Basti al discepolo di essere come il suo maestro, e al servo di essere come il suo signore (Matteo 10:25)
ASSOMIGLIARE AL MAESTRO
Il Vangelo invita sovente ad assomigliare a Gesù, ma non promuovendo un’imitazione meccanica e formale, bensì incoraggiando la trasformazione della vita interiore dei credenti nati di nuovo. Non basta praticare i Suoi insegnamenti, è necessario essere come Lui. Seguire le orme di Gesù è possibile, quando ci si lascia plasmare dalla Sua mano, mediante l’azione della Sua Parola e l’opera del Suo Spirito. Egli, rivolgendosi ai Suoi "allievi", dice: "Imparate da me, perché io son mansueto ed umile di cuore" (Matteo 11:29). Le Sue parole costituiscono il monito più incisivo per quanti desiderano fare la Sua volontà; nessuno pensi di essere in alcuna cosa, più buono del divino Maestro, né più severo di Lui. Dobbiamo seguire Cristo nella Sua condotta e nei Suoi insegnamenti, non superarli in alcun modo.
Chi dimora nel ritiro dell’Altissimo alberga all’ombra dell’Onnipotente (Salmo 91:1)
DIMORARE E ALBERGARE
Per godere della comunione con Dio e, di conseguenza, della Sua cura e protezione, è necessario conoscerlo personalmente ed affidarsi totalmente a Lui. Non coloro che vanno a Dio in occasioni particolari, o di tanto in tanto, possono sperimentare la potenza del Suo gradevole ristoro. Ma soltanto chi, rinunziando ai rifugi fallaci di questo mondo, sceglie di fondare la sua vita terrena e la speranza della vita eterna, nella Parola di Dio, può albergare al sicuro presso l’Onnipotente. "L’ombra di Dio" non è un rifugio provvisorio nel quale e dal quale "andare e venire" rimanendo nei nostri peccati. Esso è il luogo in cui, consapevoli del nostro fallimento e della nostra indegnità, il Padre celeste c’introdurrà se torniamo a Lui confessandogli i nostri peccati. Caro lettore, decidi di dimorare stabilmente nel ritiro dell’Altissimo e albergherai per sempre all’ombra dell’Onnipotente.
Si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio (Atti 16:34)
FEDE, SALVEZZA E GIOIA
La fede, dirai tu, non paga le bollette, non toglie l’amarezza del tradimento e non libera dalla depressione. Se la fede di cui parli è quella religiosa, tradizionale e passivamente ereditata da altri, hai ragione. La storia di questa famiglia, però, non fu cambiata da una religione, ma da una persona: Gesù Cristo. Il carceriere aveva rinchiuso i servi di Dio senza esitare. Udendo poi, come gli altri carcerati, le loro lodi al Signore, capì che avevano una pace particolare. Quando fu nel baratro, deciso a farla finita, la voce dell’apostolo Paolo lo trattenne. Allora egli fece la domanda più importante della sua vita: "…che devo fare per essere salvato? Ed essi risposero: Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua" (vv. 30, 31). Tale fu la fede capace di mutare profondamente la vita di quella famiglia, che passò dalla disperazione al giubilo. Dio oggi sta facendo anche a te la stessa promessa!
Confesserò le mie trasgressioni al Signore; e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato (Salmo 32:5)
BENEDETTA CONFESSIONE!
Riguardo alla confessione vi sono errori da evitare assolutamente. Il più grossolano è commesso da chi, nascondendo a sé stesso il peccato, tenta di nasconderlo anche a Dio. D’altro canto, sbaglia chi confida nell’uomo, gli espone i suoi peccati e s’aspetta assoluzione, non senza penitenza e "fino ad altra occasione". La Bibbia, però, non dice così. Il peccato non è un’invenzione umana, un tabù dal quale liberarsi razionalmente; esso va dichiarato a Dio stesso, l’Unico che può perdonare e purificarci. Peccare non è soltanto delinquere o trasgredire platealmente qualche legge. Ignorare Dio è peccato non meno che mentire, rubare o uccidere. Peccare significa, etimologicamente, fallire; indica lo stato di separazione da Dio, che invece creò l’uomo con l’obiettivo di godere comunione con Lui. Il peccato è la condizione spirituale dell’uomo, le trasgressioni ne sono la manifestazione quotidiana. Se hai compreso questo, chiedi a Dio di perdonare ogni tuo peccato.
Le parole che vi ho dette sono spirito e vita (Giovanni 6:63)
PAROLE DI VITA
Un uomo era malato gravemente al cuore, con nessuna speranza di guarigione e poco tempo da vivere. Quattro amici, sorreggendolo, lo portarono sotto una tenda dove si parlava di Gesù Cristo. Questa persona debole e malata non riuscì a seguire molto della riunione, ma proprio la citazione di questo versetto del Vangelo di Giovanni, durante il sermone del predicatore, toccò il suo animo ed accese la sua speranza, tanto che, pur dicendo tra sé: "Io non ho spirito e neanche vita", egli rivolse una breve preghiera a Dio, invocandolo con voce flebile. Il risultato fu che il Signore, nella Sua infinita misericordia, rispose, salvandolo dalla colpa dei suoi peccati e liberandolo dalla morte fisica. Quell’uomo riacquistò salute per lavorare, divenne un fervente cristiano, sempre pronto a testimoniare della potenza e dell’amore di Dio. Le parole di Gesù, in ogni tempo, luogo e circostanza, sono potenti a salvare, liberare, guarire, consolare, incoraggiare quanti vanno a Lui con fede.
