Così è di chi tesoreggia per sé, e non è ricco in vista di Dio (Luca 12:21)
RICCHI IN VISTA DI DIO
Il protagonista della parabola non fu definito stolto perché era ricco, bensì perché non lo era "in vista di Dio". Il suo problema non era la ricchezza in sé, ma l’aver escluso il Signore dalla sua vita. Nei suoi ragionamenti c’è tutto meno che Dio. "Che farò?", è la prima domanda che questo uomo pose. A chi? A sé stesso, e sempre lui si diede la risposta: "Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi" (Luca12:18, 19). In tale risoluzione c’è apparentemente un interesse non soltanto per le cose materiali, ma anche per la sua anima. Caro lettore, forse anche tu, davanti ad una decisione importante da prendere o ad un problema da affrontare, hai detto: "Che farò?". Non cercare risposte in te stesso. Hai bisogno di Dio: la salute spirituale, il tuo vero bene eterno possono trovare soluzione soltanto in Cristo! Lascialo entrare nel tuo cuore ed in ogni tuo progetto.
Hanno Mosè e i profeti… Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse (Luca 16:29, 31)
IL PIù GRANDE MIRACOLO
La natura spesso ci sorprende con i suoi "miracoli" che permettono alla vita di continuare nel tempo. Il più grande miracolo della creazione, però, rimane la perfetta rivelazione di Dio, "la Bibbia". Questo libro non ha conosciuto il logorio del tempo perché è sempre attuale; si propone come soluzione a tutti i problemi dell’umanità e comunica un messaggio che, se accettato, è potente a trasformare qualsiasi persona. La Bibbia nella Sua semplicità rivela Cristo, che è ancora oggi "sapienza di Dio". Solamente l’ostinata incredulità di chi preferisce le tenebre alla luce, rifiuta la profonda convinzione che la Bibbia autorevolmente produce. Chi cerca segni miracolosi e manifestazioni soprannaturali disprezzando la rivelazione non otterrà mai la certezza della vita eterna. L’Evangelo, null’altro, è la potenza di Dio per la salvezza di tutti quelli che credono!
Furono soccorsi combattendo contro di loro… perché durante il combattimento essi gridarono a Dio (1° Cronache 5:20)
SOCCORSI NEL COMBATTIMENTO
Le tribù d’Israele avevano ricevuto l’eredità promessa della quale, però, dovevano prendere possesso. Posti di fronte alle nuove terre, ancora abitate, essi avrebbero dovuto conquistarle, combattendo. Il versetto di oggi narra come Dio soccorse le Sue schiere in una battaglia memorabile. È una gran benedizione essere soccorsi da Dio! Tutte le prove della vita risultano più leggere, avendo una tale grazia. Anche tu puoi essere soccorso come quegli Israeliti. In che modo? Considera il loro agire: essi confidarono in Dio, non in armamenti né in strategie. Quanti fallimenti hanno origine nella troppa sicurezza con cui usciamo di casa ogni mattina! Inoltre, pressati dal bisogno, essi gridarono a Dio, che li esaudì. Caro amico, non puoi pensare di avere vittoria sul peccato e sul vizio continuando a convivere con essi. Né puoi aspettarti di superare la prova e le difficoltà precipitando nella depressione. Esci a combattere, non confidando sulla tua potenza ma su quella del sacrificio di Cristo. Egli, con la Sua Grazia, soccorre tutti quelli che gridano a Lui con fede. Anche te, oggi, se lo vuoi.
Signore, io non son degno che tu entri sotto al mio tetto; ma di soltanto una parola e il mio servitore sarà guarito (Matteo 8:8)
SOLTANTO UNA PAROLA
Il versetto di oggi attesta qualcosa di grandioso; la vera fede ci dà certezza della potenza guaritrice della parola pronunciata da Gesù. Basta una sola Sua parola. Nel racconto della creazione leggiamo che "Dio disse… e così fu". Il centurione romano, che qui si rivolge a Gesù, mostra di aver afferrato una grande verità: non serve la presenza fisica del Signore, basta il Suo ordine sovrano sul regno della natura. La stessa verità fu sperimentata da Pietro che, dopo una notte di pesca inconcludente, alla Parola di Cristo, calò le reti e pescò copiosamente. L’uomo può fare qualcosa unicamente se vede, se mette le mani, fondandosi sulla sua esperienza… ma al Signore, che è l’onnipotente, è sufficiente dare un cenno della Sua volontà affinché il miracolo avvenga. Sii cosciente della tua indegnità e dei tuoi limiti, ma non trasferirli in alcun modo su Cristo. Oggi, qualunque sia il tuo problema, abbi fede e chiedi al Signore di pronunciare la Sua Parola in tuo favore. Egli lo farà, e tu lo glorificherai.
