Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui (Matteo 2:3)
IL TURBAMENTO DI ERODE
Erode fu tra i primi individui della storia ad avere la più felice notizia: la nascita del Messia. Invece di rallegrarsi, egli ne fu turbato. È vero che dai capi sacerdoti "s’informò per sapere dove il Cristo doveva nascere", dai magi si "informò esattamente del tempo in cui la stella era apparsa", ma mirava unicamente ad uccidere Gesù, il Re dei Giudei. Se soltanto avesse creduto alle promesse di Dio, riconoscendo in quel fanciullo il suo Signore e Salvatore, il turbamento di Erode sarebbe mutato in allegrezza. Questo vassallo dell’impero romano, invece, visse rincorrendo il potere, la ricchezza e la gloria di questo mondo, cercando invano in queste cose la vera felicità. Forse anche a te è giunta, ormai da tempo, la buona notizia di Gesù, della Sua nascita immacolata e della Sua morte espiatoria. Questo però non ti produce affatto gioia e speranza, perché stimi più quello che dovresti lasciare e non quanto puoi ricevere dal Signore. Informati meglio, attraverso la Bibbia, sull’amore di Cristo ed entra anche tu nel Suo regno glorioso.
E il Signore fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovare grazia agli occhi del governatore della prigione (Genesi 39:21)
DIO NON CI ABBANDONA
Ricordi la storia di Giuseppe? Puoi riconoscervi l’Onniscienza di Dio, che sapeva quale importante ruolo avrebbe svolto questo ebreo per la salvezza della sua famiglia. Considera ora la Sua Onnipresenza: Dio era là dove i fratelli di Giuseppe deliberarono di ucciderlo e sbaragliò i loro piani malvagi. Lasciati incoraggiare dalla Sovranità di Dio, il Quale fece sì che una carovana di mercanti passasse proprio da quelle parti perché Giuseppe fosse condotto, non dove volevano i suoi fratelli, ma dove Egli voleva. Quando ti capita di sentirti in balia delle persone o delle circostanze, confida con tutto il cuore in Gesù, certo che il tuo amato Signore e Salvatore è l’Onnisciente, l’Onnipresente, il Sovrano. Egli ci rasserena e fortifica la nostra fede dicendo: "Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20).
I vostri fratelli andranno dunque a combattere, e voi ve ne starete qui? (Numeri 32:6)
LA VIA MIGLIORE
Israele aveva atteso a lungo l’adempimento della promessa secondo la quale i suoi discendenti avrebbero ereditato il paese di Canaan. Quando giunse il tempo di entrare nella Terra promessa, le tribù di Ruben, Gad e la mezza tribù di Manasse dissero: "…non ci far passare il Giordano" (Numeri 32:5). Evidentemente pensarono di potersi stabilire nelle belle pianure conquistate agli Amorei, piuttosto che nel paese scelto da Dio. Spesso, la guida divina impone percorsi diversi da quelli che ci aspettavamo; ma il credente spirituale si preoccupa innanzi tutto di essere al centro della volontà di Dio, non di raggiungere gli obiettivi che gli stanno a cuore. Molti subiscono delle sconfitte proprio perché antepongono le loro scelte alla volontà di Dio. Coraggio, non rimanere sulla tua posizione; segui il Signore e per certo sperimenterai che la Sua via è migliore.
A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue (Apocalisse 1:5)
CRISTO CI AMA E CI HA LIBERATI
L’amore di Cristo è immutabile, non affievolisce, non muta e muove la Sua mano a favore degli uomini. Può mutare, invece, la nostra percezione dell’amore di Cristo. Pensieri insensati, alle volte, attraversano velocemente la mente, lasciando dietro di sé, come frecce infuocate, una pericolosa scia di disincanto, che, a contatto con la legna secca dell’incredulità, scatena un pericoloso incendio. "Dio non ti ama", è una di queste micidiali frecce diaboliche. La redenzione di Cristo è inalterabile, perfetta, completa ed universale. Egli "ci ha liberati", secondo un’altra versione "ci ha sciolti". Lo stato di peccato è la più crudele fra le prigionie, perché priva della libertà spirituale, ma Gesù è morto sulla croce affinché "liberasse tutti quelli che per il timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù" (Ebrei 2:15).
Chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo avveduto che ha edificata la sua casa sopra la roccia (Matteo 7:24)
UNA CASA SICURA
Gesù, con questa parabola, sottolinea la necessità che gli uomini hanno di edificare la propria casa sopra una base solida. Fondare il proprio futuro, la propria famiglia su di un sostegno sicuro, è garanzia di stabilità di fronte alle tempeste della vita. La solidità della roccia non impedisce lo scatenarsi delle intemperie, ma eviterà che davanti alle avversità essa possa franare, divenendo, da luogo di conforto e rifugio, causa di grande rovina. Spesso l’uomo pretende di poter reggere a tutti gli scossoni che la vita può riservare basandosi sulle proprie capacità, poggiando soltanto su sostegni economici. Purtroppo, però, molti matrimoni naufragano, tante famiglie si sgretolano, tanti propositi pii sono trascinati via dalle avversità. Cristo rimane l’unico fondamento sicuro. Non aver fretta di costruire su un terreno argilloso, confida profondamente nella Sua Parola, senza disprezzare Colui che è "la pietra angolare"; Cristo Gesù.
