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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Gesù disse loro: Io sono il pane della vita (Giovanni 6:35)

CRISTO NOSTRO PANE

Il pane, sin dai tempi antichi, ha rappresentato l'alimento base per la vita. L'importanza simbolica del pane è ben espressa nella Scrittura e le parole di Gesù conservano un significato fondamentale per noi oggi. Qui Egli si riferiva al pane celeste, che soddisfa la fame spirituale dell'uomo, la Sua Parola che non soltanto ci rivela la volontà di Dio, ma fa realizzare il ristoro più profondo della comunione con Lui, provvedendo il vigore e la virtù per praticarla. Questo pane è il Figlio di Dio stesso, la Parola fatta carne per la nostra redenzione. "Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" (Giovanni 6:51). Egli era il "frumento schiacciato" (Isaia 28:28), "l'oblazione di cibo cotta al forno" (Levitico 2:4). Parlando della Sua morte, Cristo poté dire: "Questo è il mio corpo che è spezzato per voi" (I Corinzi 11:24). Avendo preso su sé il giudizio di Dio, soltanto Cristo è in grado di propiziarci la benedizione del Padre. Essendo stato schiacciato, cotto e spezzato per noi, il Signore Gesù divenne il pane della vita. Rivolgiti a Lui e con tutto il tuo cuore e ringrazia il Signore Gesù per la Sua vita per te.

Ma Mardocheo non s'inchinava né si prostrava (Ester 3:2)

GRANDE DETERMINAZIONE

Mardocheo non si prostrò davanti ad Aman sebbene tutti gli altri lo facessero. La stessa fermezza la troviamo in Daniele. Egli si rifiutò di smettere di pregare il suo Dio, pur sapendo che questo lo avrebbe portato ad esser gettato nella fossa dei leoni. I suoi tre amici si rifiutarono di prostrarsi dinanzi alla statua che il re aveva fatto erigere, pur sapendo che la pena per chi avesse agito così sarebbe stata quella di essere gettato in una fornace ardente. Anche gli apostoli mostrarono grande determinazione quando dinanzi al sinedrio dissero: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 5:29), pur sapendo di andare incontro a minacce e percosse. Non scendere a compromessi. La cosa giusta molto spesso non è quella che fa la maggioranza, ma è sempre indicata dalla Bibbia, la Parola di Dio. Inchina la tua volontà ad essa, prostrati dinanzi al Signore e rimetti a Lui la tua sorte. Sii determinato a fare la volontà di Dio, costi quello che costi. Non sempre sarà facile praticarla, ma se vuoi onorare Dio puoi restare fiducioso e sereno, Egli ti aiuterà e ti ricompenserà!

Noi ci siamo così impegnati a non trascurare la casa del nostro Dio (Neemia 10:39)

UN IMPEGNO IMPORTANTE

Ci sono molti impegni lavorativi, tante attività da svolgere, innumerevoli responsabilità, ma bisogna fare attenzione a che le tante faccende quotidiane non ci impediscano di assolvere il nostro sommo dovere verso l'opera del Signore. La Parola di Dio ci esorta chiaramente a non abbandonare "la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare" (Ebrei 10:25). Le riunioni di culto comunitarie costituiscono un impegno da prendere con assoluta serietà. Non bisogna andarvi soltanto per essere benedetti dal Signore, ricevere consolazione da Dio e gustare la comunione fraterna, ma principalmente per adorare il Signore e testimoniare di Cristo. La negligenza verso l'opera di Dio si evidenzia anche nell'assistere fisicamente alle riunioni senza parteciparvi spiritualmente, così pure nel non partecipare ad alcuna attività della comunità in cui il Signore ci ha posti. Non permettere agli altri impegni di avere il sopravvento nella tua vita, ristabilisci le priorità e l'ordine del tuo servizio cristiano, dedicandoti con rinnovato fervore alla causa dell'Evangelo, lasciando dimorare Dio nel tuo cuore e gli interessi del Suo popolo al centro della tua vita.