L’anima benefica sarà nell’abbondanza, e chi annaffia sarà egli pure annaffiato (Proverbi 11:25)
ARRICCHITI DONANDO
Dai Vangeli non risulta che il Signore insegnò mai, né compì miracoli presso le acque del Mar Morto, mentre, diversi miracoli avvennero presso il Mar di Galilea. Come mai questa differenza? Perché in uno c’è la vita e nell’altro no? La risposta è molto semplice: il "Mar di Galilea" riceve l’acqua, ma la fa anche fuoriuscire e gode così di una continua freschezza che sostiene varie forme di vita. Il "Mar Morto" riceve, ma non sfocia da alcuna parte e ciò lo rende un bacino d’acqua stagnante. Sembra che il Creatore abbia voluto inserire un messaggio nel paesaggio d’Israele: riceviamo per dare e finché continuiamo a dare. L’avarizia inaridisce, ma la benedizione di Dio fa sgorgare fiumi d’acqua viva da coloro che credono in Cristo e nel Suo sacrificio. Esaminiamoci: siamo un lago stagnante, avido, egoista ed amaro, o un corso d’acqua viva, fluente e dissetante? (cfr. Giovanni 7:37, 38).
E quando egli fu in angoscia, implorò il Signore, il suo Dio (2° Cronache 33:12)
IMPLORARE IL SIGNORE
Il testo biblico di oggi descrive il momento in cui il re Manasse aprì il cuore al Signore. È utile ricordare che quest’uomo per molti anni aveva resistito all’invito di Dio, compiendo i peccati più orrendi: adorò gli idoli, tanto da offrire i propri figli in sacrificio e si dette alla magia. Dal punto di vista spirituale, il cuore di Manasse, prima della conversione, può essere paragonato all’Antartide: desolato, privo di vita e, soprattutto, freddo. La grazia di Dio, però, perforò il duro e spesso strato di ghiaccio e cambiò quell’uomo conducendolo al ravvedimento. Manasse, è stato, a ragione, definito "il peggiore dei Re di Giuda", ma anche "il figliol prodigo dell’Antico Testamento". La sua storia è ricordata nella Scrittura per dare speranza anche al più insensibile dei peccatori, a testimonianza che perfino il cuore più freddo può essere riscaldato dalla grazia di Dio. Lascia che il Sole della giustizia, Cristo Gesù, splenda nella tua vita, confessagli i tuoi peccati ed Egli ti salverà.
Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza (Isaia 12:3)
LA GIOIA ALLA FONTE
Il profeta Isaia parla qui di due momenti diversi dell’esperienza del credente. Prima la sofferenza interiore e la tristezza causate dalla giusta ira di Dio, poi la gioia che scaturisce dal Suo perdono. Una vera conversione passa sempre per una fase di dolore: è il sincero dispiacere dell’uomo che è cosciente di avere, con il suo peccato, offeso Dio e recato del male ai suoi simili. Le fonti della salvezza sono sorgenti che non s’inaridiscono mai; da loro sgorga sempre l’acqua viva della grazia di Dio. È acqua che è attinta con gioia perché purifica, disseta e dà vita. Non c’è speranza di gioia né di consolazione per chi, resistendo allo Spirito Santo, rifiuta di riconoscere le proprie colpe, come non vi fu perdono per il fariseo ch’era convinto di essere migliore degli altri uomini. Noi, come il peccatore pubblicano, diremo oggi: "O Dio, sii placato verso me peccatore" (cfr. Luca 18:10-14). Sì! La gioia del Signore è, ancora oggi, per chi, riconoscendosi peccatore e bisognoso della misericordia di Dio, invoca con fede il nome del Signore Gesù Cristo! Che aspetti?
