"Ed Egli insegnava loro molte cose in parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: Udite: Ecco, il seminatore uscì a seminare." (Marco 4:2,3)
IL SEMINATORE (I)
La parabola del seminatore è, probabilmente, una, tra le parabole raccontate da Gesù, più nota. Del suo significato si è parlato e insegnato più volte e forse, proprio per questo, oggi si tende a sottovalutarla. La consideriamo come una cosa acquisita, di cui già sappiamo tutto, invece vogliamo invitarti a riflettere ancora una volta sul suo messaggio. In quale categoria di persone ritieni di rientrare? Ricordiamo che sono quattro le tipologie di semina raccontate da Gesù. La prima parte del seme cadde sulla strada, e gli uccelli vennero subito a mangiarlo. La strada rappresenta il duro cuore di quegli uomini in cui la Parola di Dio non si posa per niente. Il cuore di tali uomini, come la strada, è attraversato da mille passioni di diverso colore e dimensione che non lasciano spazio a null'altro. Non hanno nessun interesse per Dio. La seconda parte di seme cadde in un luogo roccioso senza molta terra. Il seme spuntò subito proprio a causa della poca terra, ma al primo calore del sole, non avendo profonda radice si seccò. Il cuore di costoro è pieno di entusiasmi: vogliono recepire tante cose, conoscere tante cose, ma a nessuna di esse si dà la possibilità di mettere radici. (continua)
"Il frutto dello Spirito , invece, è amore, allegrezza,pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza,temperanza." (Galati 5:22)
PACE CON DIO
Una domenica mattina uscii di casa adirato lasciando moglie e figli in uno stato di scoraggiamento e di turbamento, soprattutto perché sapevo che da cinque anni mi ero convertito al Signore. Avrei voluto ridere, addirittura abbracciarli, ma il nemico mi suggeriva di fare tutto il contrario. Dovevo far visita ad una comunità vici.na e sentivo dentro me una voce che diceva:"Vai in pace!". Ma il nemico voleva che rimanessi, affinché mi adirassi ancora di più. Dentro me si stava svolgendo un duro combattimento tra il bene e il male. Giunto in chiesa tutti erano in preghiera e proprio lì ho avvertito tutta la mia miseria spirituale. Poi, ancora piangendo, ho gustato delle belle benedizioni. Pochi attimi prima ero nel buio più completo, ma ora il mio cuore era ripieno della gioia e della luce di Cristo. Non vedevo l'ora di arrivare a casa per condividere con i miei cari quella coppa traboccante di gioia che il Signore mi aveva elargito. E' quel che avvenne. Presentiamo noi stessi al Signore con umiltà ed Egli ci lavorerà e farà di noi dei servi preziosi.
"Or la fede è certezza di cose che che si sperano,dimostrazione di cose che non si vedono." (Ebrei 11:1)
LA FEDE
La fede viene definita, dalla parola di Dio, come una certezza (elemento soggettivo, personale) ed una dimostrazione (elemento oggettivo) delle cose che non si vedono. La certezza interiore parte da ciò che noi speriamo: quando leggiamo la Bibbia, speriamo che ciò che leggiamo possa attuarsi nei nostri confronti. Da qui nasce la fiducia nel perdono di Dio, nella Sua giustizia, nel Suo amore e nella salvezza gratuita. La Parola di Dio colpisce la nostra mente e risveglia il nostro spirito e subito viene prodotta fede nel nostro cuore. Con una semplice decisione del cuore, Dio trasforma questa speranza in certezza tanto che si è assolutamente certi del-l'amore di Dio e della Sua misericordia. All'opposto, molte persone dicono: "Credo solo a ciò che vedo", alla fede contrappongono la razionalità. Dio è Spirito?(Giovanni 4:24) e non può essere visto da occhi umani. Con la fede puoi sentirlo vicino, puoi vederlo reale nella soluzione dei tuoi problemi. Quello che conquisterai con la fede sarà Eterno?credimi, ne vale pena.
"Poi Gesù giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo,domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia ilFiglio dell'uomo?..." (Matteo 16:13-16)
GESU', IL CRISTO
Gesù ha fatto questa domanda ai suoi discepoli, ma è come se la facesse oggi, personalmente, ad ognuno di noi. Chi è Gesù per me? E' inutile nascondersi dietro all'opinione dei più, o a quella di un filosofo, di uno storico o di un religioso. I discepoli alla domanda di Gesù, riferirono l?opinione della gente: ?è un profeta, è una persona per bene, uno che ha proposto una morale molto pura". Qualcuno lo pone tra i grandi della storia dell'umanità: si parla della sua dottrina, del suo amore, dei suoi miracoli. Gesù, però, c'invita a prendere personalmente coscienza di Lui: "Chi sono io per te?" E' il tuo Salvatore, colui che ha sofferto per te, colui che ha portato i tuoi peccati e che, per mezzo del suo sacrificio sulla croce, ha compiuto l'opera che ti fa scampare dal giudizio di Dio? E' per te il Signore, a cui sono dovuti il timore e l'ubbidienza, colui che deve dirigere la tua esistenza? E' la persona per la quale tu vuoi vivere, perché è morto per te, pagando il prezzo di riscatto per la tua vita? Stai camminando lungo la strada nella quale ti ha preceduto e in cui ti chiede di seguirlo? Chi è Gesù per te?
