Chi cammina in fretta sbaglia strada (Proverbi 19:2)
NON SBAGLIARE STRADA
Essere decisi è una virtù che ci permette di conseguire obiettivi altrimenti irraggiungibili. Essere frettoloso è tutt'altra cosa, poiché ci fa dimenticare le "regole della corsa" ed espone al serio rischio di sbagliare strada. Andare in fretta non sempre equivale ad arrivare prima, il pericolo di imboccare la strada sbagliata è sempre in agguato. In alcuni momenti della nostra vita dobbiamo prendere tempo per riflettere, in preghiera, davanti a Dio. La fede deve produrre in noi la serena convinzione che il tempo passato in preghiera non causa ritardi alla realizzazione dei nostri progetti. Questo tempo, invece, ci permette di non trovarci nella situazione in cui, avendo sbagliato strada, dobbiamo necessariamente tornare indietro e riprendere il cammino dal "bivio" che abbiamo, troppo velocemente, oltrepassato. Caro lettore, lascia che Dio guidi la tua vita attraverso la Sua Parola scritta, la Bibbia, non agire secondo i tuoi pensieri ma secondo la Sua volontà.
Gesù gli disse: Vai a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatto (Marco 5:19)
RACCONTA CIò CHE DIO TI HA FATTO
La storia dell’indemoniato di Gerasa mostra la potenza di Dio nel trasformare le vite più disperate. Quest’uomo, posseduto da una legione di demoni, miracolosamente liberato, tornò a sana mente riprendendo una vita normale grazie a Gesù. Egli desiderò poi lasciare il suo paese e seguire Cristo. Il Signore non lo permise, ma lo mandò fra la sua gente a raccontare ciò che Dio aveva fatto per lui. La potenza divina, evidente nell’uomo liberato, avrebbe continuato a lavorare il cuore dei Geraseni lasciando loro uno spiraglio di luce e di salvezza. Rinnovare la possibilità all’uomo di ravvedersi è dimostrazione della grande pazienza che Dio ha verso l’umanità. Come credente ti stai chiedendo cosa potresti fare per il Signore? Accetta il Suo piano per la tua vita. Dio ti fa sapere che la tua testimonianza di fede serve nella tua città, sul tuo posto di lavoro e nella tua famiglia. A casa tua, dai tuoi cari, vi sono persone che soltanto tu puoi raggiungere; vai e racconta loro le cose grandi che Dio ha fatto per te.
Aprigli gli occhi, affinché veda! E il Signore gli aprì gli occhi (2° Re 6:17)
VEDERE PER FEDE
Eliseo pregò per il suo servo affinché potesse vedere anche le schiere celesti dispiegate sui monti. In quell’istante il terrore scomparve così che il servo si sentì al sicuro. Capita a tutti di restare attoniti davanti a certi ostacoli ed essere afferrati da un senso di sconforto; vediamo i problemi come monti insuperabili. L’occhio umano non ci permette di vedere la realtà nella sua completezza e spesso ci si sofferma unicamente sulla grandezza dell’avversità, senza considerare la magnificenza di Dio. Il versetto di oggi non è un rimprovero perché ti sei spaventato, neanche vuole banalizzare la prova che stai affrontando; è invece un incoraggiamento a pregare con fede affinché tu possa ricordare e capire che se Dio è con te, nessuno sarà contro di te! Non vi sono soltanto le difficoltà, c’è anche Cristo al tuo fianco e al di sopra di esse. Apri gli occhi della fede, confida in Lui, ed Egli ti soccorrerà.
ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere (Giobbe 19:25)
CERTEZZE IN TEMPI DI DUBBI
Giobbe fu in grado, per grazia di Dio, di fondare la sua vita su tre solidi pilastri. Il primo è la Rivelazione: "Io so che il mio Redentore vive". Egli non giunse a tale conclusione per via d’intuizione, Dio stesso gli si era rivelato quel tanto che bastò a sorreggerlo durante la prova. Il secondo cardine è quello della Redenzione. Giobbe era profondamente consapevole che nessuno, più di Dio, poteva difendere la sua causa e la sua vita. Egli ancora non sapeva (noi si) che c’è "un uomo" il quale ci rappresenta presso Dio: Gesù Cristo, il Redentore! Infine, il patriarca fu sorretto dalla speranza della Risurrezione che gli fece dire: "…lo contempleranno gli occhi miei, non quelli d'un altro…" (v. 27). È la vittoria della fede sulla morte che, seppure uccide il corpo, non intacca la speranza della vita eterna. E tu, puoi dire: "Io so che il mio Redentore vive"? Se non è così, oggi puoi conoscerlo di persona. Cristo Gesù può redimerti dal peccato e dalle sue conseguenze; oggi stesso può darti la certezza della vita eterna! Affidati a Lui ed i tuoi pensieri si eleveranno al di sopra di ogni circostanza per contemplarlo appieno.
Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, sono diventate nuove (2° Corinzi 5:17)
UN VERO CAMBIAMENTO
Anni fa un alcolista gridò disperato a Cristo. Pregando, chiese al Signore di redimere la sua anima dal peccato e liberarlo dalla sua dipendenza. Divenne un cristiano consacrato a Dio e, per la potenza di Gesù, smise di bere. I suoi vecchi amici al pub consideravano la conversione di quest’uomo come un qualcosa di passeggero. Provarono a deriderlo sulla sua nuova fede: "Credi a quella parte della Bibbia dove Gesù trasformò l’acqua in vino?", "Certo", rispose. "Non potresti chiedergli di farlo per noi? Sarebbe gentile da parte Sua farci un favore. O pensi che sia qualcosa inventato apposta per far sì che gente come te si converta?". L’uomo rispose: "Io credo che Gesù trasformò l’acqua in vino, ma per me ha fatto qualcosa di meglio. Ha trasformato l’alcool in mobili e cibo. Chiedete alla mia famiglia!". La fede nel sacrificio di Cristo produce un radicale cambiamento nel cuore, modificandone le abitudini. Le cose cattive scompaiono. Nuovi desideri rimpiazzano quelli vecchi. Se vuoi realizzare una tale trasformazione nella tua vita, accetta Gesù come tuo personale Salvatore, confessagli i tuoi peccati ed Egli farà di te una nuova creatura!
Soltanto, dal punto al quale siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via (Filippesi 3:16)
PER LA STESSA VIA
Siamo tutti chiamati a qualcosa di ben più che un umano "tirare avanti", nonostante gli ostacoli e i venti contrari. Occorre inoltrarsi con perseveranza nella conoscenza di Dio che produce consacrazione, e progredire nell’esperienza spirituale che sprona ad avvicinarsi alla meta celeste, senza lasciarsi rallentare da distrazioni e passioni sbagliate. Guai poi a sentirsi arrivati, pensando di non aver più nulla da imparare! Chi crede di non aver più nulla da arrendere alla volontà di Dio, né da praticare per onorarlo concretamente, sta già lasciandosi trascinare lontano dal Signore, come una barca portata via dalla corrente. D’altra parte è opportuno ribadire che, nelle vie di Dio, l’andatura non è tutto, c’è qualcosa di più vitale: andare nella giusta direzione. Se sei preso dalla fretta di arrivare ad un traguardo, non essere avventato. Fermati, rifletti e domandati se stai calcando le orme di Gesù. Soltanto con Lui saprai quando continuare, ripartire o, tornare indietro. Non perdere tempo, camminiamo per la stessa via! Quella di Cristo.
Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo (Filippesi 4:11)
IL SEGRETO DELLA GIOIA
La gioia del credente e il suo appagamento non si basano sulle mutevoli circostanze della vita, bensì sulla grazia di Dio presente nel suo cuore. Ricordiamo, infatti, che l’apostolo scrive mentre si trova nel carcere di Roma, in pericolo di morte. La guarigione dall’insoddisfazione, quindi, non risiede nell’aver tutto quel che si desidera, ma nell’avere nella nostra vita il Signore e Salvatore Gesù Cristo, nel Quale abbiamo "tutto pienamente". Così potremo "accontentarci" di quanto Dio concede, persuasi che Egli può ricolmarci in ogni nostro bisogno, ma saremo anche contenti quando Egli ci farà saggiare la privazione, sapendo che Lui mira sempre al nostro sommo bene. La chiave per imparare ad accontentarsi, risiede nella certezza di sapere che la nostra condizione in Cristo è preminente rispetto alle cose materiali. Il credente che fa sua questa profonda realtà di fede passerà dall’amara frustrazione alla gioiosa soddisfazione.
