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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che mi stanno davanti (Filippesi 3:13)

DIMENTICANDO E SLANCIANDOMI IN AVANTI

Finché resti attaccato al passato, non riuscirai ad afferrare il futuro. Il passato può diventare un fardello troppo pesante quando cerchi di trascinarlo con te. Il modo per sbarazzarsene è di non pensarci più. Toglilo dai tuoi pensieri e dai tuoi discorsi. Satana te lo ricorderà costantemente perché vuole che vi rimani intrappolato. Ma non ce n’è bisogno. Puoi decidere tu che cosa pensare. Forse obietterai: “Non riesco proprio a smettere di pensare al passato”. Puoi farlo, invece! Prima di incontrare Cristo, Paolo distruggeva le chiese e metteva a morte i cristiani. Poi tornò a quegli stessi luoghi, e chi lo stava aspettando? Orfani. Vedove. Gente a cui aveva devastato la vita. Se Paolo non avesse superato quel suo passato non avrebbe mai adempiuto il compito assegnatoli da Dio. Ora, Paolo non soffriva certo di amnesia, ricordava perfettamente i fatti. Tuttavia, sapendo che Dio lo aveva perdonato, dopo aver perdonato se stesso, scelse di dimenticare il passato. “Ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti". Notate le parole “ma una cosa faccio”. Quando decidi di dimenticare, Dio ti darà la capacità di farlo, la grazia e la pace per andar avanti. Infatti, come conseguenza, ti renderà più forte e più saggio. Se stai combattendo contro il senso di colpa, la condanna, la vergogna, il biasimo o il rimpianto del tuo passato, lascia che Dio ti perdoni, ti liberi e ti renda capace di andare avanti.

Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo (Filippesi 4:11)

IMPARA AD ESSERE CONTENTO

Mirare a crescere personalmente e a realizzare cose nella vita, sono obiettivi encomiabili. Ma quando desideri, quasi con invidia, ciò che altri hanno o vuoi essere come loro, entri in un territorio proibito dalla Scrittura. Contentezza non significa essere compiaciuti, pigri, accontentarsi della mediocrità e non mettere a frutto le potenzialità che Dio ti ha dato. Assolutamente no! Devi lavorare per migliorare te stesso e, nello stesso tempo, devi restare del tutto dipendente da Dio (2 Corinzi 3:5). Autosufficienza significa “bastare a se stessi”, invece di riporre fiducia in Dio. L’essere contenti, al contrario, significa sapere con certezza e ferma convinzione che Dio è in grado di venire incontro ad ogni mio bisogno (Filippesi 4:19). Quando interiorizzi questa verità, non devi più desiderare la posizione di altri, i loro beni o la loro personalità. Perché? Perché sai che ciò che hai al presente è più che sufficiente nelle mani di Dio. Qualunque cosa tu debba fare per adempiere alla Sua volontà, potrai farla non grazie alle tue forze, ma con la potenza di Cristo, che dimora dentro di te. La cupidigia è un sentimento naturale nell’uomo; l'essere contenti è un sentimento che va appreso. Paolo scrive: "Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza, lo posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11-13).

Accogliete chi è debole nella fede (Romani 14:1)

LAVORA PER L'UNITÀ

Nel I secolo d.C. città come Roma attiravano persone diverse per cultura, lingua, religione, usi e costumi. Di conseguenza, la chiamata della prima chiesa a “fare discepoli da tutte le nazioni”, talvolta, portava a liti e confusione. Per esempio, alcuni credenti continuavano ad osservare il riposo Sabbatico; altri non mangiavano carne e volevano rimanere vegetariani. Per questa ragione Paolo scrisse: “Accogliete colui che è debole nella fede... ma non per sentenziare sui suoi scrupoli”. Osserva, non ha detto di tollerare o sopportare, bensì di accogliere, accettare, riconoscere ed essere indulgenti verso chi non è identico a noi. Anche se le questioni che affrontiamo oggigiorno sono diverse da quelle della chiesa primitiva, è facile diventare strumenti di divisone e critici severi. Ma ricorda, “Ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un’occasione di caduta” (vv 12-13). Qualora differenze legittime nascano su questioni fondamentali e, non c’è possibilità di negoziare, comportiamoci da Cristiani, senza raccogliere sfide, senza criticare o guardare le persone dall’alto al basso. Satana vuole distrarci su questioni di puntiglio, mentre il Regno di Dio soffre. È invece questa l’esortazione che dobbiamo ascoltare: "Siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente” (Rom. 12:10). Impara a rispettare i tuoi fratelli in fede, non per chi sono, ma perché appartengono a Dio! Paolo scrive: "Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo animo e d’una stessa bocca glorifichiate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo” (Romani 15:5-6).