"Celebrino il Signore per la Sua bontà e per i Suoi prodigi in favore degli uomini". (Salmo 107:8)
DIAMO A DIO LA LODE
Se ci lamentassimo di meno e lodassimo di più il nostro Signore, saremmo più felici, e Dio sarebbe più glorificato. Lodiamo Dio ogni giorno per le Sue grazie più comuni, ma così essenziali per la nostra vita, al punto che se mancassero noi moriremmo. Benediciamo Dio per gli occhi, la salute, il cibo, i vestiti... ma soprattutto lodiamoLo per il fatto che non siamo perduti e senza speranza nel mondo, e perché Gesù ci ha salvato e ha dato un senso alla nostra vita! RingraziamoLo per la libertà che abbiamo, per gli amici, per i fratelli che ci amano. E' necessario che il Padre ci ritiri per breve tempo qualcuna delle Sue benedizioni, perché impariamo a considerare tutta la Sua bontà? Il mondo, quando passa attraverso le difficoltà, la malattia, i problemi finanziari, si ricorda di Dio e comincia a gettare su Lui tutta la colpa delle Sue disgrazie, ma quando tutto va a gonfie vele sono pronti ad assumersi tutto il merito della propria florida situazione e ad inorgoglirsi. Non è questo il giusto atteggiamento. Nell'umiltà impariamo da Gesù e lodiamo il Padre continuamente!
"Non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò e non ti abbandonerò." (Ebrei 13:5)
SAPERSI ACCONTENTARE
Il versetto di oggi è probabilmente uno dei più noti della Bibbia, anche perché confermato da numerosi detti popolari e dalla saggezza dei più anziani. Ciò che oggi vogliamo evidenziare non è semplicemente di essere contenti dello stato in cui ci troviamo, con più o meno cose rispetto agli altri, ma la completa fiducia che dobbiamo riporre nel Signore. Le Sacre Scritture dichiarano che Dio si prende cura di noi ogni giorno, che non ci lascia e non ci abbandona, ma spesso non mettiamo in pratica quanto sappiamo e diciamo. Ad esempio, sperare di vincere al super enalotto, alla lotteria, al totocalcio è una mancanza di fiducia nei confronti del nostro Dio. E' come se dicessimo che abbiamo fede in Lui, ma non abbastanza perché una vincita potrebbe sistemare tante cose. Allora il Signore non è fedele? Perché sperare solo in Dio, e non anche, magari nella fortuna? Questa non è vera fede, ma apparenza di fede. Dobbiamo essere pienamente convinti che il Signore si pren.de cura dei suoi figli e noi in quanto tali dobbiamo concederGli fiducia. Preghiamo che il Signore ci renda felici attraverso le cose che abbiamo e che sovvenga alla nostra mancanza di fiducia!
"Tu apparecchi davanti a me la mensa al cospetto dei miei nemici; tu ungi il mio capo con olio; la mia coppa trabocca". (Salmo 23:5)
UN MENÙ SPECIALE
La Parola di Dio è spesso accomunata al pane, un semplice, ma fondamentale alimento che non manca mai sulle nostre tavole. E' un cibo da sempre apprezzato ovunque. La Parola di Gesù ha la stessa valenza: l'anima nostra la desidera come un buon pane che nutre. La mensa del Signore, è una tavola riccamente imbandita, troviamo molto più che solo pane! C'è il dolce, il salato e anche l'amaro! Già, l'amaro! Se il Signore non ci richiamasse all'ordine attraverso la Sua Parola, saremmo come pecore senza pastore. E' importante ascoltare i consigli che provengono da Dio ed accettare la sua correzione, infatti è scritto: "Figliuol mio, non disprezzare la punizione dell'Eterno e non detestare la sua correzione, perché l'Eterno corregge colui che Egli ama, come un padre il figlio che gradisce" (Proverbi 3:11,12). Lasciamo che la Parola di Dio operi nella nostra vita ed accettiamola secondo l'insegnamento di Gesù. Essa è un menù speciale, nutriamoci a questa mensa "digerendo"la Parola di Dio ovvero trasformando i suoi insegnamenti in vita pratica, pace gioia e amore.