Cornelio, centurione della coorte detta Italica (Atti 10:1)
TROVARE DIO
Cornelio era un italico, uno straniero in Giudea. Egli è presentato come un uomo veramente aperto, pronto ad accettare la fede di un popolo considerato inferiore ed un messaggio religioso diverso dalle sue tradizioni. Questo soldato non è un credulone: è intelligente e desideroso della verità assoluta che nessun uomo può dare. Cornelio è un uomo semplice, ma attento, uno che non si accontenta di briciole rituali, ma brama pienezza spirituale. Quante persone sono oneste ed intelligenti, ma si fermano per paura di contraddire le proprie credenze, propensi a valutare la fede in Cristo equivale ad un possibile svantaggio sociale, piuttosto che una meravigliosa opportunità spirituale. Dio mandò Pietro a casa di Cornelio per annunciargli l’Evangelo ed egli fu pronto a riceverlo. Se preghi sinceramente, il Signore ti manderà dei Suoi servitori, che ti annunceranno la Sua Parola e ti testimonieranno dell’amore di Gesù per te.
Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima (Genesi 15:1)
DIO NOSTRO SCUDO
Lo scudo è un’arma di difesa; consiste in una piastra di diverse forme e di varia materia che serve a proteggere il corpo dalle offensive nemiche. Questa protezione, quindi, presuppone la realtà di presenze ostili pronte a colpirci, ma dona, altresì, un vigoroso senso di sicurezza. Pertanto, la parola che Dio rivolge ad Abramo: "Io sono il tuo scudo", esprime innanzitutto l’inviolabile consistenza della protezione di Dio nei riguardi di quelli che l’amano e gli appartengono. È vero che saremo presi di mira, tanto più che riguardiamo alle benedizioni di Dio e procacciamo la Sua gloria. Ancora più certo, però, è che l’Onnipotente sarà sempre un riparo perfettamente sicuro, dietro al quale possiamo rifugiarci durante tutti gli attacchi dell’avversario dell’anima nostra. Le avversità della vita, le tentazioni, i dubbi, le nostre stesse debolezze non prevarranno se abbiamo fatto del Signore il nostro "scudo", deponendo le armi che questo mondo usa.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! (Giovanni 1:29)
L'AGNELLO DI DIO
Nella scrittura cinese, la parola "giustizia" è formata da un simbolo che sta per agnello, posto sopra un altro simbolo che sta per io. L’ideogramma è un’immagine appropriata per descrivere la giustizia che Dio offre ai peccatori attraverso la fede in Cristo, "l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!". La verità è semplice: per ottenere salvezza e vita eterna il nostro io deve essere posto sotto l’espiazione compiuta dall’Agnello. La nostra natura peccatrice, infatti, impedisce di essere in regola con la giustizia di Dio, ma Egli ci giustifica coprendoci con il sacrificio del Suo Figliuolo. Molte brave persone, specie se religiose, si sentono "offese" dalla necessità della croce di Cristo per ottenere la grazia di Dio, così come proclamata nell’Evangelo. Essi, infatti, pensano di possedere una giustizia fondata su opere o meriti personali. Questo, però, serve soltanto ad esaltare il proprio io. Secondo la Scrittura, infatti, la salvezza deve essere ricevuta per fede, non meritata per le opere.
Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita (Luca 12:15)
IL PERICOLO DELL'AVARIZIA
Le parole di Gesù, sebbene espresse quasi duemila anni fa, sono quanto mai attuali. L’avaro, infatti, s’affanna ad ammassare beni nell’ansietà del futuro incerto e, assorbito completamente da questa brama di sicurezza, trascura completamente le necessità spirituali. Così, una preoccupazione legittima (il futuro) affrontata senza fede, genera una certezza illusoria (le ricchezze). V’è forse dannazione peggiore? Diversamente, chi si riconosce povero in spirito dinanzi a Dio, trova nel sacrificio di Cristo la certezza della salvezza eterna e la promessa del Suo sostegno quotidiano, ottenendo così ricchezza e serenità. Le vere ricchezze nessuno le potrà rubare e nulla le può intaccare: “Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano, ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano” (Matteo 6:19, 20).
L'uomo riguarda all'apparenza, ma il Signore riguarda al cuore (1° Samuele 16:7)
APPARIRE O ESSERE?