Il Signore è il baluardo della mia vita (Salmo 27:1)

GIOCA FINO ALLA FINE

L'autore Jon Gordon scrive: "Un tempo, quando eravamo bambini, saltavamo dal quadro svedese in palestra e andavamo sulle montagne russe. Niente era irraggiungibile. Poi siamo cresciuti; i dubbi ci dissuasero dal rincorrere i nostri sogni... "Siete pazzi... è troppo difficile... i sogni non sono per le persone come noi”. Ci instillarono le loro insicurezze... erano in tanti a dirci che non saremmo riusciti... pochi sostenevano il contrario, perciò lasciammo che la paura entrasse nella nostra vita. Abbiamo così timore di perdere ciò che abbiamo, che non perseguiamo più ciò che vorremmo. Rimaniamo così tenacemente attaccati al nostro status quo da non sperimentare mai ciò che potrebbe essere... io definisco questo atteggiamento “giocare per perdere". Lo vediamo nello sport. Quando una squadra domina, inizia a pensare a come non perdere anziché a come vincere. Gioca in difesa, intimorita, mentre la squadra avversaria coglie le opportunità, gioca senza paura e vince. Davide disse: “Il Signore è il baluardo della mia vita, di chi avrò paura?" Vivere una vita di fede significa vincere le paure e adottare la mentalità del “giocare per vincere"... la mentalità che insegna che anche se perdi, non ti devi arrendere e non devi lasciare morire i tuoi sogni. Il successo non ci viene dato automaticamente, lo si conquista con tutta l’energia e con tutto il sudore di cui siamo capaci. Ostacoli e lotte fanno parte della vita... ci fanno apprezzare il successo. Se tutto fosse semplice, non sapremmo mai come ci si sente a farcela. Gli ostacoli sono fatti per essere superati. La paura per essere vinta. Il successo per essere conquistato. Fanno parte della vita e quelli che hanno successo rifiutano di arrendersi finché il gioco non finisce”.

Così parla Dio:Vieni dai quattro venti... e soffia su questi uccisi... tornarono alla vita e si alzarono in piedi... un esercito grandissimo (Ezechiele 37:9-10)

SOFFIA SU DI ME, SPIRITO DI DIO

Adamo, nel giardino dell’Eden, era formato in maniera perfetta, ma non aveva vita in sé. Aveva ‘tutto in ordine’, ma non sarebbe andato da nessuna parte, finché lo Spirito di Dio non avrebbe soffiato in lui. Allora iniziò a camminare con Dio, a prendere iniziative e a realizzare lo scopo della sua vita. Dirai: “Anch’io ho bisogno di ciò che Dio ha soffiato in Adamo quel giorno”. Lo puoi avere! Pensate alla valle delle ossa secche nel Libro di Ezechiele: erano morte e sparpagliate ovunque. Se questo descrive com’è la tua vita, c’è una buona notizia. Dio soffiò in quelle ossa ed esse tornarono in vita, si alzarono e divennero un esercito temibile. Nota che lo Spirito di Dio venne dai ‘quattro venti’ o dai quattro canti della Terra. Ciò significa che non c'è luogo dove Egli non ti possa raggiungere, se tu lo vuoi. Nota anche che quando lo Spirito di Dio arrivò nella valle di Ezechiele, le cose rotte furono aggiustate e quelle morte riportate in vita. Dio vuole la stessa cosa per te! Osserviamo un altro dettaglio: “si fece un rumore; ed ecco un movimento” (v.7). Questo è il tipico modo di procedere di Dio. Prima di renderti Suo strumento, ti scuote, ti fa uscire dalla tua nicchia confortevole, lasciare i tuoi metodi assodati e le tue idee un po’ rigide. Il tuo passato non è un problema per Lui perché i Suoi occhi sono sul tuo futuro. Perciò vieni alla Sua presenza oggi e prega: “Soffia su di me, Spirito di Dio. Riempimi di vita nuova affinché io possa amare ciò che Tu ami e fare ciò che tu faresti”. Quando Lui avrà soffiato il Suo Spirito in te, non sarai più la stessa persona.