Diedi il comando di Gerusalemme … ad Anania governatore della fortezza, perché era un uomo fedele e timorato di Dio più di tanti altri (Neemia 7:2)

DISTINGUERSI

Ci sono tante cose, tanti particolari che permettono ad una persona di distinguersi: un particolare modo di vestirsi, un accento marcato, un gesto abitudinario, un'espressione ricorrente… I figli di Dio devono spiccare per determinate virtù spirituali, tra le quali certamente la fedeltà e il timore di Dio. La fedeltà è la caratteristica di chi mantiene la parola data, di chi è costante nell'affetto e nell'amore, di chi persevera nella fede. Se ti sei impegnato con il Signore, promettendoGli, intimamente o pubblicamente, di servirLo fedelmente per tutta la vita, non rimangiarti la parola! Il timore di Dio non deve essere confuso con la "paura di Dio". Chi ama Dio non ha paura di Lui: "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura" (I Giovanni 4:18), ma un santo timore che è profonda riverenza, un sano rispetto nei Suoi confronti, che induce ad impegnarsi per onorarlo con tutto sé stessi. Caro lettore, prega affinché tu possa distinguerti per la concretezza dei tuoi sentimenti verso il Signore e per l'integrità della tua vita cristiana, certo che il Signore onora sempre quelli che l'onorano.

Il nostro Dio combatterà per noi (Neemia 4:20)

IL NOSTRO DIO PER NOI

Ci sono difficoltà da superare nella vita, lotte da affrontare. Il problema è che tante volte si cerca di fuggire dinanzi alle lotte, perché non ci si sente sufficientemente forti per sostenerle. Certamente è bene che si faccia un esame obiettivo delle proprie forze, che si riconoscano le proprie debolezze, ma poi bisogna esercitare la fede nel Signore! Noi siamo deboli, ma il nostro Dio è forte ed è pronto a combattere per noi! E "Se Dio è per noi chi sarà contro di noi" (Romani 8:32)? A questo punto è indispensabile però rispondere a una domanda: Dio è davvero il tuo Dio? Perché tu lo possa definire in questo modo devi avere una relazione personale con Lui, devi conoscerLo, amarLo, servirLo. Se desideri che Dio combatta per te e ti dia la vittoria devi ricevere Gesù nel tuo cuore. Soltanto allora Egli sarà il tuo Dio, diverrai un figlio di Dio, realizzando che sulla croce Egli ha riportato per te la più grande vittoria. Non affrontare le lotte della vita da solo, presto saresti atterrato. Permetti a Dio di diventare il tuo Dio e di combattere per te!

Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia (Esdra 9:6)

CONFUSIONE E VERGOGNA

Sebbene fosse confuso e si vergognasse a motivo del peccato, Esdra cadde in ginocchio e stese le mani verso il Signore pregando. Dio non rifiuta di ascoltare la preghiera di chi è confuso e pieno di vergogna. Egli, come il padre della parabola raccontata da Gesù, è sempre pronto ad accogliere il figlio che si accosta a lui pieno di vergogna e rammarico per gli errori commessi. La preghiera di Esdra produsse uno straordinario risultato: "Mentre … pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si radunò intorno a lui una grandissima folla di Israeliti, uomini, donne e bambini; e il popolo piangeva a dirotto" (Esdra 10:1). Ci fu un genuino ravvedimento: le infedeltà commesse vennero non soltanto confessate davanti a Dio, ma anche abbandonate. La confusione e la vergogna sparirono e poterono rialzare il capo! Se sei pieno di confusione e vergogna non perdere tempo: rivolgiti a Dio in preghiera, confessa i tuoi peccati, abbandonali con la forza del Signore ed Egli ti libererà da questa condizione.

Celebrarono con gioia la festa degli Azzimi per sette giorni, perché il Signore li aveva rallegrati (Esdra 6:22)

LA GIOIA E LA SANTIFICAZIONE

La festa degli Azzimi prevedeva il divieto assoluto di mangiare pane lievitato, ma anche soltanto di tenere del lievito in casa per sette giorni. Nella Scrittura, il lievito, agente di fermentazione, è considerato come un simbolo della corruzione causata dal peccato. Chi ha sperimentato la gioia della salvezza è pronto a gioire sperimentando la gioia della santificazione. Troppo spesso la santificazione viene considerata un aspetto triste del cristianesimo: la separazione dal mondo, le rinunce vengono viste come qualcosa di spiacevole. Se amiamo davvero il Signore non ci sarà tristezza nel nostro cuore nell'allontanarci da ciò che a Lui non piace e non ci sarà rimpianto nel rinunciare a ciò che Dio non desidera per noi. Se il Signore ci chiede di rinunciare a qualcosa è perché desidera evitarci sofferenze di cui ora non vediamo traccia, per darci qualcosa di meglio. Egli non ci impoverisce mai! Santifichiamoci con gioia: è buono ed utile separarsi dal peccato per consacrarsi al Signore. È bello santificarsi, perché ci permette di assomigliare sempre di più a Gesù.