Il Signore disse a Noè: “Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia” (Genesi 7:1)
LA SCELTA MIGLIORE
Noè prese Dio sul serio, decise di non dubitare né discutere, ma di ubbidire a quanto Egli comandava. Per lunghi anni, quest’uomo si dedicò alla costruzione del mezzo di salvezza per lui e per la sua famiglia. L’arca richiese il suo tempo, le sue energie e risorse. Noè non guardò ad altro, ma si concentrò su quello che sarebbe stato il risultato finale: "La salvezza della sua famiglia". Egli aveva afferrato che fare la volontà di Dio non si sarebbe rivelato vitale soltanto per la sua persona, ma anche per il destino di quelli che maggiormente amava. Nella nostra famiglia, con le nostre decisioni, possiamo essere causa di benedizione o di maledizione, possiamo portare sollievo o preoccupazione, unire il focolare domestico oppure dividerlo. La vera vita della nostra famiglia dipende da quanto seriamente stimiamo "la Parola che Dio ci rivolge". Noè ubbidì e fece la scelta migliore. Tu, in chi stai confidando, cosa stai facendo per la tua famiglia? "Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua" (Atti 16:31).
Stendi la mano! Egli lo fece e la sua mano fu guarita (Luca 6:10)
L'UBBIDIENZA CHE REALIZZA
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise ad insegnare. Lì era presente un uomo che aveva la mano destra paralizzata. All’improvviso si sentì ordinare: "Stendi la mano!". L’uomo fece così e la sua mano fu guarita. Ci sono momenti in cui ti accorgi che, nonostante tu sia un buon religioso e ogni domenica frequenti un luogo di culto, il tuo cristianesimo è arido perché "la mano della tua fede" è paralizzata. Questo ti ha indotto a startene seduto, scoraggiato e deluso. Non permettere che i tuoi difetti e le tue limitazioni ti schiaccino a terra, né alla rassegnazione convincerti che la tua fede sarà sempre paralizzata. Tu non sei capace, la religione non ti può aiutare e gli uomini non possono cambiare la tua vita; il Signore però, conosce la tua condizione e oggi ti ordina di alzarti ed agire. La forza non la troverai in te stesso, ma nella Parola di Dio che oggi ti è rivolta attraverso questo foglietto. Abbi fiducia in Colui che ha dato la Sua vita per te e se accetterai Gesù quale tuo Salvatore e Signore sarai salvato. Credi oggi, non perdere tempo!
Certo un uomo vale molto più di una pecora (Matteo 12:12)
PREZIOSI PER IL SIGNORE
Il valore della vita umana è sempre più sminuito, reso relativo a interessi commerciali, quelli stessi per cui, non di rado, la vita di animali viene maggiormente valutata. Certamente, tutta la natura nel suo insieme va apprezzata come opera divina da salvaguardare e godere. Il Signore precisa, tuttavia, quanto una creatura umana è maggiormente degna di compassione e di misericordia. Agire per aiutare il prossimo non era una violazione della legge del sabato. La volontà di Dio per l’uomo è che esso ami il Signore con tutto il cuore e ami il suo prossimo come sé stesso, guarendo dal subdolo male dell’egoismo. Il Creatore non è rimasto imperturbabile di fronte all’urgenza di redimere l’uomo, ma ha mostrato il Suo amorevole interesse per l’umanità. Forse sei precipitato in una situazione disperata e non sai come venirne fuori; per Gesù, il Buon Pastore, sei una creatura preziosa: afferra ora la Sua mano e sarai salvato anche tu!
Altro...
