Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Matteo 5:45)
IL SOLE E LA PIOGGIA
L’umanità gode dei benefici del sole, della pioggia e di altre dimostrazioni della generosa provvidenza divina. Il fatto che Dio permetta ai malvagi e agli ingiusti di prosperare, però, non inganni. Questo non indica che essi non saranno chiamati a rendergli conto, ma esalta la benignità e la pazienza divina, che ritarda il giudizio "Non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi" (ii Pietro 3:9). I buoni ed i giusti, d’altro canto non pensino che "il sole e la pioggia di Dio" spettano loro per qualche merito speciale perché "Dio non ha riguardo alla qualità delle persone" (Atti 10:34). In ogni caso, ciascuno badi bene a sé stesso! Se pensi d’essere al sicuro perché la tua vita procede senz’intoppi ti stai ingannando. Tu hai bisogno di Cristo e del Suo sacrificio per il perdono dei tuoi peccati. Se Egli manda il sole e la pioggia è soltanto per indurti, prima che sia troppo tardi, a guardare in alto, per imparare a conoscerlo e ringraziarlo.
Un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio (Giacomo 1:23)
COSA VEDI NELLO SPECCHIO?
Il versetto di oggi paragona l’ascolto della Parola di Dio al mirarsi in uno specchio per conoscere noi stessi e le nostre reali e profonde necessità spirituali. Tuttavia, la funzione dello specchio si limita a farci vedere le cose da pulire o mettere in ordine, ma è necessario agire di conseguenza. Sono molti coloro che si vantano, con un po’ di civetteria, di essere credenti non praticanti. Il cristianesimo, però, non si riduce ad osservare certi riti o delle festività, bensì consiste nel realizzare il miracolo della nuova nascita per la fede in Cristo. Anche l’esperienza più genuina di chi ha ascoltato la voce di Dio, se non è seguita dalla confessione del proprio bisogno e dalla volontà di praticare ciò che si è udito, sarà una benedizione superficiale e sterile. A noi cristiani lo Spirito Santo dice: "Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo è in voi?" (II Corinzi 13:5).
Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 6:23)
UN AMARO GUADAGNO
Aspettarsi un salario dopo un periodo di onesto impegno è l’attesa più ovvia e legittima per ogni lavoratore. Il salario dunque è il frutto dell’operosità e dovrebbe gratificarci per tutte le energie profuse nelle nostre occupazioni. Purtroppo, la modestia di alcuni salari, che spesso non ripagano affatto gli sforzi, illustra drammaticamente un'altra amara remunerazione: quella del peccato. Esso promette libertà, ma rende schiavi del male; offre successo e piacere, ma procura sofferenze e rimorsi dilanianti. Una vita vissuta senza la minima attenzione alla volontà di Dio e dedicata unicamente per il raggiungimento ed il godimento dei propri obiettivi, sicuramente un giorno provvederà un’amara ricompensa. Il Signore dice: "E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua?" (Matteo 16:26).
Il Maestro è qui, e ti chiama (Giovanni 11:28)
GESù è QUI E TI CHIAMA
Maria stava vivendo un momento doloroso, aveva perso il suo amato fratello e sembrava inconsolabile. Gesù la mandò a chiamare per incontrarla da sola, in disparte, per confortarla. Come per lei allora, oggi, il Maestro è qui e chiama te. Non rimase in casa, altera ed amareggiata, per vedere se Gesù l’avrebbe cercata. Corse da Lui senza alcun indugio. Non solo, ma Gli si gettò ai piedi! Incantevole esempio di amorevole sottomissione ma anche di tremenda sofferenza in cui è impossibile giacere senza alcun aiuto. Infine, la devota di Betania, Gli aprì tutto il cuore: sfogando l’amarezza per l’assenza del Signore. "Se tu fossi stato qui!", ella disse, non celando il disagio per l’inspiegabile mancanza. Anche se piccola, la fede di Maria sopravviveva, e perciò fu premiata: alla fine vide con i suoi occhi la vittoria di Cristo sulla morte. E tu, oggi, come reagirai alla chiamata di Gesù? Egli è qui e ti chiama, per aiutarti.
Le mosche morte fanno puzzare e imputridire l’olio del profumiere; un po’ di follia guasta il pregio della sapienza e della gloria (Ecclesiaste 10:1)
MASSIMA ATTENZIONE
La Bibbia ci sprona a riflettere sulle conseguenze che la trascuratezza, qui paragonata alle "mosche morte", può avere sul "profumo" che emana dalla nostra persona. Il guasto prodotto dalla negligenza è testimoniato dal "cattivo odore" che sale alle narici dal recipiente che doveva diffondere un "profumo di vita". L’olio, prima comincia a "puzzare" e poi "imputridisce", assumendo l’odore caratteristico della morte. L’appello è a prendere la decisione profonda di imitare Cristo in tutta la tua esistenza, in chiesa, nell’ambito della società in cui sei chiamato ad operare e, soprattutto, nella famiglia, che è il luogo più idoneo per testare la genuinità della tua fede. Non è qualcosa che puoi fare da solo. Prega che il Signore ti dia grazia di trasformare, per mezzo del Suo Spirito, la tua vita, per realizzare una condotta scrupolosa ed integra, benedetta da Dio e di benedizione per chi si accosta a te.