Chi coltiva la sua terra avrà pane da saziarsi, ma chi va dietro ai fannulloni è privo di senno (Proverbi 12:11)

LAVORO DURO E INTEGRITÀ

Nel libro “The Finishing Touch”, l’autore Chuck Swindoll racconta l’incontro con un uomo che lo aveva colpito profondamente. “Con un sorriso scintillante, mi porse la mano. Una mano forte, ruvida per decenni di duro lavoro, avrei potuto accendervi un fiammifero. “Sembra un uomo felice di vivere. Che lavoro fa?” gli chiesi, “lo? Sono un contadino del Midwest”. “Cos'ha fatto la settimana scorsa? “proseguii. E lui, “Ho finito di mietere trentadue quintali di granturco”. Ero sbalordito, “Trentadue quintali! Ma quanti anni ha, mio caro?” La domanda non lo imbarazzò e rispose senza esitare, “Novant’anni tra due mesi”. Rise di nuovo mentre scuotevo la testa. Aveva superato quattro guerre, la Grande Depressione, sedici presidenti, novanta inverni del Midwest, chissà quante difficoltà personali e ancora prendeva la vita di petto. Dovevo conoscere il segreto di una vita tanto lunga e produttiva. “Lavoro duro e integrità”, fu la sua tempestiva risposta. Mentre ci separavamo, si girò e aggiunse: “Non tirare a campare, giovanotto. Stai all’erta!”. Duro lavoro e integrità! Due qualità che vanno sempre insieme e sono l’essenza di una vita ben vissuta. Se le pratichi fedelmente, conoscerai una vita di grande gioia e soddisfazione”. La Bibbia lo esprime in questo modo: “Chi coltiva la sua terra avrà pane da saziarsi, ma chi va dietro ai fannulloni è privo di senno”.

Poi noi viventi... verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore (1° Tessalonicesi 4:17)

UN INCONTRO NELL'ARIA

La Bibbia nella traduzione “The Message”, parafrasa il ritorno di Cristo in questo modo: “Il Signore stesso darà il comando. Tuono di Arcangeli! Suono della tromba di Dio! Egli verrà dal cielo ed i morti in Cristo risorgeranno, saranno loro ad andare per primi. Poi il resto di noi, che sarà ancora in vita in quel momento, verrà rapito con loro e portato sulle nuvole per incontrare il Signore... e ci sarà un enorme riunione di famiglia... quindi consolatevi l’un l’altro con queste parole” (vv 16-18). La seconda venuta di Cristo sarà inaugurata da un suono di tromba degli Arcangeli. Cimiteri e mari rilasceranno i loro morti. “Così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:28). L’umanità intera sarà testimone dell’evento. “Ogni occhio lo vedrà” (Apocalisse 1:7). Da Adamo sino al bimbo nato poco prima del suono della tromba, tutti noi saremo testimoni di quel momento. Ma non per tutti sarà benvenuto. “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” (Matteo 24:30). Non si va in cielo per caso, ma per scelta. E Dio onorerà la tua scelta. Coloro che riconoscono Cristo come loro personale Salvatore risorgeranno per celebrare la più memorabile riunione di famiglia di tutti i tempi. Andrai in cielo? Se non ne sei sicuro, non lasciare che questo giorno finisca prima che tu non abbia riposto la tua fede in Cristo e lo abbia accettato come tuo Signore e Salvatore.

Perseverare nella grazia di Dio (Atti 13:43)

KEEP CALM AND CARRY ON!