"Io ti celebrerò perché sono stato fatto in modo stupendo; le tue opere sono meravigliose e l?anima mia lo sa molto bene". (Salmi 139:14)
SIAMO PIÙ CHE UN SEMPLICE CORPO
Secondo una ricerca medico-scientifica noi siamo delle creature meravigliose. Lo sapevi che la vita media di una donna è di circa 79 anni? Che durante la sua vita spenderà circa 4 anni mangiando, 12 parlando, 12 guardando la tv, 2 e mezzo al telefono e ricorderà altre 2000 nomi di persone? Le cresceranno 950 Km di capelli, batterà le palpebre 415 milioni di volte, verserà 1850000 lacrime, percorrerà 22 Km camminando? I nostri corpi sono stati creati in modo meraviglioso. In essi vi è sufficiente ferro per ottenere un chiodo grande, sufficiente calcio da imbiancare un muro, sufficiente magnesio per una dose di medicina, sufficiente fosforo per alcune scatole di fiammiferi. In te però non c'è solo carne e sangue: hai un intelletto, provi delle emozioni, hai la possibilità di riprodurti e sei un essere spirituale. Agostino d'Ippona disse: "Il cuore dell'uomo è inquieto fino a che non trova riposo in Dio." Lo stesso pensiero è espresso nella Bibbia: "Perché ti abbatti anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio, Egli è il mio Salvatore e il mio Dio" (Salmi 42:5). Basta solo arrendersi a Colui che ci ha creati in modo così perfetto, e doneremo pace e gioia alle nostre anime afflitte.
"Qualora mio padre e mia madre m'avessero abbandonato, pure l'Eterno mi accoglierà." (Salmo 27:10)
L'AMORE DEL PADRE
Penso spesso a quanti dispiaceri diamo al nostro Padre Celeste con il nostro modo di vivere. Spesso ci sentiamo come se il Signore ci avesse abbandonato e allora crolliamo, ma sarebbe meglio per noi pregare, supplicare come il salmista: ?Fammi conoscere la via da seguire" (Salmo 143:8) e sentirsi rispondere: "Non ti smarrire perché io sono il tuo Dio" (Isaia 41:10). Purtroppo, spesso, non accade questo ed ecco che l'ansia ci assale, i timori emergono e il nemico spunta con le sue lusinghe per portarci dove non vorremmo. Il nostro caro Padre, però, è vigile e interviene pieno d'amore e di misericordia. "Signore abbi pietà di ciascuno di noi, aiutaci a confidare di più in Te, ad esserti ubbidienti e ad avere fiducia nelle tue promesse. Fa che mai venga meno in noi la grande certezza che Tu sei la via, la verità e la vita!" (Giovanni 14:6).
"Perché tutto quello che fu scritto per l'addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture,noi riteniamo la speranza." (Romani 15:4)
L'AMMAESTRAMENTO
Gli scritti della Bibbia risultano essere sempre attuali. Essi esistono da millenni eppure ogni generazione ha trovato conforto, guida e istruzione in essi. Molti libri, seppur belli, non riescono a fare questo, ma la Bibbia è speciale. Essa non parla di un singolo uomo e della sua storia, non ci ricorda solo quali erano gli usi e costumi dell'epoca, ma ci parla del cuore dell'uomo. Esso, nonostante il passare degli anni, l'avanzamento della tecnologia e il migliora.mento delle condizioni di vita, è rimasto lo stesso. La Bibbia ci illustra pregi e difetti, ci evidenzia le caratteristiche più nascoste e i pensieri più intimi di questo piccolo, ma importantissimo organo. Ecco perché la Bibbia, in ogni epoca è atta ad ammaestrare, per.ché la natura umana è sempre la stessa! Essa parla direttamente al cuore di ciascuno di noi come nessun altro sa fare. Conosce i bisogni del nostro essere e li soddisfa, interpreta i nostri pensieri e li completa, scruta nell'animo e dà delle risposte. L'istruzione che possiamo trarre da questi scritti deve essere esclusivamente per il miglioramento di noi stessi e dei nostri comportamenti verso gli altri, facendo maturare la fede. Non è meraviglioso tutto ciò?
Altro...