Noi tutti contemplando a viso scoperto, come in uno specchio, la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di lui (2° Corinzi 3:18)
LA LUCE DI DIO
Il rachitismo nutrizionale è una malattia tipica dei bambini, dovuta alla carenza di vitamina D, indispensabile nel nostro corpo per il corretto sviluppo dello scheletro; quando essa è insufficiente, le ossa s’indeboliscono e si deformano. Una corretta nutrizione ed un’equilibrata esposizione al sole sono indispensabili per un sano sviluppo fisico. Allo stesso modo, nel campo spirituale, se vogliamo sviluppare una vita che glorifichi Dio, dobbiamo prendere il nostro cibo quotidiano dalla "dispensa" della Parola di Dio, abbondante di tutte le "vitamine" spirituali di cui necessitiamo. Inoltre, dobbiamo esporci a "viso scoperto", attraverso la preghiera, alla presenza di Cristo, il nostro sole spirituale, e lasciare che la luce del Suo volto produca in noi le sante energie per attuare tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto dalla Sua Parola. Non accontentarti di una vita cristiana debole, a volte simile ad un triste "rachitismo spirituale". Lascia che Dio faccia di te un credente forte, mentre, a viso scoperto, col cuore aperto, contempli la Sua gloria.
Chiunque crede in lui, non sarà deluso (Romani 10:11)
FIDARSI DI DIO
La fiducia di tanti viene meno ai nostri giorni. Molti, pur ossequiando varie tradizioni e credenze religiose, neanche sanno se Dio esiste. Sei fra queste anime deluse e confuse? Vorresti, nell’intimo tuo, poter aprire tutto il cuore a Dio, ma hai paura di restare vittima di illusioni emotive, di fanatismi e speculazioni umane? C’è una buona notizia per te: se sei sfiduciato e confuso, l’Evangelo ti offre speranza. Esso può creare in te certezza al posto del dubbio, vuole farti capire che Gesù è morto per i tuoi peccati, per donarti vita eterna. Non tentare Dio con maliziosi dubbi o illecite brame, ma mettilo alla prova con una fede semplice e gusterai la Sua bontà! "Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa" (Luca 11:10). Invoca sinceramente Dio per entrare in una viva relazione con Lui. Inizia la tua ricerca di verità confessando tutto di te direttamente al Signore, chiedigli di aiutarti a credere in Lui nel modo che più Lo onora. Dio non ti deluderà!
Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?" (Genesi 3:9)
DOVE SEI?
L’intensità della passione manifestata dal nostro meraviglioso Creatore per le anime perdute, è espressa subito dopo la caduta di Adamo ed Eva. Le conseguenze della loro disubbidienza si manifestarono immediatamente: provarono vergogna e si nascosero dalla presenza di Colui al Quale dovevano rendere conto. Nonostante ciò, notiamo l’azione di Dio nel prendere l’iniziativa in tale tragica situazione. La narrazione biblica afferma che il Signore Dio chiamò l’uomo, dicendo: "Dove sei?". Dio sapeva esattamente dove Adamo si era nascosto. L’espressione, piuttosto, mette in rilievo il profondo dolore del nostro Dio, che non trova l’uomo al suo giusto posto, avendolo creato per vivere in comunione con Lui. Nella Sua domanda percepiamo l’accorato interesse del Signore, che non vuole lasciare l’uomo a sé stesso e al suo terribile destino. Il desiderio di Dio per le anime perdute e lontane da Lui non è svanito con il passare del tempo. Ancora oggi la Sua Parola cerca anche te: non nasconderti a Dio, ma aprigli tutto il tuo cuore e vai a Lui.
Altro...
Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno (Geremia 17:9)
DIAGNOSI E RIMEDIO
Per una diagnosi valida sono necessarie almeno due cose: professionalità e adeguati strumenti d’indagine. La scienza medica ha fatto notevoli progressi negli ultimi decenni. Malattie una volta incurabili oggi sono diagnosticate e curate in tempi sufficientemente rapidi. Tuttavia, nessun rimedio umano può curare e ancor meno debellare le malattie spirituali che affiggono l’uomo separato da Dio a causa del peccato. Le parole del profeta Geremia possono essere paragonate ad un referto medico. Dio stesso, dopo aver esaminato il cuore dell'uomo, ha diagnosticato: "incurabile". La diagnosi è, però seguita dal rimedio. Questo cuore, così profondamente malato, deve essere sostituito mediante uno straordinario "trapianto" che solamente il perfetto Chirurgo dell’anima può effettuare, con il bisturi della Sua Parola: "Vi darò un cuor nuovo, e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; torrò dalla vostra carne il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne" (Ezechiele 36:26).
Io son il pane della vita; chi viene a me non avrà fame (Giovanni 6:35)
IL CIBO DELL'ANIMA
Nutrirsi è una necessità dalla quale non si può prescindere. È generalmente riconosciuto che dal cibo dipende la nostra sopravvivenza, pertanto esso è stato definito "bisogno primario" di tutto il genere umano. Mentre si riconoscono le urgenze della vita fisica, che pur è destinata a finire, v’è superficialità, se non indifferenza, su ciò che riguarda il bene eterno delle anime immortali. Come il pane e l’acqua occorrono per la vita quotidiana, così è necessario nutrire la nostra vita spirituale! Infatti, Gesù afferma: "In verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che vien dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo" (Giovanni 6:32, 33). Caro lettore, riconosci il bisogno primario di cibare la tua anima con il pane che scende dal cielo, che non serve soltanto a vivere su questa terra, ma ti prepara per la gloria celeste, assicurandoti vita eterna. In Cristo, nel Suo sacrificio e nella Sua Parola c’è quel cibo che tu non hai ancora conosciuto.
Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei (Giovanni 20:19)
CHIUSO PER PAURA
La paura impedisce di vivere con serenità, ti paralizza al punto da non farti mai crescere spiritualmente. Ciò che "chiuse" i primi discepoli è la stessa paura che può, oggi, chiudere il nostro cuore alla gioia della vita e della testimonianza cristiana. Talora siamo nascosti per i nostri timori ed asserragliati nelle nostre fragilità, ma non troviamo riposo e serenità. La stanza chiusa delle tue paure può ricevere la visita di Cristo, essere illuminata dai segni del Suo sacrificio, trasformata dalla Sua pace. È sufficiente guardare alle Sue mani forate e tutto cambia! Cristo passa attraverso le nostre "porte chiuse" e ci libera dalla paura della morte, dall’apprensione, dell’ignoto e del giudizio. Egli ci raggiunge con l’Evangelo per darci quiete, speranza e coraggio. Per la forza che dona il Suo messaggio, ogni cuore chiuso si apre all’azione dello Spirito Santo, ogni porta si spalanca ed ogni discepolo ritorna alla gioia della sua missione. Non permettere ad alcuna angoscia di chiudere la tua vita alla grazia di Dio.
E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine (2° Corinzi 3:18)
TRASFORMATI
I tratti del carattere di Cristo si manifestano in chi dimora in Lui, riflettendo la Sua bellezza in pensieri e sentimenti, parole ed azioni, autenticamente cristiani. Questo è ciò che la Bibbia chiama il frutto dello Spirito che è "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo" (Galati 5:22). La fede cristiana non è nulla di apparente o di astratto: essa fa innanzitutto realizzare la nuova nascita e poi fa crescere a somiglianza di Colui che ci ha creati a Sua immagine. Anche se non ce ne avvediamo, il peccato e il logorio della vita ci abbrutiscono rendendoci impresentabili agli occhi di Dio, che è Santo. C’è un solo modo per riallacciare la comunione con Lui: nascere di nuovo, e poi iniziare a "contemplare la gloria" del Signore per mezzo della preghiera e della Parola di Dio per essere trasformati all’immagine di Cristo. Puri dal peccato, amabili, generosi e graditi a Dio. Questa è vera trasformazione che puoi sperimentare anche tu.