lascia che i Suoi pensieri ripuliscano la tua mente dal disprezzo della vita, tua ed altrui, e ricolmino i tuoi sentimenti del più profondo attaccamento alla vita, quello che coinvolge lo spirito e l'anima. Il Signore ti mette davanti la scelta di accettare la vita eterna che Egli offre in Cristo, risorto anche per te.
Ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo … senza speranza e senza Dio nel mondo (Efesini 2:12)
FINCHÉ C'È VITA, C'È SPERANZA
Cosa significa? Che finché ti godi la vita e le cose girano per il verso giusto, puoi pure sperare? Per poi magari crollare nella più buia disperazione quando qualcosa si mette di traverso nel misterioso ingranaggio dell'esistenza umana? La parola di oggi invita ad esaminare la vita nella sua prospettiva spirituale, eterna. Una vita che non è fine a sé stessa, che non può fondare la propria speranza sulla fragilità del presente e sull'assoluta incertezza del domani. I credenti di Efeso, a cui erano indirizzate le parole dell'apostolo Paolo, un tempo vivevano in questa maniera: "Senza Cristo, senza speranza e senza Dio". Vivere nella disperazione, quindi non coincide con il passare momenti di tragico sconforto, ma equivale a non avere una fede vera, riposta unicamente sul sacrificio di Cristo. Vivere senza speranza significa vivere privi di un rapporto vero, personale con il Signore Gesù, fondato non su tradizioni religiose, ma sulla rivelazione della Sua Parola. Significa vivere senza l'approvazione e la protezione di Dio. Se alla luce di un sincero esame, ti scopri in questa condizione, riponi la tua fede nel Signore Gesù Cristo, Egli diverrà la tua reale e sicura speranza!
Perché io sono il Signore, colui che ti guarisce (Esodo 15:26)
BASTA LA SALUTE…?
Spesso si sente dire "basta la salute!" Come se ogni altro problema passasse in secondo piano di fronte alla malattia. Chi liquida frettolosamente le difficoltà altrui con simili frasi, si trova in buona salute e non tiene in conto certe realtà inconfutabili. Prima o poi la nostra salute non basterà più. Le malattie "invisibili", talvolta sono molto più dolorose e più dannose delle malattie visibili. Tali malesseri dilaniano l'animo umano, tolgono la voglia e la gioia di vivere. Vi è un male spirituale che non soltanto provoca danni terribili alla nostra esistenza, ma che conduce alla separazione eterna da Dio e da ogni Suo bene. Questo morbo mortale si chiama peccato. Quante energie spese per soddisfarlo. Quanta salute dilapidata per indugiare in vizi e passioni disordinate. Quante esistenze sprecate ricercando una falsa libertà; quante vite segnate, solcate, da piaceri effimeri. Eppure il Signore si presenta ancora oggi come "Colui che ti guarisce". Se affidi a Gesù la tua vita, se invochi il Suo perdono, Egli diverrà per te Colui che saprà guarire la piaga mortale del peccato, le ferite profonde del tuo animo e, secondo il Suo piano, ogni male che si accosterà alla tua vita.
Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e così non pecchiate (Esodo 20:20)
RISPETTO E NON PAURA
Chi ha vissuto l'esperienza di un forte terremoto, ha certamente realizzato una grande sensazione d'incertezza e panico. La situazione che viviamo, dal momento che non è sotto il nostro controllo, tutto può accadere. In seguito, pensai a quando Dio parlò a Israele sul monte Sinai: ci furono lampi, tuoni e fumi al punto che tutti ebbero paura. Mosè dovette spiegare che di Dio non dobbiamo avere paura, ma avere grande rispetto sì! Infatti, Egli odia il peccato e non vuole che noi viviamo con leggerezza e indulgenza verso pensieri e pratiche licenziose e dannose per noi e gli altri. Dio non soltanto odia il peccato, ma dovrà giudicare chi ha scelto di vivere nel peccato. Per questo Dio ha mandato il Salvatore, per tirarci fuori da una vita sbagliata e cominciarne una nuova in comunione con Lui. Il timore di Dio sarà sempre un deterrente per non commettere altro male. Con il Signore dobbiamo tutti fare sul serio, come Lui ha fatto sul serio con noi. Quando è venuto Gesù a morire per noi ha fatto sul serio, come poter trascurare una così grande opera di salvezza, come non vivere con profondo rispetto ed intenso amore per Lui?
Altro...