Andarono a riprendere la costruzione della casa di Dio a Gerusalemme; e con loro erano i profeti di Dio, che li assistevano (Esdra 5:2)

UN'ASSISTENZA INDISPENSABILE

I profeti di cui si parla in questo testo sono Aggeo e Zaccaria. Essi "profetizzarono nel nome del Dio d'Israele ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme" (Esdra 5:1). La Parola di Dio incoraggiò i Giudei a riprendere i lavori di ricostruzione del tempio che erano stati sospesi e "gli anziani dei Giudei poterono continuare i lavori e far avanzare la costruzione, aiutati dalle parole ispirate dal profeta Aggeo, e di Zaccaria figlio di Isso. Così finirono i loro lavori di costruzione" (Esdra 6:14). L'assistenza della Parola di Dio è indispensabile per portare a termine il servizio che abbiamo cominciato per il Signore. Senza questa Parola lo zelo iniziale ben presto si spegnerà. Senza di essa alle prime difficoltà si sarà tentati di gettare la spugna. La Parola di Dio ci incoraggia, ci fortifica, ci sostiene. Non stanchiamoci di leggerla, meditarla e applicarla alle nostre intere vite. Ciò che Dio disse a Giosuè è valido per noi ancora oggi: "Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai" (Giosuè 1:8).

Egli è buono, perché la sua bontà verso Israele dura in eterno (Esdra 3:11)

LA BONTÀ DI DIO

Mi è capitato di sentire dei credenti avviliti pronunciare la frase: "Dio non mi vuole più bene". Lo scoraggiamento fa brutti scherzi, ci fa vedere una realtà distorta. Dio non cessa mai di amare il Suo popolo. Egli agisce sempre con grande bontà verso tutti i Suoi figli. Certamente ci sono situazioni delicate, circostanze difficili nelle quali ci si può venire a trovare, come un'improvvisa e lunga malattia, come un inaspettato licenziamento, come un grave incidente. Non pensare che se queste cose si verificano nella tua vita è perché Dio ha smesso di amarti: non è affatto vero! Considera piuttosto che "tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Romani 8:28). Allontana dalla tua mente il pensiero che Dio non ti voglia più bene: è una grande menzogna! Proprio perché la bontà del Signore dura in eterno, puoi star certo che nel momento della prova Egli ti farà sentire la Sua presenza, ti incoraggerà, ti aiuterà ad affrontare la situazione ed andare avanti con nuove forze.

Celebrarono la festa delle Capanne, secondo quanto è scritto (Esdra 3:4)

UNA FESTA GIOIOSA

La festa delle Capanne era l'ultima delle feste solenni istituite da Dio stesso. Era chiamata anche festa della Raccolta, perché quando la si celebrava tutte le raccolte erano terminate: era il tempo del riposo. Era la solennità religiosa più gioiosa perché evidenziava la fedeltà di Dio nel presente, nel sostenere il Suo popolo concedendo ottime raccolte, come nel passato, durante il pellegrinaggio nel deserto ricordato dalle capanne nelle quali gli Israeliti andavano a vivere durante i giorni della festa. La festa era davvero gioiosa quando era celebrata secondo quanto è scritto, in ubbidienza alla Parola di Dio. Il vero credente, infatti, si rallegra quando vive in ubbidienza alle Sacre Scritture. Fare la volontà di Dio, ubbidire ai Suoi comandamenti non è un peso per chi è nato di nuovo, ma motivo di grande gioia. Proprio Esdra scrisse: "Gioisco seguendo le tue testimonianze, come se possedessi tutte le ricchezze" (Salmo 119:14). Se vuoi gioire davvero, leggi la Bibbia e metti in pratica quanto vi trovi scritto con l'aiuto del Signore!

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