E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio (Genesi 1:27)
IL CAPOLAVORO DI DIO
L’uomo è stato giustamente definito "il capolavoro di Dio", non soltanto per la testimonianza che gli rende la struttura fisica, ma soprattutto per le sue qualità spirituali, poiché l’immagine di Dio è stata messa in lui. L’essere umano rimane diverso da ogni altra creatura; non vedremo mai una scimmia porsi i grandi quesiti della vita, né un leone riflettere intorno all’eternità. Soltanto gli uomini sentono il bisogno di "guardare in alto" e sperare in un’esistenza che vada oltre questa vita terrena. In noi, infatti, Dio ha messo il pensiero dell’eternità e per noi uomini, Gesù, il Figlio di Dio, è venuto a morire sulla croce, per mostrarci la Via che porta alla vita eterna. Il messaggio dell'Evangelo è per noi, uomini, perché siamo i soli chiamati a dialogare con Dio e a somigliargli nella nostra condotta. L’uomo è diverso da ogni altra creatura.
Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8)
DIO è AMORE
Gesù ama tutti, nonostante tutto. Egli non amò perché fu amato, né perché fu accolto ed onorato. Cristo ci ha amati, mentre eravamo lontani da Lui, quando eravamo peccatori e Lo offendevamo con la nostra condotta. Fu il Suo grande amore che Lo indusse a cercarci, mentre eravamo perduti. Fu il Suo grande amore che Lo portò a dare volontariamente la Sua vita al posto tuo e mio. È ancora l’immenso amore che ha per noi che Lo fa essere Mediatore Unico in nostro favore presso il Padre. L’amore del Signore ci stupisce e ci avvince. Se sei in cerca del grande amore della tua vita, è arrivato il momento di fermarti e considerare che nessun altro all’infuori di Cristo è in grado di offrirti un tale bene prezioso. Grande in misericordia, il Suo amore è grande anche in purezza, poiché non ti lascia nel peccato, ma santifica la tua vita, rivelandoti chiaramente tutto ciò che in te non Lo glorifica. È tu come rispondi a questo amore?
A chi vince io darò a mangiare dell’albero della vita, che sta nel paradiso di Dio (Apocalisse 2:7)
L’IMPORTANTE è VINCERE
Ogni credente, quale buon "soldato" di Cristo, non dimentichi di essere ancora in "guerra" e continui a conquistare terreno contro i nemici spirituali. Essi non sono uomini, né nazioni. Siamo chiamati a vincere contro il diavolo. Alcuni pensano che egli sia soltanto un personaggio mitologico; mentre La Bibbia lo descrive come l’avversario di Dio e dell’uomo, ed invita i credenti a combattere "contro le forze spirituali della malvagità". Dobbiamo lottare contro di lui, prima di tutto per conquistare anime a Cristo. Inoltre, siamo chiamati a prevalere sul mondo. Un famoso predicatore una volta disse: "Per me il mondo è tutto quello che riesce a raffreddare il mio amore per il Signore". Ora, "…questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede" (I Giovanni 5:4). Infine, per la grazia di Dio, dobbiamo dominare il nemico più pericoloso: noi stessi! Non vogliamo soltanto partecipare alla "guerra", ma vincerla con l’aiuto possente del Signore.
Allora Eliseo tagliò un pezzo di legno, lo gettò in quel medesimo luogo, fece venire a galla il ferro, e disse: "Prendilo" (2° Re 6:6)
RECUPERARE I BENI PERDUTI
Quante volte nella vita, inaspettatamente, si perdono le forze necessarie per affrontarla, per costruire un futuro con maggiori prospettive. Si perde l’entusiasmo, la motivazione e perfino la ragione di vita. La vita è un bene prezioso che ci è stato affidato da Dio. Dovremo rendere conto a Lui di come la usiamo: ignorando la Sua volontà o ubbidendo alla Sua Parola. Quando qualcosa viene a mancare o va perduto e non sei più in grado di recuperarlo, c’è qualcuno che ti può aiutare a ritrovare la gioia di vivere, di utilizzare al meglio le energie di una vita veramente cristiana. Egli è ben più grande di Eliseo che, mediante un legno, fece galleggiare il ferro. È il Signore Gesù che è sceso fino a noi per essere la Via che conduce al cielo. È Colui che mediante il legno della croce ci fa risalire a nuova vita. Vuoi recuperare ciò che hai perduto? Sei tu che devi afferrare ciò che Cristo ha compiuto per te!