Nei giorni che precedettero la II Guerra Mondiale, il governo inglese ordinò una serie di cartelloni. L’idea era di tappezzare il Paese con slogan incoraggianti. Furono utilizzate lettere maiuscole di un carattere tipografico ben riconoscibile e un formato semplice, bicolore. L’unico disegno era la corona di re Giorgio VI. Il primo cartellone fu distribuito nel settembre 1939: “IL TUO CORAGGIO. LA TUA ALLEGRIA. LA TUA RISOLUTEZZA SARANNO LA NOSTRA VITTORIA”. Subito dopo ne fu pubblicato un secondo: “LA LIBERTÀ È IN PERICOLO. DIFENDILA CON TUTTE LE TUE FORZE”. Questi due cartelloni apparvero nelle stazioni ferroviarie, nei pub, nei negozi e nei ristoranti. Un terzo cartellone fu preparato, ma mai distribuito. Ne furono stampate più di due milioni e mezzo di copie, ma nessuno le vide mai fino a sessant’anni più tardi, quando il proprietario di una libreria ne trovò una tra vecchi libri comprati ad un’asta. Diceva: “KEEP CALM AND CARRY ON” (Mantieni la calma e va avanti, persevera). Stesso stile grafico e stessa corona dei primi due cartelloni. Non era mai stato reso pubblico; era pronto in caso di eventualità estreme, come ad esempio un'invasione da parte della Germania. Il libraio lo incorniciò e lo appese al muro. Divenne così famoso che cominciò a riprodurre quel logo su tazze da caffè, cartoline e poster. È lo stesso tipo di messaggio che Paolo e Barnaba portarono ai Cristiani di Antiochia: “Perseverate nella grazia di Dio”. In altre parole: Keep Calm and Carry On!

Se non cambiate e non diventate come bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Matteo 18:3)

AVVICINATI A DIO COME UN BAMBINO

Matteo scrive: i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: Chi è dunque il più grande nel regno del cieli? Ed egli, chiamato a sé un bambino... disse: In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (v. 1-3). Per fare grandi cose per Dio, devi avvicinarti a Lui con l'attitudine di un bambino. Puoi imparare molto osservando i bambini: ovunque sono, trovano sempre un modo per divertirsi. Perdonano velocemente le offese: l'attimo prima litigano, l'attimo dopo giocano felici insieme. E per loro credere è facile. I tuoi figli non si preoccupano delle bollette da pagare, dei pasti o di far quadrare i conti, perché implicitamente sanno che tu provvederai ai loro bisogni. Cosa c’insegna Gesù? 1. Ad avere una fede semplice. 2. A pregare in modo semplice. 3. A pentirci velocemente. 4. A ricercare l'aiuto di Dio regolarmente. 5. A credere che il nostro Padre celeste è buono e che 'Egli non rifiuterà di fare del bene a quelli che camminano rettamente' (Salmo 84:11). In più,dopo averli perdonati, i bambini non continuano a sentirsi colpevoli e condannati. Con questo tipo di semplicità nella relazione con Dio, noterai in te crescita spirituale e ti rallegrerai in Lui più che mai. Questo dovrebbe essere il tuo obiettivo.

Il Signore ordinerà, e la benedizione verrà su di te... su tutte le tue imprese (Deuteronomio 28:8)

CHIEDITI: "C'È UN MODO MIGLIORE?"

Quasi tutti sono in grado di individuare il problema, di parlarne e di lamentarsi. Invece, chi si concentra sulla soluzione cerca dei modi per risolverlo. Murray Spangler era così. Come addetto alle pulizie di un grande magazzino, decise che l’unica via per vincere la noia del suo lavoro, che consisteva nello spazzare i pavimenti, fosse quella di trovare un modo innovativo per farlo. Essendo allergico alla polvere, gli venne un’idea: “Invece di spazzare la polvere, forse potrei trovare un modo per aspirarla”. Da dove vengono pensieri così creativi? Da Dio, il Creatore. Essendo Suoi figli, condivide con noi le sue idee. La domanda di Spangler lo portò ad inventare un’aspirapolvere grezzo, ma funzionante. Chiese poi ad un amico commerciante di finanziare la produzione della sua invenzione. L’amico era H. W. Hoover. Non solo le aspirapolveri Hoover divennero popolari, ma in inglese "hoovering” è diventato sinonimo di pulire il pavimento. In ogni ostacolo c’è un'opportunità; in ogni domanda una risposta; in ogni problema una soluzione. Non aver paura di mettere in discussione metodi, sistemi e attrezzature, ma chiediti: “C’è un modo migliore?" Il mondo è stato arricchito da persone che hanno osato farsi questa domanda e tu puoi essere una di loro, perché Dio promette di benedire “tutte le tue imprese”.

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