Signore, a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna (Giovanni 6:68)
CI SONO PAROLE E PAROLE
I discepoli amavano le "Parole" di Gesù perché illuminavano e scaldavano il cuore, "Parole di vita eterna"; essi si erano legati a Gesù non per i miracoli che gli avevano visto operare, ma per la bellezza e la potenza delle sue "Parole". Noi uomini sappiamo ben discernere il valore delle cose e siamo pronti a dare a ciascuna di esse la giusta importanza. Nel campo delle parole vale lo stesso principio, dobbiamo distinguere tra parole e "Parole", con la lettera maiuscola, quelle cioè che provengono unicamente dalla bocca di Dio, le sole "veramente preziose" che possono donare la vita eterna a quanti le accettano per fede. Anche noi, come Pietro, conquistati dalle "Parole di Gesù", vogliamo distoglierci dai mille ciarlatani di questo mondo, per poter dire: "Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna".
Nell'anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio (Isaia 6:1)
VEDERE IL SIGNORE
Isaia fu in grado di parlare e scrivere da parte di Dio, assistette al dileguarsi di assedi militari nemici, vide malattie miracolosamente guarite. Eppure tali onori non dipesero dagli studi o dalle amicizie, né da un carattere forte o da favorevoli coincidenze. Qual è la fonte di tanta benedizione, come poté questo uomo realizzare tanta gloria di Dio nella sua vita? La risposta è alle radici, all’inizio della storia: Isaia incontrò il Signore! C’è ancora il modo per trasformare persone ordinarie in persone speciali. C’è bisogno, però, di un incontro personale con Dio. Cristo Gesù è venuto incontro all’umanità per permettere ai peccatori, privi della gloria di Dio, di riconciliarsi con Lui. Oggi Egli è a casa tua. Tu puoi svolgere un ruolo straordinario a casa, a scuola o sul lavoro. Se, aprendo gli occhi della fede, tu "vedi" il Signore ciò sarà possibile.
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona (Matteo 6:24)
AMARE SOLO DIO
È, prima di tutto, questione di cuore. "Odierà o amerà", è questo il punto, "Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali" (I Timoteo 6:10). Oggi, più che al portafoglio, Dio parla al tuo cuore. Quando le ricchezze sono padrone del cuore non accettano condominio con alcuno: pretendono riguardo e cura, soffocando ogni altra priorità. Quante persone che posseggono modeste ricchezze hanno più riguardo per i loro miseri spiccioli che verso Colui che ha dato tutto per loro? Infine, è una questione di dipendenza. Dio vuole che i Suoi figli Lo servano e ciò è incompatibile con il materialismo. In Romani 6:16 è scritto: "Non sapete voi che se vi date a uno come servi per ubbidirgli, siete servi di colui a cui ubbidite"? E tu oggi di chi sarai servo? Per chi avrai riguardo? A chi apparterrà il tuo cuore? Scegli Cristo, Egli è il tesoro più prezioso.
Mi ricordai allora della parola del Signore, che diceva: "Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo" (Atti 11:16)
UN’ESPERIENZA STRAORDINARIA
Pietro ricorda le parole di Gesù perché ode i nuovi credenti parlare in altre lingue. L’esperienza è riconoscibile da tale segno iniziale (cfr. Atti 10:44, 46). Qui non ci sono il vento che soffia o lingue di fuoco, come a Pentecoste, ma, come "al principio", vi è il "parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi". Ecco l’evidenza iniziale, un modello universale per la Chiesa (cfr. Atti 11:15). Il Signore aveva detto ai Suoi: "Rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza" (Luca 24:49). Se ciò fosse coinciso con esperienze soggettive in base a quale criterio essi avrebbero riconosciuto l’adempimento della promessa? Il battesimo nello Spirito Santo è per tutti i credenti, ma rimane un’esperienza definita: chi la realizza è certo di averlo ricevuto. La promessa è anche per te.
Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che cosa fare, ma gli occhi nostri sono su di te! (2° Cronache 20:12)
NON SAPPIAMO CHE COSA FARE
Le parole del nostro testo sono una piccola parte della preghiera, ma molto indicative. Esaminando il proprio esercito e quello nemico, Giosafat dichiarò "siamo senza forze"; cercando possibili soluzioni aggiunse "non sappiamo cosa fare". Infine, confidando nell’Iddio di suo padre Davide disse: "Ma gli occhi nostri sono su te". Lo sguardo, cioè l’attenzione, l’attesa, la speranza del vero credente è sempre sul Signore. Spesso non abbiamo rimedi ai nostri affanni, ma possiamo presentarci con fiducia a Dio ed aspettare che Egli operi. Quando non sai che fare, prega il Signore. Quando sei assediato, non nasconderlo ai tuoi familiari per mostrarti forte, ma chiamali ad alzare con te lo sguardo verso il Signore per essere illuminati e fortificati dal Suo volto. Quando non sai cosa fare, confida nel tuo Redentore, non scappare dinanzi ai problemi, ma sappilo aspettare: Dio sa sempre come fare e quando intervenire!
