Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta (Ebrei 11:29)
UN OSTACOLO OPPORTUNO
Il Mar Rosso, da ostacolo si trasformò in una travolgente protezione. Quando Israele, liberato dalla schiavitù egiziana, arrivò davanti al Mare, trovò in esso una barriera insuperabile. Una collina sarebbe stata certamente preferibile. Dio, però, non ha bisogno di facilitazioni. Il pessimista trova una difficoltà in ogni opportunità ma, l'ottimista, trova un'opportunità in ogni difficoltà. Dio non ci chiede di essere ciechi, ma ci chiama ad avere la speranza e la visione spirituale che provengono dalla Sua Parola. Egli vedeva già la strada, là dove nessuno la poteva vedere, sul fondo del mare. Se noi ci fidiamo di Lui e a Lui ci affidiamo, realizzeremo sempre il Suo intervento miracoloso. Così, nella sovrastante opposizione, era nascosta la via di passaggio e quello che sembrava unicamente un impedimento, divenne una protezione. Il nemico minaccia il credente anche mentre Dio sta operando in suo favore, per farlo rinunciare e fargli perdere ciò che Dio ha preparato per Lui. Tornare indietro per paura degli ostacoli è una scelta sbagliata. Non indietreggiare, segui con piena fiducia il cammino che Dio ha posto dinanzi a te; Lui ti accompagnerà oltre ogni ostacolo.
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano (Matteo 4:11)
IL SERVIZIO CELESTE
Da questo testo possiamo imparare che Dio è degno di essere servito e adorato nello stesso modo mostrato dagli angeli. Secondo l'insegnamento biblico il nostro servizio può essere maggiore e ancora più profondo. Innanzi tutto perché rispetto agli angeli noi siamo stati comprati con il prezioso sangue di Gesù; non siamo più vecchie creature ma persone rigenerate, potentemente conquistate a Cristo. Una volta nati di nuovo, possiamo svolgere un servizio eccellente, superiore, proprio grazie alle facoltà che vengono dal cielo. Possiamo testimoniare della salvezza ottenuta per fede, cosa che gli angeli non possono fare, possiamo inoltre con la potenza dello Spirito Santo predicare che il sangue di Gesù è potente a salvare, a guarire e consolare, cose che gli angeli non hanno realizzato. Avviciniamoci a Dio per onorarLo. Serviamo l'Altissimo con i sentimenti e le mire più elevati, imitiamo gli angeli di Dio che, pur non avendo realizzato i privilegi della grazia, servono Dio notte e giorno con ardore; impariamo da loro l'umiltà nel servizio, la gioia nel poter svolgere un compito per la gloria di Dio, la pura devozione nel portare a termine i compiti affidati loro da Dio.
Ma lo spirito maligno rispose loro: "Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?" (Atti 19:15)
DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
Il dilettante è colui che manca di esperienza, di perizia, di una specifica preparazione; spesso è chi si occupa di qualcosa con grande faciloneria e insufficienza, si avventura in un'impresa rischiosa senza alcuna prudenza. Oggi molti intraprendono un servizio spirituale senza aver prima mostrato i frutti degni di un sincero ravvedimento, senza una vita ripiena dello Spirito di Dio. Sembra di udire la voce di molti che, trascinati dallo spirito di questo secolo, dicono: "L'importante è fare qualcosa, non importa come". Eppure la Bibbia ci ricorda che Cristo non approva tale modo comune di pensare: infatti, trovandosi con i Suoi "ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre", vale a dire il battesimo nello Spirito Santo (cfr. Atti 1:4, 8). Paolo ricordava a Timoteo questa verità: "E le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri" (II Timoteo 2:2). Il Signore non vuole persone dotate di capacità umane, né manda alcuno allo sbaraglio, ma guida e usa credenti che come gli apostoli manifestano le Sue virtù nella loro vita.
Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui (Luca 4:20)
UN LIBRO DA NON CHIUDERE
Il gesto compiuto dal divino Maestro di "chiudere il Libro" può sembrare un atto assolutamente normale. Quest'azione ha, invece, un grande valore spirituale. Il Libro fu chiuso anche perché Gesù poté dire: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite". Prima della venuta di Cristo sulla Terra, chissà quante volte era stata letta questa profezia concernente il Messia e, anche se materialmente questa pagina della Scrittura veniva chiusa, in realtà era rimasta a lungo aperta nell'attesa del suo compimento. Soltanto adesso, venuto Gesù, Autore delle Scritture, il Libro può essere "chiuso". Riflettiamo! Quante volte, dopo aver letto o ascoltato la Parola di Dio, culto dopo culto, non abbiamo permesso al messaggio divino indirizzato ai nostri cuori di adempiersi e realizzarsi nella nostra vita? Quante pagine della Bibbia che abbiamo frettolosamente "chiuso" dovrebbero invece essere ancora aperte davanti a noi? Oggi più che mai sentiamo il bisogno e l'urgenza di accostarci alla Parola di Dio con umiltà e preghiera, meditandola con riverenza, "affinché conosciamo per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà" (cfr. Romani 12:2).
Ma Paolo gli gridò ad alta voce: "Non farti del male" (Atti 16:28)
NON FARTI DEL MALE
Dio sia ringraziato perché Egli ancora oggi avverte gli uomini con il messaggio potente della Sua Parola. "Non farti del male" sono le parole amorevoli di Dio per quanti probabilmente hanno deciso o tentato di porre fine alla loro vita. La vita secondo la Bibbia è un dono di Dio: infatti "ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento" (Giacomo 1:17). Pertanto la nostra vita non va rovinata con il peccato, tanto meno deve essere danneggiata dando spazio ai desideri del cuore, ma bisogna permettere alla Persona gloriosa del Cristo di entrarvi e di prenderne pieno possesso. Non soltanto la vita biologica è un dono, ma anche la salvezza è un dono di Dio: "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio" (Efesini 2:8). Dio è il donatore della vita fisica e spirituale ed Egli desidera che ogni uomo rispetti questo dono difendendolo dagli attacchi dell'avversario e rimettendolo ogni giorno con gioia nelle Sue benedette mani.
"Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio (Atti 16:25)
GLORIFICARE DIO
Il testo mette in evidenza come il terremoto e la conseguente apertura delle celle siano seguiti all'adorazione che Paolo e Sila elevarono a Dio. Questi due servitori di Dio avrebbero potuto dire: "Se il Signore compie un miracolo in nostro favore, Lo loderemo, Lo ringrazieremo e Gli canteremo degli inni con tutto il nostro cuore". Eppure, ancor prima di vedere un miracolo straordinario, cominciarono a lodare Dio. Molto spesso la nostra preghiera si riduce a un porre delle condizioni a Dio: "Signore, se compi questo miracolo ti loderò" oppure "Se mi liberi da questa situazione ti loderò e ti servirò per sempre". Il Signore, invece, vorrebbe che ognuno di noi imparasse a cantare le Sue lodi anche mentre ci troviamo sul lato oscuro della prova. Dio, anche nei momenti più bui della nostra vita, è sommamente degno di essere adorato e lodato: ne è degno anche quando non sembra esserci via d'uscita. E così, quando si è senza speranza e tutto sembra distruggersi attorno a noi, Egli rimane sempre degno di essere esaltato.
I carcerati li ascoltavano … e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono (Atti Atti 16:25,26)
IL BISOGNO DELLL'UMANITà
Per i carcerati quel canto notturno innalzato da Paolo e Sila rappresentava una luce in mezzo alle tenebre, un sollievo in mezzo a molte ristrettezze e afflizioni. Non sappiamo, ma forse alcuni di quei detenuti erano destinati alla morte e quel sacro inno venne a costituire una speranza per il futuro. Purtroppo, nel cuore di certi credenti non c'è più vita spirituale, ma scoraggiamento e aridità. Molti cristiani oggi si trovano nella stessa situazione del popolo di Dio deportato in Babilonia. Non hanno più la forza di testimoniare della grazia del Signore. Forse perché presi in trappola dalle circostanze avverse ed avvolti da situazioni difficili per le quali non vedono via d'uscita. Eppure, se soltanto riuscissimo a sentire il grido di quanti ancora non conoscono il Signore, basterebbe qualche semplice espressione di fede e devozione per raggiungere i bisogni interiori dell'umanità. Per i credenti che stanno condividendo gli stessi problemi materiali dei non credenti, oggi il Signore vuole compiere un'opera gloriosa che li renderà pieni di risorse spirituali, potenti servitori per un efficace annuncio dell'Evangelo.
Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa (Ebrei 11:11)
UNA FEDE BEN FONDATA
La testimonianza di Sara, la moglie di Abramo che partorì Isacco in età avanzata, è esemplare. Questo versetto c'insegna che cosa significhi e implichi fortificarsi nelle promesse divine, mettendo in luce un ulteriore aspetto della vita di fede. Ella reputava degno di fede Colui che aveva fatto le promesse. Sara vedeva e stimava Dio per Colui che è veramente, il Fedele e l'Onnipotente, e si rendeva conto che le promesse di Dio non avrebbero in alcun modo potuto essere mutate o arrestate dalle limitazioni umane. In altre parole, nel considerare le promesse, Sara guardava a Dio e non a sé stessa. Una vita di fede costante è una vita che guarda a Dio, valorizza la Sua immutabile Parola e non innalza gli ostacoli che si presentano. E noi, siamo in grado di credere a Dio, in modo così radicato? Possiamo anche noi credere che Egli fa tutto ciò che promette, che è capace di far cooperare ogni cosa per il nostro bene eterno? Questo è dimostrare realtà che non vediamo e certezza di cose che si sperano. Questa è vera fede, salda perché ben fondata, quella di cui Dio si compiace (cfr. Ebrei 11:1).
E io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano (Giovanni 10:28)
NELLA MANO DI CRISTO
Noi crediamo che in Cristo i credenti sono al sicuro. Innanzi tutto perché Gli appartengono ed Egli non perderà mai le pecore che ha acquistato con il Suo sangue prezioso. In secondo luogo, scopriamo che Egli ha dato loro la vita eterna e, se è eterna, questa comunione con Dio non può avere fine. Inoltre, il Signore dice espressamente: "non periranno mai". Attenendoci al significato delle parole, ciò mette al sicuro i credenti dalla separazione dall'amore di Dio, dalla consumazione, dalla distruzione spirituale. Poi, per completare questo meraviglioso quadro, Egli dichiara che il popolo dei redenti è nelle Sue mani, sfidando qualsiasi nemico a strapparli dalla Sua presa. Ti senti stamane al sicuro nelle mani di un così grande e potente Salvatore? Caro amico, scaccia dalla tua vita ogni forma di paura e di ansia, così come ogni falsa sicurezza. Riposa in pace tra le mani del glorioso Redentore. Oggi realizza quello che sperimentò il salmista: "In verità l'anima mia è calma e tranquilla. Come un bimbo divezzato sul seno di sua madre, così è tranquilla in me l'anima mia" (Salmo 131:2).
Il Signore, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con grida di gioia (Sofonia 3:17)
LA LODE A DIO
Il Signore è in mezzo al Suo popolo con gloria e potenza! Che straordinaria realtà! Egli dimora in mezzo alla Sua Chiesa, nei nostri cuori. Stamani possiamo insieme giubilare. Non soltanto abbiamo il privilegio di realizzate la Sua divina presenza, ma anche la certezza che Egli continuerà a salvare potentemente. Caro amico, non temere alcun male, poiché Dio è perfettamente in grado di redimere e di compiere gloriosi miracoli nella tua vita e attorno a te. Ma il nostro testo non si ferma qui. Scopriamo che non soltanto Dio è con noi, che è ancora potente a salvare, ma che Egli ci ama di un amore immenso. Il nostro Signore non smetterà mai di amare i Suoi figli, anche quando questi cadono e vengono meno. "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? ..." (Romani 8:35). La Sua ira è per un attimo, ma la Sua benignità è per tutta una vita. Questo è meraviglioso. Quando Dio creò l'universo non gridò; ma quando fu compiuta l'opera di redenzione, la Trinità provò soddisfazione al punto da esultare con grida di gioia. Il Signore oggi vuole rallegrarsi della tua salvezza, con te e in te. Tu lo desideri?
Altro...
Ed Eliseo pregò e disse: "Signore, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda!" (2° Re 6:17)
LA GIUSTA PREGHIERA
Vedere le bellezze della natura che ci circonda è una cosa talmente normale che spesso non apprezziamo la vista stessa. Il dono della vista spirituale è ancora più grande. In questo brano della Scrittura, due uomini si trovano nello stesso punto e hanno davanti lo stesso scenario: un esercito potente composto da cavalli e cavalieri pronti ad assalirli. La reazione dei due alla vista dell'esercito, però, non è la stessa. Il servo di Eliseo è preso da una grande paura, mentre il profeta riesce a vedere oltre la natura fisica, perché sa che al di sopra di ogni situazione c'è il Dio Onnipotente. Ogni giorno ci si presentano situazioni che mettono in evidenza la nostra debolezza e fragilità. La realtà materiale, visibile e tangibile, non faccia però offuscare, dimenticare la più alta realtà spirituale. Questa non è visibile ad "occhio nudo", ma unicamente a una vista rivestita della fede in Cristo. Scoprila leggendo la Bibbia e sperimenterai come non esistono eserciti, malattie o problemi che Dio non possa abbattere. Accetta Cristo Gesù come tuo personale Salvatore e potrai dire agli altri: "Provate e vedrete quanto il Signore è buono! Beato l'uomo che confida in lui" (Salmo 34:8).
