La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo (Esodo 33:14)
PACE
La parola "pace" usata dagli uomini, se esclude quella che viene da Dio, indica una pace irraggiungibile, un sogno irrealizzabile, una fantasia filosofica, o un desiderio e un esigenza mai soddisfatti. I matrimoni vanno male o a pezzi perché attendiamo che il coniuge imperfetto ci dia la pace perfetta che siamo cercando e scopriamo che non è in grado. La pace non è l'assenza di problemi, è la presenza di Dio in mezzo ai tuoi problemi. Inoltre, nessuno trova pace cercandola. La pace non è qualcosa che puoi trovare, ti trova quando arrendi la tua vita a Colui che ha detto: "La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo". Nota le parole: "La mia presenza". Soltanto la presenza di Dio può portarti la pace. La sicurezza dell'amore di Dio, dell'aiuto di Dio e della presenza di Dio è ciò che rimuove lo stress dalla vita. Stai cercando la pace quest'oggi? Quando arrenderai la tua vita a Cristo allora sperimenterai "la pace di Dio, che supera ogni intelligenza" (cfr. Filippesi 4:7). Caro lettore, soltanto se accogli Cristo Gesù nel tuo cuore e gli permetti di regnare nella tua vita, realizzerai la vera pace e "la Sua presenza andrà con te e ti darà riposo".
Gesù gli domandò: qual è il tuo nome? (Luca 8:30)
L'OPERA DI DIO
Ricordi l'uomo delle Scritture che era posseduto da demoni? "Gesù gli domandò: 'Qual è il tuo nome?' Ed egli rispose: 'Legione': perché molti demoni erano entrati in lui"; (una Legione nell'esercito romano comprendeva seimila truppe). "Legione" non era il vero nome di quest'uomo; era soltanto un'etichetta. Forse ti sei etichettato come un "fallito" perché non sei riuscito a costruire nulla di buono nella tua vita. Se è così è ora di lasciare l'etichetta negativa e cominciare a vederti come Dio ti vede. Gesù liberò quest'uomo tormentato e lo ricondusse alla sua famiglia. Egli vuole fare lo stesso per te! La mancanza di fiducia in sé stessi è spesso mascherata dall'umiltà, mentre in realtà è un rifiuto della Parola di Dio, la quale ti assicura che tu "puoi fare ogni cosa in Colui che ti fortifica" (Filippesi 4:13). Non conta come ti chiamano gli altri; conta soltanto come ti chiama Dio! La Parola per te oggi è: "Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona" (2° Corinzi 9:8).
Mi sia fatto secondo la tua Parola (Luca 1:38)
LA PRESENZA DI GESÙ NEL CUORE
La storia della nascita di Gesù attraverso la strumentalità di una semplice donna come Maria c'illustra quanto vicino a noi Dio vuole essere. In un certo senso fa a te la stessa domanda che fece a Maria: "Sei disposto a farmi entrare nel tuo cuore?". Così come Maria concepì Cristo bambino, Gesù può nascere nel tuo cuore e vivere nella tua vita. Che pensiero magnifico per un essere umano: Gesù che vive in noi! Che privilegio! Paolo pregò con queste parole: "Che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori" (Efesini 3:17). Giovanni disse: "Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui" (1° Giovanni 3:24). Tutto ciò che Dio chiede è un invito e un cuore aperto, disponibile ad accoglierlo. Gesù sarà presente e continuerà a crescere in te finché in modo che si possa manifestare nelle tue parole, nelle tue attitudini, nel tuo stile di vita e nelle scelte che compi ogni giorno. Dio non cerca grandi talenti, Egli ricerca la semplice fiducia. Maria deve essersi sentita sopraffatta e inadeguata quando capì cosa Dio aveva in mente per lei. Ciononostante disse "Mi sia fatto secondo la Tua Parola".