Viviamo in una società che dà molta importanza all’apparenza, alla "visibilità". Nell’immaginario collettivo, destano ammirazione i corpi statuari, le promesse di chi assicura grandi mutamenti, o le fortune di chi viaggia sull’onda del successo. Dio, però, non è impressionato da tali cose e neanche dalle tante opere che l’uomo può compiere. La Sua attenzione non si ferma su ciò che appare; il Signore scorge i sentimenti ed i pensieri più profondi di ogni uomo. Caro lettore, anche tu sei affascinato dalle illusioni, attratto da ciò che sembra, ma non è? Dio vuole illuminare il tuo cuore per evitarti un triste ritorno alla realtà. L’occhio dell’anima è sano soltanto se è rivolto a Gesù Cristo con il desiderio di conoscerlo, amarlo e ubbidirgli. Allora vedrai le cose come sono realmente. Forse tu stesso cerchi di apparire quello che non sei, pur di raggiungere i tuoi obiettivi. Quale immagine di te stai cercando di riflettere negli altri? Dinanzi a Dio siamo tutti dei libri aperti. Niente è nascosto a Colui che ha gli occhi come fiamma di fuoco.
Altro...
Quando ero turbato da grandi preoccupazioni, il tuo conforto ha alleviato l'anima mia (Salmo 94:19)
CONFORTO EFFICACE
Il salmista era turbato da eventi che si erano abbattuti sulla sua vita. La sua preoccupazione era talmente grande da privarlo della pace e della tranquillità. Mentre si trovava in quella condizione, però, confidò in Dio. Il Signore, che è sorgente d’ogni compassione, intervenne in suo favore, lo confortò efficacemente, alleggerendo il peso del suo cuore e rinnovando in lui la speranza. Il Signore può compiere la stessa opera anche in te, oggi. Non importa quanto grandi sono le tue ansietà. In Cristo è possibile trovare la pace ed il riposo tanto anelati. Raccontagli ogni tua preoccupazione; con piena fiducia, deponi ai Suoi piedi le ingiustizie e i problemi che turbano il tuo cuore; Egli non rimarrà indifferente. La presenza di Dio riempirà la tua vita e, ancora prima di vedere la soluzione ai problemi, la Sua benedizione rallegrerà la tua anima, ridonandoti forze morali e fisiche.
E Samuele rispose: "Come andrò io? Saul lo verrà a sapere, e mi ucciderà" (1° Samuele 16:2)
MOMENTI D’ESITAZIONE
Quando Mosè fu chiamato a comparire dinanzi a Faraone, si scusò dicendo di non essere qualificato per quella missione. Come nel caso di Samuele, il motivo della riluttanza fu la consapevolezza dei propri limiti che appannò, per un po’, la sua fiducia nell’Onnipotente. Questi, ed altri uomini, tuttavia resero noto a Dio, con estrema sincerità, i loro timori e le ragioni della loro perplessità verso la chiamata divina che li vedeva protagonisti. In entrambi i casi, il risultato fu lo stesso: la loro fede fu rafforzata. Anche i servitori di Dio più onorati hanno avuto i loro momenti d’esitazione. Mantenere un sobrio concetto di sé è salutare e non è errato essere consapevoli dei propri limiti; ciò che invece diventa dannoso nel servizio al Signore, è il trasferire su di Lui le nostre debolezze.
Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci conduce in trionfo in Cristo (2° Corinzi 2:14)
IL VERO TRIONFO
Cristo ha trionfato sacrificando Sé Stesso, Egli ha vinto i peggiori nemici dell’uomo: l’Avversario, il peccato, l’io, il male, la morte. Mentre eravamo lontani da Dio, schiacciati dal peso del peccato, Egli non ha voluto dominarci ma ci ha piuttosto liberati dai nostri nemici, rendendoci vittoriosi con Lui. È scritto che: "Avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce" (Colossesi 2:15). Il Signore vuole dare vittoria anche a te, facendoti gioire della redenzione in Cristo, di una festa celeste per il tuo ravvedimento. Egli sta preparando un tripudio glorioso, ineffabile, al di sopra di ogni lotta ed avversità: "Nel suo regno celeste". Non guardare alla prova che oggi stai soffrendo come ad una sconfitta; non combattere per allori effimeri. Lasciati condurre da Cristo di trionfo in trionfo, verso la corona eterna, glorificando Dio.
E Gesù lo condusse fuori dalla folla... e gli disse: Effatà! che vuol dire: Apriti! E gli si aprirono gli orecchi (Marco 7:33-35)
EFFATà
"Effatà", ossia "apriti", è quanto Gesù pronuncia per donare la guarigione ad un sordomuto. Gesù gli aveva messo le dita negli orecchi e con la saliva gli aveva toccato la lingua, ma il miracolo non si adempì finché non pronunciò quella parola. Come mai? Perché La Sua Parola è autorevole ed insostituibile. La Bibbia ci insegna che per essa la materia è stata formata, i mondi sono stati creati. Forse hai udito più volte la Parola di Dio, ma non ti sei mai veramente aperto all’opera che il Signore vuole compiere iniziando dalla fede nelle Scritture. La sordità del cuore scompare, la lingua può magnificare Dio parlando delle Sue grandi cose. "Apriti!", esclama anche a te il Signore, spalanca il tuo cuore senza remore: se oggi odi la Sua voce non soffocarla con altri pensieri, non temere per quanto Egli possa dirti di fare, ma ringrazialo per quello che nella Sua grazia vuole compiere in te e per te!