Vedi tu qualche cosa? Ed egli, levati gli occhi, disse: "Scorgo gli uomini, perché li vedo camminare, e mi sembrano alberi" (Marco 8:24)
UN’OPERA COMPLETA
Ci sono momenti in cui, trovandoci in difficoltà per varie situazioni, preghiamo il Signore e la risposta giunge, ma sebbene incoraggiante, essa non è ancora risolutrice. Ci rendiamo conto, se abbiamo fede in Dio, che ci vuole un "nuovo tocco" di grazia, da parte del Signore. Forse il Suo primo tocco è soltanto "un assaggio", ha appena iniziato un’opera, che deve essere completata da Lui stesso. Cristo, perciò, ci porta a riconoscere quel che Egli ha già fatto per noi, affinché Gli apriamo tutta l’anima nostra senza alcuna riserva. È necessario confessare a Dio la nostra condizione di totale dipendenza da Lui; abbiamo ricevuto dalla Sua mano, ma restiamo bisognosi di Lui, della Sua luce e guida! Non inganniamo noi stessi, non neghiamo la nostra "miopia" spirituale, confessiamo il nostro bisogno, affinché il Signore metta di nuovo le Sue benedette mani sui nostri occhi. Egli ha fatto qualcosa per te: aprigli completamente il tuo cuore e lasciagli coronare la Sua opera nella tua vita.
La tua preghiera è stata esaudita (Luca 1:13)
UNA PREGHIERA ESAUDITA
Da pio israelita, istruito nelle Sacre Scritture, Zaccaria certamente ricordava come Dio aveva concesso ad Abramo e Sara un figlio (Isacco) nella vecchiaia; sicuramente ricordava come anche Rebecca era stata sterile per vent’anni, poi Dio esaudì la preghiera di Isacco e, con un parto gemellare, nacquero Esaù e Giacobbe. Nondimeno, in un primo momento, Zaccaria rimase sorpreso e dubbioso al punto di chiedere un segno che confermasse la sua fede. L’angelo glielo diede e fu al contempo una riprensione divina: sarebbe rimasto muto finché ciò che era stato annunziato non si sarebbe adempiuto. Sicuramente anche noi saremmo rimasti sorpresi, trovandoci dinanzi ad una tale manifestazione soprannaturale. Oggi, però, non lasciamo che lo stupore c’induca a dubitare delle promesse divine. Dio non dimentica le nostre suppliche e c’invita ad attendere fiduciosi, qualunque sia la Sua volontà per noi. Qual è il tuo bisogno, il tuo desiderio? Invocalo con tutto il tuo cuore ed Egli ti esaudirà.
A quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (2° Pietro 1:1)
UNA FEDE PREZIOSA
Nessuna retorica. Pietro è assolutamente certo che chiunque crede nel Signore Gesù quale proprio Salvatore è giustificato per fede, pur non avendo visto Gesù e assistito a tanti Suoi prodigi. I miracoli, infatti, sono segni che attirano l’attenzione verso il Signore, tuttavia non comunicano la fede che salva. Questa non viene neppure dal vedere fisicamente Cristo, ma dalla Sua ispirata Parola che suscita la fede ed opera efficacemente in chi crede. Perciò la fede menzionata da Pietro è preziosa, perché ci fa realizzare la salvezza (cfr. Efesini 3:17), le promesse di Dio e ci fa superare le difficoltà della vita. I destinatari della lettera non vivono accanto al Signore come gli apostoli, ma essi godono la stessa comunione con Lui. In virtù dello Spirito Santo, mandato nel Suo nome, Cristo abita per fede nei credenti. Non disprezzare la tua fede, anche se pare orfana di eclatanti manifestazioni, ringrazia il Padre per averti donato un Salvatore in cui credere. La fede in Lui è preziosa perché fa accedere all’inestimabile comunione divina e alle insondabili ricchezze della benedizione celeste.
Riconciliati dunque con Dio; avrai pace, e ti sarà resa la prosperità (Giobbe 22:21)
LA PACE DELLA RICONCILIAZIONE
Ai nostri giorni si parla molto di pace, per la ragione che pace non c’è! Manca la pace nella famiglia, nella società, tra i popoli, perfino tra quelli che si definiscono cristiani. L’uomo vuole pace, per sentirsi sereno e al sicuro, ma non la cerca nel Signore. La pace che Dio dona è ben più che assenza di conflittualità; essa è connaturata con la presenza ristoratrice di Dio nel cuore, in uno stato di grazia che libera dall’apprensione del giudizio. Gesù è giustamente chiamato il "Principe della pace" ed è l’unico che può dire: "Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti" (Giovanni 14:27). Non c’è pace! Il rimedio però c’è, più efficace di quanto si possa immaginare. Non consiste in conferenze sul tema o nell’assumere ansiolitici, bensì nel riconciliarsi con Dio. Ciò è praticabile attraverso la fede riposta nella persona e nell’opera del Salvatore: "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1).