...va’ prima a riconciliarti... (Matteo 5:24)
RICERCA LA RICONCILIAZIONE
Alle volte, l’unico modo per sanare i sentimenti feriti è ricercare la riconciliazione. Il Signore non mancherà di guarire il cuore ferito se è veramente questo ciò che desideriamo dopo un'amara esperienza, Egli ci aiuterà. George Eliot scrisse: “Oh, quale conforto inesprimibile il sentirsi al sicuro e fidare in una persona; non dover pesare i pensieri né misurare le parole ma, liberamente, riversarli, così come sono, grani e pula insieme, sapendo che una mano fedele saprà separarli, conservare la parte nobile e, con animo gentile, soffiare via il resto”. Un professore universitario stava illustrando lo scotto morale e fisico che si paga quando si decide di rifiutare il perdono, perciò, chiese a ciascun allievo di portare in classe un sacco di patate. Per ogni persona cui negavano indulgenza, dovevano scegliere un tubero su cui scrivere data e nome. Fu loro imposto di portarsi appresso la bisaccia, ovunque andassero, per un intero mese. Dopo aver trascinato questi sacchi per un po’, gli studenti si resero conto del fardello che stavano portando; dell’energia necessaria e dell’attenzione da porsi per non dimenticarli nel posto sbagliato. Quando, infine, le patate iniziarono a marcire e a puzzare, compresero che la cosa migliore da fare era liberarsi di quei pesi. Gesù’ disse: «… A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti» (Giovanni 20:23). Che sfida! Se non sappiamo perdonare chi ci ha ferito o fatto un torto, non potremo pretendere che Dio perdoni i nostri peccati. Gesù, mentre moriva in croce, perdonò coloro che si erano resi colpevoli di tale gesto. Oggi possiamo andare con fede e umiltà a Lui, chiedere perdono per ogni nostro peccato, certi e sicuri che Egli li laverà col Suo prezioso sangue, allora saremo anche in grado di fare lo stesso nei confronti degli altri.
Poi disse: "Chi ha orecchi per udire oda". (Marco 4:9)
ASCOLTIAMO LA VOCE DI DIO
Chi ha orecchi da udire, oda! Sembra una frase con poco significato, ma niente nella Bibbia ha poco significato. Tutti gli uomini hanno delle orecchie e possono udire quello che si dice intorno. Ma qui non si parla delle orecchie poste al lato del capo, non si parla dell'organo dell'udito che potrebbe anche avere qualche problema e impedirci in parte o totalmente di udire la voce o i rumori che ci circondano. Qui si parla di un orecchio spirituale che è in fondo al nostro cuore, nel nostro intimo più profondo. A volte pensiamo di voler chiudere l'ingresso del nostro cuore alle voci che ci vogliono parlare di salvezza, ma non ci dobbiamo dimenticare che il Signore è tanto potente da entrare a porte chiuse. Dio non ci fa violenza, non ci impone niente, ma troppo spesso sentiamo questa voce che ci parla e ci mette all'erta sulle cose che stiamo sbagliando, sugli errori che stiamo commettendo. Rivolgiamoci al Signore chiedendoGli quell'aiuto che solo Lui ci potrà dare. Non turiamo le orecchie alla voce che ci spinge ad essere dei buoni cristiani. Ascoltiamo la voce di Gesù e apriamo il nostro cuore a Lui ed Egli ci darà pace e serenità nel profondo del nostro cuore.