Date, e vi sarà dato ... con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi (Luca 6:38)
DARE E RICEVERE
Queste parole di Gesù fanno capire che Dio ci darà ben di più di quanto noi possiamo dare a Lui, poiché gli inestimabili benefici della Sua grazia mai potranno essere ripagati. Tuttavia, i figli di Dio non debbono soltanto coltivare gioia e riconoscenza a Lui, ma anche riflettere la Sua amorevole generosità dando a loro volta, senza calcolare contraccambi. Nel nostro servizio, il Signore si aspetta che siamo noi a dare per primi; siamo noi che dobbiamo seminare il buon seme se vogliamo un raccolto abbondante. Gesù lasciò la gloria del cielo, accettò di offrire la Sua vita in sacrificio sulla croce, così che "noi potessimo diventare ricchi mediante la Sua povertà" (cfr. II Corinzi 8:9). Impariamo da Cristo. Perdoniamo e saremo perdonati, non giudichiamo e non saremo giudicati, diamo e ci sarà dato. Il Signore non dà come fa il mondo; Egli dona ogni bene e virtù affinché, benedetti, possiamo essere di benedizione, suscitando un copioso ed accorato ringraziamento verso Dio. Dare diventa uno stile di vita per il vero credente: si dà perché si vuole glorificare Dio ed edificare gli altri. "Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità" (II Corinzi 9:11).
Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina? (Aggeo 1:4)
LE GIUSTE PRIORITÀ
Gli abitanti di Gerusalemme manifestarono negligenza ed indifferenza verso il Signore e la Sua casa, mettendo al primo posto la costruzione delle proprie abitazioni. La Bibbia ci riporta diversi casi in cui alcune persone mostrarono lo stesso atteggiamento del popolo di Dio, vale a dire l'insensibilità verso le priorità spirituali. Un giorno Gesù entrò in casa di Lazzaro, Suo intimo amico, e subito Maria si mise a sedere ai Suoi piedi per ascoltare i Suoi insegnamenti, mentre Marta si diede ai lavori domestici, pensando addirittura che Maria fosse una fannullona. Cristo intervenne allora per correggere le priorità di Marta dicendo: "Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta" (Luca 10:41, 42). Fin dal primo mattino, siamo chiamati a fare delle scelte, stabilendo delle priorità che potrebbero influenzare l'intera nostra giornata e addirittura la nostra vita. Possa Dio aiutarci a comprendere quanto sia importante, fin dall'alba, mettere Gesù al primo posto e prodigarci per ogni cosa nel momento opportuno.
Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore (Michea 7:7)
NON VOLGERE LO SGUARDO ALTROVE
Se volgiamo lo sguardo altrove, vale a dire al mondo e ai suoi piaceri, rischiamo di compromettere la nostra posizione spirituale, lasciandoci gradualmente cadere nel baratro della perdizione. Gesù ebbe a dire: "Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio" (Luca 9:62). Egli disse pure "Ricordatevi della moglie di Lot" (Luca 17:32). Nella fuga con la sua famiglia da Sodoma, Lot ricevette un comando preciso: "Non guardare indietro". La moglie di Lot, però, disubbidì e venne mutata in una statua di sale. Cari lettori, corriamo seri pericoli se volgiamo lo sguardo al di fuori dei comandamenti e delle promesse del Signore, se lo rimettiamo sulle cose da cui Egli ci chiama a distaccarci o lo distogliamo dalle mete che ci ha indicato. Il mondo, il peccato e il nemico delle anime nostre sono costantemente all'opera per distrarci, farci cadere e renderci schiavi di vizi e illusioni. Oggi il Signore ci chiama a vivere la fede, Egli desidera che stamani, lì dove ci troviamo, rivolgiamo lo sguardo a Lui, alla Sua parola, proprio come fece il profeta di Dio.