"L'Evangelo è potenza di Dio per la salvezza di ogni credente". (Romani 1:16)
LA POTENZA DI DIO
Gesù, nostro unico grande Salvatore, quando entra a far parte della nostra vita, cambia ogni cosa radicalmente, non soltanto per.ché vuole essere lo scopo ed il termine delle nostre ricerche, essendo Egli la verità, ma perché ha un piano meraviglioso per la nostra esistenza, un piano che include la vita eterna in Cristo Gesù. Non continuare, dunque, ad ingannare te stesso cercando qua e là la verità e giustificando il tuo modo di agire. E' inutile cercare altrove ciò che si trova unicamente in Cristo Gesù. Forse abbracciare Cristo e la sua Parola e custodirli gelosamente potrà significare la ribellione ad una tradizione di famiglia o agli amici. L'incontro con Gesù e la scoperta della Sua Parola, genuina ed autentica, rivoluzioneranno la tua vita al punto da farti diventare una nuova creatura. Lascia che Egli diventi il tuo capo, Egli è pronto a farlo questo è il motivo per cui venne in terra. Dio ci ha creati liberi di scegliere secondo la nostra volontà. A te la scelta!
"Ed egli andò per tutta la regione intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdo.no dei peccati". (Luca 3:3)
IL PERDONO
Il perdono è un atto compiuto da Dio verso l'uomo e dall'uomo verso il suo prossimo. Perdonare il peccato è prerogativa esclusiva di Dio, della cui legge il peccato è la trasgressione. Il Signor nostro, in virtù della natura divina, assunse il diritto ed esercitò la potenza di perdonare i peccati. Il Vangelo proclama non solo che v'è perdono presso Dio, ma altre.sì che quel perdono si concilia con la giustizia divina. Un perdono gratuito, completo ed eterno viene offerto a tutti coloro che voglio.no credere e sottomettersi al Vangelo. Il dovere del perdono reciproco è imposto da più parti nella Bibbia attraverso solenni dichiarazioni. Molte volte, il significato di questo termine viene non compreso al meglio. Nella dispensazione della grazia, cioè nei tempi in cui viviamo, il perdono è indissolubilmente unito alla giustificazione. E' evidente che soltanto Dio ha il potere di perdonare i peccati, ma gli uomini salvati che formano il corpo di Cristo: la Chiesa, hanno ricevuto da Lui il ministerio d'annunciare il perdono e la salvezza per mezzo della fede nel sacrificio della croce di Gesù Cristo.
"Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!..." (Salmo 32:1)
IL TORMENTO DEL PECCATO E LA GIOIA DEL PERDONO
Il dolore di Davide per il suo peccato fu molto amaro. Gli effetti di questo dolore furono visibili anche nella sua persona, "le sue ossa si consumavano", "il suo vigore inaridiva come arsura d'estate". Non riuscì a trovare nessun rimedio a questa sua "malattia" fino a quando non rese una piena confessione del suo peccato ai piedi del suo Signore. Per un poco stette in silenzio ed il suo cuore divenne sempre più gonfio di dolore. Probabilmente cercò di formulare delle scuse, tentò di deviare i propri pensieri o di incolpare altri, ma tutto ciò non servì a nulla. La sua angoscia aumentò di ora in ora. Grazie a Dio anche noi proviamo sovente questi sentimenti! Dio ha messo in noi una coscienza, "strumento" che ci rimprovera quando sbagliamo. Funziona come un segnale d'allarme, una luce rossa intermittente che non smette di avvertirci se c'è qualcosa che non và. Ignorando tale segnale, il pericolo è che altri peccati si accumulino e l'avvertimento diverrà sempre più flebile, fino a sparire. Non sottovalutiamo la voce della nostra coscienza! Affrettiamoci, come fece Davide, a piegare le nostre ginocchia davanti a Dio che è pronto a perdonarci, e la Sua pace invaderà il nostro cuore esplodendo con la potenza della gioia
"...Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito contrito e trema alla mia parola." (Isaia 66:2)
ESSERE UMILI
L'umiltà è una dote bellissima che non tutti hanno. Spesso si abusa di questo termine. Analizziamolo. Nel suo proprio significa.to indica sottomissione, abbassamento. Essa è una vera e propria virtù, contrapposta all'ostentazione e alla superbia. Include mansuetudine, docilità, semplicità e affabilità. Tutti vorremmo possedere queste doti, ma spesso, dimentichiamo tutto il nostro buon senso e ci innervosiamo per un non nulla. Essere umili, e quindi mansueti, vuol dire anche allontanare da noi l'ira, cedere all'orgoglio e, se il caso, tacere. Certamente la perfezione non abita in noi, ma dobbiamo impegnarci affinché possiamo umiliarci davanti a Dio. E' il primo passo per possedere tutte le altre ad essa connes.se. Riconoscerci veramente mancanti agli occhi del Signore è un grande atto di fede e di umiltà. Possa questo sentimento dimorare perennemente nei nostri cuori, essere una linea guida per il nostro cammino terreno e divino. Abbassarsi non vuol dire essere perdenti, ma al contrario, dimostrare forza in modo pacifico e rispettoso. Gesù è stato l'umile per eccellenza, ma anche il più grande "rivoluzionario" di tutti i tempi. Impariamo da Lui ad essere umili.