Chi cammina nell'integrità cammina sicuro, ma chi va per vie tortuose sarà scoperto. (Proverbi 10:9)
LE CARTE IN REGOLA
Ti è mai capitato di andare in auto con l'assicurazione scaduta o con un faro spento o senza cintura e di vedere da lontano una pattuglia della polizia stradale? Ti salta il cuore in gola e preghi che non ti fermino e non ti multino... Invece, se hai tutto in regola puoi passare sereno e a testa alta davanti qualsiasi posto di blocco, perché sai che non ti possono accusare di nulla di male. Il versetto di oggi ci suggerisce di "camminare nell'integrità", cioè nella verità e nella coerenza perché questo si traduce in sicurezza e certezza di essere irreprensibili. Al contrario, quelli che percorrono "vie tortuose" (cioè che hanno una doppia vita o qualcosa di sporco da nascondere) spesso vivono con l'incubo d'essere scoperti. Questo vale in relazione alla giustizia umana e vale ancor più rispetto alla giustizia eterna e divina. Hai accettato Gesù come tuo Salvatore, sei "nato di nuovo" e il tuo nome è scritto nel Libro della Vita? Allora vai tranquillo. Nulla e nessuno ti può insidiare, neppure la morte. Ma se non sei a posto con Dio, se stai rimandando da tempo la decisione più importante della tua vita, magari proprio per non lasciare certe "vie tortuose", ti do un consiglio: Che tu debba vivere ancora cinque giorni o cinquant'anni, apri il cuore al Signore e mettiti al più presto in regola con Dio e vivrai sereno il resto della tua vita.
Riconoscilo in tutte le tue vie... (Proverbi 3:6)
DOV'È IL TUO DIO?
In occasione di un miracolo, di una risposta immediata o di una grande liberazione è facile riconoscere la presenza di Dio. Ma spesso, soprattutto quando ci troviamo in mezzo alla tempesta, avviene il contrario: non vediamo il Signore e, a volte, neppure lo cerchiamo. Il versetto di oggi ci richiama a riconoscerlo in TUTTE le nostre vie. Cioè, dobbiamo imparare a riconoscere sempre la Sua sovranità sulla nostra vita, facendo attenzione a non cadere nella tentazione di fare a modo nostro: "Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento" (Prov. 3:5). Per esempio, ti trovi in una prova di tipo economico. Riconosci che nulla avviene per caso, cerca di capire cosa ti vuole insegnare il Signore e chiedigli soccorso. Oppure, guardando a un'esperienza positiva passata riconosci dove la mano di Dio ti ha sostenuto, difeso o ti ha spianato la strada e sii riconoscente. O ancora, davanti a una scelta, riconosci quella che piace al Signore e intraprendila con la piena fiducia che la Sua volontà è il meglio per la tua vita e dei tuoi familiari. Anche quando testimoni della tua fede, non dire quello che hai fatto per Dio, ma riconosci quello che Dio ha fatto per te (o attraverso di te) dando a Lui tutta la gloria che Gli spetta.
Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? (Matteo 6:25)
HO FAME, AIUTAMI!
Un credente cinese di nome Hsi Shengmo, che voleva servire il Signore nella Cina centrale, una zona in cui il Vangelo non era mai stato accolto, arrivò nella città dove pensava di dover operare. L’opposizione fu così forte che nessuno volle aiutarlo, nessuno volle affittargli una camera, nessuno volle vendergli il cibo di cui necessitava. Arrivò allo stremo delle forze e gridò in una delle piazze della città: “Dio, aiutami, sto morendo, soccorrimi tu!”. In quell’istante Hsi vide un uomo appoggiato al pozzo, sporco, ferito, con addosso soltanto degli stracci. Anche quest’uomo era stato respinto dalla popolazione locale. Così, nonostante la propria disperazione, Hsi andò da lui, lavò, come poteva, le ferite del poveraccio e gli diede da bere. Ripresosi, l’uomo spiegò com’era stato derubato di tutti i suoi beni, ferito e lasciato morente da una banda di ladri. A volte gridiamo anche noi a Dio dicendo, ”Aiutami” e l’Iddio che è fedele risponde sempre, anche se non sempre nel modo che noi vorremmo. Perché Dio agisce così? È perché ha degli obiettivi più alti per noi della semplice soddisfazione di un bisogno materiale. Vuole formarci come figli suoi. Vuole che in ogni cosa assomigliamo sempre più a Gesù, Suo Figlio primogenito e unigenito. Qui si nasconde un principio molto importante della vita cristiana: se pensiamo innanzitutto a quello che Dio desidera da noi, sarà Dio stesso a pensare a quello che Egli può fare per noi.
Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio"; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori. (Matteo 9:13)
DIO VUOLE MISERICORDIA
Gli uomini di oggi non sono migliori rispetto al passato. Benché l’uomo continui ad asserire il contrario, non dimostra un reale progresso. Rispetto ai tempi passati, i valori morali e sociali oggi sono quasi del tutto assenti: non c’è evoluzione, ma involuzione. L’uomo tenta di migliorare se stesso imponendosi delle regole di vita, si compiace dei suoi sforzi e si illude che questi possano risultare graditi a Dio. Non si accorge che in realtà continua soltanto a soddisfare se stesso. Dio desidera misericordia, piuttosto che una rinuncia interessata o un sacrificio fine a se stesso. L’essere umano fa molta fatica a mostrare reale misericordia! Così come Dio condannava i formali e perciò inutili sacrifici del popolo d’Israele, allo stesso modo non accetta gli sforzi dell’uomo di oggi. “Il Signore vuole l’ubbidienza” (1 Samuele 15:22) perché essa vale più del sacrificio! I riti liturgici, formali, meccanici, stereo-tipati e tradizionali nulla hanno a che vedere con la volontà di Dio! (Isaia 1:11).
Nel principio Dio creò i cieli e la terra. (Genesi 1:1)
DIO UGUALE A PRINCIPIO
Dio è il principio di ogni cosa. Questa è una verità che come cristiani siamo chiamati a condividere, altrimenti possiamo dichiararci atei. Come persone di fede dobbiamo convenire che tutta la magnificenza che c'è nel creato non può essere opera di un uomo ma di un Essere superiore che la nostra mente non può far altro che identificare con Dio. Non c'è religione, non c'è popolo, non c'è cultura che guardando il creato che circonda ognuno di noi possa negare l'esistenza di Dio, di un Dio che nella sua onnipotenza ha creato tutto quello che ci circonda. Altra cosa invece è continuare a porsi la domanda di come Dio abbia fatto a creare tutto quello che c'è intorno a noi. Ognuno può pensarla nel modo che meglio gli aggrada e secondo la fede di cui ognuno di noi è dotato, ma una cosa penso sia inconfutabile che in qualunque modo Dio ha creato l'universo lo ha fatto in maniera superlativa e il sapere come, non potrà di certo cambiare la nostra fede in Lui.
Altro...
“C’è chi fa il ricco e non ha nulla, e c’è chi fa il povero e ha grandi beni". (Proverbi 13:7)
LA VERA RICCHEZZA
Gli esperti del settore (giornalisti, fiscalisti) cercano di stabilire a quale livello si possa parlare di "ricchezza". Luca Cordero di Montezemolo recentemente ha indicato la cifra di 100 mila euro annuali come soglia di ricchezza. Ma molti non sono d'accordo e sposterebbero anche di molto questa soglia, sia in alto che in basso. La Bibbia spiazza gi uni e gli altri con la dichiarazione contenuta nel proverbio di oggi: Si può esser ricchi e non avere nulla! Si può esser poveri e avere grandi beni! E' chiaro che secondo la Bibbia i criteri per misurare la ricchezza non sono solo economici, ma di altro genere. D'altronde non era ricca Marilyn Monroe? E la cantante Britney Spears? E quell'Agnelli che si è gettato dal cavalcavia? Penso che siamo tutti d'accordo nel definirli dei "poveracci" ben poco invidiabili. La ricchezza si dovrebbe misurare con parametri ben diversi: benessere, soddisfazione, felicità. E in questo caso ci sono tanti poveri cristiani che hanno grandissimi beni: la certezza della salvezza, la pace con Dio, la potenza dello Spirito Santo, l'amicizia dei fratelli in fede, la straordinaria "ricarica" spirituale di ogni domenica, ecc. In questo momento ho il conto corrente vicino al rosso, ma mi sento molto più ricco e privilegiato di tanti VIP della TV.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto. (Matteo 23:37)
COSA ASPETTI?