Oh se il mio popolo volesse ascoltarmi, se Israele volesse camminare nelle mie vie! (Salmo 81:13)
DIO PARLA ANCORA
Il Signore ci parla attraverso la Bibbia, la Sua completa rivelazione, ma il nostro udito potrebbe essere volutamente "sintonizzato" altrove. Dio sa che altre voci: il mondo, il nostro io e l’avversario cercano di attrarci lontano dalla Sua perfetta volontà. Per questo, attraverso le Scritture, Egli ci parla offrendoci direttive buone per la nostra vita, per darci la sicurezza di cui abbiamo bisogno e sapienza per prendere delle decisioni corrette. Lo Spirito Santo ci aiuta ad intendere quello che dice, ma se non prestiamo attenzione alla Parola di Dio, abbiamo smesso di ascoltarlo. Se, invece, aprendo le Scritture apriamo anche il cuore per accettarla con fiducia, allora potremo comprendere come Dio desidera avere comunione con noi, rivelarci il Suo amore e farci realizzare la Sua grazia in Cristo Gesù, nostro Salvatore. Caro lettore, sappi che Dio parla ancora, e lo fa con amore, lo stai ascoltando?
Altro...
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato (Ebrei 3:13)
L’INGANNO DA EVITARE
Sono tanti gli inganni del peccato che potrebbero confondere, sviare, allontanare da Dio anche i credenti più maturi. Chi fa affidamento su sé stesso, sulla propria esperienza e sui mezzi umani, facilmente viene ingannato. Caro lettore, devi vigilare e cercare sempre la guida del Signore per ogni tua decisione, perché spesso quello che t’è proposto potrebbe nascondere un inganno. Qualcuno ha detto: "Se non vuoi comprare la merce del diavolo non entrare nel suo negozio", denunciando il grande pericolo della superficialità. Per sfuggire ai suoi inganni occorre possedere la sapienza che viene da Dio. La Parola di Dio ci esorta a confidare nel Signore con tutto il nostro cuore e a non appoggiarci sul nostro discernimento (Proverbi 3:5). Questa è la sana fiducia che ci aiuterà oggi ad evitare di restare vittime del male "per inganno del peccato".
Poiché un fanciullo ci è nato, un figlio ci è stato dato (Isaia 9:5)
IL DONO PIù GRANDE
Cristo è il mirabile dono di Dio all’umanità. L’Onnipotente, per riparare al danno causato dal peccato, non ha azzerato il creato, formando un'altra terra ed un altro uomo, ma ha manifestato la Sua generosità donando il Suo Figliuolo, mentre Gli eravamo nemici. Gesù si è abbassato fino a noi, prendendo “forma di servo”. Per questo, ora in Cristo ci è stata provveduta ogni cosa, ogni grazia e benedizione: "Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma l’ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?" (Romani 8:32). Hai ricevuto nel tuo cuore, nella tua vita questo dono ineffabile? Proprio oggi, Dio ti offre gratuitamente la possibilità di entrare a far parte della Sua famiglia, quale figlio, mediante la vita di Cristo donata per te. Riconosciti bisognoso, fidati di Lui e invoca il Suo nome, ora.
Attirami a te! Noi ti correremo dietro! (Cantico dei cantici 1:4)
ATTIRATI DA DIO
Il versetto di oggi è, per applicazione spirituale, la supplica di chiunque si sente lontano da Cristo. Questa lontananza non è certamente colpa di Dio, raramente è colpa degli altri, quasi sempre nostra. Per diverse ragioni, dalle più indegne alle più (apparentemente) innocue, capita di trovarsi o di sentirsi lontano dal Signore, perfino al credente più consacrato. In tali momenti, essendo più esposti al dubbio e allo sconforto, bisogna puntare gli occhi su Cristo e, confidando nella Sua grazia, invocare il Suo nome per essere attratti sotto le Sue ali possenti. Disponiti ad ascoltare la Parola di Dio con cuore contrito, ma ben disposto. Mentre avverti che la tua indegnità ti trattiene lontano dalla Sua santità, sii pronto a cogliere ogni segno della Sua bontà. Non importa se sei lontano da sempre o da poco tempo, conta che tu, oggi, sia con Cristo, vicino al Suo cuore e lontano dal male, dal peccato.
Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret? Filippo gli rispose: Vieni a vedere (Giovanni 1:46)
PREGIUDIZI
I pregiudizi umani sono possibili anche nella Chiesa del Signore, ma vanno deposti affinché non ne condizionino la crescita e l’efficacia. L’apostolo Paolo fu criticato per l’aspetto fisico, Timoteo per la sua gioventù. Presti scarsa attenzione alla Parola di Dio, predicata dai Suoi servi, a causa di futili impressioni? È giusto che "parlino due o tre profeti e gli altri giudichino", ma senza rigettare a priori tali manifestazioni spirituali per il fatto che non si ha simpatia per chi parla, emettendo un giudizio precostituito contro qualcuno, invece di valutare serenamente i doni di Dio. Pietro fu liberato dal pregiudizio sui pagani riconoscendo "Che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone" (Atti 10:34). Riguardo a Cristo si può ben dire: "Non giudicherà dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito dire" (Isaia 11:3).