Altro...
C'è una via che all’uomo gli sembra diritta, ma essa conduce alla morte (Proverbi 14:12)
LA BUONA VIA
Per essere certi di non sbagliare direzione, ritrovandosi proprio in situazioni che si volevano evitare, bisogna procedere con attenzione e seguire il consiglio di Dio che dice: "Fermatevi sulle vie, e guardate, e domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; e voi troverete riposo alle anime vostre!". Non angosciarti alla ricerca di un cammino piacevole ma studiati di conoscere dove conduce il sentiero che stai percorrendo. Alla conoscenza deve poi seguire l’azione: "…incamminatevi per essa"; qui è la vera saggezza, infatti, la Parola di Dio ci fa anche sapere che "Per l’uomo sagace la via della vita mena in alto, e gli fa evitare il soggiorno de' morti, in basso" (Proverbi 15:24). Caro amico, quale strada stai percorrendo? La buona via non è quella del piacere mondano, né delle rinunzie fini a sé stesse, ma è solo Gesù!
E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Matteo 16:15,16)
LA GIUSTA RISPOSTA
La risposta di Pietro esprime ben più di un punto di vista umano ed evidenzia la natura divina del Salvatore: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Egli è l’eterno Figlio di Dio già prima della Sua miracolosa incarnazione. La Sua vita assolutamente pura da ogni presenza di peccato ha reso la Sua morte e risurrezione perfettamente efficaci ad espiare tutti i peccati degli uomini. Ma la domanda è rivolta anche a te: "Chi è Gesù?". La tua opinione su Lui è fondata sulla storia e sulla tradizione oppure è assimilata per fede dalla rivelazione biblica? L’opera di Cristo è per te soltanto un importante fatto storico o è una realtà spirituale che continua ad incidere nella tua vita? Dalla risposta che darai, dipende la tua sorte eterna. Non ridurre Gesù ad un maestro umano o ad un profeta del passato. Riconoscilo oggi quale Figlio di Dio, come tuo divino Signore e Salvatore. Credi in Lui e avrai la vita eterna.
Allora Lot uscì, parlò ai suoi generi… ma ai generi parve che volesse scherzare (Genesi 19:14)
NON ERA UNO SCHERZO
Ai generi di Lot giunse un messaggio di salvezza, ma gli sembrò inverosimile che Dio volesse distruggere delle pianure così fertili. Essi, quindi, prestando ascolto al loro senso comune, risero dell’avviso divino e non uscirono dalla città, finendo per condividerne la stessa sorte. Davanti alla giustizia di Dio sono colpevoli, sia chi L’offende con la condotta dissoluta e immorale, sia chi Lo schernisce con i ragionamenti presuntuosi della propria razionalità. I generi di Lot compresero troppo tardi che il suocero non aveva scherzato. Con la Parola di Dio, infatti, non si scherza… devi sempre prenderla sul serio. Dio, oggi, sta avvertendo anche te del giudizio imminente. Come reagirai? Rimanendo nel tuo quieto vivere, nel tuo pensiero ottimista o ritraendoti da tutto ciò che è sotto l’ira di Dio? Accetta la grazia di Dio. Egli ha dato il Suo Unigenito per la tua vita, non concentrarti su quel che devi lasciare, ma apprezza l’ineffabile dono divino.
L'infermo gli rispose: "Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me" (Giovanni 5:7)
SCONFIGGERE LA SOLITUDINE
"Io non ho nessuno…", è la malinconica dichiarazione di tanti che si ritrovano soli nei momenti in cui hanno più bisogno di avere qualcuno accanto. Si può vivere una solitudine spirituale, quando nessuno capisce le nostre crisi interiori né trova le parole per affrancarci dai sensi di colpa e riempire il vuoto della nostra anima. Vi è una solitudine morale, che genera un dolore inconsolabile e devasta l’umore, allontanando dagli altri ed ergendo barriere di incomunicabilità perfino tra i parenti più stretti. La solitudine è assaporata nel bisogno materiale, quando nessuno si prende cura di noi nelle nostre infermità e nessuno s’interessa ai nostri problemi. L’uomo paralitico giaceva nell’amara convinzione che sarebbe dovuto rimanere sempre da solo. Il Signore, però, è colui che infrange il muro della solitudine in ogni sua causa e forma. Oggi Gesù è venuto a te con lo stesso scopo. Invoca il Suo nome perché ti illumini con la Sua Parola e scaldi il tuo cuore con la Sua presenza.