Gesù pronunzia queste parole pochi giorni prima di essere ucciso, proprio a Gerusalemme. E il tono delle parole usato è quello che solitamente si riserva a un popolo o a una persona in particolare. Questo passo viene definito il lamento di Gesù su Gerusalemme. Ma in questo lamento non c'è rabbia, condanna, toni aspri o parole di giudizio. C'è grande tristezza, e, comunque, un amore infinito. Un amore che di lì a poco lo avrebbe condotto sulla croce. Notate l'accoramento di Gesù mentre si rivolge a Gerusalemme. E' come se le dicesse: io volevo farti del bene, sono venuto per questo, sono il Messia che aspettavi, ma tu non hai voluto. Fai un piccolo esperimento. Rileggi il versetto e al posto di Gerusalemme leggi il tuo nome. Sì, Gesù sta parlando proprio a te. Proprio questa mattina. E allora che rispondi? Non vuoi farlo entrare nella tua vita? Davvero non vuoi? Ma è Lui il Messia, è Lui il figlio di Dio, è Lui il tuo Salvatore, è Lui il tuo medico, è Lui il tuo amico, è Lui la tua pace, il tuo riposo, la gioia vera della tua anima. Non lo riconosci? Solo Gesù può darti queste cose e non un altro. Perchè solo Gesù è venuto a morire al posto tuo..
Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo. (Matteo 11:28)
DOVE ANDARE
Non c’è dolore umano che non sia stato accolto da Gesù e che non abbia attinto dalle sue labbra purissime una parola di sollievo. Tutte le espressioni dell’infinita sciagura umana hanno trovato nel suo cuore l’eco più profondo. Per questo può accogliere anche il tuo dolore. “Venite a me voi tutti..” perché sapeva che tutti avrebbero ottenuto dalla sua Parola, dal suo sguardo, dal semplice contatto delle sue mani il balsamo di una consolazione divina. Quando parlava della sua pace, delle beatitudini dell’anima, del suo buon Padre Celeste, tutti i cuori si aprivano e tutti i volti si trasfiguravano. “Voi tutti..”, quindi anche noi possiamo ricevere oggi questo benedetto riposo dell’anima. C’è una cosa che è sicuramente più profonda della nostra angoscia: il tesoro della Grazia e della Pietà di Cristo! Quindi con il nostro travaglio, con il nostro carico, andiamo a Lui oggi ed Egli ci benedirà. “Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce ed il mio carico è leggero” (Matteo 11:29-30).
"Ma tu, o Signore, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo". (Salmo 3)
DIO É UNO SCUDO ATTORNO A NOI
Anticamente i soldati di ogni esercito, compreso quello di Israele, possedevano gli scudi. Questi potevano essere di piccole dimensioni ed erano chiamati targhe; oppure potevano essere grandi quanto la porta di una casa odierna. Gli scudi piccoli di solito venivano portati sul braccio e servivano sia per l’attacco che per la difesa. Le forme potevano essere diverse e anche il materiale era vario: cuoio, rame o anche legno ricoperto di cuoio. Il termine ebraico usato per riferirsi allo scudo citato nel verso biblico citato è “Maghen” ed indica invece un “grande scudo”. A causa delle sue dimensioni, esso non poteva essere portato dal guerriero, perché lo avrebbe impedito nei movimenti. Era lo scudiero a portare lo scudo e a proteggere il soldato, precedendolo. Dio rappresenta per noi un grande scudo, capace di proteggerci dal male. Egli è scudo e scudiero. “Certo Egli ti libererà dal laccio del cacciatore e dalla peste micidiale. Egli ti coprirà con le sue penne; sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e targa” (Salmo 91). Dio disse ad Abramo: “Non temere; Io sarò uno scudo per te e la tua ricompensa sarà grande” (Genesi 15:1). Fai di Dio il tuo scudo!