Nelle tue mani rimetto il mio spirito (Luca 23:46)
LA SICUREZZA
Cosa faremmo noi nel caso di una condanna a morte a nostro carico? È un evento poco probabile, ma molto più frequenti sono le situazioni di paura, insicurezza della vita. Hai mai provato quei momenti estremamente difficili di sgomento e disperazione, quando tutto sembra finito e non sai cosa fare? Le parole che disse Gesù sulla croce ci illuminano. Gesù sta vivendo i Suoi ultimi minuti, il respiro va esaurendosi, il battito cardiaco è rallentato, ma la forza dell'amore e la speranza non l'abbandonano. Recupera il fiato per emettere un grido con gran voce: "Nelle tue mani rimetto il mio spirito". Egli si rimise senza nessuna riserva nelle mani del Padre. Questo c'insegna che se ci affidiamo completamente a Dio, realizzeremo una piena sicurezza, come un bambino quando viene abbracciato dai propri genitori, avvolto dal calore dell'amore e da un senso di protezione. Oltre le nubi e il "tunnel" del dolore o della morte non c'è il vuoto o il nulla, ma c'è Colui che ci ha fatti e ci ama. Il Signore ci attende. Quando saremo nel dolore e nella paura, raccogliamo le nostre forze per gridare a Dio con il cuore. Oltre le nubi ci sarà ancora la Sua luce che rispenderà su noi.
Donna, ecco tuo figlio (Giovanni 19:26)
LA PROVVIDENZA
Furono pochi gli amici di Gesù che ebbero il coraggio di ritrovarsi ai piedi della croce. Fra questi alcune donne che lo avevano seguito e assistito con i loro beni, il giovane apostolo Giovanni e Maria, la madre di Gesù. Quest'ultima stava vivendo il momento più brutto della sua vita: di fronte a lei c'era suo figlio, quasi irriconoscibile per la violenza subita, che stava morendo sulla croce. Eppure, perfino in quel momento atroce, si eleva una parola di provvidenza divina: "Donna ecco tuo figlio". Maria non era abbandonata, non sarebbe rimasta sola; qualcuno si sarebbe curato di lei. È il segno che con Cristo non è mai finita. Con il Signore c'è sempre speranza, sempre rimedio, sempre futuro. Dio provvede ai nostri bisogni, soprattutto nei momenti difficili. La perdita di un figlio è tra i dolori più forti e indimenticabili. Maria, tuttavia, da lì a poco tempo avrebbe rivisto suo figlio, il Vivente, il Cristo Risorto! Dopo la resurrezione Gesù si presentò ai discepoli e fu gioia e stupore per tutti, anche per Maria. Ricordiamoci, nei momenti di dolore, che dalla croce arriva sempre per noi una parola di speranza: è la provvidenza di Dio in attesa di rivedere un giorno il Salvatore.
Gesù gli disse: "Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso" (Luca 23:43)
LA CERTEZZA
Queste parole disse Gesù a un malfattore crocifisso accanto a Lui, ma soltanto dopo che quell'uomo ammise il proprio peccato. Non sentiremo mai parole tali sul nostro conto e sulla nostra sorte se non sappiamo metterci in discussione davanti alla giustizia di Dio e confessare a Lui la nostra condizione. Quando ciò avviene, quando ammettiamo la nostra debolezza e le nostre mancanze, il Signore non ci lascia in questo stato di povertà e confusione, ma ci salva e ci dona la certezza della salvezza. Nelle parole che oggi meditiamo c'è tutta l'autorità di Colui che è venuto per darci la vita. Perfino sulla croce le Sue parole sono autorevoli e donano certezza. Quanto più questa certezza è ferma quando vediamo il sepolcro vuoto! "Ricordati di me" esclamò il malfattore pentito. E Gesù rispose subito! Quanto sono belle le parole di Gesù, quanto sono balsamiche, soddisfacenti, vere, piene di autorità. Per questo i veri cristiani leggono la Parola di Dio, la Bibbia! In essa scopriamo il Suo messaggio. Per questo i veri cristiani pregano con parole che vengono dal cuore e sono sincere. Perché soltanto queste riceveranno parole sicure, vere, che danno ristoro all'anima.
Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno (Luca 23:34)
IL PERDONO
Dalla croce si udirono espressioni di perdono per gli aguzzini. Queste parole di Gesù possono essere considerate un eccesso di bontà per alcuni o troppo difficili da imitare. Comunque, ciò che realmente ha importanza è l'efficacia del perdono di Cristo, il Salvatore del mondo! Perché Lo fece? Perché il Suo amore fu più grande del Suo dolore. Sebbene fosse negli ultimi istanti di vita, Gesù seppe vedere le cose come stavano: era l'ignoranza e il peccato che avevano rovinato l'uomo. Nella preghiera al Padre Suo c'è la richiesta di tenere aperta la porta del cielo anche per l'ultimo dei peccatori, affinché quando questo si ravveda possa entrarci. Infatti, poco dopo, al Calvario, un centurione che aveva assistito alla scena del supplizio affermò: "Veramente, costui era Figlio di Dio". Un altro cambiò sul punto di morte addirittura la sua sorte. Era il malfattore pentito: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Se non l'hai ancora fatto, accetta anche tu il perdono di Gesù e la tua sorte eterna cambierà. Non occorre partecipare a chissà quali azioni criminali per aver bisogno del perdono divino. Insieme alla speranza celeste, Gesù ti donerà una vita felice sulla Terra.